Care/i compagne/i,nella manifestazione di sabato 31 a Milano, il Comitato No Debito, che come è noto è il primo promotore della iniziativa, poi costruita assieme a numerose altri soggetti sociali, sindacali, politici e di movimento, parteciperà con un proprio spezzone. Questo spezzone sarà aperto dallo striscione del Comitato nazionale.Chiediamo ai Comitati locali di raccogliersi dietro questo striscione (eventualmente anche con i propri striscioni).
Care/i compagne/i,inviamo qui sotto alcune indicazioni utili per chi arriva a Milano sabato 31 marzo per partecipare alla manifestazione “Occupyamo Piazza Affari”:- per chi arriva in treno: alla Stazione centrale prendere la MM Linea Gialla (3), Direzione San Donato e scendere alla Fermata Porta Romana- per chi arriva alla Stazione Garibaldi o alla Stazione Cadorna: prendere la MM Linea verde (2), Direzione Gessate Cologno, scendere alla Stazione Centrale, cambiare e prendere la MM Linea Gialla (3), direzione San Donato e scendere alla fermata Porta Romana.- per chi arriva in auto da Torino: prendere la tangenziale ovest direz. Bologna e andare all’uscita Lampugnano direz. Bisceglie, lasciare l’auto e prendere la MM linea rossa 1 fermata p.za Duomo linea gialla direz. San donato fermata porta Romana. per chi arriva in auto da Genova: Direz. Torino Venezia e andare uscita Lampugnano direz. Bisceglie, lasciare l’auto e prendere la MM linea rossa 1 fermata p.za Duomo MM3 linea gialla direz. San Donato fermata porta Romana.- per chi arriva in auto da Sud: uscita San Donato, lasciare l’auto e prendere la MM gialla San Donato fermata Porta Romana- per chi arriva in auto da Est: prendere la tangenziale est direz. Bologna uscita 9 Gobba, lasciare l’auto e prendere la MM verde direz. Assago Abbiategrasso cambio Stazione Centrale cambio Linea Gialla MM (3) direzione San Donato fermata Porta Romana- per chi arriva in pullman: Arrivo a P.zza Medaglie d’Oro per la discesa dei manifestanti; i pullman poi si attesteranno al Castello per attendere (attorno alle 19,00) i partecipanti alla manifestazione.
Lovoro: Monti dispotismo al servizio del capitale.
Manifesto Occupyamo P.zza Affari 31%2F03%2F2012Monti, su incarico del Presidente della Repubblica e dei partiti che ne sostengono l’azione, sta completando il lavoro avviato dai precedenti governi, la previdenza Pubblica e gli accantonamenti dei lavoratori per la vecchiaia sono trasformati in bancomat da cui il governo preleva per pagare speculatori, evasori, corruttori e toglie ai giovani almeno 1 milione di posti di lavoro come conseguenza dell’innalzamento dell’età pensionabile.
Il governo dei falsi tecnici con le decisioni assunte ieri (martedì 20 marzo) in materia di lavoro spalanca le porte ai licenziamenti con le modifiche all’art.18, inganna i precari con misure che non cambiano la sostanza, disoccupati e precari rimarranno tali; riduce la possibilità di ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria che viene sostituita dalla indennità di disoccupazione e centinaia di migliaia di lavoratori a cui sono state cambiate le regole che restano senza pensione e mobilità.
L’ineffabile Fornero per giustificare il lavoro sporco che stanno facendo ha affermato che il mondo cambia e che non possiamo restare aggrappati alle conquiste del passato, ossia sostiene che il mondo cambia in peggio e che i lavoratori devono pagarne il costo.
Questa vicenda conferma ancora una volta l’irrilevanza di Cgil-Cisl-Uil e Ugl rispetto alla tutela dei lavoratori, continuando a rimanere aggrappati a dei tavoli che li rendono complici delle politiche governative.
Nel contempo viene evidenziata per l’ennesima volta la sindrome di Stoccolma di cui sono prigionieri milioni di lavoratori che rinunciano a lottare per impedire il massacro dei diritti in atto eppure i lavoratori possono contare su importanti organizzazioni sindacali di base (Cub ecc.) per organizzare una efficace azione di contrasto alle politiche di chi ha provocato la crisi (gli agenti del capitale che gestiscono, banche, governi ecc.).
Monti, su incarico del Presidente della Repubblica e di partiti che ne sostengono l’azione, ha il compito di completare il lavoro avviato dai vari governi succedutesi in Italia, la previdenza Pubblica e gli accantonamenti dei lavoratori per la vecchiaia in un colossale bancomat per il governo da cui prelevare per pagare speculatori, evasori, corruttori.
La Sanità pubblica con i ticket costringe ammalati, disoccupati, precari e pensionati a rinunciare a curarsi. Con la tassa sulla prima casa (Imu) si dovranno pagare mediamente circa 600 all’anno. A tutto questo si aggiunge l’aumento dei prezzi e i bassi salari.
Il 31 marzo Manifestazione nazionale a Milano
corteo ore 14,00 da Piazza Medaglie D’Oro (MM3).
Occupyamo Piazza Affari.
Vogliamo un diverso modello sociale ed economico in Italia e in Europa, fondato sul pubblico, sull’ambiente e sui beni comuni, per riconvertire il sistema industriale con tecnologie e innovazione, per la pace e contro la guerra, per lo sviluppo della ricerca sostenendo scuola pubblica e università, per garantire il diritto a sanità, servizi sociali e reddito per tutti, lavoro dignitoso, libertà e democrazia.
Milano 21 marzo 2012
Confederazione Unitaria di Base
Sede Nazionale Milano: V.le Lombardia 20
Commento by Lavoratoriscala — 30 Marzo 2012 @ 13:43
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Cronaca > 30 marzo 2012
Proteste, sabato blindato il centroPiano straordinario per l’ordine pubblico
Manifestazioni contrapposte di centrosinistra, centrodestra e «antagonisti»
Proteste, sabato blindato il centro Piano straordinario per l’ordine pubblico
Regione, sit-in contro Formigoni. Presidio in Comune per il caso Sea. Marcia su Piazza Affari MILANO – Cortei, sit-in, mobilitazioni. Un sabato di protesta. Tre-manifestazioni-tre, in altrettanti punti nevralgici della città, una delle quali considerata per l’ordine pubblico da bollino rosso (guarda la mappa). Le preoccupazioni per la tenuta della piazza si concentrano su «Occupyamo piazza Affari», la mobilitazione convocata da un arcipelago di sigle «contro il modello Monti e lo strapotere delle banche e della finanza». Il corteo di domani partirà alle 14 da piazza Medaglie d’Oro, per infilarsi in corso di Porta Romana, via Santa Sofia, via Molino delle Armi, via De Amicis, via Cesare Correnti, via Torino, via Orefici, piazza Cordusio e concludersi in piazza Affari, sede della Borsa (domani però chiusa), «il luogo simbolo della finanza «internazionale». La protesta contro le politiche del governo, la difesa dell’articolo 18, il no alla Tav: tanti i temi che si mischieranno nella mobilitazione. La preoccupazione è però legata al fatto che alcune delle sigle aderenti alla protesta sono le stesse che organizzarono il corteo romano degli «Indignati» del 15 ottobre scorso, quello della guerriglia urbana e delle violenze. Decisamente più «tranquille» si annunciano le altre due mobilitazioni in calendario. «Liberalasedia» è il nome scelto per il sit-in organizzato sotto Palazzo Lombardia da Pippo Civati e dai partiti del centrosinistra in Regione (l’Udc ha smentito invece ogni coinvolgimento). I partecipanti sono invitati a portarsi da casa una sedia «per far capire all’inquilino del 39° piano che è giunta l’ora di liberare la poltrona». Tante le adesioni «eccellenti». Da Sergio Staino (che ha prestato una sua vignetta agli organizzatori) a Piero Bassetti. Ieri sulla manifestazione sotto il «suo» palazzo s’è pronunciato anche il governatore Roberto Formigoni: «Se per ipotesi assurda io accettassi il loro invito e mi dimettessi, questi signori non sanno che potrei ripresentarmi per la quinta volta e darei loro una mazzolata per la quinta volta: non essendo passato metà mandato potrei ripresentarmi, ma come sempre sarò generoso e non gliela darò, questa mazzolata». Replica a stretto giro di posta di Pippo Civati: «A parte che se Formigoni avesse avuto la serietà di recepire nella legge elettorale regionale il limite dei due mandati previsto dalla normativa nazionale, non avrebbe potuto fare nemmeno questo (e avrebbe fatto meglio a esimersi, visto come stanno andando le cose), dimettersi per poi ricandidarsi per la quinta volta segnala che ormai il problema è realmente patologico. Se si dimette e si ricandiderà, batterà ogni record e noi batteremo lui. C’è sempre una prima e un’ultima volta». Il centrodestra, infine. Che sabato protesterà, in contemporanea alla mobilitazione sotto al Pirellone bis, davanti a Palazzo Marino. Il tema in questo caso è Sea, o meglio, come spiega il coordinatore cittadino del Pdl, Giulio Gallera, «le numerose anomalie che hanno contrassegnato la vendita del 29% della società avvenuta lo scorso dicembre». Ci saranno consiglieri comunali, regionali e anche diversi parlamentari. Organizza il Pdl milanese, aderisce la Lega Nord. Andrea Senesi30 marzo 2012 | 15:20© RIPRODUZIONE RISERVATA] Manifestazioni contrapposte di centrosinistra, centrodestra e «antagonisti»
Proteste, sabato blindato il centro
Piano straordinario per l’ordine pubblico
Regione, sit-in contro Formigoni. Presidio in Comune per il caso Sea. Marcia su Piazza Affari
MILANO – Cortei, sit-in, mobilitazioni. Un sabato di protesta. Tre-manifestazioni-tre, in altrettanti punti nevralgici della città, una delle quali considerata per l’ordine pubblico da bollino rosso (guarda la mappa). Le preoccupazioni per la tenuta della piazza si concentrano su «Occupyamo piazza Affari», la mobilitazione convocata da un arcipelago di sigle «contro il modello Monti e lo strapotere delle banche e della finanza». Il corteo di domani partirà alle 14 da piazza Medaglie d’Oro, per infilarsi in corso di Porta Romana, via Santa Sofia, via Molino delle Armi, via De Amicis, via Cesare Correnti, via Torino, via Orefici, piazza Cordusio e concludersi in piazza Affari, sede della Borsa (domani però chiusa), «il luogo simbolo della finanza «internazionale».
La protesta contro le politiche del governo, la difesa dell’articolo 18, il no alla Tav: tanti i temi che si mischieranno nella mobilitazione. La preoccupazione è però legata al fatto che alcune delle sigle aderenti alla protesta sono le stesse che organizzarono il corteo romano degli «Indignati» del 15 ottobre scorso, quello della guerriglia urbana e delle violenze. Decisamente più «tranquille» si annunciano le altre due mobilitazioni in calendario. «Liberalasedia» è il nome scelto per il sit-in organizzato sotto Palazzo Lombardia da Pippo Civati e dai partiti del centrosinistra in Regione (l’Udc ha smentito invece ogni coinvolgimento). I partecipanti sono invitati a portarsi da casa una sedia «per far capire all’inquilino del 39° piano che è giunta l’ora di liberare la poltrona».
Tante le adesioni «eccellenti». Da Sergio Staino (che ha prestato una sua vignetta agli organizzatori) a Piero Bassetti. Ieri sulla manifestazione sotto il «suo» palazzo s’è pronunciato anche il governatore Roberto Formigoni: «Se per ipotesi assurda io accettassi il loro invito e mi dimettessi, questi signori non sanno che potrei ripresentarmi per la quinta volta e darei loro una mazzolata per la quinta volta: non essendo passato metà mandato potrei ripresentarmi, ma come sempre sarò generoso e non gliela darò, questa mazzolata».
Replica a stretto giro di posta di Pippo Civati: «A parte che se Formigoni avesse avuto la serietà di recepire nella legge elettorale regionale il limite dei due mandati previsto dalla normativa nazionale, non avrebbe potuto fare nemmeno questo (e avrebbe fatto meglio a esimersi, visto come stanno andando le cose), dimettersi per poi ricandidarsi per la quinta volta segnala che ormai il problema è realmente patologico. Se si dimette e si ricandiderà, batterà ogni record e noi batteremo lui. C’è sempre una prima e un’ultima volta».
Il centrodestra, infine. Che sabato protesterà, in contemporanea alla mobilitazione sotto al Pirellone bis, davanti a Palazzo Marino. Il tema in questo caso è Sea, o meglio, come spiega il coordinatore cittadino del Pdl, Giulio Gallera, «le numerose anomalie che hanno contrassegnato la vendita del 29% della società avvenuta lo scorso dicembre». Ci saranno consiglieri comunali, regionali e anche diversi parlamentari. Organizza il Pdl milanese, aderisce la Lega Nord.
Andrea Senesi30 marzo 2012 | 15:20© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commento by Anonimo — 30 Marzo 2012 @ 17:05
il giorno delle proteste
Milano sotto scorta . In migliaia partecipano
al corteo «Occupyamo piazza Affari»
Partito da piazza Medaglie d’Oro. Riuniti partiti e movimenti della sinistra radicale, i sindacati di base Cub e Usb e i No Tav
il giorno delle proteste
corriere della sera 1 aprile 2012
Milano sotto scorta . In migliaia partecipano
al corteo «Occupyamo piazza Affari»
Partito da piazza Medaglie d’Oro. Riuniti partiti e movimenti della sinistra radicale, i sindacati di base Cub e Usb e i No Tav
Il muretto simbolico alzato davanti alla filiale della Bnl Il muretto simbolico alzato davanti alla filiale della Bnl
MILANO – Piazza Affari, piazza Cordusio e via Orefici: il cuore finanziario di Milano è occupato dalle migliaia di manifestanti che hanno concluso di sfilare per il centro cittadino per protestare contro il debito e la crisi finanziaria internazionale. Proprio quando il corteo stava finendo di arrivare davanti a Palazzo Mezzanotte, in piazza Affari completamente gremita, un gruppo di giovani ha fatto l’ennesimo blitz contro le banche. Gli antagonisti milanesi hanno rovesciato davanti all’ingresso della filiale Unicredit di piazza Cordusio alcuni sacchetti di macerie e detriti, poi hanno tracciato la scritta «Monti boia» sulla vetrina, dove hanno attaccato anche una maxibanconota con il volto di Draghi e la cifra del debito pubblico italiano. Ci sono stati attimi di tensione quando un cordone di carabinieri in assetto antisommossa si è schierato davanti alla banca, poi la situazione è tornata alla normalità. Partito verso le 14.15 da piazza Medaglie d’Oro (Porta Romana), con il corteo hanno sfilato tante bandiere dei sindacati di base, dei partiti extraparlamentari e dei movimenti No-Tav. Gli slogan? Contro «il governo Monti-Napolitano» e per la liberazione «dei compagni arrestati in Val di Susa». Hanno preso parte anche studenti, pensionati, militanti dei centri sociali e alcuni genitori con i bambini al seguito. Negozi chiusi lungo il percorso.
Il fantoccio di Monti durante la manifestazione (Newpress)Il fantoccio di Monti durante la manifestazione (Newpress)
IN DIFESA DEI DIRITTI – Le parole d’ordine riguardano la difesa dei beni comuni pubblici, dello stato sociale, dei diritti civili oltre che di protesta contro la riforma del mercato del lavoro e la messa in discussione dell’articolo 18. Oltre, naturalmente, all’opposizione contro il progetto dell’Alta velocità in Val Susa. Presente anche una piccola delegazione di operai sardi proveniente da Carbonia. Tra i tanti striscioni presenti ce n’è anche uno con il volto di Karl Marx affiancato dalla scritta «Ecco il nostro modello tedesco». Tra i manifestanti c’è anche il segretario del Partito comunista dei lavoratori, Marco Ferrando. Lo slogan più scandito è «giù le mani dalla Val Susa» e «libertà per i compagni arrestati». Nel corteo ci sono anche i lavoratori dell’Alcoa, della ex Wagon-Lits e di altre fabbriche in lotta. Sul corteo, che si concluderà in piazza Affari, vigila un imponente schieramento delle forze dell’ordine con l’ausilio anche di un elicottero della Polizia.
Colpita la sede di Unicredit
I «BLITZ» – Attimi di tensione in via Torino tra alcuni agenti in borghese e un gruppo di manifestanti che brandiva bandiere dei No-Tav. Infastiditi dalla «eccessiva vicinanza» degli agenti che vigilavano sulla situazione, una cinquantina di persone ha cominciato a inveire contro di loro mettendoli in un angolo e pretendendo che si allontanassero. Dal corteo sono partiti due blitz a due istituti di credito accompagnati dallo slogan «chiudiamo le banche». Un gruppo di ragazzi ha danneggiato l’ingresso della filiale Unicredit di largo della Crocetta, angolo corso di Porta Romana. I giovani hanno lanciato contro la vetrina della colla e poi hanno acceso due fumogeni appoggiando sopra due assi di legno: si è sviluppato un piccolo incendio che ha annerito i vetri della banca, sui quali sono state tracciate con lo spry anche scritte contro il premier Mario Monti. Poco dopo, «armati» di cazzuole, mattoni e cemento quattro ragazzi, con il volto travisato dalle maschere del personaggio del film «V per vendetta», hanno simbolicamente murato l’ingresso della filiale Bnl di corso di Porta Romana. In pochi minuti i quattro, staccatisi dal corteo, hanno eretto un muretto con una ventina di mattoni tra lo stupore e la curiosità degli altri manifestanti.
IL COORDINATORE CUB – «Non si tratta di discutere verso quale sistema di capitalismo andare, ma al contrario di discutere del superamento di un sistema fondato sull’interesse del capitale. Bisogna subito attivare una politica economica fondata sui beni comuni che eviti di far pagare la crisi ai lavoratori e ai pensionati». Lo ha detto il coordinatore nazionale della Confederazione di base, Piergiorgio Tiboni, durante il corteo. «L’articolo 18 dovrebbe altro che essere toccato ma rafforzato e esteso – ha sottolineato Tiboni – e per trovare risorse bisognerebbe finalmente applicare una patrimoniale, abbattere le spese militari che sono inutili e utilizzare il “tesoro” in lingotti d’oro della Banca d’Italia»
Redazione Milano online31 marzo 2012 (modifica il 1 aprile 2012)
Commento by Marco — 1 Aprile 2012 @ 14:27
‘Occupyamo Piazza Affari’
il corteo nella città blindata
Il governo Monti e il presidente Napolitano nel mirino della manifestazione che a Milano
mette insieme sinistra extraparlamentare, sindacati di base, una parte della Cgil e No Tav
di MASSIMO PISA
Repubblica 31 marzo 2012
‘Occupyamo Piazza Affari’ il corteo nella città blindata
Si raccolgono intorno al dito medio di Cattelan, i pugni si chiudono mentre gli altoparlanti sotto al camion-palco lanciano l’invettiva finale. “La Borsa, l’unico ente che andava sciolto subito”. Per danni all’economia nostrana e mondiale, ovviamente. Eccoli, i diecimila occupanti che si prendono il cuore della city. Eccoli i sindacalisti di base e gli attivisti anti-sfratto, i No-Tav e i militanti dei centri sociali, i (pochi) anarchici e la (pochissima) autonomia arrivata dalle Marche e dal Veneto, dalla Toscana e dalla Campania, fantasmi temuti alla vigilia dalla questura e inesistenti per tutto un pomeriggio di corteo colorato, chiassoso, dagli slogan duri e dalle azioni tutto sommato morbide, almeno per quanto era stato messo in conto da chi si doveva occupare dell’ordine pubblico.
La manifestazione in centro L’album del corteo
Milano se la cava con qualche graffio, e circoscritto. Le vetrine dell’ingresso dell’Unicredit di Crocetta, annerite dalle fiamme provocate con colla e liquido infiammabile, corredate da falce e martello e “Monti servo” vergati a vernice. La scritta “Eat the rich” sull’Ubi, pochi metri più in là. E ancora, risalendo corso di Porta Romana, il muretto improvvisato con mattoni e cemento, sull’uscio
della Bnl, da quattro ragazzi mascherati con impermeabile azzurro e la maschera di “V per vendetta”. Infine, un uovo sull’Unicredit di corso Italia, una sassata su quella di piazza Edison, i calcinacci scaricati davanti alla sede centrale di piazza Cordusio (passione esplicita dei manifestanti) sormontati da un enorme fac-simile di una banconota da 1.935.800 euro con la faccia di Mario Draghi. Tutto qui. Poco, se vi pare.
Piazzale delle Medaglie d’Oro era già bloccato alle 13,30, con l’elicottero della polizia volteggiante e camionette di reparto mobile e battaglione dei carabinieri a cintare il perimetro della manifestazione. Se paure c’erano sul sabato di protesta, era per gli arrivi da fuori: Gramigna da Padova, Askatasuna da Torino, Acrobax da Roma, Cpa da Firenze, frange di No-Tav dal Piemonte, ne erano attesi 1500 dall’area autonoma di tutta Italia. A mezzogiorno un pullman di militanti proveniente da Napoli viene intercettato al casello di Melegnano: tre bastoni di piccone, un passamontagna e una mascherina è tutto il materiale sequestrato dalla Digos. Ma il corteo è tutt’altro che cupo, anche se gli striscioni e i cartelli contro governo e istituzioni contengono parecchio pepe.
Il presidente del consiglio Mario Monti diventa Hannibal Lecter con tanto di maschera, il ministro del Welfare, Elsa Fornero, è dipinta come “Crudelia De-Monti” con le sue “manovre ingenerose”, le foto del premier, di Bersani e di Berlusconi sono accomunate da un “Cacciamoli!”. “Nessuno vi ha votato”, ammonisce uno striscione. C’è anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tra i bersagli. Un cartello lo raffigura insieme a Monti come banditi con tanto di fazzoletto al collo e pistola in pugno sotto la scritta “UniDebit”. Anche i cori non vanno per il sottile, da “Ichino assassino” a “Polizia fascista” a “Monti attento, ancora fischia il vento”. Sfilano il segretario di Prc Paolo Ferrero, quello del Pcl Marco Ferrando, Marco Rizzo dei Comunisti – Sinistra Popolare.
Il serpentone guadagna via Santa Sofia, appende lenzuoli contro la Tav e contro l’Expo (“la mafia che avanza”), contro il debito e la Bce, ne srotola uno lungo tre piani da un cantiere edile di via De Amicis: “Siamo il 99%”, con le due cifre composte da tutte le aree della contestazione, “e siamo in credito”. L’angolo con corso Genova, già oggetto di lancio di uova verso le vetrate di Banca Intesa in passati cortei, viene superato senza incidenti. Via Torino è un impasto di shopping, emo, punkabbestia e “okkupanti”, suggestivo nel suo genere. L’ultimo punto d’attrito è la sede di Bankitalia in via Cordusio. Un cordone di trenta poliziotti e carabinieri con caschi e scudi, fronteggiato dai vertici della questura, lo cinge mentre il corteo urla “Polizia fascista, polizia assassina”, ma non c’è contatto. E nemmeno, alla fine, tutta questa voglia di invaderla, piazza Affari, visto che un terzo della manifestazione ne resterà fuori, con ampi spazi tra i manifestanti davanti alla Borsa. Qui, l’antico migliorista Napolitano torna bersaglio. Di Giorgio Cremaschi della Fiom, al microfono: “Non siamo in monarchia”. Di Alberto Perino dei No-Tav: “Si comporta come uno zar”. Ma la stoccata è per Monti: “Il suo è il peggior governo degli ultimi 150 anni”. Sarà contento il predecessore.
Prima lo striscione lungo via Santa Sofia. “No alla Tem”. Poi quello ai cancelli di piazza Vetra: “No Tav, no Tem, contro ogni nocività”. Il corteo di ieri pomeriggio ha aperto un nuovo fronte cittadino, sull’onda lunga di quello della Val Susa contro la linea europea dell’Alta velocità. “Volete le strade, avrete il traffico”, recitava un altro slogan indirizzato alla tangenziale esterna. Parole precedute, ieri mattina, da un’azione dimostrativa al cantiere della Tem di Truccazzano dove un gruppo di antagonisti ha forzato una rete di recinzione, ha distribuito volantini di propaganda agli operai e ha impacchettato col cellophane una ruspa contro “un’opera inutile, che porta solo distruzione”.
(31 marzo 2012) © Riproduzione riservata
http://milano.repubblica.it/images/2012/03/31/154014648-6987bba9-936e-4834-8f00-238493e27aa2.jpg
Commento by Filippo G. — 1 Aprile 2012 @ 14:44
San Carlo De Magistris: solidarietà ai lavoratori Sabato sera la protesta dei lavoratori del San Carlo che si sono esibiti in abiti civili per colmare il forfait dell’orchestra Mozart e soprattutto per protestare contro l’applicazionedella legge 100ela modifica dell’articolo 18. Ieri, prima dell’inizio del concerto, la sovrintendente Rosanna Purchia – che subito dopo ha ringraziato pubblicamente il maestro Nicola Luisotti perla sua disponibilità a dirigere il concerto – ha letto il testo di solidarietà indirizzato dal sindaco Luigi de Magistris ai maestri del San Carlo: «Voglio esprimere la mia sentita vicinanza e il mio convinto sostegno a tutte e tutti voi, lavoratrici e lavoratori del Teatro San Carlo. Apprezzo dunque l’iniziativa di protesta da voi organizzata questa sera, la quale dimostra e sintetizza tanto il coraggio di chi lotta a difesa dei propri diritti quanto la generosità di chi rispetta il proprio pubblico e l’intera città. Lo faccio da cittadino, da sindaco di Napoli e soprattutto da presidente della Fondazione dello stesso San Carlo. Lo faccio perché credo che in questo preciso momento storico i diritti dei lavoratori siano oggetto di una aggressione antidemocratica e anticostituzionale, lo faccio perché credo nell’immenso valore civile della cultura ed, in particolare, di quella prodotta, spesso tra innumerevoli difficoltà anche materiali, da parte dei teatri di tutta Italia’. ***
Commento by W IL GRANDE VASCO — 2 Aprile 2012 @ 17:40
da il giornale 31/3/012
ALLA SCALA La Cigl: «Sciopero: adesione totale e grazie a Vasco» La Cgil ringrazia Vasco Rossi perla sua solidarieta. La totaleadesionealloscioperodei la voratori del Teatro alla Scala di mostra come i problemi legati all’articolol8da leggerecome elemento di dignita c i proble mi della sicurezza siano stati pienamentecompresiefacciano parte del patrimonio culturale dei lavoratori del teatro,. Lo ha dichiarato Giancarlo Al bori della segreteria della Cgil commentando l’adesione allo sciopero che ha fatto saltare la prima del balletto con le musi che di Rossi. Sarebbe facile ha aggiunto fare polemiche ma preferiamo ringraziarechi, come Vasco, ha apprezzato le ragioni del nostro sciopero,. ***
Commento by il giornale di feltri — 2 Aprile 2012 @ 17:51