Il Sottoscala Per Abbado un Albero in Piazza Scala

31 Maggio 2013

Sciopero sabato 1° giugno contro la Cooper pul, l’impresa appaltatrice delle pulizie del Teatro alla Scala

Filed under: Comunicati Cub — Lavoratoriscala @ 21:32

Volantino sciopero alla scala contro le misure della cooper pul

Scala, appalto pulizie nel mirino della Cub

Filed under: General — Lavoratoriscala @ 01:12

vedi il link con l’articolo del Corriere della Sera del 30/05/2013

Scala, appalto pulizie nel mirino della Cub

29 Maggio 2013

Pulizie Teatro alla Scala : SU LA TESTA ! SCIOPERO

Filed under: General — Lavoratoriscala @ 13:09

PULIZIE TEATRO ALLA SCALA: SU LA TESTA!

MERCOLEDÌ 29 MAGGIO 2013 

LO SCIOPERO PER TUTTO IL GIORNO

Il nostro comunicato di venerdì 24 maggio è stato un sasso lanciato nella melmosa palude dell’appalto delle pulizie del Teatro della Scala.

Nella notte tra il 24 e il 25 maggio, il teatro è stato tappezzato da un comunicato sindacale a firma FILCAMS CGIL e FISASCAT CISL in cui appaiono espressioni del tipo “abbiamo espresso a COOPER PUL la necessità di individuare, con immediatezza delle soluzioni che consentissero il ripristino di una soluzione di legalità e trasparenza.”

Della serie meglio tardi che mai!

Il comunicato porta a conoscenza che dal 13 maggio la CIG in deroga non esiste più e che è quasi pronto un accordo che ripristina “il normale orario di lavoro”. Peccato che nessuno ne sapesse niente e che nessuna comunicazione formale è pervenuta ai lavoratori.

Cosa ancora più grave è che questo comunicato appare un evidente tentativo di “salvare” la COOPER PUL e la DIRIGENZA DEL TEATRO LA SCALA dalle loro responsabilità civili penali e contrattuali.

COOPER PUL ha gestito questo appalto secondo il miglior stile da far-west. Le lavoratrici ed i  lavoratori sono stati costretti a subire trattamenti anche sul piano umano, che ha leso la loro dignità personale.

Per la CUB Informazione e spettacolo la situazione dell’appalto pulizie deve essere seriamente esaminata. In particolare rinnoviamo la richiesta di un incontro con il PRESIDENTE E I DIRIGENTI DEL TEATRO ALLA SCALA ricordando loro che l’appaltante risponde “in solido” della condotta della società appaltatrice.

Sappiamo che è in atto il tentativo di “aggirare” il confronto con la CUB Informazione e di fare “muro di gomma alle nostre richieste.

La nostra posizione e le nostre richieste sono sostenute dalla maggioranza dei lavoratori e siamo firmatari degli accordi del gennaio 2013 del cambio d’appalto e del ricorso alla Cassa in Deroga.

Con questa motivazione e per sostenere la nostra richiesta abbiamo indetto per

MERCOLEDÌ 29 MAGGIO 2013 

SCIOPERO PER TUTTO IL GIORNO

OGNI LAVORATORE ATTUERÀ LO SCIOPERO SECONDO GLI ORARI DELLE SUE PRESTAZIONI

Invitiamo tutti i lavoratori della COOPER PUL di aderire alla giornata di lotta e ai lavoratori “teatro alla scala” di esprimere la solidarietà.

CUB Informazione e spettacolo  MILANO

Milano 29/05/2012

Confederazione Unitaria di Base

Milano: V.le Lombardia 20 – tel. 02/70631804 e mail cub.nazionale@tiscali.it   www.cub.it – www.cubvideo.it

24 Maggio 2013

Pulizie Scala , la misura è colma

Filed under: General — Lavoratoriscala @ 07:46

23.05.2013 volantino cooper pul_1 00123.05.2013 volantino cooper pul_2 001

Milano, 23/05/2013

RACCOMANDATA  A.R. loro indirizzi,   (anticipata v/fax)

Destinatari:   Att.ne Giuliano Pisapia, Presidente del C.di A. Fondazione “Teatro Alla Scala”

Palazzo Marino, P.zza Scala 1, Milano

– Att.ne Stéphane Lissner – Sovrintendente Fondazione “Teatro Alla Scala”                      Via Filodrammatici 2, Milano

– Att.ne Maria Di Freda, Segretario Generale “Teatro Alla Scala”,

Via Filodrammatici 2, Milano

– Att.ne Marco Amoruso – Direttore Risorse Umane ed Organizzazione

Fondazione “Teatro Alla Scala” – Via Torino 68, Milano

Oggetto: Situazione appalto Pulizie “Fondazione Teatro Alla Scala”.

La scrivente Organizzazione Sindacale sente l’obbligo di portarvi a conoscenza della situazione che si è venuta a determinare con l’affidamento dal 01.01.2013 alla Società ATI Consorzio Miles Servizi COOPER PUL con sede a Salerno dell’attività di pulizie del Teatro Alla Scala e di tutte le sedi periferiche della Fondazione.

I rapporti di lavoro di tutti i lavoratori sono passati alla nuova azienda aggiudicatasi l’appalto in base ad un’offerta alla gara nel massimo ribasso del 39,12%. Conseguentemente, le “ore di pulizie” che in precedenza svolgeva la Società PULIRAPIDA nella misura di circa 4.000 ore mensili sono precipitate a poco più di 2.300 ore.

Durante questi mesi di attività della nuova società, abbiamo potuto rilevare che, nonostante l’utilizzo di Cassa Integrazione in Deroga, tale “miracolo” è stato possibile ricorrendo sistematicamente al lavoro extra pagato fuori busta che, in base alle nostre stime, ammonterebbe a 1000/1500 ore mensili lavorate e pagate “in nero”. A ciò va aggiunto un innalzamento dei livelli di sfruttamento dei lavoratori ed al salto dei riposi settimanali per molti di loro, con una punta di lavoratori che superano le 12 ore giornaliere di lavoro.

L’Azienda non è stata mai puntuale nel pagamento al 20 di ogni mese delle retribuzioni, arrivando a ritardi anche di otto giorni e, ad Aprile, al pagamento delle stesse per contanti anche per importi superiori ai mille euro.

Non vogliamo arrivare a conclusioni affrettate, ma richiediamo un attento esame della situazione e siamo a vostra completa disposizione per ogni ulteriore informazione.

Vogliamo ricordarvi che, alla “committente” corre l’obbligo di verificare e di assumere tutte le decisioni conseguenti affinché le attività svolte nel suo perimetro , anche in appalto, siano svolte nel rispetto di Leggi e Contratti.

Restiamo a vostra disposizione per ogni ulteriore chiarimento e distintamente salutiamo.

CUB Informazione & Spettacolo

Di Milano e Provincia

Confederazione Unitaria di Base

Milano: V.le Lombardia 20 – tel. 02/70631804 e mail cub.nazionale@tiscali.it

www.cub.it “http://www.cubvideo.it”www.cubvideo.it

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6 Maggio 2013

Dalla Scala all’Expo le delusioni milanesi

Filed under: Articoli stampa — Lavoratoriscala @ 10:05
LE SPINE DI PISAPIA

Per uscire dal buio della crisi l’Italia deve tornare a fare l’Italia, ha detto Enrico Letta nel suo primo intervento da premier. Si può prendere come auspicio a tirar fuori il meglio in ogni campo, in un Paese in affanno e scontento di sé. Per questo occorre vedere quel che di positivo esiste intorno a noi e indirizzare gli sforzi nella giusta direzione, abbandonando lo spirito gregario che porta rassegnazione e indifferenza.

Se Milano facesse Milano, per esempio, sarebbe un bel segnale per ritrovare un po’ della fiducia persa e trasformare i potenziali spettatori disinteressati in cittadini consapevoli, impegnati in un grande progetto.

Se l’Expo diventasse una bandiera, invece di essere ostacolato dalle faide della politica; se la Scala tornasse a unire, invece che a dividere sulla poltrona del sovrintendente; se Brera trovasse pace, nella sistemazione ideale di Pinacoteca e Accademia; se il Fuorisalone, che porta il design nelle strade e rende spettacolare la Fiera del mobile, diventasse via via un contagio sociale; se la partecipazione, con la quale il sindaco ha convinto i milanesi a votarlo, fosse portatrice di idee per migliorare la città; se la moda avesse l’attenzione che merita come motore culturale e occasione di lavoro; se il Comune ritrovasse l’ambizione di pensare in grande, alla cultura e alle arti, senza tralasciare le piccole cose che garantiscono la qualità urbana; se, insomma, ci fosse una maggior consapevolezza sul ruolo che Milano può e deve avere nella ripresa dell’Italia, potremmo dire oggi al presidente del Consiglio che la città accetta la sfida e si candida per la leadership della ripartenza.

Purtroppo Milano non fa ancora Milano. Non gioca in squadra, appare seduta, svuotata di traffico e di eventi, impaurita dai tagli nel bilancio, frenata nello slancio sull’unica manifestazione che per sei mesi la renderà internazionale, capitale mondiale di un modello di sviluppo a sostenibilità totale. La nomina del commissario unico non basta a creare quel sentimento che manca, a due anni da Expo 2015. È ora di uscire dal tiepido consenso e portare un supplemento di passione, mettere Milano e la Lombardia all’altezza di un’aspettativa che cresce e non va misurata col bilancino della destra o della sinistra. Expo è una straordinaria chance, forse l’unica, che Milano e l’Italia hanno per dare una boccata d’ossigeno al commercio, alla ricerca, all’agricoltura, al territorio e alle imprese. E per investire sui giovani, sull’entusiasmo di chi guarda a un futuro locale e globale. Se si vuole declinare innovazione, rispetto per l’ambiente, responsabilità sociale attorno a un tema planetario come la fame nel mondo, è arrivato il momento di farlo.

A un appuntamento importante bisogna però arrivare preparati. Senza scheletri nell’armadio, con i doverosi controlli, nella massima trasparenza. E con i compiti fatti. Dice il sindaco Pisapia che per Milano «non c’è futuro senza visione e sviluppo, ma non c’è presente se il tram non arriva puntuale». Una sintesi efficace. Aggiunge anche che Milano «o è motore della nuova ripresa per tutta l’Italia o fallisce il suo ruolo di propulsore della crescita economica e di avanguardia culturale e intellettuale». È un programma ambizioso. Ma nel motore oggi c’è un intoppo, un bullone svitato, una vistosa insufficienza che va riparata, perché penalizza una delle istituzioni di maggior prestigio: la Scala. Il grande teatro è azzoppato da una direzione in partenza. Lissner, il sovrintendente che ha avuto il merito del rilancio nel 2005, è stato chiamato direttamente dal premier Hollande alla guida dell’Opéra Bastille, per restituire grandeur al teatro lirico di Francia: resterà a mezzo servizio fino al 2015. Se Milano fosse Milano eviterebbe alla Scala un imbarazzo che in nessuna azienda sarebbe tollerato: non si guida la Ferrari lavorando anche per la McLaren. La scelta del sostituto è complessa, ci sono tramestii interessati, spinte e controspinte e un bando internazionale tirato fuori dal sindaco come escamotage per prendere tempo. Milano che abdica, che si affida a un bando, è l’immagine di una rinuncia che penalizza merito e talento. Che interesse può avere un numero uno a candidarsi, rischiando di essere bocciato da un consiglio di amministrazione che si riserva la decisione finale? Perché alla Scala non si può decidere, con la stessa rapidità di Hollande, per garantire al massimo teatro lirico d’Italia, e perché no, del mondo, quel che può rappresentare in questo momento il meglio?

Viviamo dentro un cupo pessimismo, ed è un dovere contrastarlo con gli esempi, come invita da tempo il presidente Napolitano. Dall’Expo alla Scala alla politica alle attività produttive e alla vita sociale servirebbe un segnale per incoraggiare una svolta, e Milano potrebbe darlo unendo le forze, come hanno sollecitato sul Corriere i rettori di tre università, Statale, Politecnico e Bocconi. Bisogna muoversi, per ridare fiducia e speranza a una città in attesa e a un Paese stremato. Ripensando a Sant’Ambrogio e ai momenti difficili, viene da citare l’esempio delle api per ritrovare uno stile e un metodo: «Comune a tutte è il lavoro, comune il cibo, comune l’attività come l’uso e il provento» (I sei giorni della creazione, dies V serm. VIII). Responsabilità, partecipazione, tenacia e onestà, dunque. Alle quali Milano può aggiungere creatività, fantasia e solidarietà. Le energie pubbliche e private, anche nella crisi che stiamo vivendo, se si sollecitano e si cercano certamente si trovano. A Milano, siamo sicuri, non mancano.

Giangiacomo Schiavi6 maggio 2013 | 9:29©

1 Maggio 2013

MAYDAY 2013: ROAD TO/VS EXPO 2015

Filed under: General — Lavoratoriscala @ 00:18

                                           2008-05-01-euromayday-berlin

La MayDay di quest’anno finirà il 1° Maggio del 2015, all’apertura di EXPO 2015.
Due anni per parlare di reddito diretto e indiretto, dei legami tra luoghi di vita e lavoro, di nocività e sviluppo, per fronteggiare un’Esposizione Universale che incombe sul territorio metrolombardo imponendo immaginari e devastando territori.

Perché EXPO è debito cemento e precarietà.

Perché EXPO è un grande acceleratore di opere dannose.

Opporsi a questo “grande evento” vuol dire opporsi alla crisi e al ricatto del debito. Vuol dire opporsi alle nocività e all’economia del cemento coi suoi scempi ambientali realizzati in spregio all’interesse comune,

Vuol dire opporsi alla precarizzazione delle nostre esistenze lungo tutti i suoi assi: reddito, casa, mobilità, sapere, affetti.

PER TUTTE E TUTTI UNA SOLA GRANDE OPERA: REDDITO

Un reddito di base incondizionato come misura concreta di intervento contro la precarietà e nella precarietà, per rompere la gabbia del ricatto e del bisogno.

MAYDAY 2013          1° Maggio 2013 – Ore 15.00

Piazza  24 Maggio – Milano

IL PERCORSO DELLA MAY DAY 2013

– Piazza XXIV Maggio ->

Corso di Porta ticinese ->Via E. De Amicis -> Resistenza Partigiana -> Via Cesare Correnti -> Via Torino -> Via Orefici -> Piazza Cordusio -> Via Broletto -> Via Ponte Vetro -> Via Mercato -> Via Tivoli -> L.rgo Greppi -> Lanza -> Piazza Castello -> Via Gadio ->Via Legnano -> Via lega Lombarda -> Viale Biancamano -> Bastioni di Porta Volta -> Viale F. Crispi -> Via XXV Aprile -> Bastioni di Porta Nuova -> Principe Clotilde -> via Galilei -> Via San Giochino ->

Viale Liberazione —> Fino Angolo con Melchiorre Gioia

Spot audio (11”)
Spot audio (21”)

                                mayday2013

Questa non è una semplice chiamata, ma il rilancio di un percorso chiamato MayDay.

A 13 anni dalla prima edizione, il 1° maggio del precariato metropolitano riafferma – tra continuità e rottura – la volontà di riversare nuova rabbia e nuove proposte nelle strade della città vetrina di EXPO 2015, in un tempo reso piccolo dalla crisi neoliberale.

Una Mayday che vuole parlare di reddito diretto e indiretto, dei legami tra luoghi di vita e lavoro, di nocività e sviluppo, per fronteggiare un’Esposizione Universale che incombe sul territorio metrolombardo imponendo immaginari, devastando territori e distribuendo risorse ad accoliti di casta e di classe dietro finte promesse per tutte e tutti. Una MayDay che si dà ampiezza di temi e che allarga la sua agenda di lotta a tutti i giorni che portano al 1° maggio 2015, data in cui dovrebbero aprirsi i cancelli di EXPO 2015.

Opporsi a questo “grande evento” vuol dire opporsi alla crisi e al ricatto del debito, al drenaggio delle risorse pubbliche verso ben noti centri di potere, allo scaricare i costi della crisi e delle speculazioni su territori e biografie.

Vuol dire opporsi alle nocività e all’economia del cemento coi suoi scempi ambientali realizzati in spregio alla volontà popolare, connettendosi alle resistenze territoriali esistenti nell’area metrolombarda (NoEXPO, NoTEM, NoPedemontata, ecc…) proprio a partire dalla condivisione di come EXPO 2015 sia un grande acceleratore di opere dannose.

Vuol dire opporsi allo sfruttamento del lavoro e alla negazione di dignità e diritti ai lavoratori dei poli e delle piattaforme logistiche, altra faccia di questo uso criminale dei territori e della precarietà. Vuol dire opporsi alla precarizzazione delle nostre esistenze lungo tutti i suoi assi – reddito, casa, mobilità, sapere, affetti – condizione tout court del lavoro e della vita, fenomeno definitivamente segnato dalla ristrutturazione e dalla messa a rendita dei territori della metropoli.

Vuol dire rivendicare un reddito di base incondizionato come misura concreta di intervento contro la precarietà e nella precarietà, per rompere la gabbia del ricatto e del bisogno.

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