Il Sottoscala Per Abbado un Albero in Piazza Scala

16 Luglio 2015

Pirelli, 11 condanne per morti e tumori da amianto. C’è anche fratello di Veronesi

Filed under: Amianto,Articoli stampa — Lavoratoriscala @ 05:20

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 La sentenza del tribunale di Milano contro 11 ex manager del gruppo, per una ventina di operai esposti alla fibra killer nello storico stabilimento della Bicocca. Sei anni e 8 mesi a Guido Veronesi, fratello dell’oncologo simbolo della lotta al cancro. Esultanza e striscioni ai aula. Alle parti civili 520mila euro di provvisionale.

Undici condannati per una ventina di operai della Pirelli morti o malati di tumore da amianto. Fra loro, Guido Veronesi, fratello di Umberto, oncologo, ex ministro della Salute e uomo simbolo della lotta al cancro in Italia. Lo ha deciso il tribunale di Milano, sesta sezione penale, che ha inflitto agli imputati – tutti ex manager del gruppo industriale – pene comprese fra tre anni e sette anni e otto mesi per omicidio colposo aggravato. Il processo riguardava una ventina di casi di operai morti o che si sono ammalati di forme tumorali a causa dell’amianto nella storica fabbrica in zona Bicocca, a Milano. L’esposizione alla fibra minerale killer risaliva agli anni Settanta-Ottanta. Guido Veronesi è stato condannato a sei anni e otto mesi. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Raffaele Martorelli.

Dopo la lettura della sentenza, alcuni dei parenti delle vittime presenti in aula hanno esultato. Attivisti di Medicina Democratica e dell’Associazione italiana esposti amianto, parti civili nel processo, hanno commentato”Abbiamo dimostrato che uniti si vince – hanno spiegato – questa volta siamo riusciti a far condannare il padrone”. Il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro ha esposto uno striscione: “Per ricordare tutti i lavoratori uccisi in nome del profitto”.

Ludovico Grandi, amministratore delegato della Pirelli negli anni ’80, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi (il pm Maurizio Ascione aveva chiesto 8 anni), l’ex ad Gianfranco Bellingeri a 3 anni e 6 mesi. La pena più alta è stata inflitta a Luciano Isola, consigliere di amministrazione dal 1980 al 1986, condannato a 7 anni e 8 mesi. Quella più bassa (3 anni di reclusione) ad altri tre ex componenti del cda della fabbrica degli pneumatici della Bicocca: Gabriele Battaglioli, Carlo Pedone e Roberto Picco. Per loro, il pm Ascione aveva chiesto l’assoluzione “perché il fatto non costituisce reato”. Tra i condannati anche Piero Sierra, ex ad Pirelli ed ex presidente dell’Airc (Associazione Italiana per la ricerca sul cancro), con una pena di 6 anni e 8 mesi, la stessa toccata a Guido Veronesi. Nell’elenco dei condannati anche Gavino Manca (5 anni e 6 mesi) Omar Liberati e Armando Moroni, entrambi a 3 anni.

“Prendiamo atto con rammarico dell’odierna sentenza di primo grado  e aspettiamo di leggere le motivazioni non appena saranno depositate”, è il commento degli avvocati difensori di Pirelli e degli ex dirigenti. “Sulla base delle evidenze scientifiche a oggi disponibili emerse nel corso della fase dibattimentale del processo, siamo certi della correttezza dell’operato dei nostri assistiti per i fatti contestati risalenti a oltre 25 anni anni fa, e presenteremo impugnazione in appello”.

Il Tribunale ha condannato gli undici ex manager Pirelli e il responsabile civile Pirelli Tyre Spa al pagamento di una provvisionale complessiva da 520mila euro per le parti civili e al risarcimento dei danni da quantificare in sede civile. In particolare è stata disposta una provvisionale da 200mila euro per la moglie e la figlia di un operaio morto per forme tumorali provocate, secondo l’accusa, dall’esposizione all’amianto, 300mila euro per l’Inail e 20mila euro per Medicina Democratica e l’Associazione italiana esposti amianto. La maggior parte dei parenti delle vittime aveva già ricevuto un risarcimento fuori dibattimento e si era ritirata dal processo.

 

 

6 Luglio 2015

Legionella nei laboratori Ansaldo del teatro Scala

Filed under: Comitato Ambiente Salute del Teatro Scala,Salute e Sicurezza — Lavoratoriscala @ 19:41

Ambiente Salute ComitatoTeatro Scala

Legionella: Irresponsabilità o calcolo cinico

Solo da poco tempo è diventato di dominio pubblico l’esistenza del problema legionella nei laboratori Ansaldo di via Bergognone della Scala.

Dopo una segnalazione al Comitato Ambiente Salute T. Scala, con la collaborazione del sindacato Cub, ci siamo subito attivati incontrando i responsabili dell’ufficio igiene dell’ASL e richiesto accesso agli atti per confrontare in pochi giorni i dati e valutare la gravità del problema, nonché ribaltando il clima di omertà.

I Fatti

A novembre 2014 lo scenografo G.C. adesso in pensione, si ammala di legionella, tutto rimane in silenzio. A febbraio la ASL effettua le analisi sulla presenza del batterio legionella e lo trova ben presente nelle acque di doccia e lavabo dello spogliatoio dei scenografi.

Solo in questi giorni è iniziata la bonifica tramite una azienda privata che ha vinto la gara d’appalto per i lavori. Un esposto è stato redatto dalla C.U.B. informazione, al procuratore della Repubblica e chiunque dei lavoratori dell’Ansaldo può sottoscriverlo.

 

Osservazioni

Non sappiamo se l’Asl è stata fatta intervenire ad esempio tramite segnalazione da ente ospedaliero o se la Scala abbia segnalato il problema. Una cosa è certa in tutto questo tempo, medico del lavoro r.s.p.p., capo del personale, capo del laboratorio e tutti i vertici della Scala hanno preferito non informare i lavoratori dei rischi che correvano. La Scala infatti, infischiandosene dell’urgenza prescritta dall’Asl si è presa tutto il tempo per fare una gara d’appalto e scegliere l’azienda meno costosa che utilizza una tecnica di bonifica che non interrompe l’uso degli impianti di erogazione idrica, che non mette a rischio la tenuta dei vecchi tubi ammalorati ed erogando un’acqua di pessima qualità. Questa tecnica è in contrasto con le linee guide della Regione Lombardia

Ricordiamo che la legionella è un batterio che si trasmette tramite goccioline d’acqua inalate o nebulizzate. Perché la Fondazione ha nascosto i rischi legionellosi ai lavoratori? Due le ipotesi:

1) La dirigenza Scala, in un clima da realpolitik, temeva di mettere a rischio la costruzione della messa in scena della Turandot iniziando da subito la bonifica e dovendo seguire le linee guide della regione della Lombardia che invece ora ha “superato”, mettendo i lavoratori esposti al rischio legionella?

2) La Sovrintendenza non era pronta a sostenere un attacco batteriologico dalle parti più oltranziste delle componenti sindacali che ostacolavano la messa in scena il 1° maggio di Turandot e ha messo la testa nella sabbia, praticando la politica struzzo in uno scenario da teatro dell’assurdo. E qui in realtà siamo tra la farsa e il grottesco. Ma i lavoratori sono ancora esposti al rischio legionella? La risposta potrà darcela a questo punto il procuratore della Repubblica, che potrà’ valutare la gravità del caso e se è penalmente rilevante.

Infine potremo capire se si è trattato di irresponsabilità o mero calcolo cinico fatto da un gruppo dirigente sulla pelle dei lavoratori.

 

3 luglio 2015                      Il presidente del Comitato, il Direttivo

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