Il Sottoscala Per Abbado un Albero in Piazza Scala

24 Novembre 2010

E’ TEMPO DI UN VERO SCIOPERO . IL 7 DICEMBRE

Filed under: Uncategorized — Lavoratoriscala @ 21:59

IL  F.U.S. E' STATO TAGLIATO AL 36,6% RISPETTO ALL'ANNO PRIMA. E' SCESO A UN TERZO DEL SUO VALORE INIZIALE IN  25 ANNI.

LA PROVINCIA INTENDE DEFILARSI DAL FINANZIAMENTO ALLA SCALA 2011.

LA DIREZIONE SCALIGERA SI FA PIZZICARE QUEST'ESTATE DALLA FINANZA E DEVE PAGARE 1.400.000 € SULL'UNGHIA PER EVASIONE CONTRIBUTIVA.
SPERPERA RISORSE ( 700.00 € ) IN AVVOCATI PER TENTARE DI RESPINGERE LE CAUSE DEI PRECARI PER DIVENTARE FISSI , E LE PERDE TUTTE( O QUASI) . CONTINUANO A RIPETERE L'ERRORE TRASCINANDO IN APPELLO  TUTTI I LAVORATORI CHE LE HANNO VINTE E SI APPRESTERANNO A BUTTARE ALTRI 700.000 € E ANCHE MOLTO DI PIU'.

IL BUCO SI AGGIRA SUI 5 , 7, 9 MILIONI. CHI LO SA CON PRECISIONE E' INVITATO A SCRIVERLO ?
UNA COSA E' CERTA, COL BUCO DI BILANCIO NON PAGHERANNO A GENNAIO LA TERZA TRANCHE , LA PIU' CORPOSA (IL 70%) DELL'INTEGRATIVO COSTATA OLTRE NOVE SCIOPERI DUE ANNI FA.
OGGI CHE C'E' DA RACCOGLIERE I FRUTTI DI QUELLA TRISTE GUERRA SINDACALE, TUTTI TACCIONO.
ANCHE LA FIALS PROMOTORE DI GRAN PARTE DI QUEGLI SCIOPERI TACE. PERCHE' ?

OGGI E' L'UNICA VOLTA CHE HA SENSO  MINACCIARE IL 7 DICEMBRE.
NON CI PAGHERANNO E A FINE STAGIONE NON SI SA COSA SUCCEDERA
CHIUDIAMO ANCHE NOI LA STALLA QUANDO SONO GIA' SCAPPATI I BUOI ?
                                                               
CGIL CISL E UIL E FIALS HANNO ANCORA DUE GIORNI PER DICHIARARE SCIOPERO (11 GIORNI DI CONGELAMENTO).
LA CUB NON FIRMATARIA DI CONTRATTO NAZIONALE HA FINO A TRE GIORNI PRIMA.
                                        IRRESPONSABILE E' CHI SI TIRA INDIETRO.

-BONDI A CASA
-RIPRISTINO  DEL F.U.S. SUBITO  PRIMA CHE FUSSE TROPPO TARDI.
-TUTTI PER UNO , UNO PER TUTTI

E' TEMPO DI UN VERO SCIOPERO . IL 7 DICEMBRE

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IL  F.U.S. E' STATO TAGLIATO AL 36,6% RISPETTO ALL'ANNO PRIMA. E' SCESO A UN TERZO DEL SUO VALORE INIZIALE IN  25 ANNI.

LA PROVINCIA INTENDE DEFILARSI DAL FINANZIAMENTO ALLA SCALA 2011.

LA DIREZIONE SCALIGERA SI FA PIZZICARE QUEST'ESTATE DALLA FINANZA E DEVE PAGARE 1.400.000 € SULL'UNGHIA PER EVASIONE CONTRIBUTIVA.
SPERPERA RISORSE ( 700.00 € ) IN AVVOCATI PER TENTARE DI RESPINGERE LE CAUSE DEI PRECARI PER DIVENTARE FISSI , E LE PERDE TUTTE( O QUASI) . CONTINUANO A RIPETERE L'ERRORE TRASCINANDO IN APPELLO  TUTTI I LAVORATORI CHE LE HANNO VINTE E SI APPRESTERANNO A BUTTARE ALTRI 700.000 € E ANCHE MOLTO DI PIU'.

IL BUCO SI AGGIRA SUI 5 , 7, 9 MILIONI. CHI LO SA CON PRECISIONE E' INVITATO A SCRIVERLO ?
UNA COSA E' CERTA, COL BUCO DI BILANCIO NON PAGHERANNO A GENNAIO LA TERZA TRANCHE , LA PIU' CORPOSA (IL 70%) DELL'INTEGRATIVO COSTATA OLTRE NOVE SCIOPERI DUE ANNI FA.
OGGI CHE C'E' DA RACCOGLIERE I FRUTTI DI QUELLA TRISTE GUERRA SINDACALE, TUTTI TACCIONO.
ANCHE LA FIALS PROMOTORE DI GRAN PARTE DI QUEGLI SCIOPERI TACE. PERCHE' ?

OGGI E' L'UNICA VOLTA CHE HA SENSO  MINACCIARE IL 7 DICEMBRE.
NON CI PAGHERANNO E A FINE STAGIONE NON SI SA COSA SUCCEDERA
CHIUDIAMO ANCHE NOI LA STALLA QUANDO SONO GIA' SCAPPATI I BUOI ?
                                                               
CGIL CISL E UIL E FIALS HANNO ANCORA DUE GIORNI PER DICHIARARE SCIOPERO (11 GIORNI DI CONGELAMENTO).
LA CUB NON FIRMATARIA DI CONTRATTO NAZIONALE HA FINO A TRE GIORNI PRIMA.
                                        IRRESPONSABILE E' CHI SI TIRA INDIETRO.

-BONDI A CASA
-RIPRISTINO  DEL F.U.S. SUBITO  PRIMA CHE FUSSE TROPPO TARDI.
-TUTTI PER UNO , UNO PER TUTTI

22 Novembre 2010

TUTTI A CASA ! Bondi & Nastasi- Bertolaso & Fiori- Letta & Blandini- Arcus & Cultura Spa. Rassegna stampa dei fatti

Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 13:31

Marco Travaglio – AnnoZero – 18-11-2010 – Macerie

http://www.youtube.com/watch?v=97mBFa1nHxw

Bondi – Tagli ovunque, ma non a Novi Ligure

Sandro Bondi e Manuela Repetti

Sandro Bondi, quando c’è da finanziare un progetto meritevole, sa essere rapido ed efficiente. È il caso del teatro Marengo di Novi Ligure (30 mila abitanti in provincia di Alessandria) piccolo gioiello inaugurato nel 1835 e inagibile dagli anni ’50 del secolo scorso a causa di un incendio. Il ministro – secondo quanto riporta il settimanale Il Novese – avrebbe garantito un finanziamento di due milioni di euro da parte di Arcus,
società che fa capo al ministero dei Beni culturali, cifra che consentirebbe l’avvio di un restauro che la città invoca da decenni. A dare la lieta novella è il deputato Pdl Repetti, che spiega a Il Novese di aver seguito personalmente, fin dal 2009, l’intero iter del progetto di finanziamento, a cui “manca solo la firma del ministro, ma dovrebbe arrivare a breve”. Esulta il coordinatore del Pdl di Novi Ligure Bruno Ferretti: “Questo dimostra come il Pdl si stia adoperando nei fatti per il bene della nostra città, cogliendo risultati che mai sono stati ottenuti dal centrosinistra”. Può darsi, ma al centrosinistra va almeno riconosciuta l’attenuante di non aver tra le sue fila la fidanzata del ministro dei Beni Culturali, che, guarda caso, è proprio l’onorevole Repetti, novese doc. Certo, il restauro è sicuramente una buona notizia in assoluto, ma che questo sia possibile (anche) grazie al fatto che il locale parlamentare è la compagna del titolare del ministero che eroga il finanziamento, è cosa quanto meno difficile da ignorare. Se poi questo avviene in un momento di tagli indiscriminati, come molti lamentano, può darsi che qualcuno possa perfino sospettare indebite corsie preferenziali.

Stefano Caselli – 18 novembre 2010 –
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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Lady Bondi & figlio Ministeri di famiglia

Il figlio di Manuela Repetti, deputata Pdl e compagna del ministro della Cultura Sandro Bondi, lavora per la direzione generale del cinema del dicastero. Lui, laureando in architettura, non risponde, la madre tergiversa, il direttore conferma

Possibile che Fabrizio Indaco, figlio di Manuela Repetti, deputata del Pdl e compagna di Sandro Bondi, lavori per il ministero dei Beni culturali nella direzione generale del cinema in Piazza S. Croce in Gerusalemme a Roma? E possibile, come si sussurra, che rassicuri i giovani produttori, prometta felici finalizzazioni di progetti, spenda la parentela per farsi strada in quella giungla che è il mondo del cinema romano? Per verificare l’ipotesi, una commistione di lunare nepotismo e inopportunità feudale, basta chiamarlo nel tardo pomeriggio al telefono del Mibac a lui intestato.

Risponde al secondo squillo: “È lei Fabrizio Indaco?” “Certo”, “Volevamo chiederle se è davvero figlio dell’onorevole Repetti”. È qui, che il giovane Indaco, laureando in architettura (corso iniziato nel 2002, qualche lentezza nel percorso), viene assalito da un’amnesia, la sindrome Scajola: “Stavo proprio per andare via, se vuole ne parliamo domani”. Insistiamo: “Indaco, ci aiuti a non scrivere inesattezze”. Balbetta qualcosa e poi in un lampo, tronca a tradimento la conversazione.

Ci viene qualche dubbio che proviamo a fugare parlando con la donna che gli ha dato i natali. In Parlamento è una giornata uggiosa. Votazioni, truppe asserragliate. Nonostante questo Manuela Repetti da Novi Ligure, non si nasconde. “Fabrizio è mio figlio certo”. Come mai lavora nel ministero diretto dal suo compagno?”. Qualche secondo di pausa: “Eh, come mai, ci lavora, ecco”. Sbanda ma non crolla, Repetti. Ha fiducia nel prossimo: “Ha un contratto interinale, in scadenza, se vuole qualche informazione in più lo chiedo direttamente a lui”. “Con noi non ha voluto parlare”, spieghiamo: “Eh vabbè poverino, va capito, cerchi di comprendere”. Con tutta l’umana empatia del caso, non possiamo fare a meno di domandare ancora: “Onorevole, per quale ragione un ragazzo laureato in Architettura lavora alla direzione generale cinema, non le sembrano campi d’applicazione inconciliabili?”. Repetti dice di parlare come una qualunque madre preoccupata per il futuro della propria prole. “Non si è laureato, ha finito gli esami, sta preparando la tesi e come tutti i ragazzi, prova a fare qualche cosa. Il suo contratto al Centro sperimentale di cinematografia, che è un ente autonomo, sta per scadere”. Il Csc, vive grazie ai soldi del Fus. Quasi 10 milioni di euro l’anno, non proprio un ente autonomo dal ministero, in ogni caso. “Non so quanto duri l’assunzione temporanea e forse era sua intenzione tornare a Novi Ligure e cercare un mestiere nel suo ramo. Mentre studia, cerca di guadagnare qualcosa, non c’è niente da nascondere”. Si irrigidisce, Repetti, solo se le parli di etica: “Non mi ponga domande come se mi trovassi davanti all’inquisizione”. La rassicuriamo: “Le pare appropriato, mentre il suo compagno dirige il ministero, offrire nello stesso un posto di lavoro a suo figlio? Milioni di ragazzi, un regalo simile non lo avranno mai” e lei traballa: “Bè, ma intanto non sarebbe opportuno se lui non lavorasse, ma mio figlio trotta, come potrebbe essere per tanti ragazzi nella sua posizione, non ci vedo nulla di male o di strano. Se non facesse nulla o approfittasse della situazione (sic) sarebbe grave. Non penso abbia potuto avere facilitazioni”. Il ministro non si è mai preoccupato? “Non vedo come una stranezza che un ragazzo lavori”. Pausa: “Ho capito che è il ministero suo (sic), ma è una combinazione, non è vietato, non vedo sinceramente non capisco, è uno studente come tanti altri, ha fatto una sua esperienza lavorativa, tutto qui”. È affranta.

Stesso tono di voce quando a tarda sera interloquiamo con Nicola Borrelli, direttore generale del ministero, sezione cinema. “Indaco lavora fisicamente da noi, ha un contratto con il Centro sperimentale di cinematografia, con loro abbiamo una convenzione e gli chiediamo una serie di servizi. Con le difficoltà di personale che abbiamo non ce la facciamo. Alcune attività specifiche sono nella mani di ragazzi come Indaco”. Quali esattamente, direttore? “Fabrizio affianca i servizi della direzione generale per la realizzazione della piattaforma on line per la presentazione delle domande di finanziamento che sarà messa in rete entro fine mese”. Trasecoliamo. Presentazione delle domande? Magari di film sulla ricostruzione de L’Aquila o invisi al governo? Si parla di soldi erogati dallo Stato, di fondi di garanzia? “Esattamente, per accedere ai vari contributi e alle istanze amministrative”. Anche a Borrelli, chiediamo della opportunità: “Le devo dire la verità, io gestisco le persone che arrivano dal Centro sperimentale e se le dicessi che non sapevo nulla della parentela di Indaco, sarei ridicolo. Il centro sperimentale è una nostra eccellenza e nell’apporto a questo progetto, lavorano in parallelo Fabrizio e un’altra persona. il suo lavoro è stato prezioso, però non ha questo grandissimo contratto e le preannuncio che dopo aver rilevato l’Eti, non rinnoveremo la convenzione con i ragazzi del Centro sperimentale”. Un’altra buona notizia, per una realtà che lentamente, sta morendo.

Da il Fatto quotidiano del 18 novembre 2010

Pompei, la città delle spese fantasma

http://www.inviatospeciale.com
Autore: redazione. Data: venerdì, 12 novembre 2010

Un articolo dell’Espresso mostra una serie di stravaganti uscite di denaro. Il crollo della ‘domus gladiatori’ non è il solo esempio di quanto sia trascurato in Italia un patrimonio storico unico al mondo.

Il settimanale romano ha pubblicato alcuni dati inquietanti che riguardano lo stato di conservazione dell’antico borgo romano che secondo la testimonianza di Plinio il giovane fu seppellita da quasi dieci metri di cenere e lapilli eruttati dal Vesuvio il 24 agosto del 79 d.C.

L’Espresso ha reso noto che per una visita del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, mai avvenuta si sono spesi 60mila euro per l’organizzazione, 11mila per la pulizia delle zone interessate al tour e 9.600 per l’accoglienza. 80.600 euro, l’equivalente di quasi 161 milioni delle vecchie lire per nulla.

I due commissari straordinari indicati dal ministro, prima il prefetto Renato Profili e poi Marcello Fiori della Protezione civile, avrebbero per la loro parte avviato iniziative ‘eccezionali’: 12 mila euro spesi per smantellare ben 19 (diciannove) pali della luce, oltre un milione e mezzo di vecchie lire l’uno, 100 mila per il “potenziamento dell’illuminazione”, ma non della città museo, ma delle strade esterne al sito, 99 mila per rifare “le transenne”, oltre 91 mila euro per installare planofoni, dei macchinari progettati, come spiega il Centro ricerche musicali, “per l’utilizzo sempre più sofisticato dello spazio richiesto nella musica contemporanea e rappresentano uno strumento flessibile per il controllo dei parametri di spazializzazione del suono”.  665 euro, poi, sono volati via per le serrature nuove del punto di ristoro.

Il periodico ha scritto ancora: “Quasi 47 mila euro sono serviti per metter in piedi l’evento “Torna la vite”; 185 mila per il progetto PompeiViva: soldi dati alla onlus romana CO2 Crisis Opportunity fondata da Giulia Minoli, figlia di Gianni e Matilde Bernabei, che ha avuto Gianni Letta come testimone di nozze. Lo sposo? Salvo Nastasi, direttore generale del ministero dei Beni culturali. Al piano di valorizzazione è stata chiamata anche Wind: importo previsto, 3,1 milioni di euro. Le convenzioni, a Pompei, costano caro: 547 mila euro sono stati spesi per un progetto intitolato “Archeologia e Sinestesia” curato dall’Istituto per la diffusione delle Scienze naturali, altri 72 mila sono state dati all’associazione Mecenate 90 (presidente onorario il solito Gianni Letta, presidente Alain Elkann) per un’indagine conoscitiva sul pubblico, e ben 724 mila all’Università di Tor Vergata “per lo sviluppo di tecnologie sostenibili”".

Poi ci sono altre spese bislacche. Il commissario straordinario Fiori, ex vice-capogabinetto di Rutelli, nominato supercontrollore degli ultimi 18 mesi, ha affermato di aver speso il 90 per cento dei 79 milioni di euro a disposizione “per la tutela e la messa in sicurezza”.

Tuttavia, secondo quanto riportato dall’Espresso ha ‘investito’ 1.668 euro per i nuovi arredi del suo ufficio, 1.700 euro per la divisa del suo autista, 4 mila per la sua “parete attrezzata”. Ed inoltre 10 mila per un altro ufficio presso l’Auditorium, i 113 mila per lo spettacolo “Pompei in scena” o i 955 mila per il “progetto multimediale” alla casa di Polibio. La mostra “Pompei e il Vesuvio” promossa da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia è costata, poi, oltre 600 mila euro, mentre per l’illuminazione della casa di Bacco 1,2 milioni.

Sul fronte del personale i cinque collaboratori del prefetto Profili sono diventati dodici ed il costo di “copertura degli oneri della struttura commissariale” è passata da 200 mila a 800 mila euro. E il settimanale ha continuato: “A fine missione, la voce “funzionamento” sul bilancio del commissariato segna una spesa complessiva di oltre 2milioni e 300 mila euro. Numeri alla mano, si va dai 149 mila euro per Fiori, risorse che si aggiungono al suo già profumato stipendio da dirigente apicale del ministero, ai 125 mila per quattro co.co.co. di fiducia, ai 250 mila per il personale distaccato. Per tutti, il 22 ottobre 2009 il commissario autorizzava la ricarica di carte di credito “superflash” per “rimborsi spese di missione” per un importo “pari a 185 mila euro”.

Il segretario generale della Uil Beni Culturali Gianfranco Cerasoli nel mese di luglio ha presentato un esposto alle procure di Napoli e di Torre Annunziata evidenziando alcuni aspetti a suo parere discutibili nel merito di alcuni lavori di restauro effettuati da Fiori. “In primis quelli per il Teatro Grande, dove la cavea è stata ricostruita con mattoni di tufo che nulla c’entrano, e dove si è lavorato con martelli pneumatici, scavatori e bobcat, in una zona dove bisognerebbe camminare a piedi nudi”, ha detto il sindacalista.

Secondo l’Espresso “l’impresa affidataria è la Caccavo srl di Pontecagnano (Salerno)”: Profili chiude con loro un appalto da 449 mila euro, ma dopo un anno Fiori affida a loro altre “opere complementari al progetto” per 4,8 milioni. A cui vanno aggiunti altri incarichi, per un totale di 16 milioni di commesse in due anni. Altre presenze fisse nei lavori sono la ditta Maioli di Ravenna, quella di Vincenzo Vitiello (pare assai vicino alla curia) e di Alessandra Calvi, che ha lavorato vicino alla scuola crollata”.

“Io dico pure che dei 79 milioni che avevano i due commissari – ha spiegato Cerasoli – l’importo destinato agli interventi di messa in sicurezza è pari appena al 52 per cento del totale. Mentre a tutti gli interventi di valorizzazione e comunicazione, su cui procura e Corte dei Conti dovrebbero guardare con attenzione, è andato il 48 per cento, pari a 38,2 milioni”.

Questo scenario però non hanno suscitato problemi nel ministro Bondi e nel commissario straordinario Fiori, che secondo il settimanale hanno avrebbe sostenuto di essere “gli unici che hanno destinato 2 milioni alla manutenzione ordinaria”. Eppure, per l’Espresso “a questi si sarebbero potuti aggiungere i 500mila euro destinati ai servizi per la stagione teatrale 2010-2011 (il San Carlo ne prende altri 142 mila, sempre giustificati dalla dicitura ‘messa in sicurezza’), i 275 mila girati a Legambiente per ‘la formazione di volontari’, i 42 mila spesi per alcuni volumi di storia, o i 17 mila investiti in televisioni Lcd. Senza dimenticare i mille euro usati ‘per sfoltire’ un pino vicino agli uffici della sovrintendenza. I rami, forse, impedivano la vista del panorama a qualche dirigente”.

Fiori ha subito smentito il settimanale sostenendo che “le presunte spese folli nel sito archeologico di Pompei sono frutto di ricostruzioni fantasiose e distorte della realtà”. L’ex commissario straordinario ha aggiunto che “l’attività di tutela e conservazione del sito è sempre rimasta in capo alla Soprintendenza e ogni intervento realizzato ha visto la condivisione preventiva dei Soprintendenti, con i quali ho sempre avuto un ottimo rapporto di collaborazione e l’approvazione da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Grazie a quest’intesa è stato realizzato un programma di interventi per circa 79 milioni di euro in due anni, dei quali 65 milioni di euro destinati a interventi di messa in sicurezza”.

Il funzionario incaricato da Bondi di curare le ferite di Pompei, tuttavia, non è entrato nel merito delle cifre riportate del settimanale, fornendo una serie di motivazioni in base alle quali sono stati finanziati eventi o lavori di vario genere.

Sulla Waterloo del patrimonio storico italiano, in una profetica intervista rilasciata il 10 ottobre 2008 all’autorevole quotidiano francese ‘Le Monde’, Antonio Tabucchi mise in luce alcuni paradossi italiani. Disse lo scrittore: “Il ministro dell’Istruzione ha previsto dei tagli alla spesa per l’università e la scuola, ma ha decretato che tutti gli alunni di scuola elementare dovranno indossare dei grembiuli disegnati da uno stilista. Un’uniforme, quindi, ma ideata da un creatore… Come ha detto recentemente il fotografo Oliviero Toscani, noi italiani moriremo ignoranti, ma eleganti. Da noi l’eleganza è un prodotto di esportazione, di commercio. Vi è, all’interno dell’amministrazione, una sorta di sotto-ministero incaricato del made in Italy. Allo stesso tempo , gli istituti culturali italiani hanno visto le loro risorse diminuire in maniera consistente. Più passa il tempo e più la cultura italiana rischia di essere rappresentata non dai libri o dalla pittura, ma da questa etichetta commerciale del made in Italy”.

Ed infatti tra planofoni, pali, stipendi ed eventi culturali a Pompei è crollata una casa millenaria. Con buona pace del governo del ‘fare’ che tanto piace a Berlusconi.

Nastasi-Minoli le nozze dell’estate Gianni Letta all’altare Giulia, figlia di Giovanni Minoli e nipote di Ettore Bernabei, sposa l’alto dirigente dei Beni Culturali intimo di Bertolaso – Matrimoni

di Federica Fantozzi

Aperitivo in spiaggia, menù di pesce e crostacei, tutto esaurito negli alberghi e nelle case vacanza. Sabato 4 settembre a Filicudi si sposano Giulia Minoli, 28enne figlia del direttore di Rai Educational Giovanni e di Matilde Bernabei, e Salvo Nastasi, 37 anni, capo di gabinetto di Sandro Bondi al ministero dei Beni Culturali. Duecento gli invitati, pochi i vip, scartati – giura chi conosce i nubendi – a favore degli amici d'infanzia. Testimone sarà però Gianni Letta, amico di lunga data dello sposo e nume tutelare della sua carriera. La piccola, selvaggia isola delle Eolie è un luogo del cuore per la famiglia Minoli, che possiede una villa – muri bianco abbagliante, cuscini colorati, bouganvillea, niente piscina – inerpicata sulla collina, non distante da quelle di Luca Barbareschi e Giovanna Melandri. Giulia, bionda e di modi gentili, laurea in Filosofia alla Sapienza e master in sceneggiatura alla New York University (durante le primarie prodiane fu presidentessa del seggio di Manhattan) ci viene da quando è nata, e i filicudani ne proteggono la privacy. La festa sarà in spiaggia, cocktail al tramonto e balli. Al ristorante “Il Professore” sul mare di Pecorini, uno dei più apprezzati per il pesce al sale e i frutti di mare. Il proprietario, un avvocato catanese, lo ha appena venduto all'artista Maurizio Cattelan e a due galleristi previa promessa a non trasformarlo in locale di tendenza. Nastasi, alto, robusto fino all'imponenza, bruno, cordiale e ridanciano, è figlio di un magistrato della Corte dei Conti. Origini pugliesi, due sorelle minori, studi al Tasso. Il suo nome è comparso nelle cronache, intercettato nell'inchiesta della Procura di Firenze sulla corruzione nell’ambito della Protezione Civile. Funzionario influente, per alcuni il vero “ministro ombra”, è uomo bipartisan: entrato al Mibac con Giuliano Urbani, giovanissimo direttore generale dello spettacolo dal vivo sotto l'ala protettrice di Letta (carriera parallela e stesso mentore per Gaetano Blandini, con cui condividono esperienze e conoscenze), è durato con Rutelli ed oggi vanta un legame molto stretto con il ministro forzista in carica. Bondi lo ha voluto pluricommissario straordinario: al Maggio Musicale fiorentino, all'Arena di Verona, al San Carlo di Napoli. Ma soprattutto lo ha fatto sub-commissario del Teatro Petruzzelli di Bari, che fu terreno di tenzone politico-elettorale con il sindaco Michele Emiliano. Fidanzati da circa un triennio, i quasi sposi hanno in comune anche un'esperienza professionale. Nastasi ha presenziato ai “Campi Sonori”, la serie di concerti gratuiti organizzata dalla Protezione Civile per l'Abruzzo flagellato dal terremoto (hanno suonato Baglioni, Morricone, Piovani, Arbore). Patrocinato dall'ente di Guido Bertolaso, altro estimatore di Nastasi, e da Rai Educational, il progetto è stato affidato alla onlus “Co2- The Crisis Opportunity”, fondata da un gruppo di giovani, di cui Giulia Minoli è vicepresidente.

ROMA ffantozzi@unita.it

21 agosto 2010 pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 19) nella sezione "Cronaca italia"

http://cerca.unita.it

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Business Band
Data di pubblicazione: 05.03.2010

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L’inchiesta de L’Espresso, 11 marzo 2010, sul malaffare imperante nella Protezione Civile: i Beni Culturali come terreno di “sperimentazione”. (m.p.g.)

Un intreccio di incarichi, consulenze, nomine, collaborazioni tra i Beni culturali e la Protezione civile. Per una pioggia di milioni

È l'asse delle consulenze. A un capo c'è il ministero dei Beni culturali (Mibac) di Sandro Bondi. All'altro c'è la Protezione civile di Guido Bertolaso. I due estremi sorreggono una rete di incarichi, collaborazioni e nomine distribuite in un arcipelago di più o meno famosi. Presi singolarmente, sono contratti nell'ordine di decine o, più di rado, centinaia di migliaia di euro. Bisogna fare i conti con le ristrettezze dei tempi e con le rivalità interministeriali. Bisogna considerare l'occhio censorio di Giulio Tremonti e l'operazione trasparenza lanciata dal ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta. Per non parlare delle rituali proteste della Corte dei conti. Eppure il flusso di denaro pubblico distribuito in forma privata segue il suo corso. Per evitare impicci è sufficiente non rispondere alle interrogazioni parlamentari dell'opposizione o ritardare la messa on line di una tabella.

Il comparto consulenze del Mibac, ad esempio, non brilla per essere troppo aggiornato. Dal sito del ministero mancano gli incarichi assegnati di recente da Mario Resca, direttore generale alla valorizzazione del patrimonio del ministero nonché uomo forte di Cultura Spa, la nuova società di diritto privato ricavata dalle ceneri della scatola vuota Ales alla fine di gennaio, a insaputa del Parlamento e del titolare delle partecipazioni di Stato, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Al momento, Resca avrebbe concesso contratti per 500 mila euro. Fra i beneficiari certi ci sono tre delle principali società di consulenza internazionali. Si tratta di Roland Berger, Price Waterhouse Coopers e Boston Consulting group con un finanziamento di 100 mila euro per una. Questi advisor hanno il compito di tracciare le linee guida sull'impiego di centinaia di milioni di euro di fondi. Magari valutando la possibilità, molto concreta, che Resca, commissario ai lavori della Grande Brera, si trovi in conflitto di interessi rispetto ai suoi numerosi incarichi privati: consigliere dell'Eni, della Mondadori, presidente di Confimprese, l'associazione che tutela gli interessi delle catene commerciali.

Nello stesso modo, non c'è ancora traccia sul sito del Mibac degli incarichi attribuiti ai tre nuovi consiglieri ingaggiati dall'ex commissario straordinario della Cirio. Si tratta di Claudio Strinati, già soprintendente al Polo Museale romano, di Giuliano Urbani, presidente del museo della Scienza e della tecnica di Milano e titolare del ministero dei Beni culturali dal 2001 al 2005, e di Paolo Peluffo, già responsabile stampa al Quirinale con Carlo Azeglio Ciampi e consigliere della Corte dei conti con la responsabilità delle relazioni esterne.
Proprio l'area della Corte dei conti sembra interessata in modo particolare dal gioco strategico delle consulenze. Dai documenti della presidenza del Consiglio risulta che il 15 gennaio la dirigente del Mibac Marina Giuseppone è stata indirizzata a un incarico di consulenza, studio, ricerca e supporto degli uffici di diretta collaborazione del ministro Bondi. La dottoressa Giuseppone, che nel 2005 era stata incaricata presso il dipartimento Prevenzione e Comunicazione del ministero della Salute, è figlia di Vittorio Giuseppone, magistrato che lavora alla Corte dei conti per l'ufficio di controllo legittimità sui servizi alle persone e beni culturali. Appunto la sezione che vigila, fra l'altro, sulle attività del Mibac.

Anche il capo di gabinetto Nastasi, del resto, è figlio di un giudice della magistratura contabile, Enrica Laterza. Il suo è lo stipendio più alto dello staff (187 mila euro) mentre Marina Giuseppone, che è a quota 141 mila euro annui, si troverà a lavorare fianco a fianco con una folta pattuglia di consiglieri del ministro. Alcuni, come i giornalisti Angelo Lorenzo Crespi, ex direttore del 'Domenicale' di Marcello Dell'Utri, e Raffaele Iannuzzi ('L'Occidentale'), ex pupillo di Gianni Baget Bozzo, sono consulenti a pagamento (60 mila per il primo e 35 mila euro per gli altri due, rispettivamente). Altri lavorano a titolo del tutto gratuito come Maurizio Costanzo, Sabino Acquaviva e Raffaele Iannuzzi detto Lino, ex parlamentare (nessuna parentela con il suo omonimo). Fra i consulenti impiegati con la formula del rimborso missioni, c'è la docente di Archeologia dell'università di Padova Elena Francesca Ghedini, sorella di Nicolò, deputato e principale consigliere legale di Silvio Berlusconi.

Il gabinetto e le direzioni generali del ministero sono di sicuro i più promettenti sotto il profilo degli incarichi. Ma anche il fronte di Cinecittà rimane effervescente, a dispetto di un contesto economico piuttosto mediocre e delle restrizioni imposte da Tremonti. La nuova holding creata con la fusione fra Cinecittà e Istituto Luce ha presentato una lista della spesa a fine 2009 con oltre 3 milioni di euro distribuiti fra amministratori fra i quali i nuovi vertici Luciano Sovena (142 mila euro di emolumenti), Roberto Cicutto, il vicedirettore del 'Giornale' Nicola Porro. L'autonoleggio con conducente per il presidente della spa statale è costato da solo 31 mila euro. Fra i nomi di spicco nella lista degli incarichi c'è l'ex lobbista di Sky Tullio Camiglieri retribuito con 29 mila euro per "formulare una proposta di riforma strategica del gruppo pubblico cinematografico" e "assistenza nella realizzazione di una giornata celebrativa dei diritti umani". Il giovane fratello di Piero Marrazzo, Giampiero, ha preso invece appena 12 mila euro per servizi di ufficio stampa. Una consulenza fra le più consistenti (200 mila euro) è toccata a Comunicare organizzando, la società di mostre d'arte ed eventi che gestisce il complesso del Vittoriano in piazza Venezia.

A capo della holding da 15 milioni di euro di ricavi annui ci sono Alessandro Nicosia, da sempre vicino ai due ex sindaci di Roma Francesco Rutelli e Walter Veltroni. Nicosia amministra il suo gruppo in partnership con la moglie Maria Cristina Bettini, cugina del fedelissimo veltroniano Goffredo. Fra i committenti di Comunicare organizzando c'è anche Arcus, la società che gestirà per conto di Mibac e ministero delle Infrastrutture 100 milioni di euro di fondi. Il presidente di Arcus, Salvatore Italia, ha presentato le sue dimissioni a Bondi martedì 2 marzo. Formalmente, l'amministratore di area Alleanza nazionale adduce motivi personali. In realtà, è da mesi che si sente parlare di un suo allontanamento per contrasti con il capo di gabinetto di Bondi. E chi si mette contro Nastasi, si mette contro il ministro.

Nastasi è stato, nello scorso luglio, uno dei presenti all'inaugurazione dei concerti di Campi Sonori, organizzati in Abruzzo dalla Protezione Civile e conclusi dall'esibizione di Claudio Baglioni, il 29 gennaio scorso alla caserma della Guardia di finanza di Coppito in Abruzzo. Nelle zone del terremoto si sono esibiti gratuitamente anche Ennio Morricone, Claudio Muti, Nicola Piovani, Gilberto Gil e Renzo Arbore. Lo show di un mese fa a Coppito ha posto fine alla prima fase del progetto. Finiti i concerti, rimarrà il workshop musicale e multimediale per gli studenti aquilani.

L'iniziativa di Campi Sonori è stata patrocinata dalla Protezione civile assieme a Rai educational, al Festival del cinema di Venezia e ad alcune case di produzione cinematografica, ed è stata affidata a Co2-The crisis opportunity, una onlus specializzata in comunicazione sociale fondata da una pattuglia di giovani. C'è Giulia Minoli, 28 anni, figlia del direttore di Rai educational e neo-presidente del museo di Rivoli Giovanni. Minoli junior è nipote di Ettore Bernabei e fidanzata di Salvo Nastasi, che ha incominciato la sua carriera al Mibac come direttore generale per lo spettacolo dal vivo, con la benedizione di Gianni Letta. La rappresentante di Co2 in Abruzzo è stata Sara Tardelli, figlia della leggenda juventina Marco ed esordiente qualche anno fa proprio nei programmi di Rai educational. Fondatori sono inoltre Simone Haggiag, rampollo della famiglia azionista di Cinecittà Studios, la società con Luigi Abete e Diego Della Valle che ha in affitto i teatri di posa del cinema statale, e Daniele Ciccaglioni, figlio del proprietario delle diciannove librerie romane Arion.

I progetti della onlus contemplano anche Pompei Viva, un altro workshop musicale in collaborazione con la Protezione civile e con la Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, dove è commissario Marcello Fiori, ex vicecapo di gabinetto di Francesco Rutelli e braccio destro di Bertolaso. Co2 ha un ruolo organizzativo anche in Napoli teatro festival, con il supporto della Farnesina, e due anni fa ha messo in piedi il Palermo Sole Luna festival in collaborazione con la Regione siciliana e con la direzione generale cinema del Mibac, allora retta dall'altro uomo di Letta Gaetano Blandini, che in ottobre si è trasferito alla Siae.
 

La mano della ''cricca'' sugli Uffizi, Bondi: ''Non conosco faccendieri''

Il ministro dei Beni culturali coinvolto nell'inchiesta sugli appalti degli Uffizi.

Clivio Baldori
Un ingegnere in odor di mafia, con esperienze in saloni di bellezza e società agrarie, messo a capo dei lavori per il restauro dei Grandi Uffizi. Stralci dell'interrogatorio dell'imprenditore Riccardo Fusi, indagato nell'inchiesta sull'appalto per la Scuola marescialli dei carabinieri di Firenze, che racconta di un pranzo con Angelo Balducci e Denis Verdini, plurindagato coordinatore nazionale del Pdl, in cui si parla di finanziamenti su opere che riguardano il portafoglio del ministero guidato da Bondi.
Tanto basta per provocare un altro piccolo terremoto tra le file del centrodestra, scosse giorno dopo giorno da ripetute accuse di corruzione e malagestione della cosa pubblica.
 

Un appalto da 29 milioni di euro

"Non ho niente a che fare con faccende e faccendieri". Si difende così il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, di fronte all'accusa che lo vede coinvolto nell'inchiesta sui Grandi eventi,portata avanti dalla Procura di Firenze. Quella che lo riguarda, in particolar modo, è la parte che analizza gli appalti per il restauro dei Nuovi Uffizi.
L'appalto, da 29 milioni di euro, è stato inserito nel programma per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
Il coordinamento dei lavori venne affidato a un commissario, nominato dal Governo.
Dalle carte delle indagini emergono le annotazioni del Ros sulla persona scelta per il ruolo di direttore dei lavori, Riccardo Miccichè, che, scrivono gli investigatori, ha ricoperto anche un incarico per i lavori alla Maddalena ma, riguardo agli Uffizi, "non sembra essere un soggetto di elevata e comprovata professionalità" come richiesto dalle norme.

L'ingegnere parrucchiere

Nel 2007 Micchichè, 36 anni, ha costituito una società che ha "per oggetto – annota il Ros – l'attività di parrucchiere per donna, uomo, bambino, manicure, pedicure, massaggio", oltre alla gestione di palestre.
Prima era stato unico componente del consiglio di amministrazione di una società , la Erbe medicinali Sicilia, "specializzata nella preparazione di terreni per la coltivazione delle erbe".
E tra l'altro su Miccichè, continuano i carabinieri del Ros citando il ruolo di suo fratello in un'impresa che opera nel settore degli appalti pubblici, c'è il dubbio di "contatti con soggetti inseriti in un contesto oggetto di indagini afferenti il condizionamento mafioso degli appalti pubblici". 
Nonostante l'ingegnere siciliano avesse un curriculum del genere viene nominato da Bondi il 22 dicembre 2009 direttore dei lavori per il restauro degli Uffizi.

Le intercettazioni dei Ros

Dubbi sulla sua competenza vengono sollevati perfino da quelli della "cricca".
È Fabio de Santis, provveditore della Toscana tuttora in carcere, ad esprimere perplessità su Miccichè al telefono con Enrico Bentivoglio, "responsabile unico per il procedimento" degli Uffizi, in una intercettazione.
De Santis: «Miccichè? Non ci posso credere»; e Bentivoglio risponde: «Ma ti rendi conto? Quando siamo andati che ci stava pure Bondi…abbiamo fatto la riunione l'altro giorno…siamo tornati in treno.. c'era pure Salvo (Nastasi, ndr.) allora stavamo un attimo da soli e ho fatto 'Salvo ma siamo sicuri di coso qua, del siciliano?". I carabinieri che ascoltano le telefonate dispongono nuove verifiche da cui nasce una relazione aggiunta agli atti dell'inchiesta.
Su Miccichè, continuano i carabinieri del Ros citando il ruolo di suo fratello in un'impresa che opera nel settore degli appalti pubblici, c'è il dubbio di "contatti con soggetti inseriti in un contesto oggetto di indagini afferenti il condizionamento mafioso degli appalti pubblici".

La difesa di Bondi

Ieri il ministro Bondi ha sentito il bisogno di difendersi dalle accuse comparse su repubblica e Corriere della sera e così ha diffuso una nota che recitava così: "Oggi alcuni quotidiani danno il meglio di sé nell'esercizio di lordare anche la mia onestà. Avrò il tempo per medicare le ferite alla mia onorabilità che, attraverso alcuni articoli, mi sono state inferte. Nel frattempo, desidero rivendicare il merito di aver proceduto al commissariamento dell'area archeologica di Pompei, dei Fori Romani, di Brera e degli Uffizi. Per quanto riguarda il Museo degli Uffizi, appena ho avuto conoscenza delle indagini della magistratura, ho revocato immediatamente il commissariamento per agevolare il lavoro della magistratura stessa, proprio perchè non ho nulla a che fare con faccende e faccendieri di cui si parla".
 
 
Ultimo aggiornamento: 10/05/10

Il cognato, Anemone e l'appalto
per gli Uffizi all'ingegnere-coiffeur

Bondi lo scelse come direttore del restauro

da corriere.it

ROMA – Intrecci di società, consulenze, nomine ministeriali. Le nuove carte dell'inchiesta sugli appalti dei Grandi eventi raccontano la carriera del cognato di Guido Bertolaso, Francesco Piermarini, 52 anni, svelano i suoi rapporti con Diego Anemone. E soprattutto ricostruiscono l'ascesa di Riccardo Miccichè, 36 anni, che con lui ebbe l'incarico di «rappresentante della struttura» al G8 de La Maddalena. Risulta essere ingegnere, ma nel suo curriculum c'è la partecipazione alla società Modu's Atelier «che ha come oggetto l'attività di parrucchiere per uomo, donna e bambino». Eppure, dopo aver seguito i lavori in Sardegna, ha ottenuto un altro incarico prestigioso: il 22 dicembre scorso il ministro ai Beni culturali Sandro Bondi lo ha nominato «direttore dei lavori» per il restauro degli Uffizi con un costo di 29 milioni e mezzo di euro. Non è l'unica «anomalia» denunciata nell'informativa dei carabinieri del Ros. Il fratello di Miccichè è infatti responsabile tecnico dell'impresa Giusylenia «inserita in un contesto criminale finalizzato alla gestione dei lavori pubblici» e collegata in passato a Bernardo Provenzano. La moglie del capo della Protezione civile Gloria Piermarini non è dunque l'unica ad aver beneficiato degli incarichi di Anemone. Gli investigatori stano cercando di ricostruire eventuali altri legami con il costruttore accusato di essere ai vertici della «cricca». E vogliono anche scoprire in base a quali criteri Miccichè abbia ottenuto due nomine di tale prestigio. In precedenza era stato soltanto «unico componente del consiglio di amministrazione della società "Erbe medicinali Sicilia srl", specializzata nella preparazione dei terreni per la coltivazione delle erbe e piante officinali».

La coppia al G8
Scrivono i carabinieri nella relazione consegnata ai magistrati di Firenze: «Riccardo Miccichè, durante l'esecuzione dei lavori alla Maddalena, ha avuto in uso un'utenza intestata all'impresa "Ing. Raffaello Pellegrini srl" con sede in Cagliari, impegnata in lavori di subappalto per conto della Consortile Maddalena riferibile a Diego Anemone. Analogamente Francesco Piermarini ha avuto in uso un'altra utenza intestata all'impresa Pellegrini». Quando si decide di spostare il vertice internazionale Piermarini, durante alcuni colloqui telefonici che vengono intercettati, dice che resterà in Sardegna «fino a luglio e poi si va in Abruzzo». Miccichè approda invece a Firenze. Il 27 novembre 2009 un'ordinanza della presidenza del Consiglio ha inserito il restauro degli Uffizi nel programma per le celebrazioni dell'Unità d'Italia. Fabio De Santis, il provveditore della Toscana tuttora in carcere «raccomanda la sostituzione dei vertici della stazione appaltante con altri elementi di grandissima esperienza». La decisione passa al ministro per i Beni Culturali.

La scelta di Bondi
La sera del 22 dicembre 2009 «Salvo Nastasi, capo di gabinetto del ministro Sandro Bondi, comunica ad Angelo Balducci la distribuzione degli incarichi: Mauro Della Giovampaola "soggetto attuatore", Enrico Bentivoglio "responsabile unico del procedimento", Riccardo Miccichè "direttore dei lavori". Al telefono commenta "Mi sembra una buona squadra"». La sera successiva De Santis parla con Bentivoglio che «comincia col lamentarsi di della Giovampaola e poi parla di Miccichè». Bentivoglio: Tu lo sai chi hanno nominato direttore dei lavori? Il siciliano De Santis: Miccichè? Non ci posso credere! Bentivoglio: Sì… «di comprovata esperienza e professionalità»… lui, è lui De Santis: quando lo vedo gli dico: siamo proprio dei cazzari guarda, siete proprio dei cazzari… andate in giro a rompere il c… Bentivoglio: Ma ti rendi conto? Quando siamo andati che ci stava pure Bondi… abbiamo fatto la riunione l'altro giorno… siamo tornati in treno… c'era pure Salvo (Nastasi, ndr) allora stavamo un attimo da soli e ho fatto "Salvo ma siamo sicuri di coso, qua del siciliano?" "Sì, non ti preoccupare… poi io c'ho un fatto personale che tu non c'hai". Dico: "Tutto il rispetto perché è una persona in gambissima, ma a gestire un lavoro del genere… De Santis: È un bordello aho! I carabinieri che ascoltano le telefonate dispongono nuove verifiche. E nella relazione evidenziano: «Effettivamente Miccichè non appare essere munito di una particolare esperienza per condurre la direzione dei lavori agli Uffizi». Non solo.

Il pizzino di Provenzano
Già nel marzo scorso sono emersi possibili collegamenti con Cosa nostra. «Il dato che si ritiene meritevole di approfondimento investigativo — sottolinea il Ros — è costituito dal fatto che il fratello Fabrizio ricopre la carica di responsabile tecnico della Giusylena operante nel settore degli appalti pubblici il cui amministratore e socio di maggioranza è Antonio De Francisci». Non solo: «In occasione dell'arresto di Giovanni Brusca, avvenuto in provincia di Agrigento nel 2006, gli fu sequestrato un appunto dattiloscritto che lo stesso ha riferito essergli pervenuto da Bernardo Provenzano, all'epoca latitante e riguardante "Lavoro De Francisci". Brusca ha chiarito a verbale: "Mi riferisco a quello che ha fatto lavori nel paese di Corleone. Questo qua ha uscito la tangente e io per come sono stati, glieli ho fatti avere a Bagarella». Adesso bisognerà comprendere chi è perché, nonostante questi rapporti, Miccichè sia stato scelto prima per il G8 e poi per gli Uffizi».

Le società di Piermarini
Gli accertamenti si incrociano con quelli che riguardano Piermarini. Dopo la scoperta della consulenza affidata da Anemone alla moglie di Bertolaso si stanno verificando gli incarichi ottenuti dalle sue società. Dopo aver avviato la messa in liquidazione la "Ecorescue International srl", nata nel 2005 «per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti e oggi», l'ingegnere «risulta socio al 94 per cento e amministratore unico della società Flumen Urbis con sede in Roma, costituita nel 2005 con un capitale sociale di 10.000,00 euro e avente come oggetto sociale, oltre la compravendita di beni immobili, anche l'esercizio di attività turistiche, alberghiere, di ristorazione, ricreative, culturali ed i servizi connessi a quanto sopra oltre che di tutti i servizi destinati alla organizzazione e realizzazione di convegni, congressi, conferenze, esposizioni mostre nonché quelli per l'organizzazione e la gestione di manifestazioni culturali anche per conto terzi ed anche ricercando e fornendo sponsorizzazioni. La rimanente quota di partecipazione del 6 per cento del capitale sociale è detenuta dalla Lethis srl».

Fiorenza Sarzanini
09 maggio 2010

UN NOSTRO POST DEL 2 MARZO 2010, VEDI LINK SOTTO

LE SOCIETÀ A DELINQUERE E LA CULTURA SCULTURA(TA)

L' ultima invenzione la Beni Culturali Spa

Arcus, la società per la cultura
che regala le "mance" di Stato

NOSTRO FLAYER DEL 11 MAGGIO 2010

LA CUB CHIEDE L'IMMEDIATA DESTITUZIONE DI BONDI E NASTASI-


ALLA LUCE DELL'ATTENDIBILE ESCLUSIVA DEL CORRIERE, SI EVIDENZIA LA COLLUSIONE DEI 2 BOSS DEL MINISTERO DELLA CULTURA CON APPARATI MAFIOSI LEGATI ADDIRITTURA A PROVENZANO.

IL DECRETO SULLE FONDAZIONI LIRICHE E' NUDO  E RIVELA IL SUO REALE OBIETTIVO:


1) METTERE LE MANI SUI GRANDI EVENTI CULTURALI CHE LA LEGGE QUADRO SULLO SPETTACOLO (CARLUCCI -DE BIASI) AVREBBE IMPEDITO AL CAPO GABINETTO  E ALLA SUA CRICCA DI FARE , E CHE INVECE CON LA DETONAZIONE DEL DECRETO BOMBA A OROLOGERIA HA EVITATO AL PARLAMENTO DI LEGIFERARE.

 

2) LA CRICCA ATTINGE DALL'INTRAMONTABILE ARCUS (AGENZIA DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA, CHE PRENDE IL 3% DI FONDI DELLE GRANDI OPERE OVVERO 250 MILIONI CIRCA DI EURO L'ANNO) QUANDO  FINANZIA I GIA' CITATI EVENTI CULTURALI CHE IL PARLAMENTO VOLEVA IMPEDIRE AD ARCUS DI FARE PER ESTRANEITà  DI  COMPETENZA E SOPRATTUTTO  QUANDO VA A  FINANZIARE
LE GRANDI OPERE DI RISTRUTTURAZIONE  DI EDIFICI CULTURALI TRA CUI  QUELLA DEL MUSEO DEGLI UFFIZI DI FIRENZE DA CUI E' PARTITO LO SCANDALO DEI BONDI-CRICCA.


3) CON GLI ULTERIORI COMMISSARIAMENTI DI FONDAZIONI LIRICHE NEL PAESE CHE GLI EFFETTI
DEL DECRETO BONDI PRODURREBBE COME SCONTATA CONSEGUENZA DELLA SUA APPLICAZIONE, LA “CRICCA”OLTRE AD INGRASSARSI ( NASTASI E' PLURICOMMISSARIO-SOVRINTENDENTE) SI MOLTIPLICHERA' DI NUOVI SOVRINTENDENTI DEL QUARTIERINO MAGARI D'OLTRALPE CHE FARANNO TUTT'AL PIU' E CON POCHI DIPENDENTI, DEI TEATRI CONTENITORI DI OPERE IMPORTATE E NON PIU' COME OGGI AUTOPRODOTTE MERAVIGLIOSAMENTE  DAI LAVORATORI DELLA LIRICA  .


4) QUESTI ULTIMI PAGHERANNO SULLA LORO PELLE INSIEME AI CONTRIBUENTI 

18 Novembre 2010

LUNEDI’ 22 NOVEMBRE…?

Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 00:33
                                                                       logo CUB
                                             CULTURA & SPETTACOLO
                      
           
                             LOTTARE PER CHI E PER COSA?

Lunedì, 22 novembre, le Organizzazioni Sindacali del Settore della Cultura e dello Spettacolo, che fanno capo a CGIL-CISL-UIL , hanno proclamato uno sciopero dei lavoratori dei Settori Musica-Prosa-Cinema.

Meglio tardi che mai”, potrebbero dire migliaia di lavoratori di questi settori che stanno affondando sotto il peso dei tagli ai finanziamenti alla cultura che la coppia Bondi-Tremonti ha imposto al nostro paese, ma ciò che stupisce è la piattaforma sulla quale i lavoratori vengono chiamati alla lotta. E’ un elenco incomprensibile di obiettivi.

La CUB Informazione, ritiene che gli obiettivi di lotta debbano e possano essere chiari, semplici e facilmente individuabili e li pone all’attenzione di tutti/e:

  • Rinnovo dei contratti Collettivi Nazionali delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, dei Teatri di Prosa e della Produzione Cinematografica. Ribadiamo il valore del Contratto Nazionale come strumento di tutela universalistico e riteniamo che le proposte in piattaforma e le ipotesi d’accordo debbano essere discusse e votate dai lavoratori. Siamo in totale dissenso con chi vorrebbe sganciare il Teatro alla Scala dalla contrattazione nazionale di settore, utilizzando il cosiddetto “Regolamento attuativo della Legge 100/2010”.

  • Riportare il Fondo dello Spettacolo a 600 milioni di euro. Tutti i lavoratori del settore sanno che non esiste alternativa ai finanziamenti da parte dello Stato, così come è in tutta Europa. Lo Stato spreca invece risorse in folli commesse militari
    (25 miliardi di euro solo nel 2011).

  • Combattere il dilagare del lavoro precario. Chiediamo contratti di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori che operano nel settore musica-spettacolo-cinema. C’è un abuso nel settore di contratti a tempo determinato, a progetto, interinali, a chiamata, a prestazione, nelle cooperative, etc.. Molti lavoratori si sono visti riconoscere il diritto del contratto a tempo indeterminato dal Giudice del Lavoro, ma il Governo con il cosiddetto “collegato lavoro”, che entrerà in vigore il 24 novembre 2010, tenta il “colpo di spugna” su tutto il precariato irregolare. Infatti, entro 23 gennaio 2011, questi lavoratori dovranno contestare il loro contratto di lavoro precario; a questo proposito invitiamo tutti i lavoratori interessati a rivolgersi al più presto presso le sedi della CUB per l’impugnazione alle sedi competenti.

  • Bisogna aumentare la produzione culturale. Musica-cinema-teatro devono diventare beni culturali accessibili a tutti, rivolti cioè ad una larga platea di cittadini. Il diritto alla cultura deve essere sostenuto con politiche adeguate, con Leggi che sostengano tutta la filiera produttiva nel cinema, nel teatro, nello spettacolo dal vivo e nella musica lirico sinfonica. Questo è l’unico modo per far vivere la cultura e la creatività nel nostro paese, creando al contempo le condizioni per aumentare i posti di lavoro.

  • E’ sbagliato organizzare gli scioperi di lunedì, giornata di riposo nella maggior parte dei teatri italiani; questa scelta svilisce il nostro più importante strumento di lotta.

  • Chiediamo che il Ministro Bondi si dimetta per i danni da lui causati all’arte ed alla cultura del nostro paese.

Pensiamo che la cultura e le arti non possano essere messi in cassa integrazione, deve cambiare la logica; la produzione culturale e creativa non sono un costo, ma un investimento per il futuro del nostro Paese e dei suoi cittadini.

 

CUB INFORMAZIONE NAZIONALE

16 novembre 2010

LUNEDI' 22 NOVEMBRE…?

Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 00:33
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                             LOTTARE PER CHI E PER COSA?

Lunedì, 22 novembre, le Organizzazioni Sindacali del Settore della Cultura e dello Spettacolo, che fanno capo a CGIL-CISL-UIL , hanno proclamato uno sciopero dei lavoratori dei Settori Musica-Prosa-Cinema.

Meglio tardi che mai”, potrebbero dire migliaia di lavoratori di questi settori che stanno affondando sotto il peso dei tagli ai finanziamenti alla cultura che la coppia Bondi-Tremonti ha imposto al nostro paese, ma ciò che stupisce è la piattaforma sulla quale i lavoratori vengono chiamati alla lotta. E’ un elenco incomprensibile di obiettivi.

La CUB Informazione, ritiene che gli obiettivi di lotta debbano e possano essere chiari, semplici e facilmente individuabili e li pone all’attenzione di tutti/e:

  • Rinnovo dei contratti Collettivi Nazionali delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, dei Teatri di Prosa e della Produzione Cinematografica. Ribadiamo il valore del Contratto Nazionale come strumento di tutela universalistico e riteniamo che le proposte in piattaforma e le ipotesi d’accordo debbano essere discusse e votate dai lavoratori. Siamo in totale dissenso con chi vorrebbe sganciare il Teatro alla Scala dalla contrattazione nazionale di settore, utilizzando il cosiddetto “Regolamento attuativo della Legge 100/2010”.

  • Riportare il Fondo dello Spettacolo a 600 milioni di euro. Tutti i lavoratori del settore sanno che non esiste alternativa ai finanziamenti da parte dello Stato, così come è in tutta Europa. Lo Stato spreca invece risorse in folli commesse militari
    (25 miliardi di euro solo nel 2011).

  • Combattere il dilagare del lavoro precario. Chiediamo contratti di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori che operano nel settore musica-spettacolo-cinema. C’è un abuso nel settore di contratti a tempo determinato, a progetto, interinali, a chiamata, a prestazione, nelle cooperative, etc.. Molti lavoratori si sono visti riconoscere il diritto del contratto a tempo indeterminato dal Giudice del Lavoro, ma il Governo con il cosiddetto “collegato lavoro”, che entrerà in vigore il 24 novembre 2010, tenta il “colpo di spugna” su tutto il precariato irregolare. Infatti, entro 23 gennaio 2011, questi lavoratori dovranno contestare il loro contratto di lavoro precario; a questo proposito invitiamo tutti i lavoratori interessati a rivolgersi al più presto presso le sedi della CUB per l’impugnazione alle sedi competenti.

  • Bisogna aumentare la produzione culturale. Musica-cinema-teatro devono diventare beni culturali accessibili a tutti, rivolti cioè ad una larga platea di cittadini. Il diritto alla cultura deve essere sostenuto con politiche adeguate, con Leggi che sostengano tutta la filiera produttiva nel cinema, nel teatro, nello spettacolo dal vivo e nella musica lirico sinfonica. Questo è l’unico modo per far vivere la cultura e la creatività nel nostro paese, creando al contempo le condizioni per aumentare i posti di lavoro.

  • E’ sbagliato organizzare gli scioperi di lunedì, giornata di riposo nella maggior parte dei teatri italiani; questa scelta svilisce il nostro più importante strumento di lotta.

  • Chiediamo che il Ministro Bondi si dimetta per i danni da lui causati all’arte ed alla cultura del nostro paese.

Pensiamo che la cultura e le arti non possano essere messi in cassa integrazione, deve cambiare la logica; la produzione culturale e creativa non sono un costo, ma un investimento per il futuro del nostro Paese e dei suoi cittadini.

 

CUB INFORMAZIONE NAZIONALE

16 novembre 2010

10 Novembre 2010

Licenziamenti silenziosi di centinaia di precari all’Opera di Roma

Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 12:43

Teatro Dell’Opera di Roma: licenziamenti silenziosi di centinaia di precari per l’effetto devastante del Decreto Bondi.Mostra immagine a dimensione intera


Solo nei mesi di novembre e dicembre circa 200 precari non avranno il rinnovo del contratto di lavoro e altre decine ne seguiranno nel corso del 2011.

E’ una agonia senza appello che porterà alla morte professionale artisti, tecnici e maestranze, tutti precari storici che erano impiegati nel Teatro da anni, in alcuni casi decenni, in maniera continuativa. E questo è solo il primo e non ultimo degli effetti devastanti del Decreto Bondi in quanto, senza più questi professionisti dello spettacolo in parte ormai disoccupati, non potrà essere garantita la continuazione della produzione delle rappresentazioni ed a breve metterà in pericolo la sopravvivenza del Teatro stesso -è quanto denuncia l’USB del Teatro dell’Opera di Roma-
Il fatto più rilevante è che il Decreto è stato convertito in legge a metà anno a programmazione già avviata e contratti di lavoro già in essere, ed anche l’Amministrazione più virtuosa non avrebbe modo di salvaguardare la forza lavoro necessaria alla produzione; ed è preoccupante .Tutto ciò sta passando sotto il silenzio assordante dei sindacati concertativi e soprattutto del Sindaco di Roma e Presidente del Teatro On. Alemanno che, nei mesi scorsi, aveva promesso un rilancio del Teatro dell’Opera ed il mantenimento dei livelli occupazionali.

Ora questi lavoratori con contratto scaduto si aspettano che l’On. Alemanno intervenga presso il Ministro ed il Governo per condividere le soluzioni che permetterebbero di avviare un percorso a salvaguardia dei posti di lavoro,
 

LA CUB IN DIFESA DEI LAVORATORI PRECARI

La Cub organizza in tutta italia consulenze e sportelli legali e sindacali per le vertenze a favore dei precari. Dalla Scala a Cagliari, Genova, Roma, Bologna ,Napoli ci siamo attivati e stiamo organzzando tutta l'assistenza per i precari che a causa del famigerato " collegato lavoro" oltre ai tagli del f.u.s. e legge 100 vengono espulsi dalle fondazioni. Il nostro piano di intervento rapido  contrasta l'intenzione di far pagare ai precari la crisi indotta da Tremonti-Bondi , ma soprattutto intende far rispettare il sacrosanto diritto ad essere assunti a tempo indeterminato come è stato dimostrato alla Scala con le vittorie di decine e decine di lavoratori a tempo determinato o a prestazione serale .
Abbiamo il compito di informare e impugnare il contratto con una raccomandata A/R ENTRO 60GG. DA OGGI. Lasciate una mail con i vostri riferimenti e in assoluto anonimato   verrete contattati immediatamente per assistervi. Massima  solidarietà con i precari di  Roma , Cagliari ,Bologna , e di tutto il resto d'Italia.

CUB/INFO SCALA

Licenziamenti silenziosi di centinaia di precari all'Opera di Roma

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Teatro Dell’Opera di Roma: licenziamenti silenziosi di centinaia di precari per l’effetto devastante del Decreto Bondi.Mostra immagine a dimensione intera


Solo nei mesi di novembre e dicembre circa 200 precari non avranno il rinnovo del contratto di lavoro e altre decine ne seguiranno nel corso del 2011.

E’ una agonia senza appello che porterà alla morte professionale artisti, tecnici e maestranze, tutti precari storici che erano impiegati nel Teatro da anni, in alcuni casi decenni, in maniera continuativa. E questo è solo il primo e non ultimo degli effetti devastanti del Decreto Bondi in quanto, senza più questi professionisti dello spettacolo in parte ormai disoccupati, non potrà essere garantita la continuazione della produzione delle rappresentazioni ed a breve metterà in pericolo la sopravvivenza del Teatro stesso -è quanto denuncia l’USB del Teatro dell’Opera di Roma-
Il fatto più rilevante è che il Decreto è stato convertito in legge a metà anno a programmazione già avviata e contratti di lavoro già in essere, ed anche l’Amministrazione più virtuosa non avrebbe modo di salvaguardare la forza lavoro necessaria alla produzione; ed è preoccupante .Tutto ciò sta passando sotto il silenzio assordante dei sindacati concertativi e soprattutto del Sindaco di Roma e Presidente del Teatro On. Alemanno che, nei mesi scorsi, aveva promesso un rilancio del Teatro dell’Opera ed il mantenimento dei livelli occupazionali.

Ora questi lavoratori con contratto scaduto si aspettano che l’On. Alemanno intervenga presso il Ministro ed il Governo per condividere le soluzioni che permetterebbero di avviare un percorso a salvaguardia dei posti di lavoro,
 

LA CUB IN DIFESA DEI LAVORATORI PRECARI

La Cub organizza in tutta italia consulenze e sportelli legali e sindacali per le vertenze a favore dei precari. Dalla Scala a Cagliari, Genova, Roma, Bologna ,Napoli ci siamo attivati e stiamo organzzando tutta l'assistenza per i precari che a causa del famigerato " collegato lavoro" oltre ai tagli del f.u.s. e legge 100 vengono espulsi dalle fondazioni. Il nostro piano di intervento rapido  contrasta l'intenzione di far pagare ai precari la crisi indotta da Tremonti-Bondi , ma soprattutto intende far rispettare il sacrosanto diritto ad essere assunti a tempo indeterminato come è stato dimostrato alla Scala con le vittorie di decine e decine di lavoratori a tempo determinato o a prestazione serale .
Abbiamo il compito di informare e impugnare il contratto con una raccomandata A/R ENTRO 60GG. DA OGGI. Lasciate una mail con i vostri riferimenti e in assoluto anonimato   verrete contattati immediatamente per assistervi. Massima  solidarietà con i precari di  Roma , Cagliari ,Bologna , e di tutto il resto d'Italia.

CUB/INFO SCALA

7 Novembre 2010

Lirico di Cagliari: Precari a casa, continuano i presidi e la lotta, il rischio commissariamento.

Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 17:23

LA SARTORIA
Tutti i precari sono a casa, i laboratori del parco della musica sono ultimati ma loro sono a casa.
Un capo-reparto a tempo indeterminato che oggi è solo più 15 lavoratori precari con anzianità di servizio dai 24 anni agli 8 anni oggi sono tutti a casa…

LE PARRUCCHIERE
Un intero reparto di precari che sono a casa….la loro retribuzione è la peggiore in assoluto, una specie di retribuzione part-time che si chiama serale ovvero sono pagate solo per poche ore la sera dello spettacolo..sono i precari dei precari….( ma come non avevamo tutti retribuzioni da favola???)

LA SCENOGRAFIA
L'attezzeria-scenografia a quattro lavoratori stabili e quattro precari che oggi sono a casa quasi tutti provenienti dall'Accademia….o dall'artistico.

(vedi sotto vademecum di autodifesa dal "collegato lavoro")

L’8 ottobre 2010 con uno sciopero proclamato dai Lavoratori del Teatro Lirico di Cagliari contro la dirigenza del teatro ha inizio la fase più intensa della lotta.
 

Mentre si attende la nomina del NUOVO sovrintendente il presidio continua e la lotta pure.

Il teatro lirico di Cagliari è a rischio commissariamento. Il 5 Novembre sono scaduti i 45 giorni di proroga concessi al sovrintendente uscente. Se entro quella data non sarà nominato un successore il commissariamento sarà un atto obbligato. Un appello per una veloce risoluzione della vertenza arriva dal vice capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale, Giampaolo Diana.

loro blog   Non zittite l'Arte! 

NAPOLITANO HA FIRMATO IL COLLEGATO LAVORO: PRECARI SVEGLIA!

AVETE 60 GG PER IMPUGNARE IL VOSTRO CONTRATTO E I DIRITTI ACQUISITI NEL PASSATO E PER PASSARE AL POSTO FISSO.
FRA 60 GG SUL PASSATO VERRA' MESSA UNA PIETRA SOPRA.
RICOMINCERETE DA ZERO.
ANDATE SUL SITO DELLA CUB E RIVOLGETVI AI LORO RAPPRESENTANTI PER ORGANIZZARE LA VERTENZA.

il "collegato lavoro" non ha potuto, per evidenti ragioni di costituzionalità, stabilire una semplice cancellazione retroattiva del diritto di azione per l'impugnazione di rapporti precari già scaduti ed allora ha previsto, invece, che possano essere ancora impugnati, ma solo entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore. Ciò si legge nell'articolo 32 comma IV, lettere b e d. Quindi: ora o mai più.

Centinaia di migliaia i lavoratori assunti negli anni passati con contratti precari illegittimi, spesso ignari di tale illegittimità, e che avrebbero potuto liberamente nei mesi e persino negli anni futuri richiedere la loro trasformazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato domandando al giudice la riammissione al lavoro a tempo indeterminato, perderanno, allora, definitivamente questo loro diritto se non verranno subito a conoscenza della illegittimità del loro contratto e se non provvederanno ad impugnarlo entro gli indicati 60 giorni.

Risulterà cioè precluso, trascorsi da adesso 60 giorni, a queste centinaia di migliaia di lavoratori di far trasformare il vecchio contratto precario illegittimo in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato valido per il passato e per il futuro e si realizzerà, così, un gigantesco colpo di spugna che assolverà i datori di lavoro da tutti gli abusi compiuti per aggirare il diritto del lavoratore ad avere, di regola – come la legge nazionale e quella comunitaria prevedono – una rapporto di lavoro stabile e a tempo indeterminato.

Come già è stato evidenziato dal Prof. Alleva, questo gigantesco colpo di spugna nascosto tra le pieghe della leggeha, nell'insieme, ottime possibilità di riuscita, ma potrà trasformarsi in un boomerang per il padronato se tutti i militanti sindacali, a qualsiasi organizzazione appartengano, sapranno chiamare a raccolta tutti coloro che sono stati titolari di rapporti precari, e spedire subito, senza guardare per il sottile, una raccomandata di impugnazione dell'illegittimità del contratto precario e di richiesta di trasformazione a tempo indeterminato.

Poi, nei 270 giorni successivi, si faranno analizzare i contratti stessi da esperti che individueranno esattamente le illegittimità, perché tutti gli avvocati lavoristi sanno che una parte rilevante dei contratti precari è illegittimo e perfettamente trasformabile in rapporti a tempo indeterminato.

Basta che adesso i precari senza perder tempo, con il vecchio contratto precario scaduto in mano, scrivano e spediscano la lettera di impugnazione che deve partire nei prossimi 60 giorni.

La CUB come sempre é pronta e presso le nostre strutture gli iscritti e i lavoratori in genere potranno ricevere l'assistenza di cui necessitano per un approfondito esame della loro situazione e per la promozione di una vertenza giudiziaria.

Alle strutture, ai delegati di Cub spetta il compito di pubblicizzare con ogni mezzo quanto abbiamo qui spiegato, e poi di organizzare la raccolta delle firme e la spedizione delle raccomandate.

URGE IMMEDIATAMENTE IMPUGNARE IL PROPRIO DIRITTO AL TEMPO INDETERMINATO  presso il Giudice del lavoro. Questo blog degli AutoOrgaScala, e la Cub hanno attivato a Milano, Roma, Cagliari, Genova e Napoli sportelli legali per rispondere alle esigenze delle centinaia di precari "stagionati" della Lirica. Se volete, lasciando una mail presso il nostro indirizzo di posta eletronica verrete contattati per  suggerirvi il miglior percorso per il riconoscimento dei vostri diritti.
Gratuitamente e in assoluto anonimato. Per non farsi espellere da un qualsisasi" arbitro" dalla partita più importante, quella della dignità del lavoro.

4 Novembre 2010

Fondazioni Liriche Sinfoniche: Ma quale Autonomia?

Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 10:01

Basta credere alle favole di Bondi e Moratti!

 

Un disegno chiaro si delinea dietro l'ennesima barzelletta di Bondi. Vogliono distruggere il contratto nazionale, chiuderci in una riserva indiana . Questo governo distrugge il FUS, smembra  le Fondazioni Liriche, come ad esempio al Carlo felice di Genova attraverso la mobilità, cioè il 40%dei lavoratori verrà licenziato dopo due anni di ammortizzatori sociali, grazie alla folle complicità di sindaca e cgil cisl e uil. Bondi e soci vogliono esternalizzare. Isolare oggi e colpire in un secondo momento i lavoratori dei Teatri "virtuosi"come la Scala.
Con questa “riforma” si cela l'obiettivo di dividerci per indebolirci e togliere diritti aquisiti. L'indipendenza culturale della Scala  dai poteri forti  della città e della politica è l'unica forma di autonomia condivisibile per la quale già dalla"primavera " del 2005 ci battiamo.


FUORI I MERCANTI DAL TEMPIO E CHI INTENDE SERVIRLI  SOVRINTENDENDOLI.

La Moratti è meglio che resti la Donna Immobile, perchè quando si muove fa solo danni al Teatro.

CUB/INFO SCALA

Regolamento Autonomia fondazioni liriche sinfoniche vedi su:

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