Lunedi’ 28 maggio si terra’ la manifestazione unitaria a Roma dei lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche con un concentramento in Piazza S.S. Apostoli a partire dalle ore 14.00. Successivamente ci sara’ un presidio in via del Collegio Romano, sede del ministero dei Beni e Attivita’ Culturali, durante il quale si chiedera’ di essere ricevuti. La musica italiana sara’ volano per reclamare la difesa di un patrimonio dei cittadini e diffonderla secondo i dettami dell’articolo 9 della Costituzione italiana. Al centro della manifestazione il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, gli effetti distorcenti dell’applicazione della Legge 100, le problematiche dei finanziamenti pubblici del settore, la mancanza di una vera legge di riforma per il comparto.
E’ auspicabile una partecipazione numerosa, visti i temi in ballo (Legge 100, rinnovo CCNL, Permessi Artistici tra le altre cose).
Manifestazione in Musica delle Fondazioni musicali italiane in favore della Cultura e contro le leggi e i decreti che la mortificano.
PROGRAMMA
Lunedi 28 maggio c.m. , si terrà la manifestazione unitaria dei lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche con il sostegno di CGIL CISL UIL FIALS , con un concentramento in Piazza SS Apostoli (vicino a Piazza Venezia ) a partire dalle ore 14.00.
Nell’occasione gli Artisti delle Fondazioni offriranno alla cittadinanza un spettacolo di carattere musicale e danzato distribuito in vari momenti (non consecutivi) .
I brani* che verranno eseguiti sono :
G.Verdi – Nabucco : “Va Pensiero
W.A.Mozart –Requiem : “Dies Irae”
G.F.Haendel- Messiah : “Hallelujah”
L.van Beethoven- Sinfonia n.9 , IV movimento “An die Freude” , iniziando da batt.517. Taglio da batt. 763 a 843. Da 844 vive fino alla fine .
P.I. Tchaikovsky: estratto dal Lago dei Cigni (con il Balletto dell’Opera di Roma) G.Mameli : Inno (eventuale)
Sono assolutamente accette iniziative da parte delle Compagnie di Danza, oltre a quella già pianificata dell’Opera di Roma, purchè di natura compatibile con lo spazio a nostra disposizione
In seguito si attuerà un presidio in via del Collegio Romano, sede del Ministero dei Beni e Attività Culturali, con la finalità che venga ricevuta dal Ministro una delegazione mista tra lavoratori e Sindacati
Il Corteo Potrà stazionare nelle zone suddette fino e non oltre le h 19,00.
APPELLO DI ANTONIO PAPPANO, CLAUDIO ABBADO, MAURIZIO POLLINI, ZUBIN MEHTA, DANIEL BARENBOIM, DANIELE GATTI.
“Ho appreso della manifestazione spontanea dei musicisti delle fondazioni liriche e sinfoniche italiane, in difesa della cultura e della musica come patrimonio dell’Umanità, fissata per il prossimo 28 maggio. Do la mia personale adesione all’iniziativa e alle sue motivazioni e mi rivolgo con questo appello al Signor Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Prof. Lorenzo Ornaghi.
Mi risulta, Signor Ministro, che dal 1° gennaio sia stato fatto divieto ai musicisti delle Fondazioni liriche e sinfoniche di poter svolgere attività autonoma. Trovo inconcepibile e innaturale, dal mio punto di vista, che possa essere vietata a un musicista la libera espressione artistica.
Non trovo una logica in questo divieto, attuato per effetto di legge solo in Italia; un divieto che non esiste in nessun paese democratico, né in Europa né nel resto del mondo.
Il fatto poi che il divieto riguardi solo i musicisti delle Fondazioni liriche e sinfoniche, mentre coloro che insegnano nei Conservatori o che fanno parte di altre Istituzioni musicali continuino a fare legittimamente attività artistiche autonome, è assolutamente incomprensibile. Mi auguro che si trovi un’urgente soluzione a questa mortificante situazione.
Approfitto di questo appello, Signor Ministro, per sottoporre alla Sua sensibilità un’altra questione delicata: quella del rinnovo del contratto di lavoro per i lavoratori delle Fondazioni liriche e sinfoniche, scaduto ormai nel 2003. Attendiamo pertanto da quasi dieci anni che esso venga rinnovato come prevedrebbe, oltre che la normativa, anche il buon senso.
Immagino, dopo tanti anni, che il vecchio contratto possa non essere più in linea con i tempi e, visto che le parti interessate stanno lavorando per il suo rinnovo, La prego, Signor Ministro, di far sì che si possa dotare la musica di un contratto moderno, che guardi ai migliori modelli europei, che possa ridare entusiasmo al settore e dotare le Fondazioni di utili strumenti per meglio poter competere con le altre grandi Istituzioni musicali mondiali.
Nel porgerLe i miei più sentiti e cordiali saluti, mi permetto di mettere a Sua disposizione la mia esperienza musicale e la mia conoscenza dei teatri internazionali.
F.to
Antonio Pappano, Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Zubin Mehta, Daniel Barenboim, Daniele Gatti.
(le firme autografe sono depositate in Accademia)
Da Piazza S.S. Apostoli una delegazione delle Fondazioni si recherà in Via del Collegio Romano, sede del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con il preciso intento di essere ricevuta dal Ministro Ornaghi.
La protesta, in piazza, sarà caratterizzata da happening musicali dove l’Orchestra e il Coro, il cui organico vede gli artisti delle 14 Fondazioni, eseguiranno musiche di Haendel, Mozart, Verdi, Beethoven e il Corpo di Ballo danzerà sulla musica di Čajkovskij.
Roma, 22 Maggio 2012
On.le
Professore Lorenzo Ornaghi
Ministro dei Beni e delle Attività
Culturali
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Fax 06-67232287
E p.c.
Dott. Salvatore Nastasi
Capo di Gabinetto
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
Oggetto: Rinnovo CCNL Fondazioni Lirico Sinfoniche – Applicazione LEGGE 29 giugno 2010, n. 100.
Ill.mo Sig. Ministro, facendo seguito all’incontro da Lei convocato lo scorso 2 Febbraio presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in riferimento agli argomenti in oggetto, le scriventi Organizzazioni Sindacali vogliono con la presente confermare che l’impegno assunto di accelerare quanto possibile le cadenze del tavolo negoziale per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro dei dipendenti delleFondazioni Lirico Sinfoniche si è pienamente concretizzato attraverso serratissimi incontri tenutisi
con l’ANFOLS presso la sede ARAN di Roma.
Attualmente le intese per addivenire al rinnovo del CCNL di quel settore hanno fatto, ad avviso delle scriventi OOSS, decisi passi in avanti tanto che potrebbe essere ipotizzabile la chiusura dell’intera trattativa in tempi abbastanza brevi.
Restano però ancora incombenti, su tale rinnovo contrattuale, le disposizioni della LEGGE 29 giugno 2010, n. 100 e le sue cadenze temporali che di fatto ne impediscono la positiva conclusione.
Per quanto sopra, nell’intento consapevole sulla necessità di contribuire a stemperare l’attuale clima di preoccupazione dei lavoratori del settore, le scriventi OOSS Le chiedono con la massima urgenza un incontro di merito nel tentativo estremo di scongiurare ulteriori negative reazioni e conseguenti prevedibili iniziative di lotta.
Certi che la nostra istanza possa sollecitamente essere accolta e nella speranza che si possa iniziare una seria analisi dei problemi della Lirica in Italia e più in generale dello spettacolo dal vivo, della cultura italiana e degli adeguati interventi di legge di sistema, senza dei quali il settore rischia di rimanere definitivamente sommerso dalla generale crisi del Paese, Le porgiamo distinti saluti.
cgil,cisl,uil,fials.
CCNL Rinnovo proposta Tecnici (1)
Statuto speciale Teatro Alla Scala approvato dal Ministero
Chissa se i Signori Professori dell’Orchestra Filarmonica della Scala troveranno tempo e modo per andare a Roma a manifestare……..vedremo…..sarà nostro piacere contarli!!
Commento by Anonimo — 17 Maggio 2012 @ 17:57
I sindacati del teatro stanno organizzando qualche pullman, treno ecc.
chi sa qualcosa? potete chiedere a vostri delegati?
aspetto info
grazie
Giovanni
Commento by Anonimo — 17 Maggio 2012 @ 19:23
Caro Anonimo Cassaintegrato del Carlo Felice ,
Ci teniamo a ricordarti che , mentre tu facevi gli intrallazzi con il tuo caro Commissario Ferrazza nel lontano 2010 noi , Professori d’Orchestra del Teatro alla Scala e della Filarmonica della Scala e assieme ai NOSTRI artisti del del Coro e a tutte le maestranze abbiamo preso le manganellate dalla Polizia, per voi e per noi contro la legge 100 , proprio mentre Napolitano , che a Genova avete accolto a braccia aperte assieme a Bondi, entrava nel nostro teatro .
Evidentemente l’assistenzialismo e il non avere nulla da fare tutto il giorno ti sta compromettendo la memoria,o..ma io sono ben felice di rinfrescartela , guardati questo video , è del 2010 :
http://www.youtube.com/watch?v=9UxZyI-NxtI&feature=relmfu
Quindi prima di parlare dei Musicisti e dei lavoratori Scala e Filarmonica scala, pulisciti la bocca, caro Cassaintegrato. E non dimenticare che il 2013 è vicino…come farai a campare senza la Cassa Integrazione?
Commento by Anonimo — 18 Maggio 2012 @ 19:12
all’anomimo 2012/05/18 at 19:12
premesso che l’attribuzione del primo post agli sfortunati colleghi di Genova è stata partorita dalla tua mente, o perlomeno è tutta da dimostrare, sono dispiaciuto per te che in due parole hai dimostrato tutta la tua pochezza di lavoratore e la miseria di un animo gretto.
Fossi un tuo collega della Scala proverei vergogna di sapere che mi lavori al fianco. Naturalmente sarebbe lo stesso se a esprimersi in tale maniera fosse un mio collega di genova. E non varrebbero nemmeno tutte le manganellate di questo mondo a riabilitarti, ammesso che tu sia tra quelli che le hanno prese.
O forse ne hai prese davvero troppe.
Commento by Alessandro - Genova — 18 Maggio 2012 @ 20:48
rassegna stampa
MACAO libera Palazzo Citterio
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È con piacere che inauguriamo nuovamente MACAO, centro per le arti, la cultura e la ricerca di Milano. Un grande esperimento di costruzione dal basso di uno spazio dove gli artisti e i cittadini possono riunirsi per inventare un nuovo sistema di regole e sperimentare nuovi linguaggi comuni. Un laboratorio politico-culturale che partendo dal coinvolgimento di centinaia/migliaia di cittadini attivi vuole attivare nuove forme di democrazia reale.
Sabato 5 maggio abbiamo liberato la Torre Galfa riqualificando e rendendo vivo uno spazio privato che da 15 anni era stato abbandonato. L’occupazione ha messo in evidenza con forza come logiche speculative e di profitto governano di fatto questa città. Siamo stati sgomberati dalle forze dell’ordine, ignorando la volontà di migliaia di cittadini di autodeterminarsi creando un nuovo spazio comune dove confrontarsi e relazionarsi. Abbiamo deciso di restare lì, di fare un presidio permanente in via Galvani, per continuare a denunciare lo scandalo legato all’impero finanziario di Ligresti e per riorganizzarci all’aperto favorendo nuovamente la partecipazione della cittadinanza.
Se il privato persegue solo logiche di profitto, il pubblico e chi dovrebbe amministrare il bene pubblico ha di fatto fallito il suo compito. Politiche economiche e sociali al servizio di un sistema neoliberista che privilegia pochi a danno di molti hanno impoverito questo paese. L’assenza di politiche culturali ha aggravato la situazione desertificando culturalmente e socialmente questo paese. Gli spazi culturali sono stati abbandonati e resi vuoti svalutando un patrimonio artistico di enorme valore.
È per questo che oggi 19 maggio Macao ha deciso di liberare e ridare alla cittadinanza palazzo Citterio. Vogliamo creare un luogo aperto, vivo e accessibile dove l’arte venga vissuta come bisogno primario dell’essere umano. Palazzo Citterio è da molti anni parte di un progetto di grande rilancio culturale che coinvolge l’accademia di Brera e la Pinacoteca. Tale ristrutturazione non è mai partita per colpa di un uso strumentale e corrotto dei commissariamenti pubblici nella logica dei grandi eventi.
Macao propone qui un processo del tutto differente e innovativo: vuole restituire alla città chiarezza su come i fondi pubblici sono gestiti, vuole mettere in discussione e non dare per scontato il progetto che si andrà ad attuare e, soprattutto, vuole aprire un laboratorio di idee e pratiche per cui sarà la cittadinanza stessa a ripensare Palazzo Citterio.
Viva Macao e buon lavoro a tutti.
Siamo una rete di soggetti che stanno operando fianco a fianco all’interno di questa lotta: Nuovo Cinema Palazzo di Roma, Teatro Valle Occupato di Roma, Sale Docks di Venezia, Teatro Coppola di Catania, Asilo della Creatività e della Conoscenza di Napoli, Teatro Garibaldi Aperto di Palermo
Commento by Anonimo — 19 Maggio 2012 @ 20:55
Gli ultimi giorni di Macao
di effebì
http://www.mammamiapisapia.it/
Si aspetta la pioggia di domenica, sabato e poi … si sgombera tutto.
Dopo le ultime dichiarazioni di Pisapia, fatte davanti ai giornalisti naturalmente, i giorni dell’occupazione della torre Galfa e della via Galvani sembrano ormai arrivati al termine.
Qualcuno però qui sembra non capire o, perlomeno, sembra fingere di non capire.
Primi fra tutti gli stessi giovani di Macao, che sembrano aspettarsi chissà cosa dall’avvocato di De Benedetti, dall’amico dei poteri forti, dei vari Basssetti, Profumo e dei socialisti del Circolo de Amicis. Sembrano ancora credere che i vari pellegrinaggi pre-elettorali di Pisapia non fossero fatti solo per avere un po’ di consenso e poca opposizione.
Poi i guru e gli analisti della sinistra milanese, che sembrano dimenticare come il grosso dei voti presi da Pisapia, o almeno la quota che ne ha determinato il successo elettorale, appartenga a quel centro politico che non vuole e non tollera le tende in via Galvani. E a questo centro, un po’ cattolico e un po’ bigotto, Pisapia tiene molto più che ai centri sociali.
Gli elettori del Pd, che fingendo di non capire, forse si aspettavano da Carmela Rozza (capogrupo del Pd) parole diverse sull’occupazione; forse si aspettavano un minimo di consenso verso un segnale politico forte contro “l’abuso” della proprietà privata, contro un’idea di cultura che non nasce dal basso, ma nasce e muore anch’essa nell’interesse privato.
E infine forse finge il Pdl, che per voce dell’intramontabile De Corato, ancora non ha capito che esiste tanta gente che pur non ritenendosi “di sinistra” condivide l’insofferenza dei giovani di Macao e non crede che gli sgomberi e la militarizzazione della città sia l’unico modo di contenerne il degrado.
Quello che può fare il Sindaco, quello che vuol fare Pisapia, non è altro che il suo compitino da buon amministratore, tollerante, chiacchierone, che finge imbarazzo e indecisione, che aspetta qualche giorno, e poi decreta come un antico prefetto romano: “si ponga fine al grave disagio per la città“, e via agli idranti a spazzare tutto.
Aggiornamento della redazione – 19 maggio ore 15.20
Nuova occupazione per circa 400 giovani di Macao. Si tratta di Palazzo Citterio, un edificio storico nel centro del quartiere Brera, di proprietà del Ministero dei Beni Culturali. Sfidando quindi la coerenza di alcuni rappresentanti della Giunta, che avevano sostenuto che avrebbero sostenuto l’occupazione nel caso di edifici pubblici, il collettivo Macao ha lasciato via Galvani, pronto a creare nuovo imbarazzo al Comune. Il solito stuolo di telecamere attende l’arrivo di Moni Ovadia, Paolo Rossi, Don Gallo, e di quanti si sono “persi” la prima occupazione.
Commento by Anonimo — 19 Maggio 2012 @ 21:06
19/05/12 REPUBBLICA ROMA CEDE VOLTA SCENICA “PAURA ALL’OPERA” – CEDE UNA VOLTA SCENICA DELL’ATTILA PAURA E POLEMICHE AL TEATRO DELL’OPERA
La denuncia Cede volta scenica “Paura all’Opera” La direzione: “Nessun crollo ma solo un guasto tecnico”. Sel: “Sfiorata la tragedia” Cede una volta scenica dell’Attila Paura e polemiche al Teatro dell’Opera Non ha retto il sistema frenante che sosteneva il ponte da 2mila chili ANNA RITA PLUS Als’OCHI giorni dalla prima dell’Attila di Verdi arebbe stata «sfiorata la tragedia al Teatro dell’Opera», secondo StefanoCanettieri, coordinatore del circolo interno di Sel che racconta: «Una volta scenica di 2mila chili che si trovava sul palco è collassata per il cedimento di un pistone idraulico. Per fortuna non c’era né il personale tecnico, né il coro». Ma la direzione del Costanzi replica: «Non si è verificato alcun crollo. C’è stato solo un malfunzionamento del sistema frenante». UNCEDIMENTOsecondo Sei, nessun crollo per la direzione del teatro dell’Opera. Ma perGianlucaPecio-la, consigliere provinciale del partito capitanato da Vendola, «il sindaco, in qualità di presidente della Fondazione è direttamente responsabile dello stato di incuria in cui scivola il teatro. Quanto accaduto deve destare preoccupazione e provocare l’intervento di tutte le Istituzioni. Sono anni che denunciamo con i lavoratori la cattiva gestione di Alemanno». La direzione, però, aggiunge dettagli in più e spiega che il malfunzionamento del sistema frenante non avrebbe «rallentato come dovuto la discesa del ponte di una parte della scenografia dell’Attila e che ci sarebbe stata «solo la fuori uscita di olio da uno dei cilindri a pressione deputati alla movimentazione della scenografia». Nessun «crollo», dunque. Facendo poi notare che sono state «immediatamente adottate misure necessarie per ripristinare il corretto funzionamento della scena». Mentre l’Usb, l’Unione Sindacale di Base che conferma quanto denunciato da Sel aggiunge: «Abbiamo più volte denunciato che da alcuni anni sono usati allestimenti troppo pesanti per un teatro e che non vengono costruiti dalle maestranze interne come sarebbe giusto, ma affidate a società terze. E sinceramente non ne capiamo il motivo». Per Maurizio Di Mattia, regista del Costanzi un cedimento quello avvenuto ieri «che può capitare in una struttura come la nostra dove si montano e smontano strutture molto complesse ogni giorno», il problema per lui è che «i tagli alla cultura hanno indebolito tutta la catena produttiva del teatro dove ognuno, dal coro alle maestranze è parte integrante di una sinfonia che, per essere tale, deve contenere tutti gli elementi. Se il personale viene tagliato, come successo, i rischi che si corrono aumentano e anche i problemi logistici». Sul posto, ieri, sono arrivati anche alcuni funzionari dei vigi -li del fuoco per appurare quanto accaduto. E dai primi accertamenti sembrerebbe che il problema tecnico abbia riguardato un apparecchio esterno alla scenografia e che non ci sarebbero danni alla struttura. Insomma nulla di preoccupante. Ma per capire cosa realmente sia accaduto ieri mattina bisognerà ancora attendere qualche giorno. ***
Commento by Anonimo — 19 Maggio 2012 @ 21:50
19/05/12 GIORNO SCALA, LA PROVINCIA RESTA IN CDA: «DAREMO IL NOSTRO CONTRIBUTO»
IL NODO DEI FONDI IL PRESIDENTE PODESTÀ SCIOGLIE LA RISERVA ORA SI CERCA IL SOCIO PRIVATO Scala, la Provincia resta in Cda: «Daremo il nostro contributo» • MILANO LA PROVINCIA di Milano ha detto sì. Ci sarà anche Palazzo Isimbardi nel Consiglio d’amministrazione chiamato a traghettare la Scala verso l’autonomia gestionale. «Abbiamo trovato il modo di non far mancare il nostro contributo», l’annuncio del presidente Guido Podestà. Che ha scelto di confermare la presenza di via Vivaio al Piermarini, nonostante le difficoltà economiche legate al rispetto del Patto di stabilità e agli investimenti in programma su Expo e grandi opere. Un impegno non da poco, in termini strettamente finanziari: nove milioni di euro in cinque anni, ai quali bisogna sommare i tre che la Provincia deve alla Scala per il 2011. Intanto, i vertici di via Filodrammatici, a cominciare dal vicepresidente Bruno Ermolli, stanno lavorando «alacremente» alla ricerca del nuovo socio privato, che potrebbe entrare subito nel nuovo board. Per ora, nessuna trattativa è stata chiusa, tanto che il Cda, che si presenterà all’assemblea dei soci del 29 maggio, potrebbe nascere con dieci membri piuttosto degli undici previsti dallo statuto dell’autonomia. Discorso diverso andrebbe fatto nel caso in cui in Consiglio entrasse uno dei soci fondatori già esistenti: dopo il passo indietro di Diego Della Valle («Siamo sostenitori e siamo già ben rappresentati da Stéphane Lissner», ha detto il patron della Tod’s), restano in corsa Telefonica e la Mapei del neopresidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Confermati, invece, gli altri membri del board uscente: a parte il sindaco Giuliano Pisapia e Lissner (soci di diritto), rimarranno quasi certamente in carica Fiorenzo Tagliabue (Regione Lombardia), Giovanni Bazoli (Fondazione Cariplo), Aldo Poli (Banca del Monte di Lombardia) e Bruno Er-molli (Camera di Commercio).
Commento by Anonimo — 19 Maggio 2012 @ 21:53
E’ il caso di organizzare una manifestazione Unitaria contro i continui tagli alla cultura da parte dell’immarcescente Regione lombardia.L’istituzione capitanata da Formigoni ha più indagati per corruzione del numero di giocatori di una squadra di calcio eppure sta mettendo in ginocchio il Piccolo Teatro le piccole compagnie di tutto il territorio ,oltre a mettere in ulteriore difficoltà la Scala.
Commento by Cub — 22 Maggio 2012 @ 21:51
29/05/12 AVVENIRE LA LUNGA CRISI DELLA LIRICA
La lunga crisi della lirica la situazione Il fallimento della riformaVeltroni, le proteste contro quella di Bondi. E un buco da 300 milioni Euna protesta che parte lontano quella andata in scena ieri al Parco della Musica di Roma. Tutto ha origine nella primavera del 2010 quando Sandro Bondi dà vita a una riforma delle Fondazione liriche italiane. «Il sistema è al collasso, è il solo modo per salvarlo» aveva spiegato l’allora ministro peri Beni e le attività culturali. Di tutt’altro avviso i lavoratori delle 14 realtà nazionali che erano saliti subito sulle barricate, facendo saltare rappresentazioni a raffica e scendendo in piazza. Tetto sugli ingaggi, autonomia (conquistata per ora solo da Santa Cecilia e Scala), cambio delle regole della contrattazione collettiva e congelamento degli integrativi senza stipula del nuovo contratto (cosa che deve ancora avvenire: siamo fermi a quello del 2003), blocco del turn over del personale a tempo indeterminato e limitazione dei lavoratori «aggiunti» al 15% dell’organico: questi i punti della riforma. E non ultimo lo stop alle collaborazioni concertistiche al di fuori dell’istituzione artistica di appartenenza, al centro delle proteste di questi giorni. Ma come si è arrivati a questa situazione? Da una parte il fallimento della riforma del 1998 (voluta dall’allora ministro Veltroni) che aveva trasformato i teatri lirici in Fondazioni, con lo scopo di facilitare la partecipazione dei privati. Un’autonomia in realtà mai raggiunta. I privati sono arrivati in misura inadeguata – se la Scala raccoglie 15 milioni all’anno, Torino, al secondo posto, arriva a 4 e Roma a 3 – mentre la quota del Fondo Unico dello Spettacolo (che la lirica assorbe per il 50% circa) si è assottigliata ogni anno come il buco dell’ozono. Dall’altra la gestione non proprio efficiente delle singole Fondazioni: dal 1998 in dieci anni molti patrimoni si sono volatilizzati: Firenze è passata da 41 milioni di euro a 22, Trieste da 22 a 9. Sui bilanci poi gravano i costi altissimi per il personale (in alcuni casi si arriva a oltre l’80%del totale) spesso, va detto, sovradimensionato e abituato a privilegi contrattuali e regolamenti bizantini (con frequenti liti tra orchestrali e personale tecnico che si riflettono sulle alzate di sipario). su cui si è abbattuta la scure di Bondi. Il risultato sono bilanci con un rosso fiammante e commissariamenti a ripetizione: il più celebre forse è quello del San Carlo di Napoli, salvato in extremis e ora con un saldo attivo di 4.200 euro (per la cronaca il bilancio migliore è quello del Massimo di Palermo:1 milione di euro, ma erano quasi 6 nel 2008). E così il debito complessivo ammonta a 300 miliom di euro. Negli ultimi tre anni i costi medi per rappresentazione sono scesi, ma superano il 30% della media dell’Unione Europea. E nonostante le recite siano passate da 692 a 757 nella stagione 2011-2012, siamo ancora lontani dal top: nei tre teatri della sola città di Berlino la media annuale è di 593 performance.
Commento by Anonimo — 29 Maggio 2012 @ 20:57
30/05/12 UNITA’ I SOLDI PER I BENI CULTURALI CI SONO, MA IL MIBAC LI BLOCCA
I soldi per i beni culturali ci sono, ma il Mibac li blocca • Il ministro Ornaghi non ha nemmeno risposto alla lettera con cui Arcus metteva a disposizione circa due milioni di euro • Sul futuro della società per azioni in corso un duro braccio di ferro I fondi possono essere Per destinarli impegnati subito, e sono all’emergenza in Emilia l’attivo dell’anno 2011 basterebbe una breve della Spa statale direttiva del ministro LUCA DEL FRA ROMA Quando lunedì 21 maggio, ossia più di una settimana fa, è arrivata la lettera di Arcus sul tavolo di Lorenzo Orna-ghi, il gabinetto del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali è stato preso da una notevole euforia: la missiva metteva a disposizione quasi due milioni di euro da impiegare all’incanto sui beni culturali colpiti dal terremoto in Emilia. A quella lettera, però, il ministro Ornaghi non ha voluto neppure rispondere, malgrado i tempi di crisi, i tagli e gli scarsissimi fondi, praticamente zero, a disposizione del Mibac per il terremoto. La cosa sorprende ma, purtroppo, è anche spiegabile e rimanda alla situazione complessiva di Arcus, la società per azioni del ministero dove si sta concretizzando l’ennesimo taglio alla cultura portato avanti in modo subdolo dal governo e su cui il senatore del Pd Marcucci ha presentato una pesante interrogazione in sede di Commissione Cultura, cui Ornaghi dovrà rispondere nei prossimi giorni. ‘SOLDI SUBITO IMPIEGABIU La cosa ha dell’incredibile poiché sono soldi che il ministro può impiegare subito per l’emergenza: si tratta dell’attivo 2011 accumulato da Arcus, SpA dello Stato sotto l’indirizzo del Mibac e predisposta a finanziare progetti culturali. Quindi, come da statuto, gli attivi possono essere impiegati dal ministro, con una breve direttiva. Senza considerare i fondi 2012, oltre 100 milioni di euro, che con delibere più complesse potrebbero diventare il propulsore della ricostruzione post terremoto per i beni culturali. Resta da chiedersi come mai di fronte a una situazione tanto drammatica come quella che si è venuta a creare in Emilia, Ornaghi preferisca far finta di niente: la risposta, semplice e paradossale, è che se utilizzasse quei soldi certificherebbe la necessità dei fondi Arcus. A partire dal 2004 infatti Arcus si è dimostrata uno strumento amministrativamente efficace nell’erogare oltre 100 milioni di euro l’anno – circa il 3% dei fondi statali per le infrastrutture infatti sono a disposizione di questa società – per la cultura. Tuttavia non sono mancate le polemiche, poiché la scelta dei progetti tocca al ministro e quanti si sono succeduti al Mibac hanno spesso optato per iniziative tutt’altro che ineccepibili. IL FUTURO DI ARCUS Così, intorno a questa società, che comunque in tempi di tagli massacranti ha rappresentato per la cultura una boccata di ossigeno, è nato un dibattito cui proprio «l’Unità” ha dato un ampio spazio: da una parte chi ritiene Arcus da riformare, ponendo limiti agli arbitri dei ministri, dall’altra chi vuole sciogliere Arcus. traferendo i suoi fondi direttamente alle casse del Mibac. Con entrambe le soluzioni tuttavia i fondi Arcus sarebbero rimasti alla cultura. L’IPOTESI SCIOGUMENTO Inizialmente orientato allo scioglimento, l’esecutivo Monti ha tuttavia optato per una terza via, non proprio trasparente: Arcus è stata “congelata” con una bella trovata da ministri “tecnici”, la “prorogatio” del CdA. che così può occuparsi solo della normale amministrazione senza avviare nuovi progetti, e dunque gli investimenti sono bloccati. Ufficiosamente dietro questa scelta ci sarebbero Corrado Passera e Mario Ciaccia, rispettivamente ministro e viceministro all’economia, che, sempre ufficiosamente, avrebbero un forte ascendente su Ornaghi – i detrattori dicono che sia alle loro dipendenze. Certo è che non solo i circa due milioni di euro di attivi 2011 non sono utilizzati, ma è difficile capire anche dove siano finiti gli oltre 100 milioni di euro che Arcus avrebbe a disposizione per finanziare la cultura nel 2012. Tramontato il governo di Berlusconi, Tremonti, Bondi, siamo passati a Monti, Passera, Ornaghi, ma la musica evidentemente non cambia: gli investimenti per la cultura continuano a svanire. ***
Commento by Anonimo — 30 Maggio 2012 @ 12:20
COMUNICATO CONCLUSIVO MANIFESTAZIONE 28-5-2012
Roma, 31 maggio 2012
COMUNICATO
All’indomani della Manifestazione Nazionale dei dipendenti delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, indetta unitariamente da SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e FIALS,CISAL e tenutasi a Roma lo scorso 28 maggio 2012, si esprime profonda riconoscenza per tutti coloro che, con la loro partecipazione, ne hanno reso possibile l’effettuazione.
L’intera manifestazione era chiamata a dimostrare, anche attraverso l’alto valore artistico che le è consono, l’unità, la coesione, la solidarietà e l’alto senso civico dei lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, delle Istituzioni Concertistiche Orchestrali e degli Enti di produzione musicale, ancora una volta costretti a mobilitarsi per difendere, con tutta la loro tenacia e la loro determinazione, l’integrità della cultura italiana dagli effetti devastanti e destrutturati della L 100 e dai suoi evidenti contenuti disaggreganti e tendenti alla più selvaggia privatizzazione.
La manifestazione, alla quale hanno partecipato i lavoratori di tutte le Fondazioni Lirico Sinfoniche Italiane, ha unitariamente ribadito i suoi NO:
Alla scelleratezza del provvedimento che vieta la libera ed autonoma circuitazione dell’attività artistica;
al ricatto che incombe su gli accordi integrativi aziendali dell’intero settore;
alla destrutturazione del CCNL;
alla trasformazione dei Teatri da centri di produzione culturale in luoghi di circuitazione di masse artistiche occasionali utili solo a favorire il businnes delle grandi Agenzie multinazionali, a discapito della qualità artistica e occupazionale.
all’invasività della politica ed alla sua cronica incapacità di individuare e nominare, alla guida dei nostri Teatri, una dirigenza completa di alto profilo in grado di saperli gestire con competenza e trasparenza. Dirigenti che abbiamo responsabilità in solido almeno pari agli emolumenti che gli stessi si autoassegnano;
Si è invece espressa per la massima mobilitazione tesa all’ottenimento:
di una vera legge di riforma che dia regole e certezze di equità sia sulle risorse che sulla programmazione della produzione e che consenta a tutte le Fondazioni di contribuire all’accrescimento del sistema culturale italiano da sempre in grado di generare sviluppo, economia e occupazione;
percorsi aperti con regole certe per accedere all’eccellenza garantiti per l’insieme della produzione nazionale di Lirica, Sinfonica e Danza;
di un sistema contrattuale in linea con gli accordi interconfederali garante di regole unificanti ed uniformi di carattere generale a livello Nazionale e che, nel contempo garantisca una vera contrattazione decentrata che risponda alle peculiarità di ogni Teatro e ne garantisca le esigenze di crescita culturale e produttiva.
del mantenimento delle Piante Organiche Funzionali quale garanzia della qualità produttiva.
Subito dopo la manifestazione le scriventi segreterie, coadiuvate da una cospicua delegazione e forti del confermato mandato sui punti sopra elencati, si sono recate al Ministero per i Beni e le Attività Culturali per incontrare il Direttore Generale Salvatore Nastasi al quale hanno espresso, ed esaustivamente illustrato, i contenuti della manifestazione medesima.
In quella stessa sede il Dott. Nastasi ha preso formale impegno per realizzare un incontro con il Ministro Ornaghi, per favorire la conclusione delle trattative per il rinnovo del CCNL e per contrastare gli effetti delle conseguenze che l’applicazione della Legge 100 provocherebbe alla sottoscrizione del Contratto medesimo.
L’avvenuta ufficiale convocazione da parte dell’ANFOLS per la ripresa del tavolo delle trattativa per il rinnovo del CCNL per i prossimi 12 e 13 giugno ed il confermato incontro con il Ministro Ornaghi per il successivo 14 giugno, farebbero pensare ad una velocizzazione tendente a chiudere rapidamente e positivamente l’intera vertenza.
Le Segreterie Nazionali impegnano le strutture territoriali dare seguito nelle loro iniziative a quanto comunemente deciso nel documento unitario del 2 febbraio 2010 e qui confermato.
Una saggia prudenza consiglia comunque di non abbassare affatto la guardia perché troppe volte, negli ultimi sette anni, apparenti passi in avanti si sono rivelati catastrofiche marce indietro.
Consci anzi della pericolosità del contendere e della delicatezza della situazione, invitiamo tutti alla massima mobilitazione al fine di essere pronti, in ogni momento, a riprendere immediatamente ogni forma di lotta consentita.
p. LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC- CGIL FISTeL – CISL UILCOM- UIL FIALS- CISAL
S. Conti M. Giustini F. Benigni E. Sciarra
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