Siamo solidari con l’iniziativa dei coristi della Scala, (58, per la precisione, che rappresentano più della metà dell’organico) e che hanno espresso la loro preoccupazione prima di partire per Tokio.
Contestiamo chi l’aveva definita “strumentale”. In una lettera spedita al sindaco Pisapia (presidente onorario della Scala) e al Consiglio di amministrazione minacciarono di rifiutare la trasferta a meno di ottenere “certificazioni scritte da parte di organismi autorizzati dal Ministero della Salute e dall’Oms (l’organizzazione mondiale della sanità)”
Crediamo che le richieste erano legittime e adesso, con le recenti notizie dal Giappone possiamo solo sperare che non ci siano conseguenze pesanti per tutti i 400 lavoratori che si trovano li.
Restiamo perplessi davanti alla petizione che un gruppo di italiani residenti in Giappone, che davanti al problema giapponese, non sono obiettivi al vero pericolo che si corre in quel paese. Le notizie dei valori di contaminazione sono state stravolti e minimizzati al massimo.
La petizione online, ricorda l’ignobile “fuga” del Maggio Fiorentino, presente in Giappone durante l’emergenza e rientrato in Italia senza onorare il resto del contratto, e per la quale sta raccogliendo le firme:
“non vogliamo i coristi della scala in Giappone”.
Notizie http://it.euronews.com 05/09 18:47 CET
Una vera e propria cascata sotterranea che, passando per Fukushima, ne trascina in mare i detriti radioattivi. La fuga d’acqua contaminata dalla centrale giapponese, due anni fa colpita dallo tsunami, si arricchisce di nuovi particolari. Un video diffuso dal gestore Tepco rivela il transito di un corso d’acqua proprio sotto il reattore numero 1. Finora si è tentato di contenere i danni, ma limitarsi ad aspirarla si è rivelata una battaglia persa in partenza. In totale, le stime rivelano già la presenza di 400.000 tonnellate d’acqua contaminata da sostanze radioattive. Almeno 300 se ne riversano ogni giorno nel sottosuolo, per poi confluire nell’Oceano. Con l’annuncio alle porte del paese che ospiterà i Giochi Olimpici del 2020, il governo si è affrettato ad allentare i cordoni della borsa e a promettere un pronto intervento.
Appena pochi giorni fa, l’annuncio che una cifra pari ad oltre 35 milioni di euro sarà destinata alla costruzione di una “gabbia di ghiaccio”. Dei condotti d’acciaio pomperanno cioè un liquido refrigerante a 30 metri di profondità, ghiacciando così il suolo sottostante al reattore e isolandolo dai corsi d’acqua. Il via ai test è atteso non prima della metà di ottobre. I costi per la sola sperimentazione sono stimati all’equivalente di quasi 10 milioni di euro. Perché si passi alla fase operativa bisognerà però attendere fino a marzo 2015. Sul totale dell’operazione – per circa un terzo finanziata dalla Tepco che gestisce l’impianto – il governo ha approvato un contributo pari a quasi 250 milioni di euro. “Finora abbiamo lasciato che Tepco gestisse una buona parte dei lavori – ha detto il Ministro giapponese di economia, industria e commercio, Toshimitsu Moteghi -. D’ora in poi il governo prenderà in carico quelli più urgenti e fornirà il budget necessario. La speranza è che il nostro intervento contribuisca ad accelerare le procedure”. Rassicurazioni governative che precedono di poche ore la bacchettata a Tepco dell’autorità di controllo per l’energia nucleare. Ultimo rimprovero in ordine di tempo, quello di una comunicazione confusa sulla reale dimensione della contaminazione a Fukushima.
LA TEPCO AMMETTE DI AVER DELIBERATAMENTE UTILIZZATO RILEVATORI DI RADIAZIONI CHE FORNISCONO DATI INFERIORI ALLA REALTÀ: LE EMISSIONI RADIOATTIVE SONO STATE BEN PIÙ ALTE DI QUANTO DICHIARATO
fonte http://www.naturalnews.com/041881_fukushima_radiation_leaks_deception.html