Amianto al Comunale, chiesto rinvio a giudizio per l’ex sovrintendente
Giorgio Vidusso, 88 anni, accusato di lesioni colpose gravissime
di MASSIMO MUGNAINI
La Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio di Giorgio Vidusso, 88 anni, sovrintendente del Teatro Comunale e di quello della Pergola dal 1986 al 1990. Lesioni colpose gravissime l’accusa che gli contesta il pm Filippo Focardi, sulla base di una denuncia del 2012 in cui un ex dipendente del Comunale, oggi 73enne, chiedeva di verificare le responsabilità dell’ente all’epoca presieduto dal musicologo triestino in merito alle gravissime malattie polmonari contratte lavorando a contatto con l’amianto di cui erano ricoperte, in particolare, la centrale termica, i bagni, le caldaie e i centralini del teatro del Maggio. Vidusso è difeso dall’avvocato Marco Bianca del foro di Trieste.
Nella denuncia dell’ex dipendente afflitto da asbestosi (una patologia respiratoria legata appunto all’aspirazione di fibre di amianto) sono citati anche i casi di altri tre colleghi del Comunale che si sarebbero ammalati per lo stesso motivo. Uno di questi denunciò già nel 2001 di essere stato colpito da adenocarcinoma sul posto di lavoro: il procedimento venne però archiviato e l’uomo è morto alcuni anni fa. Gli altri due hanno intenzione di costituirsi parti lese qualora Vidusso venga rinviato a giudizio. “Nessuno ci ha mai avvertito della pericolosità del materiale con cui venivamo quotidianamente a contatto, né siamo stati forniti delle strumentazioni per limitarne i danni da esposizione tranne che nell’ultimo anno in cui lavorai, il 1988”. L’amianto venne rimosso dai due teatri a fine anni ’90 quando l’ex dipendente, assistito dagli avvocati Mattia Alfano e Simone Ferradini, era già in pensione.
La Repubblica di firenze 24 aprille 14.
Comunicato stampa delComitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
AMIANTO: PROCESSO DIRIGENTI PIRELLI
Morti per amianto alla Pirelli: al via il 2° processo
Ammesso come parte civile il nostro Comitato: ci viene riconosciuta la legittimità fra i malumori dei difensori degli imputati che avevano chiesto l’esclusione di tutte le parti civili – e in particolare del nostro Comitato – e subito comincia la compravendita.
Oggi il Giudice dott.sa Annamaria Gatto si è pronunciata sulle costituzioni delle parti civili respingendo le motivazioni degli avvocati dei dirigenti Pirelli, legittimando e facendo entrare nel processo tutte le parti civili.
Dopo l’unificazione dei processi 2 e 3 in un unico procedimento contro 10 dirigenti della Pirelli – imputati di omicidio colposo e lesioni gravi di decine di lavoratorimorti per mesotelioma pleurico o che si sono ammalati di tumore – il dibattimento può cosi entrare nel vivo. Per l’accusa i dirigenti sapevano che l’amianto avrebbe causato danni agli operai, ma nulla hanno fatto per impedire che lavoratori che hanno lavorato negli anni ’80 negli stabilimenti della Pirelli a Milano in viale Sarca o in via Ripamonti si ammalassero e morissero.
Nel processo si sono costituiti parte civile la Regione Lombardia, l’ASL, la Camera del Lavoro Metropolitana e, difesi dall’avvocato Laura Mara, Medicina Democratica, l’Associazione Italiana Esposti Amianto e il Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, tutti riconosciuti.
Prima della lettura dell’ordinanza, l’Inail è stata la prima istituzione a comunicare al giudice di aver raggiunto un accordo e di ritirare la costituzione di parte civile
Dopo la lettura dell’ordinanza che ammetteva tutte le parti civili, gli avvocati difensori dei dirigenti Pirelli hanno comunicato al giudice di aver aperto trattative con alcune parti lese e parti civili per risarcirle e farle uscire dal processo.
La cosa singolare è che tra i 10 rinviati a giudizio degli ex componenti delC.d.A. della Pirelli c’è anche Piero Sierra, presidente dell’AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, insieme a ex amministratori che si sono succeduti dal 1979 al 1988. AIRC pare non si renda conto dell’assurdità di avere come presidente una persona imputata della morte sul lavoro proprio per cancro di decine di lavoratori.
Anche se la Pirelli ha già cominciato a spendere milioni di euro per risarcire le parti offese o quelle civili e farle così uscire dal processo, le associazioni Medicina Democratica, l’Associazione Italiana Esposti Amianto, e il nostro Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, che da sempre lottano contro chi vuole monetizzare la salute e della vita umana, non accetteranno alcun risarcimento ma si batteranno fino alla fine del processo esigendo, nel caso fossero ritenuti colpevoli, una severa condanna dei dirigenti che serva da monito per il futuro.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
e-mail:cip.mi@inwind.it http://comitatodifesasalutessg.jimdo.com
Sesto San Giovanni, 6 maggio 2014 per contatti cell. 3357850799