Vogliono farci la festa!
Oggi c'è una grande confusione, troppi sono i soggetti che lavorano per cambiare le leggi che riguardano lo spettacolo, in tutto questo traspare un progetto preciso e l'incompetenza di legislatori e dirigenti, in una gara che rischia di creare danni irreparabili al settore.
Sono la legge Quadro per lo Spettacolo dal Vivo di Barbareschi–Carlucci- De Biasi. La Bondi al Senato, sulla riforma delle Fondazioni Liriche pronta a essere approvata in parlamento. Tutino e l'Anfols con i Sovrintendenti che vogliono la determinazione degli organici e la flessibilità del lavoro.
La strada si riduce a tagli e la riforma del FUS che va a smantellare e precarizzare ulteriormente il settore.
Dall'opposizione sindacati confederali e politici sono assenti per la tutela delle modifiche che sì, sono necessarie, ma non vengono monitorate dagli stessi per un reale miglioramento e funzionalità dello spettacolo che garantisca del bene pubblico.
In questo contesto si promuove il distacco della Scala dalle altre fondazioni con la scusa del “Teatro Nazionale” isolandoci dal resto dei lavoratori dei teatri lirici italiani. Per non parlare della brutta fine che verrebbe riservata agli altri teatri lirici e di prosa regionaizzati e lasciati in mano a privati che pensano solo a loro profitto.
Noi che alla Scala siamo tra i promotori delle cause per la stabiizzazionene dei lavoratori precari, diciamo No a questo progetto omicida del governo Berlusconi che ha come intenzione dismettere la lirica e la cultura dagli interessi di Stato. La cultura fa paura. Ieri bruciavano libri. Oggi vogliono chiudere i teatri. Insieme al pubblico e i lavoratori del teatro resistiamo e lo impediamo perché:
Il teatro è il sale
della democrazia
cub scala/autorganizzati dello spettacolo.
Le”grandi riforme “della cultura:-La legge Quadro per lo Spettacolo dal Vivo di Barbareschi–Carlucci-De Biasi.( pdl +pd)) -La riforma Bondi( il poeta ministro) sulle fondazioni liriche.-Che dire :Un quadro desolante di incompetenza bipartisan sulla quale spicca la comune volontà di Tagliare il FUS , smantellare e precarizzare ulteriormente il settore. un lavoratore della cub
Commento by anonimo — 29 Marzo 2010 @ 07:16
La protesta | Un fiore per la "morte" del teatro | FOTO | VIDEO
Pubblicato da Savino Gallo | sabato 27 mar alle ore 16:32
ROMA – La giornata era di quelle in cui, più che altro, avresti dovuto pensare a festeggiare. Festeggiare il teatro, di cui oggi si celebra, per la prima volta anche in Italia, la “giornata mondiale”. Ma loro, attori, danzatori, costumisti, sceneggiatori ecc., non avevano alcuna voglia di festeggiare.
I tagli imposti dal Governo al F.U.S. (il fondo unico per lo spettacolo), stanno mettendo seriamente a rischio la loro sopravvivenza e quella delle compagnie (specie le più piccole e giovani) di cui fanno parte. E così, questa mattina hanno deciso di ritrovarsi davanti al Teatro Argentina, ognuno con un fiore tra le mani da deporre alla “memoria del teatro che fu”.
Perché “ad oggi – si legge nel documento che hanno distribuito – l’ammontare dei finanziamenti al settore è pari allo 0,2% del Pil, ovvero tra i più bassi d’Europa”. Perché “i tagli attuati dal Governo sono pari al 40% del totale”. Perché “in Parlamento è ancora in discussione una legge quadro su teatro e spettacoli dal vivo che si attende da 50 anni”.
E allora, proprio oggi che si celebra la “giornata mondiale del teatro”, loro parlano della sua "morte", chiedendosi “come si possa festeggiare il teatro se coloro che lo animano non sono considerati il bene primario da tutelare”. Una domanda che suona più che legittima.
Commento by anonimo — 29 Marzo 2010 @ 19:46
La protesta | Un fiore per la "morte" del teatro | FOTO | VIDEO
Pubblicato da Savino Gallo | sabato 27 mar alle ore 16:32
ROMA – La giornata era di quelle in cui, più che altro, avresti dovuto pensare a festeggiare. Festeggiare il teatro, di cui oggi si celebra, per la prima volta anche in Italia, la “giornata mondiale”. Ma loro, attori, danzatori, costumisti, sceneggiatori ecc., non avevano alcuna voglia di festeggiare.
I tagli imposti dal Governo al F.U.S. (il fondo unico per lo spettacolo), stanno mettendo seriamente a rischio la loro sopravvivenza e quella delle compagnie (specie le più piccole e giovani) di cui fanno parte. E così, questa mattina hanno deciso di ritrovarsi davanti al Teatro Argentina, ognuno con un fiore tra le mani da deporre alla “memoria del teatro che fu”.
Perché “ad oggi – si legge nel documento che hanno distribuito – l’ammontare dei finanziamenti al settore è pari allo 0,2% del Pil, ovvero tra i più bassi d’Europa”. Perché “i tagli attuati dal Governo sono pari al 40% del totale”. Perché “in Parlamento è ancora in discussione una legge quadro su teatro e spettacoli dal vivo che si attende da 50 anni”.
E allora, proprio oggi che si celebra la “giornata mondiale del teatro”, loro parlano della sua "morte", chiedendosi “come si possa festeggiare il teatro se coloro che lo animano non sono considerati il bene primario da tutelare”. Una domanda che suona più che legittima.
Commento by anonimo — 29 Marzo 2010 @ 19:46
Movimento "SOGNO"
Ciao a tutti,si ricorda che è stata fissata una riunione di movimento SOGNO e Zeropuntotre per lunedi 29 marzo alle ore 16.00 presso il Teatro della Contraddizione (Via Privata della Braida, 6 – 20122 Milano – tel. 02 5462155): ci sarà modo di aggiornarsi sugli sviluppi delle azioni degli ultimi giorni e di fare quindi il punto sul prosieguo del nostro lavoro. Speriamo possiate essere tutti presenti, anche al fine di 'guardarci in faccia' e capire 'chi e quanti' siamo, per ripartire.In allegato vi mando l'ultima bozza della Legge Quadro sullo Spettacolo, da cui partiremo nei prossimi incontri per il lavoro di approfondimento e di confronto ed il comunicato unificato.
Commento by anonimo — 29 Marzo 2010 @ 20:36
Movimento "SOGNO"
Ciao a tutti,si ricorda che è stata fissata una riunione di movimento SOGNO e Zeropuntotre per lunedi 29 marzo alle ore 16.00 presso il Teatro della Contraddizione (Via Privata della Braida, 6 – 20122 Milano – tel. 02 5462155): ci sarà modo di aggiornarsi sugli sviluppi delle azioni degli ultimi giorni e di fare quindi il punto sul prosieguo del nostro lavoro. Speriamo possiate essere tutti presenti, anche al fine di 'guardarci in faccia' e capire 'chi e quanti' siamo, per ripartire.In allegato vi mando l'ultima bozza della Legge Quadro sullo Spettacolo, da cui partiremo nei prossimi incontri per il lavoro di approfondimento e di confronto ed il comunicato unificato.
Commento by anonimo — 29 Marzo 2010 @ 20:36
Musica: 'prendi i soldi e scappa' dicono gli artisti stranieri dell'ItaliaTORINO – 12 APRILE – ''Nel teatro italiano si vuole annullare un'antica tradizione che assegnava a ciascuno il proprio mestiere: il regista deve fare il regista, il direttore d'orchestra deve fare il direttore d'orchestra e via dicendo. Gli artisti stranieri che vengono in Italia a lavorare, dei nostri teatri dicono: 'get money and run', prendi i soldi e scappa''. Lo afferma all'Adnkronos il regista franco-italiano Denis Krief (foto), che ha firmato regia, scene, costumi e luci della 'Luisa Miller' di Giuseppe Verdi che va in scena mercoledì al Teatro Regio di Torino.Krief, con la sua solita verve, punta il dito contro quella che definisce ''pseudocreatività'', dilagante a suo dire nei teatri italiani e responsabile del declino degli spettacoli lirici in Italia che, secondo il regista, fino a qualche anno fa era custode della più grande tradizione nel campo degli allestimenti lirici.''Il teatro italiano – spiega – si basa sulla straordinaria tradizione artigianale di questo Paese. In passato c'erano le grandi scuole del San Carlo di Napoli e della Fenice di Venezia, i cui laboratori hanno prodotto allestimenti storici. Poi sono arrivate Spoleto e Pesaro, da dove ancora oggi escono fior di macchinisti, scenografi, tecnici delle luci, arredatori, falegnami e in genere 'artigiani' del palcoscenico. Eppure si vuole rinunciare a questa tradizione in nome di una pseudocreatività che anzichè valorizzata andrebbe messa nel pattume della memoria''.Krief da sempre nel suo teatro usa riferimenti colti con la ferma convinzione che ''il teatro d'opera sia colto e che il regista sia un responsabile culturale''. ''E la cultura – ripete – si fa nel segno della tradizione, non dell'improvvisazione. Se una signora vuole arredare la propria casa mettendo un divano verde a pois rosa è libera di farlo. Ma il teatro non si può fare così, senza regole e a caso, perchè di mezzo ci sono i soldi pubblici''.
Commento by anonimo — 12 Aprile 2010 @ 20:30
Commento by chatnaphyma — 22 Febbraio 2011 @ 08:05
Commento by chatnaphyma — 22 Febbraio 2011 @ 08:05