La Cub del Teatro alla Scala ringrazia le/i compagne/i venute/i dai teatri di Genova, Bologna, Roma e da quelle tante realtà dello spettacolo richiamate dall'appello di manifestare in piazza e per creare un coordinamento dal basso aperto a tutti. Un coordinamento promosso e avviato con estusiasmo da alcuni settori della cultura rappresentati dalla scuola, ricerca, spettacolo, lirica, prosa e cinema.
Dai microfoni amplficati ci si è presa la responsabilità di minacciare il boicottaggio della prima se le forze dell'ordine non avessero fermato immediatemente le cariche improvvise e inaudite che si stavano estendendo a tutta la piazza. Il nostro appello per fortuna o per coincidenza è stato accolto e la calma è ritornata .
Ben presto, le ragioni della protesta, che vedeva forte, unanime e determinato il coro contro i tagli alla cultura e contro la" sanatoria truffa" che condanna al lavoro nero migliaia di onesti lavoratori migranti, ha ritrovato vigore e un insolito trait d'union con la sala del Piermarini, quando di lì a poco, la lettura del maestro Barenboim dell'articolo 9 della Costituzione, insieme alla sua dichiarazione: " è ridicolo pensare che con questi tagli si possano risolvere i problemi dell'economia", hanno ricevuto il tripudio del loggione, del presidente della repubblica e provocato quell'enorme effetto mediatico.
Questa bella giornata di lotta rischia però di essere l'ennesimo appello nel vuoto e destinato all'oblio se non avvengono prese di posizione e impegni scritti della politica per un sostegno pubblico certo.
L' assegno simbolico di Napolitano intestato a Cultura, Istruzioni e Liberi Saperi,firmato e offerto il giorno dopo in Brera agli studenti dell'accademia, rischia di finire annoverato tra i gesti della mimica del "teatrino della politica "
se non si trasforma in atti concreti e assegni veri.
Quel ghestus diverrebbe per il presidente la nemesi del "degrado delle istituzioni che procede inesorabile nel calpestare i principi della costituzione repubblicana "contro il quale egli si batte, denuncia e condanna quotidianamente.
Un surreale paradosso, probabilmente indegno anche per il teatro dell'assurdo.
Servizio di Silvia Tagliabue.
Presidio della Confederazione Unitaria di Base – CUB e dei Sindacati di Base in concomitanza con la prima del Teatro a… altro Servizio di Silvia Tagliabue.
Presidio della Confederazione Unitaria di Base – CUB e dei Sindacati di Base in concomitanza con la prima del Teatro alla Scala di Milano.
Le voci degli studenti, dei lavoratori dello spattacolo, dei Teatri Lirici e di Prosa italiani, degli immigrati in lotta per il permesso di soggiorno, dei ricercatori e degli insegnanti precari. Uniti contro la crisi e le riforme Bondi e Gelmini, contro i tagli alla cultura, alla scuola che negano il futuro e i diritti.
Ecco il video delle proteste in occasione della Prima alla Scala, di cui telegiornali e giornali tendono a riportare solo il momento di tensione e scontri con la Polizia. Ci tenevamo a dirvi che non è andata esattamente così. Il video è stato realizzato da Alberto Sansone. Erica Picco Paolo Sala Filippo Rocco
vedi video
Video per non solo scontri piazza scala
LoSgamato – Non solo scontri alla protesta in … 14 min – 8 dic 2010 |
OCCUPIAMOCI | Incontro pubblico dei 100autori a Milano
Martedì 14 dicembre ore 17
Incontro pubblico del mondo dell'audiovisivo milanese e lombardo
(ASCA) – Roma, 7 dic – ''Visto il livello al quale siamo giunti, forse la prossima polemica che dobbiamo aspettarci è nei confronti della conferenza dei capigruppo del Senato che si è permessa di calendarizzare il voto della legge di stabilità in concomitanza con la prima della Scala. Un vero peccato che il sovrintendente Lissner si sia lasciato sfuggire questa preziosa occasione per ringraziare il ministro e senatore Sandro Bondi per aver contribuito ad approvare una legge che tiene in ordine i conti del Paese, premessa obbligata per far ripartire lo sviluppo e assicurare il finanziamento di ogni attività, ivi comprese quelle culturali che al sovrintendente Lissner dovrebbero stare particolarmente a cuore''. Lo dichiara Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato.
Commento by anonimo — 10 Dicembre 2010 @ 10:48
Chi ha pagato Barenboim
Orso Di Pietra | "L'Opinione" | 10.12.2010
Ha scritto giustamente Beppe Severgnini che alla prima della Scala “un argentino-israeliano nato da genitori russi, prima di dirigere l’opera di un tedesco, in un teatro gestito da un francese di madre ungherese e voluto da una austriaca”, ha letto “la Costituzione italiana” .
E questo “argentino-israeliano nato da genitori russi, prima di dirigere l’opera di un tedesco, in un teatro gestito da un francese di madre ungherese e voluto da una austriaca”, ha letto l’art. 9 della Carta Costituzionale per protestare contro i tagli alla cultura imposti dal governo.
Severgnini avrebbe dovuto aggiungere, però, che “l’argentino-israeliano nato da genitori russi” ha poi diretto “l’opera di un tedesco in un teatro gestito da un francese di madre ungherese” ed è stato ben pagato in buona parte con i soldi dei contribuenti italiani.
Della serie: cornuti e mazziati!
Commento by anonimo — 10 Dicembre 2010 @ 10:51
dal sito del quotidiano online Affaritaliani:
Ascoltiamo l'Europa, fermiamo la spesa pubblica, ma piano coi tagli
I tagli alla spesa pubblica vanno fatti. Lo vuole l'Europa. Ma bisogna evitare i tagli alla cultura, settore strategico(e la Scala poi, non sia mai, con tutte quelle sciure cotonate e cumenda con il frac, così sensibili al grido patriottico di Barenboim e Lissner, così commossi e generosi nel metter mano al portafoglio). Niente tagli per la scuola, primaria e secondaria, perchè lì si forma la classe dirigente. E vieppiù niente tagli per l'Università, sennò saliamo tutti sui tetti perchè la formazione è l'asset chiave del futuro di un Paese..
Niente tagli per i giornali, di partito e non, chè c'è in ballo il pluralismo. E giù le forbici dagli stipendi della pubblica aministrazione, linfa vitale e colonna vertebrale dell'efficienza complessiva del sistema. Via la mannaia dei tagli dalla giustizia (intercettazioni telefoniche, stipendi ai magistrati e quant'altro). E quelli per la sicurezza (auto della polizia, fotocopie, personale).Via la mannaia dai denari per la sanità e l'edilizia ospedaliera, per gli anziani, per la famiglia, vero cardine della stabilità di un Paese. Via i tagli per Napoli, via i tagli per Firenze Capitale (il sindaco rottamatore del Pd Renzi è andato a chiedere una deroga fino ad Arcore), via i tagli per l'Expo a Milano, via i tagli per il Sud…
D'accordo che bisogna dire basta con questi sforamenti del debito pubblico e mettere la spesa sotto controllo…Ok, acquisiamo finalmente i comportamenti virtuosi di uno Stato moderno e trasparente, come l'Unione Europea richiede e auspica. Ma per favore, tutti questi tagli indiscriminati…dai, lascia perdere.
Commento by anonimo — 10 Dicembre 2010 @ 10:57
Comunale, l'ormai ex Tutino avverte
"Bisogna ridurre il personale"
La repubblica.it bologna
Un messaggio al suo successore: con i tagli al Fus e i problemi eocnomici della Fondazione, occorre "adottare da subito gli strumenti degli ammortizzatori sociali"
Ridurre il personale. E' questo il messaggio che Marco Tutino lascia al suo successore, alla soprintendenza del Comunale, he deve fare i conti, è proprio il cason di dirlo, con i problemi economici della Fondazione e il calo del Fondo unico per lo spettacolo (nel 2011 arriveranno 7,7 milioni contro i 15 del 2009).
"Adottare da subito gli strumenti degli ammortizzatori sociali, cioé in primo luogo i contratti di solidarietà e i prepensionamenti, consentendo quindi il ridimensionamento degli organici e la riduzione dell'impatto del costo del lavoro di almeno il 40%". Poi, "é fondamentale" concertare "l'attività lirica a livello regionale, prevedendo interventi e servizi centralizzati", per "ottimizzare il costo del personale comune a tempo indeterminato in una logica di sistema e coinvolgendo i soggetti privati". Misure drastiche, lo riconosce Tutino per primo: "I cambiamenti e le soluzioni da adottare sono necessariamente accompagnati da forti conflittualità, che possono facilmente assumere espressioni drammatiche ed estreme". (fonte: Dire)
Commento by anonimo — 10 Dicembre 2010 @ 21:27
Il suggerimento di Tutino è un pensiero di quasi tutti i sovrintendenti delle Fondazioni liriche Sinfoniche.
Rivelliamoci !
No ai contratti di solidarietà in cambio delle liste degli esuberi ( nominativi dei lavoratori che dopo 2 anni di un bilancio non ancora negativo, verranno licenziati)
Commento by anonimo — 10 Dicembre 2010 @ 21:34
Contratti di solidarietà e esuberi? Fuori dai teatri tutti quelli che prendono più di 50000 lordi l'anno, e vedrete come si farà presto a risanare i bilanci. Vergogna!!!!!
Commento by anonimo — 10 Dicembre 2010 @ 22:37
#6. Vuoi un teatro con il 60% di tecnici in meno? 50000 euro all'anno, in pacoscenico, li prende uno sfigato di 3b….
Commento by anonimo — 11 Dicembre 2010 @ 07:22
Parli della Scala,forse?
Commento by anonimo — 11 Dicembre 2010 @ 10:35
Minchia, se sei della scala state benissimo allora: io 50000 lordi li prendo in due anni con 15 di anzianità. Sti cazzi!
Commento by anonimo — 11 Dicembre 2010 @ 14:21
Prendi???
Ma che prendi che qua va tutto in bancarotta!
Lascia perdere La Scala loro il culo ce l'anno salvo. Non te.
Vuoi la soluzione? Chiedi pure ai tuoi amici tecnici di Genova. Loro per salvarsi il LORO didietro hanno votato per il licenziamento dei loro stessi colleghi tra 2 anni.
Commento by anonimo — 11 Dicembre 2010 @ 14:58
Errore di ortografia :
ce l'hanno.
Scusate
Commento by anonimo — 11 Dicembre 2010 @ 14:59
Non sono sicuro che abbiano salvato il didietro: al momento la cosa certa è che si sono addossati la responsabilità di non far più lavorare i loro colleghi di reparto aggiunti. Io credevo che fossero più coesi, invece evidentemente la notte riescono a dormire benissimo comunque.
Quindi più che salvare il culo come dici, che si vedrà tra due anni (e forse meno, visto che qui si parla di cancellare anche la stagione 2011), per il momento hanno sicuramente pensato esclusivamente al culo proprio.
Commento by anonimo — 11 Dicembre 2010 @ 15:24
Ma nessuno scaligero si fa avanti e mette in bellavista la propria dichiarazione dei redditi, neanche i più esagitati, i militanti, quelli duri e puri?
Quando verranno a parlarvi di rivoluzione chiedetegli prima quanto guadagnano…..
Commento by anonimo — 11 Dicembre 2010 @ 17:03
Più o meno si quanto guadagnano i funzionari A e B ed aspiranti tali a Genova, e tanto mi basta.
Commento by anonimo — 11 Dicembre 2010 @ 18:42
avete rotto la m…. con la SCALA qui si lavora anche di notte
Commento by anonimo — 11 Dicembre 2010 @ 21:20
Qua la notte si batte, di giorno anche di più
Commento by anonimo — 11 Dicembre 2010 @ 21:52
lo sapevamo
Commento by anonimo — 11 Dicembre 2010 @ 22:13
Ci vorrebbe un video sul duro lavoro notturno alla Scala pagato con maggiorazione del 100%. Il problema non è tanto dei sindacati e dei lavoratori dei reparti più forti che si sono battuti per ottenere condizioni di miglior favore quanto di quei dirigenti che hanno concesso di tutto e di più per consolidare le proprie posizioni utilizzando le risorse pubbliche.
Per i sindacati era come infilare il coltello nel burro……..
Commento by anonimo — 12 Dicembre 2010 @ 07:35
per il 18 e gli altri che poi è sempre lo stesso che butta merda sui lavoratori scalgeri al solo scopo di divederli dai meno fortunati:
un 3b di 4 scatti guadagna 33 000 lordi l'anno.
di notte si guadagna 55€ lordi in più per stare dalle 00.00 alle 6.00
è il momento del montaggio e smontaggio . quello dove più ci si fa il mazzo . ma siete giornalisti della pagina di milanese del "giornale"o della" repubblica" di genova , ripsettivamente di berlusca e garrone? i nostri più acerrimi nemici.
Commento by anonimo — 12 Dicembre 2010 @ 09:20
Dovrebbero leggervi quelli della redazione di Primocanale di Genova, detta teleGarrone, così forse la smetteranno di additare come privilegiato i lavoratori del Carlo Felice.
Commento by anonimo — 12 Dicembre 2010 @ 14:45
visto che lavorate meno di un terzo di noi forse lo siete . buon lavoro genovesi
Commento by anonimo — 12 Dicembre 2010 @ 17:57
fate il paragone con altri teatri…..non con noi scaligeri
Commento by anonimo — 12 Dicembre 2010 @ 18:01
Il Giorno
"Barenboim
che sgarbo"
Critiche per l'appello
alla Prima della Scala
di Rossella Minotti
Milano, 12 dicembre 2010 – Il popolo della Prima scaligera, che ha accolto inizialmente con stupore il messaggio di Daniel Barenboim letto il 7 dicembre, ha lentamente sostituito alla sorpresa la perplessità. L’appello rivolto al Capo dello Stato, che citava l’articolo 9 della Costituzione, era in sostanza una plateale protesta per i tagli alla Cultura, che riecheggiava in teatro la contestazione esterna di studenti e centri sociali.
Elegantemente contrariato lo stilista Lorenzo Riva: «Al momento pensavo fosse un accenno di saluto, poi mi sono accorto che si trattava di un’uscita politica. Sinceramente non mi ha colpito. E poi, insomma, anche questi tagli alla Cultura, andiamo sempre a cercare polemiche a ogni costo…».
Addirittura furiosa la contessa Marta Marzotto, che non ha digerito nemmeno la scelta di Wagner: «Troppi stranieri nella nostra Scala. Non c’era un nome italiano in quest’opera, nemmeno un costumista. Tutti soldi buttati. E quelle parole di Barenboim, ma come si permette? Che vada al suo paese a dire quelle cose. Poi in fondo da qualche parte bisogna tagliare. Dissento nella maniera più totale. Un’offesa al presidente Napolitano? Non direi proprio, era tutto contento e gli ha dato pure ragione».
Mario Boselli, presidente della Camera della Moda: «Barenboim ha detto delle cose che condividiamo un po’ tutti, l’ho trovato però sopra le righe. Intendiamoci, se lo meritano anche, i politici, ma se si deve fare un discorso serio bisogna metterlo nel contesto della stuazione: nelle economie, e parlo al plurale, non solo di quella italiana, ci sta che in un momento di difficoltà ci siano meno risorse, l’importante è che non si perda l’obiettivo di fondo. E visto che il maestro aveva la possibilità di incontrare il presidente Napolitano, se gliel’avesse detto a quattr’occhi avrebbe avuto lo stesso effetto». Anche Samuele Gattegno, vicepresidente di Confindustria, sostanzialmente concorda. «Il concetto è giusto, gli investimenti per la cultura vanno preservati. Ma non mi sembrava il luogo adatto. Non era un messaggio offensivo, perché ha solo citato un pezzo della Costituzione e l’ha fatto con garbo, ma al presidente poteva mandargli due righe e dirgli la stessa cosa».
Perfino la barricadera stilista Lella Curiel ammette: «Certo Barenboim poteva fare a meno. Non è stata una cosa poco riguardosa, capisco che il problema esiste, e forse esprimendolo davanti a Napolitano ha sollecitato qualcosa che ci deve essere. Ma non era la sede adatta. Certo poi ci ha ripagato con quest’opera eccelsa sotto ogni punto di vista: voci, scenografia, regia, tutto». Unica voce fuori dal coro quella di Gabriella Dompè, moglie del presidente di Farmindustria: «Daniel Barenboim è un personaggio fuori dagli schemi, uno che prende posizioni. E certo non ho visto il suo messaggio come una critica o un’offesa al presidente della Repubblica. Anche perché si percepiva che quella sera Napolitano era una figura molto amata. Ho visto persone accanto a me piangere all’esecuzione dell’Inno nazionale, e non lo vedevo da tempo. Non è certo stata un’aggressione, semplicemente una critica benevola, un modo di sottolineare che noi siamo un paese che vive di cultura, turismo e moda. E invece proprio questi settori non sono molto considerati né sovvenzionati».
Commento by anonimo — 12 Dicembre 2010 @ 19:15
PARENTOPOLI alla SCALA. quando?
Commento by anonimo — 13 Dicembre 2010 @ 12:04
siete riusciti a far vincere berlusconi…..braviiiiii
Commento by anonimo — 14 Dicembre 2010 @ 15:32
w il bunga bunga
bunga bunga alla sca-la
bunga bunga alla le-ga
i CdS da Genova
a tutta l'Ita-lia
Commento by anonimo — 14 Dicembre 2010 @ 20:06
Avete rotto il cazzo voi di Genova, li avete voluti i CdS? Cazzi vostri, così imparate a tirare fuori le palle invece di andare treme-Bondi ai tavoli di trattativa e al primo buh vi riempite le mutande.
Ese vi lamentate di Cgil Cisl e UIl, al momento decisico dove eravate? A fare bla bla bla, minacciare ricorsi, Tar, scioperi, occupazioni e poi alla fine non siete in grado di fare niente di niete.
Tutti chiacchiere e basta. E "mugugno" come dite voi, sempre a piangervi addosso e aspettare che arrivi qualche salvatore della patria dalle nubi a salvarvi il culo.
Sulla Scala non contate, ce ne sbattiamo le palle di voi; il nostro appoggio va a quelli che almeno alzano il culo per fare qualcosa non le vuvuzelas e il folclore.
Bye, se non siete in grado cambiate mestiere.
Non è un caso se in Italia siete una città di serie B.
Commento by anonimo — 14 Dicembre 2010 @ 20:25
Deliri di un orchestrale imbolsito……..
Commento by anonimo — 15 Dicembre 2010 @ 06:03
I lavoratori della scala si dissociano dalle affermazioni farneticanti e deliranti del 27 . Si scusano coi fratelli genovesi se esiste qualche provocatore del genere sul blog che sicuramente non ha mai lavorato in teatro .Non sa cosa è il teatro e l'etica e lo spirito di fratellanza inossidabile tra teatranti .
Commento by AutoOrgScala — 15 Dicembre 2010 @ 21:18
Grazie Cub n° 29 per l'intervento, ma le scuse non sono necessarie: si qualifica da sè ed anzi serve a fare pubblicità favorevole.
Per cui grazie anche a lui/lei dai lavoratori di Genova
Commento by anonimo — 16 Dicembre 2010 @ 10:53
l'imbecillità non ha patria nè confini
Commento by anonimo — 16 Dicembre 2010 @ 17:51
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