Biglietti per la Scala, Pisapia dice "basta con lo scandalo"
Coro di proteste per i tagliandi introvabili e rivenduti a prezzi folli sui siti stranieri. "Tradito
lo spirito del teatro", dice il sindaco". Il sovrintendente Lissner: "Non abbiamo alcuna colpa"
di TERESA MONESTIROLI
Il commento di politici e melomani è unanime. Tutti parlano di «operazione scandalosa» e chiedono «più controlli e più trasparenza». Il primo a condannare il malcostume della vendita online a prezzi gonfiati dei biglietti della Scala è Giuliano Pisapia, che è anche presidente della Fondazione del teatro milanese. Il caso denunciato da Repubblica riguarda prima di tutto, ma non solo, i ticket (esauriti) per il Don Giovanni di Mozart diretto da Barenboim, scomparsi in pochi minuti e ricomparsi su portali stranieri a prezzo doppio. Una prassi che, lamentano i melomani, si ripete per ogni rappresentazione.
Lo scandalo dei biglietti per la Scala
«Sono molto colpito — commenta il sindaco — Bisogna individuare strumenti perché tutto ciò non succeda più in futuro». Ma oltre a chiedere un giro di vite sulle vendite — il trucco del predatore informatico lascia centinaia di appassionati a bocca asciutta — Pisapia lancia «un messaggio di civismo»: «Tutti devono ribellarsi di fronte a queste situazioni — dice — perché anche chi acquista, e non solo chi vende, i biglietti in questa maniera tradisce lo spirito della Scala e quello che Milano vuole diffondere nel mondo attraverso questo teatro».
Posizione condivisa
dal sovrintendente scaligero Stéphane Lissner, in trasferta a Mosca, che difende l’istituzione: «Ha ragione Pisapia: chi compra i biglietti in questo modo fa un danno a Milano. Il teatro non ha alcuna responsabilità: la vendita dei biglietti avviene in totale trasparenza e il suo iter viene monitorato continuamente». Eppure il fenomeno c’è. Il 7 novembre, in pochi secondi, i biglietti che il teatro aveva messo a disposizione del pubblico per le repliche dell’opera in programma dal 7 al 28 dicembre sono spariti. Poche ore dopo gli stessi sono ricomparsi, rincarati del 100 per cento, su portali stranieri. «È scandaloso — commenta Claudia Buccellati, melomane e grande frequentatrice della Scala — Il fenomeno è da combattere, anche se temo sia diffuso in tutti i grandi teatri del mondo. Non so come si possa fermare questa vendita parallela, certo non si può bloccare la distribuzione online perché Internet è uno struento
il sovrintendente sa bene quali sono i canali interni che forniscono il bagarinaggio solo che preferiscie punire i poveri cristi invece dei veri responsabili.ci sono dipendenti che hanno fatto i milioni con i biglietti scala e la finanza lo sa vero sovrintendende?.
Commento by anonimo — 13 Novembre 2011 @ 13:45
visto che lanci delle accuse, ci puoi specificare chi sono questi lavoratori?
lavorano in quale settore del teatro?
forse in biglietteria ?
chi ha la possibilità di prendere tanti biglietti da rivenderli dopo?
Commento by anonimo — 14 Novembre 2011 @ 00:05
La Scala in tempo di crisi: niente più casta gratis
di Silvia Truzzi
Il Fatto Quotidiano”, 1° nov. 2011
DECISIONE DELLA GIUNTA PISAPIA: I VIP PAGHERANNO IL BIGLIETTO PER LA PRIMA
Casta diva, anzi no: basta casta. La Prima della Scala, simbolo mondiale di opulenza e mondanità, quest’anno sarà all’insegna del rigore. Il sindaco Pisapia ha deciso di diminuire il numero dei privilegiati che di solito entrano a sbafo all’esclusiva soirèe del 7 dicembre. Ciao ciao ai portoghesi di lusso e alle sfilate d’ordinanza col biglietto degli altri. Niente più ingressi gratis per assessori, capigruppo e membri dell’ufficio di presidenza del consiglio comunale. Non solo: Palazzo Marino, che in base a un accordo con il Teatro, come riferisce Repubblica, ha diritto a circa un centinaio di biglietti da inviare alle autorità, sta pensando di metterne una parte in vendita. Come dire ai notabili della Madonnina: se volete venire alla Prima, pagatevi il biglietto. Il che sarebbe un segnale di sostegno agli enti lirici viepiù tagliati, oltre che una dimostrazione di consapevolezza e solidarietà in un periodo di difficoltà economica generale. L’aria per la casta è diventata irrespirabile: basta guardare quanti gruppi – e con che numeri – su Facebook chiedono la riduzione dei parlamentari e dei loro stipendi, delle auto blu e dei pasti “camerali” a prezzi stracciati. E la Prima è per eccellenza un’occasione di raccolta fondi: quale momento migliore per dare il buon esempio?
Lo spettacolo in questione è il Don Giovanni di Mozart (i seduttori sono il nostro forte) diretto da Daniel Barenboim per la regia di Robert Carsen: i biglietti vanno dai 50 euro del loggione ai duemila delle super poltrone. Non ci sarà nemmeno il cenone per vip o pseudo tali che ha animato i Palazzi negli anni della Letizia. Unico evento correlato, a parte le feste private, un party organizzato dal Teatro alla Società del Giardino. Gentilmente offerto dagli sponsor, accoglierà circa duecento invitati. Sembra scontato che nell’annus horribilis della crisi il Comune dia una regolata a se stesso, prima di chiedere sacrifici ai cittadini? Indubbiamente. Ma i precedenti di sfarzi e sprechi nella Milano dell’era Moratti non mancano. Nel 2006 – in scena l’Aida – il neo sindaco invitò 750 ospiti a Palazzo Reale: 40 cuochi, 120 camerieri. Donna Letizia prestò perfino le tovaglie in lino di casa sua. Candele a più non posso, enormi foglie di palma a centro tavola: le cronache riferiscono che c'era pure il sarcofago con la mummia di Aida che l'assessore alla Cultura (Vittorio Sgarbi, e chi sennò?) aveva fatto traslare da Narni. Alla rappresentazione, ma non a cena, andarono l’allora premier Romano Prodi e Angela Merkel, che ancora intratteneva civili rapporti di cortesia con l’Italia. A quei tempi del resto era solo la Cancelliera, non ancora culona e nemmeno il resto. Due anni dopo, nel 2008, la prima metteva in scena il Don Carlo, la Moratti diede una super cena per 850 persone: costo dell’operazione 350 mila euro.
Pisapia è in buona compagnia: domenica il presidente della Repubblica più indaffarato della Storia è andato con la moglie alla Festa del cinema di Roma a vedere L’industriale di Giuliano Montaldo, storia di un imprenditore che cerca di far sopravvivere la sua azienda ai tempi della crisi, senza cedere alla tentazione della scorciatoia sotto forma di tangente. Giorgio e Clio Napolitano si sono pagati il biglietto come una coppia qualsiasi. Per motivi di sicurezza sono entrati dal retro, senza tappeti rossi e cerimonie di sorta. Applausi da più parti per un gesto normale quasi ovunque, piuttosto rivoluzionario alle nostre latitudini. Il presidente è atteso anche alla Scala, dove gli unici due membri della giunta Pisapia invitati saranno il sindaco medesimo e, per competenza, l’assessore alla Cultura Stefano Boeri. Che spiega: “Vogliamo ridurre al minimo i privilegi, senza fare inutile demagogia”. Aspetto importante, ma non l’unica faccia dell’“operazione Scala”: il Comune sta cercando di portare l’opera dentro la città. Il 4 novembre, come di consueto, le prove generali saranno aperte. E poi la Prima, oltre al maxi-schermo di Galleria Vittorio Emanuele, sarà proiettata anche in alcuni teatri di periferia, un modo per far partecipare all’evento tutta Milano. Inclusione è il contrario di privilegio: “Vorremmo che il Don Giovanni diventasse una specie di colonna sonora della città”, spiega ancora Boeri. “Stiamo organizzando un incontro pubblico di Barenboim e un concerto di venti pianoforti con musiche ispirate all’opera di Verdi. Non sappiamo ancora dove, ma dovrebbe essere il 26 novembre”. Chissà se, davanti alla Scala della moderazione, ci saranno le contestazioni di rito.
Commento by anonimo — 14 Novembre 2011 @ 10:12
Alla Scala senza privilegi
I consiglieri comunali milanesi hanno deciso di rinunciare ai biglietti omaggio per la prima della Scala. Gli ingressi gratuiti, circa sessanta, che per tradizione vengono loro riservati ogni anno in occasione dell'appuntamento artistico e mondano che si tiene nel giorno di Sant'Ambrogio verranno messi in vendita e il ricavato sarà devoluto alle popolazioni di Liguria e Toscana colpite dal maltempo.
Se dunque il 7 dicembre vorranno assistere alla prima del "Don Giovanni" mozartiano, i rappresentanti politici di Palazzo Marino dovranno comprarsi i biglietti come tutti gli altri cittadini.
Una piccola notizia – tra tutte quelle disastrose che leggiamo sui giornali in questi ultimi tempi – che fa stare bene, che fa essere contenti di abitare in questa città. Anche perché, questo è un motivo di ulteriore soddisfazione, la decisione è stata votata da tutti i consiglieri, indipendentemente dal loro colore e dal loro credo politico: per una volta non ci sono stati voti contrari e nemmeno un astenuto.
Un semplice voto che ha permesso di cogliere due obiettivi con un unico gesto: la rinuncia a un odioso privilegio e la dimostrazione di come la città di Milano sappia essere solidale con chi si trova in difficoltà.
Grazie dunque ai due consiglieri di maggioranza, Elisabetta Strada e Filippo Barberis, che hanno avanzato la proposta, grazie a tutto il Consiglio che l'ha approvata, grazie alla giunta che ha dato il suo parere favorevole e grazie anche al consigliere radicale Marco Cappato che qualche mese fa aveva per primo sperimentato questo nuovo modo di agire, rinunciando ai biglietti omaggio per il concerto di Vasco Rossi a San Siro (regalandoli a quattro fortunati fan attraverso la sua pagina di Facebook).
Gran bella cosa il vento nuovo…
Commento by anonimo — 14 Novembre 2011 @ 10:22
lll commento
La trasparenza non è all'opera Scandalo dei biglietti dalla Scala risposte insufficienti
ROBERTO RHO
14/11/11
REPUBBLICA MILANO
LA TRASPARENZA NON È ALL'OPERA – SCANDALO DEI BIGLIETTI DALLA SCALA RISPOSTE INSUFFICIENTI
NEI giorni scorsi Repubblica Milano ha pubblicato un'ampia inchiesta sullo scandalo della vendita dei biglietti della Scala. Introvabili per i comuni mortali, giacché la biglietteria virtuale-che si appoggia su un sistema di una società esterna – è l'unico negozio del mondo che non ha praticamente mai merce in vendita. Eppure sempre disponibili per i turisti stranieri che li acquistano, spesso a prezzi moltiplicati, presso le loro agenzie viaggio o le società di bagarinaggio via Internet che ne fanno incetta attraverso un meccanismo che abbiamo spiegato nei dettagli. Risultato: i milanesi, o comunque gli appassionati melomani chevorrebbero godersi l"'onesto privilegio" di assistere, nel loro teatro, alle migliori rappresentazioni di opera e balletto del mondo, non riescono ad accedere alla Scala. E protestano, come dimostrano le molte lettere recapitate alle redazioni milanesi dei giornali e le centinaia di telefonate quotidiane ai centralini del teatro. E bene dire con chiarezza che la risposta dei vertici della Scala a queste proteste è stata, fin qui, insufficiente. Sostenere che il problema non è nuovo, non è una risposta. Dire, come ha fatto il sovrintendente Lissner, che il teatro non ha alcuna responsabilità, perché «la vendita avviene in modo trasparente», non basta. pER diverse ragioni: un sistema in cui dei quasi 2mila posti del teatro circa 1.400 sono sistematicamente indisponibili (meno della metà sono in mano agli abbonati) edei me-nodi 600rimanenti lagran parte finiscenellemani di agenzie norvegesi, russe o francesi che ne fanno incetta con metodi dahacker, èun sistema palesemente inadeguato. Una biglietteria online gestita da oltre vent'anni dallo stesso soggetto, senza che il servizio sia mai stato messo a gara, è un'anomalia inaccettabile (l'unico bando, dei 2010, è finito spiaggiato nelle sabbie del Tar e fin qui la Scala non lo ha rivisto né ripubblicato). *** Gli altri grandi teatri internazionali, che verosimilmente hanno gli stessi problemi, si difendono in maniera più efficace. Alcuni di essi con il metodo dei biglietti nominali: chi acquista deve farlo con nome e cognome e gli stessi nome e cognome devono essere stampati sul biglietto. E il biglietto si ritira solo presentando un documento di identità. E il teatro ha la facoltà di controllare-all'ingresso-se il portatore del biglietto ne è anche il titolare autorizzato. Alla Scala non funziona così, e chi sostiene che anche alla Scala i biglietti sono nominali dice meno di mezza verità: è vero che per acquistare i biglietti online bisogna dichiarare nome e cognome, ma tutto finisce 1. Nessun nome sui biglietti gratuiti o su quelli delle categorie privilegiate, nessun documento, nessuna verifica. Per tutte queste ragioni, chi gestisce il Teatro alla Scala ha il dovere di intervenire. È un problema di trasparenza: la massima istituzione culturale della città ha il dovere di eliminare ogni possibile area grigia, pure se non direttamente dipendente dalla propria volontà. E un problema di amministrazione dei denari pubblici (di cui in larga parte vive la Scala): se i biglietti alla fonte vengono messi in vendita a 100 e finiscono nelle mani di chi assisterà allo spettacolo a200, o peggio, si producono un vantaggio illecito per chi lucra e un danno per il teatro. Ha ragione il sindaco Giuliano Pisapia (che è presidente della Fondazione Scala) a dire che »tutti devono ribellarsi a questa situazione, anche chi acquista», perché anche chi acquista attraverso canali non autorizzati aprezzi moltiplicati »tradisce lo spirito del teatro». Ma se l'acquirente è giapponese o ucraino, l'appello rischia di cadere nel vuoto. Merita solo un accenno, infine, la faciloneria distratta (o peggio) e strafottente di chi – perfino su giornali autorevoli – liquida il tema dei biglietti con il solito " n i ente di nuovo,èsemprestato così". Non ha capito, più probabilmente finge di non capire, che i biglietti in questione non sono i 140 del loggione. Che non si tratta di pochi tagliandi frutto degli spettatori a cui è morto il gatto e disgraziatamente non possono assistere all'opera. E che il problema non è la Prima del 7 dicembre, giacché i biglietti della Prima, se anche disponibili, sono biglietti peri pochi che possono permetterseli. Le migliaia di appassionati pronti anche afare sacrifici perlaseconda, la terza o la decima rappresentazione, e che il biglietto non lo trovano perché finisce all'industriale russo pronto a pagarlo come quello della Prima, meritano rispetto, non sarcasmo a poco prezzo.
Commento by anonimo — 14 Novembre 2011 @ 11:20
novembre – il problema nato durante la trasferta a mosca
Scala, i coristi annunciano uno sciopero
«Non ci hanno pagato lo straordinario»: a rischio il concerto della Filarmonica diretta da Barenboim
mercoledì 16 novembre – il problema nato durante la trasferta a mosca
Scala, i coristi annunciano uno sciopero
«Non ci hanno pagato lo straordinario»: a rischio il concerto della Filarmonica diretta da Barenboim
MILANO – Le organizzazioni sindacali del coro della Scala di Milano, Cgil, Cisl, Uil e Fials hanno proclamato uno sciopero per mercoledì 16 novembre, quando in cartellone è previsto un concerto della Filarmonica diretta da Daniel Barenboim che fa parte della stagione sinfonica del teatro. Il motivo del contendere è la trasferta di domenica scorsa al Bolshoi di Mosca. «È un discorso contrattuale – spiega il corista Maurizio Menegozzo -. Secondo noi la prestazione è andata oltre le 3 ore» e quindi deve essere pagato il prolungamento». I coristi minacciano di «andare per vie legali» se la questione non sarà risolta. C'è tempo fino a domani per trattare, ma non sembra ad ora che ci siano molti spiragli. «Si applica la legge – spiegano dal teatro -. C'è una tabella ministeriale per le tariffe che è allineata i livelli più alti per le trasferte della pubblica amministrazione all'estero». (fonte: Ansa)
Commento by anonimo — 14 Novembre 2011 @ 20:37
L CASO
Il coro ha viaggiato di domenica
e la Scala si ferma per sciopero
Salta il concerto della Filarmonica diretto da Daniel Barenboim. Motivo della protesta:
la richiesta di compenso extra perché il ritorno da Mosca è avvenuto nel giorno festivo
di MARIELLA TANZARELLA
Il coro e l'orchestra della Scala al Bolscioi
Scala, primo sciopero in vista. Domani potrebbe saltare il concerto di Filarmonica della Scala e Coro della Scala diretti da Daniel Barenboim. Si tratta del secondo appuntamento della stagione sinfonica, un programma che prevede la Serenata in do minore K 388 per fiati di Mozart, il Quartetto in mi minore nella versione per orchestra d’archi di Verdi e, sempre di Verdi, i Quattro pezzi sacri, brani in cui è impegnato il coro. E proprio dalla compagine canora dell’istituto scaligero viene la protesta che è sfociata nella dichiarazione di sciopero da parte delle rappresentanze sindacali. Tutto ha origine alla vigilia della partenza per Mosca, per la trasferta al teatro Bolshoi con il Requiem di Verdi diretto da Barenboim, come prima compagine straniera invitata dopo la riapertura dello storico teatro ristrutturato.
Successo trionfale e grande soddisfazione. Ma già prima di partire si addensano nubi, i coristi sono scontenti perché il viaggio di ritorno è previsto di domenica e rivendicano un pagamento maggiorato. L’azienda risponde di aver semplicemente applicato le tabelle stabilite dalla legge. Nuove proteste, e alla fine arriva la decisione: sciopero. Sarebbe il primo sciopero della stagione, e anche il primo dalla comunicazione ufficiale dell’incarico a Barenboim come direttore musicale del teatro. E già tremano i polsi pensando al 7 dicembre che si avvicina, anche se tutti giurano che il pericolo non esiste.
Le ragioni che hanno portato a questa frattura si ricollegano
ad alcune precisazioni contenute nella famigerata Legge 100, quella emessa da Bondi l’anno scorso tra le contestazioni generali, specialmente del mondo dello spettacolo. Gli scaligeri non le ritengono adeguate alla loro situazione lavorativa (il rientro da Mosca, domenica 13, è durato più di quanto durerebbe normalmente una loro giornata lavorativa domenicale), parlano con il sovrintendente Lissner giovedì e chiedono di adottare criteri diversi. Risposta: «Abbiamo applicato esattamente quello che viene indicato nel contratto e nella legge in caso di trasferta: precisiamo che le tariffe della tabella cui ci siamo riferiti sono equiparate a quelle riconosciute agli alti dirigenti degli enti pubblici».
E' muro contro muro, dunque, e lo sciopero resta confermato. In realtà, al di là della singola diatriba e di altri contenziosi legati al ripetersi di concerti del coro associato alla Filarmonica anziché all’Orchestra della Scala, dagli artisti arriva il segnale di un certo malumore, dovuto «all’irrigidimento, nel corso dell’ultimo anno, dei rapporti tra l’azienda e i lavoratori». Mentre in passato, dicono, si cercava sempre un punto d’incontro, anche ricorrendo a soluzioni “fantasiose”, da un po’ di tempo le possibilità di dialogo sembrano ridotte e inevitabilmente si arriva allo scontro: «Ormai non si tratta più, ci mettono davanti solo degli ultimatum». Se non ci saranno sviluppi, domani sera niente concerto e “battesimo dello sciopero” per Barenboim, anche se il suo insediamento nel posto più rilevante della gerarchia artistica scaligera avverrà ufficialmente il 1° dicembre.
(15 novembre 2011)
Commento by anonimo — 15 Novembre 2011 @ 07:05
sinceramente ritengo che – vista l'attuale situazione italiana in generale e quella di molti altri lavoratori nel particolare, dello spettacolo e non, precari e non – questo sciopero e le motivazioni che lo hanno determinato siano ridicoli.
l'Italia è già impazzita e inconsapevole da molto tempo (e basta vedere il commiato tv del Grande Dimissionario per rendersene conto) e purtroppo tocca constatare per l'ennesima volta che una gran parte degli artisti che lavorano alla Scala sono parte di questo impazzimento e di questa inconsapevolezza che, se così non stessero le cose, potrebbero essere solo definite arroganza e malafede oltre che che bieca difesa di privilegi non diversi da tanti altri contro i quali magari quegli stessi artisti si scagliano quando si parla di politici o altre categorie di lavoratori.
en passant segnalo ai gestori del blog che gira voce insistente che Splinder stia per chiudere i battenti, pare dal 24 Novembre, con conseguente cancellazione di tutti i blog.
in caso vogliate salvare qualcosa o trasferire il tutto su un'altra piattaforma vi conviene farlo per tempo.
saluti, LVA.
Commento by lavitaagra — 15 Novembre 2011 @ 15:13
E' uno sciopero demenziale come è demenziale il sistema della lirica e tutti quelli che lo compongono, dirigenti, sindacalisti, artisti, tecnici e impiegati. Tutta gente che vive fuori dal mondo ma arroccata a difendere i propri assurdi privilegi.
Commento by anonimo — 15 Novembre 2011 @ 18:57
Come in ogni vicenda scaligera bisogna saper leggere tra le righe…non acontentandosi dell'evidenza….Che il pretesto addotto per proclamare lo sciopero sia debole può essere, ma è cmq opinabile….bisognerebbe conoscere a menadito cosa dice la normativa contrattuale di settore e fra tutti quelli che pontificano su qst blog ci sarebbe da fare dei test sulla normativa contrattuale aziendale per vedere quanto (poco) ne sanno.
Se poi la morale è che siccome siamo tutti nella merda allora i contratti non valgono più e il datore di lavoro fa come gli pare per risparmiare allora non vale più la pena di parlarne.
Lo stesso giornalista nell'articolo lascia trapelare come nell'ultimo anno in Scala si siano pericolosamente deteriorati i rapporti sindacali…che sia questo il motivo vero dello sciopero?
Commento by anonimo — 15 Novembre 2011 @ 19:40
caro 10, è chiaro che si vuole fare fuori il Dir. Gen.
Chi vuole farlo fuori? Gli stessi che gli hanno preparato il terreno per arrivare a quella carica sperando in chissà quali benefici e favori ovvero quella stessa CGIL che si sente sedotta e abbandonata nonché deprivata addirittura del suo principale attivista: il capo del personale uscente.
E così via con le cause, la destabilizzazione del teatro, con il muoia Sansone con tutti i filistei, tanto che gli frega, il venerdì pomeriggio il segretario prende il trolley e se ne torna tra i bricchi, il suo stipendio gli arriva in ogni caso chi ne pagherà le conseguenze sarà il teatro e i suoi lavoratori.
Buon governo Monti a tutti (cazzi vostra!)
Commento by anonimo — 15 Novembre 2011 @ 20:17
Perfettamente d'accordo col numero 10, il contratto parla così chiaro su questo punto che non si presta ad alcuna interpretazione cara levitaagra.
Se ci vuoi consigliare di lasciar perdere gli accordi e lasciar correre per via della "crisi", perchè non rivolgi un appello alla direzione chiedendo loro di non infierire con le contestazioni disciplinari e su tutto il resto, dopotutto anche quello fa parte degli accordi da non considerare……..
Esprimi le solite mezze misure all'italiana, la demagogia di bassa lega che non trova similitudini nel resto d'europa, dove, al contrario, il rispetto delle regole è alla base dell'autorevolezza di un paese credibile.
Anche le posizioni più intransigenti possono essere ammorbidite, a patto di trovare reciprocità nell'atteggiamento della controparte.
Non mi sembra un privilegio pretendere un indennizzo, non necessariamente economico, a fronte di un viaggio di 10 ore nella giornata di Domenica: anche per le cassiere del supermercato la domenica lavorata rappresenta uno straordinario..senza nulla togliere alle simpatiche cassiere.
Commento by anonimo — 16 Novembre 2011 @ 10:19
Per i biglietti del Comune parte l’assalto su Internet
di16 novembre 2011, 08:00
Incuranti dei prezzi da capogiro, i biglietti ancora a disposizione per la prima della Scala ieri erano solo 19 e nemmeno di gran pregio. Poi la straordinaria immissione dei tagliandi omaggio destinati al Comune, quasi tutti pezzi pregiati in platea, e in poche ore i primi 12 sono stati venduti. Nessuno azzarda previsioni, ma sicuramente prima del debutto, verranno venduti anche gli altri.
Tradizionalmente infatti l'Ente scaligero destinava 110 tagliandi a sindaco, giunta, assessori, capigruppo e qualche altissimo dirigente. Gli altri rimanevano a disposizione del cerimoniale per gli ospiti di riguardo. Quest'anno invece il neo sindaco Giuliano Pisapia, ha rinunciato ai biglietti che quindi la Scala metterà in vendita. Il ricavato, previsto un incasso di oltre 200mila euro, sarà destinato a progetti di utilità sociale per Milano e per la Liguria e la Toscana colpite dall'alluvione.
La Scala è in grado di ospitare 1.987 spettatori, divisi in platea (850 posti), palchi(600) e loggione(500). I prezzi per la Prima variano da 840 ai 2.400 euro per palchi e platee, e da 120 ai 420 per il loggione, solitamente in vendita con largo anticipo su Internet. E ieri pomeriggio su 1880 posti, solo 19 erano rimasti a disposizione e solo nei palchi, da 1.680 e 1.440 euro, introvabili invece le platee da 2.400. Poi la nuova immissione, 110 posti tutti di «pregio», i primi dodici venduti in poche ore: in tardo pomeriggio ne rimanevano ancora 84 in platea da 2.400 euro, 12 in palchi da 1.440 e 1 da 840. Ma da qui al 7 dicembre c'è tempo.
Il giornale.it
Commento by anonimo — 16 Novembre 2011 @ 11:24
16/11 06.50
SPETTACOLO
REPUBBLICA MILANO
LA SCALA BLOCCA 40 PRENOTAZIONI ONLINE "STOP ALL'ASSALTO DEI BAGARINI ALLA PRIMA"
La Scala blocca 40 prenotazioni online "Stop all'assalto dei bagarini alla Prima' Assegnati soltanto dieci biglietti.. L
Gli altri acquirenti sono stati ritenuti sospetti dal teatro FRANCO VANNI QUATTRO quinti degli utenti che ieri hanno provato ad acq uistare i b iglietti per la Prima della Scala erano bagarini, brokere agente online, pronte a rivenderli a prezzo quadruplo. Lo ha constatato la biglietteria del teatro, incaricata di «contrastare il malcostume della compravendita di tagliandi» da parte di "intermediari". Dei 110 biglietti omaggio per consiglieri comunali e assessori che Palazzo Marino ha messo in vendita ieri sul sito web della Scala (l'incasso andrà alle zone alluvionate), a sera ne erano stati acquistati 10: quattro in platea da 2.400 euro e un palco da 12.480. La Scala ha bloccato 40 prenotazioni «di soggetti sospetti» che, a giudizio del CACCIA AL TAGLIANDO Coda alla biglietteria della Scala nella speranza di trovare ancora un biglietto disponibile per uno spettacolo teatro, avrebbero acquistato solo per rivendere. Se non stupisce il fatto che in piena crisi i costosissimi biglietti della Prima non siano andati a ruba, sorprende la sproporzione fra chi compra per assistere allo spettacolo e chi lo fa per lucrarci. Il rapporto di uno a quattro lascia immaginarequanti dei biglietti venduti dalla Scala durante l'anno per spettacoli "normali" (espessosoldout) vengano rastrellati dai bagarini online, che lavorano tramite agenzie italiane o registrate in Norvegia, Ucraina o Francia. La risposta del teatro—cheannuncia: «Sullalotta al crescente bagarinaggio online andremo fino in fondo» — segue le centinaia di lettere inviate ai giornali e alla Scala da melo-mani arrabbiati perché non trovano biglietti durante la stagione, sul sito del teatro o in biglietteria. Dei 1991 posti della Scala, 630 in media vanno agli abbonati (fra cui alcune agenzie di "turismo culturale"), 550 sono offerti in promozione a giovani e pensionati,140 (in loggione) sono venduti la sera dello spettacolo, altri sono destinati a sponsor e autorità. I circa 400 posti residui — «Troppo pochi», dicono gli appassionati — sono preda dei bagarini, online e non. Fra le segnalazioni di presunte irregolarità ricevute da questo giornale, c'è la richiesta rivolta a un gruppo di melomani da parte dell'agenzia di turismo culturale II Sipario Musicale. Nella mail, intitolata «Comunicazione agli abbonati della Scala», l'agenzia propone agli appassionati un "cambio turno": cedere i loro biglietti per le repliche più ambite del Don Giovanni (dirette da Barenboim e con cantanti d i richiamo) scambiandoli con altri per date di minor prestigio. Per i melomani «è uno scandalo», perché «l'agenzia fa incetta di biglietti e li rivende in Germania a prezzo più alto». Il Sipario Musicale si difende: «Diamo i biglietti a prezzo di cartellone, in pacchetti con hotel e accoglienza». In pratica— sostiene —il ricarico avviene sull'offerta complessiva.
Commento by anonimo — 16 Novembre 2011 @ 11:31
6/11/11
UNITA'
IL CASO. NIENTE BIGLIETTI GRATIS PER LA PRIMA ALLA SCALA PAROLA DI PISAPIA
…
IL CASO
Niente biglietti gratis per la prima alla Scala Parola di Pisapia
A Milano la musica cambia e in nomedi una maggiore sobrietà scelta dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia, primo cittadino, assessori e consiglieri comunali, se vogliono assistere alla prima della Scala si pagheranno il biglietto. È partita ieri infatti la vendita dei biglietti che, secondo gli accordi, ogni anno il Teatro alla Scala riserva all'amministrazione cittadina in occasione della puma del 7 dicembre. Per tradizione questi biglietti – ricorda il Comune • sono offerti gratuitamente alle autorità locali e nazionali e ad ospiti italiani e stranieri. Ma quest'anno niente «Don Giovanni» gratis per assessori e consiglieri. «Io e gli assessori – ha commentato il sindaco Giuliano Pisapia – invitiamo i milanesi e tutto coloro che vorranno assistere all'apertura della stagione teatrale della Scala ad acquistare il proprio biglietto sul sito del teatro. Questo gesto concreto consentirà di devolvere il ricavato della vendita a favore di progetti di utilità sociale per Milano e anche per le zone della Liguria e della Toscana colpite dalla recente e drammatica alluvione». I progetti finanziati con la vendita dei biglietti saranno comunicati quando si conoscerà la somma del ricavato. I biglietti (quelli rimasti) si possono trovare sul sito http://www.teatroallascala. org. Il prezzo va da 840 euro per un posto in palco fino a 2400 euro per la platea. ***
Commento by anonimo — 16 Novembre 2011 @ 11:35
16/11/11
GIORNO MILANO
SCALA, LO SCONTRO FINISCE IN TRIBUNALE
Scala, lo scontro finisce in tribunale
Trasferte, niente accordo tra coro e direzione. Gli artisti: «Ora tocca agli avvocati»
Di NICOLA PALMA – MILANO — NON C'È STATA trattativa. «Ci eravamo già detti tutto qualche giorno fa». I coristi della Scala confermano lo sciopero proclamato due giorni fa: stasera salta la Serenata in do minore K. 338. In realtà, il dialogo con i vertici di via Filodrammatici si era interrotto giovedì scorso, al termiI ne di un incontro tra la direzione del teatro e i delegati sindacali: sul tavolo, il nodo legato al pagamento delle trasferte, affrontato alla vigilia della partenza per il Bolshoi di Mosca. Niente accordo tra le parti, anche se i membri del coro avevano comunque deciso di prendere parte al viaggio in Russia. Appena tornati a Milano, però, hanno subito lanciato la mobilitazione sullo spettacolo in programma oggi. Decisione confermata ieri pomeriggio: il Piermarini ha preso atto della protesta e annullato il concerto. Certo, il problema resta (e riguarda anche gli orchestrali). E le posizioni sono distinte e distanti. Secondo il teatro, «è stato semplicemente applicato il contratto nazionale». In particolare, il tariffario ministeriale differenziato per categorie di dipendenti pubblici, allegato alla legge 100: «Abbiamo corrisposto la diaria che fa riferimento alle trasferte dei lavoratori del pubblico impiego di massimo livello». «Quella è la tabella B – replicano i delegati -. Loro invece hanno preso in considerazione la D, cioè quella che stabilisce i compensi per i semplici impiegati in trasferta, per di più senza benefit». RISULTATO? Secondo i coristi, i 70 euro per sabato 12 novembre sono diventati 30 «perché abbiamo dovuto spenderne 40 di marca da bollo per il passaporto». E ancora, «quella tabella non è affatto immutabile, ma prevede maggiorazioni legate alla città da raggiungere: tanto per fare un esempio, a Buenos Aires avevamo preso 120 euro». Come dire, «ci saremmo aspettati qualcosa in più». Infine, la questione legata al ritorno in Italia di domenica 13: «I1 viaggio è durato più di sette ore, fuso orario escluso: ci spettano 70 euro, il teatro vuole darcene la metà». Insomma, è muro contro muro. La contesa è destinata a diventare materia da Tribunale: «La palla passa agli avvocati». Ora vi chiederete: se il problema riguarda tutti, come mai scioperano solo i coristi? Perché sotto accusa c'è anche la Filarmonica, l'ensemble composta in gran parte da musicisti scaligeri ma emanazione di un ente indipendente: «Ormai siamo al servizio di un'istituzione privata – attaccano i cantanti -. Siamo pagati per suonare con l'orchestra della Scala, non con la Filarmonica». La data dello sciopero non è stata scelta a caso: stasera, infatti, avrebbe dovuto suonare la compagine fondata da Claudio Abbado nel 1982. Non un bel segnale, a tre settimane dalla Pprima del 7 dicembre. Al momento, il Don Giovanni non è a rischio. Tuttavia, qualcuno già preannuncia il piano di guerra dei prossimi mesi: «Se non cambierà nulla, potrebbero saltare altri spettacoli». Nel mirino, l'ultimo appuntamento del ciclo Beethoven-Schonberg (21 dicembre) e il debutto dell'Aida (14 febbraio). *** TICKET PER LA PRIMA Ieri sera sul sito del teatro risultavano ancora diciannove posti per il Don Giovanni del 7 dicembre LE TAPPE IL vertlt.. EURO DI PASSAPORTO Giovedì scorso il tema delle trasferte è stato affrontato in un incontro tra direzione e sindacati alla vigilia della partenza per la trasferta russa ai teatro Bolshoi di Mosca Pace sfumata Posizioni distinte e distanti tra delegati e dirigenti del Piermarini Tuttavia, gli artisti hanno deciso comunque di prendere parte alla trasferta Appena tornati a Milano i delegati del coro di tutte le organizzazioni sindacali (Cgil, Uil, Cisl e Fials) hanno proclamato sciopero sul concerto diretto da Barenboim La conferrb _ Ieri non c'è stata alcuna trattativa per cercare di scongiurare lo sciopero Il teatro: «Ci eravamo già detti tutto: noi abbiamo applicato il contratto» EURO PER MOSCA A tanto ammonta la diaria che il teatro corrisponderà agli artisti detta Scala per il concerto di sabato 12 al Bolshoi Secondo il coro il teatro riconosce il trattamento minimo senza i benefit «Abbiamo speso 40 euro per la marca da bollo del passaporto» EURO PER IL RITORNO Per domenica 13, giorno del viaggio di ritorno da Mosca, la direzione del teatro ha intenzione di pagare metà del compenso EURO RICHIESTI Gli artisti chiedono che sia applicata un'altra tabella tariffaria e che si tenga conto dei costi legati alla città che si deve raggiungere ***
Commento by anonimo — 16 Novembre 2011 @ 11:37
Sono pienamente e totalmente daccordo con le tante donne e, i tanti uomini , nonchè artisti del coro del Teatro alla Scala della dichiazione di sciopero . Finalmente al di là dei tanti, troppi … scioperi dichiarati da burocrati e non dai lavoratori del teatro … Condivido in toto, anche le motivazioni del suddetto sciopero .
Tecnico di palcoscenico .
Commento by anonimo — 16 Novembre 2011 @ 15:05
molto interessante e dettagliata la ricostruzione dei fatti presentata nel commento 16.
rimango però della mia idea: mi pare legittimo anche se sproporzionato andare alle vie legali per ottenere il rispetto di un regolamento o di un contratto e allo stesso tempo ritengo che scioperare per 35 euro una tantum nel teatro più finanziato d'Italia sia indice di scarso senso della realtà.
saluti, LVA
Commento by lavitaagra — 17 Novembre 2011 @ 11:25
Quoto totalmente l'intervento del n.12, la direzione Scala da circa un anno ha assunto un atteggiamento vessatorio nei confronti dei lavoratori allo scopo di ridurre con ogni mezzo la spesa in conto "personale dipendente".
Qualcuno potrebbe dire "niente di male, c'è la crisi…" peccato che il risparmio è solo apparente perchè ciò che viene tolto ai lavoratori viene dato, con gli interessi, a ditte e cooperative private trasferendo gli oneri da "costo personale dipendente" a "costo beni e servizi".
Così si spiegano le contestazioni disciplinari pretestuose, l'azzeramento degli straordinari eccetera, fino ad arrivare a situazioni kafkiane.
Esempio: la Scala non paga la tariffa ecopass per i suoi consunti camion che trasportano in Teatro le scene…ma i camion ovviamente entrano in centro..quindi arrivano le multe, e la direzione che fa? addebita le multe agli autisti che guidano i suddetti mezzi trattenendo le multe dagli stipendi!
Di fronte alle giuste rimostranze di questi lavoratori la risposta è stata "non vi sta bene così? fateci causa!" Addirittura qualche autista si è fermato sul limite dell'area ecopass e ha chiamato in Direzione per sapere se era stato pagato l'ecopass…onde evitare di prendere un'altra multa, gli è stato risposto che l'ecopass non era stato ovviamente pagato ma che lui non avrebbe potuto rifiutarsi di entrate in centro pena gravissime sanzioni disciplinari compreso il licenziamento!
Questa pratica ha un nome: si chiama "filibustering"
In questo contesto, con questa dirigenza non si può che dire forza Coro tieni duro, sperando che anche le altre masse influenti (orchestra?) si destino.
Commento by anonimo — 17 Novembre 2011 @ 11:33
Insomma levitaagra, sostieni che lo sciopero è sintomo di scarso senso della realtà, le vie legali sono sproporzionate…………….non è che sei rappresentante di tubetti di vaselina ???
Commento by anonimo — 17 Novembre 2011 @ 12:44
non sono rappresentante di nulla, sono un lavoratore intermittente dello spettacolo e allo stesso tempo un precario della conoscenza.
sarebbe interessante vedere da parte vostra uno sciopero proclamato contro i fenomeni descritti nel commento n°19 ed altri legati alla presenza all'interno del teatro di vari lavoratori dipendenti (chissà con quale contratto…) di "ditte e cooperative" che eseguono servizi per conto del teatro.
invece lo sciopero è proclamato, ammesso che i coristi abbiano il regolamento dalla loro parte, sul mancato pagamento di 35 euro.
lo ripeto, non mi pare un motivo che possa suscitare solidarietà e purtroppo quello che esce all'esterno è che il motivo sia questo e non gli altri, buoni solo per rispondere all'interno di questo blog.
Commento by lavitaagra — 17 Novembre 2011 @ 14:37
La solita demagogia, lo sciopero più legittimo è sempre quello proposto da chi gli scioperi non li fa, e mai li farebbe…………………….cosa vuoi che ti dica, hai ragione, la fame nel mondo, la siccità etc etc
La materia contrattuale è a te poco nota, se parli di 35 €…………è un principio (valido in molte parti del mondo, anche quelle con la precarietà più estesa): la Domenica, se si lavora, E' STRAORDINARIO. Quello che esce fuori, purtroppo, sono le tue inesattezze che vengono poi riportate da giornali i cui lavoratori non sono esenti dal lavoro straordinario retribuito (quando viene loro richiesto).
Convintamente, non cambierai idea, ma almeno non riportare cavilli contrattuali che mastichi con evidente difficoltà.
Commento by anonimo — 17 Novembre 2011 @ 15:59
I 35 euro sono la goccia…È vero: ci stanno umiliando, in ogni settore. Ma applicano la legge (qui il vero disastro). L’atteggiamento della direzione amministrativa è legittimo: legge iniqua sed legge. Facciamo un passo indietro: in Teatro il prodotto è l’artista, giusto? Il ballerino, il cantante, l’orchestrale. La gente paga per loro. Aggiungo anche i mestieri: sarto, falegname, fabbro, parrucchiere, calzolaio. Mi scuso con chi ho dimenticato, ma ci siamo capiti. Gli altri lavoratori operano affinché gli artisti possano lavorare al meglio. Per valorizzare il reparto artistico c’è una Direzione Artistica. Alla Scala la Direzione Artistica coincide con la Sovrintendenza: Lissner. Tutto non può fare: soprattutto non riesce a gestire le masse artistiche. Andrebbero invece potenziate e valorizzate perché meglio vanno più il pubblico è contento, più paga e meglio è per tutti. La qualità del prodotto sale e quindi diventa più vendibile e appetibile in Italia (vedi finanziamenti pubblici e privati) e all’estero (vedi tournée). Purtroppo questo ragionamento elementare la direzione amministrativa non lo vuole fare e taglia su tutto ciò che è “costi” per prendere più benefit possibili prima della pensione imminente… Inoltre la Signora Di Freda ha ancora il dente avvelenato con le masse artistiche per i sei scellerati scioperi della FIALS. Fare sciopero? Periodo sbagliato… È necessario attuare altre strategie molto più sottili. I buoi orma i sono scappati…
Commento by anonimo — 17 Novembre 2011 @ 17:29
chi ha fatto saltare il banco sono state le cause inutili di chi vuole portare l'organico a 1200 unità mentre i finanziamenti statali si sono ridotti del 30%.
Non è una scelta demenziale ma un atto scientemente orchestrato per tornaconto politico e personale di qualcuno
Commento by anonimo — 17 Novembre 2011 @ 20:35
«Il viaggio è durato più di sette ore, fuso orario escluso: ci spettano 70 euro, il teatro vuole darcene la metà»
se le cose stano diversamente allora lo si spieghi, altrimenti io sto a quello che leggo, che peraltro è già di per sè assai confuso.
si tratta di uno straordinario pagato la metà di quanto spettante?
o di una diaria pagata la metà di quanto spettante?
sono già due cose diverse.
oppure si tratta dei 40 euro per il bollo del passaporto che non c'entrano nulla con la domenica e lo straordinario e comunque in qualsiasi posto di lavoro al mondo non mi risultano che siano a carico dell'azienda essendo il passaporto un documento personale e il bollo una tassa che vale per un periodo in cui possono essere fatti anche altri viaggi?
in qualsiasi caso e a prescindere dalla valutazione che si vuol dare di ognuna di queste possibilità, fare sciopero per una cosa del genere è ridicolo oltre che insultante sia nei confronti di chi ha lottato per il diritto di sciopero sia per chi – precari, disoccupati, lavoratori in cassa integrazione, in mobilità, sottopagati, giovani stagisti che fanno lavoro non salariato, immigrati che lavorano che come schiavi – quel diritto non ce l'ha.
lo ripeto, non è questione di contratti e cavilli da masticare, è questione di consapevolezza e dignità.
Commento by lavitaagra — 17 Novembre 2011 @ 23:38
Si tratta di entrambe le cose.
Si tratta inoltre di inesistenti relazioni sindacali.
Si tratta di inosservanza delle leggi sulla sicurezza.
Si tratta di mancato pagamento delle spettanze dell'accordo integrativo.
Si tratta della cessione alla orchestra privata di tutta la stagione sinfonica, per la quale si percepiscono denari pubblici.
Serve altro?
Un artista del coro.
Commento by anonimo — 18 Novembre 2011 @ 07:17
Si tratta di:
1) indennità di trasferta di 70 € è negoziabile ( i nostri contratti lo prevedono).
2) spese per il passaporto a carico dell'azienda (come prevede la legge 100)
3) la trasferta si paga a giorni interi compreso l'ultimo giorno (come prevede la legge 100).
4) la domenica l'orario ordinario è di 3 ore, il viaggio di 10 ore equivale a 2 prestazioni, quindi una prestazione è in straordinario.
Come si può notare non si tratta affatto di 35€.
Comunque se qualcuno, compreso lavitaagra, vuole sostenere che un lavoro a tempo indeterminato, peraltro quadagnato con un concorso internazionale, sia un privilegio che non da diritto al pagamento degli straordinari, si faccia promotore di nuove regole sul lavoro presso il neo governo.
Commento by anonimo — 18 Novembre 2011 @ 07:55
Definizione di "contratto integrativo" :
Il lavoratore fa una o più cose supplementari e per questo percepisce una quota di salario aggiuntivo.
Definizione di "contratto integrativo al Teatro alla Scala":
Il lavoratore fa una o più cose supplementari e per questo gli viene promessa una quota di salario aggiuntivo che poi non sarà corrisposta.
Commento by anonimo — 18 Novembre 2011 @ 07:59
n°27, sa che io ancora non ho capito perché avete scioperato?
per una contrattazione sulla diaria?
per uno straordinario non pagato?
perché non vogliono pagarvi il bollo del passaporto?
per tutt'è tre?
per un totale di quanti euro?
comunque sì, io credo che rispetto a molte altre categorie di lavoratori, del vostro stesso settore e soprattutto non, voi siate dei privilegiati, mi sembrate i parlamentari della lirica e al pari dei parlamentari veri non vi rendete conto di quello che accade fuori e di quanto le vostre azioni pseudo-sindacali siano inopportune.
comunque io certo non mi farò promotore presso nessun governo e tanto meno questo di alcuna iniziativa tesa a diminuire i diritti di qualsivoglia lavoratore, piuttosto gradirei che chi più ha garanzie si faccia promotore di iniziative in favore di chi non le ha.
ma questo non avviene quasi mai, chissà come mai?
che altro vi devo dire, in bocca al lupo!
Commento by lavitaagra — 18 Novembre 2011 @ 19:23
Caro 29, ecco il conto:
Indennità congrua a Mosca € 30 in più al giorno, Tot € 90+
€ 40 per il passaporto+ €35 decurtati l'ultimo giorno+ straordinario per la domenica, circa € 70.
TOTALE: 90+40+35+70=€ 235.
Hai capito ???
Se vuoi leggiti i contratti e i regolamenti, oppure continua a fare demagogia.
Veniamo al privilegio:
TITOLO DI REPUBBLICA DI IERI:
Milano costa 3mila euro al mese
le famiglie tagliano pane e pasta
Il giorno scrive che i coristi incassano 2000 euro al mese.
MA QUALE PRIVILEGIO………………??????????????
Commento by anonimo — 19 Novembre 2011 @ 10:25
poverini, per poter vivere a Milano allora vi toccherà andare a cantare qualche aria per strada insieme ai redattori della Repubblica e Giorno che vi reggono il cappello.
ammesso che questi ultimi non siano fra quelli di cui si parla nel filmato qui sotto che consiglio caldamente di vedere per tornare coi piedi per terra:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f6aa9f48-95fe-483b-a263-f6207f3b98a3.html?10668566
Commento by lavitaagra — 19 Novembre 2011 @ 12:18
ehi vitaagra…ma tu non hai un cazzo da fare che stare qui a criticare gli altri?
certo che per poter sparare minchiate ad ogni piè sospinto ne hai di tempo libero!
cosa ti rode?
sei stato trombato a qualche concorso o a più di uno e allora fai il precario etico?
ma vai a fare qualcosa di utile, per gli altri se non per te stesso e forse la vita ti sarà meno agra.
Belìn.
Commento by anonimo — 19 Novembre 2011 @ 12:29
Senti laVitaagra,
ti definisci "lavoratore intermittente dello spettacolo", nello specifico cosa fai? (nello "spettacolo" intendo)
Che qualifica hai?
Che studi hai fatto?
Perchè sennò mi sembri solo uno sfigatello in cerca di gloria.
Firmati, presentati, dicci cos'è che ti infastidisce e parliamone pure.
Probabilmente ti dà fastidio che abbiamo avuto le palle di mettere in atto una protesta?
Se vuoi possiamo parlarci anche di persona, così evitiamo di annoiare i lettori di questo blog.
Andrea Semeraro
artista del coro, Teatro alla Scala
Commento by anonimo — 19 Novembre 2011 @ 12:57
siamo alle solite, quando finiscono gli argomenti si entra sul personale.
cosa che a me non interessa affatto.
non capisco quale gloria poi possa venire dall'intervenire qui dentro ma se proprio quello mi interessasse, la gloria intendo, allora quella sì sarebbe una buona ragione per firmarsi, come appunto fa il Sig. Semeraro che ci tiene a dirci di avere le palle.
sia gloria a lui e ai suoi valorosi compagni coristi!
io preferisco cercare di capire, entrare nel merito e, se è ancora lecito, esprimere una posizione critica.
Commento by lavitaagra — 19 Novembre 2011 @ 14:52
ma sai solo criticare…hai rotto un po' le palle, suvvia!
Credi sia piacevole fare sciopero?
Non hai di meglio da fare che cercare di capire le rogne altrui…ma pensa un po' alle tue, che a quanto vuoi far capire sono non da poco…
senza entrare nel personale…ma sei duro a capire, neh?
Commento by anonimo — 19 Novembre 2011 @ 16:36
La tua posizione, si critica, non entra nel merito e dimostra non che non hai capito, ma che non vuoi capire….credo tu abbia il dente avvelenato nei confronti di qualcuno (avrai certamente delle buone ragioni, il tempo che dedichi allo sfogo lo dimostra) .
Infatti più volte sei stato letto in questo blog anche in tempi lontani, sempre con questo astio e forse invidia per una posizione che forse anche tu vorresti rappresentarti…..il classico "chi disprezza compra".
Ma c'è un rimedio alla tua ostinata posizione (inutile per te cercare di capire o peggio entrare nel merito, non avrebbe senso se prima non si rimuove il motivo principale della preconcetta e, a questo punto, infantile cantilena): cercare di trovarti nella stessa privilegiata condizione di un artista a tempo indeterminato.
Di seguito il link per i concorsi in tutta europa:
http://www.musicalchairs.info/jobs
Chi ti scrive ha già guadagnato questo privilegio e, grazie a chi si è battuto prima di lui, gode di alcune norme che tutelano il lavoro, mi dispiace per te, anche quello straordinario.
Con amicizia, lavitaagra, ti saluto.
Commento by anonimo — 19 Novembre 2011 @ 16:57
il nome del sito mi pare alquanto appropriato, in milanese si potrebbe tradurre: cadreghe musicali.
non grazie, non sono interessato.
Commento by lavitaagra — 19 Novembre 2011 @ 17:39
Hai fatto la battuta.
Sei un comico precario ??
Allora "Zelig" Viale Monza……….che poi vai all'arcimboldi.
Però non fare il bamboccione che rifiuta il lavoro perchè vuole stare a casa co Mammà.
Commento by anonimo — 19 Novembre 2011 @ 18:37
Almeno sa due parole di inglese…….
Commento by anonimo — 19 Novembre 2011 @ 19:43
se è per quello ne so anche più di due e anche in più di due lingue.
però non prendo l'"indennità lingua" come certi coristi…
Commento by lavitaagra — 20 Novembre 2011 @ 00:05
guarda che l'indennità lingua sono decenni che è stata assorbita…
Commento by anonimo — 20 Novembre 2011 @ 02:07
"…ora so che non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare da ben più
lontano, deve cominciare in interiore homine.
Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha.
La rinunzia sarà graduale, iniziando coi meccanismi, che saranno aboliti tutti, dai più complicati ai più semplici, dal calcolatore elettronico allo schiaccianoci.
Tutto ciò che ruota, articola, scivola, incastra, ingrana e sollecita sarà abbandonato.
Poi eviteremo tutte le materie sintetiche, iniziando dalla cosiddetta plastica.
Quindi sarà la volta dei metalli, dalle leghe pesanti e leggere giù giù fino al semplice ferro.
Né scamperà la carta. Eliminata carta e metallo non sarà più possibile la moneta, e con essa l'economia di mercato, per fare posto a un'economia a tipo nuovo, non del baratto, ma del donativo. Ciascuno sarà ben lieto di donare al suo prossimo tutto quello che ha e cioè – considerando le cose dal punto di vista degli economisti d'oggi – quasi niente. Ma ricchissimo sarà il dono quotidiano di tutti a tutti nella valutazione nostra, nuova.
Saranno scomparse le attività quartarie, e anzitutto i grafici, i PRM, e i demodossologi.
Spariranno quindi le attività terziarie, e poi anche le secondarie.
Le attività del tipo primario – coltivazione della terra – andranno man mano restringendosi, perché camperemo principalmente di frutti spontanei.
E' ovvio che a questo si arriverà per gradi, e non senza arresti o inciampi.
Agli inizi formeremo appena delle piccole comunità, isolette sparute in mezzo allo sciaguattare dell'attivismo, e gli attivisti ci guarderanno con sufficienza e dispregio.
Per parte nostra, metteremo alla porta con ferma dolcezza i rappresentanti di commercio, gli assicuratori e i preti.
Avremo eletto per nostra dimora le zone meno abitate, cioè quelle che hanno clima migliore.
A poco a poco vedremo la nostra isola crescere, collegarsi con altre isole fino a formare una fascia di territorio ininterrotto.
E un giorno saranno gli altri, gli attivisti, a ridursi in isola; poche decine di longobardi febbrili aggrappati a rotelle e volani, con gli occhi iniettati di sangue. Forse non riusciremo mai a vincerli alla nostra causa, e resteranno lì a correre in circolo, a firmarsi l'un con l'altro cambiali, a esigerne il pagamento. Ridotti così in pochi, man mano che i meno saldi muoiono d'infarto, formeranno un cerchio sempre più angusto e rapido, fino a scomparire da sé.
E noi li staremo a guardare dall'esterno, sorridendo.
Il lavoro si sarà per noi ridotto quasi a zero, vivendo dei frutti spontanei della terra e di pochissima coltivazione.
Saremo vegetariani, e ciascuno avrà gli arredi essenziali al vivere comodo, e cioè un letto.
Il problema del tempo libero non si porrà più, essendo la vita intera una continua distesa di tempo libero.
Scomparsi i metalli, gli uomini avranno barbe fluenti.
Scomparse le diete dimagranti e i pregiudizi pseudoestetici, le donne saranno finalmente grasse.
Scomparsa la carta, non avremo né moneta né giornali né libri.
Perciò, trasmettendosi le notizie di bocca in bocca, noi non sentiremo né le false né le superflue.
Senza libri, la letteratura dovrà tramandarsi per tradizione orale, e la tradizione orale non potrà non scegliere i soli capolavori.
Vedremo automobili ferme per via, senza più carburante , e le abbandoneremo ai giochi dei bambini, ai quali però nessuno dovrà dire che cosa erano, a che cosa servivano quelle cose un tempo.
Ovunque cresceranno vigorose erbe e piante, in breve l'asfalto si tingerà tutto di verde, con immediato miglioramento del clima.
Anche le zone umide e nebbiose diventeranno abitabili.
Gli animali domestici passeggeranno liberi e robusti in mezzo a noi, galline, dromedari, pipistrelli, pecore eccetera.
Cessato ogni rumore metalmeccanico, suonerà dovunque la voce dell'uomo e della bestia.
Liberi da ogni altra cura, noi ci dedicheremo al bel canto, ai lunghi e pacati conversari, alle rappresentazioni mimiche e comiche improvvisate. Ciascuno diventerà maestro in queste arti.
Non essendovi mezzi meccanici di locomozione, ci sposteremo a dorso d'asino o a piedi, e questo favorirà l'irrobustimento dei corpi, con immediati vantaggi fisici ed estetici.
Grandi, barbuti, eloquenti, gli uomini coltiveranno nobili passioni, quali l'amicizia e l'amore.
Non esistendo la famiglia, i rapporti sessuali saranno liberi, indiscriminati, ininterrotti e frequenti, anzi continui.
Le donne spesso fecondate ingrasseranno ancora, e i bambini da loro nati saranno figli di tutti e profumeranno la terra.
Noi li vedremo venire su forti e chiari, e li educheremo alle arti canore e vocali, alla conversazione, all'amicizia, all'amore e all'intercorso sessuale, non appena siano in età a ciò idonea. Andateci piano, ragazzi, che tanto ce n'è per tutti."
Luciano Bianciardi – da "La vita agra" – 1962
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26 marzo Milano Leggete un po’ quiCUBE41 + SONOHRA LIVE SABATO 26 MARZO A MILANO | CUBE41 BLOG UFFICIALE Ancora una volta i Cube 41 apriranno un conecrto di Luca e Diego! __________________ “Mi
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