Il Sottoscala Per Abbado un Albero in Piazza Scala

21 Novembre 2009

7 DICEMBRE: C0NSIGLI DA TORINO A BOLOGNA- Lunedi 30 a Roma Manifestazione dei lavoratori delle Fondazioni liriche

Filed under: Uncategorized — Lavoratoriscala @ 14:18

                           Torino 3 novembre 2009                           

Caro Marco

Ti informo che quest’anno  c’è un fatto  nuovo che si prospetta  al nostro  orizzonte:  minaccia  di sciopero  per il 7

dicembre! incredibile vero?

Tranquillo  però, credo di aver trovato la soluzione a un problema che toglie il sonno agli italiani e getta

nello sconforto tutti i cittadini della Comunità europea (mi dicono che sono in apprensione  anche negli

States e nel Burkina Faso): firmiamo subito la parte economica del contratto scaduto e, so che non mi

credi, il nodo è sciolto! … e Carmen potrà tranquillamente morire tra le ore 21 e le 22 del 7 dicembre

prossimo.

Ti chiederai: ma quanto ci costa? anche su questo punto non ti devi preoccupare più di tanto, quel che

conta è la firma poi se ai lavoratori del tuo e del mio teatro andranno 2 lire (come si diceva una volta)

pare che non importi a nessuno (o a pochi) perché  in questo modo gli scaligeri  potranno  portare a casa il

loro ben più ricco (e senza ironia dico: certamente meritato) integrativo.

Invece non è così: a me importa proprio! i lavoratori del Teatro Regio meritano molto di più di quanto

verrebbe loro riconosciuto se si seguisse questa strada e quindi questa volta non ci sto! sarà anche che,

essendo il più vecchio in servizio,  ho visto più "7 dicembre" di tutti quanti e quindi so quanto i lavoratori

degli altri teatri (e ovviamente i nostri stessi teatri) hanno fin qui pagato perché si potesse andare in scena

a Sant’Ambrogio.

Non ho dubbi che il CCNL scaduto vada onorato e pagato per quel che vale (ripeto: non 2 lire) ma non

possiamo  sottrarci   contestualmente  da  concordare  e   sottoscrivere   alcuni   punti   della  piattaforma

normativa, come primo passo per dare ai nostri teatri una efficienza diversa e quindi migliore di quella

attuate; non mi dilungo: è materia a te nota. Credo però che i Lavoratori delle altre Fondazioni liriche, che

hanno fin qui aspettato in silenzio, possano essere anche d’accordo sul fatto che si debba lavorare

insieme, magari allungando ancora un po’ i tempi (non troppo però), al fine che vengano riconosciuti i

loro legittimi interessi economici (ovvero il valore del CCNL) e insieme portare avanti una riforma che,

come ho sempre detto, salvaguardi i livelli occupazionali e quelli retributivi ma che non può più essere

rimandata, diversamente daremmo ragione al Ministro Brunetta.

Il Teatro Regio ha sottoscritto nello scorso mese di luglio un accordo aziendale (a costo zero!) che, tra

altre misure volte al contenimento generale dei costi, prevede anche un aumento dei carichi di lavoro e

quindi, di fatto, una significativa riduzione del costo del personale,

Posso dire oggi ai miei lavoratori che avranno 2 lire dal contratto nazionale perché – per i suddetti motivi

– questo si deve subito firmare?

Per carità, se l’Associazione decidesse di fare così non posso che adeguarmi ma, qualora si mettesse ai

voti una simile risoluzione, ti pregherei di essere portatore del mio pensiero e del mio conseguente voto.

Caro Presidente, sono d’accordo con te (e mi fa piacere che anche Lissner la pensi come noi) quando dici

che i lavoratori della Scala dovrebbero trattare il loro contratto al di fuori de! CCNL: troppo diversa è la

loro realtà, sotto tutti i punti di vista, rispetto a quella degli altri teatri.

Io sono da sempre un grande fan della Scala (so bene che molti di questo mi rimproverano) e credo che

sia da favorire, per il bene di quel teatro e dei suoi lavoratori ai quali esprimo la mia stima, un percorso

che porti finalmente il Teatro alla Scala (come pure Santa Cecilia) fuori dall’Anfols; solo così ritengo che

si possano finalmente affrontare seriamente e serenamente tutte le questioni che riguardano le altre 12

Fondazioni liriche e anche per il Sindacato – è mia opinione – sarebbe più semplice sedersi al tavolo con

noi per rappresentare le ragioni dei lavoratori di questi teatri.

 

Un caro saluto            Walter

Musica: lunedì a Roma manifestazione dei lavoratori delle Fondazioni liriche


ROMA – 27 NOVEMBRE – Lunedì 30 novembre dalle ore 11 a Roma, in piazza SS. Apostoli, si terrà la manifestazione-presidio, promossa unitariamente dai sindacati di categoria, dei lavoratori delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche da cui partirà una delegazione per il ministero dei Beni e Attività Culturali. Lo rende noto la Slc-Cgil.

"La manifestazione – dichiarano gli organizzatori – ha l’obiettivo di porre all’attenzione del Dicastero e del Governo la grave situazione di crisi di buona parte delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche. Sarà l’occasione per evidenziare il diritto al rinnovo del Contratto nazionale di categoria scaduto da tre anni e la necessità di una riforma di settore che abbia al centro la valorizzazione del lavoro, la sua qualità e stabilità sia per le orchestre e i cori e i corpi di ballo che per le maestranze".

20 Comments

  1. Milano, 18 novembre 2009 – Da oggi il teatro alla Scala ha un nuovo cda. E’ ad alta concentrazione di banchieri, c’è un sovrintendente, Stephane Lissner, confermato fino al 2013 ma che si sa già resterà fino all’anno dell’Expo e ha bilancio in pareggio per il quinto anno consecutivo. L’unica cosa che manca è un direttore musicale, carica vacante dal 2005 quando lasciò Riccardo Muti.

    Ma Lissner sta cercando anche quello seppure preferisce non fare nomi. ‘’Non è una scelta che si fa dicendo questo o quest’altro potrebbe venire. Sto lavorando con diversi direttori – ha spiegato dopo la riunione del nuovo cda – per cercare quello che potrebbe essere il miglior direttore di questo teatro; ovviamente tenendo conto dell’orchestra della Scala, perchè parlo con tutti i musicisti, con i coristi’’.

    Ci sono una decina di parametri di cui tenere conto, secondo Lissner, nella scelta inclusi ‘’la disponibilità dal punto di vista del tempo e il repertorio. Poi ci vuole una disponibilità anche per la Filarmonica’’. E ci vuole ‘’qualità umana’’. ‘’E’ un lavoro che si fa oggi – ha sottolineato – tenendo conto di chi è venuto qui a lavorare con la nostra orchestra. Per me è la cosa più importante. E’ un lavoro che si fa con l’orchestra e con il coro anche se sono io a decidere’’. E la decisione e’ quella di un sovrintentente che ha la piena fiducia del cda.

    Alla fine dell’ assemblea dei soci e della prima riunione del nuovo board, il sindaco Letizia Moratti, in qualità di presidente della fondazione ha spiegato che Lissner è stato confermato fino al 2013 ‘’perchè la legge prevede che l’incarico del sovrintendente sia contestuale a quello del Consiglio ma ci sono modalità tecniche perchè il sovrintendente abbia un impegno anche successivo’’ fino cioè al 2015, anno dell’Expo.

    E’ stato confermato anche Bruno Ermolli, che resta vicepresidente della fondazione, mentre per la prima volta entrano nel cda l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera, il presidente Bpm Massimo Ponzellini e il presidente di Fondazione Banca del Monte di Lombardia Aldo Poli e il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà. Completano la squadra, di cui già facevano parte, il finanziere Francesco Micheli, il presidente del gruppo Sec Fiorenzo Tagliabue e l’ad di Eni Paolo Scaroni.

    Un consiglio di questo tipo è una sicurezza. Ma la Scala punta anche ad essere più autonoma venendo nominata teatro Nazionale. ‘’E’ un anno che aspettiamo – ha ricordato Lissner – e oggi abbiamo la speranza’’. D’altronde ‘’la nostra attività e produttività – ha proseguito -, il lavoro degli 800 lavoratori del teatro dovrebbe consentire una autonomia per il bene del teatro e, sono convinto, per il bene di tutti. Non dico che siamo bravi, ma noi siamo diversi’’. ‘’La Scala merita – ha osservato il sindaco -. Non voglio fare graduatorie, ma merita un’attenzione particolare’’.

    Commento by anonimo — 26 Novembre 2009 @ 10:21

  2. Il nuovo contratto di lavoro delle fondazioni liriche, secondo l’Anfols





    Mauro Mariani
    ROMA – 26 NOVEMBRE – L’Anfols (associazione delle Fondazioni liriche) ha presentato ai sindacati le sue proposte per arrivare velocemente alla sottoscrizione di un nuovo contratto nazionale. "Abbiamo voluto essere molto chiari – dice Marco Tutino, sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna e presidente dell’Anfols – nel far capire il nostro punto di vista sul modo d’uscire dalla crisi attuale, che è di sistema”.
    “Se si vuole veramente uscire dalla crisi – sottolinea Tutino – è necessario modificare alcuni punti del contratto nazionale, ricordandoci tutti , sovrintendenti e sindacati , che è meglio regolare tutto quello che è più possibile a livello nazionale, senza contraddirlo poi a livello locale".

    L’Anfols ha messo in evidenza in un comunicato stampa,  quattro punti su cui puntare per l’ innovazione: il primo è la determinazione degli organici funzionali.
    "Nessuna azienda al mondo – dice Tutino – può ricevere dall’esterno un’imposizione circa le forze lavorative di cui ha bisogno. Che ci siano degli organici che discendono da basi storiche è inevitabile, ma che vengano ribaditi anche dal governo è illogico, contrario a qualsiasi norma di corretta amministrazione e lesivo della libertà dei teatri e dei suoi amministratori. Imporre a un teatro tot dipendenti è un’aberrazione, che s’è resa necessaria al momento della trasformazione da enti a fondazioni, per non penalizzare i dipendenti. Ma questo non significa che deve essere così per sempre".

    Il secondo punto è l’acquisizione di flessibilità e produttività attraverso l’adozione di criteri di multiperiodalità.
    "Abbiamo modalità di lavoro che non possono essere ingessate in orari rigidamente fissati su base giornaliera, settimanale e mensile. I teatri hanno un periodo di almeno sei mesi in cui hanno la necessità di gestire in modo flessibile un monte ore, a seconda delle esigenze della produzione. Il sistema attuale costringe invece ad esborsi micidiali per le ore di lavoro straordinario. Ed anche così la capacita produttiva del teatro risulta limitata".
     
    Il terzo punto: modifiche delle validità temporali dei diritti di precedenza.
    "Significa che in molti casi i teatri sono costretti ad assumere come aggiunti sempre le stesse persone, sulla base dei diritti maturati. L’assurdo è che, se si chiamano sempre gli stessi, dopo un certo tempo queste persone, come conseguenza di altre norme, maturano il diritto all’assunzione a tempo determinato: da qui centinaia di cause, col risultato che si assume non per merito ma per anzianità".

    Infine, l’ultimo punto è la definizione degli istituti regolabili dai contratti di 2° livello e la decadenza degli istituti non più compatibili sul piano normativo.
    "Tendiamo a normare il più possibile nel 1° livello, con un contratto nazionale che lasci il minor spazio possibile ai contratti aziendali. Pur non andando contro la specificità del singolo teatro, vogliamo dare un quadro generale entro cui ogni fondazione si deve muovere".

    L’Anfols propone un contratto che riforma radicalmente l’organizzazione del lavoro all’interno delle fondazioni lirico-sinfoniche. Quali sono state le risposte dei sindacati?
    "I sindacati chiedono che si proceda rapidamente a firmare un accordo economico, anche parziale, separato dagli istituti normativi, che sarebbero discussi dopo. Ma per noi è impossibile separare i due aspetti. Quando sarà fatta una revisione della parte normativa che vada in una certa direzione, solo allora sapremo quanto potremo risparmiare su certi sprechi cui siamo costretti dalle norme vigenti e quanto potremo destinare alle retribuzioni, perché è ovvio che nessuno pensa a un contratto che non preveda giusti aumenti retributivi". 

    Tutino interviene anche sui rapporti con il governo, che definisce "inesistenti"

    Musica: "inesistenti" i rapporti tra le Fondazioni liriche e il governo





    BOLOGNA – 26 NOVEMBRE – "Sono inesistenti" i rapporti tra l’Anfols, l’associazione delle Fondazioni liriche, e il governo ( il ministro Sandro Bondi). Marco Tutino, che è anche sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna. dice che "Il tavolo tecnico stabilito oltre un anno fa non si è mai avviato – continua Tutino in un’intervista a Mauro Mariani -. La scorsa primavera, dopo svariate e inutili sollecitazioni, abbiamo comunque presentato le nostre osservazioni, ma non abbiamo avuto alcun riscontro. Questo significa evidentemente che il settore è ritenuto trascurabile e superfluo".

    Quali punti toccavate nelle vostre osservazioni?
     
    "Piante organiche, età pensionabile, agevolazioni delle sponsorizzazioni dal punto di vista fiscale, governance dei teatri e composizione dei consigli d’amministrazione".

    Riguardo quest’ultimo punto, circolava recentemente la voce che il governo vorrebbe abrogare la norma per cui i sindaci sono di diritto presidenti dei teatri.

    "C’è chi è contrario, perché sostiene che in tal modo s’indeboliscono i teatri, e chi è favorevole, perché i sindaci sono portatori d’una sorta di conflitto d’interesse, in quanto sono tra i principali finanziatori del teatro che presiedono. Le ragioni sono ben distribuite tra le due parti. Forse la politica dovrebbe fare un passo indietro, ma questo resterà un sogno, finché i teatri vivranno di contributi pubblici. In altri paesi certi comportamenti visti di recente in Italia non sarebbero possibili né tollerati, ma altrove è ben diverso il senso morale sia dei cittadini che dei politici".

    Commento by kextragno — 27 Novembre 2009 @ 00:34

  3. Musica: sciopero al Teatro Bellini di Catania. Saltano i concerti





    CATANIA – 26 NOVEMBRE – Salta l’esordio della stagione sinfonica del Bellini di Catania (foto): il concerto inaugurale di questa sera non si terrà per lo sciopero a oltranza proclamato dai sindacati del teatro etneo che contestano la gestione dell’Ente da parte del sovrintendente Antonio Fiumefreddo.

    Se non dovesse rientrare, la protesta metterebbe a rischio anche le altre produzioni del Teatro Bellini di Catania, compreso il concerto di Natale della Rai, la cui registrazione é prevista per il prossimo 6 dicembre.

    Commento by kextragno — 27 Novembre 2009 @ 00:45

  4. ROMA – 27 NOVEMBRE – Nel riferire ieri dei lavori alla VII Commissione della Camera sugli stanziamenti in legge finanziaria relativi allo spettacolo , siamo incorsi in un errore, basandoci sui dati di una delle relazioni “alternative". La vera previsione per il Fus 2010 è di 418,4 milioni di euro , mentre la cifra di 465,1 milioni, erroneamente indicata, si riferisce allo stanziamento in conto competenza

    Commento by anonimo — 27 Novembre 2009 @ 12:06

  5. LE ACCUSE CHE LEGGO NEI CONFRONTI DEGLI SCALIGERI,NON TANTO NEI CONFRONTI DELLA SCALA E DELLA SUA DIRIGENZA,SONO PESANTI  E MERITEREBBERO UNA REPLICA DECISA,PRECISA E CIRCOSTANZIATA.
    RESTA COMUNQUE CHIARO UN FATTO TRISTISSIMO E CIOE’ CHE L’AMBIENTE NEL QUALE  QUESTA LOTTA SI E’SCATENATA  STA  DANDO UNA RAPPRESENTAZIONE PENOSA DELLA PROPRIA IMPOTENZA AD OPPORSI UNITARIAMENTE A CHI L’ASSEDIA E NE INSIDIA LA STESSA ESISTENZA .SE POI FOSSE VERO CHE QUALCUNO PENSA DI SOPRAVVIVERE SULLA PELLE DEGLI ALTRI,PRIMA O POI SI RENDERA’ CONTO DI QUANTO SIA SEMPRE STATO FATALE NON RICORDARSI DELL’ANTICO PRINCIPIO DI POTERE "DIVIDE ET IMPERA.

    Commento by anonimo — 30 Novembre 2009 @ 11:19

  6. Utente Anonimo sul blog :”Il Sottoscala”

    Commento alle dichiarazioni di Tutino sulla necessità di allontanare la Scala dagli altri Teatri

    Prendo questo articolo ad esempio per alcune riflessioni :

    1) Intanto quale sia la ragione per cui si paragona chi lavora in un’orchestra o in un coro a chi lavora, pur con rispetto parlando, alla catena di montaggio mi è difficile comprenderlo.
    Poi credo che Tutino , già compositore di dubbio valore artistico, NON sia da paragonare in quanto Sovrintendente di un teatro a chi , come capitano d’industria o manager di una fabbrica metalmeccanica , rischia e investe I CAPITALI PROPRI E DELLA SUA FAMIGLIA nell’azienda per cui è ovvio che in quel caso la contrattazione del lavoro ha delle sensibili motivazioni in relazione a cio’. Il Signor Tutino che si si sente tanto "manager" dovrebbe ricordarsi che è stato messo lì dalla politica e finora di suo non ha ancora rischiato un bel niente.
    Costui si permette di insultare chi , meritocraticamente grazie ad un concorso internazionale vinto , con fatica e sacrificio continua a lavorare nel teatro che LUI amministra con stipendi da miseria.
    Ho tra le mani il "masterplan" fatto da questo signore e dai suoi fiduciari …..per salvare il teatro di Bologna dal deficit…denominato : Piano Aziendale 2009-2011…tra i vari provvedimenti futuri circa la riorganizzazione funzionale del personale amministrativo si legge:
    "Organigramma con piu’ funzioni in line con il sovrintendente" ….vorrei chiedere al Signor Tutino se da bravo manager poi le paga di tasca sua queste funzioni "in-line" ???
    …della serie, si fanno tanti bei discorsoni …cambia il vento , basta con gli sprechi, paga pantalone ecc ecc…ecco qua..cambiato il vento e subito pronto il nuovo valzer dei dirigenti!
    …Questo è un esempio che dovrebbe tenere presente CHI parla di "malagestione" dei teatri e auspica la chiusura degli stessi. Eppure il signor Tutino è stato messo in quel ruolo dal Ministro stesso o no? Quindi è vero o non è vero che è la politica stessa , questa politica, a fare i disastri nei teatri salvo poi lavandosene le mani con i tagli che fanno solo carne di porco delle orchestre e dei cori?

    2) Fa sorridere sentir dire che "tutto il sistema è scalocentrico" …magari! Il "mirabile" teatro alla Scala macina da solo 40 milioni l’anno di contributi statali. Quasi il quadruplo del Carlo Felice e pressochè il doppio di molti altri teatri italiani in cambio di spettacoli che NON SEMPRE sono di livello superiore agli altri teatri. Alla faccia dell’ "invito alla privatizzazione" !!!!
    La legge sulle Fondazioni è vero che fu fatta per la Scala, avrebbe dovuto garantire al teatro Milanese un maggior apporto di capitali privati. Purtroppo si rivelo’ un fiasco si dall’inizio e negli anni seguenti lo Stato fu costretto a rifinanziare il teatro. E’ chiaro che gli altri teatri, vedendo spendere tutti quei soldi nel teatro milanese, protestarono e chiesero pure loro un adeguamento. Quindi l’errore fu proprio quello di fare una LEGGE SPECIFICA per il Teatro alla Scala escludendola dalla contrattazione nazionale a seguito di una probabile privatizzazione…… cosa che successivamente porto’ tutti gli altri teatri a seguirla nello stesso baratro.

    Già ma da adesso il "sommo" Tutino ha deciso che in Scala si fa musica..nel resto dei teatri italiani invece si è o dei parassiti o degli operai che devono stare alla catena di montaggio .

    Sempre per la serie : "Confrontiamoci con gli altri teatri europei"… macchè! In Italia ci si confronta con l’Alitalia e con la Fiat ..senza pero’ avere i loro manager!

    da FACEBOOK

    Commento by kextragno — 30 Novembre 2009 @ 19:39

  7. Lettera di un Tecnico del Comunale di Bologna

    Sono un Tecnico di palcoscenico 39enne, Roberto Ledda, “Arredatore di scena” o meglio in gergo teatrale Attrezzista, presso il Teatro Comunale di Bologna.
    Diplomato in Scenografia, sono passato dal teatro di ricerca a quello di prosa per poi approdare nella Lirica.

    La mia, come per chiunque abbia intrapreso questo lavoro, è una vera passione: mi affascina molto la macchina teatrale che mette in moto tutti quei processi che portano al risultato finale di una messa in scena.
    Colgo l’occasione per dire anche la mia opinione su quello che si sta verificando nel mio Teatro e in tutti i Teatri d’Italia, ma prima vorrei ricordare che il teatro è composto anche da noi Tecnici, e non solo da Orchestra e Artisti del Coro, non siamo un’ “OMBRA”, ma che come i nostri colleghi Orchestrali e Coristi abbiamo un peso non indifferente nella scatola Teatrale, siamo persone che amano questo lavoro e lo svolgono con dedizione e passione e con alta professionalità. Ma che purtroppo entriamo facilmente anche nella voce “sprechi” naturalmente compresi Orchestrali e Coristi, nel momento in cui tagli e revisione del sistema teatrale sovvenzionato dallo Stato sono all’ordine del giorno. Siamo tanti, troppi, con competenze quasi sconosciute e sicuramente, in particolare noi tecnici stipendiati come operai specializzati e nulla più. Ma messi tutti insieme siamo costosi, almeno quanto qualche replica di un cantante molto noto o elementi scenografici fatti costruire per errore….
    A chi ricopre alte cariche istituzionali che non fanno altro che screditare l’immagine dei Teatri e di chi vi lavora, con esternazioni talvolta discriminatorie al settore, volevo dire basta con questi attacchi spropositati e intimidazioni, ma preoccupatevi di dirigere bene e fateci lavorare.

    Volevo inoltre fare una critica, ricordando ai “grandi vecchi” della cultura in genere che hanno beneficiato dei finanziamenti statali producendo opere di grande valore culturale per il Paese, cosa che ha aumentato il loro lustro personale e la popolarità di cui tuttora godono. Da questi intellettuali mi sarei aspettato un confronto con le istituzioni, visto che sono loro che fanno cultura e teoricamente, sono molto più addentro al sistema-teatro. Mentre questi “grandi vecchi” dello spettacolo tacciono……
    Adesso che la crisi è profonda le cose devono cambiare, sono d’accordo, ma un passo per volta: non penso che stravolgendo nell’immediato il sistema dei finanziamenti crei un mercato privato che possa risolvere le condizioni di difficoltà che molti teatri e la cultura in genere sta vivendo, anzi.
    Il Teatro privato, in Italia, esiste da sempre e in questi ultimi anni sta vivendo un momento di grande prosperità: ovviamente stiamo parlando dei grandi musical, dei monologhi dei comici televisivi, degli one man show di personaggi attualmente popolari e delle esibizioni degli amici di Maria. Per tutti quelli che tentano di mettere in scena con le proprie sole forze Shakespeare o Goldoni (ma anche il più lieve Coward), non tira una buona aria.
    Ho sentito dire che bisognerebbe spostare i soldi alla TV pubblica per promuovere iniziative culturali senza dover tenere conto degli ascolti, ma penso che la tv pubblica sia già ben sovvenzionata dal canone RAI, dagli sponsor pubblicitari e dai contribuenti: il problema quindi non sta nel reperire i fondi, quanto nell’organizzare un palinsesto di stampo culturale. E chi lo organizza? Le stesse persone che, espressione della classe politica che dirige il Paese, si trovano ai vertici della tv pubblica…anziché del teatro pubblico, cosa che potrebbe tranquillamente accadere.
    Che ci vorrebbe una adeguata e innovativa programmazione di informazione, e intrattenimento siamo tutti d’accordo: cosa si sta aspettando? Certamente non il denaro, visto che quello televisivo è l’unico settore a cui non fa difetto…
    Non dimentichiamo, inoltre, dato che si parla di linguaggio “giovane” e alla portata di tutti, che Internet è e sarà il futuro, che forse un giorno sostituirà la TV o avrà comunque una diffusione e una fruizione di pari livello .
    Vorrei ricordare che le Fondazioni teatrali sono state costituite per poter essere anche sovvenzionate dai privati, cosa che avviene da molti anni soprattutto da parte di importanti istituti bancari, ma come si è potuto constatare il sistema non ha funzionato innanzitutto per via delle mancate defiscalizzazioni, come avviene in qualunque altra parte del Mondo; vista la dèbacle americana recente, anche se le defiscalizzazioni venissero attuate a partire da questo istante non penso che ormai i privati da soli possano sostenere i costi di un Ente culturale. Il liberismo del mercato ha fallito la sua missione in quasi tutti i settori, e ancora più tragicamente in quello culturale, complice ma non causa primaria anche la recessione attuale.
    In Italia si sentono dichiarazioni sconclusionate che mi fanno pensare e dire ancora una volta che è solo una piccola cerchia di intellettuali che cercano, nonostante il disagio che attraversa il Paese, a pensare ancora a i propri interessi.
    L’impressione che si ha ora è che finché c’è stato modo di spartirsi l’abbondante torta del FUS (il famigerato Fondo Unico per lo Spettacolo), torta in cui tutti o quasi hanno almeno dato una ditata, nessuno si poneva il problema morale di fare un Teatro per pochi, per tanti, colto, insulso, sprecone, cervellotico, purché ci fossero le garanzie di guadagnarci tutti. Ora che l’imbuto si stringe partono le recriminazioni, i “l’ho sempre detto, io!”, le questioni epocali, i falsi dilemmi (“vuoi che tuo figlio studi in un sistema scolastico adeguato guardando una tv culturale o che rimanga un asino mentre gli intellettuali miliardari vanno all’Opera?” Soluzione: i nostri figli non riceveranno un’istruzione adeguata, si consoleranno guardando tv spazzatura mentre mamma e papà, operatori teatrali, potranno serenamente reimpiegarsi in un call-center, dopo che la gestione privata del loro teatro avrà deciso di tagliare drasticamente l’organico tecnico amministrativo).
    Sono d’accordo sul fatto che bisogna cambiare il sistema, ma in questo sistema devono essere messe in luce quelle che sono le responsabilità della gestione artistico-amministrativa. Chi amministra deve essere ritenuto responsabile degli ammanchi, imponendogli di risponderne penalmente, se i buchi di bilancio sono ingiustificati.
    E non sembrano ormai più giustificabili i cachet milionari degli artisti (registi e scenografi inclusi), gli stipendi altissimi dei quadri dirigenziali, spesso collocati là dove sono per coincidenza, fortuna o giuste conoscenze più che per peso curriculare, gli sprechi in fase di allestimento perché il progetto è stato dato in mano a un incompetente o a un umorale a cui nessuno sa dire di no.

    Finora ho sentito solo dire, specialmente dalla classe dirigente teatrale, che la responsabilità dei deficit dei teatri sono le maestranze che aggravano i bilanci, ma penso che se si indagasse a fondo emergerebbe immediatamente come voce altrettanto importante la mala gestione. Da lì può ripartire la discussione sul teatro pubblico e gli sprechi, e sulle misure da prendere, sperando non sia troppo tardi.
    Ciò che mi auspico è che prevalga il buon senso di chi si occuperà dei futuri cambiamenti che investiranno i nostri Teatri storici, e che le regole siano trasparenti per il rispetto dei lavoratori dello spettacolo e in particolar modo del pubblico.

    Commento by anonimo — 30 Novembre 2009 @ 19:55

  8. Versione integrale della Lettera dei Melomani Bolognesi:
    LA NOSTRA ORCHESTRA: LETTERA APERTA AI CITTADINI E A BOLOGNA

    Siamo un gruppo di cittadini che da anni seguono i concerti della Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, orgogliosi del successo che riscuote in Italia e all’estero e apprezzandone le doti musicali e il grande impegno.
    E’ un piacere andare ai concerti e constatarne ogni volta la grande qualità e la passione di chi li esegue, passione qualità e professionalità che traspaiono dalle magistrali e spesso commoventi esecuzioni delle opere.
    Tutte qualità – sia detto per inciso – che non sembrano proprio essere dipendenti da questioni quali il “monte ore” previsto o in generale delle norme inserite nel contratto sottoscritto tra i professori d’orchestra e la Fondazione del Teatro Comunale di Bologna, ma che trovano fondamento in anni e anni di rigorosa selezione, studio e dedizione.

    A fronte di questa grande ricchezza della nostra città ci stupisce questo continuo e quotidiano stillicidio nei confronto degli artisti – perché questo sono – che suonano nella Orchestra.
    Ci sono molte cose che non ci sono chiare e che come cittadini abbiamo il diritto di conoscere.
    Prima questione fra tutte che non riusciamo a comprendere perchè il Sindaco della nostra città, che noi rispettiamo, non rispetta a sua volta questa grande ricchezza che per la città di Bologna rappresenta l’Orchestra del Teatro Comunale.
    Sappiamo che c’è crisi –chi non lo sa-, sappiamo che i musicisti dedicano la loro vita professionale al lavoro che gli viene commissionato, sappiamo anche che si reclama il sacrificio da parte loro rispetto ad uno stipendio che però è molto lontano dagli stipendi di chi amministra e dirige l’orchestra stessa.
    E allora vorremmo sapere perché vengono addebitati ai lavoratori le assunte difficoltà economiche della Fondazione quando gli orchestrali nulla hanno a che fare (ora come in passato) con la gestione della Fondazione stessa, con la gestione delle risorse e con le scelte nelle spese, negli investimenti e nella stessa direzione. I professori d’orchestra sono semplicemente dei dipendenti che vanno valutati sulla base della qualità della prestazione e del risultato artistico e solo su questo possono essere richiamati o fatti oggetto di valutazione.
    Quindi chiediamo a questa città ed anche –ma non solo – a chi la amministra, il perché della evidente volontà di affondamento della nostra prestigiosa Orchestra.
    E non ci si dica che non è vero perché le parole senza i fatti non parlano: la verità sul punto – francamente poco controvertibile – ci sembra davanti agli occhi di tutti: disdettare un contratto od un impegno preso per il pagamento dei premi che costituiscono parte integrante del contratto oppure cancellare una convenzione con un cartellone di concerti già programmato e continuamente gettare discredito sui componenti dell’Orchestra, che ben poco possono fare in ordine alle scelte di gestione e di programmazione, significa anche, se non in primo luogo,volere creare disinformazione, confusione e disaffezione dei cittadini.

    E poi, visto che ormai si usa così, ci permettano il nostro Sindaco, l’assessore Sita, il sovrintendente Tutino, di porre queste 10 modestissime domande, sperando di ricevere sul punto una risposta non tanto perché a noi dovuta ma, e soprattutto, perché dovuta alla città, alle migliaia di cittadini che amano questa Orchestra e che chiedono, magari nel silenzio dei corridoi alla fine dei concerti oppure mentre vedono i musicisti all’uscita del teatro che si comunicano il loro disagio, di rendere maggiormente chiaro il progetto che questa Amministrazione e questa Fondazione hanno

    Per capirci, cosa si vuole fare di un bene pubblico tanto prezioso?

    LE 10 DOMANDE

    1) Come mai il Sovrintendente, invocando un regime di austerità, decide di ridurre parte del salario dei dipendenti tutti, attraverso un meccanismo che esonera da questa riduzione lui e i dirigenti del Teatro?

    2) Come mai il Sovrintendente ha scelto di programmare una stagione d’opera, in un momento di difficoltà economica grave, fatta esclusivamente di nuove produzioni, ancorchè in collaborazione con altre Fondazioni? E come mai non sono stati utilizzati i precedenti e apprezzati allestimenti?

    3) I fondi che giungono alla Fondazione Teatro Comunale, (fondi statali, fondi regionali, fondi privati) che flessione hanno subito, se l’hanno subita, negli ultimi cinque anni?

    4) Come mai il Sovrintendente continua a riferirsi, nel parlare dello stipendio dei professori d’orchestra, al costo aziendale, anziché anche solamente del lordo effettivamente percepito, aumentando così di un terzo circa la percezione che il lettore medio di un giornale può avere dello stipendio degli stessi professori d’orchestra?

    5) Come mai è stata interrotta da parte della Fondazione, di fatto impedendone l’attività, la convenzione con una associazione (la Filarmonica del Teatro comunale di Bologna) che, senza un euro di contributo da istituzioni pubbliche e basata sull’associazionismo di circa 1800 cittadini, produce cultura per tutta la città?

    6) Come mai il Presidente della Fondazione è così solerte nel chiudere l’attività di una associazione privata – quale la sopra nominata Filarmonica – che per convenzione porta alle casse del teatro il 3% di tutti i propri introiti, in un momento in cui si reclama una mancanza di fondi a disposizione della Fondazione?

    7) Come mai a giudicare della presunta concorrenzialità della Filarmonica del Teatro comunale di Bologna è un organo quale il Cda della Fondazione al cui interno siede il presidente del Bologna Festival che svolge – questa si – attività concorrenziale all’attività della stagione sinfonica del Teatro Comunale?

    8) Come mai la nuova stagione d’opera ricorre all’utilizzo di numerosi artisti provenienti dalla “Scuola dell’Opera” senza che questo venga in nessun modo dichiarato nel programma generale, vendono di fatto spettacoli che non sono all’altezza di un grande teatro con la storia del Teatro Comunale di Bologna e senza che tutti gli spettatori ne siano al corrente in sede di scelta?

    9) Quali sono i costi della “Scuola dell’Opera” sostenuti dalla Fondazione?

    10) Come vengono utilizzati i fondi ed in particolare come incidono le decisioni sugli allestimenti, le scelte di programmazione, gli incarichi esterni, nell’organizzazione delle attività della Orchestra (concerti, opere, ecc.) e nel bilancio della Fondazione?

    Donatella Ianelli – avvocato
    Claudia Cocchi – imprenditore
    Francesca Pozzebon – avvocato
    Prudence Crane – professoressa di Inglese
    Carlo Zandi – imprenditore
    Angelo Antonio Fierro – medico
    Vania Zanotti – dipendente cooperativa sociale
    Fabio Albano – psicologo
    Giampaolo Cocchi – imprenditore
    Stefano Domenichini – imprenditore
    Alessandra Tondi – architetto
    Gigliola Di Cecco – impiegata
    Adriana Rotolini – pensionata
    Giudo Fuschini – medico
    Nadia Fantini – architetto
    Luca Tondi – geologo
    Raffaele Battaglia – architetto
    Cecilia Domenichini – studentessa

    Per chi intende aderire a questo appello:
    lanostraorchestra@gmail.com

    Commento by anonimo — 30 Novembre 2009 @ 20:07

  9. #14
    "Di tutto il resto si può parlare"
    Hai detto tutto,non resta più nulla di cui parlare;siete i migliori,i più produttivi,i più economici,voi della Scala.Auguri e complimenti!
    Gli altri?che imparino da voi!

    Commento by anonimo — 1 Dicembre 2009 @ 11:09

  10. BRAVO IL    17

    Commento by anonimo — 1 Dicembre 2009 @ 17:05

  11. RELAZIONE NON UFFICIALE DELLA MANIFESTAZIONE DI ROMA

    Post n. 1

    Annalisa ha scritto22 ore fa

    Alla manifestazione erano presenti rappresentanze di tutti i Teatri ad eccezione del Petruzzelli ( perlomeno non ho visto lo striscione,mancavano inoltre gli striscioni della Scala e della Fenice di Venezia)purtroppo la richiesta di convocazione prevedeva una partecipazione totale dei Teatri romani ,ma c’era una scarsa affluenza soprattutto da parte dell’Accademia ,e una rappresentanza un po’ più nutrita da parte dell’Opera .
    Sono intervenuti i 4 Segretari,.
    I politici presenti erano sempre gli stessi che ci seguono e ci supportano da anni ovvero L’Onorevole De Biasi e l’Onorevole Vita che hanno fatto due interventi interessantissimi.
    La prima ha illustrato per sommi capi la Riforma dello Spettacolo in esame in commissione ristretta alla camera, ed ha affermato che le fondazioni Liriche sono presenti nella stessa, anticipando che nella riforma è richiesto ai sovrintendenti un Curriculum adeguato ed un concorso pubblico.
    Entrambi hanno posto l’accento sulla scarsa considerazione del governo nei Confronti della Cultura e L’Onorevole Vincenzo Vita dopo essersi domandato “se esiste un Ministro”ha riportato di aver richiesto un’interrogazione al Ministro Bondi in collaborazione con l’Onorevole Vittoria Franco, tramite la commissione cultura del Senato
    Sono intervenuti i segretari Territoriali dei Teatri Lirici, il segretario della Scala ha proposto di andare tutti il 7 Dicembre a manifestare per S. Ambrogio ( al precedente coordinamento la proposta era stata fatta ed inizialmente non recepita)
    Si è proposto di occupare tutti i Teatri o di dichiarare la serrata di tutte le Attività di spettacolo per 1 giorno: Cinema ,Teatri di Prosa,Teatri Lirici,Circhi etc.
    Si sono susseguiti interventi interessanti in cui si è posto l’accento sulle vere motivazioni degli sprechi che non sono i Lavoratori. Tutti hanno affermato che c’è un disegno ben preciso ( oltre all’ignoranza)ovvero eliminare i Lavoratori su cui non c’è “margine di guadagno”.
    Era presente Radio popolare Roma 103,3 con la “sagoma” del sindaco Alemanno ed i suoi “Body Guards”che lo accompagnano in varie parti di Roma ( sul loro sito è presente nella raccolta foto una Fotografia della manifestazione)
    Inizialmente era previsto che dopo il comizio ( in pratica era una sorta di coordinamento all’aperto ) in piazza s.s. apostoli si andasse a manifestare al Ministero , ma è arrivata una convocazione durante la manifestazione.
    La convocazione è stata inoltrata da Vice Capo di Gabinetto Vicario del Ministro Bondi ovvero dal Dott. Mario GUARANY e dal Dott. Enrico Graziano dirigente per le Attività Liriche musicali,che erano accompagnati da due Segretarie verbalizzanti.

    All’incontro erano presenti 10 Segretari Territoriali in delegazione per i teatri lirici e i 4 Segretari Nazionali.
    I Segretari Nazionali hanno riportato le motivazioni del dissenso :Tagli alle risorse,CCNL scaduto e relative intenzioni di Tutino , riforma Bondi in itinere sconosciuta a tutti e altamente invasiva delle prerogative negoziali sindacali ( occupazione ,contratto integrativo etc.),che di fatto non consentiva una discussione del CCNL.
    Hanno dichiarato che avevamo intenzione di occupare i Teatri e di volerci rivolgere al Parlamento Europeo.
    La controparte ha dichiarato che per il 2009 sono stati assegnati 229 milioni di € alle Fondazioni Lirico Sinfoniche +20 milioni di € di Extra Fus ,(rispetto ai 219.456.231,18 € del 2008+ 20 milioni di € di Extra -Fus ) e che l’ultima quota per l’anno in corso è sta consegnata Lunedì scorso. Hanno ribadito il concetto che le attribuzioni FUS vengono consegnate rigorosamente in Tempo e senza ritardi. Inoltre hanno affermato che per il 2009 la quota Fus riservata alle Fondazioni è stata del 51% comprensiva di Extra –Fus.
    Il Dottor Mario Guarany ha chiesto un documento di sintesi sulle tematiche esposte inviato ufficialmente dalle Segreterie Nazionali (come se non ne fossero mai stati inviati…)entrambi erano sulle difensive.
    Alle 16,30 sono dovuta scappare in aeroporto e qua si interrompe la mia relazione ma temo che non si sia approfondito molto di più dato che l’incontro era puramente consultivo,é stato comunque un piccolo successo dovuto alla Manifestazione dato che da anni non si riusciva più ad avere degli incontri, ed è servito comunque per far sentire la nostra posizione e il nostro punto di vista.

    Commento by anonimo — 2 Dicembre 2009 @ 08:24

  12. kannikar.com

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  13. sport tvp program tv

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  14. sportowe fakty żużel 1 liga

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  15. sport direct konin

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  17. sport direct avenida

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