Alla Scala Pacchi Natalizi? No grazie!
La legge Barbareschi – Carlucci è pronta per essere approvata in parlamento.
Insieme alla volontà dell’Anfols (Ass. sovrintendenti) vi è quella di smantellare le Fondazione Liriche precarizzando ulteriormente e riducendo gli organici.
In questo contesto il nostro Sovrintendente promuove il distacco della Scala dalle altre Fondazioni con la scusa del “Teatro Nazionale”. Come conseguenza si avrebbe l’isolamento dal resto dei lavoratori dei Teatri Lirici italiani facilitando l’antico progetto dei "mercanti" del CDA scaligero di indebolirci nelle trattative sia per i rinnovi del CCNL che dell’Integrativo, poiché tutto l’impianto normativo verrebbe messo in discussione .
Per valorizzare l’eccellenza della Scala invece di “titoli"servono riconoscimenti sostanziali, cioè risorse economiche e non trasformazioni epocali a danno dei lavoratori volte a coprire le intenzioni del governo di dismettere la lirica e la cultura dagli interessi di Stato.
Il CDA della Scala” co-regista” di questo progetto finalizzato a privatizzarla è formato in gran parte da quegli stessi banchieri che vogliono appropriarsene.
Il Governo invece di coltivare il sogno che il teatro rappresenta, la cultura del paese, copre i mega buchi delle banche e gli permette di fatto di svendere a loro il più importante teatro del mondo.
I lavoratori della Scala non credono a babbo natale, neanche se ha l’accento francese.
La Cultura fa Paura Cub Scala
Protesta delle Fondazioni lirico-sinfoniche lunedi’ 7 dicembre alla Scala di Milano
Presidio nazionale dei lavoratori delle fondazioni lirico sinfoniche in piazza della Scala dalle ore 14.30 alle ore 19.
L’iniziativa rientra nelle lotte e mobilitazioni nazionali a sostegno della vertenza in atto nei confronti del Governo e delle nostre controparti datoriali (Anfols)".
Vogliamo, Il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto ormai da tre anni
L’investimento pubblico nel settore.
il superamento di una legislazione che impropriamente vincola le prerogative negoziali fra le parti e per una riforma del Settore discussa e condivisa tra le parti sociali.
Salviamo i Teatri Lirici italiani su facebook vedi link aggiungi
Non illudiamoci ;la cultura non fa affatto paura al Potere che ha motivo di ben altri timori,con l’aria che tira;al massimo ne è un pò infastidito.
LA VERITA’ E’ CHE LA CULTURA HA PAURA. HA PAURA DI CHI DICE DI DIFENDERLA MA IN REALTA’ TUTELA IL PROPRIO PARTICOLARE INTERESSE.
Commento by anonimo — 4 Dicembre 2009 @ 14:50
Alla Scala per il lavoro – Stamane blitz di lavoratori dal sovrintendente Lissner per far leggere un comunicato la sera della Prima di Sant’Ambrogio.03-12-200
Teatro alla Scala, uno “stile” in barba alla crisi
Rifiutato il tentativo di una delegazione di lavoratori di alcune delle aziende in crisi di far leggere un loro comunicato alla Prima della Scala. Trifiletti, CUB: “Volevamo sensibilizzare tutti circa l’attuale situazione”. Confermato il presidio all’apertura del 7 dicembre in piazza della Scala.
Non è nello stile del Teatro. E’ questa la risposta del direttore generale del Teatro alla Scala, dottoressa Maria di Freda, alla richiesta di una delegazione di lavoratori di alcune aziende in crisi di leggere un comunicato all’apertura della Prima scaligera di lunedì 7 dicembre.
“Mi fa sorridere pensare che credono di essere in una torre d’avorio, del tutto estranea alla realtà in cui viviamo tutti noi” commenta Guido Trifiletti della CUB. “Il nostro obiettivo era quello di sensibilizzare il pubblico, e l’opinione pubblica, relativamente la crisi in atto che sta colpendo un grande numero di lavoratori, dall’Alfa alla Maflow all’Omnia all’Hotel Hilton”.
“E dire che con i soldi di un solo biglietto della Prima parecchi lavoratori campano per ben due mesi” aggiunge il sindacalista. “Comunque ribadiremo il concetto, per il diciottesimo anno consecutivo, con un presidio in piazza della Scala il giorno della prima, Sant’Ambrogio”.
Milano, 3 dicembre 2009.
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Commento by kextragno — 5 Dicembre 2009 @ 00:32
“Lettera ad un Teatro mai nato”
In questi ultimi mesi si sprecano sulle pagine dei giornali italiani le analisi improvvisate e fantasiose sui Teatri Lirici che più che affrontate l’argomento con cognizione di causa sembrano essere costruite come purtroppo avviene costantemente nella nostra nazione basandosi su pettegolezzi,maldicenze e cattiva informazione. Quale il senso? Un ipotesi potrebbe essere che questi articoli dichiarazioni, interviste facciano parte di una tecnica oramai acclarata, ovvero a qualcuno si chiede di buttare la pietra nello stagno e poi si aspetta che si formino i cerchi.
Ed è così che compaiono sulla stampa fantasie creative di registi come Pizzi che parlano di 17 mensilità per coro e orchestra e suggeriscono ricette da economisti o altre dichiarazioni pronunciate da Mariella Devia alla Barcaccia che si permette di dire che sono i costi fissi a gravare sulle casse dei Teatri, o ancora le”provocazioni” di Baricco che destinerebbe il FUS alla TV . Sarebbe interessante fare una statistica e stabilire come viene fatto con noi il costo medio di questi artisti, critici musicali, giornalisti che attribuiscono retribuzioni da favola ai lavoratori dei Teatri lirici, inserendo anche per loro gli oneri riflessi , ed è curioso osservare da quali pulpiti arrivano le prediche.
Il menù che appare sulle nostre mense in questo periodo è : "Zeffirelli alla Carlucci", "Cappelletto in Pizzi", "Cofferati alla bolognese", "Tutino alla griglia", "Levrero al sivé", "Maenza di maiale servita su un letto di Bondi appena colti",Baricco in salsa acida, il tutto innaffiato da un buon "Brunetta di Montalcino" alternato da un "Barbareschi di annata" e per finire, come digestivo: "l’amaro Tremonti" il più gradito nel profondo nord, che riesce a mandare giù anche le cose più indigeste.
A tale proposito spesso si cita come esempio virtuoso la Germania perché nessuno racconta quali sono i cachet dei solisti e dei registi in Germania???
Incredibilmente poi in tanti , come dichiarato dall’onorevole Carlucci, dall’onorevole Barbareschi, dal senatore Asciutti e dal Ministro Bondi, menzionano le eccellenze e ci farebbero cosa gradita se ci spiegassero cosa intendono per eccellenza.
Dove sta l’eccellenza dei teatri? forse nella bravura dei nostri dirigenti capaci di captare lo “Star System“ spendendo grosse cifre per nuovi allestimenti utili solo a rimpinguare le casse del patrimonio e a comparire nelle graduatorie internazionali dei Teatri più innovativi?
Quanto giova ciò invece al Curriculum del Sovrintendente o del Direttore artistico di turno?
In molti ci definiscono privilegiati, ma non sanno che per noi non esiste legge che tuteli l’acquisizione del tempo indeterminato dopo anni di precariato.
Comunque la si veda questa storia puzza di imbroglio. Per chiamare grossi nomi ci vuole denaro; si pensa forse di poterlo ricavare mandando a casa coro, orchestra, tecnici e amministrativi (i famosi costi fissi) per importare pacchetti già pronti spesso stranieri, molto più dispendiosi, trasformando i teatri in agenzie dello spettacolo a “partecipazione statale”( ma un tempo le agenzie di spettacolo non si reggevano sui soldi dei privati?).
No signori non ci sto, i veri sprechi non sono i lavoratori ,anche perché i costi fissi di cui tutti si riempiono la bocca sono costi-guadagno che consentono di produrre , i lavoratori tutti del settore dello spettacolo finanziato dal FUS sono 200.000 meravigliose risorse che svolgono professioni preziose spesso mal retribuite e poco tutelate, che compongono il variegato mondo della Lirica,la prosa ,la danza,il cinema ,il circo e loro stessi sono lo spettacolo dato che gli spettacoli non si fanno solo con i solisti i direttori e i grandi registi!!!; Gli sprechi sono gli sperperi perpetrati da alcuni registi di fama mondiale che per soddisfare i loro capricci ordinano 100 stampelle ma poi cambiano idea e ne vogliono solo una, o ancora di altri che impongono le loro sartorie e i loro uomini di fiducia pur trovando sul posto tutto il necessario, o magari quelli che utilizzano materiali costosissimi (sete pure provenienti dall’india,legni pregiati etc.) per realizzare costumi e scene dimenticando che il Teatro è simulazione e non realtà. Gli sprechi sono i concerti con le orchestre e i cori ospiti,pagando due volte lo stesso prodotto, sono l’eccessivo ricorso alle agenzie dello star system. Gli sprechi sono le offensive cene delle prime internazionali,i soggiorni di lusso offerti ai grandi Direttori o cantanti,i benefit per i dirigenti etc.
La nostra ricetta invece è un buon ritorno al riciclo utilizzando le care vecchie scene in polistirolo e tele dipinte (circuitando il più possibile le scene e i costumi giacenti nei depositi) incentivare il debutto di giovani cantanti, registi,Direttori (preferibilmente non appartenenti alle agenzie) utilizzare tutte le figure comprese nel nostro contratto nazionale senza ricorrere alle consulenze, attribuire ai Dirigenti una congrua retribuzione limitatamente alle risorse di ogni singolo Teatro. Rivedere la legge 367 scegliendo il management in base al curriculum e non alle tendenze politiche. Una buona organizzazione del lavoro possibilissima grazie ai vari contratti integrativi che consentono una vastissima flessibilità.
Concludiamo con un piccolo sfogo personale dicendo che la cosa più incredibile in tutti questi avvenimenti è che dovunque ci si giri, sinistra, destra o centro, tutta la politica è oramai permeata di luoghi comuni, pregiudizi, affermazioni strumentali, attacchi mirati verso i lavoratori etc..(a proposito, perché non si spendono due parole per parlare dei dirigenti dei teatri che a rigor di logica nel bene e nel male dovrebbero essere garanti del risultato di un’azienda, e spesso dopo aver lasciato un buco di cassa spaventoso vengono spediti in altri teatri a sfondare altre casse ?)
L’ottusità regna sovrana e non ci si sforza di approfondire quando si fa informazione sentendo anche il parere di chi viene messo sotto accusa.
Ma il processo è già avvenuto, in assenza della difesa, dato che oramai sono sufficienti gli indizi per decretare una condanna.
Attendiamo solamente, che si partecipi alla posa delle 200.000 croci sul Golgota,il tribunale sarà composto da una folta schiera: Sovrintendenti, solisti,registi ( che sputano nel piatto in cui mangiano), economisti, giornalisti, critici musicali ( che percepiscono lauti cachet per le loro conferenze all’interno dei Teatri), politici di destra e anche di sinistra,tutti pronti a dare il bacio di Giuda perché la maldicenza si sa :
E’ decisamente trasversale.
Floria
Commento by anonimo — 5 Dicembre 2009 @ 19:01
Ma con la Scala Nazionale gli altri vivranno molto male in una stentata e penosa agonia,e non è detto che, alla fine, la Scala finisca molto meglio,come spesso accade a chi è troppo avido .
Commento by anonimo — 7 Dicembre 2009 @ 13:34
La colpa è nostra, solo nostra. Abbiamo , come lavoratori del comparto spettacolo sostenuto per anni l’idea che La Scala fosse il modello dei teatri d’opera. NOI quindi , rinunciando ai nostri diritti salariali, alle nostre risorse , in favore del teatro milanese abbiamo accettato che si creassero classi sociali tra i lavoratori di un teatro rispetto ad un altro. Abbiamo sempre sostenuto che favorendo il teatro milanese rispetto a tutte le altre grandi, storiche e importanti realtà teatrali italiane avesse portato poi gli stessi benefici a tutti. Abbiamo noi per primi contribuito alla creazione di questo mostro. Ecco adesso come i nostri sacrifici sono ripagati dai suoi lavoratori. Con una bella pugnalata alle spalle. Con discorsi del tipo…"noi siamo meglio"…."lavorate di piu’" …"la colpa non è nostra se vi hanno amministrato male". Ieri abbiamo visto bene come va il mondo. Il 20 % della popolazione del nostro paese che detiene la ricchezza, gli arraffoni, i falsi privilegiati, con i loro lavoratori schiavi del regime dentro il teatro . Gli uni a far bella mostra di se rappresentando un mondo che ormai, come Obama ci insegna, non esiste piu’. Gli altri a fargli lo spettacolo convinti anch’essi di appartenere ad una elite. Fuori intanto l’80 % della popolazione con i cassaintegrati, i disoccupati e loro "artisti accatoni " che per anni hanno accettato, onorato e servito, convinti di poter bere anch’essi alla stessa fonte un giorno, il Teatro di Regime.
Ma quanto credete durerà questa farsa?
Siete davvero convinti che la gente continui ad essere sempre disposta a perdere il lavoro, il salario, i propri diritti, tra cui quello di poter creare arte ad alto livello, per farvi continuare ad avere panettoni e champagnes? Siete pazzi se pensate ciò. Svegliatevi!
Commento by anonimo — 8 Dicembre 2009 @ 09:44
Commento by anonimo — 8 Dicembre 2009 @ 10:15
caro 11 questa è bella… non fu tanto perchè la Scala fosse il teatro più famoso e prestigioso al mondo che naturalmente ebbe un ruolo di primo piano nel panorama delle fondazioni liriche italiane, ma solo perchè le altre fondazioni glielo riconobbero. Non si ragiona più ormai in questa guerra fratricida dove la Scala è particolarmente odiata perchè accusata di avere privilegi che altri non hanno, accusata di essere la favorita e non riconoscendo meriti e importanza storica universalmente riconosciuta. aprite gli occhi ci stanno mettendo l’uno contro l’altro. stanno istillando il dubbio che per anni la scala ha mangiato sulle vostre spalle, mentre sono le gestioni dissennate che hanno mangiato sulle spalle di tutti anche degli scaligeri. se abbiamo stipendi un po più generosi è perchè da noi i volumi sono maggiori e quindi anche il lavoro è di più e quindi qalcosa in più devono dare anche a noi. Ma se potessero ci lascerebbero come tutti gli altri.
Commento by anonimo — 8 Dicembre 2009 @ 10:45