Due giorni di preparazione della Mayday 2010
Sabato 10 e domenica 11 aprile, a Milano al San Precario Space, via Pichi 3
due giorni di preparazione della Mayday2010
Sabato 10, ore 14
Workshop del percorso Transgender per una Mayday contro la violenza di genere. Ci ri-troviamo per preparare la campagna di comunicazione e le pratiche contro sessismo e violenza che caratterizzeranno la Mayday di quest’anno
Domenica 11, ore 14
La seconda assemblea verso la Mayday del primo maggio 2010. Dopo la partecipatissima assemblea del 30 marzo ci ritroviamo per discutere gli aspetti organizzativi – carri, TIR e pedalò – e quelli politici della Mayday. Partecipate gente partecipate! Altre info su http://italy.euromayday.org, www.precaria.org, Facebook, ecc ecc…
Precarie, migranti, cassintegrati, creative, operai, hacker, partiteiva, studenti, commesse, giornaliste, disoccupati, resistenti di ogni forma e colore. Dai call center, dalle fabbriche, dalla rete, dalle università, dalle catene commerciali scendiamo nelle strade gridando Mayday! Mayday! Reclamiamo i nostri diritti! Il primo maggio si avvicina.
La festa dei precari e delle precarie sta per invadere per la decima volta le strade d’Europa.
Il 2010 è l’anno della decima Mayday, e decine di migliaia di persone torneranno nelle strade di Milano e delle altre città della rete Euromayday, per mostrare l’orgoglio e la rabbia precarie. La crisi ha colpito duro ed è stata usata da imprese e datori di lavoro per svendere, ristrutturare e speculare. In molti i casi i lavoratori e le lavoratrici si sono opposti e le lotte hanno agitato i territori e i luoghi della produzione.
Quest’anno la Mayday deve incarnare le diverse anime dei conflitti e parlare con la voce delle rivendicazioni necessarie e possibili. La politica ha abbandonato ormai del tutto i problemi del lavoro e dei diritti ma noi continuiamo, ostinate, a reclamare nuovi diritti per tutti e tutte, nativi o migranti, per le generazioni precarie, gli operai, e per quei lavoratori che sono diventati precari nei fatti: cassintegrati, licenziate, esternalizzate, delocalizzati.
Chiediamo continuità di reddito di fronte a contratti sempre più brevi e meno generosi. Reclamiamo i soldi che le aziende, avide e bastarde,b continuano a sottrarci. Chiediamo cittadinanza per i migranti. E non possiamo più fare a meno dell’accesso ai servizi: dalla scuola pubblica di qualità, alla mobilità, ai saperi, fino ai diritti che non è più possibile legare solo al contratto a tempo indeterminato, come ferie pagate, pensione, malattia, maternità. Vogliamo un nuovo sistema di diritti, un welfare adatto alle nostre vite!
Infine, dopo la violenza di genere accaduta il primo maggio del 2009, vogliamo portare nella Mayday il percorso di riflessione Transgender, che si è incontrato in novembre a Milano e in marzo a Bologna. Pensiamo che i luoghi della nostra gioia e della nostra rabbia debbano essere immuni da discriminazione e violenza di genere. La piazza del primo maggio precario deve essere un luogo in cui il machismo non ha cittadinanza, in cui praticare una cultura opposta a quella di questa Italia maschilista come non mai.
Per discutere di questi temi, elaborare un appello comune, confrontare idee e sensibilità, per decidere una piattaforma per la Mayday e cominciare a parlare degli aspetti organizzativi, chiamiamo tutti e tutte a partecipare al percorso verso il primo maggio.
Domenica 11 aprile alle 14, al San Precario Space di via Pichi 3, a Milano
http://italy.euromayday.org – info@sanprecario.info
may may day.sali sul carro dei precari dello spettacolo
Commento by anonimo — 11 Aprile 2010 @ 21:13
report prima assemblea Mayday di Milano
autore:
san precario
San Precario Mayday Prima Assemblea verso la Mayday del Primo Maggio 2010 30 marzo 2010 – Milano
Un minireport
A. (Intelligence Precaria): Quest'anno ci sono stati molti elementi di novità e di conflitto che potrebbero attraverso la Mayday prendersi uno spazio di visibilità. Questo anno ha visto la crisi non solo del lavoro ma anche delle classiche rappresentanze della sinistra in questi territori. Noi abbiamo lanciato una campagna su un tema secondo noi comune: un welfare adeguato alle attuali forme del lavoro. Abbiamo iniziato l'Operazione Welfare proponendo l'istituzione di una Cassa sociale per il reddito e di una Cassa sociale per i servizi. Queste proposte servono ad andare oltre la mera denuncia della precarietà, che ormai fanno tutti. Spingiamo su richiesta di diritti e vertenze sul territorio, senza dimenticare l'Expo, il tema della sicurezza e la questione dei migranti. L'idea è sviluppare azioni comunicative anche su queste proposte. PS: siamo alla decima edizione della Mayday. Può essere la conclusione di un ciclo ma anche un momento di cambiamento.
B. (Uniti contro la crisi): Vorremmo proporre un carro che rappresenti le realtà in lotta di “Uniti contro la crisi”: fabbriche come la Marcegaglia, La Maflow, la Lares, e call center come quello Omnia ecc. siamo in difficoltà: le ondate di cassa integrazione, il collegato lavoro ecc sono usati per ridurre il lavoro “garantito”, anche se bisogna dire che per la legge italiana oramai siamo tutti precari e possiamo essere lasciati a casa anche con un contratto a tempo indeterminato. Noi vorremmo ripartire da una rivendicazione concreta: non a partire dalla appartenenza ad una organizzazione piuttosto che ad un altra ma alla appartenenza di classe. Chiediamo reddito non attraverso una cassa sociale ma colpendo chi da questa crisi ci sta guadagnando a scapito nostro. Chiediamo quindi la riduzione dell'orario di lavoro e l'accesso ai servizi. Poi siamo contro le speculazioni edilizie e finanziarie: si chiudono le fabbriche per fare centri commerciali.
C. (Intelligence Precaria): stasera la difficoltà sta proprio nel focalizzare gli obiettivi. La Mayday è sempre stato uno spaccato dei conflitti che ci sono sul lavoro nel territorio e nel sociale, è sempre stata accompagnata da riflessioni e analisi, è stata conflitto in sé, voglio dire nelle azioni del Countdown ed è anche un momento fortemente controculturale: grazie alla forma della parata si sono avvicinate sempre più realtà di espressione musicale creativa. Questa Mayday vedrà un'enorme partecipazione. Ci piacerebbe che il percorso di avvicinamento alla Mayday sia il più condiviso possibile, quindi non vorremmo mettere limiti al numero dei carri, anzi. Chiediamo che i contenuti siano trasversali ai carri. Oggi cerchiamo di capire chi vuole partecipare, perché e con quali contenuti e idee, per renderli presenti con speakeraggi, cartelli, striscioni o come si vuole, in tutte le parti del corteo. Stasera dobbiamo raccontarci, capire cosa abbiamo in moto, quali sono le intenzioni e capire come si svilupperanno.
D. (Spezzone No Oil): sono due anni che partecipiamo con i carri a pedali, quest'anno ci ampliaremo con diversi carri, ne aggiungeremo uno più grande per dare maggiore visibilità al tema che prevede la autocostruzione e sottolinea il protagonismo di chi partecipa. Questo è anche un appello ad aggiungersi a questa parte del corteo, a chi volesse possiamo fornire supporto e formazione. I temi sono l'ecologia, la riduzione del danno ambientale, il partire dalle proprie passioni per creare i propri sogni e realizzarli. Ci sarà anche la Critical Mass. I temi che sono stati espressi li condividiamo si collegano a uno dei nostri temi che è la decrescita, insieme alla condivisione dei saperi, la riduzione della dipendenza dai beni materiali. Oltre a recuperare materiali ed esperienze ci piacerebbe avere uno spazio visibile e condiviso senza essere soffocati da diecimila watt di potenza davanti e dietro.
E. (Biko): noi gli altri anni affittavamo il camion, la band, il Dj ecc invece quest'anno vogliamo un carro no oil non inquinante, in cui a suonare sia la gente, con uno strumento autocostruito in cui suonino tutti (non solo percussioni!!). Vogliamo essere propositivi e attivi e invitiamo alle azioni anche pre-Mayday!
F. (Sinistra critica): ci sembra che quest'anno la Mayday possa avere un ruolo ancora più importante che negli anni scorsi per confliggere con i poteri costituiti. Potrebbe funzionare da ponte verso la campagna per il welfare metropolitano, che deve essere coniugata con la lotta alla speculazione. Noi con alcune realtà di studenti e migranti vorremo fare un carro dal tema “Le nostre vite valgono più dei loro profitti”. Ci rendiamo disponibili a connotare la Mayday contro la violenza di genere. Giusto che ognuno porti i suoi pezzi ma anche che ci siano temi condivisi da tutti. Sul Countdown l'assemblea e le azioni di preparazione dovrebbero essere fatte insieme. La cosa importante è tenere insieme la festa, la lotta e la rabbia e portarci tanta gente nella fase che si apre che sarà molto dura per tutti.
G. (percorso Transgender): l'anno scorso alla Mayday c'è stata una violenza sessuale ai danni di una ragazza. Così ci siamo trovati con molte altre realtà in una riflessione sulla violenza sessuale e sugli immaginari machisti che la rendono possibile, che ci sono anche nei luoghi che noi animiamo. Non vogliamo servizi d'ordine, vogliamo una presa in carico collettiva senza testosterone ma con molta intelligenza, e attenzione da parte di tutti a quello che succede. Non vogliamo musica con contenuti sessisti, perché fa parte di un immaginario che va esattamente nella direzione contraria a quella che vogliamo. Chiediamo a chi partecipa di rendere visibile la propria adesione con un simbolo e materiale comunicativo che proporremo. Faremo anche un'inchiesta per rilevare i punti di vista di chi partecipa alla Mayday su queste tematiche. Dopo la Mayday questa campagna potrà essere usata in altri luoghi ed eventi.
H. (IP): Poi ci sono state critiche dovute alla presenza dei carri dei sound system. Per noi non ci sono un corteo militante da una parte e uno rave poco serio dall'altra. Per noi la componente dei sound è importante, per questo chiediamo impegno a tutti ma in particolare ai carri più festaioli e controculturali perché sia chiaro che non ci sono due pezzi separati del corteo ma tematiche condivise con sensibilità diverse, e che la violenza non ha cittadinanza.
I. (IP): aggiungo che il 10 aprile, prima della assemblea Mayday ci sarà un altro incontro in cui i gruppi di lavoro della campagna Transgender porteranno le proposte, per chi volesse parteciapre direttamente quella è la occasione. Due giorni, il 10 appuntamento Transgender e l'11 assemblea nazionale Mayday, questa divisa in due parti, una di presentazione delle proposte e una parte tecnico organizzativa per definire il percorso, l'ordine dei carri etc cose che non possiamo trascurare quando ci sono 100 mila persone in piazza.
L. (CS Fornace, Rho): Il 30 aprile Expo sarà presentato, saranno 5 anni esatti alla partenza di Expo quindi per noi questa sarà la tematica principale. Quest'anno ci vogliamo concentrare sulle questioni del welfare e della speculazione. Ci incentriamo sul concetto di città vetrina, dagli sgomberi dei rom alla repressione dei migranti, poi ci occuperemo delle realtà produttive in lotta e in crisi della nostre zone, e della ristrutturazione del lavoro e del territorio che vanno di pari passo e diventano precarizzazione. Per la questione Transgender anche noi prepareremo del materiale da dare prima alla Fornace e poi al corteo. Infine alla Mayday lanceremo il Festival No Expo di fine maggio, che vorremmo riproporre fino al 2015 non per forza in spazi sociali non per forza a Rho ma allargando la partecipazione.
M. (studenti): Come collettivi universitari e dell'Accademia di Brera abbiamo creato una rete sul diritto allo studio e sul Processo di Bologna (quel complesso di interventi legislativi e amministrativi che impone i cambiamenti dell'università) e stiamo valutando di partecipare alla Mayday anche quest'anno. Sulle forme ancora non so. Sui contenuti abbiamo lavorato molto sulla precarietà intesa non solo nei suoi aspetti lavorativi, perché investe molti aspetti della vita, la mobilità, il tempo per gli affetti, la formazione e l'accesso alla conoscenza ecc. Precarietà vuol dire anche attacco all'accesso ai saperi e alla conoscenza. Infine abbiamo iniziative dentro gli atenei che per noi danno il ritmo dell'avvicinamento alla giornata del primo maggio: per noi la Mayday non è un evento ma un processo, ci si avvicina facendo delle cose anche per scommettere sulle relazioni che si creano nella università e fuori per proseguire dal due maggio in poi.
N: Noi vogliamo fare un carro di musica. Io non sono un precario ma il mio lavoro lo è; noi verremo a mettere della musica come gli altri anni, vogliamo adeguarci alle esigenze che stanno emergendo perché le condividiamo in pieno, nessuno tra noi si comporta in modo machista.
O: …
Commento by anonimo — 13 Aprile 2010 @ 14:42
O: anche noi veniamo alla Mayday per fare musica elettronica ma il nostro carro avrà anche un tema. Per ora abbiamo delle idee embrionali. Una si basa sul discorso della Milano senza posti di aggregazione e piena di gabbie, in cui secondo chi ci amministra dovremmo stare sempre più rinchiusi in casa senza occasioni di socialità se non commerciali. Forse faremo una enorme gabbia con dentro qualcuno vestito da scimmione, per ironizzare su questa realtà. Un'altra idea è sulla tv commerciale, una della armi di distruzione di massa più devastanti create negli ultimi anni. Vorremmo fare un lavoro per recuperare alcune menti anestetizzate in questi anni, dei cartelli per prendere per il culo le veline… sul machismo la tv va criticata proprio duramente su questo, su come commercializza il corpo femminile.
P. (CUB): A dieci anni di distanza forse bisogna ripensare la Mayday, era nata come contraltare al primo maggio bollito dei sindacati confederali, ora dobbiamo dare una propulsione diversa o diventa “solito” pure questo appuntamento. Le novità di quest'anno sono molte: i migranti, le fabbriche in lotta e anche crisi del sindacalismo di base ma soprattutto i padroni che fanno di tutto per frantumarci. Nelle fabbriche in lotta noi ci siamo stati e siamo d'accordo che gli operai e i migranti debbano essere al centro di questa Mayday. I migranti stanno subendo le restrizioni incredibili del pacchetto sicurezza ma cominciano a percepirsi come lavoratori. Noi faremo un carro per migranti arabi e uno per migranti latini ovviamente insieme agli italiani. Due carri in base alla esperienza della festa che abbiamo fatto in viale Padova, eravamo in una zona a prevalenza latina ma intorno si erano aggregati molti arabi. Bene è stato incredibile, la partecipazione ha riempito la piazza non appena abbiamo messo la “loro” musica!
Q. (Collettivo La Fattoria): noi lavoriamo con alcuni immigrati di Varese. Nel nostro carro vorremmo portare interventi di un immigrato senegalese e poi musica anni 70 e 80 e revival
R. (IP): faremo una lista di coordinamento anche per il Countdown e le azioni. Ne discuteremo l'11 ora e luogo da stabilirsi perché ci aspettiamo duecento persone alla prossima assemblea.
Fine assemblea
Commento by anonimo — 13 Aprile 2010 @ 14:55
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Commento by Anis — 11 Luglio 2013 @ 14:43