Milano, tensione davanti alla Scala, scontri fra agenti e lavoratori del teatro.
Gli incidenti durante la protesta contro il taglio dei finanziamenti allo spettacolo.
All'interno del teatro la cerimonia per il 25 Aprile con Napolitano e Berlusconi.
Momenti di tensione e qualche manganellata in via Filodrammatici, a Milano, fra un gruppo di lavoratori della Scala e il cordone di agenti di polizia in tenuta antisommossa per la visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla presenza del premier Silvio Berlusconi. I lavoratori, che protestano contro il taglio dei finanziamenti allo spettacolo, hanno tentato di sfondare il cordone a pochi metri da piazza della Scala, dove era in corso la cerimonia di celebrazione del 25 Aprile organizzata dall'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani.
I dimostranti, un piccolo gruppo che si è staccato da quello più numeroso di fronte a Palazzo Marino, dove è stato esposto lo striscione con la scritta "no al decreto infame, via i banditi", sventolavano spartiti di musica in segno di protesta. La tensione è durata pochi minuti.
da repubblica.it milano
LE PROTESTE – Urla di protesta si sono sentite dalle quinte del Teatro alla Scala mentre Napolitano stava leggendo il suo discorso all'interno del Teatro: «Non firmare, non firmare», hanno gridato i lavoratori della Scala, subito dopo avergli dedicato un lungo applauso, alludendo al decreto sulle Fondazioni liriche contro il quale protestano da mesi. Tensioni in piazza Scala, dove nel pomeriggio si sono fronteggiati un centinaio di lavoratori del teatro e gli agenti della polizia. Inizialmente i manifestanti hanno provato a mostrare uno striscione a pochi passi dal teatro milanese, poi sono stati invitati dagli agenti ad allontanarsi e si sono spostati dal lato di Palazzo Marino, sede del Comune, dove sono stati bloccati da altri agenti in tenuta antisommossa. Diversi gli spintoni tra poliziotti e lavoratori, ai quali è stato impedito di raggiungere il centro della piazza. Tra i manifestanti anche alcuni orchestrali che hanno abbozzato un'aria di Astor Piazzolla, mentre alcuni componenti del coro hanno cantato il «Va pensiero». In piazza anche Piero Ricca, a cui è stato sequestrato il megafono
24 aprile da corriere .it
Vergogna! ne anche uno striscione ci volevano far aprire in piazza, ci hanno pure manganellato e dopo spinti e picchiati sotto i portici del teatro.quattro i lavoratori contusi.sta finendo la democrazia!torneremmo in piazza!no al decreto!
Commento by anonimo — 24 Aprile 2010 @ 20:26
era ora! ….24/04/2010 | ore 15.49
Cisl e Uil esclusi da incontro con napolitano.Mlano, 24 apr. (Adnkronos) – L'esclusione dall'incontro con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non piace a Cisl e Uil. "Il tavolo in Prefettura ha coinvolto -spiega Walter Galbusera, segretario generale della Uil Lombardia- ai lavoratori di Italtel ed Agile (ex Eutelia), al segretario generale della Fiom di Milano, Maria Sciancati e al segretario della Camera del Lavoro di Milano, Onorio Rosati, ma senza la Cisl e la Uil".
In tarda mattinata, dopo l'incontro nella sede della Provincia di Milano, una ventina tra operai che lottano contro la chiusura dell'azienda ed esponenti del sindacato, in rappresentanza anche dei lavoratori del Teatro alla Scala, hanno conversato con Napolitano.
"Sono sconcertato da quanto accaduto" spiega Danilo Galvagni, segretario generale della Cisl di Milano. "Giusta la protesta -sottolinea- ma non si capisce perche' c'erano i delegati delle Rsu, Rappresentanze sindacali unitarie, ma ne' la Cis, ne' la Uil". Un'esclusione che ha trasformato "l'incontro in un appuntamento di carattere politico", secondo Galbusera che critica, come il 'coolega' Galvagni "la gestione dell'evento da parte della Questura".
Commento by anonimo — 24 Aprile 2010 @ 20:30
Fondazioni liriche, i lavoratori contestanoil decreto Bondi: incidenti alla ScalaI lavoratori incontrano Napolitano e gli chiedono di non firmare il testo. Pronti scioperi e occupazioni dei teatrihttp://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=99224&sez=HOME_INITALIA
Commento by anonimo — 24 Aprile 2010 @ 20:38
Lettera dei lavoratori della Scala I lavoratori della Scala che hanno incontrato in Prefettura il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli hanno consegnato una lettera per spiegare il loro disaccordo per il decreto sulle fondazioni lirico-sinfoniche sottoposto al Consiglio dei ministri il 16 aprile scorso. "L’esame analitico del testo – hanno scritto nella lettera – ci evidenzia come l’applicazione della nuova normativa non favorirebbe un reale ed utile percorso di riforma, ma produrrebbe soltanto la destrutturazione e lo snaturamento di queste istituzioni culturali, a tutt’oggi la massima espressione della produzione culturale italiana di opera, danza e balletto. Con queste norme verrebbe messo in grave crisi e/o cancellato un patrimonio nazionale costituito dai complessi di artisti e di maestranze che sono il cuore della nostra capacità creativa". Secondo i lavoratori, per affrontare questa materia, sarebbe necessario "uno strumento legislativo diverso che possa permettere un confronto di merito più sereno e un maggior approfondimento, necessari al raggiungimento di proficui risultati per il bene comune e certamente non perseguibili con questo decreto anche eventualmente emendato".
Commento by AutoOrgScala — 25 Aprile 2010 @ 09:31
Ci risiamo lavoratori contro forze dell'ordine,il motivo!?Voler esprimere un pesiero, voler esporre uno striscione, voler rivendicare la propria idea per un decreto che smantella le fodazioni. Si attacca nuovamente la cultura, chi la produce e la divulga, al popolo solo grande fratello e l'isola dei famosi….E' L'ORA DI RISVEGLIARE IL PENSIERO…
Commento by anonimo — 25 Aprile 2010 @ 10:20
Buongiorno, sono un artista del coro del Teatro alla Scala.Ieri, eravamo riuniti per esprimere CIVILMENTE il nostro dissenso al decreto di Bondi, con uno striscione che recava le paroleNO AL DECRETO INFAME – VIA I BANDITI DALL'ANFOLSCi hanno impedito CON LA FORZA di esporlo,tentando dapprima di sequestrarlo, poi, tra spintoni di energumeni in borghese, permettendoci di aprirlo solo all'ingresso della galleria Vittorio Emanuele, ben distanti dal nostro Teatro e soprattutto dalle telecamere.Dopo aver comunque manifestato là dove era possibile, ci siamo recati TUTTI all'ingresso artisti in via Filodrammatici 2, sotto i portici, lo stesso ingresso per il quale ogni giorno transito per andare a lavorare. Ma senza striscione.Lì giunti, dapprima ci hanno impedito l'accesso al Teatro, nonostante esponessimo il pass di cui siamo dotati(rimarco che ieri sera, quando sono andati via tutti, abbiamo fatto una replica del Simon Boccanegra con Placido Domingo, come in cartellone), poi hanno schierato un cordone nutrito di forze dell'ordine in tenuta antisommossa (!) per impedirci il transito sotto il colonnato.Eravamo tanti, artisti del coro, orchestrali, tecnici, personale di sala, sarte…in un istante mi sono visto davanti un enorme scudo in plexiglass, che "proteggeva" un tutore dell'ordine con casco e manganello in mano.Bene, quel manganello è partito, colpendo un tecnico che era alla mia destra!Abbiamo cercato di fermare quelle mani con il manganello alzato, uno di noi ci è riuscito, afferrando il polso del "valoroso" tutore dell'ordine…dietro di lui un suo collega, forse infastidito dal gesto, ha sferrato un PUGNO, colpendo sul naso e facendo sanguinare il proprietario di quella mano che aveva osato fermare il manganello.W l'Italia e la Resistenza, intanto, si proclamava all'interno del Teatro.Con Berlusconi seduto sorridente in platea e gli artisti della Scala presi a sprangate fuori.Luciano BuonoArtista del Coro del Teatro alla Scala
Commento by anonimo — 25 Aprile 2010 @ 11:26
Il Presidente Napolitano sbaglia a mostrarsi seccato con i lavoratori della Scala che reclamano una Italia civile che protegge i suoi beni culturali a cominciare dalla musica e dal teatro e dovrebbe riflettere sulle macerie che stanno riempendo l'Italia con la demolizione delle istituzioni scuola, università, teatro, musica. La destra vuole uccidere la Bestia cioè lo Stato democratico a vantaggio di privati che vorrebbero mettere le mani sulla Scala e sull'immenso patrimonio culturale del Paese. Spero che i Sindacati siano ancora degni di questo nome e della fiducia dei lavoratori e che vi difendano…. La difesa della Scala è la difesa dell'Italia civile contro la barbarie neofascista Pietro Ancona
Commento by anonimo — 25 Aprile 2010 @ 13:25
ho dimenticato di firmare il post su NapolitanoPietro Anconablog medioevosociale
Commento by anonimo — 25 Aprile 2010 @ 13:27
La direzione Scaligera dica qualcosa sui pestaggi ai suoi dipendenti, non se ne può lavare le mani così come non può far passare l'idea che non c'entri niente con la stesura del decreto.
Commento by anonimo — 25 Aprile 2010 @ 16:13
Napolitano a lavoratori Scala, non chiedetemi di violare la CostituzioneMILANO – 25 APRILE 2010 – "Non esiste che il capo dello Stato emana una legge o che la firma se e quando gli pare e piace (…) Se volete che io sia garante della Costituzione non potete chiedermi di violarla. Se si vuole un presidente con altri poteri, allora dovete chiedere una repubblica presidenziale". Così il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha risposto ieri sera ai lavoratori della Scala che gli chiedevano di non firmare il decreto di riforma delle fondazioni liriche. "Io compio su ogni legge un attento esame prima di esprimermi, e questo è l'ordinamento costituzionale che sono tenuto a rispettare – ha detto ancora il presidente -. Ma non sono corresponsabile di atti legislativi che sono di competenza esclusiva del governo". Prima della visita al teatro, Napolitano aveva incontrato alla Prefettura di Milano una delegazione sindacale dei lavoratori lirici contrari alla riforma. Il capo dello Stato ha incontrato anche il sovrintendente della Scala, Stéphane Lissner, il quale ha dichiarato "Certo, ho parlato con il presidente. Con la riforma la Scala deve avere e avrà la sua autonomia" (fonte Corriere della Sera).
Commento by AutoOrgScala — 25 Aprile 2010 @ 17:39
Annalisa Pittiu › Salviamo i Teatri Lirici italiani: Pare che circolino per l'Italia 6 versioni di decreto obsolete ma il testo definitivo è secretato…sediziose voci dicono che Napolitano avrebbe già firmato… ai posteri l'ardua sentenza…
Commento by anonimo — 25 Aprile 2010 @ 17:49
Annalisa Pittiu › Salviamo i Teatri Lirici italiani: Pare che circolino per l'Italia 6 versioni di decreto obsolete ma il testo definitivo è secretato…sediziose voci dicono che Napolitano avrebbe già firmato… ai posteri l'ardua sentenza…
Commento by anonimo — 25 Aprile 2010 @ 17:49
Diventa anche tu un Apostol@ di San Precario
Precarie e precari
Il Santo ha bisogno di 100 di voi. Nei cieli si innalza la Sua richiesta di aiuto.
Lasciate le Giovani marmotte, le Guardie padane e i Promotori della libertà.
Non più lamenti ma azioni. Non email né “mi piace” ma braccia e mani operose.
La processione del 1° maggio vi chiama per volantinare, distribuire, dirigere il traffico.
Mettete al braccio la fascia del Santo e prestate servizio.
MayDay, MayDay!
Per dare la disponibilità contattate San Precario su Facebook o a info@sanprecario.info
Commento by anonimo — 25 Aprile 2010 @ 19:27
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Commento by anonimo — 25 Aprile 2010 @ 19:27
La verità è che la perdurante assenza di un direttore musicale (preferibilmente italiano) che si faccia portavoce delle istanze artistiche dei lavoratori consente al management artistico e amministrativo di fare il bello e il cattivo tempo all'interno del Teatro, e di non essere rappresentativo e pugnace al di fuori.Quando questo vulnus verrà sanato?Dobbiamo attendere davvero il 2015?Il vicepresidente della Fondazione non ritiene di dover prendere in mano subito la situazione?Una lavoratrice
Commento by anonimo — 25 Aprile 2010 @ 20:02
Ma dov'erano i delegati mammolette mentre i lavoratori prendevano le manganellate?Prima accendono gli animi in assemblea poi buttano acqua sul fuoco così come hanno fatto Rosati e Lareno (Camera del lavoro Milano) dopo l'incontro con Napolitano in Prefettura.Ma chi ha delegato questi ultimi a parlare a nome dei Lavoratori della Scala?
Commento by anonimo — 26 Aprile 2010 @ 09:36
Milano e Firenze sul piede di guerracontro la riforma del ministro Bondi
Scioperi e occupazioni contro le nuove regole. I lavoratori minacciano di occupare la Scala. Il Maggio rischia di non cominciare
di LUIGI BOLOGNINI
Commento by anonimo — 26 Aprile 2010 @ 11:09
scusate questo è il linkhttp://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/04/24/news/enti
Commento by anonimo — 26 Aprile 2010 @ 11:12
terra
Il governo sfascia l’Imaie e torna il conflitto d’interessi
Inviato da redazione il Dom, 25/04/2010 – 08:30
Marcantonio Lucidi
ARTISTI. Con il contestato decreto legge sulle fondazioni liriche, l’esecutivo di Berlusconi vuole mettere le mani sull’Istituto che tutela i diritti di riproduzione, sciolto nel 2009, malgrado le sentenze del Tar. In ballo milioni di euro.
Dentro il decreto legge sulla riforma dello spettacolo e del settore lirico-sinfonico, approvato il 16 aprile scorso dal Consiglio dei ministri e osteggiato dal mondo della musica che chiede al Capo dello Stato di non firmarlo, si cela all’articolo 6 uno dei tanti pesanti conflitti di interesse che riguardano il cavalier Berlusconi: la riforma dell’Imaie, l’istituto mutualistico preposto alla tutela dei diritti degli artisti, interpreti ed esecutori di opere musicali, cinematografiche, drammatiche, letterarie e audiovisive che ridistribuisce agli aventi diritto i soldi provenienti dai passaggi in radio e in tv. Il decreto prevede la costituzione di un Imaie 2 messo sotto la vigilanza del ministero per i Beni e le attività culturali e del dicastero del Lavoro. Una storia di soldi, tanti soldi che le reti televisive del premier potranno non riconoscere agli artisti, o farlo in modo molto parziale. Tutto parte dallo scioglimento dell’Imaie avvenuto nell’aprile 2009. Una decisione del prefetto di Roma Pecoraro, «per assoluta incapacità di raggiungere gli obiettivi statutari », in seguito a una relazione dei revisori dei conti dell’Istituto, fra i quali, per legge, anche quelli inviati dallo stesso ministro Bondi. Il problema è che chi negli anni avrebbe dovuto erogare i fondi, ossia proprio le reti televisive, Mediaset fra le al tre, non sembrava così concentrato nella ricerca degli artisti beneficiari. Quindi la faccenda in sintesi funzionerebbe così: le tv non pagano i diritti agli artisti; nel 2007 si scatenano risse furibonde dentro l’Imaie a colpi di carta bollata su un articolo dello statuto, il 7, che permette l’erogazione di fondi rimasti a disposizione perché non sono stati rintracciati gli aventi diritto; partono denunce per truffe, se ne occupano il pm di Roma Luca Tescaroli e la Guardia di finanza, l’Imaie si blocca completamente, il prefetto scioglie l’Istituto perché non farebbe il suo lavoro, il premier, proprietario delle televisioni che per legge dovrebbero pagare quei diritti, emana un decreto d’urgenza che fonda un Imaie 2 sotto il controllo del governo. Con l’acqua sporca si butta via tutto il bambino per sostituirlo con un pupazzo. Nel frattempo i 120 milioni che stavano nelle casse dell’Imaie sono spariti, visto che i commissari liquidatori hanno dichiarato nel gennaio scorso lo stato di passività dell’ente. Dove sono fi niti? Non si sa. Ma perché Berlusconi e Bondi hanno voluto un decreto d’urgenza? Sono decenni che si cerca di fare una riforma dello spettacolo dal vivo e adesso il primo ministro e il ministro dei Beni culturali ne partoriscono una in tutta fretta. La decisione del prefetto Pecoraro è stata respinta tre volte dal Tar, al quale s’era rivolto il presidente dell’Imaie Edoardo Vianello assieme a 200 artisti. Il Tar a sua volta è stato smentito dalla sesta sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Claudio Varrone, al quale si sono rivolti il ministero del Lavoro e il dicastero di Bondi. Consulente dell’ufficio legislativo del ministero dei Beni culturali, in carica “fino alla durata del ministro”, chi è? Federica Varrone, figlia di Claudio. Una coincidenza, per carità. Mica è illegale essere figlia e papà. Però ora succede che il Tar dovrà pronunciarsi di nuovo il 29 aprile. Il Tribunale ha tempo 90 giorni per depositare la sentenza, quindi se insisterà ad opporsi allo scioglimento la pratica ritornerà alla sesta sezione del Consiglio di Stato. Tuttavia rischia di arrivarci quando Varrone non sarà più al suo posto, causa pensionamento. Quindi meglio ficcare la rogna Imaie dentro un decreto d’urgenza, per scavalcare il Tar. E siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, il decreto legge che attende la firma del Capo dello Stato viene pesantemente contestato dai lavoratori delle 14 fondazioni liriche: mobilitazioni e proteste in tutta Italia. A Napolitano si chiede di non firmare. Ma Bondi dice: «Non appena il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, discuteremo in maniera franca e serena». Il ministro vuole quindi andare avanti a tutti i costi e poi magari ritoccare qualcosa prima della conversione del decreto da parte del Parlamento. E questo “qualcosa” potrebbe non essere l’articolo 6, dal quale passeranno i soldi che Rai e tv berlusconiane, attraverso un Imaie riportato sotto il controllo governativo, dovrebbero dare agli artisti, che già oggi si vedono riconosciuti i diritti più bassi del mondo: nell’80% dei casi da 1 a 5 euro.
Commento by anonimo — 26 Aprile 2010 @ 11:16
Bondi disponibile a incontrare sindacati spettacolo dopo firma decreto26 APRILE 2010 – “Non appena il decreto legge di riforma delle fondazioni lirico sinfoniche sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e comunque quanto prima possibile, sono pronto a ricevere i sindacati nazionali dello spettacolo". E' quanto dichiara il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi (foto). Per il ministro Bondi, l'incontro dovrà servire a "discutere in maniera franca e serena i contenuti di un provvedimento che ritengo indispensabile per il futuro di queste importantissime istituzioni culturali del Paese”.
Commento by anonimo — 27 Aprile 2010 @ 06:59
Comunale di Bologna: OCCUPATO !!!
Commento by anonimo — 27 Aprile 2010 @ 12:50
27 APRILE 2010 – Il sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Maria Giro (foto), conferma, come aveva già fatto il ministro Bondi, che "i regolamenti di riforma non stabiliranno distinzioni tra teatri lirici di serie A e di serie B, bensì fisseranno dei criteri tali da consentire alle fondazioni che posseggono alcuni prerequisiti di godere di organizzazioni speciali. Con questa riforma – conclude Giro – tutte le Fondazioni potranno aspirare a una maggiore autonomia, fermo restando il rispetto di un modello di efficacia ed efficienza che premierà i virtuosi”.Intanto, ieri a Firenze i lavoratori del Maggio Musicale fiorentino hanno ribadito che "potrà esserci un nostro sciopero il prossimo 29 aprile, giorno dell'inaugurazione del 73/o Maggio musicale: questo accadrà qualora il decreto sulle fondazioni lirico sinfoniche venga firmato da Napolitano prima di quella data"."Questa è una volontà nazionale – sostengono i lavoratori -. A scioperare eventualmente non sarà infatti solo il Maggio".L'11 maggio, al teatro Comunale di Firenze, ci sarà un Consiglio comunale aperto sulla questione del Maggio.
Commento by anonimo — 28 Aprile 2010 @ 00:30
27 APRILE 2010 – Il sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Maria Giro (foto), conferma, come aveva già fatto il ministro Bondi, che "i regolamenti di riforma non stabiliranno distinzioni tra teatri lirici di serie A e di serie B, bensì fisseranno dei criteri tali da consentire alle fondazioni che posseggono alcuni prerequisiti di godere di organizzazioni speciali. Con questa riforma – conclude Giro – tutte le Fondazioni potranno aspirare a una maggiore autonomia, fermo restando il rispetto di un modello di efficacia ed efficienza che premierà i virtuosi”.Intanto, ieri a Firenze i lavoratori del Maggio Musicale fiorentino hanno ribadito che "potrà esserci un nostro sciopero il prossimo 29 aprile, giorno dell'inaugurazione del 73/o Maggio musicale: questo accadrà qualora il decreto sulle fondazioni lirico sinfoniche venga firmato da Napolitano prima di quella data"."Questa è una volontà nazionale – sostengono i lavoratori -. A scioperare eventualmente non sarà infatti solo il Maggio".L'11 maggio, al teatro Comunale di Firenze, ci sarà un Consiglio comunale aperto sulla questione del Maggio.
Commento by anonimo — 28 Aprile 2010 @ 00:30
MARCHETTIFICIO ANSALDO SEMPRE APERTO!!!!!!!!!!Mentre i lavoratori lottano per difendere il loro futuro il prodigo ing.Malgrande e il fido scudiero dirett.lab A.Sala staccano lavoratori dalla produzione per lavori di dubbia natura…..CHE VERGOGNA….E i sindacati come al solito stanno a guardare……CHE VERGOGNA…..
Commento by anonimo — 28 Aprile 2010 @ 17:51
I sindache?
Commento by anonimo — 28 Aprile 2010 @ 18:37
caro 14 il segetario della cub era in prima fila . gli altri segretari non so ma queste polemiche servono a poco. piuttosto è giusto vigilare su cosa intendono fare quando cgil cisl uil e fials quando andranno a parlare con Bondi( la cub non è riconosciuta neanche alla scala , tanto per far capire il livello di democrazia che esiste in questo paese e non parteciperà). La cub farà di tutto perchè questo decreto venga azzerato perchè esso rappresenta una mistificazione della realtà che nulla fa per colpire le lobby mangiasoldi (agenzie ,commissari e i furbetti del quartierino di Nastasi) ma ribalta sui lavoratori che da sempre si sacrificano per lo sviluppo della cultura musicale in questo paese le responsabilità dei problemi del settore che viene semplicemente preso ad accettate dal ministro "poeta".
Commento by anonimo — 29 Aprile 2010 @ 00:15
Dipendenti del Teatro Comunale in rivolta a Bologna. E nonostante due interventi della Polizia, l’occupazione va avanti. Il Sovrintendente Tutino al centro delle polemiche per avere -dicono- contribuito al testo
Non hanno alcuna intenzione di retrocedere di un millimetro i rappresentanti dei sindacati che ieri hanno occupato il Teatro Comunale di Bologna e che, nonostante lo sgombero attuato dalla polizia poche ore dopo, continueranno con il loro presidio permanente spostandosi solamente qualche metro più lontano.
A farli andare su tutte le furie è il decreto legge di riforma delle Fondazioni lirico-sinfoniche emanato dal Ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, con l’appoggio dell’Associazione che riunisce le Fondazioni, di cui è presidente il Sovrintendente del Comunale Marco Tutino (cfr. intervista a Enrico Baldotto, Segretario provinciale della Fials-Cisal).
E mentre tutti aspettano con ansia di capire se il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano controfirmerà il decreto, il neo consigliere regionale della Lega Nord Manes Bernardini invita Tutino non solamente a rassegnare le dimissioni, ma a lasciare la città. I sindacati, che le dimissioni del Sovrintendente le hanno chieste in più di un’occasione, non commentano, ma aggiungono particolari (cfr. intervista a Enrico Baldotto, Segretario provinciale della Fials-Cisal).
La direzione del teatro affida la sua replica ad un comunicato: “Una manifestazione pretestuosa, anche se non una sorpresa per chi vive l’ambiente”, dal momento che i sindacati “da tempo cercano qualsiasi pretesto per alimentare lo scontro tra le parti”.
utente anonimo
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Commento by JvcbxWhids — 22 Gennaio 2021 @ 03:12
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Commento by NlbxUseft — 22 Gennaio 2021 @ 16:06