Il Sottoscala Per Abbado un Albero in Piazza Scala

16 Giugno 2010

UNO STRALCIO DEI LAVORI FINALE AL SENATO DEL DDL BONDI

Filed under: Uncategorized — Lavoratoriscala @ 23:50

Il parere negativo espresso dal relatore e dal rappresentante del Governo sull'emendamento 3.142 è incomprensibile. Tale proposta non comporta infatti costi, ma crea un beneficio per l'ENPALS, perché ai ballerini assunti a tempo indeterminato, che hanno raggiunto o superato l'età pensionabile, è data facoltà di esercitare opzione, rinnovabile annualmente, per restare in servizio. Considerando che si tratta di figure di grande professionalità che sono motivo di orgoglio nazionale invita il relatore e il rappresentante del Governo a rimettersi all'Assemblea.

 

BALDASSARRI (PdL). Aggiunge la propria firma all'emendamento 3.142. (Applausi dal Gruppo PD).

 

ASCIUTTI, relatore. Sull'emendamento 3.142 si rimette al Governo.

 

BONDI, ministro per i beni e le attività culturali. Chiede una breve sospensione per un approfondimento.

 

PRESIDENTE. Accorda la sospensione.

 

La seduta, sospesa alle ore 18,30, è ripresa alle ore 18,46.

 

ASCIUTTI, relatore. Propone una riformulazione dell'emendamento (v. Resoconto stenografico).

 

TOFANI (PdL). Per un errore di stampa il testo dell'emendamento non è completo: esso va integrato alla fine con la previsione secondo cui resta fermo il limite, per il pensionamento di anzianità, di 47 anni per le donne e di 52 anni per gli uomini.

 

AZZOLLINI (PdL). Per poter esprimere, a nome della Commissione bilancio, un parere sulla nuova formulazione, chiede una breve sospensione.

 

PRESIDENTE. Sospende brevemente la seduta.

 

La seduta, sospesa alle ore 18,50, è ripresa alle ore 18,53.

 

AZZOLLINI (PdL). Dà lettura della formulazione che, riferendo il limite al pensionamento di vecchiaia, consente il nulla osta della Commissione bilancio (v. Resoconto stenografico).

 

TOFANI (PdL). Accetta la riformulazione dell'emendamento 3.142 proposta dal presidente della Commissione bilancio (v. testo 2 nell'allegato A).

 

BENEDETTI VALENTINI (PdL). Esprime perplessità sulla prospettiva temporale della nuova formulazione.

 

VITA (PD). Considerando non irrilevante il passaggio da cinque a due anni, annuncia l'astensione del Gruppo sull'emendamento.

 

Con votazione elettronica senza registrazione dei nomi, disposta dal Presidente, il Senato approva l'emendamento 3.142 (testo 

12 Comments

  1. Ripresa della discussione del disegno di legge n. 2150

     

     

    PRESIDENTE. Passa alla votazione finale.

     

    GIAMBRONE (IdV). Il Gruppo voterà contro un provvedimento che non reca l'attesa riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche, ma si limita a operare tagli indiscriminati, disconoscendo il ruolo dei professionisti dello spettacolo nella cultura del Paese, individuando nel personale un fattore di costo anziché una fonte di valore, predisponendo interventi di dubbia costituzionalità sui contratti in essere. E' certamente opportuno che il contratto nazionale, scaduto da molti anni, sia rinnovato rinegoziando istituti anacronistici ed eliminando inaccettabili privilegi: il Governo non può tuttavia obbligare le parti al rinnovo minacciando di ledere i diritti soggettivi. Anziché completare il percorso di privatizzazione iniziato nel 1996, l'Esecutivo in carica sembra orientato a rafforzare i controlli sulla cultura e a riaffermare un'impostazione statalista e centralista: ne sono prova la prevista delegificazione tramite regolamenti e il ruolo di consulenza attribuito all'ARAN. I grandi artisti hanno sottolineato la necessità di rapporti di lavoro stabili, di finanziamenti certi, di procedure pubbliche di selezione dei talenti: il Governo, invece, promuove la precarizzazione dei rapporti di lavoro, non prevede alcun incentivo fiscale per la cultura, decurta il fondo per lo spettacolo, ritarda l'erogazione degli stanziamenti. Infine, il Ministro non ha saputo reperire le risorse per ridurre dal 50 al 5 per cento il taglio sui contratti integrativi: l'esame in Assemblea del disegno di legge ha mortificato il lavoro svolto dalla Commissione competente.

     

    SBARBATI (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-IS-MRE). Annuncia il voto contrario sul provvedimento in esame, che non appare adeguato a risolvere i problemi del settore lirico-sinfonico né nel metodo né nel merito. Da un lato infatti non è stato opportuno il ricorso al decreto-legge, che conferisce al Governo una delega in bianco per il riordino del settore, mentre, dall'altro, l'unico aspetto affrontato nel provvedimento, peraltro in modo improprio ed a volte illegittimo, è quello relativo ai costi del personale. Le fondazioni lirico-sinfoniche rappresentano un patrimonio di enorme importanza per il Paese. È vero che la riforma del 1996 ha sostanzialmente fallito e che è necessaria una razionalizzazione dei costi; tuttavia ciò deve avvenire non a scapito dei lavoratori, bensì responsabilizzando i vertici gestionali, riducendo i costi delle produzioni, promuovendo l'ottimizzazione delle risorse attraverso una politica di collaborazione e di sinergia tra le fondazioni ed incentivando i finanziamenti privati per mezzo di agevolazioni fiscali. Le risorse così risparmiate dovrebbero essere utilizzate, tra l'altro, per promuovere e sostenere i giovani talenti, che in Italia sono spesso penalizzati dalla miopia delle politiche culturali, come dimostra la mancata piena attuazione della legge n. 508 del 1999 in materia di riforma delle accademie artistiche e dei conservatori. Pur essendo state accolte alcune proposte dell'opposizione volte a migliorare il testo in esame, quest'ultimo resta nel complesso insoddisfacente, poco incisivo e non rispettoso delle dinamiche culturali del Paese. Le risorse destinate alla cultura non devono essere considerate come spese inutili, ma come investimenti volti a rilanciare il Paese e a fargli conquistare uno spazio dignitoso nell'ambito della globalizzazione. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-Aut: UV-MAIE-IS-MRE e PD).

     

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    Commento by AutoOrgScala — 16 Giugno 2010 @ 23:54

  2. Ripresa della discussione del disegno di legge n. 2150

     

     

    PRESIDENTE. Passa alla votazione finale.

     

    GIAMBRONE (IdV). Il Gruppo voterà contro un provvedimento che non reca l'attesa riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche, ma si limita a operare tagli indiscriminati, disconoscendo il ruolo dei professionisti dello spettacolo nella cultura del Paese, individuando nel personale un fattore di costo anziché una fonte di valore, predisponendo interventi di dubbia costituzionalità sui contratti in essere. E' certamente opportuno che il contratto nazionale, scaduto da molti anni, sia rinnovato rinegoziando istituti anacronistici ed eliminando inaccettabili privilegi: il Governo non può tuttavia obbligare le parti al rinnovo minacciando di ledere i diritti soggettivi. Anziché completare il percorso di privatizzazione iniziato nel 1996, l'Esecutivo in carica sembra orientato a rafforzare i controlli sulla cultura e a riaffermare un'impostazione statalista e centralista: ne sono prova la prevista delegificazione tramite regolamenti e il ruolo di consulenza attribuito all'ARAN. I grandi artisti hanno sottolineato la necessità di rapporti di lavoro stabili, di finanziamenti certi, di procedure pubbliche di selezione dei talenti: il Governo, invece, promuove la precarizzazione dei rapporti di lavoro, non prevede alcun incentivo fiscale per la cultura, decurta il fondo per lo spettacolo, ritarda l'erogazione degli stanziamenti. Infine, il Ministro non ha saputo reperire le risorse per ridurre dal 50 al 5 per cento il taglio sui contratti integrativi: l'esame in Assemblea del disegno di legge ha mortificato il lavoro svolto dalla Commissione competente.

     

    SBARBATI (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-IS-MRE). Annuncia il voto contrario sul provvedimento in esame, che non appare adeguato a risolvere i problemi del settore lirico-sinfonico né nel metodo né nel merito. Da un lato infatti non è stato opportuno il ricorso al decreto-legge, che conferisce al Governo una delega in bianco per il riordino del settore, mentre, dall'altro, l'unico aspetto affrontato nel provvedimento, peraltro in modo improprio ed a volte illegittimo, è quello relativo ai costi del personale. Le fondazioni lirico-sinfoniche rappresentano un patrimonio di enorme importanza per il Paese. È vero che la riforma del 1996 ha sostanzialmente fallito e che è necessaria una razionalizzazione dei costi; tuttavia ciò deve avvenire non a scapito dei lavoratori, bensì responsabilizzando i vertici gestionali, riducendo i costi delle produzioni, promuovendo l'ottimizzazione delle risorse attraverso una politica di collaborazione e di sinergia tra le fondazioni ed incentivando i finanziamenti privati per mezzo di agevolazioni fiscali. Le risorse così risparmiate dovrebbero essere utilizzate, tra l'altro, per promuovere e sostenere i giovani talenti, che in Italia sono spesso penalizzati dalla miopia delle politiche culturali, come dimostra la mancata piena attuazione della legge n. 508 del 1999 in materia di riforma delle accademie artistiche e dei conservatori. Pur essendo state accolte alcune proposte dell'opposizione volte a migliorare il testo in esame, quest'ultimo resta nel complesso insoddisfacente, poco incisivo e non rispettoso delle dinamiche culturali del Paese. Le risorse destinate alla cultura non devono essere considerate come spese inutili, ma come investimenti volti a rilanciare il Paese e a fargli conquistare uno spazio dignitoso nell'ambito della globalizzazione. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-Aut: UV-MAIE-IS-MRE e PD).

     

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    Commento by AutoOrgScala — 16 Giugno 2010 @ 23:54

  3. PITTONI (LNP). Esprime compiacimento per il fatto che siano state accolte alcune proposte della Lega Nord che hanno consentito nel complesso di migliorare il provvedimento, recependo in parte i principi contenuti nella risoluzione approvata all'unanimità dalla 7a Commissione il 18 marzo del 2009 ed espungendo dal testo le disposizioni concernenti il settore cinematografico, di cui la stessa 7a Commissione si sta occupando in modo approfondito. L'attuale difficile situazione delle finanze pubbliche rende complessa l'attribuzione di ulteriori risorse al settore lirico-sinfonico, come chiedono in modo propagandistico alcuni esponenti dell'opposizione; il federalismo consentirà di affrontare meglio anche questo aspetto. Tra gli aspetti positivi del provvedimento vi è la previsione di specifici strumenti di raccordo dell'operato delle fondazioni, l'adozione di iniziative volte a favorire una maggiore stabilità finanziaria del settore, la costituzione di un tavolo di confronto tra le fondazioni e i rappresentanti sindacali dei lavoratori, l'attribuzione di chiare responsabilità gestionali ai sovrintendenti, la valorizzazione dei grandi teatri d'opera italiani e delle loro specificità, nonché del carattere sociale e del ruolo educativo delle fondazioni lirico-sinfoniche. Annuncia pertanto il voto favorevole sul provvedimento. (Applausi dal Gruppo LNP).

     

    MARCUCCI (PD). Il decreto-legge in esame non affronta e non risolve i problemi reali delle fondazioni lirico-sinfoniche, essendo basato sul presupposto, miope e sbagliato, che le risorse stanziate per la cultura non costituiscono un investimento. In tal modo si umilia il settore della lirica e della musica sinfonica, che rappresentano uno dei fiori all'occhiello dell'Italia nel mondo, penalizzando in modo particolare gli artisti e i lavoratori del settore, attraverso interventi sulla contrattazione collettiva che appaiono ricattatori e, sotto diversi profili, illegittimi. A seguito dell'approvazione unanime di una risoluzione in materia nel marzo del 2009, la 7a Commissione si era dichiarata disponibile a procedere celermente all'esame di un disegno di legge di riforma del settore; il Governo ha scelto invece di trascurare tale impegno e di procedere attraverso una decisione d'imperio, emanando un decreto-legge che delega il Governo ad intervenire tramite regolamenti ministeriali, senza regole e senza controlli. Sono rimaste inascoltate le proteste degli esponenti del mondo musicale e le stesse esortazioni del Presidente della Repubblica. Un efficace intervento volto a risolvere i problemi economici delle fondazioni, la cui gravità è fuori discussione, avrebbe dovuto prevedere agevolazioni fiscali per incentivare i finanziamenti privati ed una maggiore e più chiara responsabilità gestionale da parte dei vertici; di tutto questo invece non vi è traccia. Nonostante il positivo accoglimento di alcune proposte migliorative dell'opposizione, si tratta di un pessimo provvedimento, che rappresenta una messa in mora e uno svilimento per un settore vitale del Paese. Il Gruppo Partito Democratico esprimerà pertanto un voto contrario. (Applausi dal Gruppo PD. Congratu

    Commento by AutoOrgScala — 16 Giugno 2010 @ 23:56

  4. PITTONI (LNP). Esprime compiacimento per il fatto che siano state accolte alcune proposte della Lega Nord che hanno consentito nel complesso di migliorare il provvedimento, recependo in parte i principi contenuti nella risoluzione approvata all'unanimità dalla 7a Commissione il 18 marzo del 2009 ed espungendo dal testo le disposizioni concernenti il settore cinematografico, di cui la stessa 7a Commissione si sta occupando in modo approfondito. L'attuale difficile situazione delle finanze pubbliche rende complessa l'attribuzione di ulteriori risorse al settore lirico-sinfonico, come chiedono in modo propagandistico alcuni esponenti dell'opposizione; il federalismo consentirà di affrontare meglio anche questo aspetto. Tra gli aspetti positivi del provvedimento vi è la previsione di specifici strumenti di raccordo dell'operato delle fondazioni, l'adozione di iniziative volte a favorire una maggiore stabilità finanziaria del settore, la costituzione di un tavolo di confronto tra le fondazioni e i rappresentanti sindacali dei lavoratori, l'attribuzione di chiare responsabilità gestionali ai sovrintendenti, la valorizzazione dei grandi teatri d'opera italiani e delle loro specificità, nonché del carattere sociale e del ruolo educativo delle fondazioni lirico-sinfoniche. Annuncia pertanto il voto favorevole sul provvedimento. (Applausi dal Gruppo LNP).

     

    MARCUCCI (PD). Il decreto-legge in esame non affronta e non risolve i problemi reali delle fondazioni lirico-sinfoniche, essendo basato sul presupposto, miope e sbagliato, che le risorse stanziate per la cultura non costituiscono un investimento. In tal modo si umilia il settore della lirica e della musica sinfonica, che rappresentano uno dei fiori all'occhiello dell'Italia nel mondo, penalizzando in modo particolare gli artisti e i lavoratori del settore, attraverso interventi sulla contrattazione collettiva che appaiono ricattatori e, sotto diversi profili, illegittimi. A seguito dell'approvazione unanime di una risoluzione in materia nel marzo del 2009, la 7a Commissione si era dichiarata disponibile a procedere celermente all'esame di un disegno di legge di riforma del settore; il Governo ha scelto invece di trascurare tale impegno e di procedere attraverso una decisione d'imperio, emanando un decreto-legge che delega il Governo ad intervenire tramite regolamenti ministeriali, senza regole e senza controlli. Sono rimaste inascoltate le proteste degli esponenti del mondo musicale e le stesse esortazioni del Presidente della Repubblica. Un efficace intervento volto a risolvere i problemi economici delle fondazioni, la cui gravità è fuori discussione, avrebbe dovuto prevedere agevolazioni fiscali per incentivare i finanziamenti privati ed una maggiore e più chiara responsabilità gestionale da parte dei vertici; di tutto questo invece non vi è traccia. Nonostante il positivo accoglimento di alcune proposte migliorative dell'opposizione, si tratta di un pessimo provvedimento, che rappresenta una messa in mora e uno svilimento per un settore vitale del Paese. Il Gruppo Partito Democratico esprimerà pertanto un voto contrario. (Applausi dal Gruppo PD. Congratu

    Commento by AutoOrgScala — 16 Giugno 2010 @ 23:56

  5. POSSA (PdL). Il Gruppo Il Popolo della Libertà esprimerà un convinto voto favorevole sul provvedimento in esame. L'opposizione, con un tentativo arrogante di bassa propaganda, tende a presentarsi come l'unica paladina della cultura nel Paese. Il Governo e la maggioranza sono invece consapevoli dell'importanza del settore lirico-sinfonico, che rappresenta al meglio il made in Italy nel mondo e che ha notevole rilevanza anche per il turismo culturale; un segno della grande attenzione riservata al settore è costituito dalle quattro audizioni che il ministro Bondi ha svolto sull'argomento presso la 7a Commissione. La crisi delle fondazioni lirico-sinfoniche è dovuta sostanzialmente al fallimento della riforma del 1996, che non è stata in grado di attrarre adeguati finanziamenti privati e che ha prodotto gestioni non sufficientemente improntate a criteri di imprenditorialità ed efficienza; la gravità di tale crisi ha reso necessario il ricorso alla decretazione d'urgenza. Va dato atto al Ministro della lucidità della diagnosi e del coraggio delle decisioni assunte, volte a promuovere l'efficienza gestionale salvaguardando l'autonomia delle fondazioni. È stato opportunamente stabilito che il contratto collettivo nazionale diventerà la norma contrattuale fondamentale per le fondazioni, riducendo al minimo il ricorso ai contratti integrativi, tra le principali cause del dissesto finanziario. La 7a Commissione ha dovuto svolgere un intenso lavoro per esaminare tutti gli emendamenti presentati e per portare a termine l'esame in sede referente, impiegando a tale scopo un tempo decisamente eccessivo; è forse il caso di provvedere a modifiche regolamentari che impediscano un uso distorto del tempo a disposizione per i lavori delle Commissioni. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).

     

    Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato approva il disegno di legge n. 2150, composto del solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2010, n. 64, recante disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali», con l'intesa che la Presidenza è autorizzata ad effettuare i coordinamenti che si rendessero necessari.

    Commento by AutoOrgScala — 16 Giugno 2010 @ 23:57

  6. POSSA (PdL). Il Gruppo Il Popolo della Libertà esprimerà un convinto voto favorevole sul provvedimento in esame. L'opposizione, con un tentativo arrogante di bassa propaganda, tende a presentarsi come l'unica paladina della cultura nel Paese. Il Governo e la maggioranza sono invece consapevoli dell'importanza del settore lirico-sinfonico, che rappresenta al meglio il made in Italy nel mondo e che ha notevole rilevanza anche per il turismo culturale; un segno della grande attenzione riservata al settore è costituito dalle quattro audizioni che il ministro Bondi ha svolto sull'argomento presso la 7a Commissione. La crisi delle fondazioni lirico-sinfoniche è dovuta sostanzialmente al fallimento della riforma del 1996, che non è stata in grado di attrarre adeguati finanziamenti privati e che ha prodotto gestioni non sufficientemente improntate a criteri di imprenditorialità ed efficienza; la gravità di tale crisi ha reso necessario il ricorso alla decretazione d'urgenza. Va dato atto al Ministro della lucidità della diagnosi e del coraggio delle decisioni assunte, volte a promuovere l'efficienza gestionale salvaguardando l'autonomia delle fondazioni. È stato opportunamente stabilito che il contratto collettivo nazionale diventerà la norma contrattuale fondamentale per le fondazioni, riducendo al minimo il ricorso ai contratti integrativi, tra le principali cause del dissesto finanziario. La 7a Commissione ha dovuto svolgere un intenso lavoro per esaminare tutti gli emendamenti presentati e per portare a termine l'esame in sede referente, impiegando a tale scopo un tempo decisamente eccessivo; è forse il caso di provvedere a modifiche regolamentari che impediscano un uso distorto del tempo a disposizione per i lavori delle Commissioni. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).

     

    Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato approva il disegno di legge n. 2150, composto del solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2010, n. 64, recante disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali», con l'intesa che la Presidenza è autorizzata ad effettuare i coordinamenti che si rendessero necessari.

    Commento by AutoOrgScala — 16 Giugno 2010 @ 23:57

  7. GOOD NIGHT AND GOOD LUCK. IL DECRETO è DIVENTATO LEGGE

    Commento by AutoOrgScala — 16 Giugno 2010 @ 23:58

  8. LUNEDI’, 21 GIUGNO 2010, 

    IN EUROPA FESTA DELLA MUSICA …

    … IN ITALIA CHIUDONO I TEATRI .

     

    DALLE ORE 14 IN PIAZZA DELLA SCALA

    PRESIDIO

     

    CON I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO E CULTURA

    La CUB Informazione con i lavoratori della Scala  dei Teatri  e dello spettacolo  dal vivo Milanesi vogliono contrastare e respingere l’attacco del governo alla cultura ed il taglio dei fondi, già oggi esigui, che riguardano la produzione culturale in Italia. 

     

    “Lo sciagurato Decreto Bondi,  mette in ginocchio gli Enti Lirici e Sinfonici . Deve essere ritirato, non emendato.Gli emendamenti presentati al Senato non cambiano la volontà demolitrice del governo rispetto alla cultura 

     

    Il Fondo Unico dello Spettacolo non deve essere tagliato, ma incrementato per poter realizzare il meglio della produzione teatrale, al pari degli altri paesi europei.

    Lo spettacolo dal vivo deve essere sostenuto con adeguate politiche e fondi specifici perché rappresenta una ricchezza culturale alla quale tutti i cittadini devono poter accedere. 

    Creatività e cultura sono requisiti indispensabili della libertà”.

     

    Mentre gli altri Stati Europei aumentano gli investimenti sulla cultura qui si crea grazie a Bondi e Tremonti una desertificazione del panorama culturale italiano

     

    “Diamo seguito a questi obiettivi, coinvolgendo i lavoratori ed i cittadini in questa battaglia per la difesa della cultura come bene comune ed universale, che è anche una lotta in difesa della civiltà e della libertà.

     Lottiamo contro la filosofia globale di mercato che vorrebbe ridurci a robot ed a cittadini televisizzati e privati degli strumenti culturali di crescita, quali la scuola, la musica ed il teatro.

    Difendiamo la cultura, quel patrimonio universale che, nel nostro paese, esisteva già prima della nascita dello stato nazione . 

    Il 21 giugno, saremo in piazza della Scala per denunciare la follia del governo, la complicità degli enti locali Milanesi ed in difesa di tutti i lavoratori dello spettacolo, della loro dignità.

    "Uccidere la cultura equivale a sputare sulla gioia ed ammazzare la bellezza”.

     

    18/06/2010

    cub scala

    Commento by anonimo — 17 Giugno 2010 @ 00:12

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    UNO STRALCIO DEI LAVORI FINALE AL SENATO DEL DDL BONDI « Il Sottoscala

    Trackback by just click the up coming site — 16 Dicembre 2019 @ 02:49

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