I LAVORATORI DEL CARLO FELICE SI SAREBBERO AUTORIDOTTI IL 25% DELLA PAGA DI UN ANNO. SI SAREBBERO DISSANGUATI. MA AL CDA NON BASTA: E' STATA DELIBERATA LA LINEA DELLA JENA.
Il CDA della FCF:
preso atto della proposta formulata dalle OO. SS. con lettera indirizzata a questo Consiglio in data 1^ ottobre 2010, rispetto alla quale si esprime apprezzamento e gratitudine per la disponibilità dimostrata;
considerato però che tale lettera non contempla alcuna proposta atta a ridurre l’impegno economico e finanziario della FCF per l’anno 2010 e conseguentemente non modifica la situazione di insolvenza in cui si trova oggi la Fondazione;
Visti gli obblighi in capo a questo Consiglio derivanti dalla normativa vigente, che impongono in costanza di una situazione di insolvenza di dare corso alla procedura di liquidazione coatta amministrativa di cui alla legge 367/94;
sentito il parere espresso al riguardo dal Collegio dei Revisori
Delibera all’unanimità
- Di dare corso alla procedura per la richiesta della liquidazione coatta amministrativa, riservandosi ogni ulteriore valutazione qualora nuove e diverse proposte di accordo con i lavoratori, relativamente all’anno 2010 possano contribuire alla rimozione dell’attuale stato di insolvenza;
- Di dare mandato al Presidente del CDA affinchè ponga in atto, anche a mezzo di speciali procuratori, tutte le azioni e gli atti necessari o anche solo opportuni per dare esecuzione a quanto ora deliberato
Genova, 01.10.2010 0re 22
L'ASSE GARRONE-NASTASI -VINCENZI AVANZA COME UN CATERPILLAR PER DISTRUGGERE LA PRIMA DELLE 14 FONDAZIONI CULTURALI LIRICO SINFONICHE.
IERI BRUCIAVANO LIBRI. OGGI CHIUDONO I TEATRI.
E GENOVA CHE DICE ? L'ITALIA CHE DICE.
Lo sfogo e la solitudine dei lavoratori del Carlo Felice.
“Ogni teatro pensa al proprio orticello e basta”
Gli appelli ormai sono inutili. Tutta Italia sa la nostra situazione da tempo.
A parte qualche comunicato di solidarietà, che tutti facciamo presto a scrivere, la verità è che ogni teatro pensa al proprio orticello e basta.
Qualcuno ha forse fatto una manifestazione per noi? O indetto lo stato di agitazione? Non sia mai, uno sciopero sulle prime? Un concerto di solidarietà? Un misero quartetto d'archi?
La risposta è NO.
Gli orchestrali della Scala stanno a guardarsi allo specchio o a calcolare quanto guadagnano con le trasferte della Filarmonica.
A Roma sanno che tanto sono a Roma, appunto, per cui paga pantalone per tutti: vuoi mica che non ci sia uno straccio di politico a fare una telefonata per fargli aprire qualche rubinetto?
A Napoli Nastasi ha fatto arrivare MILIONI di euro; San Salvuccio ha vestito i panni di S. Gennaro, per cui che ie ne futte a chelli?
A Bologna sono nella merda eppure non hanno mosso un dito.
Nella vicina Torino per il momento sono ancora abbastanza a posto per cui si sentono forse fuori tiro, preferiscono starsene nel loro mondo ovattato. Anzi, forse parte del nostro pubblico andrà da loro, per cui quasi quasi hanno di che fregarsi le mani.
A Firenze, a parte Metha che voleva venire a fare un concerto, non s'è visto nè sentito qualcuno. Maremma maiala.
Per Santa Cecilia vedi come sopra alla voce Roma. Però hanno fatto due righe anche loro, e via, si sono tolti il pensiero.
E poi tutti gli altri, Trieste, Venezia, Palermo, Cagliari, ognuno con immerso nella propria ignavia e senza spingere lo sguardo oltre al proprio proscenio.
Solo al Petruzzelli stanno malissimo. ed hanno tutta la mia comprensione, in questo momento come fanno a pensare anche a noi?
Per cui, per riprendere Martin Niemoller, quando toccherà anche a loro, sempre se avrò ancora il mio lavoro, prenderò carta e penna e gli contaccambierò la mia comoda solidarietà. Però, mi spiace, non muoverò nemmeno un dito e starò a guardare a mia volta. E non avrò lacrime da versare, perchè le ho già finite.
Pensavo di avere dei fratelli, ho scoperto amaramente che non siamo neppure lontani parenti. Ed è forse la cosa che mi ha fatto più male.
Lavoratore del C.Felice
A parte qualche comunicato di solidarietà, che tutti facciamo presto a scrivere, la verità è che ogni teatro pensa al proprio orticello e basta.
Qualcuno ha forse fatto una manifestazione per noi? O indetto lo stato di agitazione? Non sia mai, uno sciopero sulle prime? Un concerto di solidarietà? Un misero quartetto d'archi?
La risposta è NO.
Gli orchestrali della Scala stanno a guardarsi allo specchio o a calcolare quanto guadagnano con le trasferte della Filarmonica.
A Roma sanno che tanto sono a Roma, appunto, per cui paga pantalone per tutti: vuoi mica che non ci sia uno straccio di politico a fare una telefonata per fargli aprire qualche rubinetto?
A Napoli Nastasi ha fatto arrivare MILIONI di euro; San Salvuccio ha vestito i panni di S. Gennaro, per cui che ie ne futte a chelli?
A Bologna sono nella merda eppure non hanno mosso un dito.
Nella vicina Torino per il momento sono ancora abbastanza a posto per cui si sentono forse fuori tiro, preferiscono starsene nel loro mondo ovattato. Anzi, forse parte del nostro pubblico andrà da loro, per cui quasi quasi hanno di che fregarsi le mani.
A Firenze, a parte Metha che voleva venire a fare un concerto, non s'è visto nè sentito qualcuno. Maremma maiala.
Per Santa Cecilia vedi come sopra alla voce Roma. Però hanno fatto due righe anche loro, e via, si sono tolti il pensiero.
E poi tutti gli altri, Trieste, Venezia, Palermo, Cagliari, ognuno con immerso nella propria ignavia e senza spingere lo sguardo oltre al proprio proscenio.
Solo al Petruzzelli stanno malissimo. ed hanno tutta la mia comprensione, in questo momento come fanno a pensare anche a noi?
Per cui, per riprendere Martin Niemoller, quando toccherà anche a loro, sempre se avrò ancora il mio lavoro, prenderò carta e penna e gli contaccambierò la mia comoda solidarietà. Però, mi spiace, non muoverò nemmeno un dito e starò a guardare a mia volta. E non avrò lacrime da versare, perchè le ho già finite.
Pensavo di avere dei fratelli, ho scoperto amaramente che non siamo neppure lontani parenti. Ed è forse la cosa che mi ha fatto più male.
non solo il sangue , li vogliono sbranare per bene , e rosicchiare le ossa delle lavoratrici e dei lavoratori del carlo felice . Un c.d.a. di antropofagi
Commento by anonimo — 1 Ottobre 2010 @ 23:01
il CdA ha rigettato ogni nostra proposta e ribadisce 4 mesi di CIG in deroga o contratti di solidarietà oltre all'annullamento degli effetti economici dell'integrativo. In caso di mancata accettazione, chiusura immediata del Carlo Felice.
E' chiaro che questo è il nuovo sistema che hanno in mente per le Fondazioni Liriche. Traete le vostre conclusioni.Un lavoratore del carlo felice
Commento by anonimo — 1 Ottobre 2010 @ 23:07
A tutti quelli che hanno votato quella donna, spero non dormiate più la notte per il rimorso!Burlando non è andato alla festa del PD per stare in mezzo ai lavoratori!Da noi però non s'è mai visto: a già, ma noi non siamo lavoratori, siamo dei privilegiati!Bastardi tuttiMi raccomando, continuate a fare benzina alla Erg, che fa lo sconto di 1 centesimo!
Commento by anonimo — 1 Ottobre 2010 @ 23:17
ma quale cig in deroga o solidarietà?!? questi vi dicono che non hanno i soldi che vi devono perchè avete lavorato e per non pagare di tasca loro, come ogni fallimento, liquidano il teatro!la cassa non l'avete voluta, a torto o a ragione, e qui siete arrivati.ma l'illuminato lo gerfo stamattina diceva su tutti i giornali che l'accordo era fatto…ma cosa si era fumato con il maestro sovintendente suo fiduciario?
Commento by anonimo — 1 Ottobre 2010 @ 23:32
Pacor non conta una cazzo.Boicottiamo la Erg
Commento by anonimo — 1 Ottobre 2010 @ 23:56
Lirico di Cagliari: la lotta continua …
Fonte: L’Unione Sarda di oggi
Lunedì hanno incontrato il sindaco. Hanno riferito anche a lui, dopo averlo fatto con il soprintendente il 13 settembre scorso, le loro proposte di rimodulazione della programmazione delle stagioni lirica e concertistica. Una rivisitazione che – sostengono – garantirebbe un risparmio del 50 per cento rispetto ai costi preventivati, mantenendo la qualità degli spettacoli, scongiurando il passivo in bilancio, iniziando ad erodere il pesantissimo debito patrimoniale (20 milioni di euro) e dando prospettive di occupazione ai 63 lavoratori stagionali. A Emilio Floris hanno anche detto che se le loro proposte non fossero state accolte avrebbero confermato lo sciopero preannunciato. Ma il primo cittadino si è irrigidito: nessun ragionamento sotto minaccia. Per questo ieri, durante un’assemblea plenaria, i dipendenti della Fondazione del Teatro lirico hanno confermato che si asterranno dal lavoro: niente prima di Cenerentola, in programma l’8 ottobre prossimo. Non solo: Cgil, Cisl, Uil, Cisal, Snater, Css e Libersind hanno annunciato presìdi durante le rappresentazioni che definiscono «onerose», cioè i concerti con solisti che i sindacati ritengono «costosi» e dunque incompatibili con la crisi. La situazione del teatro si fa tesa, proprio in un delicato momento di transizione. Dal 20 settembre scorso, infatti, il soprintendente Maurizio Pietrantonio, il direttore artistico Massimo Biscardi e parte del consiglio di amministrazione (il rappresentante della Regione Gualtiero Cualbu e i due del ministero delle Attività culturali Antonello Arru e Gabriella Locci) sono decaduti e si aspettano le nuove nomine. Appena sarà reintegrato, il cda procederà alla nomina del nuovo soprintendente. Pietrantonio (in proroga per 45 giorni assieme a Biscardi) ha annunciato la sua disponibilità a candidarsi per un terzo mandato, il sindaco ha annunciato che lo sosterrà (lo stesso faranno i due rappresentanti del Comune Felicetto Contu e Maurizio Porcelli). Chiunque sarà alla guida del teatro, dovrà affrontare alcuni problemi stringenti: il nodo-precari, il rinnovo dei contratti di secondo e terzo livello, il debito patrimoniale ereditato dall’era Meli e ridotto solo del 20%, una nuova programmazione che tenga conto della crisi, il funzionamento dell’inaugurando Parco della musica. (f.ma.)
29/09/2010
Commento by AutoOrgScala — 2 Ottobre 2010 @ 12:35
Giornata molto intensa e densadi avvenimenti.cominciamo ad essere un po' stanchi, perché dopo oltre due mesi di lotta dura e attacchi a tutti i livelli nei nostri confronti non è veramente facile.Ormai è soprattutto la rabbia e la forza di volontà, o quantomeno l'istinto di sopravvivenza a farci tenere duro. L'ingiustizia di un magnate del petrolio che per un proprio cruccio si sta mettendo di traverso di fronte alla possibilità concreta di salvare il Teatro, fino a mettere ostacoli a chiunque tenti di trovare soluzioni, è degna della peggiore genovesità, che dimostra quanto piccola e provinciale sia la città di Paganini.Speriamo che nonsi deva arrivare a soluzioni estreme (intendo anche oltre lo sciopero della fame), perché sarebbe veramente un peccato, ma se saremo costretti andremo sino in fondo senza paura.Se le cose dovessero andare male, nessuno di noi potrà dire: "si poteva fare di più!".Ricordo a proposito al #4 che uno dei motivi per i quali Genova sta tenendo duro su CIG e Contratti di solidarietà è perché questi nefasti e inappropriati metodi possano essere utilizzati altrove nelle Fondazioni Liriche, ma se ci mettiamo a fare gli spiritosi, muoia Sansone con tutti i filistei…Battute a parte, nei limiti delle nostre forze, qui questi dannati ammortizzatori non passeranno MAI!!!!Lavoratore Teatro CArlo Felice
Commento by anonimo — 2 Ottobre 2010 @ 19:41
prima sono venuti a prendere gli zingari,e noi non abbiamo protestato perchè non eravamo zingari;poi sini venuti a prendere gli ebrei,e noi non abbiamo protestato perchè non eravmo ebrei;poi sono venuti a prendere i comunisti,e noi non abbiamo protestato perchè non eravamo comunisti;poi sono venuti a prendere gli omosessuali,e noi non abbiamo protestato perchè non eravamo omosessualli;infine sono venuti a prendere noi,ma non c'era più nessuno capace di protestare…………….questo semplice pensiero vissuto sulla pelle dal suo principale attore Martin Niemoller non potrebbe essere più contemporaneo di adesso,in un momento dove solamente le cose che ci capitano in prima persona suscitano in noi disprezzo e indignazione ci rendono prigionieri delle volonta dei pochi .non credo e non voglio che le cose vadano dove vogliono loro……….aiutatemi-aiutateci-AIUTATEVI………………………..
Commento by anonimo — 2 Ottobre 2010 @ 20:17
Caro Andrea Repetto,gli appelli ormai sono inutili. Tutta Italia sa la nostra situazione da tempo.A parte qualche comunicato di solidarietà, che tutti facciamo presto a scrivere, la verità è che ogni teatro pensa al proprio orticello e basta.Qualcuno ha forse fatto una manifestazione per noi? O indetto lo stato di agitazione? Non sia mai, uno sciopero sulle prime? Un concerto di solidarietà? Un misero quartetto d'archi?La risposta è NO.Gli orchestrali della Scala stanno a guardarsi allo specchio o a calcolare quanto guadagnano con le trasferte della Filarmonica.A Roma sanno che tanto sono a Roma, appunto, per cui paga pantalone per tutti: vuoi mica che non ci sia uno straccio di politico a fare una telefonata per fargli aprire qualche rubinetto?A Napoli Nastasi ha fatto arrivare MILIONI di euro; San Salvuccio ha vestito i panni di S. Gennaro, per cui che ie ne futte a chelli?A Bologna sono nella merda eppure non hanno mosso un dito.Nella vicina Torino per il momento sono ancora abbastanza a posto per cui si sentono forse fuori tiro, preferiscono starsene nel loro mondo ovattato. Anzi, forse parte del nostro pubblico andrà da loro, per cui quasi quasi hanno di che fregarsi le mani.A Firenze, a parte Metha che voleva venire a fare un concerto, non s'è visto nè sentito qualcuno. Maremma maiala.Per Santa Cecilia vedi come sopra alla voce Roma. Però hanno fatto due righe anche loro, e via, si sono tolti il pensiero.E poi tutti gli altri, Trieste, Venezia, Palermo, Cagliari, ognuno con immerso nella propria ignavia e senza spingere lo sguardo oltre al proprio proscenio.Solo al Petruzzelli stanno malissimo. ed hanno tutta la mia comprensione, in questo momento come fanno a pensare anche a noi?Per cui, per riprendere Martin Niemoller, quando toccherà anche a loro, sempre se avrò ancora il mio lavoro, prenderò carta e penna e gli contaccambierò la mia comoda solidarietà. Però, mi spiace, non muoverò nemmeno un dito e starò a guardare a mia volta. E non avrò lacrime da versare, perchè le ho già finite.Pensavo di avere dei fratelli, ho scoperto amaramente che non siamo neppure lontani parenti. Ed è forse la cosa che mi ha fatto più male.
Commento by anonimo — 2 Ottobre 2010 @ 20:21
Federazione di Genovahttp://www.rifondazionegenova.orgCarlo Felice.Il sindaco di Genova? Si chiama GarroneQuello avvenuto ieri sera è stato un vero e proprio colpo di mano. Nel momento in cui si era aperto uno spiraglio verso la soluzione di una vertenza lunga e delicata il CdA della Fondazione azzera tutto e – con una forzatura inaccettabile – ricatta i lavoratori avviando la liquidazione coatta amministrativa. Il fronte ERG/Carige impone la rottura delle trattative perché ormai considera il Carlo Felice come una linea del Piave: vogliono dimostrare chi è il padrone ai lavoratori di questa città, ai dipendenti del Teatro, ai metalmeccanici come agli autisti AMT, che oggi hanno deciso di fermarsi (e a cui esprimiamo pieno sostegno) e far capire loro che devono abbassare la testa. E pensano che fare un passo indietro significherebbe aprire un precedente pericoloso. E’ il metodo Marchionne. Esattamente per lo stesso motivo chiediamo a tutti i lavoratori genovesi e a chi ha a cuore la democrazia di stringersi a difesa del Teatro Carlo Felice e dei suoi dipendenti. Non sarebbe il caso di pensare a uno sciopero generale cittadino?Ciò che emerge prepotentemente da questa vicenda è l’inconsistenza della politica e la sua subalternità nei confronti dei poteri forti di questa città. In teoria le istituzioni dovrebbero svolgere un ruolo di mediazione tra i diversi interessi. Qui abbiamo un sindaco genuflesso di fronte a Garrone, alle banche e ai soci industriali e il silenzio assordante di Regione e Provincia. E questo, da qualsiasi punto di vista si considerino le cose, rappresenta un problema. Anche in un’ottica liberale – che non è la nostra – se salta il punto di mediazione rimane la giungla, il tutti contro tutti. E’ questo che vogliono la borghesia e la classe dirigente di questa città?Genova, 2 ottobre 2010Paolo ScarabelliSegretario PRC GenovaMarco VeruggioResponsabile Economia Lavoro PRC Genova
Commento by anonimo — 2 Ottobre 2010 @ 20:57
coraggio compagni genovesi . non mollate tenete duro. azione diretta. blocchi stradali. boicotaggio in tutta italia dei prodotti erg.andate a suonare allo stadio . resistere alla follia del potere che si chiami vincenzi bondi garrone o nastasi.cgil o cisl.
Commento by anonimo — 2 Ottobre 2010 @ 21:17
Com'era prevedibile, i giornali si sono buttati a pesce sul al fatto che Cgil e Cisl (non la Uil) abbiano chiesto un incontro separato per parlare di spaccatura a livello sindacale e utilizzare questa come un arma contro i lavoratori del Teatro Carlo Felice.Al solito interessi privati dei confederali (nella fattispecie la necessità di far passare gli ammortizzatori sociali) vanno a danno degli interessi dei lavoratori.Complimenti, l'importante è non smentirsi mai.Lavoratore esausto del Carlo Felice
Commento by anonimo — 3 Ottobre 2010 @ 08:04
le solite merde.non arrendetevi. le merde sanno di essere in torto
Commento by anonimo — 3 Ottobre 2010 @ 08:54
ma non v vergognate ancora a chiedere soldi…con tutto quello che v siete scoppiati…voi della classica…noi della leggera manco in cartolina l abbiam mai visti,…mai nessuno che c abbia aiutato….A voi milioni d euro per spettacoli per preti …vescovi banchieri …ladri e puttanieri…c avete rotto il cazzo…fino aieri andava bena andare a braccetto con stè merde…ora che v han mollato piangete come pargoletti…dimostrando …ancora una volta…d nn conoscere la parola …Dignità….sotto i ponti !
Commento by anonimo — 3 Ottobre 2010 @ 13:33
Repubblica, 7 luglio 2010.Intervista a Fossati: le ultime parole famoseSi dirà che Garrone ha scelto un fedelissimo per controllare i contie la gestione. Cosa risponderà? «Senta, non sono né parente di Garrone né vado con lui a caccia o a giocare a golf; e sono persino genoano. Faccio riferimento a lui come alla sindaco Vincenzi e a tutto il cda; e al Sovrintendente che verrà.Infatti, è il Sovrintendente che fa riferimento a lui.Se il presidente ha pensato a me, è proprio perché mi considera un uomo di tutti. Peraltro, sono apolitico e non non manipolabile. Anche da Garrone».AHAHAHAHAHHAHAHAHHAHAHHHHAHAHHHHAHAHAHAHAHHHHAAHDottor Fossati, lei ha una lunghissima esperienza in grandi aziende. Qui i dipendenti sono meno, ma spesso i rapporti sono stati talmente difficili da bloccare il teatro. Ci ha pensato? «A me interessano trasparenza, onestà, pulizia.E anchei rapporti sindacali devono essere improntati a questo; sono convinto che la mia sfida, in base a quello che dirà il consiglio, sia quella di far quadrare i conti e di far andare il teatro al massimo. Mi interessa lo sviluppo del teatro, spero che tutti vogliano la stessa cosa».E' talmente trasparente che dopo due minuti andava già a braccetto con la CGIL e tutto l'apparato politico comunale.Davvero una persona RISPETTABILISSIMA e soprattutto INTEGERRIMA!Anche Garrone ha queste caratteristiche, infatti è stato condannato solo a 3 anni e 3 mesi.Ma naturalmente, con il suo stuolo di avvocati, di galera non ha fatto nemmeno un giorno.Ed oggi fa affari con il sindaco Marta Vincenzi e la politica locale.Un modello da proporre come alternativa a Berlusconi. Da votare subito.
Commento by anonimo — 3 Ottobre 2010 @ 13:56
"..ma non vi vergognate ancora a chiedere soldi…"commento n.14E' la solita gnagna che le varie direzioni,teatri di prosa…da anni vanno dicendo ai lavoratori per giustificare i salari di fame e le condizioni di lavoro per niente affini alla cultura di cui vanno fregiandosi e vendere.Il bel paese, di merda, destina 0,3% alla cultura contro 1- 1,9% degli altri paesi del nord europa.Non sarebbe il caso che anche voi della "leggera" la merda andaste a buttarla ai governi e alle jene della finanza?
Commento by anonimo — 3 Ottobre 2010 @ 16:55
x il 14Concorrenza tra lavoratori:Il precario contro l'operaio, il giovane contro il pensionato….la prosa contro la lirica… sport degli anni infami PADRONI E LORO GOVERNI RINGRAZIANO
Commento by anonimo — 3 Ottobre 2010 @ 17:14
gil e Cisl sono pronte ad un nuovo incontro col Consiglio d’amministrazione del Teatro Carlo Felice: è il senso di un comunicato che Maria Pia Scandolo (SLC-CGIL) e Franco Ippolito (FISTel-CISL) hanno diramato oggi, dopo una riunione interna, per rispondere alla decisione dei vertici del Teatro lirico di respingere le proposte avanzate ieri dai sindacati.«Venuti a conoscenza della decisione del Cda – si legge nel comunicato – ci rendiamo immediatamente disponibili ad un incontro, per valutare le possibili soluzioni con l’utilizzo di ammortizzatori sociali ed altre soluzioni che possano scongiurare la chiusura del teatro».Ma i sindacati autonomi non concordano con questa disponibilità: «Noi non possiamo pensare che a fronte dei nostri sacrifici il consiglio di amministrazione non abbia la possibilità di risolvere il problema di qualche mese». Nicola Lo Gerfo, rappresentante del sindacato autonomo Fials, ha ribadito il no alla cassa integrazione in deroga nella conferenza stampa tenuta nella sala coro del Carlo Felice dopo una infuocata assemblea dei dipendenti. Anche la UILCOM ha confermato il no alla cassa integrazione.Tensione alle stelle in Teatro, dopo il rifiuto del consiglio di amministrazione di accettare le proposte dei sindacati e il documento con il quale CGIL e CISL si sono detti disponibili a continuare il confronto con i vertici anche in relazione a possibili ammortizzatori sociali. «La cultura – hanno sostenuto Lo Gerfo e con lui gli altri rappresentanti degli autonomi – non può andare in cassa integrazione. La decisione del Consiglio ci ha davvero lasciato senza parole. Abbiamo fatto una proposta credo unica: con l’accettazione della non erogazione della parte economica relativa all’accordo aziendale per tutto il 2011, i dipendenti lasciano nelle casse del teatro due milioni e mezzo divenendo i principali azionisti dopo lo Stato. A fronte di questo sacrificio, il consiglio ci manda un ultimatum relativo ai quattro mesi del 2010».Sugli ultimi quattro mesi dell’anno si gioca tutta la partita: i dipendenti parlano in realtà di un paio di mensilità perché settembre è stato regolarmente lavorato e fra novembre e dicembre sono previste produzioni: «È possibile – si chiedono – che il teatro debba chiudere per l’impossibilità di reperire fondi per un paio di mesi?».I sindacati avanzano allora l’ipotesi che in realtà ci sia una volontà politica di chiudere comunque, indipendentemente dalla disponibilità ad accettare sacrifici da parte dei dipendenti. «Noi nel dire no alla cassa integrazione – ha concluso Lo Gerfo – confermiamo la nostra volontà ad arrivare ad una soluzione prendendo in considerazione altre soluzioni. Ad esempio si potrebbe anticipare ai mesi del 2010 la non erogazione della parte del contratto aziendale».Intanto anche la UILCOM ha inviato un documento indirizzato al sovrintendente Giovanni Pacor nel quale nel ribadire il rifiuto della cassa integrazione si aggiunge: «Questa soluzione porterebbe al blocco immediato, totale o parziale, delle attività del Teatro negando, nei fatti, l’esistenza di un serio progetto di rilancio della Fondazione nel breve periodo. Inoltre non è possibile che il progetto di rilancio dei soci fondatori pubblici e privati passi, per il 2010, soltanto attraverso l’esclusivo finanziamento fornito dai lavoratori». Il pallino torna ora nuovamente al vertice che lunedì troverà la disponibilità dei sindacati a trattare, sia pure su tavoli diversi: da una parte chi si è detto anche disposto a prendere in considerazione gli ammortizzatori sociali, dall’altra chi nel rifiutare questa strada offrirà una ulteriore fetta di stipendi dei dipendenti. from il solito schieratissimo con la direzione devimo 19°
Commento by anonimo — 3 Ottobre 2010 @ 19:46
Carlo Felice, ancora no alla cassaSindacati spaccati in due
Gli autonomi Fials e la Uilcom rifiutano l'ammortizzatore sociale, mentre CGIL e CISL sono disponibili a continuare il confronto con i vertici del teatro. Incontro lunedì su tavoli diversi
Gli orchestrali del Carlo Felice protestano al Salone Nautico
OAS_RICH(‘Left’);
OAS_RICH(‘Left1’);
"Noi non possiamo pensare che a fronte dei nostri sacrifici il consiglio di amministrazione non abbia la possibilità di risolvere il problema del teatro". Nicola Lo Gerfo, rappresentante del sindacato autonomo Fials, ha ribadito il no alla cassa integrazione in deroga dopo una infuocata assemblea dei dipendenti del Carlo Felice. Anche la UILCOM ha confermato il no alla cassa integrazione.Tensione alle stelle in teatro, dopo il rifiuto del consiglio di amministrazione di accettare le proposte dei sindacati e il documento con il quale CGIL e CISL si sono detti disponibili a continuare il confronto con i vertici anche in relazione a possibili ammortizzatori sociali."La cultura – hanno sostenuto Lo Gerfo e con lui gli altri rappresentanti degli autonomi – non può andare in cassa integrazione. La decisione del Consiglio ci ha davvero lasciato senza parole. Abbiamo fatto una proposta credo unica: con l'accettazione della non erogazione della parte economica relativa all'accordo aziendale per tutto il 2011, i dipendenti lasciano nelle casse del teatro due milioni e mezzo divenendo i principali azionisti dopo lo Stato".Intanto anche la UILCOM ha inviato un documento indirizzato al sovrintendente Giovanni Pacor nel quale nel ribadire il rifiuto della cassa integrazione si aggiunge: "Questa soluzione porterebbe al blocco immediato, totale o parziale, delle attività del teatro negando, nei fatti, l'esistenza di un serio progetto di rilancio della Fondazione nel breve periodo".Il pallino torna ora nuovamente al vertice che lunedì troverà la disponibilità dei sindacati a trattare, sia pure su tavoli diversi: da una parte chi si è detto anche disposto a prendere in considerazione gli ammortizzatori sociali, dall'altra chi li rifiuta.
OAS_RICH(‘Middle’);
(02 ottobre 2010Commento di RenatoBisognerebbe ricordare ai giornalisti e ai titolisti che il punto nuovo non è "no alla cassa" (che ormai era un punto assodato e qui da addirittura il titolo all'articolo) ma è che c'è stato un clamoroso no da parte del cda a all'offerta qu…asi incredibile da parte dei lavoratori di rinunciare a un sacco di soldi. Prova questa che il cda vuole la cassa a tutti i costi come fine e non come mezzo (essendo la questione economica un pretesto) per togliere diritti ai lavoratori (e poi forse toglierli di mezzo). Complimenti a questa stampa sempre così imparziale e trasparente.Renato, hai perfettamente ragione, questo è il punto, i lavoratori hanno rinunciato al 25% dello stipendio, veramente una offerta incredibile e il Cda dice di no ! vuol dire che il piano e ben preciso, chiudere poco a poco la maggior parte dei teatri e riaprirli com tutte altre condizioini per i lavoratori.
Commento by AutoOrgScala — 3 Ottobre 2010 @ 21:18
Oggi il rappresentante aziendale Cisl e Cgil andranno a cercare l'accordo per la cassa in deroga o per i contratti di solidarietà.Per chi non lo sapesse, nell'organigramma aziendale sono un Funzionario A e un Funzionario B, entrambi Quadri (oltre al resto della delegazione cgil, zeppa di altri Funzionari A e B).Come ruolo para-dirigenziale, gli ammortizzatori sociali non li sfioreranno nemmeno di striscio.BraviEcco le proposte provenienti dalla sinistra per porsi come alternativa al malefico governo del berlusca e dei suoi squallidi accoliti come Bondi.Pertanto dovremo subire il regime per altri 30 anni almeno.Grazie
Commento by anonimo — 4 Ottobre 2010 @ 08:03
Commenti da facebbok il sottoscalaMaurizio Tarantino
Caro lavoratore genovese, non c'è tanto da scandalizzarsi, il fatalismo del – i soldi arriveranno – è risaputo in teatro.E la solidarietà non è cosa di questo mondo ormai, a Bologna qualcosa abbiamo fatto, e vi abbiamo citato più volte nell…'ultima mobilitazione congiunta con i ricercatori del 29 settembre.Ma sai qual'è la novità? Molti del teatro non c'erano, c'erano più studenti e professori e ricercatori (300) che dipendenti, ed eravamo in teatro.sai quanti qui ,sono ancora in ferie con la testa?sai quanti non hanno il senso della realtà?sai quanti si credono auto-referenziati?Quando gli arriverà tutto in faccia se ne accorgeranno forse.Intanto noi stiamo facendo il possibile (tra le critiche) per svegliarli.Mostra tutto
Maurizio Tarantino Aggiungo la mia posizione personale, "aiutati che dio ti aiuta"Quanto risparmia il vostro Teatro stando chiuso un mese?Perchè non vi imponete un part-time verticale pianificato per 2 anni che duri 3 mesi l'anno coperto da cassa integrazione…?Potreste rivendicare così un posto dei lavoratori nel cda per tutelare i lavoratori stessi (in quanto tra i primi finanziatori rinunciando a 3 mensilità) e porre i presupposti per una gestione dal basso.Che cos'è sta cagata del contratto di solidarietà?Non vi conviene fare una stagione piena con i 3 mesi d'estate chiusi? Non lo propone nessuno?Il vostro è un campo sperimentale d'azione che applicheranno a molti Teatri, cercate la soluzione migliore, ma non vi barricate, non ci sono i presupposti per farlo, presupposti economici, ma soprattutto politici. Loro vogliono solo questo… la chiusura!Pensateci voi a tenerlo aperto.A Bologna abbiamo creato un comitato spontaneo il Popolo Trasparente di 115 persone, è nato lo stesso anche all'Arena di Verona, quest'estate, loro sono di più, credo che organizzarsi in comitati e spingere soluzioni differenti dal quelle imposte da molti sindacati sia opportuno.Lungimiranza ci vuole. In ogni caso so che è facile parlare da lontano, ma tra un pò mi sa che anche noi non saremo poi tanto lontani. Coraggio, e forza soprattutto.
Commento by AutoOrgScala — 4 Ottobre 2010 @ 14:50
Il video de lavoratori del comunale di bolognahttp://www.youtube.com/watch?v=8-5iy4d-GQg
il teatro è di tutti
http://www.youtube.com
di Maurizio Tarantino documentario di protesta realizzato dai lavoratori del teatro comunale di bologna, per sensibilizzare il pubblico sulla valenza culturale delle arti e dei mestieri del teatro
Commento by AutoOrgScala — 4 Ottobre 2010 @ 15:06
http://resistenze.blog.tiscali.it/2010/09/27/vincenzi-ilva-e-carlo-felice-due-pesi-e-due-misure/comment-page-1/#comment-277
Commento by anonimo — 4 Ottobre 2010 @ 20:05
x il n° 20ma chi, la cavalletta che girava con la tanichetta e quello spostato e promosso perchè era troppo logoro e stressato dal lavoro???Bè, dovranno pur venire a dire qualcosa in una assemblea generale., non penseranno forse che si possa risolvere tutto nella stanzetta di Pacor e Fossati…..
Commento by anonimo — 5 Ottobre 2010 @ 11:01
Roma, 5 ottobre 2010
Alle Segreterie Regionali Snater Fondazioni Liriche
La Segreteria Nazionale, in accordo con la Segreteria Generale, ribadisce la propria contrarietà all’applicazione di ogni forma di ammortizzatore sociale nelle Fondazioni Lirico-Sinfoniche.
Quello che sta succedendo a Genova è il palese tentativo di distruggere il contratto nazionale ed aziendale con il chiaro intento di cancellare quelle garanzie per i lavoratori che decenni di lotte sindacali hanno conquistato.
Una volta introdotti gli ammortizzatori sociali, ogni garanzia per il futuro dei lavoratori sarà unicamente nelle mani dell’azienda.
Si invitano i lavoratori del Teatro Carlo Felice a continuare la loro lotta che troverà tutto l’appoggio delle Segreterie Nazionale e Generale.
Il Segretario Nazionale SNATER Il Segretario Generale SNATER
Roberto Conti Claudio Baldasseroni
Commento by anonimo — 6 Ottobre 2010 @ 05:42
Un ringraziamento ai colleghi del Regio di Torino per il cominicato di solidarietà letto al pubblico presente in sala.Aiutateci tutti, abbiamo bisogno di voi
Commento by anonimo — 6 Ottobre 2010 @ 19:40
Repubblica Torino / CronacaMercoledì 06 ottobre 2010, ore18.51================================="I lavoratori del teatro dell'opera di Genova – recitava lanota – stanno pagando le colpe di un accumulo di debiti che hamesso a rischio il teatro e il lavoro. Ora c'è lo spettro dellaliquidazione. Chiediamo a tutti una grande collaborazione perchéquesto non avvenga e Genova non venga privata del suo teatrolirico. Siamo appena stati in tournée in Cina e abbiamo vistocome il patrimonio culturale e musicale italiano sia consideratodi grande valore. Cerchiamo di farlo anche noi".Analoghe le parole del sovrintendente Walter Vergnano: "Lastagione che stiamo aprendo è nel nome di Giuseppe Verdi – diceVergnano – simbolo di quel Risorgimento che ha condotto il nostroPaese all'unità ed è proprio un ritorno alla vita quello di cuiavrebbero bisogno i teatri d'opera italiani che altrimenti, unodopo l'altro, moriranno di stenti. Noi però vogliamo continuare aportare per il mondo la cultura italiana perché questo è ilnostro dovere".
Commento by anonimo — 6 Ottobre 2010 @ 20:08
bozza per un ipotetico comunicato da leggere al pubblico previa approvazione delle componenti sindacali scaligere:I LAVORATORI DELLA SCALA NON TOLLERANO CHE IL TEATRO CARLO FELICE POSSA ESSERE "LIQUIDATO" E CON ESSA L'ARTE RAPPRESENTATA DAL LAVORO DEI SUOI 300 DIPENDENTI "FISSI" E 4O "STAGIONALI PRECARI".SPAZZATI VIA DALL'IRRESPONSABILITà DI CHI IN QUESTI ANNI AI VERTICI DELLA FONDAZIONE HA MALGESTITO IL TEATRO. L'INCOPETENZA E L'OTTUSITA' DI ISTITUZIONI LOCALI E CENTRALI "BEN NOTE" ,COMPLETANO LA SCENA DESOLANTE.LA SCALA E IL SUO PUBBLICO SI STRINGONO INTORNO AL CARLO FELICE PERCHE' OGNI TEATRO CHE DOVESSE CHIUDERE E' UN FRAMMENTO DI CIVILTA' CHE MUORE…UN FRAMMENTO D'IDENTITA' CHE SCOMPARE …UN FRAMMENTO D' ITALIA CHE SVANISCE…NEL 150° ANNIVERSARIO DELL'UNITA' D'ITALIA CHE PROPRIO DA GENOVA COMINCIO' CON MILLE GIACCHE ROSSE CHE APRIRONO IL SIPARIO DI UNA NAZIONE IMPEDIAMO TUTTI INSIEME CHE SI REALIZZI UNA BEFFA VERSO COLORO CHE DIEDERO IL ROSSO DEL PROPRIO SANGUE PER POTER FAR SENTIRE A NOI LE NOTE DELL'INNO D'ITALIA AD OGNI PRIMA IN TUTTI I TEATRI DI TUTTA LA PENISOLA . GENOVA COMPRESA.W I LAVORATORI DEL CARLO FELICE CHE RESISTONO . W GENOVA CHE RESISTE. W L'ITALIA CHE RESISTE…. CHE TUTTI I TEATRI A PROPRIO MODO ESPRIMINO IL PROPRIO SENTIMENTO VERSO GENOVA…UN OTTONE SCOPPIETTANTE DELTEATRO ALLA SCALA
Commento by anonimo — 7 Ottobre 2010 @ 06:21
VOLETE FARVI FISCHIARE ANCHE DAL PUBBLICO SCALIGERO? AVETE PROPRIO BISOGNO DI DARE UN'ULTERIORE PROVA DELLA VOSTRA DEBOLEZZA?BASTA CON LA LETTURA DI COMUNICATI IL CUI RISULTATO E' SOLO QUELLO DI IRRITARE ED ALLONTANARE ULTERIORMENTE IL PUBBLICO DAI TEATRI.
Commento by anonimo — 7 Ottobre 2010 @ 07:24
se GENOVA vuole un teatro che se lo paghi come si paga 2 squadre di calcio…altrimenti vuol dire che non lo vuole
Commento by anonimo — 7 Ottobre 2010 @ 12:24
Grazie Ottone, domani si vedono a Roma al Ministero con i nazionali CGIL e CISL per avviare i contratti di solidarietà PER TUTTE LE FONDAZIONI.Non sarà più solo un problema locale di Genova.Così siete informati anche voi
Commento by anonimo — 7 Ottobre 2010 @ 12:39
NICOLA PORRO:" l'amico " dei dipendenti delle Fondazioni Liriche .L'articolo che lo riguarda:http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/07/news/marcegaglia_il_giornale-7809811/?ref=HRER1-1
Commento by anonimo — 7 Ottobre 2010 @ 13:05
CGIL e CISL insieme a ROMA per mangiarsi polenta e pajata…….
Commento by anonimo — 7 Ottobre 2010 @ 13:12
meglio un POLPO A PIGNATU
Commento by anonimo — 7 Ottobre 2010 @ 14:57
FIALSF€DENAZION EI T A L I A N AAUTONOIIALAVONATORId c l l o S P € I Í A C O L O.dcr.otc rtlr CISAL COMUNICATO La Federazioneltaliana Autonoma Lavoratori dello Spettacolo,F.I.A.L.S. – C.I.S.A.L., esprime alla C.I.S.L. ed al suo segretariogenerale, Raffaele Bonanni, piena e sentita solidarietà perI'ennesimo episodio di vile brutalità perpetrato con le odierneaggressioni alle sedi della Confederazione.Nel condannare con fermezza ogni tipo di violenza teso adimpedire iI libero esercizio dell'azione democratica propria delsindacato, la F.I.A.L.S. – C.I.S.A.L. auspica una completa eferma reazione delle Istituzioni e dell'intero tessuto sociale che,superando il meschino gioco al massacro di chi intende puntaresulla divisione del mondo sindacale, sappia garantire la pienatutela dei diritti, i valori fondanti della Costituzione e la vitademocratica del paese. Il segretario generale Enrico Sciarra Firenze, 7 ottobre 2010
Commento by anonimo — 7 Ottobre 2010 @ 17:33
Sciarra predichi bene ma razzoli molto male . sei andato a genova a vendere ai lavoratori la cassa integrazione , a teantare di creare divisioni tra i lavoratori e adesso vieni a predicare l'unità e criminalizzare chi critica anche aspramente sindacati gialli che servono il padrone come fai tu a danno degli interessi e dei diritti dei lavoratori. ma quando te ne vai in pensione insieme alla tua ipocrisia tanto democratica perchè diffusa tra voi burocrati del sindacato ?
Commento by anonimo — 7 Ottobre 2010 @ 20:03
Questi solidarizzano fra loro, mentre i lavoratori sono alla fame.Non hanno nemmeno il contatto con la realtà
Commento by anonimo — 7 Ottobre 2010 @ 20:50
Bondi minaccia le dimissioni: “Tremonti vuole chiudere il ministero”
http://www.giornalettismo.com/archives/86835/bondi-minaccia-dimissioni-tremonti/
Commento by anonimo — 8 Ottobre 2010 @ 08:35
http://kiehlmann.co.uk/User:SammieJean4
AL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA E' DI SCENA: LE JENE « Il Sottoscala
Trackback by http://kiehlmann.co.uk/User:SammieJean4 — 29 Novembre 2019 @ 05:14