Marco Travaglio – AnnoZero – 18-11-2010 – Macerie
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Bondi – Tagli ovunque, ma non a Novi Ligure
Sandro Bondi e Manuela Repetti |
Sandro Bondi, quando c’è da finanziare un progetto meritevole, sa essere rapido ed efficiente. È il caso del teatro Marengo di Novi Ligure (30 mila abitanti in provincia di Alessandria) piccolo gioiello inaugurato nel 1835 e inagibile dagli anni ’50 del secolo scorso a causa di un incendio. Il ministro – secondo quanto riporta il settimanale Il Novese – avrebbe garantito un finanziamento di due milioni di euro da parte di Arcus,
società che fa capo al ministero dei Beni culturali, cifra che consentirebbe l’avvio di un restauro che la città invoca da decenni. A dare la lieta novella è il deputato Pdl Repetti, che spiega a Il Novese di aver seguito personalmente, fin dal 2009, l’intero iter del progetto di finanziamento, a cui “manca solo la firma del ministro, ma dovrebbe arrivare a breve”. Esulta il coordinatore del Pdl di Novi Ligure Bruno Ferretti: “Questo dimostra come il Pdl si stia adoperando nei fatti per il bene della nostra città, cogliendo risultati che mai sono stati ottenuti dal centrosinistra”. Può darsi, ma al centrosinistra va almeno riconosciuta l’attenuante di non aver tra le sue fila la fidanzata del ministro dei Beni Culturali, che, guarda caso, è proprio l’onorevole Repetti, novese doc. Certo, il restauro è sicuramente una buona notizia in assoluto, ma che questo sia possibile (anche) grazie al fatto che il locale parlamentare è la compagna del titolare del ministero che eroga il finanziamento, è cosa quanto meno difficile da ignorare. Se poi questo avviene in un momento di tagli indiscriminati, come molti lamentano, può darsi che qualcuno possa perfino sospettare indebite corsie preferenziali.
Stefano Caselli – 18 novembre 2010 –
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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Lady Bondi & figlio Ministeri di famiglia
Il figlio di Manuela Repetti, deputata Pdl e compagna del ministro della Cultura Sandro Bondi, lavora per la direzione generale del cinema del dicastero. Lui, laureando in architettura, non risponde, la madre tergiversa, il direttore conferma
Possibile che Fabrizio Indaco, figlio di Manuela Repetti, deputata del Pdl e compagna di Sandro Bondi, lavori per il ministero dei Beni culturali nella direzione generale del cinema in Piazza S. Croce in Gerusalemme a Roma? E possibile, come si sussurra, che rassicuri i giovani produttori, prometta felici finalizzazioni di progetti, spenda la parentela per farsi strada in quella giungla che è il mondo del cinema romano? Per verificare l’ipotesi, una commistione di lunare nepotismo e inopportunità feudale, basta chiamarlo nel tardo pomeriggio al telefono del Mibac a lui intestato.
Risponde al secondo squillo: “È lei Fabrizio Indaco?” “Certo”, “Volevamo chiederle se è davvero figlio dell’onorevole Repetti”. È qui, che il giovane Indaco, laureando in architettura (corso iniziato nel 2002, qualche lentezza nel percorso), viene assalito da un’amnesia, la sindrome Scajola: “Stavo proprio per andare via, se vuole ne parliamo domani”. Insistiamo: “Indaco, ci aiuti a non scrivere inesattezze”. Balbetta qualcosa e poi in un lampo, tronca a tradimento la conversazione.
Ci viene qualche dubbio che proviamo a fugare parlando con la donna che gli ha dato i natali. In Parlamento è una giornata uggiosa. Votazioni, truppe asserragliate. Nonostante questo Manuela Repetti da Novi Ligure, non si nasconde. “Fabrizio è mio figlio certo”. Come mai lavora nel ministero diretto dal suo compagno?”. Qualche secondo di pausa: “Eh, come mai, ci lavora, ecco”. Sbanda ma non crolla, Repetti. Ha fiducia nel prossimo: “Ha un contratto interinale, in scadenza, se vuole qualche informazione in più lo chiedo direttamente a lui”. “Con noi non ha voluto parlare”, spieghiamo: “Eh vabbè poverino, va capito, cerchi di comprendere”. Con tutta l’umana empatia del caso, non possiamo fare a meno di domandare ancora: “Onorevole, per quale ragione un ragazzo laureato in Architettura lavora alla direzione generale cinema, non le sembrano campi d’applicazione inconciliabili?”. Repetti dice di parlare come una qualunque madre preoccupata per il futuro della propria prole. “Non si è laureato, ha finito gli esami, sta preparando la tesi e come tutti i ragazzi, prova a fare qualche cosa. Il suo contratto al Centro sperimentale di cinematografia, che è un ente autonomo, sta per scadere”. Il Csc, vive grazie ai soldi del Fus. Quasi 10 milioni di euro l’anno, non proprio un ente autonomo dal ministero, in ogni caso. “Non so quanto duri l’assunzione temporanea e forse era sua intenzione tornare a Novi Ligure e cercare un mestiere nel suo ramo. Mentre studia, cerca di guadagnare qualcosa, non c’è niente da nascondere”. Si irrigidisce, Repetti, solo se le parli di etica: “Non mi ponga domande come se mi trovassi davanti all’inquisizione”. La rassicuriamo: “Le pare appropriato, mentre il suo compagno dirige il ministero, offrire nello stesso un posto di lavoro a suo figlio? Milioni di ragazzi, un regalo simile non lo avranno mai” e lei traballa: “Bè, ma intanto non sarebbe opportuno se lui non lavorasse, ma mio figlio trotta, come potrebbe essere per tanti ragazzi nella sua posizione, non ci vedo nulla di male o di strano. Se non facesse nulla o approfittasse della situazione (sic) sarebbe grave. Non penso abbia potuto avere facilitazioni”. Il ministro non si è mai preoccupato? “Non vedo come una stranezza che un ragazzo lavori”. Pausa: “Ho capito che è il ministero suo (sic), ma è una combinazione, non è vietato, non vedo sinceramente non capisco, è uno studente come tanti altri, ha fatto una sua esperienza lavorativa, tutto qui”. È affranta.
Stesso tono di voce quando a tarda sera interloquiamo con Nicola Borrelli, direttore generale del ministero, sezione cinema. “Indaco lavora fisicamente da noi, ha un contratto con il Centro sperimentale di cinematografia, con loro abbiamo una convenzione e gli chiediamo una serie di servizi. Con le difficoltà di personale che abbiamo non ce la facciamo. Alcune attività specifiche sono nella mani di ragazzi come Indaco”. Quali esattamente, direttore? “Fabrizio affianca i servizi della direzione generale per la realizzazione della piattaforma on line per la presentazione delle domande di finanziamento che sarà messa in rete entro fine mese”. Trasecoliamo. Presentazione delle domande? Magari di film sulla ricostruzione de L’Aquila o invisi al governo? Si parla di soldi erogati dallo Stato, di fondi di garanzia? “Esattamente, per accedere ai vari contributi e alle istanze amministrative”. Anche a Borrelli, chiediamo della opportunità: “Le devo dire la verità, io gestisco le persone che arrivano dal Centro sperimentale e se le dicessi che non sapevo nulla della parentela di Indaco, sarei ridicolo. Il centro sperimentale è una nostra eccellenza e nell’apporto a questo progetto, lavorano in parallelo Fabrizio e un’altra persona. il suo lavoro è stato prezioso, però non ha questo grandissimo contratto e le preannuncio che dopo aver rilevato l’Eti, non rinnoveremo la convenzione con i ragazzi del Centro sperimentale”. Un’altra buona notizia, per una realtà che lentamente, sta morendo.
Da il Fatto quotidiano del 18 novembre 2010
Pompei, la città delle spese fantasma
http://www.inviatospeciale.com
Autore: redazione. Data: venerdì, 12 novembre 2010
Un articolo dell’Espresso mostra una serie di stravaganti uscite di denaro. Il crollo della ‘domus gladiatori’ non è il solo esempio di quanto sia trascurato in Italia un patrimonio storico unico al mondo.
Il settimanale romano ha pubblicato alcuni dati inquietanti che riguardano lo stato di conservazione dell’antico borgo romano che secondo la testimonianza di Plinio il giovane fu seppellita da quasi dieci metri di cenere e lapilli eruttati dal Vesuvio il 24 agosto del 79 d.C.
L’Espresso ha reso noto che per una visita del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, mai avvenuta si sono spesi 60mila euro per l’organizzazione, 11mila per la pulizia delle zone interessate al tour e 9.600 per l’accoglienza. 80.600 euro, l’equivalente di quasi 161 milioni delle vecchie lire per nulla.
I due commissari straordinari indicati dal ministro, prima il prefetto Renato Profili e poi Marcello Fiori della Protezione civile, avrebbero per la loro parte avviato iniziative ‘eccezionali’: 12 mila euro spesi per smantellare ben 19 (diciannove) pali della luce, oltre un milione e mezzo di vecchie lire l’uno, 100 mila per il “potenziamento dell’illuminazione”, ma non della città museo, ma delle strade esterne al sito, 99 mila per rifare “le transenne”, oltre 91 mila euro per installare planofoni, dei macchinari progettati, come spiega il Centro ricerche musicali, “per l’utilizzo sempre più sofisticato dello spazio richiesto nella musica contemporanea e rappresentano uno strumento flessibile per il controllo dei parametri di spazializzazione del suono”. 665 euro, poi, sono volati via per le serrature nuove del punto di ristoro.
Il periodico ha scritto ancora: “Quasi 47 mila euro sono serviti per metter in piedi l’evento “Torna la vite”; 185 mila per il progetto PompeiViva: soldi dati alla onlus romana CO2 Crisis Opportunity fondata da Giulia Minoli, figlia di Gianni e Matilde Bernabei, che ha avuto Gianni Letta come testimone di nozze. Lo sposo? Salvo Nastasi, direttore generale del ministero dei Beni culturali. Al piano di valorizzazione è stata chiamata anche Wind: importo previsto, 3,1 milioni di euro. Le convenzioni, a Pompei, costano caro: 547 mila euro sono stati spesi per un progetto intitolato “Archeologia e Sinestesia” curato dall’Istituto per la diffusione delle Scienze naturali, altri 72 mila sono state dati all’associazione Mecenate 90 (presidente onorario il solito Gianni Letta, presidente Alain Elkann) per un’indagine conoscitiva sul pubblico, e ben 724 mila all’Università di Tor Vergata “per lo sviluppo di tecnologie sostenibili”".
Poi ci sono altre spese bislacche. Il commissario straordinario Fiori, ex vice-capogabinetto di Rutelli, nominato supercontrollore degli ultimi 18 mesi, ha affermato di aver speso il 90 per cento dei 79 milioni di euro a disposizione “per la tutela e la messa in sicurezza”.
Tuttavia, secondo quanto riportato dall’Espresso ha ‘investito’ 1.668 euro per i nuovi arredi del suo ufficio, 1.700 euro per la divisa del suo autista, 4 mila per la sua “parete attrezzata”. Ed inoltre 10 mila per un altro ufficio presso l’Auditorium, i 113 mila per lo spettacolo “Pompei in scena” o i 955 mila per il “progetto multimediale” alla casa di Polibio. La mostra “Pompei e il Vesuvio” promossa da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia è costata, poi, oltre 600 mila euro, mentre per l’illuminazione della casa di Bacco 1,2 milioni.
Sul fronte del personale i cinque collaboratori del prefetto Profili sono diventati dodici ed il costo di “copertura degli oneri della struttura commissariale” è passata da 200 mila a 800 mila euro. E il settimanale ha continuato: “A fine missione, la voce “funzionamento” sul bilancio del commissariato segna una spesa complessiva di oltre 2milioni e 300 mila euro. Numeri alla mano, si va dai 149 mila euro per Fiori, risorse che si aggiungono al suo già profumato stipendio da dirigente apicale del ministero, ai 125 mila per quattro co.co.co. di fiducia, ai 250 mila per il personale distaccato. Per tutti, il 22 ottobre 2009 il commissario autorizzava la ricarica di carte di credito “superflash” per “rimborsi spese di missione” per un importo “pari a 185 mila euro”.
Il segretario generale della Uil Beni Culturali Gianfranco Cerasoli nel mese di luglio ha presentato un esposto alle procure di Napoli e di Torre Annunziata evidenziando alcuni aspetti a suo parere discutibili nel merito di alcuni lavori di restauro effettuati da Fiori. “In primis quelli per il Teatro Grande, dove la cavea è stata ricostruita con mattoni di tufo che nulla c’entrano, e dove si è lavorato con martelli pneumatici, scavatori e bobcat, in una zona dove bisognerebbe camminare a piedi nudi”, ha detto il sindacalista.
Secondo l’Espresso “l’impresa affidataria è la Caccavo srl di Pontecagnano (Salerno)”: Profili chiude con loro un appalto da 449 mila euro, ma dopo un anno Fiori affida a loro altre “opere complementari al progetto” per 4,8 milioni. A cui vanno aggiunti altri incarichi, per un totale di 16 milioni di commesse in due anni. Altre presenze fisse nei lavori sono la ditta Maioli di Ravenna, quella di Vincenzo Vitiello (pare assai vicino alla curia) e di Alessandra Calvi, che ha lavorato vicino alla scuola crollata”.
“Io dico pure che dei 79 milioni che avevano i due commissari – ha spiegato Cerasoli – l’importo destinato agli interventi di messa in sicurezza è pari appena al 52 per cento del totale. Mentre a tutti gli interventi di valorizzazione e comunicazione, su cui procura e Corte dei Conti dovrebbero guardare con attenzione, è andato il 48 per cento, pari a 38,2 milioni”.
Questo scenario però non hanno suscitato problemi nel ministro Bondi e nel commissario straordinario Fiori, che secondo il settimanale hanno avrebbe sostenuto di essere “gli unici che hanno destinato 2 milioni alla manutenzione ordinaria”. Eppure, per l’Espresso “a questi si sarebbero potuti aggiungere i 500mila euro destinati ai servizi per la stagione teatrale 2010-2011 (il San Carlo ne prende altri 142 mila, sempre giustificati dalla dicitura ‘messa in sicurezza’), i 275 mila girati a Legambiente per ‘la formazione di volontari’, i 42 mila spesi per alcuni volumi di storia, o i 17 mila investiti in televisioni Lcd. Senza dimenticare i mille euro usati ‘per sfoltire’ un pino vicino agli uffici della sovrintendenza. I rami, forse, impedivano la vista del panorama a qualche dirigente”.
Fiori ha subito smentito il settimanale sostenendo che “le presunte spese folli nel sito archeologico di Pompei sono frutto di ricostruzioni fantasiose e distorte della realtà”. L’ex commissario straordinario ha aggiunto che “l’attività di tutela e conservazione del sito è sempre rimasta in capo alla Soprintendenza e ogni intervento realizzato ha visto la condivisione preventiva dei Soprintendenti, con i quali ho sempre avuto un ottimo rapporto di collaborazione e l’approvazione da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Grazie a quest’intesa è stato realizzato un programma di interventi per circa 79 milioni di euro in due anni, dei quali 65 milioni di euro destinati a interventi di messa in sicurezza”.
Il funzionario incaricato da Bondi di curare le ferite di Pompei, tuttavia, non è entrato nel merito delle cifre riportate del settimanale, fornendo una serie di motivazioni in base alle quali sono stati finanziati eventi o lavori di vario genere.
Sulla Waterloo del patrimonio storico italiano, in una profetica intervista rilasciata il 10 ottobre 2008 all’autorevole quotidiano francese ‘Le Monde’, Antonio Tabucchi mise in luce alcuni paradossi italiani. Disse lo scrittore: “Il ministro dell’Istruzione ha previsto dei tagli alla spesa per l’università e la scuola, ma ha decretato che tutti gli alunni di scuola elementare dovranno indossare dei grembiuli disegnati da uno stilista. Un’uniforme, quindi, ma ideata da un creatore… Come ha detto recentemente il fotografo Oliviero Toscani, noi italiani moriremo ignoranti, ma eleganti. Da noi l’eleganza è un prodotto di esportazione, di commercio. Vi è, all’interno dell’amministrazione, una sorta di sotto-ministero incaricato del made in Italy. Allo stesso tempo , gli istituti culturali italiani hanno visto le loro risorse diminuire in maniera consistente. Più passa il tempo e più la cultura italiana rischia di essere rappresentata non dai libri o dalla pittura, ma da questa etichetta commerciale del made in Italy”.
Ed infatti tra planofoni, pali, stipendi ed eventi culturali a Pompei è crollata una casa millenaria. Con buona pace del governo del ‘fare’ che tanto piace a Berlusconi.
Nastasi-Minoli le nozze dell’estate Gianni Letta all’altare Giulia, figlia di Giovanni Minoli e nipote di Ettore Bernabei, sposa l’alto dirigente dei Beni Culturali intimo di Bertolaso – Matrimoni
di Federica Fantozzi
Aperitivo in spiaggia, menù di pesce e crostacei, tutto esaurito negli alberghi e nelle case vacanza. Sabato 4 settembre a Filicudi si sposano Giulia Minoli, 28enne figlia del direttore di Rai Educational Giovanni e di Matilde Bernabei, e Salvo Nastasi, 37 anni, capo di gabinetto di Sandro Bondi al ministero dei Beni Culturali. Duecento gli invitati, pochi i vip, scartati – giura chi conosce i nubendi – a favore degli amici d'infanzia. Testimone sarà però Gianni Letta, amico di lunga data dello sposo e nume tutelare della sua carriera. La piccola, selvaggia isola delle Eolie è un luogo del cuore per la famiglia Minoli, che possiede una villa – muri bianco abbagliante, cuscini colorati, bouganvillea, niente piscina – inerpicata sulla collina, non distante da quelle di Luca Barbareschi e Giovanna Melandri. Giulia, bionda e di modi gentili, laurea in Filosofia alla Sapienza e master in sceneggiatura alla New York University (durante le primarie prodiane fu presidentessa del seggio di Manhattan) ci viene da quando è nata, e i filicudani ne proteggono la privacy. La festa sarà in spiaggia, cocktail al tramonto e balli. Al ristorante “Il Professore” sul mare di Pecorini, uno dei più apprezzati per il pesce al sale e i frutti di mare. Il proprietario, un avvocato catanese, lo ha appena venduto all'artista Maurizio Cattelan e a due galleristi previa promessa a non trasformarlo in locale di tendenza. Nastasi, alto, robusto fino all'imponenza, bruno, cordiale e ridanciano, è figlio di un magistrato della Corte dei Conti. Origini pugliesi, due sorelle minori, studi al Tasso. Il suo nome è comparso nelle cronache, intercettato nell'inchiesta della Procura di Firenze sulla corruzione nell’ambito della Protezione Civile. Funzionario influente, per alcuni il vero “ministro ombra”, è uomo bipartisan: entrato al Mibac con Giuliano Urbani, giovanissimo direttore generale dello spettacolo dal vivo sotto l'ala protettrice di Letta (carriera parallela e stesso mentore per Gaetano Blandini, con cui condividono esperienze e conoscenze), è durato con Rutelli ed oggi vanta un legame molto stretto con il ministro forzista in carica. Bondi lo ha voluto pluricommissario straordinario: al Maggio Musicale fiorentino, all'Arena di Verona, al San Carlo di Napoli. Ma soprattutto lo ha fatto sub-commissario del Teatro Petruzzelli di Bari, che fu terreno di tenzone politico-elettorale con il sindaco Michele Emiliano. Fidanzati da circa un triennio, i quasi sposi hanno in comune anche un'esperienza professionale. Nastasi ha presenziato ai “Campi Sonori”, la serie di concerti gratuiti organizzata dalla Protezione Civile per l'Abruzzo flagellato dal terremoto (hanno suonato Baglioni, Morricone, Piovani, Arbore). Patrocinato dall'ente di Guido Bertolaso, altro estimatore di Nastasi, e da Rai Educational, il progetto è stato affidato alla onlus “Co2- The Crisis Opportunity”, fondata da un gruppo di giovani, di cui Giulia Minoli è vicepresidente.
ROMA ffantozzi@unita.it
21 agosto 2010 pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 19) nella sezione "Cronaca italia"
http://cerca.unita.it
Business Band | |
Data di pubblicazione: 05.03.2010 |
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–> Autore: Turano, Gianfrancesco |
L’inchiesta de L’Espresso, 11 marzo 2010, sul malaffare imperante nella Protezione Civile: i Beni Culturali come terreno di “sperimentazione”. (m.p.g.) |
Un intreccio di incarichi, consulenze, nomine, collaborazioni tra i Beni culturali e la Protezione civile. Per una pioggia di milioni
È l'asse delle consulenze. A un capo c'è il ministero dei Beni culturali (Mibac) di Sandro Bondi. All'altro c'è la Protezione civile di Guido Bertolaso. I due estremi sorreggono una rete di incarichi, collaborazioni e nomine distribuite in un arcipelago di più o meno famosi. Presi singolarmente, sono contratti nell'ordine di decine o, più di rado, centinaia di migliaia di euro. Bisogna fare i conti con le ristrettezze dei tempi e con le rivalità interministeriali. Bisogna considerare l'occhio censorio di Giulio Tremonti e l'operazione trasparenza lanciata dal ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta. Per non parlare delle rituali proteste della Corte dei conti. Eppure il flusso di denaro pubblico distribuito in forma privata segue il suo corso. Per evitare impicci è sufficiente non rispondere alle interrogazioni parlamentari dell'opposizione o ritardare la messa on line di una tabella. Il comparto consulenze del Mibac, ad esempio, non brilla per essere troppo aggiornato. Dal sito del ministero mancano gli incarichi assegnati di recente da Mario Resca, direttore generale alla valorizzazione del patrimonio del ministero nonché uomo forte di Cultura Spa, la nuova società di diritto privato ricavata dalle ceneri della scatola vuota Ales alla fine di gennaio, a insaputa del Parlamento e del titolare delle partecipazioni di Stato, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Nello stesso modo, non c'è ancora traccia sul sito del Mibac degli incarichi attribuiti ai tre nuovi consiglieri ingaggiati dall'ex commissario straordinario della Cirio. Si tratta di Claudio Strinati, già soprintendente al Polo Museale romano, di Giuliano Urbani, presidente del museo della Scienza e della tecnica di Milano e titolare del ministero dei Beni culturali dal 2001 al 2005, e di Paolo Peluffo, già responsabile stampa al Quirinale con Carlo Azeglio Ciampi e consigliere della Corte dei conti con la responsabilità delle relazioni esterne. Anche il capo di gabinetto Nastasi, del resto, è figlio di un giudice della magistratura contabile, Enrica Laterza. Il suo è lo stipendio più alto dello staff (187 mila euro) mentre Marina Giuseppone, che è a quota 141 mila euro annui, si troverà a lavorare fianco a fianco con una folta pattuglia di consiglieri del ministro. Alcuni, come i giornalisti Angelo Lorenzo Crespi, ex direttore del 'Domenicale' di Marcello Dell'Utri, e Raffaele Iannuzzi ('L'Occidentale'), ex pupillo di Gianni Baget Bozzo, sono consulenti a pagamento (60 mila per il primo e 35 mila euro per gli altri due, rispettivamente). Altri lavorano a titolo del tutto gratuito come Maurizio Costanzo, Sabino Acquaviva e Raffaele Iannuzzi detto Lino, ex parlamentare (nessuna parentela con il suo omonimo). Fra i consulenti impiegati con la formula del rimborso missioni, c'è la docente di Archeologia dell'università di Padova Elena Francesca Ghedini, sorella di Nicolò, deputato e principale consigliere legale di Silvio Berlusconi. Il gabinetto e le direzioni generali del ministero sono di sicuro i più promettenti sotto il profilo degli incarichi. Ma anche il fronte di Cinecittà rimane effervescente, a dispetto di un contesto economico piuttosto mediocre e delle restrizioni imposte da Tremonti. La nuova holding creata con la fusione fra Cinecittà e Istituto Luce ha presentato una lista della spesa a fine 2009 con oltre 3 milioni di euro distribuiti fra amministratori fra i quali i nuovi vertici Luciano Sovena (142 mila euro di emolumenti), Roberto Cicutto, il vicedirettore del 'Giornale' Nicola Porro. L'autonoleggio con conducente per il presidente della spa statale è costato da solo 31 mila euro. Fra i nomi di spicco nella lista degli incarichi c'è l'ex lobbista di Sky Tullio Camiglieri retribuito con 29 mila euro per "formulare una proposta di riforma strategica del gruppo pubblico cinematografico" e "assistenza nella realizzazione di una giornata celebrativa dei diritti umani". Il giovane fratello di Piero Marrazzo, Giampiero, ha preso invece appena 12 mila euro per servizi di ufficio stampa. Una consulenza fra le più consistenti (200 mila euro) è toccata a Comunicare organizzando, la società di mostre d'arte ed eventi che gestisce il complesso del Vittoriano in piazza Venezia. A capo della holding da 15 milioni di euro di ricavi annui ci sono Alessandro Nicosia, da sempre vicino ai due ex sindaci di Roma Francesco Rutelli e Walter Veltroni. Nicosia amministra il suo gruppo in partnership con la moglie Maria Cristina Bettini, cugina del fedelissimo veltroniano Goffredo. Fra i committenti di Comunicare organizzando c'è anche Arcus, la società che gestirà per conto di Mibac e ministero delle Infrastrutture 100 milioni di euro di fondi. Il presidente di Arcus, Salvatore Italia, ha presentato le sue dimissioni a Bondi martedì 2 marzo. Formalmente, l'amministratore di area Alleanza nazionale adduce motivi personali. In realtà, è da mesi che si sente parlare di un suo allontanamento per contrasti con il capo di gabinetto di Bondi. E chi si mette contro Nastasi, si mette contro il ministro. Nastasi è stato, nello scorso luglio, uno dei presenti all'inaugurazione dei concerti di Campi Sonori, organizzati in Abruzzo dalla Protezione Civile e conclusi dall'esibizione di Claudio Baglioni, il 29 gennaio scorso alla caserma della Guardia di finanza di Coppito in Abruzzo. Nelle zone del terremoto si sono esibiti gratuitamente anche Ennio Morricone, Claudio Muti, Nicola Piovani, Gilberto Gil e Renzo Arbore. Lo show di un mese fa a Coppito ha posto fine alla prima fase del progetto. Finiti i concerti, rimarrà il workshop musicale e multimediale per gli studenti aquilani. L'iniziativa di Campi Sonori è stata patrocinata dalla Protezione civile assieme a Rai educational, al Festival del cinema di Venezia e ad alcune case di produzione cinematografica, ed è stata affidata a Co2-The crisis opportunity, una onlus specializzata in comunicazione sociale fondata da una pattuglia di giovani. C'è Giulia Minoli, 28 anni, figlia del direttore di Rai educational e neo-presidente del museo di Rivoli Giovanni. Minoli junior è nipote di Ettore Bernabei e fidanzata di Salvo Nastasi, che ha incominciato la sua carriera al Mibac come direttore generale per lo spettacolo dal vivo, con la benedizione di Gianni Letta. La rappresentante di Co2 in Abruzzo è stata Sara Tardelli, figlia della leggenda juventina Marco ed esordiente qualche anno fa proprio nei programmi di Rai educational. Fondatori sono inoltre Simone Haggiag, rampollo della famiglia azionista di Cinecittà Studios, la società con Luigi Abete e Diego Della Valle che ha in affitto i teatri di posa del cinema statale, e Daniele Ciccaglioni, figlio del proprietario delle diciannove librerie romane Arion. I progetti della onlus contemplano anche Pompei Viva, un altro workshop musicale in collaborazione con la Protezione civile e con la Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, dove è commissario Marcello Fiori, ex vicecapo di gabinetto di Francesco Rutelli e braccio destro di Bertolaso. Co2 ha un ruolo organizzativo anche in Napoli teatro festival, con il supporto della Farnesina, e due anni fa ha messo in piedi il Palermo Sole Luna festival in collaborazione con la Regione siciliana e con la direzione generale cinema del Mibac, allora retta dall'altro uomo di Letta Gaetano Blandini, che in ottobre si è trasferito alla Siae. |
La mano della ''cricca'' sugli Uffizi, Bondi: ''Non conosco faccendieri''
Il ministro dei Beni culturali coinvolto nell'inchiesta sugli appalti degli Uffizi.
Un appalto da 29 milioni di euro
L'ingegnere parrucchiere
Le intercettazioni dei Ros
La difesa di Bondi
Il cognato, Anemone e l'appalto
per gli Uffizi all'ingegnere-coiffeur
Bondi lo scelse come direttore del restauro
da corriere.it
ROMA – Intrecci di società, consulenze, nomine ministeriali. Le nuove carte dell'inchiesta sugli appalti dei Grandi eventi raccontano la carriera del cognato di Guido Bertolaso, Francesco Piermarini, 52 anni, svelano i suoi rapporti con Diego Anemone. E soprattutto ricostruiscono l'ascesa di Riccardo Miccichè, 36 anni, che con lui ebbe l'incarico di «rappresentante della struttura» al G8 de La Maddalena. Risulta essere ingegnere, ma nel suo curriculum c'è la partecipazione alla società Modu's Atelier «che ha come oggetto l'attività di parrucchiere per uomo, donna e bambino». Eppure, dopo aver seguito i lavori in Sardegna, ha ottenuto un altro incarico prestigioso: il 22 dicembre scorso il ministro ai Beni culturali Sandro Bondi lo ha nominato «direttore dei lavori» per il restauro degli Uffizi con un costo di 29 milioni e mezzo di euro. Non è l'unica «anomalia» denunciata nell'informativa dei carabinieri del Ros. Il fratello di Miccichè è infatti responsabile tecnico dell'impresa Giusylenia «inserita in un contesto criminale finalizzato alla gestione dei lavori pubblici» e collegata in passato a Bernardo Provenzano. La moglie del capo della Protezione civile Gloria Piermarini non è dunque l'unica ad aver beneficiato degli incarichi di Anemone. Gli investigatori stano cercando di ricostruire eventuali altri legami con il costruttore accusato di essere ai vertici della «cricca». E vogliono anche scoprire in base a quali criteri Miccichè abbia ottenuto due nomine di tale prestigio. In precedenza era stato soltanto «unico componente del consiglio di amministrazione della società "Erbe medicinali Sicilia srl", specializzata nella preparazione dei terreni per la coltivazione delle erbe e piante officinali».
La coppia al G8
Scrivono i carabinieri nella relazione consegnata ai magistrati di Firenze: «Riccardo Miccichè, durante l'esecuzione dei lavori alla Maddalena, ha avuto in uso un'utenza intestata all'impresa "Ing. Raffaello Pellegrini srl" con sede in Cagliari, impegnata in lavori di subappalto per conto della Consortile Maddalena riferibile a Diego Anemone. Analogamente Francesco Piermarini ha avuto in uso un'altra utenza intestata all'impresa Pellegrini». Quando si decide di spostare il vertice internazionale Piermarini, durante alcuni colloqui telefonici che vengono intercettati, dice che resterà in Sardegna «fino a luglio e poi si va in Abruzzo». Miccichè approda invece a Firenze. Il 27 novembre 2009 un'ordinanza della presidenza del Consiglio ha inserito il restauro degli Uffizi nel programma per le celebrazioni dell'Unità d'Italia. Fabio De Santis, il provveditore della Toscana tuttora in carcere «raccomanda la sostituzione dei vertici della stazione appaltante con altri elementi di grandissima esperienza». La decisione passa al ministro per i Beni Culturali.
La scelta di Bondi
La sera del 22 dicembre 2009 «Salvo Nastasi, capo di gabinetto del ministro Sandro Bondi, comunica ad Angelo Balducci la distribuzione degli incarichi: Mauro Della Giovampaola "soggetto attuatore", Enrico Bentivoglio "responsabile unico del procedimento", Riccardo Miccichè "direttore dei lavori". Al telefono commenta "Mi sembra una buona squadra"». La sera successiva De Santis parla con Bentivoglio che «comincia col lamentarsi di della Giovampaola e poi parla di Miccichè». Bentivoglio: Tu lo sai chi hanno nominato direttore dei lavori? Il siciliano De Santis: Miccichè? Non ci posso credere! Bentivoglio: Sì… «di comprovata esperienza e professionalità»… lui, è lui De Santis: quando lo vedo gli dico: siamo proprio dei cazzari guarda, siete proprio dei cazzari… andate in giro a rompere il c… Bentivoglio: Ma ti rendi conto? Quando siamo andati che ci stava pure Bondi… abbiamo fatto la riunione l'altro giorno… siamo tornati in treno… c'era pure Salvo (Nastasi, ndr) allora stavamo un attimo da soli e ho fatto "Salvo ma siamo sicuri di coso, qua del siciliano?" "Sì, non ti preoccupare… poi io c'ho un fatto personale che tu non c'hai". Dico: "Tutto il rispetto perché è una persona in gambissima, ma a gestire un lavoro del genere… De Santis: È un bordello aho! I carabinieri che ascoltano le telefonate dispongono nuove verifiche. E nella relazione evidenziano: «Effettivamente Miccichè non appare essere munito di una particolare esperienza per condurre la direzione dei lavori agli Uffizi». Non solo.
Il pizzino di Provenzano
Già nel marzo scorso sono emersi possibili collegamenti con Cosa nostra. «Il dato che si ritiene meritevole di approfondimento investigativo — sottolinea il Ros — è costituito dal fatto che il fratello Fabrizio ricopre la carica di responsabile tecnico della Giusylena operante nel settore degli appalti pubblici il cui amministratore e socio di maggioranza è Antonio De Francisci». Non solo: «In occasione dell'arresto di Giovanni Brusca, avvenuto in provincia di Agrigento nel 2006, gli fu sequestrato un appunto dattiloscritto che lo stesso ha riferito essergli pervenuto da Bernardo Provenzano, all'epoca latitante e riguardante "Lavoro De Francisci". Brusca ha chiarito a verbale: "Mi riferisco a quello che ha fatto lavori nel paese di Corleone. Questo qua ha uscito la tangente e io per come sono stati, glieli ho fatti avere a Bagarella». Adesso bisognerà comprendere chi è perché, nonostante questi rapporti, Miccichè sia stato scelto prima per il G8 e poi per gli Uffizi».
Le società di Piermarini
Gli accertamenti si incrociano con quelli che riguardano Piermarini. Dopo la scoperta della consulenza affidata da Anemone alla moglie di Bertolaso si stanno verificando gli incarichi ottenuti dalle sue società. Dopo aver avviato la messa in liquidazione la "Ecorescue International srl", nata nel 2005 «per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti e oggi», l'ingegnere «risulta socio al 94 per cento e amministratore unico della società Flumen Urbis con sede in Roma, costituita nel 2005 con un capitale sociale di 10.000,00 euro e avente come oggetto sociale, oltre la compravendita di beni immobili, anche l'esercizio di attività turistiche, alberghiere, di ristorazione, ricreative, culturali ed i servizi connessi a quanto sopra oltre che di tutti i servizi destinati alla organizzazione e realizzazione di convegni, congressi, conferenze, esposizioni mostre nonché quelli per l'organizzazione e la gestione di manifestazioni culturali anche per conto terzi ed anche ricercando e fornendo sponsorizzazioni. La rimanente quota di partecipazione del 6 per cento del capitale sociale è detenuta dalla Lethis srl».
Fiorenza Sarzanini
09 maggio 2010
UN NOSTRO POST DEL 2 MARZO 2010, VEDI LINK SOTTO
LE SOCIETÀ A DELINQUERE E LA CULTURA SCULTURA(TA)
L' ultima invenzione la Beni Culturali Spa
Arcus, la società per la cultura
che regala le "mance" di Stato
NOSTRO FLAYER DEL 11 MAGGIO 2010
LA CUB CHIEDE L'IMMEDIATA DESTITUZIONE DI BONDI E NASTASI-
ALLA LUCE DELL'ATTENDIBILE ESCLUSIVA DEL CORRIERE, SI EVIDENZIA LA COLLUSIONE DEI 2 BOSS DEL MINISTERO DELLA CULTURA CON APPARATI MAFIOSI LEGATI ADDIRITTURA A PROVENZANO.
IL DECRETO SULLE FONDAZIONI LIRICHE E' NUDO E RIVELA IL SUO REALE OBIETTIVO:
1) METTERE LE MANI SUI GRANDI EVENTI CULTURALI CHE LA LEGGE QUADRO SULLO SPETTACOLO (CARLUCCI -DE BIASI) AVREBBE IMPEDITO AL CAPO GABINETTO E ALLA SUA CRICCA DI FARE , E CHE INVECE CON LA DETONAZIONE DEL DECRETO BOMBA A OROLOGERIA HA EVITATO AL PARLAMENTO DI LEGIFERARE.
2) LA CRICCA ATTINGE DALL'INTRAMONTABILE ARCUS (AGENZIA DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA, CHE PRENDE IL 3% DI FONDI DELLE GRANDI OPERE OVVERO 250 MILIONI CIRCA DI EURO L'ANNO) QUANDO FINANZIA I GIA' CITATI EVENTI CULTURALI CHE IL PARLAMENTO VOLEVA IMPEDIRE AD ARCUS DI FARE PER ESTRANEITà DI COMPETENZA E SOPRATTUTTO QUANDO VA A FINANZIARE
LE GRANDI OPERE DI RISTRUTTURAZIONE DI EDIFICI CULTURALI TRA CUI QUELLA DEL MUSEO DEGLI UFFIZI DI FIRENZE DA CUI E' PARTITO LO SCANDALO DEI BONDI-CRICCA.
3) CON GLI ULTERIORI COMMISSARIAMENTI DI FONDAZIONI LIRICHE NEL PAESE CHE GLI EFFETTI
DEL DECRETO BONDI PRODURREBBE COME SCONTATA CONSEGUENZA DELLA SUA APPLICAZIONE, LA “CRICCA”OLTRE AD INGRASSARSI ( NASTASI E' PLURICOMMISSARIO-SOVRINTENDENTE) SI MOLTIPLICHERA' DI NUOVI SOVRINTENDENTI DEL QUARTIERINO MAGARI D'OLTRALPE CHE FARANNO TUTT'AL PIU' E CON POCHI DIPENDENTI, DEI TEATRI CONTENITORI DI OPERE IMPORTATE E NON PIU' COME OGGI AUTOPRODOTTE MERAVIGLIOSAMENTE DAI LAVORATORI DELLA LIRICA .
4) QUESTI ULTIMI PAGHERANNO SULLA LORO PELLE INSIEME AI CONTRIBUENTI
Stéphane Lissner: “Sono molto preoccupato per i tagli alla cultura”
Il sovrintendente della Scala parla di situazione grave, nel giorno in cui il mondo dello spettacolo sciopera contro la finanziaria del governo. Secondo l’attore Toni Servillo e il direttore del Piccolo di Milano Sergio Escobar molti teatri rischiano di chiudere
“Un Paese che non difende il suo patrimonio culturale è un Paese malato”. Sono dure le parole di Stéphane Lissner, sovrintendente e direttore artistico della Scala di Milano, nel giorno in cui il settore dello spettacolo sciopera contro i tagli previsti in finanziaria. “La situazione è grave e non nascondo una grande preoccupazione”, commenta. Anche il tempio mondiale dell’opera rischia la crisi, se le risorse del fondo unico per lo spettacolo saranno davvero ridotte. E questo nonostante la Scala sia uno dei teatri che in Italia hanno meno problemi a trovare finanziamenti, visto che “solo il 40% delle entrate nel nostro bilancio arriva da contributi pubblici”.
Nel suo discorso all’incontro organizzato alla Camera del lavoro meneghina dal sindacato Slc-Cgil, il sovrintendente sottolinea come il contributo dello Stato alle attività culturali è fondamentale e ribadisce quanto detto cinque anni fa, all’inizio del suo incarico: “La Scala ha una missione di teatro pubblico”. Certo, i privati possono dare un aiuto, “ma che si sostituiscano allo Stato è impossibile, non esiste e non esisterà mai”. Lissner porta la sua solidarietà a tutto il mondo dello spettacolo e della cultura, a due settimane dal crollo dell’Armeria dei gladiatori di Pompei. “Nel momento in cui l’Italia si prepara a celebrare i 150 anni dall’Unità – dice – è paradossale che non rispetti i valori che la rendono unica”.
Critico nei confronti del governo è anche Sergio Escobar, direttore del teatro Piccolo di Milano, che denuncia: “Vogliono tagliare del 36% il fondo unico dello spettacolo, che rispetto al 1985 ha già perso i due terzi del suo valore reale”. Secondo Escobar la mancanza di risorse mette a rischio la sopravvivenza dell’intero sistema dei teatri, mentre nessuno si preoccupa di ridurre gli sprechi: “Tremonti ha detto che la cultura non si mangia, che con Dante ci fai un panino. Si facciano un panino con i 300 milioni di euro che, come ha detto il ministro Brunetta, sono il costo della benzina per le auto di servizio”.
Dal palco urla la sua denuncia l’artista Moni Ovadia: “Milioni di euro se ne vanno in evasione fiscale, corruzione, mafie, sprechi. Non è vero che non ci sono i soldi per la cultura. La verità è che li rubano”. Partecipa alla protesta anche Toni Servillo, che ha annullato una recita prevista in serata al teatro Piccolo. “In Europa ci sono comuni che per la cultura hanno stanziamenti pari a quelli che noi abbiamo per l’intero Paese. Così molti teatri rischiano di chiudere, soprattutto quelli che accettano la sfida dei nuovi linguaggi”. Il suo pensiero va poi alle donne e ai giovani che lavorano nello spettacolo, magari senza andare in scena. Tra le 300 persone che seguono l’incontro ci sono gli studenti del teatro scuola Paolo Grassi di Milano, preoccupati per il loro futuro: “Se la Scala ha problemi – commenta Andrea Romano, 20 anni – figuriamoci tutte le realtà che non sono la Scala, come le compagnie più giovani”.
Commento by anonimo — 22 Novembre 2010 @ 23:58
CON I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO
Vogliono riportare l’Italia al bianco e nero. Mentre la cultura, il cinema, il teatro colorano la vita di tutti noi e arricchiscono il Paese.
Dopo la mazzata alla ricerca, alla scuola, all’università ora tocca all’industria dello spettacolo. Non è un caso che Tremonti e Bondi colpiscano questo settore vitale: un popolo senza cultura, formazione, arte è un popolo non libero, imbarbarito, privo di consapevolezza.
E pensare invece che investire nella cultura è uno degli strumenti più potenti per contribuire allo sviluppo del nostro Paese, per farlo uscire dalla crisi. Ecco perché chi si è mobilitato oggi lo ha fatto per difendere il futuro dell’Italia migliore.
Nichi Vendola
Commento by anonimo — 23 Novembre 2010 @ 00:50
La provocazione di Brunetta nel giorno del silenzio
“In questo Paese sotto il termine ‘cultura’ si è realizzato un grande imbroglio. Una cosa è la cultura, una cosa è lo spettacolo, una cosa sono le rappresentazioni: lo Stato finanzia i beni pubblici. Non necessariamente finanzia i beni privati. La cultura è un bene pubblico e va finanziato. Lo spettacolo no”. E’ quanto ha affermato, secondo le agenzie, il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta durante la registrazione della puntata “Effetto Domino”, che andrà in onda stasera alle 23.50 su LA7.
“In passato, sulla base di commissioni clientelari uno presenteva un copione e riceveva un milione, due milioni a fondo perduto – ha aggiunto polemizzando sui finanziamenti pubblici – Quando quei quattro di Liverpool hanno commercializzato le loro canzoni, quelle sono diventate cultura. E poi sono state tutelate”.
Una polemica che arriva ad hoc nella giornata in cui teatri, cinema, concerti e set cinematografici si sono fermati. Il mondo dello spettacolo ha indetto per oggi una giornata di sciopero nazionale organizzata da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil contro i tagli previsti nella Finanziaria 2011. Oggi si fermano oltre 250 mila lavoratori del settore, chiedendo al Governo, ancora una volta, di ripristinare i livelli del 2008 del Fondo unico per lo spettacolo (450 milioni di euro), tagliato del 40%, ossia al suo minimo storico; ma senza dimenticare anche il rinnovo degli incentivi fiscali e alcuni interventi, tra cui una politica di investimento che riconosca il cinema come un’industria.
I sindacati chiedono “i rinnovi dei contratti collettivi nazionali delle fondazioni lirico sinfoniche e dei teatri di prosa e della produzione cinematografica (troupe) e interventi che contrastino gli effetti della legge 100/10 sulle Fondazioni Lirico Sinfoniche”. Così come “l’apertura di un tavolo ministeriale per accedere a tutti gli strumenti di protezione sociale (a partire dalle figure artistiche) e per attivare politiche di riemersione per i settori della Produzione Culturale e dello Spettacolo per la tutela dei lavoratori stabili e precari del settore”.
Per la giornata, quindi, niente riprese nei set cinematografici e niente prove nei teatri. A Genova Zubin Mehta terrà un concerto al Carlo Felice a sostegno del teatro e dello sciopero. A Roma è appena iniziata un’assemblea al cinema Adriano. A Milano, dalle 15 alla Camera del Lavoro, un convegno organizzato dalla Cgil dove saranno presenti Toni Servillo, Moni Ovadia, Andrée Ruth Shammah, e a cui interverranno anche il sovrintendente della Scala Stephane Lissner e il direttore del Piccolo Sergio Escobar.
Momenti di riflessione e dibattito, insomma, per proteggere un settore da sempre – in Italia – in crisi.
Che poi occorra, anche all’interno della categoria spettacolo, distinguere fra cultura e ‘altro’, così come monitorare il flusso dei denari pubblici non è questione di poca rilevanza…
LUNEDÌ 22 NOVEMBRE 2010
Commento by anonimo — 23 Novembre 2010 @ 00:51
…io mi sono mobilitato producendo arte tre volte di piu' di quanto non produco solitamente….mazzate a questa classe dirigente, li dobbiamo sommergere di luci, suoni, colori….un'evoluzione / rivoluzione mai vista prima……più cercano di imbavagliare e piu' la voglia di strillare è forte, li renderemo sordi….li faremo impazzire…moriranno dimenticati dalla storia o meglio ricordati come coloro che storia non ce l'anno….non fermate le vostre mani, non riponete i pennelli, gli strumenti, le scarpe da ballo, la penna, non smettete di comporre poesie, di scirvere, di far agire il mago che è in voi…non rinunciamo alla nostra arte solo perchè vogliono farci credere che è importante solo produrre……invece d'incrociare le braccia come qualsiasi lavoratore, noi dovremmo produrre tre, quattro, dieci volte di piu'……è la missione nostra….
Commento by anonimo — 23 Novembre 2010 @ 01:11
Brunetta imbecille, allora uno "spettacolo" culturale non si deve finanziare? come lo descrivi, mezzo idiota che non dei altro?
Commento by anonimo — 23 Novembre 2010 @ 14:34
Stiamo andando a picco, a gennaio non ci pagheranno l'integrativo, tra qualche mese si comincerà a ridurre il personale e stiamo ancora a starnazzare contro Bondi e Brunetta. Tra un po' ci affideremo agli esorcisti pur di non guardare in faccia le questioni vere e ricercare soluzioni.
Commento by anonimo — 24 Novembre 2010 @ 19:56
Brunetta al massimo fa turismo culturale alle 5 Terre
Commento by anonimo — 24 Novembre 2010 @ 20:04
proponi qualcosa invece di starnazzare anche tu
Commento by anonimo — 24 Novembre 2010 @ 20:46
domenica 28 novembre 2010
Bondi il bulgaro scandalo IL FATTO QUOTIDIANO SVELA TUTTI I RETROSCENA
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Una comitiva di 32 persone,arrivate dalla Bulgaria e ospitate in alberghi extralusso. Tutti a Venezia per assistere al premio fasullo inventato dal ministro della Cultura Sandro Bondi per Dragomira "Michelle" Bonev, cara amica di Berlusconi, a cui era stata promessa una targa al Festival del Cinema. E per la quale è stata organizzata un'apposita premiazione, che ha visto la partecipazione di Mara Carfagna e Giancarlo Galan. Chi ha pagato la costosa trasferta? Ieri il ministro della Cultura bulgaro, Vezhdi Rashidov, intervenendo telefonicamente a un programma televisivo (video sottotitolato), ha detto: "Il nostro viaggio al Lido? Ho un invito ufficiale del ministro Sandro Bondi" (ecco il documento). Poi il colpo di teatro. Una lettera protocollata del primo ministro bulgaro Borissov datata 30 agosto (ecco il documento), in cui addirittura le autorità bulgare dettano all'Italia le condizioni. "La tratta si deve svolgere in aereo: Sofia-Venezia-Sofia. Viaggio e alloggio saranno coperti da chi ci riceverà". La questione sta diventando un caso diplomatico, visto che oggi lo stesso Bondi interviene per smentire l'omologo bulgaro (leggi l'articolo). Una nuova tegola, questa volta internazionale, su un ministro già nella bufera per i crolli di Pompei e i tagli al Fus, ma soprattutto per la sua più grande specializzazione: risolvere "casi umani". Così Bondi ha definito figlio ed ex marito della sua attuale compagna, per giustificare i contratti sottoscritti per loro al ministero di Malcom Pagani
tratto da il fatto
In questa storia c’è del marcio, ma la Danimarca è lontana. Bugie ripetute che stanno spingendo Italia e Bulgaria sul crinale della crisi diplomatica. La vicenda del premio fasullo inventato ad agosto per blandire Dragomira “Michelle” Bonev al Festival di Venezia regala una novità al giorno. Ieri mattina, l’ex pittore e ministro della Cultura, Vezhdi Rashidov, si è presentato in diretta telefonica sulle frequenze della televisione locale BTV per affrescare un quadro ostile alla versione italiana dei fatti. “Il nostro viaggio al Lido? Il contribuente bulgaro non ha versato un euro. Ho un invito ufficiale del ministro Sandro Bondi e l’ufficio Esteri del nostro ministero, al tempo, mi fece sapere che eravamo invitati alla Biennale con tutta la troupe di Goodbye Mama a loro spese perché avevamo vinto un premio” (guarda qui). E poi, tra momenti di involontaria comicità: “Quando vado a cena da qualcuno, non chiedo lo scontrino del supermercato, ringrazio per l’ospitalità e saluto” e passaggi rivelatori: “Gli italiani si rifiutano di confermare che hanno pagato loro per la crisi economica e gli scandali che investono il governo di Roma”, il colpo di teatro di Rashidov. Una lettera protocollata del primo ministro bulgaro Borissov datata 30 agosto, che il Fatto è in grado di produrre (guarda qui). Sul documento ufficiale del premier di Sofia, l’autorizzazione al viaggio italiano è subordinata alla spesa da affrontare.
Commento by AutoOrgScala — 28 Novembre 2010 @ 12:06
Maria Gabriella Podestà, moglie separata del ministro Sandro Bondi, racconta per la prima volta al settimanale OGGI, in edicola da domani i suoi difficili rapporti con l'ex coniuge, che le ha fatto causa per la revisione degli accordi della separazione consensuale e citata per danni.
Racconta a OGGI la signora: «Chiede la riduzione dell'assegno di mantenimento per Francesco. Dice che ora il suo stipendio di parlamentare è diminuito, e che ha perso la collaborazione con il settimanale per cui scriveva le sue poesie in cambio di un migliaio circa di euro al mese. Ma i soldi non sono l'unico nodo da sciogliere. Si era impegnato a venire qui a trovare suo figlio per Natale e adesso chiede invece che sia io a portarlo in Italia perché sostiene che, nonostante gli sforzi, la paura di volare non gli è passata e quindi gli è impossibile raggiungere New York».
Ma perché addirittura una richiesta danni? «Il 30 maggio scorso Francesco ha fatto la Prima Comunione, e non ha voluto invitare il padre perché temeva avrebbe portato con sé la compagna. Per questo motivo, Bondi sostiene che avrei privato lui, i suoi genitori e persino alcuni zii del diritto di partecipare a un evento irripetibile della vita di Francesco».
Maria Gabriella Podestà – Ex moglie di Bondi
Aggiunge l'ex moglie di Bondi: «Non è stato un capriccio. Nell'accordo di separazione lui si era impegnato a non far frequentare al bambino la sua compagna, e la stessa cosa valeva per me. Invece vuole assolutamente imporre al figlio questa presenza, che lui non gradisce.
C'è anche un precedente: il Natale scorso ha rinunciato a stare col bambino perché così non avrebbe potuto trascorrere le feste con la compagna, e lo ha addirittura messo per iscritto. Francesco l'ha vissuto come un rifiuto: "Ha scelto lei", mi ha detto. Per la Comunione ha solo voluto evitare un'altra delusione. Perché sa qual è la cosa davvero triste? Che lui adora suo padre e vorrebbe stargli sempre vicino. Invece è vissuto lontano da lui, perché io sono stata con il bambino a Boston per cinque anni.SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI
Il padre, preso dalla politica, si è occupato pochissimo di lui, anche quando venivamo in Italia per le vacanze. Solo con la separazione sembra si sia accorto che ha un figlio. Ma pare voglia occuparsi di lui solo per imporgli la sua nuova compagna».
Sulle polemiche che hanno investito Bondi per i contratti col Ministero per i Beni culturali procurati dal ministro a Fabrizio e Roberto Indaco, rispettivamente figlio ed ex marito dell'onorevole pidiellina Manuela Repetti, la sua attuale compagna, l'ex moglie dice: «Sono basita. Il ministro parla di "casi umani". Ma a me risulta che la madre ed ex moglie dei casi umani in esame abbia uno stipendio da parlamentare. Immagino che se l'ex marito fosse davvero indigente, il tribunale avrebbe stabilito degli alimenti che la Repetti dovrebbe versargli…».
BONDI-REPETTI
Ma anche l'incarico al consolato che ha consentito alla ex signora Bondi di trasferirsi negli Stati Uniti fu sollecitata dal ministro?
«Il dubbio ce l'ho anch'io», dice la signora Podestà. «Io mi trovavo bene nella mia scuola, a Salò. Può essere che il mio ex marito avesse interesse a spedirmi di nuovo in America. In fondo, il mio contratto a New York gli ha portato solo vantaggi: è arrivato proprio nel momento in cui c'erano da definire gli alimenti. E, infatti, io per me non ne ho chiesti, perché di lì a poco avrei avuto lo stipendio del ministero per gli Affari esteri».
Commento by AutoOrgScala — 1 Dicembre 2010 @ 19:44
Tutti sui tetti per fargli saltare il culo.
Commento by anonimo — 1 Dicembre 2010 @ 20:09
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rolnictwo ekstensywne a intensywne
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rolnictwo intensywne
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rolnictwo w polsce test
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rolnictwo intensywne w polsce
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rolnictwo ekstensywne cechy
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rolnictwo ekologiczne wymogi
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