Indignazione per le dichiarazione di Galan !!
"Gli enti lirici stanno malissimo, sono un lusso che non ci possiamo più permettere"
Il ministro Galan annuncia un tavolo a novembre per rivedere in modo severo le regole "Cambiamo la Fondazione"
Un tavolo tra presidenti di Regione, sindaci, sovrintendenti degli enti lirici italiani e sindacati per rivedere in modo severo le regole delle Fondazioni. Lo convocherà a novembre il ministro per i beni culturali Giancarlo Galan. In qualche modo in sintonia con la voglia di «Newfo», la nuova Fondazione del sindaco e presidente della Fondazione del Maggio Matteo Renzi e della sovrintendente Francesca Colombo. Perlomeno a detta del direttore del ministero Salvo Nastasi. «I teatri lirici stanno malissimo e occorrerà intervenire: è un lusso che l'Italia non si può più permettere.Siamo già intervenuti a Trieste, dovremmo intervenire a Firenze», aggiunge Galan. Parole che rimbalzano velocemente: Trieste è stato commissariato, Firenze anche? Nastasi chiarisce: «Ma che diavolo», reagisce. «Non pensiamo affatto di commissariare: a Trieste lo ha chiesto il sindaco, a Firenze non ci sono le condizioni per intervenire». Il nuovo teatro alla Leopolda offre un consistente patrimonio, anche per un teatro con un debito consolidato di 27 milioni. Semmai il punto saranno i costi di gestione, che alla Leopolda saranno enormi. Tanto che il sindaco Renzi ha già chiesto un maggiore impegno del ministero. E Nastasi: «Il ministro dice che non lasceremo solo il Maggio, soprattutto quando sono in atto interventi così coraggiosi». Owero, il piano d i risanamento Renzi-Colombo che chiede lacrime e sangue ai dipendenti. ***
19/10/11 | REPUBBLICA FIRENZE | "CAMBIAMO LA FONDAZIONE" |
Fondazioni liriche .Il ministro Galan: "Il Teatro Comunale ha ragione a preoccuparsi" È GIUSTA la preoccupazione per le sorti del Teatro Comunale, l'ha affermato il ministro Galan ieri a Lineapelle: «Lo stato spende ogni anno circa 64mila per ogni dipendente dei teatri lirici: non celo possiamo più permettere. Siamo già intervenuti aTrieste, dove mi hanno chiesto il commissariamento. Dovremo intervenire a Firenze e Bologna non sta benissimo». ***
19/10/11 | CORRIERE FIORENTINO | MAGGIO. TELECAMERA SUL PALCO, CHIESTA L'ARCHIVIAZIONE PER LA COLOMBO |
Maggio Telecamera sul palco, chiesta l'archiviazione per la Colombo Da Roma
«Commissario? No, Bondi starà vicino al teatro» Quella telecamera installata sul palco del Teatro Comunale all'insaputa dei lavoratori aveva fatto infuriare musicisti e tecnici. II motivo era chiaro: l'apparecchio riprendeva quanto si svolgeva sulla scena e nella buca per l'orchestra e rimandava le immagini nell'ufficio della sovrintendente del Maggio Musicale, Francesca Colombo che era finita sotto inchiesta per aver violato l'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, che vieta «l'uso di impianti audiovisivi per finalità di controllo a distanza dei lavoratori». Nei giorni scorsi, la Procura, il pm Francesco Pappalardo, ha chiesto l'archiviazione per estinzione del reato visto che Francesca Colombo ha rimosso la telecamera e ha pagato la multa di 50o euro. L'inchiesta parti a maggio. Lo Statuto dei lavoratori consente l'uso di impianti audiovisivi per «esigenze organizzative e produttive e per la sicurezza sul lavoro» a condizione che vi sia accordo con i dipendenti altrimenti l'ultima parola spetta all'Ispettorato del lavoro. La procedura non fu rispettata dalla sovrintendente. Così l'Ispettorato le ordinò di rimuovere la telecamera, infliggendole una multa. In tal modo il reato si è estinto e si è aperta la strada per l'archiviazione. Intanto ieri c'è chi ha interpretato le dichiarazioni del ministro Giancarlo Galan («I teatri lirici stanno malissimo, occorrerà intervenire. Siamo già intervenuti a Trieste, dovremmo intervenire a Firenze») come l'anticipo del commissariamento del Maggio. Dal Ministero ieri sera hanno precisato che non è così. Che il Maggio —con il piano di risanamento su cui si cerca un accordo coi sindacati, il nuovo auditorium e dopo le promesse del sottosegretario Letta di un finanziamento di 4o milioni per il proseguimento dei lavori —può stare tranquillo. «Il commissariamento non è solo un atto amministrativo — spiegavano da Roma — ma politico. Il ministro ha voluto dire che starà vicino al Maggio e che darà attuazioni alla legge Bondi».
64.000 euro a dipendente? Anche a Genova hanno preparato la guerra cominciando a sfornare cifre e dati simili, per sputtanare i lavoratori; senza però raccontare ai lettori dei giornali che le loro medie erano basate sullo stipendio del magazziniere e il cachet del direttore d'orchestra.
Se non avete qualche media dalla vostra parte per confutarli e contrastarli siete del gatto: prima la propaganda, poi i bombardamenti a tappeto.
A Genova eravamo e siamo soli, infatti sono rimaste solo macerie.
Auguri di cuore
Un collega del Carlo Felice
Commento by anonimo — 20 Ottobre 2011 @ 21:32
Partita un'altra volta la guerra contro i lavoratori delle Fondazioni Liriche sinfoniche, che coraggio Galan! non è bastato Bondi per buttare fango su i teatri?
Maria N.
Commento by anonimo — 21 Ottobre 2011 @ 17:22
21/10/11
REPUBBLICA FIRENZE
MAGGIO, SPUNTA LA SOLUZIONE TFR PER SALVARE GLI INTEGRATIVI
CIUTI ILARIA
L'idea verrà sottoposta all'assemblea dei lavoratori, potrebbe riaprire il dialogo tra le parti Maggio, spunta la soluzione tfr per salvare gli integrativi I
LARIA CIUTI MAGGIO, potrebbe aprirsi un varco verso la ripresa di un confronto, tra la dirigenza del teatro e i sindacati, che sembrava chiuso. Non sarà una discussione, quella sul futuro del teatro, facile. Comunque potrebbe cadere la pregiudiziale della sospensione da settembre a fine dicembre del contratto integrativo firmata dal sindaco Renzi e dalla sovrintendente Colombo. Un atto unilaterale, lo hanno sempre bocciato i sindacati: che caccia le mani nel profondo delle tasche dei dipendenti e che non si discute di niente se non lo si ritira, hanno ripetuto. Niente da fare avevano sempre risposto gli altri: dobbiamo recuperare2 milione 200 mila euro entro il 2011 per non fare crollare il bilancio e la sospensione dell'integrativo ci darà questi soldi. E' stata guerra. Ora forse si è invece trovata quella che chiamare la quadratura del cerchio sarebbe troppo, ma un inizio della medesima sì. La stessa cifra potrebbe essere recuperata dal monte dei tfr (i trattamenti di fine rapporto) dei dipendenti. I quali pagherebbe-ro sempre di tasca loro ma in modo meno traumatico che con un taglio degli stipendi giudicato insostenibile, come quello provocato dalla sospensione dell'integrativo. La soluzionetfrè spuntata dopo l'allentamento della tensione sindacati-teatro pervia degli impegni presi a sostegno del Maggio da Regione, Provincia e Comune. E' per ora solo un'ipotesi spuntata nel lungo incontro di ieri tra dirigenza e sindacati. Deve essere suffragata dall'assemblea dei lavoratori domani. Soprattutto si deve studiare comefar sì che lo sforzo economico dei dipendenti non sia a perdere. Ci si sta lavorando. Viene da pensare che, essendo il tfr una somma che si riceve solo quando si va via, ci sarà tempo pertrovare una soluzione, visto che non andranno via subito e tutti insieme i lavoratori del Maggio. ***
Commento by anonimo — 21 Ottobre 2011 @ 17:25
Ottima idea: il TFR è già nel mirino da tempo, riusciranno a cancellare anche l'ultimo dei diritti dei lavoratori rimasto indenne fino a oggi. D'altra parte oggi le linee le dettano Marchionne e la Marcegaglia. Roba che negli anni 70 avrebbero potuto uscire di casa solo accompagnati dalla scorta.
La crisi la devono pagare solo i lavoratori, i pensionati e gli inermi.
Commento by anonimo — 21 Ottobre 2011 @ 19:51
ma quanto guadagna la colombo ?
e tutti i vari dirigenti che han condotto allo sfascio il maggio fiorentino?
loro ovviamente non verranno sfiorati dai tagli.giusto?
Commento by anonimo — 23 Ottobre 2011 @ 11:02
Parma | Cronaca | di Caterina Zanirato
il Fatto Quotidiano
23 ottobre 2011
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Più informazioni su: Abbado, Comune, Falstaff, festival verdi, operai, Parma, protesta, soldi, teatro farnese, teatro regio, tecnici
Regio di Parma, protesta in scena dei lavoratori: “Gestito come il Comune”
La protesta prima dell'inizio del Falstaff, ritardato di venti minuti. La solidarietà del pubblico: i manifestanti accolti dagli applausi
Tutto era pronto a partire per lo spettacolo di Falstaff, al teatro Farnese di Parma. Il pubblico si era già accomodato in platea, la campanella era già suonata, l’orchestra si era già seduta. Ma il vero spettacolo, per i primi dieci minuti, l’hanno fatto i lavoratori del Teatro Regio di Parma: in 50 sono saliti sul palco, hanno appeso uno striscione e hanno letto un comunicato di protesta per la loro condizione lavorativa. “Il Teatro Regio è patrimonio di tutti e non affare di pochi”, si leggeva sullo striscione appeso al palcoscenico.
E mentre arrivavano applausi dalla platea e anche gli altri lavoratori solidarizzavano con i loro colleghi precari, sono state lette le comunicazione diffuse dalla Slc Cgil di Parma: “Lo scorso mese di maggio, in vista della riapertura del teatro Farnese con il concerto del maestro Claudio Abbado, l’assemblea dei lavoratori aveva già in stato di agitazione aveva espresso forti perplessità riguardo la sostenibilità di un evento di tale portata – spiegano i lavoratori -. In un successivo incontro con la dirigenza del teatro vennero fatte promesse ai lavoratori, ad oggi ancora non mantenute: stabilizzare 18 precari storici. Ora, a distanza di mesi, nessuno ha ricevuto alcuna notizia”.
Insomma, per gli operatori del teatro, circa una sessantina tra tecnici, maschere e via dicendo, il Teatro Regio non è stato gestito secondo le sue possibilità, un po’ come il Comune di Parma il cui ormai ex sindaco era anche presidente della Fondazione del Teatro Regio: sono stati spesi molti soldi per un evento singolo che fungeva da vetrina, come il Festival Verdi, ma non si è curata la parte quotidiana, la manutenzione ordinaria, i lavoratori che restano dietro le quinte.
“Noi lavoratori quell’impegno preso dalla Fondazione lo riteniamo un atto dovuto – proseguono i manifestanti – e chiediamo al Commissario e al futuro sindaco di Parma di non considerare risolta la questione con un nulla di fatto”. Sempre in quell’incontro si parlò di ridimensionare il Festival Verdi se non fossero arrivati finanziamenti ad hoc: “Ora noi chiediamo se ha senso spendere così tanti soldi per due mesi di lavoro quando poi non ne rimangono per tutti gli altri mesi, in cui si organizzano comunque rassegne importanti come la stagione lirica e di danza. Il teatro non è più in grado di offrire in lavoro continuativo alle maestranze, i lavoratori vivono in una situazione di incertezza economica e di mancanza di prospettive, la dirigenza continua a percepire regolari e alti stipendi senza aver dimostrato la minima disponibilità alla rinuncia di qualche privilegio. La seconda richiesta che inoltriamo al commissario è quindi quella di fare chiarezza una volta per tutte sulla gestione della fondazione”.
La protesta di ieri, che ha raccolto la solidarietà di tutto il teatro, ha voluto essere un gesto simbolico: dopo 20 minuti di ritardo, infatti, il Falstaff è andato in scena regolarmente. Ma l’obiettivo è stato quello di far arrivare ai cittadini il concetto che il teatro non è solo divertimento, ma lavoro. E soprattutto bisogna smettere di considerarlo “Un’inutile macchina da debiti – concludono -. Se ben gestito può diventare produttivo per tutta la città. Bisogna limitare gli sperperi, fare scelte artistiche equilibrate, abolire i privilegi di pochi dando stabilità a tutti. Vorremmo che la nostra voce fosse un avvertimento, per tutti, visto che il Teatro Regio è di tutti”.
Commento by unlavoratore — 24 Ottobre 2011 @ 10:11
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Commento by Vidhi — 11 Luglio 2013 @ 12:04