Sindacati e Teatro del Maggio firmano finalmente l'intesa
Tre incontri in altrettanti giorni, ma ora c'è l'accordo: Si recuerano 2,2 milioni di euro dalla cessione di una quota del Tfr da parte di ogni singolo lavoratore
04/11/2011 – 18:25
Dopo tre incontri negli ultimi tre giorni, è stato firmato oggi l'accordo tra la direzione del Maggio musicale fiorentino e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Fials su uno dei punti del piano di risanamento finanziario del teatro, ovvero il recupero di circa 2,2 milioni attraverso la cessione di una quota del Tfr da parte di ogni singolo lavoratore. Ieri la firma era slittata per l'assenza della sovrintendente del Maggio Francesca Colombo.
L'accordo prevede la cessione individuale da parte dei dipendenti del Maggio di una quota del proprio Tfr: in totale circa 2,1 milioni. A questo si aggiungerà anche la rinuncia dei dirigenti del teatro al 15% del proprio stipendio per 4 mesi: circa 170 mila euro. Nei giorni scorsi non era stata trovata l'intesa tra i sindacati sulla scelta dei criteri da adottare per la definizione della quota del Tfr: in particolare la Fials aveva chiesto che venisse preso "in considerazione il Cud" e non "alcune voci del contratto integrativo".
E' stata la direzione del teatro a stabilire il criterio per la definizione della quota che, a quanto si apprende, è una 'via di mezzo' tra le due ipotesi (voci integrativo e Cud). Da qui al 25 novembre i lavoratori si recheranno in un apposito ufficio della Fondazione per la firma della liberatoria necessaria per la cessione di una quota del proprio Tfr.
Nel 20111 'ammanco è di 650mila euro, per 112012 il disavanzo previsto è di 3,2 milioni La tregua dopo una lunga guerra ma resta l'incognita per i conti in rosso Il sindaco chiede ancora sacrifici ai dipendenti, e cioè la rinuncia ai premi in busta paga DOPO i mesi e gli anni scanditi da dichiarazioni pesali ti come bollettini di guerra, ostili, minacciosi, allarmati, ultitnativi, perilTeatro Comunale sembra giunta la tregua. Non èancora la normalità, né potrà esserlo finché perdurano lo stato di eccezione, l'emergenza economica, il disavanzo, gli appelli ai sacrifici. N ANNO fa la stagione a venire contava cinque serate, tre balletti e 16 concerti sinfonici; un anno dopo le serate sono sette, tre i balletti, 15 i concerti sinfonici, 150legiornate di apertura. Invariati i costi, 3 mil ioni. Unannofalaconvenzione con la Filarmonica era sospesa, e la Scuola dell'Opera in attività; un anno dopo i ruoli si sono invertiti, la Scuola è chiusa e la Filarmonica suona. Gli abbonamenti che il Teatro Comunale deve riconquistare ora sono tremila, iniziare a farlo a novembre è un'impresa molto dura, non riuscirci potrebbe accentuare i problemi di liquidità. Ma la fotografia che emerge dal Comunale di ieri è un quadro ben diverso da come nemmeno due settimane fa lo dipingeva il ministro Galan in visita a Linea-pelle: «I teatri lirici stanno malissimo e io credo che occorrerà intervenire: è un lusso che ormai l'Italia non si può più permettere. Siamo già intervenuti a Trieste, dovremmo interven ire aFirenze. Bologna non sta benissimo e anche Genova sta male», parole che contemplavano la possibilità di un commissariamento che a Bologna nessuno vuole, né in teatro né fuori né tra gli amministratori. Al pareggio di bilancio 2011 mancano 650mila euro, il bilancio previsionale al momento calcola in 3,2 milioni il disavanzo. E questo sarà il tema dell'incontro che lunedì riunisce le rappresentanze sindacali, il sovrintendente Francesco Emani e il sindaco presidente Virginio Merola. Il sindaco invoca sacrifici da parte dei dipendenti, e rivendica il finanziamento straordinario di 250mila euro che il Comune ha deciso a favore dell a Fondazione. Nel 2011 i dipendenti hanno rinunciato ai premi non contemplati dal contratto nazionale, il quale peraltro è scaduto da12005, e da allora si tratta per rinnovarlo. Anche il "nuovo" contratto nazionale prevede sacrifici – aumento delle ore di lavoro, riduzione del tum over, restrizioni sui permessi artistici. Larinunciadei dipendenti del Comunale ai premi di produzione e di risultato è un effetto della sospensione del contratto aziendale che ha permesso alla Fondazione risparmi per 1,5 milioni e trasformato i dipendenti nel primo gruppo finanziatore privato del Teatro, loro malgrado. Nel bilancio previsionale che il sovrintendente ripresenterà lunedì si calcola che la decurtazione dello stipendio prosegua anche nel 2012. Ma Er-nani vuole evitare decisioni unilaterali, sitratterà dunque. Eque-sto è il risultato più evidente della pace sindacale siglata in Largo Respighi, e alla quale non sono estranei gli incrociati destini della Filarmonica (l'associazione privata creata nel 2008 da tutti i *** professori d'orchestra del Comunale) e della Scuola dell'Opera Italiana (associazione anch' essa privata avviata nello stesso anno dall'ex sovrintendente Marco Tutino, dal regista Walter Le Moli e dalla Fondazione stessaall'epocapresiedutadal sindaco Cofferati). Lo scorso luglio il cda del Teatro ha deciso di rinnovare la convenzione con la Filarmonica, ma di non affidarle la stagione sinfonica, come voleva una delle ipotesi al vaglio. Nella stessa riunione ha deciso di non rinnovare la convenzione con la Scuola dell'Opera, o meglio di non rinnovare l'accordo che prevedeva di impiegare gli allievi della Scuola nelle produzioni artistiche con diritto di prelazione. ***
Il caso Finisce l'avventura della Scuola dell'Opera di Tutino L'ex sovrintendente Marco Tutino SI È chiusa la Scuola dell'Opera Italiana: ha interrotto i corsi – rivolti a cantanti, scenografi, registi, direttori – e restituite duecento domande di ammissione. Fondata dall'ex sovrintendente Marco Tutino, aveva inaugurato il primo anno formativo a dicembre 2008, sostenuta dalle fondazioni Carisbo e del Monte, Regione, Comune e dal Teatro Comunale, che attingeva alla Scuola per i secondi cast. La Scuola si è trovata al centro di polemiche da parte del sindacato Fials e alcuni membri del cda del teatro, il Comunale ha sospeso l'accordo che prevedeva di impiegare gli allievi nelle sue produzioni artistiche, cosa che ha provocato il ritiro dei finanziatori privati. ***
TEATRO DEL MAGGIO FIORENTINO: il debito non si abbatte con soluzioni improvvisate, niente tagli sui lavoratori!
Sabato 28 ottobre dalle ore 9,00 – Manifestazione alla stazione Leopolda in occasione della convention di Renzi.
La CUB Informazione, il sindacato di base dei lavoratori dell’informazione e spettacolo (l’alternativa a cgil-cisl-uil), ritiene che a fronte del deficit del Teatro del Maggio Musicale F.no il piano di risanamento prospettato dal duo Renzi-Colombo sia inadeguato e che, se non verrà cambiato, accentuerà il declino dello storico teatro. L'unica iniziativa presa dal sindaco e dalla sovrintendente è stata quella di sospendere i patti integrativi aziendali, allo scopo di risparmiare sul costo dei dipendenti la cifra di 2-3 milioni di euro, tentativo che ha suscitato la reazione dei lavoratori. Dopo lunghe trattative si ipotizza ora di lasciare in vigore i patti integrativi e di prelevare quella cifra dal fondo TFR dei dipendenti. Una soluzione di “finanza creativa” dubbia e discutibile, con incognite sulle reali garanzie per i lavoratori e che rischia di aumentare il caos e la divisione tra lavoratori; ed ha come unico risultato quello di portare falsi meriti alla sovrintendente in fase di chiusura del bilancio 2011.
Ciò non è certamente significativo a fronte di un deficit di quasi 30 milioni di euro, quando manca un vero progetto di risanamento e rilancio dell'attività. Tutto questo è ancor più preoccupante in vista dell'inaugurazione della discutibile “grande opera“ del Parco della Musica. Stranamente tocca a noi lavoratori trovare forme di risparmio alternative che evitino pesanti ricadute sull'occupazione e sui salari.
Il debito non si abbatte se non si comincia a risparmiare in fase di programmazione dell'attività cercando di mantenere alta la qualità riducendo al minimo i costi.
I LAVORATORI NON DEVONO PAGARE IL DEBITO CHE HANNO FATTO ALTRI!
E' necessario tagliare gli sprechi e pianificare più razionalmente l'organizzazione del lavoro.
Ecco alcune idee concrete, proposte da un gruppo di lavoratori e dalla CUB:
● Aumentare la programmazione e, quindi, il periodo annuale d’apertura alternando produzioni
originali, repertorio e ospitalità di creazioni esterne;
● Porre un limite massimo al costo degli allestimenti, da valutare caso per caso;
●Limitare al minimo le aperture serali della struttura per i montaggi quando non c’è spettacolo,
per risparmiare su: costi di gestione e onerosi straordinari in terza prestazione;
● Ridurre compensi e spese per dirigenti, collaboratori esterni (con contratti anche da oltre
100.000 euro l'anno) e ai funzionari che devono per primi adattarsi ad una linea di sobrietà;
● Rilanciare il settore danza con un'adeguata promozione;
● Promuovere al massimo l'attività del Teatro Ridotto e Teatro Goldoni per ospitare spettacoli
tutto l'anno e raccogliere fondi con l'affitto degli stabili;
● Valorizzare il patrimonio della Fondazione: archivi di materiale storico e artistico, scenografie;
● Sospendere il noleggio di materiale da esterni utilizzando meglio le risorse tecniche esistenti.
Troviamoci tutti alla stazione Leopolda per la convention “Big-Bang” sabato 28 ottobre dalle ore 9, per sottoporre a Renzi le nostre proposte per “rottamare” questa direzione.
Assieme ad altre realtà che stanno lottando per i beni comuni: Acqua, No-TAV, Ataf, gli spazi sociali come Via dei Conciatori, la residenza per anziani Le Civette, San Salvi.
Firenze, ottobre 2011 CUB-Informazione – Confederazione Unitaria di Base
Firenze, Via Guelfa, 148/r tel./fax 055-3200938
e-mail: cubtlc@libero.ithttp://www.cub.it
Commento by unlavoratore — 5 Novembre 2011 @ 18:33
Siete riusciti a salvare la Colombo.
AUGURI .
Ma bisogna cacciarla via .Insieme a Renzi.
Poi non dite che non vel l'avevamo detto .
Teatro avvisato mezzo salvato.
Uno scaligero della Cub
Artee & orgoglio. La ricetta anticrisi dei teatri lirici
Ovazioni a Vienna per l'Orchestra del Maggio. E Muti resta l'eccellenza
POVERI MA BELLI La scelta di investire sulle risorse artistiche alla fine ha ripagato in termini di bilancio Enrico Gatta POVERI ma belli. I teatri lirici italiani navigano in acque difficili, ma nel complesso non si sono fatti intimidire dalla crisi, anzi hanno reagito con una prova d'orgoglio, investendo sulle loro risorse artistiche. Le ovazioni che ieri a Vienna hanno accolto nella Grosser Saal del Musikverein il primo dei due concerti dell'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Zubin Mehta rispecchiano bene una situazione di buona salute artistica, a dispetto dei bilanci in rosso. Il Maggio, che quest'anno ha già fatto due tournée in Europa e in Asia, ora nel giro di una settimana toccherà, oltre a Vienna, le principali città della Svizzera. Nei mesi scorsi, dopo la felice esperienza dell'estate 2010 in Oriente, ha riscosso molto successo la tournée europea del Teatro Regio di Torino con Gianandrea Noseda. E sono in partenza con Daniel Barenboim l'orchestra e il coro della Scala, teatro peraltro virtuoso e con i bilanci regolarmente in attivo, che sabato 12 porterà il Requiem di Verdi a Mosca per la riapertura del Bolshoi… Insomma, il prestigio dei complessi artistici italiani è altissimo e i nostri teatri continuano ad essere punti importanti di riferimento a livello internazionale. E questo nonostante le molte preoccupazioni che continuano a gravare sulle Fondazioni liriche. Non c'è una situazione uguale all'altra,,ogni Fondazione è un caso a sé. E interessante sottolineare tuttavia che la grande crisi, aperta a suo tempo dai tagli del FUS, il fondo per gli spettacoli poi reintegrato dal ministro Galan, ha avuto in alcuni casi effetti decisamente positivi. A Napoli il Teatro di San Carlo, dopo quattro anni di commissariamento, si prepara con il 2012 a rientrare nella normalità della gestione amministrativa. «Ho trovato una situazione incandescente — spiega il commissario straordiTAGLI INTELLIGENTI Il Teatro dell'Opera di Roma ha fatto risparmi per 7 milioni di euro ed è arrivato al pareggio nario Salvo Nastasi — con 50 milioni di debiti accumulati in dieci anni e 15 milioni di Enpals non pagata. Da quattro anni siamo in pareggio. Abbiamo dovuto risparmiare per il rispetto degli stipendi dei lavoratori, a cui oggi riconsegniamo un teatro rinnovato, moderno, che può produrre a costi inferiori. Abbiamo cinquemila abbonati, un teatro sempre esaurito e numerosi sponsor privati». Risparmi all'osso, dunque. E senza diminuire la produzione perché altrimenti diminuiscono anche gli incassi. Ma come? Al Teatro dell'Opera di Roma nel 2008 il disavanzo era di l l milioni e 1Omila euro, nel 2009 di 6 milioni e 976mi1a euro. Nel 2010 il bilancio si è chiuso in pareggio e così sarà anche nel 2011. «Il nuovo corso — spiega il sovrintendente Catello De Martino, forte di un'esperienza manageriale maturata in un'azienda dell'Eni, con particolari competenze nei processi organizzativi e gestionali — ha come linee guida il contenimento dei costi e la costante crescita della qualità». L'eccellenza artistica è legata al nome di Riccardo Muti, che il prossimo 27 novembre salirà di nuovo sul podio dell'Opera inaugurando la stagione con il «Macbeth» di Verdi, prodotto in collaborazione con il Festival di Salisburgo. ll coinvolgimento di Muti ha portato ad un aumento cospicuo di presenze: nel 2011 gli abbonamenti sono cresciuti del 39 per cento e in generale si è alzato il livello di riempimento del teatro. Gli incassi medi per singola rappresentazione sono cresciuti tra il 32 e il 53 per cento, mentre l'incremento dei ricavi rispetto al 2010 è di oltre 450mila euro. Molto istruttivo è vedere dove la nuova gestione è andata a tagliare, perché a fronte di una riduzione dei contributi pubblici (circa 4 milioni in meno rispetto al 2009) il Teatro dell'Opera ha ridotto i costi, sempre rispetto al 2009, di circa 7 milioni di euro. Come ha fatto? «Si tratta di una strategia complessa, così come complesso è un teatro — spiega il sovrintendente De Martino —. Innanzi tutto abbiamo applicato una politica di estrema attenzione sugli acquisti: andiamo a gara su tutto, mettendo su ogni cosa in concorrenza i nostri fornitori. Sul fronte dell'amministrazione invece un forte dispendio veniva dal fatto che non avevamo un sistema informatico integrato. Ora un accordo con il Teatro Regio di Torino ci consentirà un facile accesso alle banche dati, evitando rallentamenti tra un ufficio e l'altro». E per quanto riguarda la gestione del personale? «Anche qui estrema attenzione: sullo smaltimento delle ferie residue, che da sole incidevano per un milione di euro, e inoltre evitando gli straordinari. I problemi del teatro sono molti, vanno considerati e affrontati uno a uno, attraverso un costante confronto sindacale e continue riunioni organizzative. Per quanto riguarda il personale aggiunto non si fanno più contratti di sei mesi in sei mesi, che finivano per comprendere inevitabili periodi di inattività, ma si va avanti secondo le esigenze, con contratti centellinati sui bisogni reali». Sul piano produttivo, che cosa su può risparmiare? «Abbiamo chiesto a registi e scenografi di evitare allestimenti troppo pesanti e, nei limiti del possibile, di riutilizzare elementi che fanno parte del patrimonio del teatro. Questa estate alle Terme di Caracalla, dove abbiamo aumentato i posti da 2500 a 3300, richiamando complessivamente 50mila spettatori e incrementando notevolmente gli incassi, abbiamo molto lavorato con allestimenti recuperati. La strada giusta sta nel trovare un punto di equilibrio tra qualità e spese». (
La trattativa Ieri l'incontro tra Merola e i sindacati. "Clima sereno" Comunale, tagli alle indennità per coprire il disavanzo «E' chiara a tutti la gravità della situazione, quindi sono certo che si troveranno le soluzioni per superare la difficile situazione del Comunale». L'assessore Alberto Ronchi è uscito con animo sereno dall'incontro tenuto ieri con Cgil, Cisl, Uil e Cisal, il sovrintendente Emani e il sindaco Merola. Un incontro esplorativo, che non ha definito ancora le misure per colmare il buco di 650mi1a euro del bilancio 2011 e la previsione di un disavanzo di 3,2 milioni per il prossimo anno. Oggi a Roma si discuterà del contratto nazionale, scaduto nel 2005, poi partiranno gli incontri tecnici per congegnare gli interventi intorno ad indennità che potrebbero essere cancellate o sostituite. «C'è grande disponibilità e spirito di collaborazione – ha sottolineato ancora Ronchi -. Noi abbiamo ribadito l'importanza e il peso culturale del Teatro Comunale in città, trovando una sintonia di intenti». (p. n.) ERNAM Francesco Emani, sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna ***
La crisi del teatro Ieri l'incontro tra Emani, Merola, Ronchi e i rappresentanti dei lavoratori: «pronti a rivedere il contratto» Patto per il Comunale: l'alleanza tra sindacati e direzione In agonia Calendario La prossima settimana in una serie di incontri il sovrintendente Ernani chiarirà il piano di risparmio «Voltiamo pagina». Lo dicono in coro sindacati, per la prima volta da almeno dieci anni uniti fra loro e soprattutto alleati con la direzione e il presidente della fondazione lirica (ovvero il sindaco Virginio Merola) e l'amministrazione cittadina. Quella che è stata presentata l'altro giorno, quindi, potrebbe essere la prima stagione del teatro Comunale senza scioperi nè contestazioni. Tutto questo, recita uno scarno comunicato emesso dalla sovrintendenza, «per rilanciare l'Istituzione nel suo ruolo di punto di riferimento nel panorama culturale nazionale e internazionale in sintonia con i suoi fini d'interesse sociale». Il patto è il risultato dell'incontro che si è tenuto ieri tra Merola, l'assessore alla cultura Alberto Ronchi, il sovrintendente Francesco Emani e le rappresentanze sindacali Cgil, Cisl, Uil e gli autonomi della Fials. «Solo così – dicono all'uscita del colloquio che è durato circa un'ora e mezza — riusciremo a chiudere il bilancio in pareggio e evitare il commissariamento». I lavoratori, insomma, sono chiamati a rivedere parti del contratto e l'organizzazione del lavoro in un ottica di ottimizzazione delle risorse. Lo stesso Emani lo ripeteva da tempo: «saremo costretti a chiedere ulteriori sacrifici ai dipendenti». Soprattutto Il teatro Comunale è gravato da un buco di bilancio ora ridotto a 650 mila euro, ma per evitare il commissariamento bisogna chiudere in pareggio I «rami secchi» Si taglieranno quelle parti del contratto di lavoro che riguardano procedure e indennità anacronistiche dopo aver verificato che, malgrado i risparmi attuati nell'ultimo periodo (compreso il taglio dei premi di produzione) e il rientro di alcuni capitali privati, il bilancio segna ancora un meno 65o mila euro. Si è detto anche che non sarebbero stati toccati gli stipendi. Infatti, a quanto pare, tra gli obiettivi di Emani c'è quello di tagliare alcune indennità considerate anacronistiche e trasformarne altre in cifre forfettarie, o di tagliare una serie di rami secchi fino ad ora lasciati immutati che riguardano allestimenti, costi artistici e forniture tecniche. Tutte piccole cose che, accumulandosi, finiscono per pesare sul bilancio. Nel corso della prossima settimana, attraverso una serie di incontri fra le parti, sarà lo stesso sovrintendente a chiarire nei dettagli il piano dei risparmi. Mercoledì invece l'assemblea plenaria con i sindacati e i lavoratori «L'incontro si è svolto in un clima sereno e positivo», recita ancora il comunicato. Ed è già una notizia, dopo il clima avvelenato che aveva senato la gestione di Marco Tutino. E la stessa presenza di Emani, in effetti, considerato interlocutore «affidabile e credibile», a rendere le sigle sindacali più inclini al dialogo. Per cominciare, pare che le masse artistiche abbiano colto con grande favore l'esclusione della Scuola dell'Opera (la creatura di Tutino che ora ha chiuso) dal cartellone: gli studenti sul palco non avrebbero attirato pubblico e, alla fine dei conti, il loro utilizzo non sarebbe servito a salvare il bilancio. Anche la gestione ancora precedente, quella di Mazzonis, non era esente da contestazioni, anche se all'epoca i tagli dello Stato non si erano ancora abbattuti così pesantemente. Intanto, la segreteria nazionale della Fials ha presentato ricorso al Tar del Lazio per chiedere la sospensione dei decreti applicativi della legge con cui il ministro della Cultura Sandro Bondi nel giugno del 2010 ha riconosciuto alla Scala di Milano e alla Fondazione Santa Cecilia di Roma lo status di fondazioni speciali. La Fials ha fatto scendere in campo un avvocato del calibro di Marco Cuniberti di Milano (che ha assistito la famiglia Englaro). Luciana Cavina luciana.cavina@res. it ***
II caso Taglia Maggio, arriva una manager
Arriverà al Maggio probabilmente già la settimana prossima. Lei è Francesca Tartarotti, professionista under quaranta, fino a oggi in forze all'ufficio legale di Fondiaria, chiamata ad assolvere al compito di pianificare gli incentivi all'esodo per i lavoratori del teatro. La notizia arriva dai lavoratori all'indomani dall'accordo sul Tfr, quello che permette alla Fondazione di prelevare dal fondo dei trattamenti di fine rapporto dei soldi per fare fronte alla crisi. E stavolta l'ultima trovata della sovrintendente Francesca Colombo non l'hanno proprio mandata giù. «Questa nuova figura costa al teatro 6o mila euro l'anno — dicono i lavoratori —una cifra che si poteva risparmiare, chiedendo, laddove si raggiungerà un accordo per i prepensionamenti, di affidare il compito a qualche funzionare degli enti locali che saranno coinvolti nell'operazione». In effetti per concludere l'operazione esodi incentivati servirà la copertura finanziaria e quindi una qualche forma d'impegno di Provincia, Regione e Comune. Per ora dai sindacati nessuna contromossa, ma il clima si fa sempre più caldo.
Commento by AutoOrgScala — 11 Novembre 2011 @ 02:43
Scrivo dalla periferia dell'impero e non sono informato, cercavo di fare l'abbonamento alla stagione 2012 ma dal sito del Teatro non riesco ad accedere alla vendita online e tra l'altro non c'è neanche il calendario, la stagione dovrebbe cominciare fra due mesi e ancora non è possibile comprare i biglietti. Che sta succedendo?
Firenze
Sindacati e Teatro del Maggio firmano finalmente l'intesa
Tre incontri in altrettanti giorni, ma ora c'è l'accordo: Si recuerano 2,2 milioni di euro dalla cessione di una quota del Tfr da parte di ogni singolo lavoratore
04/11/2011 – 18:25
Dopo tre incontri negli ultimi tre giorni, è stato firmato oggi l'accordo tra la direzione del Maggio musicale fiorentino e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Fials su uno dei punti del piano di risanamento finanziario del teatro, ovvero il recupero di circa 2,2 milioni attraverso la cessione di una quota del Tfr da parte di ogni singolo lavoratore. Ieri la firma era slittata per l'assenza della sovrintendente del Maggio Francesca Colombo.
L'accordo prevede la cessione individuale da parte dei dipendenti del Maggio di una quota del proprio Tfr: in totale circa 2,1 milioni. A questo si aggiungerà anche la rinuncia dei dirigenti del teatro al 15% del proprio stipendio per 4 mesi: circa 170 mila euro. Nei giorni scorsi non era stata trovata l'intesa tra i sindacati sulla scelta dei criteri da adottare per la definizione della quota del Tfr: in particolare la Fials aveva chiesto che venisse preso "in considerazione il Cud" e non "alcune voci del contratto integrativo".
E' stata la direzione del teatro a stabilire il criterio per la definizione della quota che, a quanto si apprende, è una 'via di mezzo' tra le due ipotesi (voci integrativo e Cud). Da qui al 25 novembre i lavoratori si recheranno in un apposito ufficio della Fondazione per la firma della liberatoria necessaria per la cessione di una quota del proprio Tfr.
Fonte: ANSA
Commento by anonimo — 5 Novembre 2011 @ 00:05
TEATRO COMUNALE
05/11/11
REPUBBLICA BOLOGNA
UN PO' DI RESPIRO NONOSTANTE IL DEFICIT – LA TREGUA DOPO UNA LUNGA GUERRA MA RESTA L'INCOGNITA PER I CONTI IN ROSSO
Nel 20111 'ammanco è di 650mila euro, per 112012 il disavanzo previsto è di 3,2 milioni La tregua dopo una lunga guerra ma resta l'incognita per i conti in rosso Il sindaco chiede ancora sacrifici ai dipendenti, e cioè la rinuncia ai premi in busta paga DOPO i mesi e gli anni scanditi da dichiarazioni pesali ti come bollettini di guerra, ostili, minacciosi, allarmati, ultitnativi, perilTeatro Comunale sembra giunta la tregua. Non èancora la normalità, né potrà esserlo finché perdurano lo stato di eccezione, l'emergenza economica, il disavanzo, gli appelli ai sacrifici. N ANNO fa la stagione a venire contava cinque serate, tre balletti e 16 concerti sinfonici; un anno dopo le serate sono sette, tre i balletti, 15 i concerti sinfonici, 150legiornate di apertura. Invariati i costi, 3 mil ioni. Unannofalaconvenzione con la Filarmonica era sospesa, e la Scuola dell'Opera in attività; un anno dopo i ruoli si sono invertiti, la Scuola è chiusa e la Filarmonica suona. Gli abbonamenti che il Teatro Comunale deve riconquistare ora sono tremila, iniziare a farlo a novembre è un'impresa molto dura, non riuscirci potrebbe accentuare i problemi di liquidità. Ma la fotografia che emerge dal Comunale di ieri è un quadro ben diverso da come nemmeno due settimane fa lo dipingeva il ministro Galan in visita a Linea-pelle: «I teatri lirici stanno malissimo e io credo che occorrerà intervenire: è un lusso che ormai l'Italia non si può più permettere. Siamo già intervenuti a Trieste, dovremmo interven ire aFirenze. Bologna non sta benissimo e anche Genova sta male», parole che contemplavano la possibilità di un commissariamento che a Bologna nessuno vuole, né in teatro né fuori né tra gli amministratori. Al pareggio di bilancio 2011 mancano 650mila euro, il bilancio previsionale al momento calcola in 3,2 milioni il disavanzo. E questo sarà il tema dell'incontro che lunedì riunisce le rappresentanze sindacali, il sovrintendente Francesco Emani e il sindaco presidente Virginio Merola. Il sindaco invoca sacrifici da parte dei dipendenti, e rivendica il finanziamento straordinario di 250mila euro che il Comune ha deciso a favore dell a Fondazione. Nel 2011 i dipendenti hanno rinunciato ai premi non contemplati dal contratto nazionale, il quale peraltro è scaduto da12005, e da allora si tratta per rinnovarlo. Anche il "nuovo" contratto nazionale prevede sacrifici – aumento delle ore di lavoro, riduzione del tum over, restrizioni sui permessi artistici. Larinunciadei dipendenti del Comunale ai premi di produzione e di risultato è un effetto della sospensione del contratto aziendale che ha permesso alla Fondazione risparmi per 1,5 milioni e trasformato i dipendenti nel primo gruppo finanziatore privato del Teatro, loro malgrado. Nel bilancio previsionale che il sovrintendente ripresenterà lunedì si calcola che la decurtazione dello stipendio prosegua anche nel 2012. Ma Er-nani vuole evitare decisioni unilaterali, sitratterà dunque. Eque-sto è il risultato più evidente della pace sindacale siglata in Largo Respighi, e alla quale non sono estranei gli incrociati destini della Filarmonica (l'associazione privata creata nel 2008 da tutti i *** professori d'orchestra del Comunale) e della Scuola dell'Opera Italiana (associazione anch' essa privata avviata nello stesso anno dall'ex sovrintendente Marco Tutino, dal regista Walter Le Moli e dalla Fondazione stessaall'epocapresiedutadal sindaco Cofferati). Lo scorso luglio il cda del Teatro ha deciso di rinnovare la convenzione con la Filarmonica, ma di non affidarle la stagione sinfonica, come voleva una delle ipotesi al vaglio. Nella stessa riunione ha deciso di non rinnovare la convenzione con la Scuola dell'Opera, o meglio di non rinnovare l'accordo che prevedeva di impiegare gli allievi della Scuola nelle produzioni artistiche con diritto di prelazione. ***
Commento by ramonn — 5 Novembre 2011 @ 18:20
05/11/11
REPUBBLICA BOLOGNA
FINISCE L'AVVENTURA DELLA SCUOLA DELL'OPERA DI TUTINO
Il caso Finisce l'avventura della Scuola dell'Opera di Tutino L'ex sovrintendente Marco Tutino SI È chiusa la Scuola dell'Opera Italiana: ha interrotto i corsi – rivolti a cantanti, scenografi, registi, direttori – e restituite duecento domande di ammissione. Fondata dall'ex sovrintendente Marco Tutino, aveva inaugurato il primo anno formativo a dicembre 2008, sostenuta dalle fondazioni Carisbo e del Monte, Regione, Comune e dal Teatro Comunale, che attingeva alla Scuola per i secondi cast. La Scuola si è trovata al centro di polemiche da parte del sindacato Fials e alcuni membri del cda del teatro, il Comunale ha sospeso l'accordo che prevedeva di impiegare gli allievi nelle sue produzioni artistiche, cosa che ha provocato il ritiro dei finanziatori privati. ***
Commento by ramonn — 5 Novembre 2011 @ 18:23
TEATRO DEL MAGGIO FIORENTINO: Sabato 28 ottobre dalle ore 9,00 – Manifestazione alla stazione Leopolda in occasione della convention di Renzi.27-10-2011
Prendi il volantino da distribuire .zip
TEATRO DEL MAGGIO FIORENTINO: il debito non si abbatte con soluzioni improvvisate, niente tagli sui lavoratori!
Sabato 28 ottobre dalle ore 9,00 – Manifestazione alla stazione Leopolda in occasione della convention di Renzi.
La CUB Informazione, il sindacato di base dei lavoratori dell’informazione e spettacolo (l’alternativa a cgil-cisl-uil), ritiene che a fronte del deficit del Teatro del Maggio Musicale F.no il piano di risanamento prospettato dal duo Renzi-Colombo sia inadeguato e che, se non verrà cambiato, accentuerà il declino dello storico teatro. L'unica iniziativa presa dal sindaco e dalla sovrintendente è stata quella di sospendere i patti integrativi aziendali, allo scopo di risparmiare sul costo dei dipendenti la cifra di 2-3 milioni di euro, tentativo che ha suscitato la reazione dei lavoratori.
Dopo lunghe trattative si ipotizza ora di lasciare in vigore i patti integrativi e di prelevare quella cifra dal fondo TFR dei dipendenti. Una soluzione di “finanza creativa” dubbia e discutibile, con incognite sulle reali garanzie per i lavoratori e che rischia di aumentare il caos e la divisione tra lavoratori; ed ha come unico risultato quello di portare falsi meriti alla sovrintendente in fase di chiusura del bilancio 2011.
Ciò non è certamente significativo a fronte di un deficit di quasi 30 milioni di euro, quando manca un vero progetto di risanamento e rilancio dell'attività. Tutto questo è ancor più preoccupante in vista dell'inaugurazione della discutibile “grande opera“ del Parco della Musica. Stranamente tocca a noi lavoratori trovare forme di risparmio alternative che evitino pesanti ricadute sull'occupazione e sui salari.
Il debito non si abbatte se non si comincia a risparmiare in fase di programmazione dell'attività cercando di mantenere alta la qualità riducendo al minimo i costi.
I LAVORATORI NON DEVONO PAGARE IL DEBITO CHE HANNO FATTO ALTRI!
E' necessario tagliare gli sprechi e pianificare più razionalmente l'organizzazione del lavoro.
Ecco alcune idee concrete, proposte da un gruppo di lavoratori e dalla CUB:
● Aumentare la programmazione e, quindi, il periodo annuale d’apertura alternando produzioni
originali, repertorio e ospitalità di creazioni esterne;
● Porre un limite massimo al costo degli allestimenti, da valutare caso per caso;
●Limitare al minimo le aperture serali della struttura per i montaggi quando non c’è spettacolo,
per risparmiare su: costi di gestione e onerosi straordinari in terza prestazione;
● Ridurre compensi e spese per dirigenti, collaboratori esterni (con contratti anche da oltre
100.000 euro l'anno) e ai funzionari che devono per primi adattarsi ad una linea di sobrietà;
● Rilanciare il settore danza con un'adeguata promozione;
● Promuovere al massimo l'attività del Teatro Ridotto e Teatro Goldoni per ospitare spettacoli
tutto l'anno e raccogliere fondi con l'affitto degli stabili;
● Valorizzare il patrimonio della Fondazione: archivi di materiale storico e artistico, scenografie;
● Sospendere il noleggio di materiale da esterni utilizzando meglio le risorse tecniche esistenti.
Troviamoci tutti alla stazione Leopolda per la convention “Big-Bang” sabato 28 ottobre dalle ore 9, per sottoporre a Renzi le nostre proposte per “rottamare” questa direzione.
Assieme ad altre realtà che stanno lottando per i beni comuni: Acqua, No-TAV, Ataf, gli spazi sociali come Via dei Conciatori, la residenza per anziani Le Civette, San Salvi.
Firenze, ottobre 2011
CUB-Informazione – Confederazione Unitaria di Base
Firenze, Via Guelfa, 148/r tel./fax 055-3200938
e-mail: cubtlc@libero.it http://www.cub.it
Commento by unlavoratore — 5 Novembre 2011 @ 18:33
Siete riusciti a salvare la Colombo.
AUGURI .
Ma bisogna cacciarla via .Insieme a Renzi.
Poi non dite che non vel l'avevamo detto .
Teatro avvisato mezzo salvato.
Uno scaligero della Cub
Commento by anonimo — 5 Novembre 2011 @ 21:46
07/11/11
GIORNO – CARLINO – NAZIONE
INTERVISTA A CATELLO DE MARTINO – ARTE & ORGOGLIO. LA RICETTA ANTICRISI DEI TEATRI LIRICI
Artee & orgoglio.
La ricetta anticrisi dei teatri lirici
Ovazioni a Vienna per l'Orchestra del Maggio. E Muti resta l'eccellenza
POVERI MA BELLI La scelta di investire sulle risorse artistiche alla fine ha ripagato in termini di bilancio Enrico Gatta POVERI ma belli. I teatri lirici italiani navigano in acque difficili, ma nel complesso non si sono fatti intimidire dalla crisi, anzi hanno reagito con una prova d'orgoglio, investendo sulle loro risorse artistiche. Le ovazioni che ieri a Vienna hanno accolto nella Grosser Saal del Musikverein il primo dei due concerti dell'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Zubin Mehta rispecchiano bene una situazione di buona salute artistica, a dispetto dei bilanci in rosso. Il Maggio, che quest'anno ha già fatto due tournée in Europa e in Asia, ora nel giro di una settimana toccherà, oltre a Vienna, le principali città della Svizzera. Nei mesi scorsi, dopo la felice esperienza dell'estate 2010 in Oriente, ha riscosso molto successo la tournée europea del Teatro Regio di Torino con Gianandrea Noseda. E sono in partenza con Daniel Barenboim l'orchestra e il coro della Scala, teatro peraltro virtuoso e con i bilanci regolarmente in attivo, che sabato 12 porterà il Requiem di Verdi a Mosca per la riapertura del Bolshoi… Insomma, il prestigio dei complessi artistici italiani è altissimo e i nostri teatri continuano ad essere punti importanti di riferimento a livello internazionale. E questo nonostante le molte preoccupazioni che continuano a gravare sulle Fondazioni liriche. Non c'è una situazione uguale all'altra,,ogni Fondazione è un caso a sé. E interessante sottolineare tuttavia che la grande crisi, aperta a suo tempo dai tagli del FUS, il fondo per gli spettacoli poi reintegrato dal ministro Galan, ha avuto in alcuni casi effetti decisamente positivi. A Napoli il Teatro di San Carlo, dopo quattro anni di commissariamento, si prepara con il 2012 a rientrare nella normalità della gestione amministrativa. «Ho trovato una situazione incandescente — spiega il commissario straordiTAGLI INTELLIGENTI Il Teatro dell'Opera di Roma ha fatto risparmi per 7 milioni di euro ed è arrivato al pareggio nario Salvo Nastasi — con 50 milioni di debiti accumulati in dieci anni e 15 milioni di Enpals non pagata. Da quattro anni siamo in pareggio. Abbiamo dovuto risparmiare per il rispetto degli stipendi dei lavoratori, a cui oggi riconsegniamo un teatro rinnovato, moderno, che può produrre a costi inferiori. Abbiamo cinquemila abbonati, un teatro sempre esaurito e numerosi sponsor privati». Risparmi all'osso, dunque. E senza diminuire la produzione perché altrimenti diminuiscono anche gli incassi. Ma come? Al Teatro dell'Opera di Roma nel 2008 il disavanzo era di l l milioni e 1Omila euro, nel 2009 di 6 milioni e 976mi1a euro. Nel 2010 il bilancio si è chiuso in pareggio e così sarà anche nel 2011. «Il nuovo corso — spiega il sovrintendente Catello De Martino, forte di un'esperienza manageriale maturata in un'azienda dell'Eni, con particolari competenze nei processi organizzativi e gestionali — ha come linee guida il contenimento dei costi e la costante crescita della qualità». L'eccellenza artistica è legata al nome di Riccardo Muti, che il prossimo 27 novembre salirà di nuovo sul podio dell'Opera inaugurando la stagione con il «Macbeth» di Verdi, prodotto in collaborazione con il Festival di Salisburgo. ll coinvolgimento di Muti ha portato ad un aumento cospicuo di presenze: nel 2011 gli abbonamenti sono cresciuti del 39 per cento e in generale si è alzato il livello di riempimento del teatro. Gli incassi medi per singola rappresentazione sono cresciuti tra il 32 e il 53 per cento, mentre l'incremento dei ricavi rispetto al 2010 è di oltre 450mila euro. Molto istruttivo è vedere dove la nuova gestione è andata a tagliare, perché a fronte di una riduzione dei contributi pubblici (circa 4 milioni in meno rispetto al 2009) il Teatro dell'Opera ha ridotto i costi, sempre rispetto al 2009, di circa 7 milioni di euro. Come ha fatto? «Si tratta di una strategia complessa, così come complesso è un teatro — spiega il sovrintendente De Martino —. Innanzi tutto abbiamo applicato una politica di estrema attenzione sugli acquisti: andiamo a gara su tutto, mettendo su ogni cosa in concorrenza i nostri fornitori. Sul fronte dell'amministrazione invece un forte dispendio veniva dal fatto che non avevamo un sistema informatico integrato. Ora un accordo con il Teatro Regio di Torino ci consentirà un facile accesso alle banche dati, evitando rallentamenti tra un ufficio e l'altro». E per quanto riguarda la gestione del personale? «Anche qui estrema attenzione: sullo smaltimento delle ferie residue, che da sole incidevano per un milione di euro, e inoltre evitando gli straordinari. I problemi del teatro sono molti, vanno considerati e affrontati uno a uno, attraverso un costante confronto sindacale e continue riunioni organizzative. Per quanto riguarda il personale aggiunto non si fanno più contratti di sei mesi in sei mesi, che finivano per comprendere inevitabili periodi di inattività, ma si va avanti secondo le esigenze, con contratti centellinati sui bisogni reali». Sul piano produttivo, che cosa su può risparmiare? «Abbiamo chiesto a registi e scenografi di evitare allestimenti troppo pesanti e, nei limiti del possibile, di riutilizzare elementi che fanno parte del patrimonio del teatro. Questa estate alle Terme di Caracalla, dove abbiamo aumentato i posti da 2500 a 3300, richiamando complessivamente 50mila spettatori e incrementando notevolmente gli incassi, abbiamo molto lavorato con allestimenti recuperati. La strada giusta sta nel trovare un punto di equilibrio tra qualità e spese». (
Commento by anonimo — 8 Novembre 2011 @ 02:37
08/11/11
REPUBBLICA BOLOGNA
COMUNALE, TAGLI ALLE INDENNITÀ PER COPRIRE IL DISAVANZO
La trattativa Ieri l'incontro tra Merola e i sindacati. "Clima sereno" Comunale, tagli alle indennità per coprire il disavanzo «E' chiara a tutti la gravità della situazione, quindi sono certo che si troveranno le soluzioni per superare la difficile situazione del Comunale». L'assessore Alberto Ronchi è uscito con animo sereno dall'incontro tenuto ieri con Cgil, Cisl, Uil e Cisal, il sovrintendente Emani e il sindaco Merola. Un incontro esplorativo, che non ha definito ancora le misure per colmare il buco di 650mi1a euro del bilancio 2011 e la previsione di un disavanzo di 3,2 milioni per il prossimo anno. Oggi a Roma si discuterà del contratto nazionale, scaduto nel 2005, poi partiranno gli incontri tecnici per congegnare gli interventi intorno ad indennità che potrebbero essere cancellate o sostituite. «C'è grande disponibilità e spirito di collaborazione – ha sottolineato ancora Ronchi -. Noi abbiamo ribadito l'importanza e il peso culturale del Teatro Comunale in città, trovando una sintonia di intenti». (p. n.) ERNAM Francesco Emani, sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna ***
Commento by anonimo — 8 Novembre 2011 @ 21:29
08/11/11
CORRIERE DI BOLOGNA
PATTO PER IL COMUNALE: L'ALLEANZA TRA SINDACATI E DIREZIONE
La crisi del teatro Ieri l'incontro tra Emani, Merola, Ronchi e i rappresentanti dei lavoratori: «pronti a rivedere il contratto» Patto per il Comunale: l'alleanza tra sindacati e direzione In agonia Calendario La prossima settimana in una serie di incontri il sovrintendente Ernani chiarirà il piano di risparmio «Voltiamo pagina». Lo dicono in coro sindacati, per la prima volta da almeno dieci anni uniti fra loro e soprattutto alleati con la direzione e il presidente della fondazione lirica (ovvero il sindaco Virginio Merola) e l'amministrazione cittadina. Quella che è stata presentata l'altro giorno, quindi, potrebbe essere la prima stagione del teatro Comunale senza scioperi nè contestazioni. Tutto questo, recita uno scarno comunicato emesso dalla sovrintendenza, «per rilanciare l'Istituzione nel suo ruolo di punto di riferimento nel panorama culturale nazionale e internazionale in sintonia con i suoi fini d'interesse sociale». Il patto è il risultato dell'incontro che si è tenuto ieri tra Merola, l'assessore alla cultura Alberto Ronchi, il sovrintendente Francesco Emani e le rappresentanze sindacali Cgil, Cisl, Uil e gli autonomi della Fials. «Solo così – dicono all'uscita del colloquio che è durato circa un'ora e mezza — riusciremo a chiudere il bilancio in pareggio e evitare il commissariamento». I lavoratori, insomma, sono chiamati a rivedere parti del contratto e l'organizzazione del lavoro in un ottica di ottimizzazione delle risorse. Lo stesso Emani lo ripeteva da tempo: «saremo costretti a chiedere ulteriori sacrifici ai dipendenti». Soprattutto Il teatro Comunale è gravato da un buco di bilancio ora ridotto a 650 mila euro, ma per evitare il commissariamento bisogna chiudere in pareggio I «rami secchi» Si taglieranno quelle parti del contratto di lavoro che riguardano procedure e indennità anacronistiche dopo aver verificato che, malgrado i risparmi attuati nell'ultimo periodo (compreso il taglio dei premi di produzione) e il rientro di alcuni capitali privati, il bilancio segna ancora un meno 65o mila euro. Si è detto anche che non sarebbero stati toccati gli stipendi. Infatti, a quanto pare, tra gli obiettivi di Emani c'è quello di tagliare alcune indennità considerate anacronistiche e trasformarne altre in cifre forfettarie, o di tagliare una serie di rami secchi fino ad ora lasciati immutati che riguardano allestimenti, costi artistici e forniture tecniche. Tutte piccole cose che, accumulandosi, finiscono per pesare sul bilancio. Nel corso della prossima settimana, attraverso una serie di incontri fra le parti, sarà lo stesso sovrintendente a chiarire nei dettagli il piano dei risparmi. Mercoledì invece l'assemblea plenaria con i sindacati e i lavoratori «L'incontro si è svolto in un clima sereno e positivo», recita ancora il comunicato. Ed è già una notizia, dopo il clima avvelenato che aveva senato la gestione di Marco Tutino. E la stessa presenza di Emani, in effetti, considerato interlocutore «affidabile e credibile», a rendere le sigle sindacali più inclini al dialogo. Per cominciare, pare che le masse artistiche abbiano colto con grande favore l'esclusione della Scuola dell'Opera (la creatura di Tutino che ora ha chiuso) dal cartellone: gli studenti sul palco non avrebbero attirato pubblico e, alla fine dei conti, il loro utilizzo non sarebbe servito a salvare il bilancio. Anche la gestione ancora precedente, quella di Mazzonis, non era esente da contestazioni, anche se all'epoca i tagli dello Stato non si erano ancora abbattuti così pesantemente. Intanto, la segreteria nazionale della Fials ha presentato ricorso al Tar del Lazio per chiedere la sospensione dei decreti applicativi della legge con cui il ministro della Cultura Sandro Bondi nel giugno del 2010 ha riconosciuto alla Scala di Milano e alla Fondazione Santa Cecilia di Roma lo status di fondazioni speciali. La Fials ha fatto scendere in campo un avvocato del calibro di Marco Cuniberti di Milano (che ha assistito la famiglia Englaro). Luciana Cavina luciana.cavina@res. it ***
Commento by anonimo — 8 Novembre 2011 @ 21:33
II caso Taglia Maggio, arriva una manager
Arriverà al Maggio probabilmente già la settimana prossima. Lei è Francesca Tartarotti, professionista under quaranta, fino a oggi in forze all'ufficio legale di Fondiaria, chiamata ad assolvere al compito di pianificare gli incentivi all'esodo per i lavoratori del teatro. La notizia arriva dai lavoratori all'indomani dall'accordo sul Tfr, quello che permette alla Fondazione di prelevare dal fondo dei trattamenti di fine rapporto dei soldi per fare fronte alla crisi. E stavolta l'ultima trovata della sovrintendente Francesca Colombo non l'hanno proprio mandata giù. «Questa nuova figura costa al teatro 6o mila euro l'anno — dicono i lavoratori —una cifra che si poteva risparmiare, chiedendo, laddove si raggiungerà un accordo per i prepensionamenti, di affidare il compito a qualche funzionare degli enti locali che saranno coinvolti nell'operazione». In effetti per concludere l'operazione esodi incentivati servirà la copertura finanziaria e quindi una qualche forma d'impegno di Provincia, Regione e Comune. Per ora dai sindacati nessuna contromossa, ma il clima si fa sempre più caldo.
Commento by AutoOrgScala — 11 Novembre 2011 @ 02:43
Scrivo dalla periferia dell'impero e non sono informato, cercavo di fare l'abbonamento alla stagione 2012 ma dal sito del Teatro non riesco ad accedere alla vendita online e tra l'altro non c'è neanche il calendario, la stagione dovrebbe cominciare fra due mesi e ancora non è possibile comprare i biglietti. Che sta succedendo?
Commento by anonimo — 18 Novembre 2011 @ 21:46
Scrivi il tuo commento Puoi usare quseti tags HTML :
Commento by Johnharvey — 11 Luglio 2013 @ 15:09
Situs bandarq
COSA SUCCEDE AL MAGGIO FIORENTINO ? « Il Sottoscala
Trackback by Situs bandarq — 7 Novembre 2019 @ 08:08
… [Trackback]
[…] There you will find 53555 more Infos: ilsottoscala.noblogs.org/post/2011/11/04/cosa-succede-al-maggio-fiorentino/ […]
Trackback by URL — 8 Gennaio 2020 @ 01:14