Il Sottoscala Per Abbado un Albero in Piazza Scala

5 Novembre 2011

Ma quando si dimette?

Filed under: Uncategorized — Lavoratoriscala @ 21:42

Non contenta di aver distrutto il Teatro Carlo Felice , la perla del suo governo  doveva eccellere con la prevenzione dell'alluvione in città.Le cinque terre però  non hanno insegnato niente in queste settimane alla sindaca di Genova.E così adesso ci troviamo a piangere i morti e soprattutto quei bambini che han perso la vita mentre tornavano da scuola nella quale non ci sarebbero mai dovuti andare .
Se ci fosse stato un sindaco responsabile che avesse ascoltato i consigli di tutti i metereologii italiani.
Max rispetto e solidarietà alla città di Genova , ai  pompieri e ai lavoratori del Carlo Felice.

6 Comments

  1. Non ha fatto pulire i torrenti, non ha fatto chiudere le scuole e ora sta dando la colpa ai presidi o a chi è corso a prendere i propri figli a scuola. Il disastro è avvenuto proprio all'ora della fine delle lezioni. Una persona senza vergogna.

    http://www.youtube.com/watch?v=dkyjpixa40o&feature=related

    Commento by anonimo — 6 Novembre 2011 @ 20:21

  2. Alluvione. Marta Vincenzi: «le vittime per sempre sulla coscienza». Poi: «Non mi dimetto»

    La Sindaca interviene in diretta Tv. «D'ora in poi con allerta 2 chiudo tutta la città». Dimissioni? «No, sarebbe vergognoso»

     

     

     

     

    Genova, 06 novembre 2011    http://genova.mentelocale.it/

    «Porterò per sempre le vittime di questo disastro sulla coscienza» con queste parole, Marta Vincenzi, sindaca di Genova è intervenuta oggi pomeriggio, 6 novembre, durante i programmi televisivi L'arena su Rai Uno e Domenica 5 su Canale Cinque. «L'angoscia per quello che è accaduto in questi giorni rimarrà per sempre. Sarà un segno dal quale non potrà più prescindere la mia vita personale» ha aggiunto.

    «Col senno di poi, avrei fatto chiudere l'intera città. Spero che col tempo si capisca che ciò che è accaduto era da segnalare come 'disastro' e non 'allerta 2'. D'ora in poi ogni allarme 2 lo trasformo nella chiusura di tutta la città». La sindaca ha inoltre affermato che nel decreto sviluppo chiederà che «i primi soldi predisposti per rimettere a posto Genova, vengano tenuti fuori dal patto di stabilità». E in risposta alle polemiche rivolte da numerosi cittadini negli ultimi giorni ha detto: «Non mi dimetto, lasciare la città in questo momento sarebbe vergognoso».

    Sulla questione delle polemiche a seguito della mancata chiusura delle scuole nel giorno dell'alluvione è intervenuto anche Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, ospite al programma In mezz'ora, che ha invitato i cittadini a non fare della Vincenzi un 'capro espiatorio': «Può prevalere l'emozione e la sofferenza. Di una persona, di un sindaco è diventato un po' automatico farne il capro espiatorio, ma i nostri comuni ora non hanno un euro. Poi vedremo come sono andate le cose».

    Commento by anonimo — 7 Novembre 2011 @ 00:00

  3. Cronache

    06/11/2011 – IL CASO
    La Stampa

    La Procura indaga:
    "Si poteva prevedere"

    Inchiesta per omicidio
    e disastro colposi
    Napolitano: fare chiarezza

    FABIO POZZO

    INVIATO A GENOVA
    Omicidio plurimo e disastro colposi, c’è scritto sulla copertina del fascicolo aperto dal capo della Procura di Genova, Vincenzo Scolastico, sull’alluvione del capoluogo ligure. Sono questi i reati ipotizzati per la tragedia di via Fereggiano, per le sei terribili morti causate dall’esondazione del torrente omonimo (uscito dagli argini come lo Sturla, Puggia, Noce, Vernazza e Bisagno), un corso d’acqua insignificante che di colpo, all’improvviso, si è fatto «mostro», alzandosi verso il cielo gonfio di pioggia. «E’ proprio questo che vogliamo capire: perché così all’improvviso» riflette a voce alta il magistrato, lisciandosi la barba. Scolastico, che a Genova è responsabile dell’Antimafia e svolge le funzioni di procuratore reggente, si è co-assegnato l’inchiesta, facendosi affiancare dal sostituto procuratore Stefano Puppo.

    Per ora, le ipotesi di reato di partenza sono formulate contro ignoti. Più avanti, chissà. Il primo atto formale è già stato compiuto. Il magistrato ha affidato una perizia al professore Alfonso Bellini, dell’Università di Genova, uno dei più noti geologi italiani, già consulente della Procura genovese per l’alluvione di Sestri Ponente dell’ottobre 2010 e dei magistrati di Sanremo nel processo che portò alla condanna di alcuni tecnici e funzionari per una devastante frana che ferì la città dei fiori nel 1998.

    Un atto che si accompagna a una prima domanda, quella che oggi, il giorno dopo la devastazione e la morte, è di tutti, a cominciare dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: quali sono le cause di questa tragedia? «C`è bisogno di approfondire gli aspetti di questa tragedia. Sono ancora scosso per quanto accaduto a Genova», ha detto ieri il Capo dello Stato dalla Puglia dov’è in visita. «Vogliamo capire perché il Fereggiano si è alzato di colpo. Sì, pioveva forte, ma possibile che quell’onda così improvvisa e repentina sia stata generata esclusivamente dalla portata delle precipitazioni?».

    Questo sarà uno dei quesiti sui quali dovranno pronunciarsi i tecnici (la Procura costituirà un pool di consulenti, affiancando a Bellini due esperti in idraulica e idrologia), ma Scolastico un’idea sembra essersela già fatta. «Probabilmente quell’onda è stata una diretta conseguenza della concomitante piena del Bisagno: l’acqua del Fereggiano è confluita con violenza verso quest’ultimo e si è trovata davanti un muro liquido che ha fatto da "tappo": da qui, l’esondazione». E i lutti. Il procuratore ricomincia a riflettere a voce alta. Parla di un progetto rimasto praticamente al palo, quello dello scolmatore del Bisagno, una galleria di sei chilometri che doveva arrivare fino al mare e intercettare le acque in caso di piena. «Non è stato fatto quasi nulla… Il sindaco ha detto che ciò è dovuto alla mancanza di fondi, che ci vogliono 270 milioni di euro per realizzare l’opera… Certo, finché non sarà realizzata le condizioni di pericolo perdureranno».

    Ma non c’è soltanto il futuro, nella storia di questo Bisagno maledetto, torrente che già nel 1970 si macchiò della colpa di un’alluvione che devastò e ferì Genova. C’è anche il passato. «Quando il torrente è stato coperto col cemento la larghezza del letto è stata ridotta da 98 metri a circa la metà», rimugina ancora Scolastico. Anche per questo, forse, ci starebbero bene un perché e soprattutto una risposta. Ma sicuramente anche i lavori di allora erano provvisti di tutti i permessi. I periti della Procura avranno 180 giorni di tempo per capire e far capire. Le cause dell’onda maligna del Fereggiano, e delle altre esondazioni, sì, ma la consulenza di una Procura non è finalizzata a un trattato scientifico: si cercano delle responsabilità, se ve ne sono. E allora, Bellini e gli altri esperti dovranno dire a Scolastico se è stato fatto tutto il possibile per prevenire ed evitare la tragedia. A cominciare dal rispetto dei piani di bacino.

    Commento by anonimo — 7 Novembre 2011 @ 00:07

  4. Alluvione Genova, la denuncia di un geologo: “si continuano a fare porcate urbanistiche”
    venerdì 4 novembre 2011, 20:47 di Redazione MeteoWeb

    Il geologo Domenico Pisani, alla luce della tremenda alluvione che ha colpito Genova, ci ha inviato alcune immagini per denunciare il modo con cui viene affrontata la pianificazione delle aree metropolitane.
    La prima foto è una ricostruzione degli interventi sul tratto finale dell’asta fluviale del Bisagno. “Lavori recentissimi, realizzati in occasione del 50° salone nautico del 2010! E in alcuni casi ancora in corso d’opera” ci spiega il geologo.
    La seconda si riferisce alla realizzazione di una copertura per il parcheggio dello lo stadio Luigi Ferraris (Marassi).
    La terza, qualche centinaio di metri a monte dello stadio, oltretutto all’uscita di un’ansa del fiume, si riferisce alla realizzazione di parcheggi, campo di calcetto e altro.
    L’ultima è una foto dell’alluvione odierna e mostra il piazzale della stazione Brignole: “vorrei far notare – ci ha detto il dott. Pisani – in alto a sinistra il Torrente Bisagno in piena nell’ultimo tratto a cielo aperto prima di sparire sotto la stazione e poi Viale delle Brigate Partigiane. In questo tratto l’alveo è largo circa 75 m., mentre alla foce 50 m. Sotto il Viale, dalle immagini sembrerebbe ancora più stretto. Questi scienziati che l’hanno progettato non sapevano nemmeno i più elementari principi dell’idraulica, primo tra tutti il “Principio di Bernoulli”. E alla luce di quanto accade ogni anno e di quanto è accaduto a Genova, in un passato non troppo lontano, si continuano a fare queste porcate!“

    Commento by anonimo — 7 Novembre 2011 @ 00:20

  5. Scusate la venalità dell'intervento in un post dedicato a questioni così tragiche, ma volevo informare che il ricorso contro lo slittamento dello stipendio di ottobre 2010 scelleratamente concesso e sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil, ha sortito effetto, ed oggi, chi quel decreto ingiuntivo lo aveva firmato, si trova risarcito degli interessi accumulati nei mesi durante i quali la suddetta stipendialità non era stata incassata.

    Poche decine di euro, ma un valore morale e sindacale enorme.

    Grazie ai temerari che hanno osato e oggi incassano. 

    Commento by anonimo — 9 Novembre 2011 @ 12:37

  6. The review is good as awlyas telling about the theme and at the same time not telling the story eventually creating interest to watch the movie. But one thing to correct – cast in Dil chahta hai is “Akshay khanna” not Rahul apart from Aamir & saif -Purnima

    Commento by Sushila — 11 Luglio 2013 @ 06:55

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