Stipendi sospesi per gli artisti e i lavoratori dell’Arena di Verona, travolti dalla crisi della storica fondazione lirica che negli ultimi quattro anni ha accumulato almeno 32 milioni di debito. Con una lettera inviata il 7 marzo a tutti i lavoratori e alle organizzazioni sindacali, il sovrintendente della Fondazione Arena ha comunicato che “causa il perdurare della situazione di illiquidità” non sarebbe stato possibile pagare gli stipendi di febbraio “entro la data del 12 marzo 2016”. Stipendi sospesi, dunque, per i gravi problemi economici in cui versa la Fondazione guidata dal sovrintendente, fedelissimo del sindaco di Verona Flavio Tosi, Francesco Girondini. “La Fondazione procederà il 12 marzo con il pagamento di una somma a titolo di acconto della retribuzione – prosegue la lettera – ed il relativo saldo entro e non oltre il 21 marzo 2016”. 

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La comunicazione arriva nel giorno in cui il Consiglio di indirizzo della Fondazione, presieduto dal sindaco Tosi, ha approvato – con un ritardo di più di due mesi – il bilancio di previsione del 2016 della fondazione lirica, grazie al contributo straordinario di 3 milioni di euro deliberato dal Comune di Verona per permettere il pareggio di bilancio. “Il bilancio previsionale andava approvato entro il 31 dicembre dell’anno scorso – spiega a ilfattoquotidiano.it il segretario veronese del sindacato dei lavoratori dello spettacolo Fials, Dario Carbone – il fatto che i dirigenti siano riusciti a chiuderlo solo adesso la dice lunga sulla confusione economica in cui versa la Fondazione Arena”. Senza il bilancio di previsione, la fondazione veronese non ha potuto finora accedere al Fondo unico per lo spettacolo (Fus), che quest’anno dovrebbe aggirarsi intorno a 11,5 milioni di euro. Con i fondi del Fus la liquidità dovrebbe sbloccarsi, e la fondazione ha evitato – per ora – il commissariamento. Ma la crisi dell’Arena si fa sempre più nera.

Di fronte al rifiuto dei sindacati di un “piano di risanamento” che prevede tagli e circa 72 esuberi – redatto dalla manager renziana Francesca Tartarotti – il sindaco Tosi ha reagito minacciando la chiusura dell’ente lirico. E dopo l’approvazione del bilancio, ha dichiarato al Corriere del Veneto di star “facendo di tutto per mantenere anche il Filarmonico”, lasciando sempre aperta la prospettiva dello smantellamento del teatro stabile veronese. Ma sull’origine della crisi dei conti dell’Arena, un report della società Kpmg del giugno 2015 commissionato dalla stessa Fondazione ha lasciato pochi dubbi: l’aggravamento della situazione patrimoniale si è verificato “tra il 2011 e il 2014” con un “peggioramento di circa 23 milioni di euro” e l’aumento esponenziale dell’esposizione bancaria e dei debiti verso i fornitori. Eventi che si sono verificati, di fatto, durante la gestione del sindaco Tosi e del sovrintendente Girondini.

“A ritardare l’approvazione del bilancio avrebbero pesato anche gravi perplessità dei revisori dei conti – spiegano fonti sindacali a ilfattoquotidiano.it – che ritenevano di non avere tutti gli elementi necessari per formare un bilancio”. Mentre continua il presidio dei lavoratori davanti agli uffici della Fondazione Arena, e una petizione su Change.org indirizzata al Presidente della Repubblica Mattarella e al Ministro dei Beni Culturali Franceschini, dal titolo “Salviamo la Fondazione Lirica Arena di Verona e i suoi lavoratori”, ha già raccolto più di 35o0 firme.