Le foto della biciclettata "pedala contro il decreto"
Ci sono le foto della bella pedalata che ieri, giorno dello sciopero del balletto assieme alla critcal mass, ci ha portato anche a protestare sotto la rai in corso sempione per l'oscuramento delle istanze dei lavoratori in lotta. ad esempio come per l'altro sciopero nessuna notizia trapela sugli… Mostra tutto schermi riguardo alla … Mostra tuttochiusura della scala per sciopero. Si è approfittato per estendere la protesta contro l'oscuramento che tutto il mondo del lavoro subisce quando viene cassintegrato, licenziato e isolato nel silenzio anche se civilmente si ribella. 300 biciclette tutte insieme erano proprio un bel coro. Abbiam continuato tutta la sera a volantinare il testo unitario e non solo e a megafonare a tutta la città by night le ragione del nostro sciopero. Anche davanti all'uscita del pubblico del piccolo teatro e a parlare per far sapere. Alla vecchia. Organizzata dalla Cub scala. fatti ….
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/05/28/foto/contro_bondi_con_i_palloncini-4395036/1/
Le foto sono coperte da copyright, non possono essere ne copiate ne scaricate.
Gentilezza dell'agenzia Fotogramma.I
GIOVEDI 27 MAGGIO ALLE ORE 21,30 PEDALA CONTRO IL DECRETO.
NELLA SERA IN CUI ERA PREVISTA LA PRIMA RAPPRESENTAZIONE DEL BALLETTO TRITTICO NOVECENTO CI SARA' LO SCIOPERO DEI LAVORATORI, A SEGUIRE UNA BICICLETTATA CONTRO IL DECRETO LEGGE SULLE FONDAZIONI LIRICHE SINFONICHE PER LE VIE DI MILANO.
PORTATE FISCHIETTI, MEGAFONI, TROMBE E TUTTO CHE CI PUÒ RENDERE VISIBILI.
VIA FILODRAMMATICI 2 ORE 21,30
Firenze. 26 maggio 2010
Nastasi interrogato sulle nomine per i lavori agli Uffizi
Sciopero domani alla Scala ma prove aperte del balletto
MILANO – 26 MAGGIO 2010 – Salta per sciopero domani, giovedì, alla Scala la prima del balletto Trittico Novecento, ma in mattinata si potrà assistere a una prova aperta gratuita dello spettacolo. L'assemblea dei lavoratori – che protestano per chiedere il ritiro del decreto Bondi sulle fondazioni lirico sinfoniche – ha confermato lo sciopero annunciato nei giorni scorsi aggiungendo che si potrà assistere a una prova di scena aperta dalle 11 alle 13.
I biglietti per entrare, gratuiti, si potranno ritirare in via Filodrammatici a partire dalle 9,30. E' invece saltata la giornata di visite guidate ai laboratori dell'Ansaldo venerdì prossimo. Questa volta la causa è lo sciopero dei mezzi pubblici.
La manovra del Governo, la più grande macelleria sociale della storia
Non mettono, come dice Berlusconi, le mani nelle tasche degli italiani. Mettono le dita negli occhi degli italiani. Siamo ad un livello di dramma sociale che viene occultato e nascosto dalla propaganda: è quello che accadrà pensando di tagliare un numero impressionante di risorse agli Enti Locali, con le Regioni che vengono sostanzialmente dissanguate. Loro non mettono le mani nelle tasche degli italiani, ma io in Puglia non avrò più un euro per pagare i servizi sociali o la viabilità. L'operazione che fanno è il trasferimento a qualcun altro della responsabilità della più grande opera di macelleria sociale nella storia italiana. È questo quello che sta per avvenire. Non so se è chiaro. L'entità, la qualità e la quantità che disegnano una manovra senza precedenti sono un segnale drammatico per il Paese. La prima cosa da dire è che a Palazzo Chigi hanno giocato a nascondino per 2 anni. Hanno avuto paura di confrontarsi con quello che accadeva nel resto del mondo, l'esplosione della bolla speculativa che aveva la forza di riassumere tutta la follia di un ventennio di ubriacatura liberista, che svelava la natura di un'economia la cui finanziarizzazione ha consentito di coltivare l'illusione di una ricchezza prodotta senza lavoro. Hanno giocato a nascondere la crisi, in tutta Europa ci si è preoccupati di risarcire quei soggetti che erano stati protagonisti della crisi, abbiamo salvato gli autori della crisi degli ultimi anni. Ma come si può immaginare di proporre ad un lavoratore dipendente o a un pensionato un sacrificio, anche di un solo euro, se prima non si spiega come cambiare questa logica perversa della finanziariazzazione, se non si pone fine all'allegra finanza degli speculatori e dei pescecani che hanno prodotto questo disastro, se non si chiede scusa al lavoro, offeso, marginalizzato, precarizzato?
26 Maggio
nichi vendola
Commento by AutoOrgScala — 26 Maggio 2010 @ 13:51
Spettacolo | 26/05/2010 | ore 19.40 »
Lirica: Tutino, in questa fase serve una Anfols forte
Roma, 26 mag. (Adnkronos) – ''In questa fase serve una Anfols (l'Associazione nazionale delle Fondazioni lirico sinfoniche, ndr) forte con la partecipazione di tutti. Lancio percio' un appello a tutti i sovrintendenti, anche a quelli critici, a partecipare''. Lo ha detto il sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, Marco Tutino, al termine dell'incontro di oggi pomeriggio tra il ministro per i Beni e le Attivita' culturali, Sandro Bondi, e i sovrintendenti delle Fondazioni liriche.
Quanto all'incontro con Bondi, Tutino afferma che il ministro ''ha mostrato grande attenzione alle varie opinioni e alle diversita' di ciascun teatro, manifestando disponibilita' a migliorare il decreto per renderlo piu' efficace''.
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 19:50
Spettacolo | 26/05/2010 | ore 19.31 »
Lirica: Cagli, da Bondi disponibilita' a discutere tutti gli emendamenti al decreto
Roma, 26 mag. – (Adnkronos) – ''Il ministro si e' dimostrato ampiamente disponibile a discutere in Parlamento tutti gli emendamenti al decreto. Lui stesso ha detto che tutti i decreti sono perfettibili''. Con queste parole il sovrintendente presidente dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Bruno Cagli, ha commentato l'incontro di oggi tra il ministro per i Beni e le Attivita' culturali, Sandro Bondi, e i sovrintendenti delle Fondazioni Liriche.
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 19:51
Spettacolo | 26/05/2010 | ore 19.27 »
Lirica: De Martino, apertura di Bondi su turnover e integrativo
Roma, 26 mag. (Adnkronos) – ''Quello di oggi e' stato un incontro importante. Il ministro Bondi ha manifestato apertura su alcuni punti nodali del decreto come il blocco dei turnover e l'integrativo''. Lo ha detto il sovrintendente del Teatro dellOpera di Roma, Catello De Martino, al termine dell'incontro tra il ministro per i Beni e le Attivita' culturali, Sandro Bondi, e i sovrintendenti delle Fondazioni lirico sinfoniche.
''Adesso -ha aggiunto De Martino- occorre mandare segnali di serenita' ai sindacati e arrivare ad una soluzione in un quadro complesso economico e sindacale come quello attuale''.
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 19:51
Lirica: Cognata, bene incontro ora da decreto esca riforma vera
Roma, 26 mag. – (Adnkronos) – ''L'incontro e' andato bene. Abbiamo tutti condiviso la necessita' impellente di una vera riforma delle fondazioni lirico sinfoniche. Speriamo che possa uscire da questo decreto''. Lo ha dichiarato il sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, Antonio Cognata, al termine dell'incontro di oggi tra il ministro per i Beni e le Attivita' culturali, Sandro Bondi, e i sovrintendenti delle Fondazioni lirico sinfoniche. Cognata ha tenuto a precisare che ''i distinguo tra le varie Fondazioni vanno fatte in sede di riforma e non con il decreto'' e ha sottolineato di ''avere fiducia'' dal momento che ''il ministro si e' detto aperto a suggerimenti e contributi per fare questa riforma nel modo migliore possibile''.
(26 maggio 2010 ore 20.02)
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 19:53
Spettacolo | 26/05/2010 | ore 20.09 »
Lirica: Pietrantonio, non siamo tutti uguali
Roma, 26 mag. (Adnkronos) – ''Non tutte le Fondazioni liriche sono uguali e questo e' un dato che va tenuto in considerazione. Abbiamo bilanci diversi e il Lirico di Cagliari e' uno dei pochi teatri ad avere sei bilanci consecutivi in pareggio''. Lo afferma il sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari, Maurizio Pietrantonio, al termine dell'incontro di oggi tra il ministro per i Beni e le Attivita' culturali, Sandro Bondi e i sovrintendenti delle Fondazioni liriche.
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 19:54
Corriere della Sera di mercoledì 26 maggio 2010, pagina 25
Il vice di Bondi: "L'ingegnere-coiffeur? Fu Della Giovampaola a indicarmelo"
di M.Ima.
Firenze Nastasi interrogato sulle nomine per i lavori agli Uffizi Il vice di Bondi: «L'ingegnere-coiffeur?
Fu Della Giovampaola a indicarmelo»MILANO «Fu Mauro Della Giovampaola a indicarmi il suo nome». Salvo Nastasi ha risposto così all'inevitabile domanda dei magistrati sulla nomina a direttore dei lavori di restauro degli Uffizi di Riccardo Miccichè, ingegnere dal curriculum variegato comprendente la partecipazione a una società «che ha come oggetto l'attività di parrucchiere per uomo, donna e bambino»: attribuendo la paternità della scelta a uno dei quattro componenti originari della presunta cricca.
Nastasi, capo di gabinetto del ministro della Cultura Sandro Bondi è stato sentito nei giorni scorsi dai pubblici ministeri fiorentini che indagano sugli appalti per le Grandi Opere. Convocato come persona informata sui faffi, è rimasto in procura per circa tre ore. A rendere necessaria la sua audizione è stata una serie di atti istruttoti circostanziati, prodotti dal Ros di Firenze, nei quali si evidenzia come Nastasi, nella gestione della pratica Uffizi abbia finito per accontentare gli uomini vicini ad Angelo Balducci, l'ex presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici arrestato lo scorso febbraio.
Agli atti c'è una telefonata del 22 dicembre 2009 nella quale il capo di gabinetto comunica direttamente a Balducci le nomine dei suoi fedelissini «Oggi ho presentato Mauro (Della Giovampaola) sugli Uffizi; alla fine abbiamo fatto Mauro soggetto attuatore, Enrico (Bentivoglio) responsabile unico del procedimento e Riccardo Miccichè direttore dei lavori… mi sembra una buona squadra». – La bontà di queste nomine per viene messa in discussione proprio dai diretti interessati. In un'altra intercettazione, Bentivoglio infat ti racconta a Fabio be Santis, provveditore alle Opere Pubbliche, uomo fidato di Balducci, di aver espresso forti perplessità a Nastasi in merito alla competenza di Miccicbè per il ruolo di direttore dei lavori agli Uffizi. «Ma siamo sicuri del siciliano?». I magistrati hanno fatto domande anche sul commissariamento degli Uffizi, avvenuto lo scorso 2 febbraio, quando mancavano pochi giorni agli arresti dei membri della presunta «cricca». La decisione, presa con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, aveva come conseguenza ilpassaggio dei lavori di restauro del polo museale sotto l'ombrello della Protezione civile. Nastasi è considerato l'uomo che ha seguito l'intera procedura. L'audizione del capo di Gabinetto del ministro della Cultura indica come le indagini sul versante fiorentino delle Grandi Opere stiano andando avanti. I magistiati titolari delle inchieste sono impegnati anche nella preparazione del processo sulla Scuola Marescialli, che il prossimo ig giugno vedrà il debutto in tribunale del cosiddetto «sistema gelatinoso». Ma intanto procedono, a piccoli passi, concentrandosi su Uffizi e sul contestato appalto dell'Auditorium. Nastasi, 36 anni, ex commissario del teatro Petruzzelli di Bari, del Maggio fiorentino e del San Carlo di Napoli, è considerato una figura importante anche nell'indagine sull'Auditorium, ovvero il Nuovo parcodella Musica, futura sede del Maggio. Era proprio a lui a presiedere la commissione tecnica che nel 2007 scelse il progetto della consociata Sac-Igit, degli imprenditori Cerasi e Ciolfi, quest'ultimo considerato dagli investigatori un «prestanome» di Anemone.
L'opera fu appaltata a poco meno di 70 milioni di euro, grazieaunribassodell5%e a un punteggio stratosferico assegnato al vincitore, il massimo consentito dalle tabelle. Ma le modifiche tecniche richieste nel tempo hanno fatto lievitare i costi fino a 236 milioni.
La vittoria di Sac-Igit non pass inosservata. La GiaYL di Valerio Carducci, seconda classificata, fece ìicorso al Tar, definendo «irregolare» la gara. E lo stesso Carducci a sfogarsi con Fabio De Santis. Si sente tradito da Balducci, all'epoca capo struttura della Ferratella, «come uomo,, come persona, tradito ancora una volta da un amico», al quale rimprovera di aver favorito i Cerasi, secondo lui sponsorizzati da Walter Veltroni e Francesco Rutelli. In ogni caso, GiaFi. si consolerà pi avanti, con un appalto importante per il GS della Maddalena.
Lo scorso ig marzo il Tar ha effettivamente accolto il ricorso, decretando l'annullamento della gara dell'Auditorium «per palesi irregolaritb. I lavori non si sono fermati. Neppure le indagini:un cubista
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 20:30
Corriere della Sera di mercoledì 26 maggio 2010, pagina 25
Il vice di Bondi: "L'ingegnere-coiffeur? Fu Della Giovampaola a indicarmelo"
di M.Ima.
Firenze Nastasi interrogato sulle nomine per i lavori agli Uffizi Il vice di Bondi: «L'ingegnere-coiffeur?
Fu Della Giovampaola a indicarmelo»MILANO «Fu Mauro Della Giovampaola a indicarmi il suo nome». Salvo Nastasi ha risposto così all'inevitabile domanda dei magistrati sulla nomina a direttore dei lavori di restauro degli Uffizi di Riccardo Miccichè, ingegnere dal curriculum variegato comprendente la partecipazione a una società «che ha come oggetto l'attività di parrucchiere per uomo, donna e bambino»: attribuendo la paternità della scelta a uno dei quattro componenti originari della presunta cricca.
Nastasi, capo di gabinetto del ministro della Cultura Sandro Bondi è stato sentito nei giorni scorsi dai pubblici ministeri fiorentini che indagano sugli appalti per le Grandi Opere. Convocato come persona informata sui faffi, è rimasto in procura per circa tre ore. A rendere necessaria la sua audizione è stata una serie di atti istruttoti circostanziati, prodotti dal Ros di Firenze, nei quali si evidenzia come Nastasi, nella gestione della pratica Uffizi abbia finito per accontentare gli uomini vicini ad Angelo Balducci, l'ex presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici arrestato lo scorso febbraio.
Agli atti c'è una telefonata del 22 dicembre 2009 nella quale il capo di gabinetto comunica direttamente a Balducci le nomine dei suoi fedelissini «Oggi ho presentato Mauro (Della Giovampaola) sugli Uffizi; alla fine abbiamo fatto Mauro soggetto attuatore, Enrico (Bentivoglio) responsabile unico del procedimento e Riccardo Miccichè direttore dei lavori… mi sembra una buona squadra». – La bontà di queste nomine per viene messa in discussione proprio dai diretti interessati. In un'altra intercettazione, Bentivoglio infat ti racconta a Fabio be Santis, provveditore alle Opere Pubbliche, uomo fidato di Balducci, di aver espresso forti perplessità a Nastasi in merito alla competenza di Miccicbè per il ruolo di direttore dei lavori agli Uffizi. «Ma siamo sicuri del siciliano?». I magistrati hanno fatto domande anche sul commissariamento degli Uffizi, avvenuto lo scorso 2 febbraio, quando mancavano pochi giorni agli arresti dei membri della presunta «cricca». La decisione, presa con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, aveva come conseguenza ilpassaggio dei lavori di restauro del polo museale sotto l'ombrello della Protezione civile. Nastasi è considerato l'uomo che ha seguito l'intera procedura. L'audizione del capo di Gabinetto del ministro della Cultura indica come le indagini sul versante fiorentino delle Grandi Opere stiano andando avanti. I magistiati titolari delle inchieste sono impegnati anche nella preparazione del processo sulla Scuola Marescialli, che il prossimo ig giugno vedrà il debutto in tribunale del cosiddetto «sistema gelatinoso». Ma intanto procedono, a piccoli passi, concentrandosi su Uffizi e sul contestato appalto dell'Auditorium. Nastasi, 36 anni, ex commissario del teatro Petruzzelli di Bari, del Maggio fiorentino e del San Carlo di Napoli, è considerato una figura importante anche nell'indagine sull'Auditorium, ovvero il Nuovo parcodella Musica, futura sede del Maggio. Era proprio a lui a presiedere la commissione tecnica che nel 2007 scelse il progetto della consociata Sac-Igit, degli imprenditori Cerasi e Ciolfi, quest'ultimo considerato dagli investigatori un «prestanome» di Anemone.
L'opera fu appaltata a poco meno di 70 milioni di euro, grazieaunribassodell5%e a un punteggio stratosferico assegnato al vincitore, il massimo consentito dalle tabelle. Ma le modifiche tecniche richieste nel tempo hanno fatto lievitare i costi fino a 236 milioni.
La vittoria di Sac-Igit non pass inosservata. La GiaYL di Valerio Carducci, seconda classificata, fece ìicorso al Tar, definendo «irregolare» la gara. E lo stesso Carducci a sfogarsi con Fabio De Santis. Si sente tradito da Balducci, all'epoca capo struttura della Ferratella, «come uomo,, come persona, tradito ancora una volta da un amico», al quale rimprovera di aver favorito i Cerasi, secondo lui sponsorizzati da Walter Veltroni e Francesco Rutelli. In ogni caso, GiaFi. si consolerà pi avanti, con un appalto importante per il GS della Maddalena.
Lo scorso ig marzo il Tar ha effettivamente accolto il ricorso, decretando l'annullamento della gara dell'Auditorium «per palesi irregolaritb. I lavori non si sono fermati. Neppure le indagini:un cubista
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 20:30
Alfonso Malaguti* 1. Il D.L. 30 aprile 2010, n. 64 reca: “Disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali”. Consta di nove articoli. E’ in vigore dal 1° maggio 2010. Deve essere convertito entro il 29 giugno 2010. Dal titolo pare che si voglia distinguere fra lo spettacolo e le attività culturali. Si richiama il Tit. V della Costituzione che identifica tout-court le attività culturali come spettacolo e sulla cui interpretazione anche le Regioni avevano nel tempo convenuto, dopo un periodo iniziale di riserva. Già nel 2003 le Regioni avevano dato la propria disponibilità a stipulare specifici accordi in sede di conferenza Stato-Regioni da recepirsi con D.P.C.M., impegnando peraltro il Governo ad addivenire, in tempi rapidi, d’intesa con le Regioni, al definitivo assetto della materia. Sono passati oltre sette anni! 2. Gli articoli del D.L. che interessano sono cinque: 1 – 2 – 3 – sulle fondazioni lirico-sinfoniche; 4 sulle attività culturali; 8 sulle abrogazioni. 3. Si richiamano gli articoli 117 – 118 – 119 della Costituzione. Si evidenzia che nel decreto de quo non è acquisito il conforme parere della Conferenza unificata, pure essenziale stante la riforma costituzionale testé citata. Peraltro si ricorda la sentenza della Corte Costituzionale n. 255 dell’8 luglio 2004 che ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1 del D.L. 18 febbraio 2003, n. 24, convertito con Legge 17 aprile 2003, n. 82 (ricorso Regione Toscana). Fu una sentenza che intendeva tutelare gli operatori dello spettacolo; sarebbe accaduto a contrariis se il ricorso fosse stato accolto. La Corte nella sentenza de qua ha richiamato il legislatore alla necessità ineludibile di riformare le leggi vigenti che non possono essere modificate dai legislatori regionali: modifica che deve adeguare la legislazione vigente all’attuale Tit. V della Costituzione. Proprio in relazione alle impellenti necessità delle istituzioni di spettacolo ben colte dalla Corte, la disposizione costituzionale deve intendersi temporanea. Da allora sono passati quasi sei anni! Nel presente Decreto la questione di legittimità costituzionale potrebbe avere, invece, un proprio fumus juris. 4. Il D.L. contiene incongruenze giuridico-politiche. Un D.L. si emana se c’è urgenza, ai sensi dell’art. 77 della Costituzione. Indubbiamente, c’è una estrema, urgente necessità di procedere ad una riforma delle Fondazioni lirico-sinfoniche che, a quasi quindici anni dal D.lgs. 367, mostrano di avere il fiato grosso sia normativamente che economicamente. Dice il D.L. che il Governo provvede alla revisione dell’attuale assetto ordinamentale con uno o più regolamenti (art. 1, comma 1) attenendosi ad una serie di criteri. I regolamenti devono essere emanati entro dodici mesi (art. 1, comma 3). Ma, allora, l’urgenza, dov’è? C’è un anno di tempo “per un elaborato dignitoso se non soddisfacente” (Gioacchino Lanza Tomasi). Il D.L. interviene normativamente per destrutturare il sistema come si evince infra. 4.1 Sei sono i criteri indicati dall’art. 1, dalla lettera a) alla lettera f). Nella lettera f) c’è una delle rarissime affermazioni positive (l’unica?) laddove si stabilisce che l’erogazione del contributo statale deve avvenire sulla base di programmi triennali: “l’erogazione del contributo statale avvenga sulla base di programmi di attività triennali in ragione di una percentuale minima prestabilita a valere sul Fondo unico dello spettacolo” (art. 1, comma 1, lettera f, secondo periodo). Dunque, si richiama la Legge 163/1985 che pure aveva introdotto la triennalità. Vanno anche ricordati i regolamenti sulle attività teatrali, musicali e di danza degli anni 1999 e 2000 le cui norme, per prime, sancivano la triennalità dei programmi da parte degli operatori con il Ministero che assegnava la sovvenzione per un triennio con erogazione annuale. Nel 2001 tali regolamenti furono sostituiti da altri (per la verità Decreti Ministeriali) con previsione di programmi solo annuali. 4.2 Ora, esaminiamo i criteri del D.L. di cui all’art. 1. Lett. a – “Razionalizzazione dell’organizzazione e del funzionamento sulla base dei principi, etc…”: niente di nuovo; Lett.b – “Individuazione degli indirizzi ai quali dovranno informarsi le decisioni attribuite all’autonomia statutaria di ciascuna fondazione etc…”. Anche qui niente di nuovo. Sembrano due norme tautologiche; Lett. c – “Previsione di forme adeguate di vigilanza sulla gestione economico- finanziaria della fondazione”. Che significa? E il Collegio dei Revisori del Conto? E la Corte dei Conti? Finora che forme di vigilanza si sono attuate?; Lett.d, lett. e – “Incentivazione del miglioramento dei risultati etc…”, “Disciplina organica del sistema di contrattazione collettiva”: mere affermazioni di principio; Lett. f – E’ un saggio dell’inespresso. Va riletto nella sua interezza. Dunque, sono previste forme organizzative etc…: Scala, Santa Cecilia ed eventuali altre fondazioni. Insomma si ipotizzano forme organizzative speciali delle fondazioni considerando: peculiarità, rilevanza internazionale, capacità produttiva. 5. Il comma 2 del cit. articolo recita che sullo schema di regolamento va acquisito il parere della Conferenza unificata (art. 8 della L. 8 agosto 1997, n. 281), del Consiglio di Stato e delle competenti Commissioni parlamentari. E’ quella …
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 20:40
Alfonso Malaguti* 1. Il D.L. 30 aprile 2010, n. 64 reca: “Disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali”. Consta di nove articoli. E’ in vigore dal 1° maggio 2010. Deve essere convertito entro il 29 giugno 2010. Dal titolo pare che si voglia distinguere fra lo spettacolo e le attività culturali. Si richiama il Tit. V della Costituzione che identifica tout-court le attività culturali come spettacolo e sulla cui interpretazione anche le Regioni avevano nel tempo convenuto, dopo un periodo iniziale di riserva. Già nel 2003 le Regioni avevano dato la propria disponibilità a stipulare specifici accordi in sede di conferenza Stato-Regioni da recepirsi con D.P.C.M., impegnando peraltro il Governo ad addivenire, in tempi rapidi, d’intesa con le Regioni, al definitivo assetto della materia. Sono passati oltre sette anni! 2. Gli articoli del D.L. che interessano sono cinque: 1 – 2 – 3 – sulle fondazioni lirico-sinfoniche; 4 sulle attività culturali; 8 sulle abrogazioni. 3. Si richiamano gli articoli 117 – 118 – 119 della Costituzione. Si evidenzia che nel decreto de quo non è acquisito il conforme parere della Conferenza unificata, pure essenziale stante la riforma costituzionale testé citata. Peraltro si ricorda la sentenza della Corte Costituzionale n. 255 dell’8 luglio 2004 che ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1 del D.L. 18 febbraio 2003, n. 24, convertito con Legge 17 aprile 2003, n. 82 (ricorso Regione Toscana). Fu una sentenza che intendeva tutelare gli operatori dello spettacolo; sarebbe accaduto a contrariis se il ricorso fosse stato accolto. La Corte nella sentenza de qua ha richiamato il legislatore alla necessità ineludibile di riformare le leggi vigenti che non possono essere modificate dai legislatori regionali: modifica che deve adeguare la legislazione vigente all’attuale Tit. V della Costituzione. Proprio in relazione alle impellenti necessità delle istituzioni di spettacolo ben colte dalla Corte, la disposizione costituzionale deve intendersi temporanea. Da allora sono passati quasi sei anni! Nel presente Decreto la questione di legittimità costituzionale potrebbe avere, invece, un proprio fumus juris. 4. Il D.L. contiene incongruenze giuridico-politiche. Un D.L. si emana se c’è urgenza, ai sensi dell’art. 77 della Costituzione. Indubbiamente, c’è una estrema, urgente necessità di procedere ad una riforma delle Fondazioni lirico-sinfoniche che, a quasi quindici anni dal D.lgs. 367, mostrano di avere il fiato grosso sia normativamente che economicamente. Dice il D.L. che il Governo provvede alla revisione dell’attuale assetto ordinamentale con uno o più regolamenti (art. 1, comma 1) attenendosi ad una serie di criteri. I regolamenti devono essere emanati entro dodici mesi (art. 1, comma 3). Ma, allora, l’urgenza, dov’è? C’è un anno di tempo “per un elaborato dignitoso se non soddisfacente” (Gioacchino Lanza Tomasi). Il D.L. interviene normativamente per destrutturare il sistema come si evince infra. 4.1 Sei sono i criteri indicati dall’art. 1, dalla lettera a) alla lettera f). Nella lettera f) c’è una delle rarissime affermazioni positive (l’unica?) laddove si stabilisce che l’erogazione del contributo statale deve avvenire sulla base di programmi triennali: “l’erogazione del contributo statale avvenga sulla base di programmi di attività triennali in ragione di una percentuale minima prestabilita a valere sul Fondo unico dello spettacolo” (art. 1, comma 1, lettera f, secondo periodo). Dunque, si richiama la Legge 163/1985 che pure aveva introdotto la triennalità. Vanno anche ricordati i regolamenti sulle attività teatrali, musicali e di danza degli anni 1999 e 2000 le cui norme, per prime, sancivano la triennalità dei programmi da parte degli operatori con il Ministero che assegnava la sovvenzione per un triennio con erogazione annuale. Nel 2001 tali regolamenti furono sostituiti da altri (per la verità Decreti Ministeriali) con previsione di programmi solo annuali. 4.2 Ora, esaminiamo i criteri del D.L. di cui all’art. 1. Lett. a – “Razionalizzazione dell’organizzazione e del funzionamento sulla base dei principi, etc…”: niente di nuovo; Lett.b – “Individuazione degli indirizzi ai quali dovranno informarsi le decisioni attribuite all’autonomia statutaria di ciascuna fondazione etc…”. Anche qui niente di nuovo. Sembrano due norme tautologiche; Lett. c – “Previsione di forme adeguate di vigilanza sulla gestione economico- finanziaria della fondazione”. Che significa? E il Collegio dei Revisori del Conto? E la Corte dei Conti? Finora che forme di vigilanza si sono attuate?; Lett.d, lett. e – “Incentivazione del miglioramento dei risultati etc…”, “Disciplina organica del sistema di contrattazione collettiva”: mere affermazioni di principio; Lett. f – E’ un saggio dell’inespresso. Va riletto nella sua interezza. Dunque, sono previste forme organizzative etc…: Scala, Santa Cecilia ed eventuali altre fondazioni. Insomma si ipotizzano forme organizzative speciali delle fondazioni considerando: peculiarità, rilevanza internazionale, capacità produttiva. 5. Il comma 2 del cit. articolo recita che sullo schema di regolamento va acquisito il parere della Conferenza unificata (art. 8 della L. 8 agosto 1997, n. 281), del Consiglio di Stato e delle competenti Commissioni parlamentari. E’ quella …
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 20:40
5. Il comma 2 del cit. articolo recita che sullo schema di regolamento va acquisito il parere della Conferenza unificata (art. 8 della L. 8 agosto 1997, n. 281), del Consiglio di Stato e delle competenti Commissioni parlamentari. E’ quella medesima Conferenza che, invece, non si è attivata sull’intero corpus del presente D.L. Nella seconda parte del comma si dice che “dalla data di entrata in vigore delle norme regolamentari (…) sono abrogate le disposizioni vigenti, anche di legge, con esse incompatibili” (corsivo mio). Un regolamento – rebus sic stantibus – non può abrogare disposizioni di legge! 6. Le disposizioni per il riordino del settore lirico-sinfonico contenute nell’art. 1 non fissano, per così dire, dei paletti normativi per avviare, appunto, tale riordino, ma enunciano principi generali che devono avere congrui contenuti. Forse lasciati, i contenuti, ai regolamenti? Peraltro il Ministro per i Beni e le Attività Culturali nella sua relazione al D.L. presentata al Senato anziché introdurre la ratio di una riforma di cui non si vede l’iter elenca le cosiddette “malefatte” finanziarie delle fondazioni lirico-sinfoniche: 5.500 unità circa di dipendenti; 70% dei bilanci destinato a coprire le spese del personale; personale delle 14 fondazioni costato, nel 2008, oltre 340 milioni di euro a fronte di un contributo statale di quasi 235 milioni 500 mila euro. Dal 2002 al 2008 il deficit delle fondazioni ammonta ad euro 200 milioni 310 mila 833. Nel 2008 vi sono stati interessi passivi per circa 9,5 milioni di euro, ma i contributi pubblici non sono quasi mai tempestivi! 7. Gli articoli 2 e 3 vanno letti assieme. Le alinee recitano: “Procedimento di contrattazione collettiva nel settore lirico-sinfonico”, “Disposizioni in materia di personale dipendente dalle fondazioni lirico-sinfoniche”. Tali articoli richiedono per la loro completa comprensione approfondita dimestichezza giuridica ché si richiamano, si modificano, si integrano una serie di norme preesistenti: leggi, decreti legislativi, D.L. convertiti, D.M. (ne ho contate oltre dieci). Si richiamano nella loro integrità gli articoli 22 (art. 2, comma 1) e 23 (art. 3, comma 2) del D.lgs. 367/1996 che devono essere riletti integralmente.Ora, esaminiamo l’articolo 2. Il nuovo CCNL verrà sottoscritto per la parte datoriale da una delegazione individuata con Decreto dal Ministro e dalle Organizzazioni Sindacali. La delegazione si avvale dell’ARAN: Agenzia per la Rappresentanza negoziale nelle pubbliche amministrazioni.Vi sono per lo meno due contraddizioni. Si cita l’articolo 22 del 367, ma lo si contraddice nei fatti. Il comma 1 richiama espressamente il Codice Civile e le leggi sui rapporti di lavoro subordinato. Dunque, questo contratto è collocabile fra le species di lavoro subordinato privato i cui principi generali sono, quindi, a tutti gli effetti richiamabili, nel rispetto della peculiarità del rapporto speciale. Negli enti lirici il CCNL non era riconducibile né al genus del contratto di lavoro subordinato né al genus del rapporto di pubblico impiego. Il D.L. riporta l’orologio contrattuale indietro laddove nella relazione medesima al Decreto si giustifica tale scelta per la circostanza che di fatto “le fondazioni lirico-sinfoniche sono a tutti gli effetti organismi di diritto pubblico, in quanto, fra l’altro, finanziate in larga parte da soggetti pubblici” (cors.m.). E’ così che si risolve la crisi? L’ARAN che cosa c’entra? (Già nel passato l’Agenzia si è dichiarata incompetente per tale tipo di contratto). E il datore di lavoro diventa il Ministero? Ad un certo punto l’articolo reca: “le competenze inerenti alla contrattazione collettiva del personale dipendente dalle fondazioni lirico-sinfoniche sono esercitate dal Ministro per i beni e le attività culturali”. E’ di fatto un commissariamento delle fondazioni alle quali si toglie la possibilità di essere una delle parti nel rinnovo del CCNL. Allora valeva commissariare formalmente tutte e 14 le fondazioni. Trattasi, dunque, di affermazioni normative incongrue. Si mettono assieme una serie di affermazioni prive di fondamento giuridico come se il 367 – che pure si cita nel decreto – non ci fosse, come se si fosse ritornati al Titolo II della Legge 800 che peraltro all’articolo 25, ultimo comma, regolava i contratti di lavoro fra gli enti e le categorie interessate. Secondo la costante interpretazione giurisprudenziale, la norma speciale dell’articolo 25 della Legge 800 attribuiva immediata operatività alla contrattazione collettiva. Ora, le fondazioni non sono più una delle parti del rinnovo del CCNL. Forse anche qui si può sollevare una questione di legittimità costituzionale. Né vale dire che l’articolo 25 limitava la contrattazione al personale artistico e tecnico ché con Legge 13 luglio 1984, n. 312 (art. 6, comma 1) si stabilì che il trattamento economico e normativo del personale dipendente è regolato dal CCNL stipulato fra una delegazione degli enti lirici e le organizzazioni sindacali. Per cui qualsiasi dipendente – allora, degli enti, ora, a maggior ragione, delle fondazioni – è svincolato dalla disciplina pubblicistica sia per la parte economica che per la parte normativa. E allora: l’ARAN, il Ministero che c’entrano? Nell’ultimo periodo dell’articolo 2 del Decreto c’è una clausola che “distorce” la previsione costituzionale e le normative generali di diritto del lavoro. “In sede di prima applicazione e fino alla verifica della maggiore rappresentatività etc…” come se dopo la verifica la rappresentatività dei dipendenti dalle fondazioni dovesse modificarsi. Insomma si politicizzano le norme! Faccio mio il suggerimento di Gioacchino Lanza Tomasi dato il 16 maggio scorso al Ministro Bondi di commissionare “subito una ricognizione dei sistemi musicali europei e affrontare subito il dialogo con sindacati (ed io aggiungo: e i Sovrintendenti), cifre alla mano e senza colpevolizzare il passato e il presente”. 8. E veniamo all’articolo 3 che consta di otto commi. Il comma 1 prevede l’ipotesi di lavoro autonomo per prestazioni di alto valore artistico e professionale per il personale dipendente. E’, dunque, esplicito, il riconoscimento di attività di lavoro autonomo. Ma si aggiunge: nelle more della sottoscrizione del CCNL sono vietate le prestazioni di lavoro autonomo dal 1° gennaio 2011! Il comma 2 cita espressamente l’articolo 23 del 367, richiamando quanto previsto dalla lettera c. Ma sono i commi 3 e 4 che portano novità radicali.Il comma 3 va letto in combinato disposto con il precedente e il successivo. Dunque, con il nuovo CCNL tutte le clausole in contrasto con i commi 2 e 4 non possono essere applicate e vanno rinegoziate. Il comma 4 dice che decorso un anno dalla data di entrata in vigore del D.L. e sino alla stipulazione del nuovo CCNL il trattamento economico aggiuntivo, di cui alla contrattazione aziendale, è ridotto del 50%. Nel diritto del lavoro credo non esista una reformatio in pejus di tale entità. <span style="font-size: …
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 21:06
Decreto Bondi, soprintendenti Fondazioni liriche: "E' perfettibile"
"Tutti i decreti sono perfettibili". E' Bruno Cagli, il soprintendente dell'accademia di Santa Cecilia a sintetizzare, uscendo dal ministero, il senso dell'incontro di oggi tra il ministro dei beni culturali Sandro Bondi e i soprintendenti delle fondazioni liriche italiane. Incontro positivo, secondo il giudizio dei soprintendenti ma anche, di Bondi, secondo quanto si apprende "molto soddisfatto".
E l'appuntamento è stata anche l'occasione per la prima volta a Roma delle due nuove soprintendenti, Francesca Colombo appena nominata per il Maggio di Firenze e Rosanna Purchia dal 1 aprile soprintendente del San Carlo di Napoli. "Abbiamo trovato un ministro ampiamente disponibile a discutere in sede parlamentare tutti gli emendamenti",spiega Cagli, 'Quanto a noi, abbiamo gia' presentato i nostri" Di fatto Bondi ha confermato ancora una volta le due aperture annunciate qualche giorno fa ai senatori della commissione cultura, riguardo al blocco del turn over e agli integrativi. Sthepane Lissner per La Scala ha ribadito la richiesta di autonomia e di un regolamento ad hoc, cosa che era nelle prime intenzioni del ministro. Gli altri hanno battuto tutti sulla questione economica, sulle necessità impellenti per il settore. Ma avrebbero anche concordato sulla necessità di una riforma.
Mentre sottolineavano che le proteste messe in campo in questi giorni dai lavoratori delle fondazioni liriche italiane sono state civili e rispettose. Bondi li ha invitati a presentare loro proposte entro il 9 giugno, quando il provvedimento approderà all'aula di Palazzo Madama. "Il ministro ha confermato la disponibilità anche ad apportare idee nuove al decreto.- spiega Lissner – Ci sono già esponenti del Pdl come dell'opposizione al lavoro e penso che nelle prossime settimane vedremo i risultati. Noi come Scala abbiamo firmato la nostra richiesta di autonomia. Sappiamo che la situazione in Italia oggi è difficile per tutti, noi però abbiamo una nostra peculiarità". Giudizio positivo anche per Catello De Martino, soprintendente e commissario speciale per l'Opera di Roma, "Un colloquio importante. Ora però bisogna dare segnali di positività al sindacato", dice ricordando che domani saranno i rappresentanti dei lavoratori ad incontrare il ministro, "bisogna arrivare al più presto ad una soluzione in questo complesso quadro economico e sindacale". Ministro "pronto a recepire tutte le osservazioni e le modifiche che verranno avanzate", riferisce soddisfatta Francesca Colombo, sottolineando che "ci sarà da fare un grande lavoro sull'articolo 1 del decreto e sui regolamenti". Qualche puntino sulle i dal soprintendente del Teatro lirico Cagliari, Maurizio Pietrantonio: "non siamo tutti uguali e questo va tenuto in considerazione", sottolinea, " il distinguo è necessario e credo che il ministro sia disposto ad ascoltare le proposte dei singoli sovrintendenti".
La pensa diversamente il soprintendente del teatro Massimo di Palermo, Antonio Cognata secondo cui invece "I distinguo vanno fatti in sede di riforma, non con decreto". Dal soprintendente del teatro di Bologna e presidente dell'Anfols Marco Tutino, l'invito a smorzare i toni: "il prossimo appuntamento con il ministro è fissato a dopo il dibattito parlamentare con la nuova versione del decreto. Bondi si è impegnato ad aprire un tavolo già ai primi di luglio con una delegazione dei soprintendenti". Domani sarà la volta dei sindacati e i toni potrebbero essere meno soddisfatti. Dal teatro dell'Opera di Roma, intanto, si annuncia per l'occasione anche un sit in.
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Fonte: ansa
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 21:42
BAVAGLIO ALLA SCALA DA PARTE DELLA DIREZIONE:questa sera la lettura del comunicato contro il decreto Bondi dei lavoratori della Scala prima dell'inizio dell'opera L'ORO DEL RENO è stato oscurato nelle proiezioni IN DIRETTA NEI CINEMA SPARSI INTUTTA ITALIA.. Decine di migliaia di spettatori non hanno potuto sentire e vedere la civile protesta dei lavoratori. cONTINUA IL BOICOTTASGGIO DELLA SOVRINTENDENZA scaligera cvontro i lavoratori. Nel pomeriggio Lissner vieta la copertura dei servizi antincendio e dI accoglienza pubblico per l'iniziativa di domattina e per il concerto di Barenboin del 29 .
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 21:45
Continua dal commento 8 e 9Il comma 5, dal canto suo, prevede che sino al 31 dicembre 2012 le fondazioni non possono procedere ad assunzioni a tempo indeterminato nonché indire procedure concorsuali. A decorrere dal 2013 sì alle assunzioni a tempo indeterminato nei limiti del contingente complessivamente corrispondente ad una spesa non superiore a quella relativa al personale cessato nel corso dell’anno precedente. Per le assunzioni a tempo determinato a copertura dei posti vacanti in organico non si può superare il 15% dell’organico approvato. Il comma 6 conferma norme precedenti e dichiara inefficaci i contratti di scrittura artistica non concretamente riferiti a specifiche attività artistiche espressamente programmate. Per le missioni all’estero si fa riferimento – come tetto massimo – alla lettera D (Gruppo IV) della Tabella A allegata al D.M. del Tesoro del 27 agosto 1998. Il comma 7 abroga l’articolo 4, comma 13, del D.lgs. 30 aprile 1997, n. 182 con la norma che prevede l’età pensionabile per i tersicorei a 45 anni (in Francia 40/45 anni). Prima era: 52 per gli uomini, 47 per le donne. Infine il comma 8 prevede uno stanziamento di euro 1 milione 700 mila annui per l’onere derivante dalla previsione di cui supra (maggiore spesa pensionistica) in base alla stima fatta dall’Enpals. L’importo medio di pensione è pari a circa 17.800,00 annui nel 2010. Con la normativa modificata nel 2010 passano da 63 a 154 unità (+91), nel 2019 da 320 a 390 (+70). La maggiore spesa pensionistica per il 2010 è pari ad euro 1 milione 623 mila, mentre per il 2019 sarà pari ad euro 1 milione 363 mila. 9. L’articolo 4, “Disposizioni in materia di attività culturali”, è norma di mera natura ordinamentale. Il Ministero ha il potere-dovere di rideterminare – entro 90 giorni a decorrere dal 1° gennaio 2011 – con propri decreti i criteri selettivi di assegnazione dei contributi alle attività svolte e rendicontate delle performing arts e i criteri di liquidazione e di anticipazione dei contributi da assegnare. Si tiene conto: · dei livelli quantitativi, ·della produzione, · della regolarità gestionale, · dell’affluenza del pubblico. L’obiettivo è razionalizzare l’intero sistema di finanziamento statale per le performing arts: · l’attività effettivamente consuntivata, · gli elementi quanti-qualitativi della produzione, · il buon andamento della gestione, · gli interventi di riduzione delle spese. L’ultimo periodo dell’articolo in esame prevede che dal 2010 possono essere liquidate anticipazioni dei contributi da assegnare sino all’80% dell’ultimo contributo già assegnato. Ciò va letto nel contesto della disposizione che vuole razionalizzare il procedimento di assegnazione dei contributi, sollevando il Ministero dal problema delle assegnazioni deliberate su mero preventivo. Assegnazioni spesso ridotte alla verifica della effettiva attività svolta. La posticipazione all’esercizio successivo dei contributi continua peraltro a postulare l’erogazione agli organismi di spettacolo di una congrua disponibilità di somme quali anticipazioni intese a permettere l’avvio della produzione artistica. In tal modo il Ministero si tutela in quanto non aumenta il flusso di esborso. Così come strutturata la norma rappresenta un problema per quelle istituzioni di spettacolo che hanno una gestione diretta da parte degli enti locali (pensiamo ad alcuni teatri di tradizione, ad una ICO, ad alcune attività di lirica ordinaria). Facendo riferimento all’ultimo contributo già assegnato, l’erogazione dell’80% non consente a tali istituzioni che la restante quota sia iscritta a bilancio. Con l’introduzione di questa norma il Ministero ha la facoltà di concedere l’anticipazione che verrà accordata in ragione di precise garanzie rese dall’operatore sia in termini di capacità realizzativa del progetto de quo sia in termini di capacità finanziaria che potrà essere dimostrata, per esempio, anche attraverso il ricorso ad apposita garanzia fidejussoria. Sono condizioni che non tutte le imprese sono in gradi di garantire con la riforma de quo che fa slittare all’esercizio successivo la effettiva assegnazione del contributo. In sostanza si viene a rallentare il flusso di spesa, ancorché in carenza di idonee garanzie da parte degli istanti. 10.L’articolo 8, “Abrogazioni”. Interessano solo alcune abrogazioni iniziando dalla Legge 800/67. Non si capisce, intanto, perché sia stato abrogato l’articolo 1 di questa legge. Con il D.L. che si sta esaminando lo Stato oggi non considera più l’attività lirica e concertistica di rilevante interesse generale in quanto intesa a favorire la formazione musicale, culturale e sociale della collettività nazionale. Appunto, perché l’articolo 1 è abrogato. Siamo tornati indietro di 43 anni! Non esiste più nel nostro Paese una legge organica sulla musica. Straordinario! E’, questa, tout-court una decisione politica incomprensibile ed inaccettabile. Della Legge 800 restano in vigore solo 10 articoli: 23, 27, 28, 32, 35, 36, 39, 42, 43, 45. Si salvano, dunque, le realtà più significative di cui al Titolo III della Legge 800: dai teatri di tradizione alle ICO alla lirica ordinaria, dalle società dei concerti ai festival, ma non le manifestazioni liriche e concertistiche all’estero, ma non i concorsi e i corsi e le attività sperimentali. E’ una salvezza che lascia attorno a sé un gran vuoto, una vera e propria desertificazione che rischia di cancellare il sistema musicale italiano o, per lo meno, di renderlo vieppiù asfittico proprio per la destrutturazione che il D.L. attua come si è visto commentando gli articoli inerenti l’attività musicale. Tale destrutturazione si evince anche dalle abrogazioni previste dalle lettere a), b), c), del comma 3 dell’articolo 8. Sono abrogazioni afferenti gli interventi a sostegno dell’attività musicale relativamente alla corresponsione dell’80% come anticipazione sulle sovvenzioni concesse dal Ministero (tali abrogazioni peraltro vanno lette in combinato disposto con l’articolo 4 del D.L.). In questo momento tutto lo spettacolo dal vivo italiano è senza una normativa generale di riferimento. Esistono solo norme – leggi, decreti legislativi, decreti legge, decreti ministeriali – di carattere particolare specifico riferite a singole attività ovvero a singoli settori. Manca un provvedimento organico per lo spettacolo: ed è sempre …
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 22:05
continua dla comento 8,9, 11Manca un provvedimento organico per lo spettacolo: ed è sempre mancato! Dal 30 aprile 2010 anche la musica è priva di un provvedimento organico.Insomma, la cultura, lo spettacolo, la musica non sono momenti strutturali dello Stato italiano, ma meri accidenti. Alfonso Malaguti *presidente Unione interregionale Agis Tre Venezie
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 22:07
#11 si diamo la colpa a Lissner dei boicottaggi così facciamo il gioco di qualcun'altro. Ma se non li autorizza Lissner le prove aperte, le visite ai laboratori, la mancata presentazione della stagione prossima come segno di protesta col cavolo che ci cagava qualcuno.Dovremmo essere uniti col sovrintendente in questa lotta contro il decreto che vuole affossare la cultura lirica e teatrale italiana.
Commento by anonimo — 26 Maggio 2010 @ 23:27
Ragazzi, basta ipocrisie e fette di salame sugli occhi: Lissner ha parlato chiaro fin da subito, vuole l'autonomia del Teatro alla Scala e appoggia i lavoratori in tutte le manifestazioni funzionali allo scopo. Dall'altro canto i sindiacati dicono di lottare per il ritiro del decreto in toto. Noi e il Sovr. siamo su posizioni diverse con una differenza: lui è onesto, i sindacati meno!Se domani Bondi concede alla Scala quello che Lissner auspica e cioè AUTONOMIA (come dire potete gestirvi come vi pare in deroga ad una normativa comune a tutte le altre fondazioni) il suo appoggio chiaramente verrà meno, è già nei patti.E noi verremo presi per pazzi da tutto il mondo se continuiamo a protestare! Sveglia, il tiro della protesta è sbagliato o meglio è mascherato.La Scala e Santa Cecilia si leveranno presto dalla lotta…Attenzione!Ciao
Commento by anonimo — 27 Maggio 2010 @ 08:06
Onesto?
Commento by anonimo — 27 Maggio 2010 @ 08:10
Lissner santo subito! E schiatti il sindacato al voler suo.
Commento by anonimo — 27 Maggio 2010 @ 19:07
#15 informati…"agire in deroga ad una normativa…" una legge dello Stato non è una normativa, perciò qualunque regolamento non potrà derogare dalle leggi. O pensi che ti scrivano il decreto 2 per la Scala?Le leggi sono in vigore e la Scala le applica, se puo'…non dubitarne. E il decreto il 29 giugno diventa legge. Poi se vogliamo continuare a credere alle palle di Bondi che convoca a LUGLIO per discutere…guarda caso. A luglio.L'autonomia non sarà fate quel che volete, in deroga a quanto la legge prescrive.Se no che lo facevano a fare il decreto, per derogare dopo?Questo a proposito delle fette di salame…
Commento by anonimo — 27 Maggio 2010 @ 19:53
TEATRI UNITI !!! E ognuno faccia la sua parte.
Commento by anonimo — 27 Maggio 2010 @ 22:07
# 18 il tuo commento è proprio approssimativo e tipico delle fette di salame sugli occhi:la legge che contiene delle prescrizioni può contenere deroghe ad esse in casi ben specificati. Quindi in atto di conversione del DL in Legge (per esempio) potrebbero prevedere che i Teatri che rispettano certi parametri (pareggio di bilanci, certo numero di spettacoli, % contr. privati) possono assumere, non vedranno tagliati gli integrativi, avranno più contributi, ecc… Per Lissner autonomia significa che rimanga tutto com'è, non subire gli effetti del decreto. Per legge si può fare e Lissner mira a questo, tanto è vero che due giorni fa ha ricevuto da Bondi rassicurazioni in questo senso e da ieri non appoggia più i lavoratori. Però questo lo ha detto dall'inizio, diceva io penso che questo decreto non riguardi la Scala e non che il decreto andava ritirato. In Teatro se ne è accorto qualcuno di questa "piccola differenza". Noi scioperiamo per il ritiro del decreto, Lissner tollera e diciamo appoggia la protesta per levare la Scala dall'applicazione del decreto e una volta che lo ha ottenuto o pensa di averlo ottenuto smette di appoggiare una protesta che per lui non ha più senso. Svegliaaaaaaa! noi abbiamo fatto casino per far vincere la battaglia alla Scala, non al settore lirico-sinfonico. Ci hanno detto che lo facevamo per tutti, ma era solo per noi! Ora che qualcuno ci dirà: gli stagionali tutti riconfermati, gli integrativi non verranno toccati, sulle altre questioni un po di limatine e quindi in sostanza cambia poco o nulla, cosa protestate a fare?! protestate perchè a Bologna non riassumono i precari? o perchè se non si firma il CCNL a palermo tagliano le buste paga?A voi non accadrà nulla di che vi lamentate?Svegliaaaaaaaaaaaa!Io non ho mai visto così tanta collaborazione tra una direzione e i lavoratori (rappresentati dal sindacato) nell'organizzare scioperi, manifestazioni speciali, eventi aperti al pubblico, ecc… e in fatti mi ricordavo bene: ora che la Direzione ha ottenuto da Bondi quel che voleva o è sulla strada buona per ottenerlo, smette di appoggiare la protesta perchè non ha più nulla di cui portestare!!!!!!!P.S. Informati tu: una legge delle Stato fissa i pricipi generali regolati nello specifico da una serie di norme (normativa) e può prevedere i casi nei queli si applicano queste norme o meno (deroghe); i regolamenti li hai tirati fuori tu…
Commento by anonimo — 28 Maggio 2010 @ 09:20
1) quali sono i punti del decreto che Lissner mira a rendere inapplicabili ?2) il fatto che una serie di deroghe evitino l'applicazione della norma più generale contenuta nel decreto non significa che la fondazione abbia l'obbligo di servirsene sempre, in ogni caso.Infatti le norme sono obblighi di legge per i gestori delle fondazioni così come le deroghe saranno delle facoltà sempre della gestione.La gestione non la fanno i lavoratori………..Se la norma sul blocco dei concorsi rimane (OBBLIGO DI LEGGE) la deroga alla sua applicazione è una facoltà…….un'opportunità……..una deroga appunto non vincolante3) vogliamo parlare delle deroghe proposte da Lissner sulla tabella D indennità di trasferta ???4) vogliamo parlare delle deroghe proposte da Lissner al limite del 20% della contrattazione integrativa ??#18 mi sembri prematuramente OTTIMISTA…….aspetta di vedere i regolamenti per giubilare e nel frattempo mangiati le fette di salame
Commento by anonimo — 28 Maggio 2010 @ 10:44
# 21 beh! già cos' si può discutere di qualcosa di concreto.1) credo siano i punti relativi alle risorse da impiegare per mantere e incrementare la produzione artistica tipo: consistenza dell'organico, retribuzioni integre, certezza dei finanziamenti su base triennale2) certo che le deroghe sono delle opportunità, ma se uno le chiede poi che fa? non ne beneficia? io poi non sostengo che la linea di Lissner si quella giusta, anzi, prorpio il contrario. Se si legge bene quanto scrivo: io sostengo che Lissner miri ad avere la possibilità di agire con maggior autonomia rispetto ai paletti introdotti dal decreto, mentre noi dovremmo prendere le distanze da questa linea, anzi avremmo dovuto prenderle subito e non accettare il sostegno (iniziale) della Direzione perchè non è una questione Scala, ma settore lirico-sinfonico e più in generale settore cultura.3) e 4) non c'era bisogno di aspettare il decreto per vedere che due anni fa nell'accordo per l'ultimo integrativo (fantasma) si erano già paramtrate una serie di voci in limitazione della futura capacità contrattuale a livello aziendale.io non sono prematuramente OTTIMISTA, ma definitivamente REALISTA!La famosa legge Scala o regolamento Scala o quellochevuoi Scala ci tira fuori dalla tempesta oggi, ma ci isola e ci rinvia per sempre al braccio di ferro lavoratori/direzione con un rapporto di forza 1 a 1000 perchè l'alternativa ad accettare la linea dirigenziale è scioperare, far calare produttività e ricavi, andare in rosso e finire nel girone dei dannati con gli altri teatri abbandonati oggi al loro destino.Io però non so se questo è chiaro a tutti o se qualcuno ci è o ci fa… il sindacato in questo momento è debole e crea spaccature all'interno e all'esterno. Non si è stati in grado di gestire una situazione di emergenza come quella di ieri quando la direzione a chiesto di pagar le spese vive per un concerto di protesta: si deve camminare con le proprie gambe!Ripeto, se non fosse chiaro, per un mese sindacati e direzione hanno scioperato e protestato insieme per due obbiettivi differenti: QUALCUNO SE NE E' RESO CONTO? Cosa ci si aspettava?
Commento by anonimo — 28 Maggio 2010 @ 11:07
nel commento precedente ho omesso una H e qualche vocale qua e la.Sorry!
Commento by anonimo — 28 Maggio 2010 @ 11:10
nterlocutorio incontro con i sindacati. Prossimo tra una settimanaROMA – 28 MAGGIO 2010 – Un cauto spiraglio di confronto sul decreto di riforma delle fondazioni liriche è quello che si apre dopo l'incontro di ieri del ministro Sandro Bondi con i sindacati nazionali dello spettacolo, che segue di un giorno l'incontro sostanzialmente positivo dello stesso ministro con i sovrintendenti. Soluzioni non ne sono uscite e non si parla ancora di trattativa ma l'aggiornamento del confronto alla prossima settimana lascia aperta la possibilità di approfondire le reciproche posizioni, per ora lontane. "E' andato abbastanza bene, sono abbastanza soddisfatto", si è limitato a commentare il ministro Bondi. "Niente di deciso", hanno precisato i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Fials, lasciando il ministero, davanti al quale musicisti del teatro dell'Opera di Roma hanno tenuto un sit in di protesta cantando il Nabucco. Il ministro si è mostrato disponibile ad ascoltare le richieste e a valutare modifiche, spiegano i sindacalisti, e questo viene valutato come un segnale. Dai rappresentanti dei lavoratori, riferisce Emilio Miceli (foto) della Cgil, è arrivata la richiesta di stralciare dal provvedimento una serie di temi, in pratica gli articoli 2 e 3 del decreto, che toccano la questione del contratto nazionale di lavoro. Richiesta fatta anche dagli altri sindacati, conferma il delegato della Uil, Fabio Benigni. "Su questo ci hanno risposto di aver imparato da noi molte cose", riferiscono i sindacalisti i quali aggiungono che c'é anche la questione di ballerini e tersicorei, che il decreto manda in pensione a 45 anni, "per noi sono licenziamenti belli e buoni", fanno notare Emilio Miceli e Silvano Conti della Cgil. Per la rappresentante della Fials, Lorella Pieralli "ad una disponibilità generica da parte del ministro non corrispondono al momento modifiche concrete". Dai sindacati è arrivata anche una proposta sul contratto nazionale che Bondi chiede di chiudere al più presto: "Premesso che non è certo responsabilità dei lavoratori o dei sindacati se il contratto nazionale non si rinnova da quattro anni – fanno notare – se il governo decide di stralciare dal provvedimento la parte sui contratti integrativi siamo pronti ad andare al ministero del lavoro per fare il contratto nazionale e pronti anche a stabilre qui al ministero le regole generali". Netta opposizione però ad un contratto di lavoro "a norme delegificate", ovvero sotto dettatura. "Insomma, hanno bisogno di un po' di coraggio per mettere in discussione una parte del provvedimento", sintetizza Miceli. Con i rappresentanti dei lavori ci sarà un nuovo incontro la settimana prossima. Le mobilitazioni intanto vanno avanti. E il 7 giugno ci sarà a Roma una manifestazione nazionale unitaria, organizzata insieme con il teatro, la musica, il cinema e tutti i settori della cultura.
Commento by anonimo — 28 Maggio 2010 @ 14:40
nterlocutorio incontro con i sindacati. Prossimo tra una settimanaROMA – 28 MAGGIO 2010 – Un cauto spiraglio di confronto sul decreto di riforma delle fondazioni liriche è quello che si apre dopo l'incontro di ieri del ministro Sandro Bondi con i sindacati nazionali dello spettacolo, che segue di un giorno l'incontro sostanzialmente positivo dello stesso ministro con i sovrintendenti. Soluzioni non ne sono uscite e non si parla ancora di trattativa ma l'aggiornamento del confronto alla prossima settimana lascia aperta la possibilità di approfondire le reciproche posizioni, per ora lontane. "E' andato abbastanza bene, sono abbastanza soddisfatto", si è limitato a commentare il ministro Bondi. "Niente di deciso", hanno precisato i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Fials, lasciando il ministero, davanti al quale musicisti del teatro dell'Opera di Roma hanno tenuto un sit in di protesta cantando il Nabucco. Il ministro si è mostrato disponibile ad ascoltare le richieste e a valutare modifiche, spiegano i sindacalisti, e questo viene valutato come un segnale. Dai rappresentanti dei lavoratori, riferisce Emilio Miceli (foto) della Cgil, è arrivata la richiesta di stralciare dal provvedimento una serie di temi, in pratica gli articoli 2 e 3 del decreto, che toccano la questione del contratto nazionale di lavoro. Richiesta fatta anche dagli altri sindacati, conferma il delegato della Uil, Fabio Benigni. "Su questo ci hanno risposto di aver imparato da noi molte cose", riferiscono i sindacalisti i quali aggiungono che c'é anche la questione di ballerini e tersicorei, che il decreto manda in pensione a 45 anni, "per noi sono licenziamenti belli e buoni", fanno notare Emilio Miceli e Silvano Conti della Cgil. Per la rappresentante della Fials, Lorella Pieralli "ad una disponibilità generica da parte del ministro non corrispondono al momento modifiche concrete". Dai sindacati è arrivata anche una proposta sul contratto nazionale che Bondi chiede di chiudere al più presto: "Premesso che non è certo responsabilità dei lavoratori o dei sindacati se il contratto nazionale non si rinnova da quattro anni – fanno notare – se il governo decide di stralciare dal provvedimento la parte sui contratti integrativi siamo pronti ad andare al ministero del lavoro per fare il contratto nazionale e pronti anche a stabilre qui al ministero le regole generali". Netta opposizione però ad un contratto di lavoro "a norme delegificate", ovvero sotto dettatura. "Insomma, hanno bisogno di un po' di coraggio per mettere in discussione una parte del provvedimento", sintetizza Miceli. Con i rappresentanti dei lavori ci sarà un nuovo incontro la settimana prossima. Le mobilitazioni intanto vanno avanti. E il 7 giugno ci sarà a Roma una manifestazione nazionale unitaria, organizzata insieme con il teatro, la musica, il cinema e tutti i settori della cultura.
Commento by anonimo — 28 Maggio 2010 @ 14:40
#20 complimenti…si vede che siete in 2 a saperlo allora, Lissner e tu!Allora degnati di informare il volgo, visto che messieur non lo fa,Vai e proclama questa tua verità assoluta al mondo scaligero.Ne saremo tutti felici….
Commento by anonimo — 28 Maggio 2010 @ 17:34
# 25 secondo me sono un po più di due a saperlo… però a molti fa comodo che non si sappia, siamo in mano a dei pagliacci che sono andati a insultare quattro krumiri che non scioperavano quando loro sono i primi servi che scioperano per fare un favore alla direzione… disgusto
Commento by anonimo — 29 Maggio 2010 @ 23:02
I’ve already receevid mine – and read it. Think it would be a brilliant book if you were just starting out in the ‘business’, but can’t say I learned anything new really.Della makes it all sounds so easy, but it isn’t for most of us. Not many writers have the ‘X’ factor like she does – her stories have moved me tears in the past!
Commento by Thiago — 11 Luglio 2013 @ 17:44