Il Sottoscala Per Abbado un Albero in Piazza Scala

9 Ottobre 2009

FACCIAMO VALERE I TUOI DIRITTI: INSIEME – OLTRE LA CULTURA DEL PROFITTO. AZIONI, NON PAROLE

Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 14:09


CUB: il coraggio di volare – Nella conferenza stampa dell’assemblea promossa dalle organizzazioni dell’industria, della scuola, del credito, del commercio e dei servizi, della sanità, dei postali, degli inquilini e dei pensionati sono stati presentati dal sindacato di base i rimedi per uscire da questa crisi –

Per il 23 ottobre sciopero generale con manifestazioni a Roma, Milano e Torino.

Risposta alla iniziativa giudiziaria promossa da Rdb08-10-2009

Dalle assemblee ai tribunali borghesi la via per un nuovo soggetto sindacale.


L’ordinanza del tribunale appare sconcertante poiché omette completamente di prendere in considerazione tutti gli argomenti addotti dalla difesa della C.U.B.
Infatti, il giudice non spende una sola parola né sulla violazione da parte della RdB dell’obbligo di comportamento secondo correttezza e buona fede, né sull’eccezione di inammissibilità della sospensione stante l’avvenuta integrale esecuzione della delibera impugnata, né sulla situazione di conflitto di interessi in cui si trovavano i membri del coordinamento provenienti dalla RdB, e neppure sulla valutazione comparativa dei contrapposti danni che potevano derivare alle parti dall’accoglimento o dal rigetto della richiesta di sospensione.
La decisione del giudice lascia poi veramente perplessi laddove rileva d’ufficio la presunta nullità della convocazione del coordinamento diramata il 7 aprile 2009 da Tiboni, Montagnoli e Scarinzi; tralasciando ogni considerazione in punto di diritto (e sui contrari precedenti giurisprudenziali ignorati dal giudice), il giudice ha dimenticato il dato essenziale che la convocazione della riunione del coordinamento nazionale è stata decisa dai coordinatori in carica nella loro totalità (al momento non ce ne erano altri).
Il 7 aprile 2009 i signori Leonardi, Antonini e Fascetti erano ancora autosospesi dalla partecipazione alle riunioni dei sei coordinatori, e tale autosospensione è stata revocata dal coordinamento nazionale della RdB solo il successivo 28 aprile.
In ogni caso, la vera e profonda abnormità è costituita dall’atteggiamento di Rdb che afferma con entusiasmo che la “sconfitta giudiziaria” – e quindi, nella sostanza, la decisione del giudice – attesterebbe “la totale carenza di prospettiva” della nostra linea sindacale e la corrispondente validità di un’altra linea, e ciò che stride in questo atteggiamento non è solo il fatto che un vizio di forma nella convocazione dell’assemblea non ha, né può avere, nulla a che vedere con i progetti e le strategie di lotta a difesa dei lavoratori, ma il fatto stesso che si possa immaginare che debba essere un giudice, un giudice dello stato borghese preposto ad applicare la legge dello stato borghese, a stabilire quale “prospettiva” sindacale sia più adatta alla situazione politica e agli interessi dei lavoratori, ci provoca un’irritazione persino maggiori rispetto alla contrarietà per un provvedimento giudiziale che riteniamo incongruo e solo apparentemente motivato.
Perché si è arrivati alla iniziativa giudiziaria da parte di Rdb
I 3 coordinatori della CUB, espressione di RDB, autosospesi dalla carica da oltre un anno, indicono per maggio 2009 un’assemblea costituente della Cub (come se già non esistesse) con la pretesa che questa, aperta ad altre organizzazioni di base, sia quella propria di questa confederazione, con il chiaro obiettivo di appropriarsi della Cub per affermare il proprio progetto sindacale.
Così RDB parte a propagandare e poi a realizzare per maggio 2009 l’assemblea di questa “nuova” confederazione, forte del fatto che sulla sua scia si sarebbero mosse alcune frange della CUB.
Per meglio portare avanti questo disegno necessitava, però, e urgentemente, paralizzare le iniziative messe in atto dagli altri coordinatori di CUB per salvaguardare la vita dell’organizzazione.
Ed ecco che i 3 coordinatori autosospesi si “dissospendono” non appena i tre coordinatori in carica (al momento non ce ne erano altri e quindi con decisione – checchè ne dirà poi un giudice –  assunta dalla loro totalità!) provvedono a convocare la riunione del coordinamento per organizzare l’assemblea ordinaria della CUB come previsto non solo dallo Statuto, ma anche da precise decisioni  assunte collettivamente nel precedente mese di dicembre.
Alla riunione del coordinamento, il 6 maggio 2009, intervengono (nonostante il giudice la ritenga mal convocata!) ben 43 componenti del coordinamento su 45.
I componenti il coordinamento di nomina RDB, in massa:
– si oppongono alla mozione portata avanti dai coordinatori CUB diretta a fissare per i primi di ottobre 2009 l’assemblea congressuale con contestuale riassegnazione della carica dei sei coordinatori che fino ad allora avevano dimostrato di non saper superare le loro divergenze
– presentano una loro proposta che prevedeva una sostanziale autocritica da parte di tutto il Coordinamento sulle scelte fino ad allora operate perché non in sintonia con RDB e quindi l’inglobamento della assemblea della CUB nell’assemblea costituente del Nuovo Sindacato indetta, solo dai tre autosospesi coordinatori di area RDB.
Ovvia la inaccettabilità di quest’ultima proposta; RDB si dimostra indisponibile a fissare una diversa data dell’assemblea e, pertanto, si passa al voto con il risultato che vede la mozione che fissa finalmente una data per l’assemblea ordinaria della CUB, passare con la maggioranza semplice.
Di lì a poco arriva la diffida, tramite legale, di esponenti RDB rivolta agli altri coordinatori affinché non portino ad esecuzione quella decisioni sul presupposto che, anche per la convocazione dell’assemblea ordinaria, vi sarebbe  la necessità della maggioranza qualificata dei 2/3.
Non ci vuole un’aquila per capire che una simile iniziativa, trasformatasi poi, addirittura in una azione giudiziaria, non aveva affatto di mira l’interesse della CUB, ma semplicemente quello di coloro che, preferendo evitare un confronto ed un dibattito in sede congressuale, avevano già deciso di procedere nella loro strada con l’obiettivo di disarticolare la CUB, confidando di poterne riassorbire parti in un diverso organismo su cui RDB, ovviamente, manterrà l’egemonia.
Ed ecco che, per impedire i congressi, prima, di CUB Trasporti e, poi, dell’intera CUB, RDB affida le questioni ai tribunali di questo paese giocando col bilancino sul rispetto delle norme formali.
Ad agosto i funzionari di RDB hanno, infatti perso, quella volta in silenzio, la loro  causa d’urgenza contro Cub Trasporti. e subito dopo (quanto grande era il loro interesse alla vita di questa organizzazione e quanto strumentale la loro iniziativa!) hanno comunicato la loro fuoriuscita da essa, senza neppure aspettare il giudizio di merito.
Oggi, strombazzano come vittoria il fatto che, nella seconda causa d’urgenza promossa, questa volta, addirittura per impedire l’effettuazione della Ia IIl Assemblea Nazionale della CUB, un altro giudice avrebbe rinvenuto vizi nelle relative delibere perché non sarebbero state approvate con la maggioranza dei 2/3 da lui ritenuta quella prevista dallo Statuto.
Questo giudice, senza neppure esaminare se l’interesse di RDB a bloccare il l’Assemblea Nazionale fosse effettivamente meritevole di tutela, ha, così, ritenuto che anche per la semplice convocazione di una assemblea obbligatoria per la nostra confederazione sia necessario raggiungere una maggioranza dei 2/3 dei componenti il coordinamento, una maggioranza, nel nostro caso ovviamente difficile da raggiungere se i 15 componenti il coordinamento di RDB sui 45 complessivi continuano a mantenersi indisponibili a fissare una data per l’assemblea della CUB.
Ed ecco il risultato così assurdo che sta sotto quanto proclama RDB nei suoi comunicati, sventolando come suo vessillo l’ordinanza del giudice: senza il nostro assenso la CUB non può indire la propria assemblea generale!
Che tipo di sindacato vuole costruire chi preferisce spostare il terreno del confronto dal piano dell’assemblea a quello dei tribunali borghesi affidando la soluzione delle divergenze proprio agli organi di quello stato che è, oggi più che mai, espressione degli interessi antagonisti alle classi che noi avremmo la pretesa di rappresentare?.

Milano 6 Ottobre 2009

Walter Montagnoli – Cosimo Scarinzi – Tiboni P.Giorgio

7 Comments

  1. STORIA DI ORDINARIA FOLLIA
    ESPRIMIAMO LA NOSTRA SOLIDARIETà AI LAVORATORI DELL’USI E DEI COBAS DI CAREGGI AGGREDITI DAL RESPONSABILE SANITà DELL’RdB .
    DIFFIDIAMO L’AZIENDA DI CAREGGI DAL METTERE IN ATTO UNA QUALSIASI AZIONE REPRESSIVA CONTRO I LAVORATORI.
    Quanto avvenuto non è un evento isolato perché l’autocrate che gestisce la struttura rdb di Careggi come una sua proprietà privata si è spesso distinto con metodi aggressivi e provocatori contro altri delegati del sindacalismo di base, tutte cose di cui la RdB sia locale che nazionale è stata sempre informata.
    Inoltre ha spesso preso posizioni incompatibili con quanto il sindacalismo di base da sempre afferma e in diretto contrasto con le lotte che questo, con le difficoltà che tutti conosciamo, da sempre porta avanti.
    Ricordiamo, alcuni fatti emblematici:
    1)            quando l’Azienda Ospedaliera di Careggi sospese per 6 mesi un delegato sindacale RSU dei Cobas (al quale la magistratura stessa ha dato poi ragione) questo dirigente Rdb si schierò, insieme a cgil-cisl-uil, a favore dell’Azienda;
    2)            mentre il sindacalismo di base si è espresso contro le “pagelline” volute da Brunetta questo dirigente sindacale ha firmato, insieme a cgil e cisl (neanche la uil ha firmato, sic!), un accordo aziendale che le prevede;
    3)            oggi mentre il sindacalismo di base si batte per difendere la democrazia sindacale, questo dirigente aggredisce dei delegati sindacali, alcuni addirittura facenti parte del “patto di base”, che distribuiscono materiale informativo contro le scelte del Ministro Brunetta.
    È importante rilevare che questo signore non è un semplice iscritto ad RdB ma un Dirigente “aziendale, provinciale, regionale e nazionale” (non manca che internazionale e interplanetario!) o almeno così di definisce.
    CI PIACEREBBE CHE RdB SI ESPRIMESSE FACENDOCI CAPIRE SE APPARTIENE ALLA LORO CONCEZIONE UN SINDACATO CHE FA TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO E CHE TOLLERA PER INTERESSE DI BOTTEGA SIMILI MALEFATTE CONTRO DEI COMPAGNI
    Auspichiamo che episodi come questi, che portano discredito al’intero sindacalismo di base, non abbiano a ripetersi e siamo certi che l’iniziativa dal basso dei lavoratori metterà da parte personaggi appartenenti al vecchio ceto sindacale, che hanno mantenuto tutti i vizi e l’arroganza della loro passata appartenenza.
                                         SLAI-Cobas sanità Azienda Sanitaria di F irenze
    FI 30/09/2009

    Commento by anonimo — 10 Ottobre 2009 @ 11:29

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