Il Sottoscala Per Abbado un Albero in Piazza Scala

6 Novembre 2009

SECONDA CONFERENZA NAZIONALE SULL’AMIANTO “AMIANTO E GIUSTIZIA” TORINO, 6/7/8 NOVEMBRE 2009

Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 23:14

“Confronto fra associazioni, movimenti, sindacati ed esperti: “Amianto e Giustizia”

Un gruppo di lavoratori promotori del Comitato Esposti Teatro Scala parteciperà alla conferenza Sabato 7 al Centro Congressi Regione Piemonte, Corso Stati Uniti 23        

 Amianto: denunciato lo Stato Italiano

vedi link sopra

Interverranno in apertura:
ANTONIO PIZZINATO: La prima conferenza nazionale di Monfalcone dell’ottobre 2004
– Dario Mirabelli – Registro Mesoteliomi del Piemonte
– Michele Michelino: – Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di lavoro e sul
territorio, Sesto San Giovanni (MI)
– Benedetto Terracini e Stefano Zirulia – Centro regionale Amianto Piemonte – Casale
Monferrato
– Bruno Pesce, comitato Vertenza Amianto – Casale Monferrato
Lo scopo, in un clima di ricerca di unità fra tutte le forze interessate, è quello di porre i problemi partendo dalla propria esperienza (senza troppo dilungarsi sulla stessa), soprattutto iniziare a indicarne le soluzioni.

Sabato 7 Centro Congressi Regione Piemonte, Corso Stati Uniti
Ore 9: saluto delle autorità
Ore 9,30 : “Amianto e Giustizia” relazione iniziale del senatore Felice Casson
Ore 10,15: “L’amianto e le malattie professionali” – relazione del dott. Beniamino Deidda Procuratore generale della Repubblica di Firenze)
Ore 10,45: tavola rotonda “responsabilità penali e risarcimento alle vittime dell’amianto”
Avv. Jean Paul Teissonniére, Parigi
Avv. Jan Fermon, Bruxelles
Avv. Mitchel Cohen, Filadelfia (presentato dall’avv. Claudio Ceriani, Milano)
Avv. Ezio Bonanni, Roma (avvocato per alcune associazioni delle vittime dell’amianto))
– Introduce l’avv. Sergio Bonetto, avvocato di parte civile nel processo contro l’Eternit
Siamo a Torino dove è iniziato il procedimento penale contro i responsabili della multinazionale ETERNIT, il Giudice per le Indagini Preliminari li ha rinviati a giudizio, il processo inizierà il 10 dicembre. Si tratta del più grande processo che sia mai stato celebrato in Italia per malattie professionali e malattie ambientali da esposizione all’amianto. Quasi un migliaio le parti offese, qualche decina le parti civili (istituzioni, sindacati, associazioni). Il PM Raffaele Guariniello ha certificato la morte e/o la malattia da amianto di quasi 3.000 persone fra lavoratori e cittadini esposti. Un lavoro grandissimo durato 5 anni. Ma le responsabilità della multinazionale ETERNIT sono assolutamente più ampie. Il processo riguarda coloro per cui il rinvio a giudizio è stato fatto, ma le responsabilità delle società multinazionali che fanno capo alla ETERNIT sono storicamente, moralmente, civilmente molto, molto più ampie. La nocività dell’amianto è nota dalla fine del 1800.
Non avrebbe dovuto essere impiegato. Gli avvocati che abbiamo chiamato a discutere sono
impegnati nei loro paesi in processi che hanno per oggetto l’amianto. A loro chiediamo un giudizio sul processo in avvio a Torino; quali indicazioni e riflessioni possono trarre dalla loro esperienza e come cercare di rendere internazionale il conflitto per cercare di colpire i responsabili ed obbligarli a risarcire le vittime? Non ultimo quali responsabilità degli stati e degli enti pubblici per avere atteso decenni prima di mettere al bando l’amianto? Cosa dobbiamo e possiamo fare ora perché l’amianto venga messo al bando in tutto il mondo?
Ore 12,30 Manifestazione per le vie del centro da Corso Stati Uniti a Piazza Castello (davanti alla Prefettura)
E’ importantissimo il lavoro di studio, di comunicazione delle esperienze, di indicazioni operative che viene fatto nelle sale congressuali, ma non sufficiente. Si è voluto dare alla Conferenza Nazionale anche un impatto pubblico, un segnale fra la popolazione di Torino, del Piemonte e non solo, che renda ancora più evidente i danni dell’amianto: i morti per mesotelioma, per tumore del polmoni, per le altre patologie asbesto correlate. Le responsabilità di chi su questi morti e malati ha fatto i soldi si è arricchito a dismisura, di chi doveva controllare, impedire che ciò avvenisse, e non lo ha fatto o lo ha fatto solo per finta. Scendiamo dunque in piazza, anche se per un tempo breve,
ma ricco di significato.
Ore 15,30 Riunione dei gruppi di lavoro
I gruppi di lavoro si riuniranno nei luoghi che verranno comunicati alla Conferenza.
Si chiede però da subito di iscriversi ai gruppi comunicandolo all’indirizzo del sito della
Conferenza.
Il compito dei coordinatori è quello di dirigere il gruppo di riassumere la discussione per l’assemblea generale e di stendere il documento finale. Si dovrà dare maggiore risalto alleindicazioni operative
1° Gruppo di Lavoro “L’amianto in Tribunale”
Coordinatori: Benedetto Terracini (epidemiologo – Torino), Enzo Merler (Registro mesoteliomi del Veneto) Giuseppe Cimmarrota (magistrato Noli), Armando Vanotto (Aiea nazionale)
Molte sono le cause in corso intorno al problema. Vittime dell’amianto (loro famigliari),
associazioni, istituzioni e sindacati sono costituiti o si costituiscono parte civile. In questo gruppo facciamo riferimento a quelle penali e discutiamo di quanto le controparti ci sollevano. Alcune (poche) sentenze danno loro ragione. Occorre pertanto affinare le argomentazioni, portare eventuali nuove prove a favore della nostra tesi. E’ diffusa fra le controparti la tesi per cui il nesso preciso di causalità non è dimostrabile perché tante sono le possibili fonti. Se poi vi è una fonte certa, la contaminazione della persona è avvenuta all’inizio dell’esposizione, le dosi dovute all’esposizione successiva sono irrilevanti ai fini della malattia. Anche se meno ripetuta vi è pure la tesi attribuita al prof. Chiappino, ovvero dell’impossibilità di fermare, nel passato, le fibre ultracorte e ultrafini con i mezzi di protezione individuale che avrebbero dovuto essere messi a disposizione dei lavoratori.
“2° Gruppo di lavoro “Amianto e Sanità”
Coordinatori: Franco Berrino (epidemiologo – Ist. dei Tumori Milano), Claudio Bianchi (Lega Tumori, Monfalcone), Emilio Pampaluna (ex ENEL di Turbigo, AIEA Lombardia), Alessandro Marinaccio (registro nazionale mesoteliomi- ISPESL, Roma)
I problemi che devono essere risolti sono molti, nella fattispecie riguardano le differenze fra regione e regione; non esistono indicazioni univoche. Lo scopo è quello di trovare su ogni problema una risposta sola o almeno risposte non estremamente differenziate fra loro.
a) epidemiologia: registrazione dei mesoteliomi, perché non dei tumori del polmone (da amianto)? Registrazione degli ex esposti: chi e come
b) sorveglianza sanitaria. E’ l’argomento sul quale ci sono le maggiori differenze. Alcune regioni non hanno attivato nulla, altre hanno programmato una sorveglianza sanitaria con esami sofisticati, quali la TAC spirale, o la ricerca di marker quali la mesotelina e l’osteopontina, altre ancora pochi esami (visita generale, radiografia del torace, spirometria) e counseling.
c) per la diagnosi precoce si riprendono alcuni argomenti precedenti: vale la TAC spirale, vale la ricerca dei marker?, ci sono nuove indicazioni? Occorre però stabilire se s tratta di sperimentazioni o se invece tali pratiche vengono proposte a tutti gli iscritti al Registro degli esposti.
d) Terapie. Tutti hanno diritto ad essere curati anche se alcune malattie sono, allo stato attuale delle conoscenze, inguaribili. Quindi è assolutamente necessario fornire le cure più adeguate per ridurre/eliminare il dolore e fare ricerca per possibili cure efficaci. Occorre vedere a che punto siamo e come indirizzare la ricerca.
e) Riconoscimenti. Occorre uscire dal sistema INAIL. E’ necessario che i riconoscimenti delle malattie professionali come all’origine stabiliva la legge 833/78 siano affidati ai dipartimenti di prevenzione della A-USL.

3° Gruppo di Lavoro “Eliminare l’amianto in 10 anni (dal 2004)”
Coordinatori: Roberto Carrara, (ingegnere, esperto di Medicina Democratica – Milano); Mario Fugazza, (ingegnere, Assessore all’ambiente Comune di Broni, Elena Ferrarese (Comitato case popolari di via Feltrinelli, 16 – Milano), Enrico Bullian (storico, AEA Monfalcone)
E’ stata la proposta della Prima Conferenza Nazionale celebrata a Monfalcone nell’ottobre del 2004. Si vorrebbe arrivare ad avere l’Italia libera da amianto a partire dal 2015. Solo la regione Lombardia ha inserito questo progetto nel suo Piano Regionale Amianto (PRAL).
Perché sia un obiettivo possibile occorre conoscere dove è l’amianto (mappatura), pianificare le bonifica, eseguire le bonifiche in sicurezza (rischio zero), smaltire l’amianto in modo privo di rischi. In verità non vi è altra prevenzione che quella di non essere più esposti all’amianto. La realizzazione di questi obiettivi è anche legata ai finanziamenti (aiuti per le bonifiche dei piccoli quantitativi, aiuti per le bonifiche nei comuni, – necessità e possibilità di rivalsa nei confronti di chi ha per profitto impiegato l’amianto). Il problema maggiore da risolvere è quello dello smaltimento.
Il quantitativo di amianto da smaltire è immane. Se non è poca cosa la prima parte del ciclo di eliminazione (conoscenza, rimozione), diviene pesante trovare un posto dove sistemarlo che non sia di danno a chi vi è vicino. Si tratta delle discariche. Oggi sono stati anche proposti metodi di smaltimento alternativo, in altri termini mettere l’amianto in un forno ad alta temperatura modificandone la molecola, quindi rendendolo inerte, non più nocivo. Il gruppo di lavoro dovrà arrivare a dare un giudizio e a stabilire delle indicazioni.
4° Gruppo di lavoro: “Risarcire le vittime, riconoscere gli esposti”
Coordinatori: Pier Luigi Sostaro, sindacalista CUB, Silvio Mingrino, (AVANI, Broni), Avv.
Ezio Bonanni, Roma, Gianni Alioti (FIM-CISL, Roma)
Avremo per la Conferenza Nazionale IL FONDO PER LE VITTIME DELL’AMIANTO? Sappiamo già che se l’avremo sarà del tutto insoddisfacente perché la destinazione verrà decisa dall’INAIL e con i suoi criteri, perché verranno risarciti solo i lavoratori già riconosciuti dallo stesso ente previdenziale. Nulla avranno le vittime per esposizione ambientale.
Non sono e non saranno messi meglio i lavoratori e i pensionati ex esposti quanto a risarcimento previdenziale. Sul riconoscimento dei cd “benefici previdenziali” è successo di tutto: è vero che gli esposti all’amianto hanno una speranza di vita inferiore agli altri lavoratori? E’ vero che chi pur privo di patologie da amianto, ex esposto, dopo avere partecipato ai funerali di alcuni (o tanti) propri colleghi di lavoro si trova in una condizione di profondo disagio?
Che fare per le vittime, che fare per gli ex esposti?: richiesta di giustizia, necessità di lotta e
mobilitazione.
5° Gruppo di lavoro: “L’amianto in Europa e nel mondo”
Coordina: Vittorio Agnoletto (medico del lavoro – già deputato europeo), Aurelio Pischianz (presidente AEA Friuli-Venezia Giulia), Patrick Herman (Andeva, Francia)
In Italia, IN Europa, negli USA dopo avere lottato per la messa al bando dell’amianto, ci si preoccupa e ci si mobilita per la sua eliminazione e per la soluzione dei problemi oggetto della discussione nei gruppi di lavoro. In gran parte del resto del mondo si continua ad estrarre amianto, a produrlo, manipolarlo, commercializzarlo, utilizzarlo. Ancora più gravemente con precauzioni zero. La strage dunque continua e se ne prepara una ancora più vasta per i prossimi anni. Come arrivare alla messa al bando totale dell’amianto nel mondo?. Quale ruolo del nostro paese e dell’Europa?
Domenica 8 ore 9: CONCLUSIONI
9- 10,30. Sintesi dei gruppi di lavoro
10,30. Impegni delle regioni
11,00. Impegni dei sindacati e delle associazioni:
– segretario confederale CGIL
– segretario confederale CISL
– segretario sindacato/i non confederali: Luigi Pacchiano (Marlane, Praia a Mare CS)
– responsabile Lega Ambiente: Giorgio Zampetti
– responsabile Medicina Democratica: Luigi Mara
– associazioni Luciano Carleo (Contramianto, Taranto)
Ore 13,30 – 13,45 Fulvio Aurora: Impegni finali

ADERENTI – PARTECIPANTI
AIEA nazionale (Armando Vanotto )
Contramianto e altri rischi onlus (Luciano Carleo )
Lega Ambiente nazionale (Edoardo Bai)
Associazioni delle vittime di Casale Monferrato (Bruno Pesce )
AEA-FVG, Trieste (Aureglio Pischianz – Niccolò di Stefano)
Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio
Sesto San Giovanni (Michele Michelino)
Comitato per la difesa della salute nei posti di lavoro e nel territorio di Tezze sul Brenta e di Bassano del Grappa ( Luciano Orio )
Medicina Democratica nazionale (Fulvio Aurora )
AVANI (Broni) ( Silvio Mingrino )
Fondazione Bepi Ferro, Padova
ISDE (Roberto Romizi)
AEA Monfalcone (Enrico Bullian)
Comitato Permanente ex esposti Amianto e Ambiente ( Salvatore Nania )
Associazione italiana Esposti Amianto Oltrepò – AIEAO Broni ( Michele Torti – Fugazza Mario )
Federazione INTESA ( Ignazio Barbuto )
CISL nazionale (Giuseppe D’Ercole)
FIM-CISL (Gianni Alioti )
Slai Cobas nazionale (Luigi Pacchiano )
CGIL nazionale (Stefano Oriano )
CUB nazionale ( Pier Luigi Sostaro )
FISMIC
FIOM-CGIL (Maurizio Marcelli)
ISTITUZIONI
Regione Piemonte
Provincia di Torino
PROVINCIA DI TARANTO

Nota Bene

Si richiede di inviare a questo indirizzo o all’indirizzo del sito della conferenza
nazionale: conferenzamianto2009@beepworld.it
La scheda di iscrizione alla Conferenza:

Nome e Cognome ………………………………………………………………….
Associazione/Sindacato/Ente……………………………………………………….
Indirizzo mail:…………………………………………………………………………..
Iscrizione al Gruppo di lavoro (titolo o numero)
………

5 Comments

  1. Denunciato lo Stato Italiano, in persona del Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, per violazione grave e persistente del Diritto Comunitario
     
    Le Associazioni e i Comitati di lotta che da anni si battono per mettere al bando l’amianto – per ottenere giustizia per i morti, i malati e tutte le vittime dell’amianto-  tramite l’avv. Ezio Bonanni del foro di Roma hanno inoltrato una Istanza/Denuncia contro il governo italiano, per violazione delle norme (art.249 e art. 10) del trattato CE, per mancato recepimento nei termini della Direttiva 89/391/CEE del 12 giugno 1989, che imponeva l’obbligo di attuare misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute durante il lavoro e della Direttiva 477/83/CEE la Comunità Europea imponeva agli stati membri di intervenire in tema di sostanze chimiche, agenti tossici e cancerogeni quali l’amianto, ma la Repubblica Italiana è stata inadempiente e per questo è stata più volte sanzionata.

    Con questa reiterata e persistente violazione delle norme europee lo Stato Italiano si è reso responsabile del fatto che, per decenni, gli operai, i lavoratori con le loro famiglie, i cittadini contraessero gravi malattie e morissero a causa del lavoro, per aver avuto contatto con l’amianto e altre sostanze cancerogene usate nei processi produttivi e lavorativi. Ogni anno 1.300 lavoratori in Italia perdono la vita a causa degli infortuni sul lavoro, tre volte di più sono le vittime delle malattie professionali, 26 mila i morti per tumori all’apparato respiratorio con un incremento nell’ultimo decennio di oltre il 50%, e quasi 5 mila uomini e donne vengono uccisi dall’amianto fra l’indifferenza di associazioni padronali e istituzioni silenti e complici (per non parlare del rischio indotto dall’amianto sotterrato, come rinvenuto in Praia a Mare e ad Atripalda [Borgo Ferrovia] – nei pressi di Avellino ed in altri siti d’Italia, molti sconosciuti).
    Tra il 2020 ed il 2030 le statistiche prevedono un incremento dei morti per amianto, ma il Governo e gli Enti preposti alla tutela della salute non fanno nulla per arginare questa emergenza sanitaria, umana e ambientale. Lo stato, non applicando il dettato costituzionale e le leggi europee, costringe i lavoratori e i famigliari delle vittime di sostanze cancerogene a intraprendere lunghe cause legali che spesso si concludono dopo la morte degli operai che invocavano giustizia. Inail e Inps, contestano il danno come se gli esseri umani fossero la carrozzeria di una automobile, e le centinaia di migliaia di cause intraprese da questi enti contro i diritti dei lavoratori contribuiscono all’indebitamento della P.A. e all’aumento del debito pubblico italiano.
    In nome del profitto, imprenditori, amministratori pubblici, uomini politici, sindacalisti e – fatto ancor più grave-  i vari governi succedutosi negli anni, cioè lo Stato, hanno accettato che migliaia di lavoratori e le loro famiglie fossero distrutte da produzioni di morte, in particolare dal killer amianto.
    Nella Carta Costituzionale Italiana e in quella europea ci sono i principi fondamentali che il governo dovrebbe applicare: il diritto alla salute, all’uguaglianza dei cittadini, contro ogni discriminazione per il rispetto della persona e della dignità umana, diritti ancora non applicati e per i quali continuiamo a lottare ricorrendo anche ai Tribunali Europei. Non possiamo accettare che delle vite umane vengano sacrificate sull’altare del profitto. Non possiamo accettare che l’unico diritto riconosciuto sia quello di fare soldi sulla pelle dei lavoratori e che gli altri diritti costituzionali siano fruibili solo se compatibili con il profitto.
     
    Roma,  Milano, Sesto San Giovanni, Trieste, Latina, 2-11-2009

    Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio   –   cip.mi@tiscalinet.it   –   335/7850799
    Associazione Vittime Amianto Nazionale Italiana   –   avappresidente@hotmail.it   –   335/8056074
    Associazione Esposti Amianto Regione Friuli Venezia Giulia   –   segreteria@aea-fvg.org   –   040/370380
    Osservatorio Nazionale Amianto   –   osservatorio.amianto@tiscali.it
    Associazione Italiana Esposti Amianto Toscana (sez.Larderello)  -mcardellini@alice.it
    Associazione “Contramianto e altri rischi Onlus” contramianto@libero.it
    P.S.: Chi volesse chiarimenti di natura tecnico/giuridica può rivolgersi direttamente al nostro difensore, l’Avv. Ezio Bonanni ai n. 06.68309534 -0773.663593, e – mail avvbonanni@libero.it.

    Commento by AutoOrgScala — 12 Novembre 2009 @ 00:03

  2.  
    Giustizia per i morti sul lavoro e di lavoro
     
    Nella “civile Italia” esiste una guerra non dichiarata con morti e feriti. le cui vittime sono lavoratori che escono al mattino per guadagnarsi un tozzo di pane, un sostentamento per le loro famiglie, e spesso non tornano più a casa la sera.
     

    Nella crisi le condizioni di vita e di lavoro degli operai e dei lavoratori peggiorano costantemente e, per risparmiare sulle spese relative alla sicurezza e alzare i profitti, molti imprenditori non investono sulla sicurezza considerandola una spesa improduttiva . Il governo, concedendo con soldi pubblici agevolazioni alle banche, alla finanza e imprese e alleggerendo – con il Decreto Sicurezza – le sanzioni previste ai datori di lavoro che non rispettano le misure di sicurezza, si rende complice di questa mattanza operaia.
    Come in tutte le guerre, anche in quella fra lavoro salariato e capitale, molti considerano normale che degli esseri umani perdano la vita, subiscano gravi menomazioni sul lavoro e per il lavoro, preoccupandosi solo di contenere le perdite entro limiti considerati “accettabili” per non urtare l’opinione pubblica.
    Ogni anno 1.300 lavoratori in Italia vengono assassinati sui posti di lavoro o perdono la vita a causa degli infortuni sul lavoro. 4 mila sono le vittime delle malattie professionali. Quasi 5 mila uomini e donne vengono uccisi dall’amianto,  e altri 26mila persone muoiono per tumori all’apparato respiratorio, con un incremento nell’ultimo decennio di oltre il 50%: un saldo di più di 36.000 morti all’anno, fra l’indifferenza di associazioni padronali e istituzioni, silenti e complici.
    In nome del profitto imprenditori, amministratori pubblici, uomini politici, sindacalisti e – fatto ancor più grave-  i vari governi succedutisi negli anni – cioè lo Stato – hanno accettato e continuano a considerare normale che in nome del “progresso” migliaia di lavoratori e le loro famiglie siano state distrutte da produzioni di morte e continuino ad essere sottoposti al pericolo di contrarre malattie derivanti da sostanze cancerogene, come è stato e in molti casi è ancora.
    In particolare – come molti di noi sanno per propria esperienza – l’amianto  ha creato e continua a creare gravi danni dal punto di vista umano, sanitario e ambientale, ma questo fatto  trova molte resistenze ad essere riconosciuto, sia nei tribunali che da parte degli enti come l’Inail e l’Inps.
    Questa conferenza non deve servire da passerella per uomini politici, sindacalisti e istituzioni per rifarsi una “verginità” in prossimità delle elezioni.
    Noi vogliamo rompere il muro di omertà e di complicità che in questi anni si è creata a difesa degli interessi delle lobby dell’amianto e dei padroni e dirigenti che, pur sapendo della pericolosità di certi materiali, hanno condannato a morte intere generazioni di operai. Non possiamo accettare che profitto, bilanci aziendali o dello stato vengano anteposti alla salute e alla vita umana.
    Noi lavoriamo, con le altre associazioni e comitati, perché questa conferenza riesca a gettare le basi per creare nel paese un grande movimento che sappia unificare le lotte operaie e popolari nella battaglia per la difesa della salute, contro lo sfruttamento degli esseri umani e la distruzione della natura.
    Non possiamo accettare che tanti, troppi  nostri compagni e le loro famiglie non abbiano giustizia.
    Per questo vogliamo confrontarci, sulla base della nostra esperienza e di anni di lotte, con tutti e riportiamo il nostro contributo al dibattito sintetizzando le nostre posizioni sui vari argomenti:
     
    1)      Amianto in tribunale. Noi, come tutti, abbiamo deciso di presentarci parti civili nei processi penali, perche vogliamo giustizia. E’ giusto che i famigliari dei morti e le parti offese chiedano e rivendichino anche un risarcimento economico. Tuttavia noi non vogliamo monetizzare né la morte né la salute. Per questo il nostro Comitato ha deciso che, nei processi in cui ci presentiamo parte civile, proprio perché non siamo in vendita richiederemo un euro di risarcimento, lasciando al giudice la possibilità di stabilire eventualmente una cifra che copra le spese. Questo ci permetterà di essere presenti in tutte le fasi del processo facendo pesare la presenza dei lavoratori e delle vittime.
    2)      Epidemiologia, registrazione degli esposti amianto, sorveglianza sanitaria. Non possiamo accettare che in questa società anche la salute sia ridotta a merce. Una delle nostre parole d’ordine derivante dalla nostra pratica è quella di non delegare a nessuno la difesa dei nostri interessi, dei nostri diritti e della nostra salute. Vista la latitanza delle istituzioni, abbiamo fatto noi una registrazione degli esposti amianto e abbiamo fatto pressione perché tale sorveglianza fosse fatta. Il risultato è stato che dal mese di maggio 2009 abbiamo cominciato le visite mediche. Sulla base della nostra esperienza di fabbrica, anche prima della sorveglianza sanitaria abbiamo rilevato come l’essere stati a contatto con l’amianto e altre sostanze cancerogene (cromo-nichel, piombo ecc) abbia prodotto nei nostri compagni molti tipi di tumori. Oltre alle malattie da amianto ( ispessimenti pleurici, placche, asbestosi, carcinomi polmonari, cancro alla trachea), diversi lavoratori della Breda hanno avuto anche cancro alla vescica e alla prostata. La sorveglianza sanitaria ha fatto scoprire malattie che gli interessati non sapevano di avere. Noi crediamo che vadano monitorati e registrati tutti i tipi di tumore di chi è stato esposto all’amianto e altri cancerogeni.
    3)      Smaltimento amianto. Non si può accettare che la salute sia subordinata ai costi economici e che si speculi sulle discariche. Muovere l’amianto, portandolo in giro per la regione come si vuole fare in Lombardia, per stoccarlo in megadiscariche non è una soluzione del problema, ma un aggravamento che comporta una dispersione di fibre d’amianto nell’ambiente, creando una soluzione ancora più pericolosa. Bisogna incoraggiare e sostenere tutti gli studi alternativi alle discariche, a cominciare da quelli che stanno sperimentando di metterlo nei forni ad alte temperature.
    4)    Risarcimento delle vittime. Noi vogliamo giustizia, cioè riconoscimento e risarcimento per le vittime. Noi ci battiamo perché tutti coloro che sono stati esposti all’amianto siano riconosciuti come vittime e risarciti, a cominciare dai lavoratori e dalle loro famiglie, ma non solo. La nostra esperienza ci ha dimostrato che se i lavoratori si organizzano in modo autonomo e indipendente in comitati e associazioni, partecipando in prima persona alle mobilitazioni e “non delegando a nessuno la difesa dei loro interessi”, i risultati si ottengono. Dopo anni in cui la magistratura – prima quella penale, poi quella del lavoro – non riconosceva i diritti dei lavoratori esposti, siamo riusciti con picchetti davanti al tribunale, manifestazioni, spedendo migliaia di cartoline con scritto “la morte sul lavoro non è mai una fatalità. La magistratura non deve archiviare i morti in Breda” a far condannare penalmente 9 dei 12 dirigenti Breda-Ansaldo imputati per omicidio colposo. Le manifestazioni di piazza contro l’Inail, l’occupazione degli uffici del direttore generale, a Sesto e Milano ci hanno permesso di aprire una trattativa che ha portato al riconoscimento di più 300 lavoratori. La lotta legale, istituzionale, se ha il supporto della mobilitazione dei lavoratori, dei famigliari, delle vedove riesce a penetrare nella coscienza dell’opinione pubblica e questo è una forma di pressione micidiale. Anche per il Fondo Vittime amianto e il Disegno di legge Casson e altri, bisogna continuare la mobilitazione, così come abbiamo fatto, insieme ad altre 5 associazioni, presentando un ricorso alla Comunità europea per gli ante …

    Commento by AutoOrgScala — 12 Novembre 2009 @ 00:33

  3. Le vetture cambierà il modo la vita delle persone e facilitare il lavoro quotidiano della gente, per questo può aiutare generic viagra

    Commento by anonimo — 12 Aprile 2010 @ 20:47

  4. complimenti x sito, fumetti, dinsgei, racconti (specialmente “superbianco” ma anche altri, da un semplice commento bloggoso a testi +elaborati…riescono a comunicare quello e` importante)un dettaglio tecnico x quanto riguarda i videoquelli che ho visto mi sono piaciutima tanti non riuscivo a vedereperche` sono in formato windowsche con linux non vedo(.wmv) e mi dispiacespero si possa fare qualcosase no, boh, pace:)intanto buon lavorotienici informatie ricordati di continuar a sorprenderti(e ci), … (mi sembra di aver letto da qualche parte che picasso scrisse che se sai gia` cosa vai a disegnare, che vale farlo?:) )ah gia`, dimenticavo, nn c`entra niente ma e` carino:”Secondo me un fumetto, cosi come un libro o un film,deve muovere il kiaec. Il kiai, secondo la disciplina del ken-do,corrisponde al plesso solare. Se io devo battere qualcuno non lobatto con la testa, non gli do le botte con le zampe, gliele do conil plesso solare. Se io dico tu ti devi spostare perche9 io ti schiavardo,ti appiccico contro il muro, lo dico con lo stomaco.”” (…)Chi se ne frega che cosa e8 e cosa non e8, l’importante e8, leggendo una storia,se ne rimani emozionato, condizionato o meno. Il punto e8 che ci sono dellestorie che ti condizionano immediatamente, nel momento in cui le leggi tisenti trasportato in una specie di vagone nel quale entri e poi il treno va.Oppure viceversa tu compri il biglietto e poi ti annunciano che il trenoviaggia con sei ore dec ritardo e rimani, alla stazione come un cretinoe non parti mai.(…)” dovrebbero essere di Andrea Pazienza, ho trovato in rete:)ciauz[scusa x lunghezza del commentone:)]

    Commento by Ngoli — 11 Luglio 2013 @ 09:24

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    SECONDA CONFERENZA NAZIONALE SULL’AMIANTO “AMIANTO E GIUSTIZIA” TORINO, 6/7/8 NOVEMBRE 2009 « Il Sottoscala

    Trackback by sport direct buty damskie — 11 Dicembre 2019 @ 02:43

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