Per la prosecuzione delle trattative di rinnovo contrattuale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche è convocato il per il giorno 9 febbraio p.v. alle ore 11.30 presso la sede dell’AGIS, Via di Villa Patrizi, 10 – Roma.
Dopo provocazioni e attegiamenti dilatori l’Anfols ha comunicato che il 12 febbraio si terra un incontro per il rinnovo del CCNL, un passo decisivo per capire se sarà possibile concludere la trattativa, in caso contrario è assolutamente necesario riprendere le iniziative di lotta.
22 GENNAIO 2010 – Agis: associazioni spettacolo dal vivo sollecitano tempi certi per la legge–
“Dopo tanti annunci attendevamo dalla riunione del 21 gennaio del Comitato ristretto di conoscere tempi certi per l’emanazione del testo definitivo della legge sullo Spettacolo dal vivo, all’esame della Commissione cultura della Camera dei Deputati. Ciò non è avvenuto. I rumors si rincorrono e sono di vario genere: a noi non interessano, ma non riusciamo a capire e per questo chiediamo, nel convinto rispetto dell’ autonomia della funzione parlamentare, di avere un definitivo e concreto segnale sull’iter della legge attesa da oltre 50 anni e che sembra essere in dirittura d’arrivo. Non siamo né statalisti, né regionalisti, ma costituzionalisti”. Così le associazioni dello Spettacolo dal vivo riunite all’Agis per verificare lo stato della discussione sulla legge di settore.
“Attendiamo di conoscere l’articolato che verrà licenziato dal Comitato ristretto – dichiarano ancora le associazioni – ma diciamo subito che non siamo disposti ad essere le vittime della discussione Stato-regioni-enti locali sulle competenze e sulle risorse dello spettacolo e che continueremo ad impegnarci per agevolare l’elaborazione della legge sulla base della nostra esperienza operativa sul territorio nazionale, interloquendo con i soggetti istituzionali della Repubblica, iniziando dall’ANCI con la quale l’Agis ha già costituito un tavolo di lavoro”.
“I 200 mila impegnati nel settore attendono dal Parlamento risposte chiare e definitive seguendo con attenzione l’evolversi della situazione. Qualora questa non si sbloccasse rapidamente, doverosamente rispettando l’autonomia parlamentare per eventuali decisioni ostative alla legge, i lavoratori, gli artisti, gli imprenditori dello spettacolo vorranno conoscerne e valutarne le responsabilità politiche, e liberamente trarne le conseguenze”.
“La problematica dello Spettacolo dal vivo, unitamente alla necessità della nuova legge, investe anche le risorse e la urgente definizione delle norme regolamentari per il 2011 sulla base del lavoro elaborato e condiviso con il ministero dei Beni e delle Attività culturali, che occorre riprendere e confrontare con le regioni e le autonomie locali, auspicando – concludono le associazioni dello Spettacolo dal vivo – che la nuova normativa possa essere verificata nelle Giornate Professionali del Teatro, a Napoli nel prossimo mese di giugno”.
Spettacolo dal vivo: Gabriella Carlucci, a fine gennaio si vota per la legge.
ROMA – 14 GENNAIO 2010 – Roberta Romei – "Per la fine di gennaio è fatta" così dichiara l’on. Gabriella Carlucci definendosi "finalmente ottimista" sulla legge per lo spettacolo dal vivo attualmente alla 7° Commissione della Camera. “Entro la fine del mese – dice ancora – voteremo e daremo il termine per gli emendamenti, dei quali però non credo ci sarà necessità perché ormai la legge è stata ampiamente sviscerata. Siamo arrivati alla fine dell’iter: il 20 e 21 gennaio, si riuniscono gli ultimi due comitati ristretti, e la settimana successiva passiamo alla votazione, in sede redigente in Commissione".
Un’accelerazione quindi, che , secondo le parole della parlamentare del Pdl, è dovuta allo scioglimento del nodo con la Lega che all’interno del comitato ristretto ha sempre sostenuto le posizioni più regionaliste come portabandiera del federalismo e delle competenze territoriali.
“Anche questo scoglio è stato superato. Siamo riusciti a quadrare il cerchio – sostiene Carlucci – Abbiamo lavorato sulla materia concorrente, cercando di rendere più sfumato il ruolo dello Stato e più evidente quello delle Regioni. Siamo riusciti a trovare, anche riguardo la terminologia,una soluzione che mette d’accordo Stato e Regioni, incidendo su tre articoli, il 4 , il 6 e il 6bis. Nell’ambito della Conferenza Unificata, vengono così individuati i soggetti che hanno priorità nazionale, i soggetti territoriali e la distribuzione dei finanziamenti . Sono molto felice – sottolinea Carlucci – e soddisfatto è anche il ministro Bondi , sempre tenuto al corrente di tutti i passaggi della legge, che è e rimane una legge quadro. Siamo finalmente arrivati ad una competenza ripartita e condivisa fra lo Stato e le Regioni , sia attraverso la Conferenza unificata che attraverso il Consiglio nazionale dello spettacolo”.
Bondi punta a provvedimento per le Fondazioni liriche da fine gennaio
Bondi punta a provvedimento per le Fondazioni liriche da fine gennaio
ROMA – 14 GENNAIO 2010 – Il ministro dei beni culturali Sandro Bondi – scrive l’Ansa – punta a presentare a partire dal 29 gennaio in consiglio dei ministri il provvedimento di riforma delle fondazioni liriche. Lo ha detto lo stesso ministro ieri pomeriggio ai senatori della commissione cultura, precisando di essere disponibile a valutare se procedere con un disegno di legge – come gli è stato chiesto da molti senatori – ed escludere quindi la forma del decreto. Questo, ha sottolineato il ministro che si è impegnato a tornare, "purché se ne verifichino le condizioni", ovvero la "disponibilità concreta" anche dell’opposizione ad un confronto Intrattenendosi poi con alcuni senatori, il ministro avrebbe poi precisato che solo un disegno di legge approvato in sede deliberante potrebbe raggiungere gli stessi risultati del decreto legge, permettendo un confronto più ampio con le opposizioni. Qualora tale possibilità svanisse, si vedrebbe comunque costretto ad optare per un decreto legge d’urgenza.
"Riconosco che oggi la mia relazione è stata necessariamente generale – ha detto rispondendo alle obiezioni di alcuni rappresentanti delle opposizioni tra i quali Vincenzo Vita (Pd) e Giambrone (Idv) – e mi impegno a tornare già la prossima settimana per fare un passo avanti". "Mi auguro però – ha aggiunto – di trovare anche proposte chiare e responsabili" da parte anche dell’opposizione.
Con i senatori, intanto, il ministro ha chiarito alcuni punti del cosiddetto ‘pre-testo’ preparato al ministero. "Non intendo abolire i contratti di settore", ha precisato, "né togliere ai comuni la nomina dei soprintendenti". E ancora "non ci saranno distinzioni tra fondazioni di serie A ed altre di serie B". L’età pensionabile dei ballerini sarà portata, per gli uomini e per le donne a 45 anni. Nodo fondamentale, quello degli incentivi fiscali per gli interventi dei privati: "senza un provvedimento che consenta il contributo dei privati alla cultura difficilmente le fondazioni potranno decollare com’era negli auspici di chi ha voluto questa riforma".
Dal ministro un accenno anche alla situazione dell’Imaie, l’istituto mutualistico per gli artisti interpreti e esecutori, di cui ha sottolineato la situazione critica : "ne ho avuto da tempo la consapevolezza – ha sottolineato – tanto che proprio su segnalazione dei miei uffici il prefetto di Roma ha proceduto allo scioglimento dell’Istituto con un provvedimento giudicato legittimo dalla magistratura". Quanto al futuro dell’ente: "Non ci sarebbe niente di male, a mio avviso, se queste competenze passassero alla Siae, ma il mio è solo un ragionamento di buon senso, lo vedremo insieme".
Francesconi (Agis): cinque interventi urgenti per lo spettacolo -14 gennaio-
Una legge per lo spettacolo dal vivo, attesa da tanto tempo; nuove norme sulla lirica nella cui stesura vengano coinvolte anche le fondazioni; una moderna legislazione sul cinema con un’attenzione particolare alle sale di città; risorse certe e adeguate; maggiore attenzione della politica e delle istituzioni verso lo spettacolo. Sono questi per Alberto Francesconi , presidente dell’Agis, i cinque interventi urgenti che non possono più essere rimandati e senza i quali lo spettacolo italiano non ha un futuro.
Entrando nel dettaglio delle urgenze, Francesconi afferma che “la legge per lo spettacolo dal vivo è ancora in discussione alla commissione Cultura della Camera e, fatta salva la sicura buona volontà di tanti parlamentari, dopo i ripetuti annunci di imminente e unanime approvazione, i mesi continuano a passare, facendo crescere la preoccupazione in chi ha visto troppe leggi inciampare all’ultimo minuto; le nuove regole sulla lirica, continuamente annunciate, sono tutt’ora in ‘lavorazione’ al ministero per i Beni e le Attività Culturali, ma le fondazioni restano ai margini, se non del tutto fuori questo importantissimo lavoro”.
Il cinema invece, secondo il presidente dell’Agis, “vive un momento di sostanziale tenuta sul mercato, ma si fa più fosco il futuro per le essenziali sale di città per le quali urgono provvedimenti urgenti delle istituzioni nazionali e locali, così come è urgente una moderna legge sul cinema in stanca discussione al Senato”. Sulle risorse, “il Fus – dice Francesconi – è dato troppe volte per superato o addirittura morto, ma fino ad oggi questa discussione ha favorito solo la sua continua, pesante limatura e ha prodotto troppo pochi interventi alternativi”.
Infine, “la disattenzione sostanziale della politica e delle istituzioni verso lo spettacolo è l’unica vera costante bipartisan che lega gli ultimi due decenni di intervento pubblico, insieme ad una attenzione clientelare per una parte dello spettacolo, soprattutto in sede locale, che è molto dura a venire meno e che a nostro avviso è tra le negatività che impediscono allo spettacolo di dare il meglio di se stesso”.
Per Francesconi, a fronte di tutto ciò, anche gli operatori hanno però le loro responsabilità: “troppi annunci di cambiamenti virtuosi hanno avuto seguiti limitati,troppe resistenze corporative hanno continuato a prevalere, troppa contiguità con i comportamenti negativi della politica ne ha condizionato l’agire. Non c’è più molto tempo per cambiare strada. Anzi, ce n’è pochissimo. E allora, diamo con energia e coraggio il segno di ciò che siamo”.
“Alziamo la voce uniti – conclude Francesconi – per rivendicare il nostro ruolo, abbandoniamo finalmente e definitivamente le piccole logiche settarie. Rivendichiamo, così, il diritto ad una esistenza non solo dignitosa ma ricca di significato. Se lo sapremo fare, il nostro grande pubblico ci seguirà e la stessa politica dovrà finalmente guardarci con rispetto”.
Commento by AutoOrgScala — 16 Gennaio 2010 @ 08:59
RICORDIAMO LA LEGGE ….
IN SCALA COME VA L’ORARIO…..
I diritti dei lavoratori. L’orario di lavoro
Intrage – giovedì, 14 gennaio 2010 – 13:00 CET
Il tempo massimo di lavoro compresi gli straordinari, deve essere di 48 ore. Devono essere previste almeno 4 settimane di ferie l’anno e 24 ore di riposo consecutivo ogni 7 giorni. Lo ha stabilito il decreto legislativo numero 66 dell’8 aprile 2003, il quale prevede
Orario settimanale
L’orario di lavoro è fissato per un massimo di 40 ore settimanali. Mentre la durata media comprensiva di straordinari non può superare le 48 ore. In caso di superamento, le imprese con più di 10 dipendenti devono avvisare l’ispettorato del lavoro competente per territorio, motivando il prolungamento dell’orario.
Lavoro straordinario
Per lavoro straordinario s’intende il lavoro prestato oltre l’orario normale di lavoro. Il lavoro straordinario non deve superare il tetto massimo di 48 ore settimanali. In assenza di contratti collettivi, prestazioni di lavoro straordinario possono essere richieste solo previo accordo tra datore e lavoratore, per una durata che non può eccedere le 250 ore annuali.
Riposo giornaliero
Il lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore. Per le modalità si rinvia ai contratti collettivi.
Riposo settimanale
Il riposo settimanale consiste in un periodo minimo ininterrotto di 24 ore e il diritto scatta ogni sette giorni lavorativi.
Lavoro notturno
Viene considerato lavoratore notturno chi lavora almeno tre ore nel periodo compreso tra le ore 24 e le 5 della mattina. Il lavoratore notturno non deve comunque lavorare più di otto ore nell’arco dele 24 ore.
Commento by anonimo — 16 Gennaio 2010 @ 10:25
Applicando la legge sugli orari finirebbero tutte quelle marchette che consentono ad un operaio di 3b di portare a casa 50000 euro l’anno.
Si accettano scommesse…………neanche un dentista evasore…….
Commento by anonimo — 17 Gennaio 2010 @ 08:35
Rispettiamo si la legge, sono d’accordo, ma stai esagerando, non è vero assolutamente che un 3 b prenda quella cifra, neache facendo il massimo del lavoro straordinario.
la tua critica e negativa e cattiva, piutosto difondi la legge e fai che venga rispettata.
buon senso amico
ciao
Gerardo
La Fenice
Commento by anonimo — 17 Gennaio 2010 @ 11:58
Che parlino i CUD, tirateli fuori n’a vorta tanto!!
Commento by anonimo — 18 Gennaio 2010 @ 14:58
Riforma del cinema Bondi «commissariato» Ora ci pensa Letta
di Luca Del Fra
L’ombra di un ministro o il ministro ombra? Sandro Bondi, titolare del dicastero dei Beni e delle attività culturali, è stato «commissariato» dallo stesso governo cui appartiene e che gli ha sfilato di mano la riforma sul cinema, demandata alla Presidenza del consiglio, per la precisione a un tavolo con Gianni Letta. Ad annunciarlo è stato lo stesso ministro, ieri presso la VII commissione del Senato deputata alla cultura, dichiarando tra l’altro che in un anno, l’anno in cui lo stesso Bondi ha retto il dicastero delle attività culturali, il deficit dei grandi teatri lirici è praticamente raddoppiato. IL SUPER-DEFICIT Eppure, prima di assumere tratti surreali da far invidia a un film di Buñuel, l’audizione era iniziata nella solita ombra di inutilità istituzionale, poiché lo stesso Bondi aveva sottolineato, manco fosse un rappresentante dell’opposizione, che da troppo tempo manca una riforma del settore e vanno modificati i criteri di assegnazione dei contributi. Infatti, dopo aver parlato dell’Imaie, ente deputato alla riscossione e alla redistribuzione del diritto connesso degli interpreti e in questo momento in via di estinzione per decreto prefettizio, Bondi si lascia sfuggire, come un dettaglio: il deficit delle Fondazioni lirico-sinfoniche, vale a dire i grandi teatri d’opera italiani dalla Scala al Maggio fiorentino, è passato da 160 a 290 milioni di euro. Incalzato dai rappresentanti dell’opposizione, come Vincenzo Vita del Pd che ha chiesto più volte di chiarire se il ministero vuole arrogarsi la nomina delle dirigenze delle fondazioni, oggi dei Comuni, e se voglia azzerare i contratti integrativi dei lavoratori dei teatri, Bondi è rimasto nell’ombra della vaghezza, promettendo di tornare la prossima settimana in commissione, portando a conoscenza del parlamento i suoi piani. «La situazione è drammatica –sbotta all’uscita dell’audizione Fabio Giambrone, capogruppo dell’Italia dei Valori – qui non solo chiudono le fondazioni liriche, ma tutti i teatri sono a rischio se il governo non prende seri provvedimenti. Da un anno e mezzo chiediamo cosa intendono fare, e solo nel 2009 abbiamo invitato ben 13 volte Bondi in commissione per rendere conto della situazione. Arriva solo oggi (ieri ndr) dicendo poco o nulla». Considerando che la prima promessa di Bondi in qualità di ministro nell’autunno 2008 era una riforma delle Fondazioni lirico sinfoniche e a oggi non se ne vede l’ombra, si resta perplessi: per lo meno. Il colpo di scena Bondi lo riserva per la conclusione dell’audizione, annunciando che la decennalmente annunciata legge di riforma per il cinema sarà fatta in un tavolo presso la Presidenza del consiglio, probabilmente presieduto da Gianni Letta, a cui lui, Bondi, è stato generosamente invitato. Così a legiferare sul cinema ci sarà Gianni, il padre di Giampaolo Letta, sotto gli occhi di Silvio, il padre di Piersilvio Berlusconi, entrambi i figli nella dirigenza o nella proprietà della maggior casa di produzione cinematografica italiana, la Medusa. ROMA arfled@fastwebnet.it
14 gennaio 2010 pubblicato nell’edizione Nazionale (pagina 41) nella sezione "Culture"
Commento by anonimo — 19 Gennaio 2010 @ 08:49
La Scala è diventata uno stipendificio, riconosciuto, autorizzato e sindacalizzato.
A casa chi è di troppo e chi è entrato in maniera non trasparente, amici degli amici, parenti, fratelli, cognati…via….a casa.
Premiamo reset ed iniziamo a fare teatro…seriamente.
Poi scopriamo che "magicamente" i costi si dimezzano, i tempi si accorciano e tutti stanno meglio…
Commento by anonimo — 22 Gennaio 2010 @ 08:08
Spettacolo dal vivo: De Biasi (Pd), più realista che ottimista sulla riforma
– 28 GENNAIO 2010 – Roberta Romei – All’ottimismo dichiarato due settimane fa dalla relatrice alla Camera, Gabriella Carlucci, sull’iter della legge per lo spettacolo dal vivo sono seguite nubi che hanno attenuato l’euforia. L’on. Emilia De Biasi , del Pd, partner della Carlucci, si dichiara ora “realista, più che ottimista perché bisogna tener conto delle difficoltà che si incontrano a comporre un testo che vada bene a tutti, un testo unitario".
La prossima settimana dovremmo davvero chiudere i lavori del comitato ristretto. Manca pochissimo e faccio appello alla responsabilità di tutti i politici, di maggioranza e di opposizione, ma soprattutto di maggioranza, affinché veramente si concluda. E’ troppo essere bloccati da due mesi”.
“naturalmente più noi in comitato ristretto siamo d’accordo sulla chiusura del testo, meno emendamenti saranno presentati”.
Bisogna che tutto il mondo dello spettacolo faccia pressione perché questa legge venga approvata. Il clima politico è molto acceso e lo sarà ancora di più in prossimità delle elezioni regionali, per tante questioni. C’è dunque un clima molto conflittuale che rischia di riflettersi anche su questo provvedimento per la cui approvazione stiamo facendo uno sforzo disumano. Chiediamo, quindi, che anche fuori del Parlamento vengano prese iniziative forti a sostegno della legge”. Una manifestazione in piazza? “Potrebbe essere un’idea… Il vero miracolo sarà arrivare ad una legge unitaria con un clima come quello in cui viviamo”.
Commento by AutoOrgScala — 28 Gennaio 2010 @ 21:05
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Commento by sulkozgr — 31 Luglio 2014 @ 14:35
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