Un esproprio senza precedenti nei confronti dei ceti popolari che farà aumentare ulteriormente la povertà.
La manovra del governo approvata da Senato e Camera taglia pesantemente i redditi di lavoratori e pensionati che si trovano ancora una volta a pagare per tutti le scelte di politica economica attuate negli anni scorsi.
Con la manovra vengono rapinati oltre 2.000 euro all’anno dai già magri redditi di lavoratori e pensionati. Si tratta di un esproprio senza precedenti nei confronti dei ceti popolari che farà aumentare ulteriormente la povertà
I ricchi anche questa volta non pagano; banche, finanza e i padroni hanno ricevuto tutti gli aiuti possibili, li hanno intascati e han continuato a fare lo stesso di prima, peggio di prima. In Italia il 10% delle famiglie si appropria del 45% di tutta la ricchezza.
I principali tagli: Sanità: aumento dei tichets con di 10 euro per le visite specialistiche e 25 euro per il ricorso al pronto soccorso; fisco ridotta la possibilità di detrarre le spese dalla denuncia dei redditi ( -5% nel 2013 e -25% dal 2014 ): pensioni:aumenta l’età pensionabile e si riduce la rivalutazione annua delle pensioni; riduzione di 16,5 m.di dei trasferimenti agli enti locali che a loro volta è probabile che attuino altri tagli alle prestazioni sociali.
Inoltre con la manovra il governo, dopo il mancato rinnovo del contratto 2010-2012 del Pubblico impiego, ora fa seguire il congelamento degli stipendi fino al 2014 , licenziando i precari e reiterando il blocco ormai ventennale delle assunzioni.
Cub ritiene indispensabile dar vita ad un ampio schieramento a partire dal sindacalismo di base, aperto a quanti condividano una lotta, per il rovesciamento del modello di sviluppo fondato su finanza, competitività e produttività, a favore di un sistema fondato sui beni comuni. Quello che hanno chiesto i 27 milioni di cittadini che hanno votato ai referendum.
Gli obiettivi da mettere alla base della lotta
· Introduzione di una patrimoniale (es. 0,10%) sui grandi patrimoni ( es. del 20% più ricco) che consentirebbe di evitare i tagli ai ceti popolari, di avviare un circolo virtuoso di riduzione del debito e il recupero di risorse per rendere stabili i lavori precari, migliorare le pensioni e fare investimenti.
· Attuare misure per contrastare l’evasione fiscale che ammonta a 120 mdi di tasse annue non versate.
· Tagliare le spese per la guerra revocando l’acquisto dei caccia bombardieri F 35 che hanno un costo di 16 miliardi e eliminare le spese di guerra e quelle militari in genere che ammontano a decine di mld annui.
· Potenziare la sanità pubblica, eliminare i tichet spostando le risorse oggi utilizzate per il business della sanità privata.
· Tagliare tutti i veri sprechi nella spesa pubblica, le inutili grandi opere, le consulenze, gli stipendi d'oro le burocrazie politiche inutili i costi eccessivi della politica e delle clientele.
Dinnanzi agli effetti devastanti indotti dal modello di sviluppo basato sulle politiche liberiste i responsabili della crisi non trovano di meglio che accentuare le pulsioni autoritarie per imporre una drastica riduzione delle libertà e dei diritti per la classe operaia e i ceti popolari.
A questa impostazione risponde appieno l’accordo stipulato martedì 28 giugno tra Confindustria e cgil-cisl-uil e ugl sulla validità erga omnes degli accordi e sulla rappresentanza che non solo è ingiusto , ma è inutile e dannoso perché espressione di quella politica liberista che ha fallito. Un accordo che non a caso è stato salutato con entusiasmo dal ministro delle tasse.
La possibilità di non continuare a subire peggioramenti e perdita di tutele e diritti esiste ed è nelle mani dei lavoratori che devono decidere se continuare a farsi rappresentare da cgil-cisl-uil e ugl o se organizzarsi con la Cub (il più importante sindacato di base del nostro paese), molti lavoratori lo stanno facendo, non far mancare il tuo contributo.
Milano 18 luglio 2011
CUB – Confederazione Unitaria di Base