Il Sottoscala Per Abbado un Albero in Piazza Scala

21 Ottobre 2011

GRAVE INCIDENTE ALLA SCALA

Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 21:40

 MA ce la caveremo AL la GRANDE
anche stavolta !!!!

21/10/2011 ore 21 circa.
Allestimento della "Donna del Lago"di Rossini.
Ricomincia la prova.Ma il Coro non si presenta.
In assemblea, all’unanimità, rifiuta di scendere in palco dopo il grave incidente avvenuto durante un movimento di scena…
Ancora una volta a rischio è la vita del personale. Attimi, e crolla giù una quinta scenografata, colpita a sua volta dal movimento di un altro carico sospeso.
Una maestra collaboratrice è stata sfiorata.
La moltitudine delle opere montate contemporaneamente, super produttività e soprattutto l’incompetenza degli organizzatori della produzione mette a repentaglio la sicurezza dei lavoratori in palcoscenico. Dopo la denuncia all’ASL dei ponti di Turandot siamo di nuovo a sollevare il solito problema noto alle cronache.
Si attenderà il morto per cambiare la dirigenza preposta ad assicurare il regolare svolgimento in sicurezza delle prove e degli spettacoli nel teatro più importante d’Italia?

FERMIAMOLI PRIMA!
SE NON ORA QUANDO?

C.U.B./ INFO Scala

vedi anche i precedenti post su questo argomento.

Turandot, allestimento a rischio crollo

CUB denuncia scarsa sicurezza alla Scala

Turandot alla Scala: Sanzioni dell'ASL per un esposto della Cub.

QUANTO COSTA IL FERRO?

21 Comments

  1. ……..Ho saputo dell'accaduto ieri sera stessa poco dopo l'avvenuto incidente, tengo a precisare che non ero presente in quanto non facente parte di questo allestimento. 
    Detto questo , rifletto …. e mi chiedo , come da nota dell'articolo, dove si intenda arrivare …. Non è mai colpa di nessuno …. di fatto è così , ma credo che il problema vero non sia quello di cercare un colpevole (anche se sarebbe giusto e legittimo ),quando dell'assunzione di responsabilità.
    Ormai il teatro ha una mole di lavoro superiore ai propri mezzi… produzioni sempre più serrate, scenografie drammaticamente reali e pesanti, ferro ,ferro, ferro, ferro e ferro…tonnellate di ferro!! accavallarsi di opere e balletti, la forza lavoro è sempre la stessa…. spesso viene "assunto" personale addetto al palcoscenico totalmente inadeguato per un'ovvia mancanza di esperienza, conoscenza, e mestiere, quel mestiere fatto di competenze , che solo le persone che lavorano stabilmente da anni possono vantare di avere e solo una squadra affiatata può garantire. Il Coro ha preso una decisione giusta, quella di interrompere la prova… ma l'altro fatto increscioso è che l'orchestra non abbia avuto il coraggio di fare altrettanto, come se la cosa non li riguardasse, o forse molto probabilmente non aveva sufficiente interesse nel farlo.Mi chiedo come si possa giustificare una prova d' insieme senza la presenza del Coro …eppure si è fatto !!! Mi ricordo durante l'ultimo l'allestimento di Pagliacci con la regia di Martone, che l'orchestra fermò una prova in quanto riteneva che i due passaggi posti ai lati del golfo mistico , fossero pericolosi e non sufficientemente adeguati, ovviamente ottennero che le due pedane fossero ridimensionate, il pericolo era scampato, cosa che non avvenne durante l'allestimento di Turandot!!!! fui io , come ben sapete a fare la prima rimostranza in merito , fermando la prova , che come seguito ebbe la totale indiffernza da parte della direzione e dei responsabili dell'allestimento stesso, tant'è che gli incidenti si susseguirono anche durante le successive recite….. poi la storia del dopo Turandot la sappiamo tutti , il teatro , grazie alla denuncia dei CUB , pagò la famosa multa, e anche qui il vero responsabile latitò dalle sue responsabilità. Ci dovrebbe essere a mio avviso un unione di intenti reali , volti unicamente al miglioramento del lavoro in palcoscenico, spesso ci sono troppi individui  che pensano solo al proprio tornaconto personale, fatto di indifferenza e menefreghismo , di timore di esporsi per timore di perdere quel piccolissimi  "privilegi" , è più comodo tenersi buoni i superiori piuttosto che denunciare ciò che riteniamo dannoso per la nostra incolumità ,almeno finchè non capiti ad uno dei suddetti personaggi . Oppure di accusare quel settore specifico di incompetenza.Poniamo fine  alle  lotte di classe, ognuno dovrebbe pensare e sforzarsi di svolgere il proprio lavoro o la propria mansione al meglio , senza giudicare chi fà o chi non fà. Queste lotte intestine rendono la controparte più forte.Personalmente credo che ci sia proprio la netta volontà da parte di qualcuno di creare sempre più distanza fra i lavoratori dei vari settori , così facendo distraggono le masse dalla loro totale inadeguatezza del ruolo che ricoprono. Grazie per aver letto fin qui …. e buon lavoro a tutti e soprattutto ….occhi aperti!!!!

    Commento by anonimo — 22 Ottobre 2011 @ 20:29

  2. Scusate non ho firmato  il mio commento precedente : Bruno Gaudenzi (Coro)

    Commento by anonimo — 22 Ottobre 2011 @ 20:31

  3. Bruno, condivido pienamente tuo commento.

    Voglio aggiungere che da un po di tempo si stanno forzando gli allestimenti con ritmi di lavoro pesanti e continui per far quadrare la programmazione.
    Tutto questo ricade su la sicurezza in palcoscenico che spessso viene trascurata per sodisfare "esigenze artistiche"
    Da tempo si lavora male, si accettano sfide contro il tempo per andare in scenachenon dobbiamo accettare.
    Quel grande teatro ristrutturato e tecnologico pensato per aumentare le produzzioni si è verificato non funzionale com'era previsto, la tecnologia ha aiutao ben poco, il vero aumento di produttività è stato grazie a un aumento dei turni di lavoro con margini sempre piu stretti per andare in scena e a volte a scapito della sicurezza.
    Il rispetto dei tempi di lavoro venivano considerati una volta, oggi i disaggi dei lavoratori non vengono proprio valutati.
    Possiamo aggiungere su questo argomento che l'aumento delle notti di lavoro in un mese, più i turni settimanali di 6 e 7 giorni di fila senza riposo e che cambiano di giorno in giorno con stacchi spesso solo di 10 ore tra una prestazione e l'atra influiscono negativamente sulla sicurezza personale dei lavoratori e dei terzi, sopratutto sui tecnici di palcoscenico.

    Credo che visogna rivedere il tutto al piu presto per garantire e garantirci tutti un luogo di lavoro sano armonioso e sicuro.

    A.C. tecnico di scena
     

    Commento by anonimo — 23 Ottobre 2011 @ 01:43

  4. Grazie di cuore per la risposta del tecnico di palcoscenico…. approvo in toto la sua osservazione, ringrazio anche per aver messo in luce il tipo di prestazioni lavorative richieste dalla direzione di produzione di questo teatro, che come vogliasi dimostrare pensa solo alla produzione esattamente come una grande catena di montaggio…aumentando i rischi per chi lavora.
    Questo è quello che concerne la parte meramente tecnica , per quel che riguarda la parte artistica, posso dire senza problemi e con competenza che , la situazione non è da meno, è vero che quello che ci richiedono non mette a repentaglio la vita di nessuno, nessun rischio sulla vita delle persone, ma "tradisce" completamente quello che è e deve essere lo spirito di un grande teatro d'opera, musicalmente stiamo assistendo ad un degrado generale che ha dell'incredibile, noi del coro non abbiamo neppure una sala dove poter provare in tranquillità, mi riferisco a quella che, come da cartelli esposti, viene denominata Sala Coro grande, ubicata al terzo piano, una sala del tutto inadeguata ,sia acusticamente che come spazi, di fatto risulta impossibile provare con tutto il coro, (non ci stiamo) e anche con piccoli organici il problema non è da poco, spesso mancano sedie e legii….. Per quel che riguarda la grande sala del sesto piano, quella è ad uso principalmente per l'orchestra del teatro alla Scala, qualora la compagine orchestrale non provasse ci è concesso averne l'utilizzo….. spesso volentieri i nostri orari vengono cambiati, con non pochi problemi contingenti, per lasciare la suddetta sala prove ad uso dell'orchestra filarmonica, anche se ricordo benissimo ci fu un accordo verbale dove si diceva che sarebbe stata utilizzata principalmente, per diritto, prima dalle compagini del teatro alla
    scala , vale a dire Orchestra e Coro , secondariamente dall orchestra filarmonica….questo non avviiene mai, un esempio: se la sala orchestra è occupata dall'orchestra filarmonica allora il Coro del teatro alla Scala deve spostarsi nelle sale prove dell 'ansaldo, mi chiedo allora come mai la sala prove dell'Abanella , tanto voluta dall'orchestra filarmonica, non viene mai utilizzata dall'orchestra? come viene utilizzata? ad uso personale? lezioni private? ?? sono domande che rimarranno senza risposta……..Ritornado al discorso prettamente musicale , anche per noi ,il susseguirsi di opere, spesso in lingua straniera, e l'accavallarsi delle prove non permette assolutamente di avere un livello musicale degno , per memorizzare e "far nostra" un opera ci vuole tempo e clima disteso (come per tutti),l'imbarazzo è generale , ma pochi hanno il coraggio di denunciare questo stato di cose…. così facendo il tanto declamato livello musicale sta velocemente precipitando verso una strada senza ritorno.Chi sono i responsabili di tutto questo disagio? tecnici? macchinisti?attrezzisti? elettricisti? artisti del coro? ballerini? credo proprio di no, ogni settore appena enunciato ci mette sempre tutta la buona volonta ed il prorpio sapere per far si che gli spettacoli siano degni del nome scala , spesso arrivano registi ed assistenti del tutto impreparati se pur molto costosi ,ma a loro è concesso tutto , anche a discapito della musica, abbiamo i migliori Artisti all'ansaldo capaci di dipingere fondali e scene da incanto, sarti espertissimi, pittori da far invidia al mondo intero, il loro lavoro potrebbe essere esportato in tutto il mondo per l'altissimo livello ottenuto…invece no! meglio utilizzare (come ho già detto nell'articolo precedente) tonnellate di ferro… Il teatro vero è finzione, deve lasciare spazio all'immaginazione, deve ricreare con l'arte e non con i criteri e gli arnesi da cantiere navale.Arrivano spessisimo dall'estero coproduzioni di una bruttezza senza pari , il pubblico dissente ma si ripropone come se nulla fosse….quando noi potremmo creare ed esportare le produzioni più belle, invece si distruggono!!! perchè???
    Detto questo….. ho lasciato da parte l'orchestra…. perchè si sa….. quella è un altra storia che va trattata separatamente e "privatamente". Riprendiamoci con amore il nostro lavoro, uniamo le forze , e rispettiamoci ,  denunciamo sempre tutto quello che non funziona.
    Auguro a tutti una buona giornata e grazie ! Bruno Gaudenzi (coro)

    Commento by anonimo — 23 Ottobre 2011 @ 10:20

  5. Crolla un telettone da 120 chili alla Scala Paura sul palco durante le prove – Il Giorno – MilanoCrolla un telettone da 120 chili alla Scala Paura sul palco durante le prove – Il Giorno – Milano……… leggere ciò che dice Malgrande e commentate!!!!
    bruno Gaudenzi (coro)

    Commento by anonimo — 23 Ottobre 2011 @ 13:50

  6. Continual lo scandalo ….. la generale de La donna del lago va in scena senza la presenza della squadra esterna dei pompieri …. solo 3 Artisti del Coro non scendono in palcoscenico , anche il pubblico è a rischio ….. ma dove vogliamo arrivare??? e tutta quella schiera di sculettanti della direzione artistica???? dove sono? il direttore della produzione cosa fa??? 
    Direi che è ora di finirla!!!!!!
    Bruno Gaudenzi (coro)

    Commento by anonimo — 23 Ottobre 2011 @ 15:09

  7. Diego Malgrande, sublime, è la perfetta sintesi della promiscua situazione scaligera.

    Commento by anonimo — 23 Ottobre 2011 @ 18:41

  8. Di chi la responsabilità? E se fosse di qualche tecnico non proprio presente a se stesso al momento del fissaggio della quinta in soffitta?

    Commento by anonimo — 23 Ottobre 2011 @ 18:43

  9. Di seguito il comunicato che ci ha inviato da diffondre la Rsa CGIL.

    Milano, 21 ottobre 2011

    COMUNICATO SINDACALE
    ADESSO BASTA!!

    Dopo l'ultimo grave incidente verificatosi durante la prova d'insieme di Donna del lago pensiamo sia arrivato il momento di mettere la parola fine all'assurda situazione che il palcoscenico di questo teatro sta vivendo.
    Ritmi forsennati,carichi di lavoro eccessivi e mal distribuiti, programmazione e orari mensili completamente disattesi in virtdi una pessima gestione aziendale del lavoro di palcoscenico.
    Nonostante le ripetute denunce delle rappresentanze sindacali e le richieste d'incontri specifici sul problema siamo di fronte ad un'azienda che invece di fare teatro pensa a fare solamente il gendarme (tornelli ,per installarli un attimo , continue e spesso ingiustificate contestazioni disciplinari), con dirigenti che probabilmente non hanno la percezione che un conto far convivere un certo tipo di spettacoli sulla carta, mentre un altro rapportarli alla realtà oggettiva fatta di carne sangue e cose materiali.
    Nel caso in cui non si ponga immediato rimedio a questo sfacelo sarà nostra cura riunire tutti i lavoratori del teatro per risolvere la situazione.
    RSA CGIL

    Commento by unlavoratore — 24 Ottobre 2011 @ 09:55

  10. IL CASO

    Cade una quinta nel retropalco
    è polemica sicurezza alla Scala

    Nessun ferito: solo un gran tonfo e tanta paura soprattutto per i coristi che in quel momento
    si trovano nella zona dell'incidente e che, alla nuova chiamata, si rifiutano di tornare in scena
    di PAOLA ZONCA

     

     

    Cade una quinta di tela appesa alla graticcia nel bel mezzo della prova d’insieme della Donna del lago di Rossini. Non colpisce nessuno: solo un gran tonfo e tanta paura soprattutto per i coristi, che in quel momento si trovano nel retropalcoscenico e che, alla nuova chiamata, si rifiutano di riprendere lo spettacolo. I rappresentanti sindacali della Cgil alla Scala non intendono però sorvolare sull’episodio, e denunciano in un comunicato i disagi che i lavoratori vivono quotidianamente in palcoscenico: «Pensiamo sia arrivato il momento di mettere la parola fine all’assurda situazione che questo teatro sta vivendo».

    La donna del lago è la prossima opera in cartellone alla Scala, con debutto mercoledì per la direzione di Roberto Abbado. L’altroieri, mentre è in corso la prova d’insieme del secondo atto, si sfiora la tragedia. «Improvvisamente è caduta da circa 25 metri di altezza una quinta di tela del balletto Raymonda (altro spettacolo in programmazione in questi giorni, ndr.) del peso di circa 100 chili — racconta il macchinista Diego Del Grande, della Rsa Cgil — Il fondale è precipitato a 50 centimetri da una persona, bastava poco perché succedesse il peggio». Fatalità? Assolutamente no, secondo i sindacati, che attribuiscono l’episodio (così come i problemi legati alla movimentazione dei ponti durante la Turandot di qualche mese fa, denunciati dai Cub) ai «ritmi forsennati, ai carichi di lavoro

     
    eccessivi e mal distribuiti, alla programmazione e agli orari mensili completamente disattesi in virtù di una pessima gestione aziendale del lavoro di palcoscenico».

    Certo, è un paradosso che ora la Cgil metta sotto accusa proprio quel palco che i restauri hanno rinnovato proprio per consentire l’allestimento contemporaneo di più spettacoli. Il problema, si dice, starebbe nell’«incapacità di selezionare scene che siano compatibili». «Prima dei lavori — spiega Del Grande — c’era uno spazio dove veniva assemblato tutto quello che poteva creare pericolo. Ora non c’è più». Questioni, ribadiscono i sindacati, segnalate più volte all’azienda, ma senza risultato. La conclusione è dunque un atto di accusa nei confronti della direzione: «Nel caso in cui non si ponga immediato rimedio a questo sfacelo, sarà nostra cura riunire tutti i lavoratori del teatro per risolvere la situazione». Gli altri sindacati, pur riconoscendo che quanto è accaduto venerdì non si deve più ripetere, non intendono strumentalizzare l’episodio.

    (23 ottobre 2011) ©

    Commento by unlavoratore — 24 Ottobre 2011 @ 10:00

  11. Per Gaudenzi Artista del Coro

    vorrei farti alcuni appunti, uno in particolare, quando dici che le masse si mettono una contro l'altra perchè vi è interesse di qualcuno dividere.

    é vero Gaudenzi , da sempre è così, ma qualcuno ti ha usato in questa occasione dicendoti che l'Orchestra non ha avuto il "coraggio" di lasciare la prova volendo far credere che non ci fosse solidarietà con i colleghi del coro.

    La verità caro Gaudenzi è che non c'è mai stato conflitto sulla decisione di far terminare la prova, la direzione era consenziente e dunque non c'era conflittoe l'orchestra perchè doveva smettere la prova ?

    Io su questa vicenda credo che bisogna andare a fondo sulle cause e non credere su quello che dice " Malgrande, cedimento del moschettone" Balle
    la verità è che c'è troppa roba appesa in soffitta.

    Sopratutto Malgrande non può essere controllore e controllato

    Commento by anonimo — 24 Ottobre 2011 @ 22:22

  12. L'ennesimo incidente alla Scala in cui si è rischiato per un soffio la
    tragedia porta di nuovo in ribaltaa il problema organico della sicurezza in
    un luogo cioè il palcoscenico che la legge riconosce "cantiere" e
    come tale deve seguire norme ben precise per tuelare la salute e la sicurezza
    di chi ci lavora. che qui vengono disattese. E' la "valutazione dei
    rischi" lo strumento disatteso per ogni allestimento capace di fare
    prevenzione.
    L'asl , ovvero il suo organo di vigilanza e polizia interno(uopsal) ,di
    Milano è già stata fortemente coinvolta dagli esposti della C.U.B. e dal suo
    responsabile della sicurezza P.Sostaro . In merito al problema della bonifica
    dell'amianto nella volta dlella platea , al problema degli ascensori
    spesso guasti e pericolosiche precipitavano,alla postazione degli
    elettricisti seguipersona sopra il lampadario , ma soprattutto in merito al
    grave problema dei ponti mobili del palcoscenico , venuto alla luce con
    l'allestimento della scorsa Turandot.
    Oggi l'asl tiene sotto sorveglianza continua il cuore del palcoscenico
    perchè secondo il manuale del costruttore ( ing Malgrande), questi 5 ponti , lunghi 2 mt per
    12mt ciascuno e che coprono l'area di tutto il palco, non possono essere
    manovrati con sopra delle persone che siano essi tecnici o artsti .In turando è avvenuto che oltre alla presenza degli artisti sui ponti in movimento venne costruito un 'altra macchina mobile ,detta ponte cinese.Doppio ponte in movimento.
    Questo azzardo è costato al sovrintendente Lissner e al
    direttore degli allestimenti (Malgrande),nonchè progettista delle suddette macchine ,una
    multa di 13.000 €.Il paradosso sta nel fatto che chi ha inventato questi 
    ponti doveva pensarli per la movimentazione scenica spettacolare come
    avveniva, in sicurezza,prima della ristrutturazione con quelli  a
    movimentazione idraulica, idrica,dell'ing Secchi realizzati negli anni
    30'.Invece, distrutta quella fantastica di leonardiana concezione
    macchina che usava l'acqua del navglio sottostante alla Scala per la
    silenziosa movimentazione della scena , oggi nel divieto assoluto di
    calpestare i nuovi ponti di palcoscenico durante il loro movimento son stati
    fatti numerosi spettacoli .Non solo Turandot. Il direttore degli allestimenti
    essendo l'inventore dei suddetti ponti, forse, si sentiva di fare come
    voleva ,avendo il doppio ruolo di controllore e controllato tra le sue funzioni alla Scala.Col piccolo particolare che tutto ciò è avvenuto  mettendo a rischio l'incolumità dei
    lavoratori e di intere masse artistiche.
    Per quanto riguarda la decisone di quanti e quali spettacoli incastrare 
    insieme contemporaneamente sul palco e sui carichi sopesi in graticcia le
    responsabilità stanno precisamente oltrechè nella direzione degli
    allestimenti in chi gestisce l'organizzazione e il calendario della
    stagione.Attualmente  ne vengono caricati addirittura tre di opere
    contemporaneamente. Tutta la direzione è responsabile dei rischi che gravano
    si lavoratori e artisti del Piermarini. La programmamzione mal gestita e mal
    pensata provoca un carico di lavor maggiore , sempre straordinario sui
    tecnici ,di palcoscenico.Abuso di lavoro nel settimo giorno , turni
    acrobatici per flessibiltà . Si passa dal lavorare di giorno alla notte come
    niente fosse , da un giorno con l'altro . Anche a numerose notti al
    mese in un contesto in cui viene disatteso e calpestato l'orario
    mensile programmato. .La mal gestione e la cattiva organizzazione, provoca , per poter andar in scena tutte le sere ,
    ritmi forsennati da catena di montaggio in un luogo  il palcoscenico che rimane e rimarrà nella storia dell'umanità la
    quint'essenza dell'artiginalità.Disattendere questo spirito oltre a
    portare al declino la qualità e la spettacolarità su cui si fonda il
    successo della Scala aumenta in modo esponenziale i rischi per la sicurezza
    come è successo con la quinta arrotolata e caduta in "donna del lago" .Chiediamo che anche
    il pubblico ci venga in soccorso.Collettivo C.u.b. Scala

    Commento by anonimo — 24 Ottobre 2011 @ 23:29

  13. sono Gaudenzi …. grazie per la risposta …anche se non è assolutamente chiara…. una cosa è chiarissima…in primis non ti firmi…(o forse non ti sei ricordato), secondo, nessuno mi ha usato…. ho un età ed esperienza sufficiente per formulare un mio pensiero , che in quanto tale può ,legittimamente ,non essere condiviso…. ma il pensiero è libero, per fortuna …:-). Credo solo che l'orchestra in quanto elemento di questo teatro, potesse fare uno sforzo ,per una volta , di solidarietà nei confronti di chi lavora in palcoscenico, del resto, si sa, l'opera senza palcoscenico non è opera ….diventerebbe Concerto … e forse questo argomento interesserebbe di più! 
    non marginale è che  in una prova d'insieme spesso sono coinvolti , solisti, coro,a volte ballerini, e orchestra…..e ti chiedi perchè l'orchestra avrebbe dovuto smettere? …… allora le domande da porsi sono ben altre.Sono assolutamente conscio, quando sono in palcoscenico,  di quello che è appeso sopra le nostre teste.
    Dici che Malgrande non può essere controllore e controllato????? beh mi sembra assurdo!!
    Grazie ancora per la risposta personale, caro……….???????? 
    Ah! scusa non vedo nessuna firma.
    Bruno Gaudenzi (coro)

    Commento by anonimo — 24 Ottobre 2011 @ 23:35

  14. condivido pienamente il commento rilasciato dal collettivo C.U.B. Scala ….grazie , questa è chiarezza … grazie infinite ……. 
    Bruno gaudenzi (coro)

    Commento by anonimo — 24 Ottobre 2011 @ 23:42

  15. Incidente alla scala denuncia CUB – da Alex Miozzi responsabile comunicazione CUB Nazionale
    Articolo scritto da mauriziozini on 24/10/2011 in ASSOCIAZIONI & FONDAZIONI, CRONACA, LAVORO – No comments
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    Easy News Press Agency – News e notizie provenienti dal web http://www.easynewsweb.com/

    Ennesimo incidente alla Scala, il Coro non ci sta

    Sfiorata la tragedia per un cedimento di un pezzo della scenografia de “La donna del lago” presso il teatro scaligero milanese. Fiorito, CUB: “Rappresentazioni contemporanee, iper-produttività e incompetenza, prima di intervenire si aspetta il morto?” I lavoratori non ci stanno e rivendicano un ripristino della sicurezza in teatro.

    Milano, 24 ottobre 2011. 24 ottobre 2011. Ennesimo incidente, per fortuna senza conseguenze, presso il Teatro alla Scala di Milano, già nell’occhio del ciclone dalla sua ultima ristrutturazione del 2004.

    Questa volta a seguito dello sganciamento di un gancio è letteralmente crollata la scenografia dell’allestimento, colpita da un carico sospeso, denominata telettone, e una maestra collaboratrice è stata sfiorata dalla struttura.

    “La moltitudine delle opere montate contemporaneamente, con “La donna del lago” di Rossini che si alterna al balletto “Raymonda” e “Il cavaliere della rosa” di Strauss, l’iper-produttività e soprattutto l’incompetenza degli organizzatori della produzione mette a repentaglio la sicurezza dei lavoratori in palcoscenico” ha dichiarato a caldo Pippo Fiorito della CUB.

    “Aggiungo anche che fino alla metà della prova generale del 23 ottobre 2011 (de “La donna del lago”, ndr) a cui ero personalmente presente, non è stata garantita la presenza dei Vigili del Fuoco del nucleo esterno del comando milanese di via Messina, e solo dopo una protesta organizzata dal coro dell’opera stessa, la loro presenza è stata finalmente assicurata”.

    Dopo la denuncia della CUB all’Asl relativa ai ponti mobili di Turandot, successiva comunque a quella degli ascensori-montacarichi (mal funzionanti) precipitati, dalla postazione luci sopra il lampadario storico, attualmente in rifacimento, fino alla presenza di amianto che ha già causato il decesso di un lavoratore e la malattia di altri due.

    “Si attenderà il morto per cambiare il direttore tecnico (ingegner Franco Malgrande, ndr) e la direttrice generale (Maria diFreda, ndr) preposti ad assicurare il regolare svolgimento in sicurezza delle prove e degli spettacoli nel teatro lirico più importante d’Italia?” conclude Fiorito “E’ una domanda che giriamo al nuovo presidente della Fondazione, Giuliano Pisapia”.

    Commento by anonimo — 25 Ottobre 2011 @ 14:00

  16. Mal comune , mezzo gaudio?

    Norme antincendio per i teatri In molti sotto inchiesta

    Partono gli accertamenti dei pm: «Restano aperti solo con la presenza in sala dei pompieri»

    MILANO – Molti teatri milanesi non sono in possesso del certificato antincendio. E possono restare aperti, e accogliere il pubblico, solo grazie alla presenza costante dei vigili del fuoco che, pagati direttamente dai titolari, garantiscono la sicurezza. Una situazione borderline sulla quale la Procura della Repubblica di Milano ha aperto un fascicolo di indagine. E che ha un precedente importante: nel 2007 l'allora sovrintendente della Scala, Stéphane Lissner, venne indagato proprio per il mancato rispetto delle leggi sulla sicurezza (l'inchiesta venne archiviata nel 2009, appena il teatro si mise in regola e ottenne il rilascio del certificato antincendio).

    Ed è su un filone analogo che lavora oggi la Procura, ma in un ambito molto più largo. Il contesto è questo: per adeguare i teatri (ma anche moltissimi cinema e alcuni musei) alla normativa antincendio, spesso sarebbero necessari lavori di ristrutturazione impegnativi e costosi, ai quali si aggiungerebbe il danno economico dovuto ai mancati incassi per la rinuncia a molti spettacoli e, in qualche caso, anche a diversi posti. Si può evitare tutto questo con la presenza costante dei vigili del fuoco. In caso di incidente, i pompieri sono pronti a intervenire per evitare conseguenze drammatiche. Il tutto avverrebbe sfruttando in modo un po' scivoloso le concessioni di legge (al momento non è stata accertata alcuna violazione): i tempi per mettersi in regola sono di solito non superiori ai 90 giorni, ma presentando nuovi progetti di adeguamento, chiedendo pareri alle commissioni di vigilanza, facendo ricorsi o appellandosi a decisioni pendenti di fronte al Tar, si può «navigare» anche per anni nel limbo del «datemi il tempo per mettermi a norma».
    Un accomodamento che ha consentito, e consente, a teatri e cinema di andare avanti con la programmazione degli spettacoli, ma che allo stesso tempo garantisce un compenso extra ai pompieri che vengono chiamati a vigilare sulla sicurezza. Il procuratore aggiunto Nicola Cerrato, titolare del dipartimento che si occupa della sicurezza negli esercizi pubblici e sui luoghi di lavoro, ha aperto un fascicolo, per così dire «esplorativo», senza indagati ed ipotesi di reato. Anche grazie alla pressione giudiziaria dell'ufficio, il trend delle morti bianche in città è in discesa da tre anni: dopo essere passate da 28, a 9, sono risalite a 13. In quasi tre anni (smaltiti il 120% dei fascicoli, i nuovi e parte dell'arretrato) il dipartimento ha chiuso alcune decine di locali pubblici che non rispondevano alle norme sulla sicurezza.

    Obiettivo della nuova «inchiesta sui teatri» è stabilire se una norma destinata a consentire lo svolgimento degli spettacoli solo per il periodo strettamente necessario ad adeguare i locali alle regole della sicurezza possa essere applicata per intere stagioni. È stato compilato un primo elenco di strutture su cui fare verifiche (è bene precisare che, proprio per la presenza fisica dei vigili del fuoco, questi luoghi non possono essere definiti «a rischio»): i teatri Ciak, Smeraldo, Nuovo, Strehler, Puccini, teatro Studio, Nazionale, ma anche discoteche come i Magazzini generali, musei come Palazzo reale e la Triennale; il centro congressi Milano Fiori, il Mediolanum forum e il Palasharp.

    Giuseppe Guastella 
    Gianni Santucci

    Commento by anonimo — 26 Ottobre 2011 @ 11:23

  17. Alla Scala i pompieri( quando arrivano in tempo)
    costano mediamente intorno ai 2000€ a spettacolo.ALLA gennerale di Donna del Lago si  sono presentati al secondo atto .
    Cosa succede ? li paghiamo la metà?

    Ma il responsabile della sicurezza del teatro ( colui che avrebbe dovuto far tardare l'inizio dello spettacolo fin quando la squadra di via messina non fosse arrivata a destinazione nel Piermarini)che è anche responsabile degli allestimenti e dell'invenzione dei  ridicoli e pericolosi ponti mobili  ostentava:

    MA ce la caveremo AL la GRANDE ancehe stavolta.

    Commento by anonimo — 26 Ottobre 2011 @ 11:35

  18. FONDAZIONI LIRICHE, MIBAC: "PRESTO NUOVO REGOLAMENTO"
    In merito alle dichiarazioni apparse oggi su alcuni organi di stampa, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali precisa che "è intenzione del Ministro Galan esercitare la delega prevista dalla legge Bondi sugli enti lirici. Si tratta di adottare un regolamento apposito entro il 31 dicembre di quest'anno. A breve verrà convocata una conferenza dei Presidenti delle Regioni, dei Sindaci e dei Sovrintendenti delle fondazioni lirico sinfoniche per annunciare i cambiamenti previsti e verranno sentite anche le forze sindacali. È necessario insistere sull'autonomia di tutti gli enti e sulle forme organizzative speciali che prevedano sinergie tra le fondazioni più vicine geograficamente, ottenendo economie di scala e risparmi nelle produzioni. In questo senso, entrando nel merito delle dichiarazioni odierne, l'Arena e la Fenicie devono collaborare fortemente e creare sinergie nelle stagioni e nelle produzioni dove sono più forti. È necessario fare in modo che ogni ente sia responsabilizzato negli accordi sindacali. Inoltre, devono essere più trasparenti, inequivocabili e proporzionali all'impegno dello Stato i contributi economici degli enti territoriali su cui insistono le fondazioni liriche per superare le eccessive disparità tra quello che versa lo Stato ed il contributo degli altri soci fondatori. Dovrà essere, poi, aiutata la fiscalità verso questi grandi centri di cultura nazionali attraverso il decreto sviluppo di prossima emanazione. Queste saranno le linee della grande riforma che verrà presentata in consiglio dei ministri entro fine anno". (Omnimilano.it)

    Commento by anonimo — 30 Ottobre 2011 @ 10:46

  19. 01/11/11 IL FATTO QUOTIDIANO

    LA SCALA IN TEMPO DI CRISI: NIENTE PIÙ CASTA GRATIS

    La Scala in tempo di crisi: niente più casta gratis

    DECISIONE DELLA GIUNTA PISAPIA: I VIP PAGHERANNO IL BIGLIETTO PER LA PRIMA

    Domenica il presidente Napolitano ha acquistato il ticket per la Festa del cinema di Roma d i Silvia Truzzi Casta diva, anzi no: basta casta. La Prima della Scala, simbolo mondiale di opulenza e mondanità, quest'anno sarà all'insegna del rigore. Il sindaco Pisapia ha deciso di diminuire il numero dei privilegiati che di solito entrano a sbafo all'esclusiva soirèe del 7 dicembre. Ciao ciao ai portoghesi di lusso e alle sfilate d'ordinanza col biglietto degli altri. Niente più ingressi gratis per assessori, capigruppo e membri dell'ufficio di presidenza del consiglio comunale. Non solo: Palazzo Marino, che in base a un accordo con il Teatro, come riferisce Repubblica, ha diritto a circa un centinaio di biglietti da inviare alle autorità, sta pensando di metterne una parte in vendita. Come dire ai notabili della Madonnina: se volete venire alla Prima, pagatevi il biglietto. Il che sarebbe un segnale di sostegno agli enti lirici vieppiù tagliati, oltre che una dimostrazione di consapevolezza e solidarietà in un periodo di difficoltà economica generale. L'aria per la casta è diventata irrespirabile: basta guardare quanti gruppi – e con che numeri – su Facebook chiedono la riduzione dei parlamentari e dei loro stipendi, delle auto blu e dei pasti "camerali" a prezzi stracciati. E la Prima è per eccellenza un'occasione di raccolta fondi: quale momento migliore per dare il buon esempio? LO SPETTACOLO in questione è il Don Giovanni di Mozart (i seduttori sono il nostro forte) diretto da Daniel Barenboim perla regia di Robert Carsen: i biglietti vanno dai 50 euro del loggione ai duemila delle super poltrone. Non ci sarà nemmeno il cenone per vip o pseudo tali che ha animato i Palazzi negli anni della Letizia. Unico evento correlato, a parte le feste private, un party organizzato dal Teatro alla Società del Giardino. Gentilmente offerto dagli sponsor, accoglierà circa duecento invitati. Sembra scontato che nell'annus horribilis della crisi il Comune dia una regolata a se stesso, prima di chiedere sacrifici ai cittadini? Indubbiamente. Ma i precedenti di sfarzi e sprechi nella Milano dell'era Moratti non mancano. Nel 2006 – in scena l'Aida – il neo sindaco invitò 750 ospiti a Palazzo Reale: 40 cuochi, 120 camerieri. Donna Letizia prestò perfmo le tovaglie in lino di casa sua. Candele a più non posso, enormi foglie di palma a centro tavola: le cronache riferiscono che c'era pure il sarcofago con la mummia di Aida che l'assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, e chi sennò?) aveva fatto traslare da Narni. Alla rappresentazione, ma non a cena, andarono l'allora premier Romano Prodi e Angela Merkel, che ancora intratteneva civili rapporti di cortesia con l'Italia. A quei tempi del resto era solo la Cancelliera, non ancora culona e nemmeno il resto. Due anni dopo, nel 2008, la prima metteva in scena il Don Carlo, la Mo-ratti diede una super cena per 850 persone: costo dell'operazione 350 mila euro. PISAPIA è in buona compagnia: domenica il presidente della Repubblica più indaffarato della Storia è andato con la moglie alla Festa del cinema di Roma a vedere L'industriale di Giuliano Montaldo, storia di un imprenditore che cerca di far sopravvivere la sua azienda ai tempi della crisi, senza cedere alla tentazione della scorciatoia sotto forma di tangente. Giorgio e Clio Napolitano si sono pagati il biglietto come una coppia qualsiasi. Per motivi di sicurezza sono entrati dal retro, senza tappeti rossi e cerimonie di sorta. Applausi da più parti per un gesto normale quasi ovunque, piuttosto rivoluzionario alle nostre latitudini. Il presidente è atteso anche alla Scala, dove gli unici due membri della giunta Pisa-pia invitati saranno il sindaco medesimo e, per competenza, l'assessore alla Cultura Stefano Boeri. Che spiega: "Vogliamo ridurre al minimo i privilegi, senza fare inutile demagogia". Aspetto importante, ma non l'unica faccia dell' "operazione Scala": il Comune sta cercando di portare l'opera dentro la città. Il 4 novembre, come di consueto, le prove generali saranno aperte. E poi la Prima, oltre al maxi-schermo di Galleria Vittorio Emanuele, sarà proiettata anche in alcuni teatri di periferia, un modo per far partecipare all'evento tutta Milano. Inclusione è il contrario di privilegio: "Vorremmo che il Don Giovanni diventasse una specie di colonna sonora della città", spiega ancora Boeri. "Stiamo organizzando un incontro pubblico di Barenboim e un concerto di venti pianoforti con musiche ispirate all'opera di Verdi. Non sappiamo ancora dove, ma dovrebbe essere il 26 novembre". Chissà se, davanti alla Scala della moderazione, ci saranno le contestazioni di rito. *** ***

    Commento by anonimo — 2 Novembre 2011 @ 14:34

  20. TEATRO LIRICO
    Arriva Orazi: così salverò il "Verdi" II ministro Galan ha firmato il decreto che nomina Claudio Orazi commissario del teatro Verdi. •

    Piccolo 31-10-11

    Verdi, firmato il decreto C'è il commissario Orazi Nominato da Galan, che conferma anche Marchesi. Cosolini: ora subito al lavor L'amministratore: dialogo con enti e privati, tutti concorrano a salvare il Teatro di Paola Bolis Il ministro per i Beni culturali Giancarlo Galan ha firmato il decreto che porta la data del 25 ottobre, la copia della documentazione è appena giunta ai diretti interessati. Decaduti il consiglio di amministrazione e il sovrintendente Antonio Calenda, il commissario straordinario della Fondazione lirica Giuseppe Verdi è dunque – come annunciato nei giorni scorsi – Claudio Orazi, manager teatrale ed ex sovrintendente dell'Arena di Verona. Accanto a lui, il ministro ha nominato quale sub-commissario del Teatro il commercialista triestino Paolo Marchesi. Le nomine, a norma di legge, hanno una durata di sei mesi (ma in altre Fondazioni già passate attraverso l'amministrazione straordinaria di proroghe se ne sono avute anche più d'una). «Finalmente la formalizzazione», è il primo commento del sindaco Roberto Cosolini, che della Fondazione è presidente: «Si era in una fase di transizione che portava anche a perdere del tempo, ora ci metteremo subito al lavoro». Un lavoro finalizzato a traghettare il Verdi fuori dalla voragine del rosso di bilancio (il consuntivo 2010 si è chiuso con una perdita di 4 milioni 108mila euro) e soprattutto di un debito patrimoniale che si è attestato sui 23 milioni di euro. In che modo? Il neocommissario rifugge dagli annunci: «Sarò a Trieste nei prossimi giorni – dice – e innanzitutto avrò un confronto molto approfondito con il sindaco e con il ministro; poi partirà il nostro lavoro. Ci muoveremo in sintonia. Dopo un'istruttoria preliminare incontrerò i lavoratori e adotterò le procedure del caso con la grande volontà di fare bene». Già i sindacati nei giorni scorsi avevano palesato i propri timori in merito a restrizioni alla prossima stagione lirica e, a caduta, a tagli sul personale che nella Fondazione lavora a tempo determinato. «La stagione lirica? Ci sono gli abbonamenti in corso di vendita. Il principio generale – questa la prima valutazione di Orazi – è che il teatro venga protetto, la stagione faccia regolarmente il suo corso e i lavoratori possano lavorare: il capitale umano è la risorsa principale in una Fondazione, non agiterei fantasmi prima del tempo». E comunque «ci sono questioni di carattere economico, finanziario e amministrativo che vanno ponderate con grande attenzione, con il contributo di tutti e di ciascuno». Dunque «bando alla genericità delle parole», dice Orazi: «Bisogna dare il tempo ai responsabili – io primo fra tutti – di capire approfonditamente quali siano le questioni per poi cercare le modalità con cui risolvere problematiche che non datano certo da ieri». Una cosa intanto Orazi dice chiara: «Dovremo parlare con tuti gli interlocutori istituzionali, pubblici e anche privati, perché concorrano – fuori dalle metafore e dalle parole – al sostegno, al salvataggio e al rafforzamento della Fondazione. Tutti – e il Teatro stesso con i suoi lavoratori – devono fare la loro parte. Gli aspetti artistici e della programmazione arrivano dopo questa fase», aggiunge il neo-commissario sottolineando come «il ministero abbia preso a cuore la situazione del Verdi e voglia aiutare a risolverla anche con questo commissariamento», soluzione perla quale «ho visto anche il sindaco molto motivato». E Antonio Calenda, l'ormai ex sovrintendente e direttore artistico che si è già detto disponibile a continuare a lavorare per il Teatro? «Le questioni che piovono sulla testa di un commissario sono economico-finanziarie e amministrative, questo è il mio mandato», taglia corto Orazi. Per ora. *** Claudio Orazi Prove di scena per una Tu randot rappresentata in una delle passate stagioni liriche al teatro Verdi ***

    Commento by anonimo — 2 Novembre 2011 @ 14:42

  21. 29/10/11

    CORRIERE FIORENTINO

    MAGGIO, QUASI FATTA. I SINDACATI CHIEDONO UN POSTO NEL CDA

    La vertenza Maggio, quasi fatta I sindacati chiedono un posto nel Cda Non vuole rilasciare dichiarazioni la sovrintendente Francesca Colombo sull'esito del Cda di ieri della Fondazione del Maggio, il primo senza il sindaco e presidente Matteo Renzi impegnato alla Leopolda. Trapela però la soddisfazione per il clima costruttivo che ha portato a un lungo esame della proposta di destinare una quota del T'fr dei lavoratori al reperimento degli oltre 2 milioni di euro necessari per riportare il deficit del bilancio effettivo 2011 alle cifre del previsionale. In cambio del ritiro immediato della sospensione del salario integrativo, già operativa dal mese di settembre. Da quanto trapela, la proposta è stata sostanzialmente accettata e si respira ottimismo nel poter chiudere la trattativa oggi. Alle 13.3o sono stati infatti convocati i rappresentanti dei lavoratori. Non si sa se sarà accettata la richiesta, formalizzata ieri da Fials, Cisl e Uil, di avere un rappresentante, senza diritto di voto, all'interno del Cda, in qualità di osservatore, per garantire trasparenza e agevolare la comunicazione. «Ci chiedono un sacrificio – riflette Marco Salvatori della Fials — devono garantirci la massima trasparenza. Negli ultimi anni nessuna Fondazione ha fatto questo, magari potrebbero derivarne effetti virtuosi imprevisti». La Cgil non condivide: «In passato, proprio al Maggio, è già stato fatto, ma gli esiti non furono felici — ci dice Massimo Vagaggini — Si rischia una confusione di ruoli che invece devono restare ben distinti». Fiducioso però di poter apporre la firma all'accordo. «I legali ci hanno detto che si tratta di una via percorribile. Certo ogni singolo lavoratore dovrà firmare una liberatoria, ma quando abbiamo portato la proposta in assemblea, su 200 presenti, i voti contrari sono stati solo 5». Più titubante Salvatori: «Siamo preoccupati, non attiriamo più i talenti. E stato bandito il concorso per prima tromba e non si è presentato nessuno. Quando mi presentai io per primo oboe, c'erano altri 14 primi oboi di altre orchestre. Ormai non siamo più appetibili, una prima parte in un anno guadagna 12 mila euro meno che a Santa Cecilia e io mila meno che alla Scala. Il 6 e 7 novembre suoneremo l'Eroica di Beethoven al Musikverein di Vienna. Per un orchestrale è come per un giocatore di calcio la finale di Champion's. Io a Vienna voglio poterci tornare anche in futuro». Intanto, in tema di giovani talenti, stasera debutta diretto da Mehta il pianista Francesco Piemontesi (classe 1983), nominato nel 2009 «New Generation Artist» dalla BBC di Londra. Valeria Ronzani Sovrintendente Francesca Colombo ***

    Commento by anonimo — 2 Novembre 2011 @ 14:47

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