Lombardia. Percorso:ANSA.it
Confermato per altri cinque anni il sovrintendente Lissner
(ANSA) – MILANO, 29 MAG – Da oggi la Scala di Milano ha un nuovo consiglio di amministrazione, anche se uno degli 11 membri previsti dallo statuto ancora non e’ stato nominato. Arrivera’, con l’ingresso di un nuovo socio privato, con ogni probabilita’ il prossimo anno. Come primo atto il consiglio – dove rispetto al cda uscente sono cambiati solo i rappresentanti dello Stato con Margherita Zambon e Alessandro Tuzzi al posto di Francesco Micheli e Massimo Ponzellini – ha confermato il sovrintendente Stephane Lissner che restera’ in carica fino al 28 maggio 2017.(ANSA).
Giuliano Pisapia (come presidente) e il sovrintendente Stephane Lissner. Margherita Zambon e Alessandro Tuzzi in rappresentanza dello Stato (sostituiscono, non senza polemiche, il finanziere Francesco Micheli e Massimo Ponzellini, quest’ultimo da ieri agli arresti domiciliari per il credito erogato alla concessionaria Atlantis di Francesco Corallo), Fiorenzo Tagliabue in rappresentanza della Regione, Guido Podestà per la Provincia, Bruno Ermolli per la Camera di commercio, Giovanni Bazoli per Fondazione Cariplo, Aldo Poli per la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Paolo Scaroni con Eni (ieri in videoconferenza). Anche il sovrintendente rimarrà al Piermarini fino al maggio del 2017. Durante il prossimo cda, fissato per il 18 giugno, si parlerà delle sue deleghe, tema su cui ieri si è preferito soprassedere, dopo una discussione animata. Prima, però, c’è un altro appuntamento importante: l’incontro tra il sindaco Giuliano Pisapia e i lavoratori della Scala. Tra i temi che saranno affrontati, anche il nuovo contratto di lavoro.
Anche il nostro (neo) ex rappresentante statale del CDA Scala fa notizia!
Bpm: arrestato ex presidente Ponzellini- Indagati Milanese e Chiesa. 29 maggio, 10:49
(ANSA) – ROMA, 29 MAG – Ordinanze di custodia cautelare in carcere da parte della Guardia di Finanza, nell’ambito dell’inchiesta per in finanziamenti a B-Plus da parte della Banca Popolare di Milano. L’ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini è finito agli arresti domiciliari, insieme a un suo ex collaboratore Antonio Cannalire. Indagati anche Marco Milanese e l’ex direttore generale della banca, Enzo Chiesa. Nell’inchiesta vengono contestate presunte tangenti per 5,7 mln di euro.
Anche il suo amico (neo ) ex rappresentante statale del CDA Scala sfoga notizie. L’ accusa Sfogo a «Prima Comunicazione»: ho pagato il no a Dudamel
Micheli: la Scala sta diventando un prodotto turistico
«Collaboratore di Ornaghi in cda? Scandaloso»
Più che sassolini sono macigni. Per settimane Francesco Micheli ha mantenuto il silenzio. Nemmeno quando la «tifoseria» si è scatenata a suo favore (i nomi sono tanti, si va da Zubin Mehta, a Giulia Maria Crespi) ha proferito verbo. Ora però, basta tacere. Il cda della Scala è stato rinnovato senza di lui ed è arrivato il momento di fare qualche precisazione. Su interessi, regolamenti di conti, posizioni scomode, scelte «pericolose» che coinvolgono il Piermarini. Ci sono anche nomi e cognomi: da Stéphane Lissner, a Gustavo Dudamel, fino a Lorenzo Ornaghi. Micheli si lascia andare in una lunga intervista rilasciata a Ivan Berni per «Prima Comunicazione», in uscita oggi. I nodi sono tanti. Ma è la Scala il centro del discorso. A partire dal rinnovo del Cda e dai suoi componenti: il ministro per i Beni culturali ha sostituito Micheli e Massimo Ponzellini con l’ imprenditrice farmaceutica Margherita Zambon e il vicedirettore amministrativo della Cattolica, Alessandro Tuzzi. «Alla Scala – analizza Micheli – c’ è un blocco di interessi che non sopporta chi è critico sulle scelte del teatro. Ed è noto che c’ è una lobby interna che mi ha molto sofferto. Detto questo, è scandaloso e offensivo che, in un governo presieduto da un uomo della caratura di Mario Monti, il ministro designi un suo giovane collaboratore per un cda che ha nomi come Pisapia, Podestà, Bazoli, Poli, Scaroni, Tagliabue, Ermolli». Poi si passa al soprintendente. «In una prima fase ho appoggiato l’ arrivo di Lissner. Ci voleva un papa straniero per salvare la patria». Le crepe, però, sono arrivate con la proposta di un nuovo direttore musicale. «A un certo punto è spuntato il nome di Gustavo Dudamel e mi sono messo di traverso impedendo che venisse nominato un direttore totalmente digiuno di cultura musicale italiana. Karajan amava ripetere che senza una sessantina di titoli in repertorio non si può dirigere alla Scala. Dudamel (…) è inadatto a interpretare la complessità dell’ opera di scuola italiana. Mi sono battuto perché si evitasse questo errore e ho premuto, col consenso di tutti, perché arrivasse Daniel Barenboim, un gigante. Non me l’ hanno perdonato». Le scelte artistiche. E quelle gestionali. «Se non fosse per i contributi giunti solo grazie alla capacità di Bruno Ermolli, la Scala avrebbe bilanci scassati come gli altri teatri lirici italiani. Ma se Ermolli trovasse di meglio da fare, cosa accadrebbe? Oggi il bilancio preventivo è in equilibrio formale a condizione che quest’ anno venga coperto un differenziale negativo sugli 8 milioni. La previsione di pareggio si basa sul presupposto che arrivi un nuovo socio e che le istituzioni pubbliche non solo non taglino ma addirittura diano maggiori apporti. Cosa, questa, piuttosto velleitaria, visti i chiari di luna. L’ impegno del cda non potrà che essere quello di definire un nuovo modello di gestione al più presto, come sottolinea il recente studio di McKinsey». Delusione, tanta. E una preoccupazione, la Scala: «Purtroppo – conclude Micheli, che come pochi conosce la macchina artistica del teatro – viene ridotta sempre più a prodotto turistico, come il Colosseo. Non a caso Diego Della Valle, che è bravissimo, è diventato sponsor di entrambi. È un grande comunicatore, investe su due brand che hanno il massimo grado di penetrazione mondiale. Peccato però che la Scala non sia un monumento archeologico». Un sospiro. E un’ ultima considerazione: «La Scala non deve diventare un teatro qualsiasi o un monumento da visitare. Pena la sua morte culturale. E su questo il creatore di Tod’ s è molto sensibile». RIPRODUZIONE RISERVATA **** Martedì il Consiglio Socio privato? Previsto per martedì il primo Cda della nuova Scala, quello allargato a 11 consiglieri, come prevede lo statuto autonomo. Ma per quella data ci sarà – si chiedono in molti – il nuovo socio privato che dovrebbe portare nuove risorse al bilancio? Difficile saperlo. Per ora una cosa è certa: all’ ordine del giorno del consiglio c’ è la conferma del soprintendente Stéphane Lissner. Sacchi Annachiara-Pagina 6-(26 maggio 2012) – Corriere della Sera