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Napoli. Il presidio alla Cooper Pul. Stipendi non pagati, dignità calpestata e lotta dei lavoratori
di Clash City Workers (sito)
mercoledì 9 settembre 2015
I lavoratori della Cooper Pul sono lavoratori come ce ne sono migliaia e migliaia nelle nostre città. Lavoratori dei servizi, nello specifico svolgono lavori di pulizia presso gli impianti della Napoletana Gas, la storica società, dal 2009 acquisita dalla SNAM, che sul proprio sito internet si vanta di avere una storia che affonda le radici addirittura nei decenni precedenti l’unità d’Italia (nel 1837, per i più curiosi), quando il re borbone Ferdinando II lancia “la impresa di illuminare la città di Napoli mediante il gas”.
La Cooper Pul irrompe sulla scena solo pochi mesi fa: poco più di un anno fa, infatti, subentra in un appalto e riesce a strappare il servizio di pulizia, ma non solo, ai concorrenti. È quindi un poppante al cospetto del committente, la Napoletana Gas. Ma è un bambino anche al cospetto dei lavoratori che passano alle sue dipendenze dal precedente appalto, uomini che hanno maturato un’esperienza di anni in quella mansione. Con il passaggio alla Cooper Pul si può dire inizino i problemi. Gli stipendi non sono mai pagati con puntualità. Praticamente ogni mese, i lavoratori cominciano a vivere con un misto di angoscia e speranza la scadenza del 15, il giorno in cui gli dovrebbero esser corrisposti i compensi. Ci sono le spese da pagare, gli affitti, i mutui, le bollette di acqua, luce, gas, le rate degli elettrodomestici, i prestiti da restituire, la spesa da fare per mettere qualcosa in tavola e – perché no? – una serata al cinema o in pizzeria da organizzare con amici e/o parenti. La già dura quotidianità lo diventa ancor di più dal momento in cui la Cooper Pul decide che anche di una delle poche certezze della vita di questi lavoratori, la data in cui ricevono lo stipendio, si può fare carta straccia.
Come già in altre realtà lavorative, a tutto questo, ovviamente, i lavoratori non ci stanno. Cominciano a chiedere spiegazioni, a cercare quanto meno di capire il perché dei ritardi nei pagamenti. Niente, nessuna risposta. Solo quella costante rassicurazione: “non vi preoccupate, abbiamo avuto un problema, ma presto i soldi arriveranno”. In effetti, sebbene con ritardo, gli stipendi vengono pagati. Ma per chi ha scadenze da rispettare (vale a dire da pagare!) questa promessa, mese dopo mese, diviene sempre più inaccettabile. I lavoratori così cominciano ad organizzarsi. Decidono di presidiare l’ingresso dello stabilimento della Napoletana Gas, a Via Brin. Il presidio viene messo in piedi ogni volta che scatta il 15 del mese ed il conto in banca continua ad essere vuoto come il giorno precedente. Un tira e molla che va avanti da mesi, ma che ultimamente ha fatto registrare un ulteriore passo “indietro”.
Siamo ad agosto, Napoli si riempie di turisti e si svuota, almeno parzialmente, degli autoctoni. Intanto c’è però chi continua come sempre, chi si arrabatta per poter “tirare a campare”. I lavoratori della Cooper Pul aspettano l’Assunzione della Vergine Maria, Ferragosto, di nuovo con quel misto di angoscia e speranza che conoscono ormai da troppo tempo. Nulla. Passano i giorni, ma i soldi non arrivano. E allora di nuovo si organizzano e, noncuranti del caldo d’agosto, tornano a montare il loro presidio, ad attaccare qualche bandiera e a portare qualche sedia. In una zona dimenticata dal Signore, non in molti capitano davanti a quell’ingresso. Nessuno parla di loro, sembra che a nessuno importi di loro.
In fondo la crisi morde un po’ chiunque per cui “sì, speriamo si risolva bene la loro vicenda”, “in fondo sono povera gente come noi, però io ho i miei problemi e poi a che serve il mio supporto, possono mai una pacca sulla spalla, una chiacchiera, una tazza di caffè risolvere i problemi?” I lavoratori, i disoccupati, i giovani della Camera Popolare del Lavoro saranno forse pazzi, ma pensano che “chi di speranza vive, disperato muore” e che “sì, questi gesti possono risolver i problemi”. Meglio, pensano possano essere un punto di partenza. E allora cominciano a passare al presidio: si parla, si studia la situazione, insieme si cerca di capire cosa si può fare. Ieri l’ultimo atto (ma solo per il momento) di questa storia: i lavoratori decidono che i ritardi sono ormai inaccettabili, la misura è colma, bisogna far capire alla Cooper Pul che la situazione è seria. Si decide di fermarsi a parlare in particolare con i lavoratori della Rhyncho, un’altra delle ditte che lavora in appalto presso la Napoletana Gas. Stavolta parliamo di addetti al giardinaggio. La particolarità è che anch’essi dipendono dalla stessa proprietà della Cooper Pul. Ma c’è di più: anch’essi conoscono bene la storia dei ritardi nei pagamenti o, addirittura, della mancata corresponsione degli stipendi. I lavoratori in presidio decidono di fermare i mezzi della Rhyncho. Riscuotono, allo stesso tempo, solidarietà e ostilità. La solidarietà dei nostri, dei colleghi della Rhyncho, e l’ostilità loro, quella dei dirigenti, della Proprietà.
I telefoni cominciano a squillare: la Cooper Pul vuole convincere i lavoratori a lasciar passare i mezzi della Rhyncho, in una di queste telefonate il padrone (lento nel ripagare i propri dipendenti) gli domanda :” ma perché? Ci dovete mangiare con questi soldi degli stipendi?” … lì dopo un attimo di stupore è scoppiato l’odio.
La tensione e la rabbia aumenta, aumenta la consapevolezza di stare a trattare con qualcuno che non riesce proprio a capire la condizione di chi è proletario, di chi è schiavo del lavoro salariato.
Il blocca continua e così finalmente spunta una e-mail con in allegato i bonifici effettuati, ma questa volta la fiducia si è rotta.
Lo scenario a questo punto cambia. Anche in chi era più timoroso, la paura ha lasciato il passo alla rabbia. Una rabbia genuina, perché cazzo, passino anche i ritardi nei pagamenti (male, malissimo!), ma sentirsi sminuire con tanto sarcasmo, beh, questa non la si può proprio lasciar passare. Il presidio allora resiste, più determinato che mai. La stanchezza, la frustrazione, lo sfibramento per la situazione che si vive, per i giorni passati sotto le asprezze di un sole inclemente, cedono il passo ad altro. Gli operai sembrano rinvigoriti, di mollare non se ne parla proprio. Anzi…
E così con chi della Camera Popolare del Lavoro era riuscito ad esser presente e non era dovuto andar via per andare sul “proprio” posto di lavoro, si torna a discutere del prossimo passo, della prossima mossa. Perché la Cooper Pul non troverà pace fin quando non darà prova di un atteggiamento diverso nei confronti dei dipendente. Qui non si tratta più “semplicemente” dello stipendio, hanno calpestato rispetto e dignità. Qualche idea viene già fuori…
A tutte e tutti noi essere con i nostri corpi, le nostre intelligenze, la nostra inventiva, con i lavoratori della Cooper Pul. Perché quando diciamo che nessun lavoratore è solo le nostre non sono parole al vento…
P.S.: Da quanto scritto è ovvio che seguiranno aggiornamenti a breve!