Il Sottoscala Per Abbado un Albero in Piazza Scala

17 Ottobre 2013

E’ finalmente arrivata dall’ASL l’Iscrizione nel registro ex esposti amianto della Regione Lombardia per tutti i lavoratori Scala.

Filed under: Amianto,Salute e Sicurezza — Lavoratoriscala @ 02:02

Comitato Ambiente Salute T.Scala        Milano 16 ottobre 2013         

Nei prossimi giorni l’ASL di Milano invierà per posta a diverse centinaia di lavoratori ed ex lavoratori del Teatro alla Scala i certificati di riconoscimento della loro passata esposizione all’amianto.

Questo riconoscimento è il conseguente inserimento nel registro degli ex-esposti della regione Lombardia costituisce il raggiungimento di un’importante verità. Le morti di lavoratori scaligeri e gli ammalati per cause relative all’amianto non erano casuali ma provocate dall’esposizione professionale a un rischio non preso minimamente in considerazione dalle varie dirigenze che si sono susseguite dal dopoguerra a oggi. Anche dopo la messa al bando dell’amianto nel ’92 non sono state fornite ai lavoratori, formazione, informazioni  e dispositivi di protezione individuali.

Agli inizi degli anni 90′ cadde in un incidente il pesante sipario fonoacustico e tagliafuoco (detto“pattona”), composto da fibre di amianto, sostituito da altro sipario privo di amianto. Fino al ’95 nessuna altra bonifica e ancora nel 2008 la C.U.B ha denunciato agli organi preposti dell’A.S.L. il giacimento di coperte e rivestimenti in amianto rimasto in sopra sala nella volta platea.

La ristrutturazione del 2001 aveva invece fatto sparire gli enormi residui nella torre scenica, completamente ricostruita dall’architetto Botta. Gli uffici di via Verdi in parte bonificati rimangono ancora chiusi in attesa di ristrutturazione e in parte ancora intrisi di asbesto. Sia gli ex laboratori della Bovisa che in parte quelli dell’Ansaldo hanno avuto notevoli presenze di amianto; l’uso di coperte antincendio di amianto è continuato a lungo, mai estirpato da una seria valutazione dei rischi. Solo grazie alle testimonianze di lavoratori/trici, artisti /e che da decenni lavorano nella fondazione Scala si è potuto ricostruire il grado di esposizione per i lavoratori. Parallelamente, le certificazioni dell’avvenuta bonifica hanno confermato che fino alla data degli interventi vi era la presenza di fibre di amianto in via Verdi, via Filodrammatici, via Baldinucci e via Bergognone.

Dopo due anni di confronto con il lavoro prodotto dal Comitato Ambiente e Salute (culminato con la raccolta di centinaia di questionari), e la lotta portata avanti dalla C.U.B., l’ASL ha predisposto una tabella che classifica i lavoratori ex esposti non solo per mansione e luogo di lavoro ma anche per anno di assunzione e durata dell’esposizione all’amianto. Tutti i suddetti lavoratori sono stati considerati come ex esposti per causa professionale; seguendo le indicazioni del protocollo regionale il grado di esposizione è stato suddiviso in alta /media o bassa. Di conseguenza ogni lavoratore sarà inserito nel registro degli ex-esposti all’amianto, il che gli permetterà di essere sottoposto alla sorveglianza sanitaria gratuita per le malattie asbesto correlate presso la Clinica del Lavoro di Milano. Chi è stato registrato con un grado di bassa esposizione avrà diritto solo al counselling (colloquio di sensibilizzazione) mentre per esposizione media e alta sono previste anche le visite mediche, RX e test di funzionalità respiratoria. Si ricorda che ovviamente questo percorso è facoltativo per il lavoratore seppur un diritto faticosamente conquistato i cui oneri di spesa sono per legge a carico della Fondazione.

L’iscrizione al Registro degli ex esposti all’amianto non prevede benefici o risarcimenti pensionistici. Secondo la legge attualmente vigente questi spettano soltanto a coloro ai quali viene diagnosticata una malattia asbesto correlata (placche pleuriche, asbestosi, mesotelioma o tumore polmonare) oltre al riconoscimento di invalidità da parte dell’INAIL. Questa è la situazione con le leggi attualmente in vigore.

Per il futuro solo una mobilitazione di tutti i lavoratori  ex esposti  all’amianto  può portare alla modifica delle norme in senso favorevole a chi per anni ha subito “il rischio amianto”.

Si prega di conservare il certificato con cura.

I PORTAVOCE DEL COMITATO  AmbSalTScala

Si allega la classificazione per anno e mansione lavorativa ottenuta dall’ASL. Vedi link PDF

COMITATO: CLASIFICA EX ESPOSTI aPROVATA DALL’ASL IL26 LUGLIO 2013 w

30 Settembre 2013

Si ripetono gli incidenti in palcoscenico della Scala. Esposto all’ASL

Filed under: Salute e Sicurezza — Lavoratoriscala @ 01:51

Milano 27 settembre 2013

Destinatario: ASL N1 di via statuto5, Milano.

All’attenzione di Cattaneo Giancarlo

Oggetto: esposto : Incidente 25 settembre 2013 .

Caduta lampadario Galà, Accademia al Piermarini.

Si ripetono gli incidenti in palcoscenico della Scala.

Il 25 settembre 2013 alle ore 10.30 é caduto un lampadario di scena che era sospeso nella torre scenica. Durante la messa a punto e preparazione tecnica per la prova del corpo di ballo dello prossimo spettacolo Gala’. Il lampadario appeso senza nessuna sollecitazione è piombato a terra in mezzo al palco. Diversi lavoratori si trovavano a pochi metri, ma per fortuna nessun danno alle persone. Solo un operatore delle pulizie che era molto vicino al punto di impatto del lampadario, ha accusato un piccolo malore per lo spavento. Le cause che hanno innescato l’ennesimo rischio grave per la salute e sicurezza dei lavoratori, sono: tempi stretti di produzione, assenza di procedure chiare, mancanza di dispositivi di sicurezza supplementari obbligatori per i carichi sospesi.

Si chiede verifica in cantiere.

Distinti saluti  Pierluigi Sostaro

Resp.salute e sicurezza C.U.B.informazione /spettacolo

logo_CUB                         lampadario Galà precipitato

6 Settembre 2013

Fukushima mon amour. salvate il soldato Scala. Niente panico. La prima cosa da fare è…. scappare!

Filed under: General,Salute e Sicurezza — Lavoratoriscala @ 18:19
Siamo solidari con l’iniziativa dei coristi della Scala, (58,  per la precisione, che  rappresentano più della metà dell’organico) e che hanno espresso la loro preoccupazione prima di partire per Tokio.
Contestiamo chi l’aveva definita “strumentale”. In una lettera spedita al sindaco Pisapia (presidente onorario della Scala) e al Consiglio di amministrazione minacciarono di rifiutare la trasferta a meno di ottenere “certificazioni scritte da parte di organismi autorizzati dal Ministero della Salute e dall’Oms (l’organizzazione mondiale della sanità)”
Crediamo che le richieste erano legittime e adesso, con le recenti notizie dal Giappone possiamo solo sperare che non ci siano conseguenze pesanti per tutti i 400 lavoratori che si trovano li.
Restiamo perplessi davanti alla petizione che un gruppo di italiani residenti in Giappone, che davanti al problema giapponese, non sono obiettivi al vero pericolo che si corre in quel paese. Le notizie dei valori di contaminazione sono state stravolti e minimizzati al massimo.
La petizione  online, ricorda l’ignobile “fuga” del Maggio Fiorentino, presente in Giappone durante l’emergenza e rientrato in Italia senza onorare il resto del contratto, e per la quale sta raccogliendo le firme: “non vogliamo i coristi della scala in Giappone”.
Notizie http://it.euronews.com            05/09 18:47 CET

Una vera e propria cascata sotterranea che, passando per Fukushima, ne trascina in mare i detriti radioattivi. La fuga d’acqua contaminata dalla centrale giapponese, due anni fa colpita dallo tsunami, si arricchisce di nuovi particolari. Un video diffuso dal gestore Tepco rivela il transito di un corso d’acqua proprio sotto il reattore numero 1. Finora si è tentato di contenere i danni, ma limitarsi ad aspirarla si è rivelata una battaglia persa in partenza. In totale, le stime rivelano già la presenza di 400.000 tonnellate d’acqua contaminata da sostanze radioattive. Almeno 300 se ne riversano ogni giorno nel sottosuolo, per poi confluire nell’Oceano. Con l’annuncio alle porte del paese che ospiterà i Giochi Olimpici del 2020, il governo si è affrettato ad allentare i cordoni della borsa e a promettere un pronto intervento.

Appena pochi giorni fa, l’annuncio che una cifra pari ad oltre 35 milioni di euro sarà destinata alla costruzione di una “gabbia di ghiaccio”. Dei condotti d’acciaio pomperanno cioè un liquido refrigerante a 30 metri di profondità, ghiacciando così il suolo sottostante al reattore e isolandolo dai corsi d’acqua. Il via ai test è atteso non prima della metà di ottobre. I costi per la sola sperimentazione sono stimati all’equivalente di quasi 10 milioni di euro. Perché si passi alla fase operativa bisognerà però attendere fino a marzo 2015. Sul totale dell’operazione – per circa un terzo finanziata dalla Tepco che gestisce l’impianto – il governo ha approvato un contributo pari a quasi 250 milioni di euro. “Finora abbiamo lasciato che Tepco gestisse una buona parte dei lavori – ha detto il Ministro giapponese di economia, industria e commercio, Toshimitsu Moteghi -. D’ora in poi il governo prenderà in carico quelli più urgenti e fornirà il budget necessario. La speranza è che il nostro intervento contribuisca ad accelerare le procedure”. Rassicurazioni governative che precedono di poche ore la bacchettata a Tepco dell’autorità di controllo per l’energia nucleare. Ultimo rimprovero in ordine di tempo, quello di una comunicazione confusa sulla reale dimensione della contaminazione a Fukushima.

LA TEPCO AMMETTE DI AVER DELIBERATAMENTE UTILIZZATO RILEVATORI DI RADIAZIONI CHE FORNISCONO DATI INFERIORI ALLA REALTÀ: LE EMISSIONI RADIOATTIVE SONO STATE BEN PIÙ ALTE DI QUANTO DICHIARATO

fonte     http://www.naturalnews.com/041881_fukushima_radiation_leaks_deception.html

4 Settembre 2013

Risposta dell’ASL di Milano riguardante gli esposti per gli infortuni.

Filed under: General,Salute e Sicurezza — Lavoratoriscala @ 22:59

LA RISPOSTA DELL’ASL AGLI ESPOSTI DELLA CUB SUGLI INCIDENTI DELLA SCORSA STAGIONE: La responsabilità è del sovrintendente.

vedi documento/fax :   asl scala 25 luglio 2013
3d abstract running doctors

 

20 Giugno 2013

Milano. Operaio muore mentre smonta il palco di un concerto.

Filed under: Articoli stampa,Salute e Sicurezza — Lavoratoriscala @ 23:58

Un operaio di 34 anni è morto la notte scorsa in un incidente avvenuto al Forum di Assago (Milano) durante le fasi di smontaggio e trasporto delle impalcature utilizzate per il concerto dei Kiss.
Secondo quanto accertato dai carabinieri, l’uomo è salito con altri due operai su un montacarichi pieno di carrelli e impalcature. A causa probabilmente del sovraccarico, il pesante materiale sarebbe
caduto all’interno dello stesso montacarichi schiacciando il 34enne. Inutile l’intervento del 118.

L’incidente è avvenuto verso le 2.40 della notte scorsa, qualche ora dopo la fine del concerto dei Kiss. Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118, i vigili del fuoco, i tecnici dell’ispettorato del lavoro e i carabinieri di Corsico (Milano).
Secondo la ricostruzione fornita dai militari, Farouk Abd Elhamid Khoaled, 34 anni, egiziano, operaio, ha caricato con due colleghi un montacarichi di materiale di vario genere, già smontato e
imballato al termine del concerto, per poi trasferirlo su alcuni camion e portarlo altrove. Il sospetto dei carabinieri, secondo i primi rilievi, è che il montacarichi sia stato stivato oltremisura e che per questo durante il movimento abbia iniziato ad oscillare facendo cadere alcuni colli al suo interno e, quindi, addosso al 34enne.
Secondo le informazioni del 118, uno degli altri due operai, un 21enne, è stato trasportato non in gravi condizioni alla clinica Humanitas di Rozzano. Si tratta di ISihta Mohamad, egiziano residente a Pioltello con regolare permesso di soggiorno. Il terzo operaio che era sul montacarichi, Murpy Patrick, 36 anni, illeso, dipendente della Kiss Production Staff. Il montacarichi è stato sottoposto a sequestro penale per le verifiche tecniche.
Per l’egiziano 34enne, invece, non c’è stato niente da fare: i soccorritori hanno cercato di rianimarlo, ma poco dopo è morto.

Tornano alla mente altri due morti bianche, che negli ultimi due anni hanno segnato il mondo della musica dal vivo: il 12 dicembre 2011 a Trieste era morto Francesco Pinna, 20enne studente e operaio, che stava lavorando all’allestimento del palco del concerto di Jovanotti, mentre il 5 marzo 2012 a Reggio Calabria aveva perso la vita Matteo Armelini, operaio 31enne che stava montando il palco di Laura Pausini.

6 Giugno 2013

Appello per la tutela della Scala dal rischio incendio

Filed under: Comunicati Cub,Salute e Sicurezza — Lavoratoriscala @ 15:19

Milano 5/6/2013                                 

Egr. resp. prefettura di Milano , commissione vigilanza e spettacolo
Dott.sa Cristiana Cirelli

Con la presente la scirvente oo.ss.  C.u.b. informazione spettacolo  di Milano fa presente a codesta autorità che il servizio antincendio della Scala  con delibera  567 del  c.d.a. del gennaio  2012 ha trasformato il servizio antincendio interno della Scala in servizio vigilanza e prevenzione. Ovvero è stato ridotto da 16 a 12 l’organico dei pompieri interno che deve vigilare 365 giorni su 365 la sicurezza antincendio del Piermarini.
La  scrivente oo .ss crede fermamente che se il numero degli effettivi ministeriali presenti alle rappresentazioni  passati dalle 16 unità alle 21  dopo la ristrutturazione del 2002 sia in antitesi con il miglioramento delle condizioni di controllo  e rilevazione e dunque prevenzione automatica  della Scala riteniamo sia stato contestualmente  un grave errore  da parte della suddetta  commissione vigilanza e sicurezza della prefettura   autorizzare nella medesima occasione alla Scala carta bianca nei confronti degli organici fissi interni riducendoli . A dicembre 2012   la fondazione ha ridotto  il numero degli organici interni da 16 a 12   su 24 ore di servizio continuo . Tutto ciò  ha gravi ripercussioni sulla prevenzione della sicurezza poiché ovviamente per le più svariate ragioni  spesso  quando non c’è spettacolo  solo due vigili del fuoco,a volte anche uno , hanno il compito di sorvegliare un cantiere, di oltre 900 persone quando non c’è pubblico. Crediamo fermamente che il numero degli organici interni non sia  sufficiente a garantire la sicurezza del Piermarini e per questo chiediamo un vostro intervento nella seduta odierna della commissione vigilanza spettacolo , per riportarli a un minimo di 4 per turno. Ad esempio durante un principio di incendio il  caposquadra deve rimanere in sala comando , coordinare con le radiotrasmittenti almeno due vigili del fuoco interni  che vanno in avanscoperta nel luogo dell’eventuale incendio e un altro nella sala comandi ad attivare e manovrare le macchine  oltre a chiamare i rinforzi dal comando di via Messina. Ricordiamo che il caposquadra è inoltre il preposto della sicurezza  ad organizzare il piano di evacuazione con o senza pubblico.
Data l’mportanza storica  che ha fatto classificare  ad “alto rischio “ il sito ” monumentale  Teatro  alla Scala Piermarini ” dal ministero presposto nel 2005 , chiediamo il vostro intervento quale autorità che si dedica  alla salvaguardia dei beni artistici della nostra collettività in modo tale da far ripristinare il numero minimo di almeno 16 organici  fissi  all’interno del Piermarini che vigilino 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno , come è stato fatto fino a sei mesi fa  in modo  tale da non  far correre inutili rischi alla Scala simili a quelli finiti in tragedia come al Petruzzelli o alla Fenice di Venezia.

Cordiali saluti
Perluigi Sostaro
responsabile sicurezza C.U.B,Confederazione Unitaria di base , viale lombardia 20 Milano
tel. 0270631804 fax 0270602409 cub.nazionale@tiscali.it

Identica missiva è stata inviata al dipartimento delle belle arti .

Tutti gli enti preposti devono prendersi la responsabilità dei rischi a cui è sottoposta oggi la Scala dopo la delibera 567 nel 2012 del c.d.a della fondazione Scaligera.Perchè la Scala  è di tutti non di 6 o 7 banchieri e un pavido sindaco.

27 Aprile 2013

Giornata Mondiale contro l’amianto

Filed under: Amianto,General — Lavoratoriscala @ 19:32

           amianto      Comitato Ambiente Salute T.Scala

Il 28 aprile di ogni anno si celebra la giornata mondiale contro l’amianto.Ogni 5 minuti, una persona nel mondo muore a causa dell’amianto: 120.000 persone ogni anno nel mondo ne sono vittime. I danni provocati all’ambiente e agli esseri umani sono giganteschi. Questa strage avrà il suo picco massimo attorno al 2020 – 2030.

In Italia ci sono circa 4.000 morti all’anno.

La strage provocata dall’amianto è uno dei più grandi “crimini di pace”del XX° secolo e in Italia sono ancora molte le questioni aperte. Le bonifiche delle coperture in cemento-amianto (si stima in circa 32 milioni di tonnellate), la bonifica delle reti degli acquedotti con migliaia di km. di tubazioni in cemento/amianto per l’acqua “potabile”, delle scuole, degli edifici pubblici e dei siti industriali dismessi sono un problema non più rinviabile e una vera emergenza.

Una società civile non può accettare che l’unico diritto riconosciuto sia quello di fare profitti a scapito di tutti gli altri “diritti umani”. Contro le morti sul lavoro, gli infortuni e le malattie professionali si deve alzare forte la voce di tutti i lavoratori e dei cittadini, perché la salute viene prima del profitto. Sono centinaia le vittime dell’amianto che hanno lavorato nei cantieri e in fabbrica, alla Breda, alla Falck, alla Pirelli, all’Ansaldo e alla Marelli. Per ricordare i lavoratori morti e impedire che altri continuino a morire dobbiamo alzare forte la nostra voce. Basta morti sul lavoro e di lavoro! Le fibre d’amianto non guardano in faccia nessuno. Manifestare insieme alle vittime e alle loro famiglie per onorare tutti i morti d’amianto e dello sfruttamento è difendere la propria salute e la propria vita.

in ricordo di tutti i lavoratori assassinati in nome del profitto.

contro lo sfruttamento degli esseri umani e la distruzione della natura Sabato 27 aprile 2013 – ore 16.00 corteo partenza dal Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” di via Magenta 88, Sesto San Giovanni.  Il corteo, dopo la deposizione dei fiori alla lapide, terminerà alle ore 17,30 con un’assemblea aperta presso il Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” di Via Magenta 88, Sesto San Giovanni.

 

La lotta contro l’Inail continua e va inasprita!

 Mercoledì 15 maggio dalle ore 10.00 alle 13.00 protesta alla sede Inail Regionale di corso di Porta Nuova 19.

Dopo mesi di lotte e di trattative in cui l’Inail si era dichiarata disponibile a risolvere il contenzioso sui “benefici previdenziali per i lavoratori esposti amianto” portando la richiesta all’attenzione della direzione centrale, da Roma è arrivata la risposta negativa. Per questi signori, le “sentenze prodotte….non sono confortate da atti a valenza probatoria (rilevazioni, indagini ambientali, fatture di acquisto, ecc)”.

L’Inail per mesi ha tirato in lungo, senza alcun rispetto per le vittime dell’amianto, per poi risponderci picche. Per i lavoratori ex esposti al danno si aggiunge la beffa. Basta con le chiacchiere è giunto il momento di far sentire forte la nostra voce anche con forme di lotta eclatanti.

Presentato al senato il disegno di legge Casson

Il 15 marzo, primo giorno di insediamento del senato , è stato presentata il disegno di legge (primo firmatario il sen. Felice Casson) che recita: “Norme a tutela dei lavoratori, dei cittadini e dell’ambiente dall’amianto, nonché delega al Governo per l’adozione di un testo unico in materia di amianto”. Il DDL prevede tra l’altro la riapertura delle domande, i benefici per gli esposti amianto ante ‘92 e di quelli con meno di 10 anni, e la illegittimità della decadenza con cui l’INPS cerca di annullare i processi e i diritti dei lavoratori.   Come associazioni e comitati stiamo facendo pressioni su tutti i senatori per firmarlo e fare in modo che la legge venga quanto prima approvata. 

Piano Nazionale Amianto: buone intenzioni pochi fatti

Il Piano Amianto Nazionale è stato presentato l’8 aprile a Casale Monferrato. Questo piano, arrivato dopo anni di lotte delle Associazioni e dei Comitati ,contiene le linee per un’azione coordinata delle amministrazioni statali e territoriali ed è stato spiegato nel dibattito da vari interventi. Il documento introdotto e concluso dal Ministro della Salute Renato Balduzzi (assenti il Ministro dell’ambiente Clini e quello del lavoro Fornero), ha lasciato a molte associazioni, fra cui la nostra,l’amaro in bocca. In alcuni aspetti non ha rispettato neanche le decisioni assunte dalla II Conferenza governativa sulle patologie asbesto correlate, che si è tenuta a Venezia dal 22 al 24 novembre 2012.

Il Ministero della salute riconosce che oggi l’amianto è una vera “emergenza nazionale e internazionale”, e per questo il piano su alcuni punti sarebbe potuto essere più concreto e ratificato dal governo;, invece non va oltre la testimonianza e l’impegno di vedere risolti alcune problematiche. Ci saremmo aspettati più coraggio. Ora il piano passa all’esame della conferenza Stato – Regioni.

Ecco Il Piano Nazionale Amianto :

PIANO NAZIONALE AMIANTO 08.04.2013.pdf
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13 Marzo 2013

Continua la stagione degli incidenti sul lavoro.

Filed under: Salute e Sicurezza — Lavoratoriscala @ 00:34

Continua la stagione degli incidenti sul lavoro e delle inadempienze aziendali.  L’asl sotto sollecitazione è già intervenuta e chiederemo inoltre ulteriore intervento per gli incidenti per fortuna senza conseguenze fisiche nell’allestimento di “cuore di cane” che potete vedere  nel precedente post di questo blog.

segreteria provinciale cub/ info spettacolo.

Milano 12/03/2013

Spett. Ufficiale di polizia Giudiziaria

c/o Servizio UOPSAL ASL Città di Milano

Via Statuto, 5

20100 MILANO

Esposto : Grave incidente alla Scala durante lo smontaggio del palco dopo il concerto serale di domenica 3 marzo 2013 alle ore 22,15 circa.

Il lavoratore Mario Morrone insieme ad altri colleghi del personale serale ( maschera) stava operando come ” aiuto tecnico” per il montaggio e smontaggio dei leggìi, delle sedie e degli strumenti pesanti dell’orchestra affiancando i responsabili della cosiddetta “buca d’orchestra ”. Alla fine dello smontaggio a pavimento libero quando i ponti della buca erano al livello alto del muretto adiacente alla platea , nell’atto di scendere in platea per andare a verificare una poltrona di platea difettosa, il piccolo gradino del cordolo non era a pari del ponte e col tacco è inciampato scivolando in avanti. Nella caduta è finito rovinosamente in platea da un dislivello di un metro circa, tra il corridoio centrale e la prima fila , fratturandosi il bacino e la base del femore. Dopo intervento dell’ambulanza e’ stato ricoverato al Gaetano Pini. La prognosi è fra i 30 e 60 giorni.

Ci risulta che il lavoratore infortunato non sia coperto dall’ assicurazione obbligatoria INAIL ma solo da una polizza privata e parziale. Ci risulta che anche altri lavoratori a prestazione serale ovvero le maschere, tutti gli aiutanti della predisposizione della buca d’orchestra ( non hanno alcun d.p.i.e non fan nessun controllo medico) compreso i musicisti siano privi di copertura Inail . Si chiede di intervenire al fine di obbligare l’azienda a tutelare i lavoratori suddetti mediante l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni.

Si fa presente inoltre che in questo tipo di lavoro d’equipe nella buca d’orchestra sopra descritto si fa un uso della movimentazione dei ponti con persone a bordo, in contrasto con le normative di legge previste dal D.Lgs.81 del 2008.

Cordiali saluti

Pierluigi Sostaro

Responsabile sicurezza C.U.B. Confederazione Unitaria di Base

viale lombardia 20 Milano

12 Marzo 2013

TEATRO ALLA SCALA, ANNULLATA LA PRIMA DI “CUORE DI CANE”.

Filed under: General,Salute e Sicurezza — Lavoratoriscala @ 23:40

                        Cuore di cane- scena 2013-03-10

Una programmazione improvvida mette a rischio la sicurezza.

Milano, 12 marzo 2013Durante la Prova Generale chiusa al pubblico di domenica 10 marzo, si è ripetuto un problema di tenuta delle funi che fanno scorrere la pareta mobile sistemata in una struttura di alluminio che fa da palcoscenico nel palcoscenico del Piermarini. Mentre era in scena la prova si è rumorosamente strappata nuovamente la fune d’acciaio creando panico sul palcoscenico, un’artista della compagnia si è sentita male per lo spavento. Nei giorni precedenti si era ripetuto l’incidente con la rottura della fune e la deformazione e piegatura della guida di scorrimento del muro con provocando preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza.
I tempi stretti ed una messa a punto difficoltosa avevano già fatto chiudere le porte al pubblico della Prova Generale, questo nuovo accadimento ha fatto sì che  la Prova saltasse e venisse spostata alla data della prima, spostandola al 16 marzo.
 
Da tempo, la sicurezza degli allestimenti è un problema preoccupante al Teatro Alla Scala. 
“Cuore di Cane” è uno spettacolo di produzione anglo-olandese, riadattato tecnicamente per il nostro Teatro in pochi  giorni.
In questo caso, riteniamo ci sia stata una sottovalutazione da parte del Direttore dell’Organizzazione della Produzione, Andrea Valioni, di un’opera tecnicamente complicata con tempi di collaudo insufficienti.
 
Pierluigi Sostaro, Responsabile Sicurezza CUB – Confederazione Unitaria di Base, chiede  se “anche per “Cuore di Cane” sia stata verificata la valutazione dei rischi, come ci è stato prospettato dall’ASL per ogni spettacolo messo in scena alla Scala al fine di poter intervenire per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori”.
 
Giuseppe Fiorito, Segretario Nazionale della CUB Informazione & Spettacolo, denuncia, “da troppo tempo, negli allestimenti degli spettacoli al Teatro Alla Scala si verificano incidenti di una certà gravità. L’ultimo caso, nell’allestimento di “Cuore di Cane” emerge la responsabilità del Sovraintendente S. Lissner e della Programmazione della Produzione, la sicurezza non può essere sacrificata sull’altare del “business internazionale”, l’adattamento di spettacoli prodotti altrove è particolarmente delicato e richiede il rispetto di tempi che permettano la salvaguardia dei criteri di sicurezza, tempi che vengono spesso sacrificati. Sollecitiamo da tempo al Servizio UOPSAL ASL Città di Milano una vigilanza particolare su questa situazione chiedendo di agire con tutti i poteri previsti dalla Legge”.———————————————————————————————————-
ESPOSTO INVIATO ALL’ASL  di  Milano, vedi  link
 
Confederazione Unitaria di Base
V.le Lombardia, 20 – 20131 Milano  – Tel. 02 70631804 – Fax 02 70602409
 www.cub.it – Canale CUB Video: http://www.youtube.com/user/CUBvideo
                                                                             logo_CUB

5 Marzo 2013

Tiberio, ucciso dall’amianto. “Ho il cancro per colpa dell’amianto, ma Fornero non mi manda in pensione.”

Filed under: Amianto,General — Lavoratoriscala @ 01:14

Comitato Ambiente Salute T.Scala

Tiberio Paolone e morto domenica 3 marzo. Ha lottato fino alla fine contro la malattia, il “mesotelioma maligno monofasico epiteliomorfo”, la malattia che colpisce tutte quelle persone che come lui sono state esposte e hanno respirato l’amianto. Tiberio è stato ucciso dall’amianto. Non ci sono parole per il grande dolore di queste ore. Ci stringiamo forte intorno alla sua famiglia. Noi porteremo avanti le sue lotte contro la riforma delle pensioni, la sua battaglia contro l’amianto e per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori esposti all’amianto.
Di seguito pubblichiamo la sua storia scritta da lui e pubblicata sul sito dell’AIEA (Associazione Italiana Esposti Amianto).
I funerali si svolgeranno mercoledì 6 marzo alle ore 10 presso la chiesa di San Remigio a Sedriano.

Respirare l’amianto. La storia di Tiberio Paolone.

Sono costretto mio malgrado a raccontarvi la mia storia personale ma, non voglio in nessun modo che questa venga interpretata come una faccenda delimitata alla mia persona, purtroppo molti lavoratori esposti non hanno avuto la mia stessa fortuna in quanto deceduti, altri invece sono vittime della depressione e vivono l’attesa della morte come un incubo che gli impedisce di vivere il quotidiano. Altri più fortunati di me, e sono la maggioranza, sono stati colpiti in età avanzata sono già in pensione e si godono fino all’ultimo il calore e l’affetto dei loro familiari, in particolare figli e nipoti.

Sono entrato in ospedale il 14 dicembre del 2010 e sono stato dimesso il 23 dicembre, per farmi passare a casa le feste di Natale, come potete immaginare è stato il periodo più triste della mia vita, sono caduto in una profonda depressione e sono riuscito ad uscirne scrivendo la storia dei miei anni con l’amianto, che in parte condividerò con voi, sono rientrato in ospedale per essere sottoposto ad un intervento chirurgico che oltre a permettermi di tornare a respirare adeguatamente, ha confermato che avevo il mesotelioma maligno monofasico epiteliomorfo. Alla età di 16 anni ho cominciato subito a lavorare lasciando la scuola superiore senza neanche terminare il biennio, In cinque anni compreso l’anno di servizio militare, ho imparato il mestiere di fabbro presso un artigiano.

Purtroppo alla fine del mese non era sempre certo ricevere lo stipendio, alla fine del servizio militare finalmente volevo cominciare a progettare la mia vita, mi convinsi quindi che la certezza dello stipendio era fondamentale e cominciai a cercarmi un altro lavoro.Feci il colloquio alla vigilia di Natale del 1980 alla Fiam (Fabbrica italiana ascensori montacarichi) che nel 1980 contava un migliaio di dipendenti e fui assunto il 13 gennaio del 1981. Dopo pochi mesi venni messo a fare i turni sulla puntatrice singola, fu quello il mio primo contatto con l’amianto attraverso i guanti ed il grembiule di amianto che, erano necessari per quella attività.Nel 1987 mi candidai come delegato sindacale e fui eletto, sempre in quegli anni in seguito alla evoluzione delle normative antincendio il mio contatto con l’amianto divenne molto più consistente, dovevamo produrre le porte taglia fuoco l’insieme di questa produzione a fine turno creava notevole polvere e sfridi di amianto e lana di roccia che si propagavano in tutta l’area di lavoro.

Nei primi mesi del 1988 presi coscienza della pericolosità dell’amianto, convocai nel giro di una settimana una riunione del CDF consiglio di fabbrica, le attuali RSU, per informare della situazione tutti quanti, ed ottenni la condivisione di una richiesta di incontro urgente con la direzione aziendale, che avvenne la settimana successiva. All’incontro l’azienda cascò dal pero, Amianto??? Ma è sicuro??? non ci risulta, l’incontro si concluse con l’impegno ad aggiornarsi per consentire all’azienda di sapere che cosa aveva comprato per la coibentazione delle porte rei, esternai ai compagni del cdf la mia incredulità al riguardo, facendo notare che era evidente che volessero prendere tempo. Erano passate altre due settimane ma, una data per l’incontro con l’azienda non ci era stata ancora comunicata ed io cominciavo a spazientirmi.Quindi mi recai all’ispettorato del lavoro, spiegai molto bene la situazione e loro telefonarono con me presente al dott. Petazzi spiegandogli la situazione, alla fine della conversazione mi dissero che da qualche anno questi interventi li faceva la UOTSLL, l’acronimo di Unità Operativa Tutela Salute Luoghi Lavoro di cui il responsabile era appunto il dott. Petazzi, mi dissero di chiamare dopo qualche giorno per mettermi d’accordo.

Pensavo fosse buona creanza aspettare due giorni prima di chiamare come indicato, ma evidentemente ci fu un fraintendimento, dopo due giorni io ero di secondo turno arrivai in anticipo per telefonare al dott. Petazzi, ma quando entrai in cdf capii subito che la UOTSLL era venuta quella mattina la tensione era nell’aria e tutta l’azienda era in subbuglio. Nei giorni successivi, tutti erano sorridenti, facevano a gara per offrirmi il caffé anche i capi, tutti avevano capito che avevo ragione quel materiale era amianto era stato rimosso completamente e tutti gli ordini di produzione delle porte taglia fuoco erano stati sospesi, anche il grembiule di amianto non si poteva più usare e fu sostituito con spessi grembiuli di cuoio solo i guanti di amianto erano comunque necessari e continuammo ad usarli fino a quando la puntatrice fu dismessa.Dopo un paio di mesi la produzione delle porte tagliafuoco riprese, nel frattempo tutta l’area interessata era stata bonificata, non si trovava un granello di polvere e tutte le pareti erano state imbiancate, l’amianto arrivava già tagliato a misura ed avvolto nel polietilene al fine di evitare la dispersione della polvere.

L’amianto venne sostituito con la fibra ceramica, l’anno successivo.Le successive modifiche della legge 257/92, fatte con l’articolo 47 del decreto legge del 30 settembre 2003 n. 269 hanno ad esempio impedito per me ed i miei compagni di lavoro di poter fruire dei benefici previdenziali in quanto circoscritto solo ai lavoratori che erano stati esposti all’amianto per un periodo superiore ai dieci anni, subordinati alla dimostrazione da parte del lavoratore dell’esistenza di 100 fibre litro per 8 ore per 10 anni, con questa precisazione: Per periodo di esposizione si intende il periodo di attività effettivamente svolta. Dal 1981 al 1989 per una manciata di mesi non si arriva ai dieci anni se poi occorre anche dimostrare 100 fibre litro per 8 ore escludendo ferie, festività, malattia ecc.Rinunciai a fare la domanda, anche perchè nel 2005 sia Io che i miei compagni, stavamo benissimo ed Io in particolare mi ero illuso che con il mio intervento avevo abbassato il rischio mio e di tutti i miei compagni.

Dal 2005 al 2010 sono passati alla svelta 5 anni e le sere in ospedale ripensavo alla stupidità di questa decisione, se avessi fatto lo stesso la domanda anche se respinta, adesso potevo dimostrare che avevo ragione. Uscito dall’ospedale dopo l’operazione mi sentivo rinato, finalmente respiravo, ma la Tac non diceva la stessa cosa, il mesotelioma galoppava e senza una cura adeguata in breve tempo sarei passato a miglior vita. Comincia quindi a fare la chemioterapia ma, contemporaneamente cominciavo la trafila per il riconoscimento della malattia professionale, la legge 257 e le successive modifiche giustamente non ponevano nessun limite temporale alla richiesta dei benefici previdenziali per tutti quei casi di malattia professionale riconosciuta dall’inail, io avevo gia fatto i conti 35 anni e 6 mesi alla fine del 2011, nove anni di esposizione valevano quattro anni e mezzo diventavano 40 a fine anno potevo finalmente andare in pensione. La prima doccia fredda arriva a giugno quando ricevo il certificato di riconoscimento del periodo di esposizione all’amianto, io facevo collimare il periodo fino alla dismissione dell’amianto sostituito dalla fibra ceramica.

Non ci crederete ma il destino nei miei confronti c’è la proprio messa tutta per essermi avverso, mi hanno riconosciuto il periodo di esposizione dal 1981 fino al 7 marzo del 1988, che corrisponde alla bonifica successiva all’intervento della UOTSLL, insomma a causa del mio intervento in difesa della salute dei lavoratori nonché della mia, venivo penalizzato dovevo fare dal dicembre 2011 ancora un anno e mezzo fino al giugno del 2013. Finisco i 6 cicli di chemio e la TAC mi da ragione il tumore si è fermato, ma la chemio ha lasciato il segno, anemia, astenia, crampi, acufeni e molto altro, in ogni caso mi faccio una meritata vacanza prima di riprendere il lavoro e nel mese di agosto comincio la radioterapia allo scopo di stabilizzare il tumore per evitare in un periodo troppo ristretto a sottopormi ad altri cicli di chemio che difficilmente avrei potuto sopportare ma, tutte le mie peripezie di salute sono nulla a confronto della mazzata che ho ricevuto nel dicembre del 2011, con l’insediamento del governo Monti, il ministro Fornero, tra le lacrime annunciava la riforma delle pensioni. La pensione di anzianità diventa pensione anticipata e infatti sparirà in anticipo alla fine del 2017 sostituita dalla pensione di vecchiaia per tutti non prima dei 66 anni ma legata all’aumento della aspettativa di vita, che progressivamente arriverà a 70 anni e dal gennaio 2012 fino alla fine del 2017 potranno andare in pensione solo i lavoratori che hanno maturato 42 anni e 6 mesi ma, se inferiori di età ai sessanta anni verranno penalizzati economicamente.

Mi prende un colpo, ancora il destino si accanisce su di me? Questo significa che non potrò andare in pensione prima del dicembre 2015 altri due anni e mezzo, in pratica vengono vanificati i benefici della 257, oltre alla mia penalizzazione e quella di altri nella mia stessa situazione, dal 2017 chiunque si ammalerà per esposizione all’amianto perderà ogni beneficio, facciamo un esempio: Maurizio è nato nel 1962 comincia a lavorare a 20 anni nel 1982 è esposto all’amianto per 10 anni fino al 1991, nel 2018 dopo 28 anni di latenza si ammala di mesotelioma, gli è riconosciuta la malattia professionale e conseguentemente l’ articolo 13 comma 7 delle legge 257 del 1992 riconosce 5 anni di beneficio pensionistico. Con la normativa precedente Maurizio andava subito in pensione in quanto nel mese di marzo 2018 ha maturato 36 anni di contributi che sommati ai 5 della 257 diventano 41.

Con la riforma Fornero la situazione di Maurizio sarà peggiore della mia, poiché dal 2018 non sarà più possibile andare in pensione anticipata rispetto all’età di vecchiaia, perchè quando ci sarà solo il sistema contributivo varrà solo l’età minima per l’accesso alla pensione che, sarà per tutti di 66 anni, come dichiarato dallo stesso ministro nell’audizione in commissione lavoro alla Camera. Maurizio all’età di 56 anni con un tumore che ti da massimo 5 anni di vita secondo la Fornero deve lavorare ancora 10 anni. A questo punto è oggettivamente riscontrabile che, la norma di salvaguardia della legge 257 sarà completamente resa inefficace.

L’art. 24 del decreto Salva Italia fa espresso riferimento a delle clausole derogative soltanto per le categorie deboli, se un grande invalido del lavoro da malattia professionale, mesotelioma pleurico dovuto all’esposizione all’amianto non lo è, vorrei sapere quali sono state le categorie più deboli che hanno beneficiato di queste deroghe. Altrimenti non c’è coerenza tra quanto enunciato dalla legge, rispetto alla sua reale applicazione. La nuova riforma delle pensioni è impostata sull’aumento della speranza di vita, la legge n. 257 del 1992 che ha bandito l’amianto in Italia ha individuato dei benefici contributivi come oggettiva conseguenza della diminuzione della speranza di vita per i malati colpiti da patologie correlate all’asbesto. Com’è possibile che la nuova normativa non ne abbia tenuto conto? È giusto applicare una norma nuova impostata sull’aumento della speranza di vita a chi era già stato precedentemente riconosciuto un beneficio per la ragione opposta e come oggettivo riconoscimento del ritardo da parte dello stato nel fare una legge che ha bandito l’amianto? E’ possibile non rispettare I principi di solidarietà espressi nell’articolo 38 della Costituzione?

Il Ministro potrebbe risolvere questo problema senza giocare con la vita delle persone, confinando il riconoscimento dei benefici previdenziali solo a quei lavoratori che risultino effettivamente colpiti dalle patologie neoplastiche a prognosi infausta, viceversa la riforma Fornero si traduce in una vera e propria smentita della volontà legislativa con la quale si voleva compensare, con risarcimenti previdenziali, la perdita della salute e la riduzione dell’aspettativa di vita, causata dall’esposizione all’amianto.Senza una più che opportuna deroga tra l’altro enunciata e prevista dalla stessa riforma tutto questo viene rovesciato senza una ragione plausibile.

Nel successivo documento: “Breve resoconto delle peripezie di Tiberio Paolone nel 2011” racconto tutte le iniziative che ho fatto, e sono tante, per mettermi in contatto con il Ministro, che purtroppo non mi ha mai risposto direttamente, ed altri in sua vece hanno risposto sempre negandomi i diritti da me reclamati.

Breve resoconto delle peripezie di Tiberio Paolone nel 2011
Allegato B
Allegato C
Allegato D
Allegato E
Allegato F
Allegato G (Interrogazione al ministro Fornero)

 

Ho il cancro per colpa dell’amianto, ma Fornero non mi manda in pensione

19 SET – Egregio direttore,
sono un malato oncologico nonché grande invalido del lavoro, sono una vittima dell’amianto, ho contratto il mesotelioma, tumore a prognosi infausta, negli anni ‘80 in seguito ad esposizione “inconsapevole” professionale all’amianto.

Alla data del 31/12/2011 con i benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto previsti dalla legge n. 257 del 1992, ho maturato un’anzianità contributiva pari a 38 anni e 1 mese. Lavorando ancora con l’attuale normativa fino a giugno 2013, avrei maturato finalmente i 40 di contributi, ottenendo la possibilità di andare in pensione. Per il mesotelioma la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi si ferma poco al di sotto del 20 per cento nella fascia di età compresa tra i 45 e i 54 anni e diminuisce progressivamente con l’aumentare dell’età, purtroppo è curabile ma non è guaribile, la prognosi e quindi sempre infausta.

Avendo piena consapevolezza di dover morire, non vedevo l’ora di arrivare al giugno 2013 per poter disporre a mio piacimento della mia vita, senza dover fare i conti con le ferie ed il comporto della malattia, se sono fortunato, (sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi) forse due anni di pensione riuscivo a godermela.

Con le nuove modifiche introdotte dal decreto “Salva Italia” il mio pensionamento è rimandato al 2015 ammesso che sarò ancora vivo. Tutto questo viene motivato dal necessario adeguamento alla variazione della speranza di vita. Mi si consenta di far modestamente notare che, se equità e giustizia impongono questo, altrettanta equità e giustizia sono necessarie nei confronti di tutti i grandi invalidi del lavoro che si ritrovano con una speranza di vita ridotta, anzi così ridotta da essere rivalutata mediamente ogni tre mesi, tra un ciclo di chemioterapia ed un’altro, nonché ad una qualità della vita notevolmente compromessa ed una notevole fatica quotidiana per recarsi al lavoro.

Per questi motivi, immediatamente dopo l’approvazione del decreto Salva Italia, il 7 dicembre del 2011, scrissi una e-mail al ministro Fornero ed al Presidente Napolitano, senza ottenere alcun riscontro.
Sollecitai più volte una risposta ma non ottenni mai nessun riscontro. Un giorno sono andato sul sito del Quirinale, scoprendo che potevo inviare una richiesta al Presidente Napolitano con una procedura che garantiva la ricezione, dopo due settimane con grande soddisfazione ho ricevuto la lettera del Segretariato generale della Presidenza della Repubblica.

Decisi quindi di inviare un nuovo sollecito, il 18 marzo 2012 ai Ministri Fornero e Balduzzi allegando la scansione della lettera nella e-mail. Dopo solo un sollecito il 27 marzo finalmente una risposta da parte della segretaria particolare del Ministro Fornero che, in pratica ha trasformato la mia richiesta al ministro in un esposto all’INPS.
Ho trovato il numero di telefono della segereria del ministro e ne ho immediatamente approfittato per contattarla, non è stato facile ma dopo una decina di telefonate sono finalmente riuscito a parlargli.
Ho spiegato alla dottoressa che, il presidente dell’Inps, se chissà quando risponderà, non potrà che ribadire quanto da me già spiegato, cioè che la normativa non prevede al riguardo nessuna deroga e quindi lui non può fare nulla. Gli ho spiegato quindi che per me il fattore tempo non è un “di cui” e non posso aspettare che la prassi burocratica venga espletata. Conseguentemente ho chiesto se il Ministro Fornero fosse consapevole del fatto che il suo provvedimento costringe anche i grandi invalidi del lavoro al prolungamento dell’attività per altri due anni e mezzo e che, nel caso specifico delle vittime dell’amianto, annulla di fatto gli effetti positivi nei confronti di questi di un’altra legge che consente appunto di aumentare del 50% i contributi per i periodi di effettiva esposizione all’amianto.

La segretaria del ministro mi ha risposto; “Ma cosa crede Lei, il Ministro queste cose le sa, quindi abbia fiducia che, se possibile, verranno presi provvedimenti e questo le deve bastare”. Ho quindi fatto le mie rimostranze, spiegando che, se corrisponde al vero che il ministro “queste cose le sa”, dovrebbe anche avere la buona creanza di rispondere e spiegare che cosa ha effettivamente intenzione di fare al riguardo.

Continuo tutt’oggi ad aspettare una risposta dal Ministro Fornero, perché è incomprensibile ed assurdo che il nuovo provvedimento del Governo nell’ambito della cosi detta “spending rewiew” contenga una deroga alla riforma che consentirà ad un notevole numero di dirigenti pubblici, in piena salute, il privilegio di essere collocati in pensione con la vecchia normativa, mentre i grandi invalidi del lavoro dovranno lavorare altri due anni e mezzo oltre i 40 anni.

Il Ministro ha il dovere di spiegarmi la razionalità, l’etica e l’equità di questa semplice constatazione, perché per il lavoro io perderò la vita, non credo che per quanto possa essere bravo il ministro, possa eguagliarmi.

La nuova riforma delle pensioni salvaguarda i grandi invalidi del lavoro (80% al 100%) solo per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, purtroppo, come dal mio punto di vista sarebbe corretto, non sono state previste clausole derogative per i grandi invalidi del lavoro per quanto riguarda la pensione di anzianità, oggi chiamata anticipata.

Questa è una profonda ingiustizia, una persona che dal lavoro, vuoi per infortunio oppure per malattia professionale, si ritrova con una invalidità pari all’80% ed oltre, non ha dato abbastanza? Non viene considerata una categoria debole? Inoltre questa esclusione annulla di fatto l’efficacia dei benefici previsti dalla legge n. 257 del 1992.
Essendo, la mia aspettativa di vita praticamente inesistente questo è profondamente ingiusto.
Ritengo questo un problema che riguarda tutti i Grandi Invalidi del Lavoro ancora in attività, che come me affrontano tutti i giorni il proprio lavoro con maggior fatica, 40 anni non bastavano?
Questa legge inoltre oltre al danno contiene la beffa, se oltre che Grande Invalido sei anche un lavoratore precoce, (io ho cominciato a 16 anni), quando andrai in pensione dopo 42 anni e x mesi, ti vedrai decurtata la pensione perchè non hai ancora 62 anni, e purtroppo conseguentemente anche la reversibilità.
Possibile che si possa accettare passivamente un’ingiustizia del genere?
Non ho più fiducia nella politica, i partiti hanno fatto passare questa legge profondamente ingiusta.

Tiberio Paolone

13 Gennaio 2013

Per la bonifica dell’amianto, slitta la prima al Maggio

Filed under: Amianto,Articoli stampa — Lavoratoriscala @ 23:37

Protesta in camper: “Renzi, no ai licenziamenti” 

ILARIA CIUTI   12/01/13REPUBBLICA FIRENZE

Vaichiria al Maggio, slitta la prima della Fura dels Baus prevista per martedì 15. Salta anche la replica di giovedì 17. L’amianto sconfigge la Valchiria, e così la prima slitta avenerdì 18. La sala del Comunale, dove sotto la direzione del Comune si lavorava da luglio per bonificare il soffitto dal pericoloso inquinante, martedì non sarà agibile. Si deve finire di smontare i ponteggi e portare i detriti in discarica. L’ordinanza di ieri del Comune vieta di aprire al pubblico la sala il 15. La prima di Die Walkure trasloca al 18, seguono le repliche il 20, il 22 e il 24. Chi ha biglietti o abbonamenti già in tasca non li cambia, quelli del 15 passano al 18 e gli altri del 17 al24. Chi vuole può cambiare data, salvo posti disponibili. Chi ha già il biglietto perii 20 e il 22 resta dov’era. Il Maggio lo comunica sul sito, si scusa e declina le responsabilità. Dal teatro si fa sapere di avere creduto al Comuneconvinto di farcela. Comunque i segnali del ritardo c’erano, chissà perché nessuno li ha dichiarati. Quanto ai dieci licenziati dal Maggio da oggi girerà in città un camper identico a quello di Renzi per le primarie con la scritta: «Ti licenzio, adesso». ***

21 Novembre 2012

VENEZIA 22-24 NOVEMBRE, CONFERENZA NAZIONALE GOVERNATIVA SULL’AMIANTO

Filed under: Amianto,General — Lavoratoriscala @ 18:13
Conferenza governativa sull’amianto: una valanga di vuote parole e promesse senza affrontare in concreto un problema. Il Governo sostiene che non ci sono risorse per interventi mentre finanzia bancarottieri e ingenti spese militari.                         

Un dato è certo: tra il centinaio di ministri, relatori, esperti  e presidenti che prenderanno la parola alla II Conferenza Governativa sull’amianto, non ci saranno i veri protagonisti di questa epopea tragica: lavoratori e cittadini vittime dell’amianto.

Non è un’assenza casuale. Dare la parola a chi si è ammalato, ai familiari di chi è deceduto, a chi è stato esposto per decenni e vive con la paura dei primi sintomi di malattia, avrebbe costretto tutti ad intervenire su fatti, progetti e strategie concrete. Invece, in questi 3 giorni sentiremo una valanga di parole e promesse.

Soprattutto da parte di un governo che sente il bisogno di darsi lustro e apparire attento ai gravi problemi che toccano i lavoratori; sperando di far dimenticare le sue responsabilità sul tracollo del reddito, il rinvio dell’età pensionabile generatore di drammi personali e sociali, l’assenza di prospettive lavorative per i giovani.

Sul problema amianto da anni si verifica un consolidato gioco tra le parti. Il Parlamento assume coraggiose posizioni su:

  • Fondo per le vittime dell’amianto a favore di tutte le persone che abbiano contratto patologie asbesto-correlate per esposizione all’amianto a qualsiasi titolo;
  • «Sorveglianza sanitaria, diagnosi precoce e terapie efficaci» delle persone dichiaratesi esposte all’amianto e per le persone che hanno ricevuto e riceveranno dall’INAlL e/o dalle AUSL l’attestato di avvenuta esposizione all’amianto;
  • risanamento degli edifici pubblici con  presenza di amianto;
  • tempestivo rilascio delle certificazioni di esposizione all’amianto in favore dei lavoratori ex esposti, al fine di consentire l’accesso alle prestazioni sanitarie previste
  • riapertura del termine del 15 giugno 2005 per le domande di riconoscimento dell’esposizione all’amianto.

Così una serie di risoluzioni del Senato, dal 2010 ad oggi. Il Governo fa il pesce in barile e sostiene che non ci sono risorse , mentre finanzia bancarottieri e ingenti spese militari.

Come si concluderà la II Conferenza governativa che inizia oggi?: verranno licenziati documenti di alto profilo scientifico, concernenti tutte le sfaccettature di un complesso problema sanitario, giuridico, sociale e politico come è l’amianto senza affrontare in concreto un problema che tocca la vita dei lavoratori e dei cittadini compreso la riapertura dei termini per le domande di riconoscimento dell’esposizione all’amianto.

I portavoci del Comitao Ambiente Salute  Scala e della Cub venerdì 22 novembre, parteciperanno alla Conferenza.    

Venezia, 22.11.2012

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Dal 22 al 24 novembre si tiene a Venezia la Seconda Conferenza nazionale governativa sull’amianto. Riportiamo il comunicato stampa delle associazioni e dei Comitati (il quale condividiamo), che denunciano il poco spazio concesso alle associazioni delle vittime della fibra killer e il rischio, aggiungiamo noi, che si trasformi un una passerella elettorale di ministri, politici, ed “esperti” vari senza risultati concreti per le vittime e la popolazione.
I portavoci del Comitao Ambiente Salute  Scala e della Cub venerdì 22 novembre, parteciperanno alla Conferenza.

COMUNICATO STAMPA: UNA CONFERENZA NAZIONALE ROVESCIATA  (Roma 21 novembre ore 11,30 – 14 Senato, via degli Staderari, 4 sala direttivo PD, introdurrà il sen. Felice Casson)

Il Ministero della Salute, congiuntamente al Ministero dell’Ambiente ha organizzato la Seconda Conferenza governativa sull’Amianto (la prima è stata celebrata nel 1999), dal 22 al 24 novembre, a Venezia. Ne prendiamo positivamente atto considerando che la proposta è stata espressa proprio dalla gran parte delle associazioni delle vittime e degli ex esposti all’amianto.

Purtroppo, però, ci siamo accorti che alla conferenza sono invitati esperti e rappresentanti politici, accordando ai diretti interessati (le vittime o chi li rappresenta e gli ex esposti) uno spazio alquanto scarso più che altro come testimonianza. Non era questo quello che intendevamo. Noi volevamo una conferenza “con gli esposti”, non una conferenza “sugli esposti”,

Non solo ma chiedevamo che questa fosse l’occasione per discutere delle decisioni che devono essere prese per salvaguardare la salute degli ex esposti, per trovare le forme migliori di cura per chi è stato colpito da una malattia derivante dall’amianto, per risarcire le vittime.

Ed è questa la ragione per cui abbiamo indetto questa conferenza stampa: chiediamo che il governo accolga le proposte già formulate – particolarmente quelle contenute nella mozione “Casson e altri”:Atto n. Senato 1-00680 Pubblicato il 12/9 2012, nella seduta n. 792. Esame concluso nella seduta n.680 dell’Assemblea (13/09/2012) e le traduca in concreti atti normativi e finanziari.

In sintesi:

1-La prevenzione– per eliminare l’amianto dal territorio nazionale (32 milioni di tonnellate) si devono trovare i denari necessari. I siti di interesse nazionale, ovvero quelli più a rischio, devono essere bonificati, come è avvenuto a Casale Monferrato e a Balangero, deve avvenire a Broni (ex FIBRONIT) e in tutte le altre località dove erano presenti insediamenti industriali dove l’amianto era la materia prima o dove è stato fatto un largo uso. Pure l’amianto diffuso sul territorio, specialmente le coperture in eternit devono essere tolte, cercando di instaurare pannelli fotovoltaici e impianti solari. E non solo, si deve procedere a chiudere tutte le attività di estrazione di materiali che contengono amianto (ad esempio le cave di pietre verdi), come ha già fatto l’Emilia-Romagna.

2- La sorveglianza sanitaria ed epidemiologicae la ricerca clinica è un diritto e una risposta per chi, esposto all’amianto (per esposizione professionale, casalinga o ambientale) per anni non è stato informato dei rischi: finalmente c’è qualcuno che si occupa di lui e fa il massimo perché venga mantenuto in salute e riceva, in caso di malattia, le cure dovute, compresa l’assistenza psicologica. Deve essere svolta in tutte le Regioni con i medesimi obiettivi e le medesime metodologie,   con poche e validate visite ed esami mirati, preceduti da un colloquio (counceling) e l’iscrizione in un apposito registro (Registro degli Esposti – anche in rapporto con le associazioni degli esposti). Per alcune patologie è possibile la diagnosi precoce (tumore della laringe, tumore del colon); per le altre patologie, allo stato purtroppo inguaribili (tumore del polmone e mesotelioma della pleura), devono essere fornite tutte le cure più corrette ed avanzate, e sviluppata la ricerca clinica nei più qualificati istituti pubblici nazionali ed internazionali operanti in rete con un efficace coordinamento. Gli istituti e i ricercatori devono essere privi di conflitti di interessi.

3- Il risarcimento alle vittime deve essere garantito. Il Fondo vittime dell’amianto deve essere destinato agli ex esposti non professionali; non di meno l’accesso alle altre forme di risarcimento previdenziale previste dalla legge per gli ex esposti, deve essere reso più semplice e più celere nelle risposte e deve essere superata l’attuale falsa inclusione dei militari. I riconoscimenti degli ex esposti all’amianto, come quelli per malattia professionale, devono poter essere concessi anche dai servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro (SPRESAL) delle A-USL.

Milano, 21/11/2012

Associazione Italiana Esposti Amianto – Milano; Medicina Democratica – Milano; Fondazione Ramazzini – Bologna;ISDE – Milano; Lega Ambiente – Roma; Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio Sesto S. Giovanni;Contramianto – Taranto; AFEA – La Spezia; Caveallamiantonograzie – Parma; Associazione Esposti Amianto Monfalcone, AREA – Oristano, Comitato Amianto Sicilia – Messina; EARA- Trieste

segreteriacasson@senato.it

9 Novembre 2012

Comitato Amianto: Importante novità, svolta ai diritti per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti all’amianto del Teatro alla Scala.

Filed under: Amianto — Lavoratoriscala @ 00:29

                              

Lunedì 29/10/2012 il Comitato Ambiente Salute Scala e il responsabile sicurezza della CUB, Pierluigi Sostaro, hanno avuto il decimo incontro con i responsabili A.S.L. per il riconoscimento dell’esposizione all’amianto dei lavoratori della Scala.

L’ A.S.L. al momento ha ufficialmente riconosciuto TUTTI i lavoratori del teatro, di TUTTE le mansioni assunti prima del 1995 come ex esposti professionali di tipo diretto all’amianto :

Classe “A” secondo la classificazione stabilita dalla Regione Lombardia.

Ha riconosciuto inoltre in questa categoria tutti i tecnici assunti al Piermarini prima del 2010.

La Fondazione Scala aveva riconosciuto SOLO i tecnici di palcoscenico assunti prima del 1995 e solo dopo le pressioni esercitate dal nostro Comitato tra le quali, l’incontro dell’anno scorso con il Prefetto di Milano in vece del presidente Napolitano a cui abbiamo fatto conoscere la problematica amianto alla Scala insieme ad alcuni ex lavoratori ammalati e ai parenti delle vittime decedute di mesotelioma.

L’ASL non ci trova d’accordo sul fatto che, dal 95′ in poi l’orchestra, il corpo di ballo, il coro, gli impiegati, le sarte e alcune figure tecniche dei laboratori, siano state classificate in classe “B”, bassa esposizione.

Abbiamo concordato coi responsabili dell’ASL che il Comitato produrrà al più presto un memoriale da sottoporre alla loro attenzione in cui saranno offerti maggiori elementi per giudicare il grado di esposizione al fine di far rientrare anche questi lavoratori oggi esclusi tra gli ex esposti in classe A.

Noi consideriamo tutti i lavoratori, ex-esposti in maniera diretta fino al dicembre 2001, quando la Scala ha traslocato all’Arcimboldi ed Ansaldo, per aver avuto contatto con le parti e i luoghi ammalorati di amianto della piccola Scala, del Piermarini, della Bovisa e della palazzina di via Verdi.

Consideriamo ex esposti all’amianto, inoltre, seppur in maniera indiretta gli altri lavoratori assunti dopo il 2001 e prima del 2010, data dell’ultima bonifica al Piermarini.

Per raggiungere questo importante obiettivo, facciamo appello ai lavoratori di fare la propria parte fornendo qualsiasi documentazione in loro possesso e soprattutto la propria testimonianza partecipando alla memoria storica collettiva, scrivendo a:

ambientesalutedelteatroscala@gmail.com

Nei primi del 2013 verrà organizzato da ASL il counceling di tutti i lavoratori riconosciuti ex esposti, che hanno fatto domanda solo attraverso il modulo fornito dal Comitato Ambiente Salute, che si sono avvalsi del patronato della Cub.

Il percorso di prevenzione alle malattie correlate all’amianto verrà svolto presso la Clinica del lavoro che è delegata per questo dalla regione Lombardia. Chi viene riconosciuto ex esposto e partecipa al counceling ( primo colloquio ) può comunque decidere in assoluta autonomia anche di non sottoporsi alle eventuali diagnosi per immagini ( radiografie ecc.) proposte dalla clinica del lavoro.

I lavoratori che non hanno ancora fatto domanda possono rivolgersi ai portavoce del Comitato Salute Ambiente del teatro alla Scala.

++Richiesta alla ASL+Luoghi 3 giugno 2011-1

24 Luglio 2012

Amianto, aperta un’inchiesta sulla Scala. I magistrati indagano su 7 operai morti

Filed under: Amianto,Articoli stampa — Lavoratoriscala @ 21:47

Si tratta di persone che lavorarono al teatro negli anni ’70-’80

Amianto: inchiesta su sette operai morti dopo aver lavorato alla scala

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MILANO – La Procura ha aperto un’inchiesta, al momento a carico di ignoti, per omicidio colposo e lesioni colpose in relazione a 7 casi di operai morti a causa dell’amianto, dopo aver lavorato tra gli anni ’70 e gli anni ’80 al Teatro alla Scala. Il pm Maurizio Ascione sta indagando anche su altri tre casi di lavoratori, sempre di imprese di manutenzione, che si sono ammalati di forme tumorali, come il mesotelioma.

L’INDAGINE – Le indagini degli inquirenti su una decina di casi di lavoratori morti o che si sono ammalati per l’esposizione all’amianto alla Scala di Milano sono scattate a seguito di alcuni esposti di associazioni a tutela delle vittime della sostanza cancerogena, messa al bando nei primi anni ’90 (in questo caso, dunque, non in seguito a un rapporto della Asl come è avvenuto, invece, in altre inchieste analoghe). La Procura ha formalizzato in queste ore l’apertura di un fascicolo per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose. Il «prossimo passo» sarà quello di individuare i presunti responsabili dei reati, ossia coloro che avevano, tra gli anni ’70 e gli anni ’80, il compito di garantire, con il necessario budget, la sicurezza degli operai che si occupavano dei lavori di manutenzione e dei sistemi anti-incendio del teatro. Secondo le indagini, infatti, l’amianto sarebbe stato utilizzato nel rivestimento (come isolante termico) di alcune strutture della Scala e nei dispositivi per prevenire gli incendi. E i lavoratori di imprese di manutenzione o coibentazione, secondo l’accusa, avrebbero respirato le fibre di amianto senza alcuna protezione. Gli operai morti (sette al momento quelli accertati, ma la Procura sta lavorando anche su altri casi) sono deceduti negli ultimi 10 anni. Alcuni operai si sono ammalati di mesotelioma pleurico, mentre altri di diverse forme tumorali, come il carcinoma polmonare o l’asbestosi.

Redazione Corriere della Sera Milano online 24 luglio 2012 | 21:02

25 Giugno 2012

Comitato Amianto Scala

Filed under: Amianto — Lavoratoriscala @ 15:15

Oggetto: Invito mercoledì 27 alle ore 10

L’Asl di via statuto 5 ha convocato i rappresentanti del Comitato Ambiente Salute del Teatro Scala a un tavolo di confronto il 3 luglio alle ore 10.

In quell’occasione verranno confrontati i dati che l’Asl ha ricevuto dalla Fondazione Scala riguardo analisi dell’aria e bonifiche dell’amianto con quelli che saremo in grado di fornire noi al fine della valutazione del grado di esposizione e rischio di ogni singola categoria di lavoratori del teatro.

E’ urgente far pervenire al comitato qualsiasi testimonianza scritta, fotografica, ma anche ricordi scritti in possesso dei lavoratori ex esposti del teatro che fanno parte come voi di coloro che hanno consegnato la domanda per ottenere il riconoscimento da parte dell’Asl dell’inserimento nel registro degli ex esposti amianto della regione Lombardia. Un passaggio obbligato se si vuol ottenere la prevenzione da parte della Fondazione Scala.

A tale fine vi invitiamo mercoledì 27 alle ore 10 presso la sede del patronato in Viale Lombardia 20 MM2 Piola, per un’assemblea in cui parleremo delle ultime evoluzioni della vicenda amianto alla Scala e dove soprattutto consegnare a mano le vostre testimonianze e dove potremo farne copia.

Vi chiediamo in caso di mancata partecipazione di inviarci una mail con la vostra testimonianza e il vostro contributo presso il seguente indirizzo di posta elettronica.               ambientesalutedelteatroscala@gmail.com

Immediatamente dopo questo incontro con l’Asl faremo un’assemblea informativa . In allegato alla mail che vi abbiamo inviato troverete materiale utile per rinfrescare la memoria, che Vi aiuterà per la ricostruzione generale e alla vostra personale.

Vi aspettiamo in Viale Lombardia 20 MM2 Piola.

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