Genova: via a licenziamenti Carlo Felice, lavoratori sul piede di guerra 30 Luglio 2013 – 11:47
(ASCA) – Torino, 30 lug – Assemblea questa mattina al teatro Carlo Felice di Genova dopo la doccia gelata del cda di ieri che ha deciso, primo caso nelle fondazioni dei teatri d’opera, di dare il via i licenziamenti. Un provvedimento, approvato ieri sera dopo che nei giorni scorsi l’assemblea dei lavoratori aveva fatto slittare a settembre il voto sull’intesa per i contratti di solidarieta’. Da domani 48 dipendenti (12 orchestrali, 11 coristi, e altrettanti amministrativi, 12 tecnici e due maestri collaboratori) su 275 complessivi riceveranno le lettere di fine rapporto. ”La scelta – e’ scritto in una nota – si e’ resa necessaria per mantenere in equilibrio i conti della Fondazione, in mancanza di un accordo sindacale con il ricorso a contratti di solidarieta’, un accordo gia’ raggiunto tra il Teatro e quattro organizzazioni sindacali che non e’ stato pero’ sottoposto al giudizio dei lavoratori. Si e’ ritenuto necessario non procrastinare tale scelta per non mantenere l’Ente in una situazione di incertezza ormai non sopportabile. La procedura di mobilita’ – precisa la nota – prevede in ogni caso un percorso che sara’ seguito dalla Fondazione nel pieno rispetto delle norme e che potra’ essere interrotto dal raggiungimento di un accordo capace di garantire all’Ente un eguale effetto economico”. La decisione di ieri ha registrato una spaccatura sostanziale nel cda con tre voti favorevoli, quello del sindaco Marco Doria, il commercialista Stefano Franciolini, e Silvio Ferrari, nominato dallo stesso sindaco, due astenuti, Mario Orlando indicato da Finmeccanica e Patrizia Conti, un voto contrario, quello del vicepresidente Mario Mennini. Mentre non e’ stato conteggiato un altro voto contrario, quello di Sergio Manfredi, che ha lasciato la riunione in anticipo. Ora la procedura prevede 45 giorni di tempo per trovare una soluzione alternativa con i sindacati. I toni di questa mattina sono molto caldi e non si esclude la minaccia dello sciopero ad oltranza. ”E’ in atto un vergognoso ricatto – commenta Nicola Lo Gerfo segretario provinciale Fials, il sindacato auttonomo piu’ rappresentativo tra gli orchestrali – : come due anni fa con la liquidazione coatta amministrativa vogliono farci accettare i contratti di solidarieta’. Quei contratti sono stati un fallimento e la loro eventuale proroga portera’ al suicidio del Carlo Felice. Cosi’ come ha sottolineato lo stesso presidente Anfols (Associazione Nazionale delle Fondazioni Liriche e Sinfoniche , ndr) e sovrintendente del Teatro Regio, Walter Vergnano, il pubblico genovese sta emigrando verso Torino”. Lo Gerfo, che oggi pomeriggio consegnera’ una lettera al sindaco Doria, dai toni prevedibilmente molto polemici, insiste sulla sua proposta che precisa ”non e’ una provocazione”: ”siamo disponibili a sacrificare una parte dello stipendio purche’ il teatro rimanga aperto”. Critico sui ‘cds’ anche Roberto Conti, segretario nazionale dell’altro sindacato autonomo, lo Snater che pure ha firmato l’ipotesi di intesa con Cgil, Cisl e Uil: ”Riducono la produttivita’ con l’aggravante che questa dirigenza non e’ neppure in grado di gestire l’accordo: e’ totalmente screditata”. Conti sottolinea che la riduzione di personale ”e’ completamente folle”, con un organico gia’ sotto di 50 unita’ sulla pianta ufficiale di 325 dipendenti, che e’ gia’ la piu’ piccola della penisola. ”Il 3 agosto – sottolinea Conti – dovremmo fare un concerto a Pietrasanta, e’ ordinaria mministrazione, e richiede l’assunzione di una dozzina di coristi. Con la procedura di mobilita’ questo non sara’ piu’ possibile”. eg/res
I lavoratori del Carlo Felice e gli operai di Aster insieme, scontri a Tursi
martedì 30 luglio 2013
Genova – La paura di perdere il lavoro ha portato i lavoratori del Carlo Felice e gli operai di Aster a cercare di entrare in un Palazzo Tursi blindato mentre al secondo piano si svolgeva il consiglio comunale sul bilancio 2013. E’ finita con qualche spintone tra polizia, carabinieri e lavoratori. Due vigili lievemente feriti.
Da una parte gli operai della municipalizzata che si occupa delle ristrutturazioni e che contestano la possibile privatizzazione e dall’altra gli orchestrali del Teatro Carlo Felice sui quali incombono 48 esuberi oltre ai contratti di solidarietà.
Inutili le mediazioni, le proposte di far salire delegazioni per parlare con il sindaco Doria. ”Questa è la casa del popolo – hanno detto i lavoratori – e loro non fanno entrare il popolo. E’ gente, questa, che ha votato Doria e adesso Doria non vuole parlare con loro”.
I lavoratori improvvisano anche un corteo: andranno fino in prefettura, poi una volta davanti a palazzo Lomellini, rinunciano e proseguono. Girano attorno a piazza Corvetto, bloccano il traffico, imboccano via Roma contromano costringendo una macchina della polizia, una dei carabinieri, un pullman enorme e un’autoscala dei pompieri a fare manovre incredibili per passare. Tornano davanti a palazzo Tursi dove, si dice, sta per scendere il sindaco.
Ma Doria non si vede. E loro ripartono in corteo, sempre con lo stesso striscione in testa. Prima sosta, sotto un sole cocente, davanti al Teatro Carlo Felice per un abbraccio di solidarietà, poi in piazza De Ferrari, poi ancora a Tursi stremati per la canicola, carichi di rabbia. E lì aspetteranno ancora.
Nel pomeriggio, una nota dell’amministrazione comunale stigmatizza soprattutto quel breve momento di tensione tra lavoratori e quel presidio che non molla il portone di Tursi: ”L’apertura al pubblico dei lavori del Consiglio comunale, così come il confronto non sono in discussione – si legge nella nota -. Ciò che non può essere accettato è che venga impedito al Consiglio comunale di svolgere la propria funzione democratica”.
Carlo Felice, venti di guerra sindacati divisi e proteste
Dipendenti in assemblea permanente dopo la comunicazione delle 48 lettere di mobilità. Oggi nuove proteste in consiglio: la Fials invia una lettera di “licenziamento” al sindaco, i confederali e lo Snater cercano di riaprire la trattativa sui contratti di solidarietà
Assemblea permanente dei dipendenti. Questa la risposta delle maestranze del Carlo Felice alla decisione del consiglio d’amministrazione che ieri sera ha votato l’avvio delle procedure di mobilità. Questa mattina i rappresentanti sindacali che avevano siglato il protocollo d’intesa con la direzione si sono riuniti per fare il punto e formulare una strategia da portare ai dipendenti, presumibilmente domani. A parte si sono incontrati i lavoratori aderenti alla Fials che ieri avevano dato vita ad una manifestazione spontanea a Tursi e che contano di tornare a Tursi in giornata. Tra le loro inziiative, una lettera al sindaco Marco Doria una lettera di ‘licenziamento per giusta causa’ con effetto immediato, “in attesa che analogo provvedimento venga adottato nei suoi confronti da parte di tutti i cittadini di Genova”.
Secondo i lavoratori del Teatro genovese, “si è interrotto il rapporto fiduciario con il primo cittadino”.
I sindacati confederali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UIL-UILCOM, SNATER, firmatari dell’ipotesi di accordo che prevedeva i contratti di solidarietà, in una nota unitaria “esprimono il fermo ed inequivocabile dissenso” verso la scelta della mobilità e segnalano che, “nonostante la posizione di stallo” avvenuta dopo l’assemblea che ha denunciato l’intesa, insistono: andare avanti su quella strada. “Crediamo sia necessario tenere i nervi saldi e cercare con coerenza e tenacia di riprendere le tematiche dell’ipotesi di accordo del 17 luglio scorso
– si legge – Cercheremo il rapporto con le lavoratrici e i lavoratori del Teatro Carlo Felice e al CdA della Fondazione consigliano con fermezza di scegliere la strada della trattativa come unica soluzione possibile per evitare gli esuberi”. E si dicono subito disponibili ad un incontro con il sindaco per “riprendere il percorso per ora interrotto” .