Il Sottoscala Per Abbado un Albero in Piazza Scala

18 Novembre 2010

LUNEDI' 22 NOVEMBRE…?

Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 00:33
                                                                       logo CUB
                                             CULTURA & SPETTACOLO
                      
           
                             LOTTARE PER CHI E PER COSA?

Lunedì, 22 novembre, le Organizzazioni Sindacali del Settore della Cultura e dello Spettacolo, che fanno capo a CGIL-CISL-UIL , hanno proclamato uno sciopero dei lavoratori dei Settori Musica-Prosa-Cinema.

Meglio tardi che mai”, potrebbero dire migliaia di lavoratori di questi settori che stanno affondando sotto il peso dei tagli ai finanziamenti alla cultura che la coppia Bondi-Tremonti ha imposto al nostro paese, ma ciò che stupisce è la piattaforma sulla quale i lavoratori vengono chiamati alla lotta. E’ un elenco incomprensibile di obiettivi.

La CUB Informazione, ritiene che gli obiettivi di lotta debbano e possano essere chiari, semplici e facilmente individuabili e li pone all’attenzione di tutti/e:

  • Rinnovo dei contratti Collettivi Nazionali delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, dei Teatri di Prosa e della Produzione Cinematografica. Ribadiamo il valore del Contratto Nazionale come strumento di tutela universalistico e riteniamo che le proposte in piattaforma e le ipotesi d’accordo debbano essere discusse e votate dai lavoratori. Siamo in totale dissenso con chi vorrebbe sganciare il Teatro alla Scala dalla contrattazione nazionale di settore, utilizzando il cosiddetto “Regolamento attuativo della Legge 100/2010”.

  • Riportare il Fondo dello Spettacolo a 600 milioni di euro. Tutti i lavoratori del settore sanno che non esiste alternativa ai finanziamenti da parte dello Stato, così come è in tutta Europa. Lo Stato spreca invece risorse in folli commesse militari
    (25 miliardi di euro solo nel 2011).

  • Combattere il dilagare del lavoro precario. Chiediamo contratti di lavoro a tempo indeterminato per tutti i lavoratori che operano nel settore musica-spettacolo-cinema. C’è un abuso nel settore di contratti a tempo determinato, a progetto, interinali, a chiamata, a prestazione, nelle cooperative, etc.. Molti lavoratori si sono visti riconoscere il diritto del contratto a tempo indeterminato dal Giudice del Lavoro, ma il Governo con il cosiddetto “collegato lavoro”, che entrerà in vigore il 24 novembre 2010, tenta il “colpo di spugna” su tutto il precariato irregolare. Infatti, entro 23 gennaio 2011, questi lavoratori dovranno contestare il loro contratto di lavoro precario; a questo proposito invitiamo tutti i lavoratori interessati a rivolgersi al più presto presso le sedi della CUB per l’impugnazione alle sedi competenti.

  • Bisogna aumentare la produzione culturale. Musica-cinema-teatro devono diventare beni culturali accessibili a tutti, rivolti cioè ad una larga platea di cittadini. Il diritto alla cultura deve essere sostenuto con politiche adeguate, con Leggi che sostengano tutta la filiera produttiva nel cinema, nel teatro, nello spettacolo dal vivo e nella musica lirico sinfonica. Questo è l’unico modo per far vivere la cultura e la creatività nel nostro paese, creando al contempo le condizioni per aumentare i posti di lavoro.

  • E’ sbagliato organizzare gli scioperi di lunedì, giornata di riposo nella maggior parte dei teatri italiani; questa scelta svilisce il nostro più importante strumento di lotta.

  • Chiediamo che il Ministro Bondi si dimetta per i danni da lui causati all’arte ed alla cultura del nostro paese.

Pensiamo che la cultura e le arti non possano essere messi in cassa integrazione, deve cambiare la logica; la produzione culturale e creativa non sono un costo, ma un investimento per il futuro del nostro Paese e dei suoi cittadini.

 

CUB INFORMAZIONE NAZIONALE

16 novembre 2010

10 Novembre 2010

Licenziamenti silenziosi di centinaia di precari all’Opera di Roma

Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 12:43

Teatro Dell’Opera di Roma: licenziamenti silenziosi di centinaia di precari per l’effetto devastante del Decreto Bondi.Mostra immagine a dimensione intera


Solo nei mesi di novembre e dicembre circa 200 precari non avranno il rinnovo del contratto di lavoro e altre decine ne seguiranno nel corso del 2011.

E’ una agonia senza appello che porterà alla morte professionale artisti, tecnici e maestranze, tutti precari storici che erano impiegati nel Teatro da anni, in alcuni casi decenni, in maniera continuativa. E questo è solo il primo e non ultimo degli effetti devastanti del Decreto Bondi in quanto, senza più questi professionisti dello spettacolo in parte ormai disoccupati, non potrà essere garantita la continuazione della produzione delle rappresentazioni ed a breve metterà in pericolo la sopravvivenza del Teatro stesso -è quanto denuncia l’USB del Teatro dell’Opera di Roma-
Il fatto più rilevante è che il Decreto è stato convertito in legge a metà anno a programmazione già avviata e contratti di lavoro già in essere, ed anche l’Amministrazione più virtuosa non avrebbe modo di salvaguardare la forza lavoro necessaria alla produzione; ed è preoccupante .Tutto ciò sta passando sotto il silenzio assordante dei sindacati concertativi e soprattutto del Sindaco di Roma e Presidente del Teatro On. Alemanno che, nei mesi scorsi, aveva promesso un rilancio del Teatro dell’Opera ed il mantenimento dei livelli occupazionali.

Ora questi lavoratori con contratto scaduto si aspettano che l’On. Alemanno intervenga presso il Ministro ed il Governo per condividere le soluzioni che permetterebbero di avviare un percorso a salvaguardia dei posti di lavoro,
 

LA CUB IN DIFESA DEI LAVORATORI PRECARI

La Cub organizza in tutta italia consulenze e sportelli legali e sindacali per le vertenze a favore dei precari. Dalla Scala a Cagliari, Genova, Roma, Bologna ,Napoli ci siamo attivati e stiamo organzzando tutta l'assistenza per i precari che a causa del famigerato " collegato lavoro" oltre ai tagli del f.u.s. e legge 100 vengono espulsi dalle fondazioni. Il nostro piano di intervento rapido  contrasta l'intenzione di far pagare ai precari la crisi indotta da Tremonti-Bondi , ma soprattutto intende far rispettare il sacrosanto diritto ad essere assunti a tempo indeterminato come è stato dimostrato alla Scala con le vittorie di decine e decine di lavoratori a tempo determinato o a prestazione serale .
Abbiamo il compito di informare e impugnare il contratto con una raccomandata A/R ENTRO 60GG. DA OGGI. Lasciate una mail con i vostri riferimenti e in assoluto anonimato   verrete contattati immediatamente per assistervi. Massima  solidarietà con i precari di  Roma , Cagliari ,Bologna , e di tutto il resto d'Italia.

CUB/INFO SCALA

Licenziamenti silenziosi di centinaia di precari all'Opera di Roma

Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 12:43

Teatro Dell’Opera di Roma: licenziamenti silenziosi di centinaia di precari per l’effetto devastante del Decreto Bondi.Mostra immagine a dimensione intera


Solo nei mesi di novembre e dicembre circa 200 precari non avranno il rinnovo del contratto di lavoro e altre decine ne seguiranno nel corso del 2011.

E’ una agonia senza appello che porterà alla morte professionale artisti, tecnici e maestranze, tutti precari storici che erano impiegati nel Teatro da anni, in alcuni casi decenni, in maniera continuativa. E questo è solo il primo e non ultimo degli effetti devastanti del Decreto Bondi in quanto, senza più questi professionisti dello spettacolo in parte ormai disoccupati, non potrà essere garantita la continuazione della produzione delle rappresentazioni ed a breve metterà in pericolo la sopravvivenza del Teatro stesso -è quanto denuncia l’USB del Teatro dell’Opera di Roma-
Il fatto più rilevante è che il Decreto è stato convertito in legge a metà anno a programmazione già avviata e contratti di lavoro già in essere, ed anche l’Amministrazione più virtuosa non avrebbe modo di salvaguardare la forza lavoro necessaria alla produzione; ed è preoccupante .Tutto ciò sta passando sotto il silenzio assordante dei sindacati concertativi e soprattutto del Sindaco di Roma e Presidente del Teatro On. Alemanno che, nei mesi scorsi, aveva promesso un rilancio del Teatro dell’Opera ed il mantenimento dei livelli occupazionali.

Ora questi lavoratori con contratto scaduto si aspettano che l’On. Alemanno intervenga presso il Ministro ed il Governo per condividere le soluzioni che permetterebbero di avviare un percorso a salvaguardia dei posti di lavoro,
 

LA CUB IN DIFESA DEI LAVORATORI PRECARI

La Cub organizza in tutta italia consulenze e sportelli legali e sindacali per le vertenze a favore dei precari. Dalla Scala a Cagliari, Genova, Roma, Bologna ,Napoli ci siamo attivati e stiamo organzzando tutta l'assistenza per i precari che a causa del famigerato " collegato lavoro" oltre ai tagli del f.u.s. e legge 100 vengono espulsi dalle fondazioni. Il nostro piano di intervento rapido  contrasta l'intenzione di far pagare ai precari la crisi indotta da Tremonti-Bondi , ma soprattutto intende far rispettare il sacrosanto diritto ad essere assunti a tempo indeterminato come è stato dimostrato alla Scala con le vittorie di decine e decine di lavoratori a tempo determinato o a prestazione serale .
Abbiamo il compito di informare e impugnare il contratto con una raccomandata A/R ENTRO 60GG. DA OGGI. Lasciate una mail con i vostri riferimenti e in assoluto anonimato   verrete contattati immediatamente per assistervi. Massima  solidarietà con i precari di  Roma , Cagliari ,Bologna , e di tutto il resto d'Italia.

CUB/INFO SCALA

7 Novembre 2010

Lirico di Cagliari: Precari a casa, continuano i presidi e la lotta, il rischio commissariamento.

Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 17:23

LA SARTORIA
Tutti i precari sono a casa, i laboratori del parco della musica sono ultimati ma loro sono a casa.
Un capo-reparto a tempo indeterminato che oggi è solo più 15 lavoratori precari con anzianità di servizio dai 24 anni agli 8 anni oggi sono tutti a casa…

LE PARRUCCHIERE
Un intero reparto di precari che sono a casa….la loro retribuzione è la peggiore in assoluto, una specie di retribuzione part-time che si chiama serale ovvero sono pagate solo per poche ore la sera dello spettacolo..sono i precari dei precari….( ma come non avevamo tutti retribuzioni da favola???)

LA SCENOGRAFIA
L'attezzeria-scenografia a quattro lavoratori stabili e quattro precari che oggi sono a casa quasi tutti provenienti dall'Accademia….o dall'artistico.

(vedi sotto vademecum di autodifesa dal "collegato lavoro")

L’8 ottobre 2010 con uno sciopero proclamato dai Lavoratori del Teatro Lirico di Cagliari contro la dirigenza del teatro ha inizio la fase più intensa della lotta.
 

Mentre si attende la nomina del NUOVO sovrintendente il presidio continua e la lotta pure.

Il teatro lirico di Cagliari è a rischio commissariamento. Il 5 Novembre sono scaduti i 45 giorni di proroga concessi al sovrintendente uscente. Se entro quella data non sarà nominato un successore il commissariamento sarà un atto obbligato. Un appello per una veloce risoluzione della vertenza arriva dal vice capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale, Giampaolo Diana.

loro blog   Non zittite l'Arte! 

NAPOLITANO HA FIRMATO IL COLLEGATO LAVORO: PRECARI SVEGLIA!

AVETE 60 GG PER IMPUGNARE IL VOSTRO CONTRATTO E I DIRITTI ACQUISITI NEL PASSATO E PER PASSARE AL POSTO FISSO.
FRA 60 GG SUL PASSATO VERRA' MESSA UNA PIETRA SOPRA.
RICOMINCERETE DA ZERO.
ANDATE SUL SITO DELLA CUB E RIVOLGETVI AI LORO RAPPRESENTANTI PER ORGANIZZARE LA VERTENZA.

il "collegato lavoro" non ha potuto, per evidenti ragioni di costituzionalità, stabilire una semplice cancellazione retroattiva del diritto di azione per l'impugnazione di rapporti precari già scaduti ed allora ha previsto, invece, che possano essere ancora impugnati, ma solo entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore. Ciò si legge nell'articolo 32 comma IV, lettere b e d. Quindi: ora o mai più.

Centinaia di migliaia i lavoratori assunti negli anni passati con contratti precari illegittimi, spesso ignari di tale illegittimità, e che avrebbero potuto liberamente nei mesi e persino negli anni futuri richiedere la loro trasformazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato domandando al giudice la riammissione al lavoro a tempo indeterminato, perderanno, allora, definitivamente questo loro diritto se non verranno subito a conoscenza della illegittimità del loro contratto e se non provvederanno ad impugnarlo entro gli indicati 60 giorni.

Risulterà cioè precluso, trascorsi da adesso 60 giorni, a queste centinaia di migliaia di lavoratori di far trasformare il vecchio contratto precario illegittimo in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato valido per il passato e per il futuro e si realizzerà, così, un gigantesco colpo di spugna che assolverà i datori di lavoro da tutti gli abusi compiuti per aggirare il diritto del lavoratore ad avere, di regola – come la legge nazionale e quella comunitaria prevedono – una rapporto di lavoro stabile e a tempo indeterminato.

Come già è stato evidenziato dal Prof. Alleva, questo gigantesco colpo di spugna nascosto tra le pieghe della leggeha, nell'insieme, ottime possibilità di riuscita, ma potrà trasformarsi in un boomerang per il padronato se tutti i militanti sindacali, a qualsiasi organizzazione appartengano, sapranno chiamare a raccolta tutti coloro che sono stati titolari di rapporti precari, e spedire subito, senza guardare per il sottile, una raccomandata di impugnazione dell'illegittimità del contratto precario e di richiesta di trasformazione a tempo indeterminato.

Poi, nei 270 giorni successivi, si faranno analizzare i contratti stessi da esperti che individueranno esattamente le illegittimità, perché tutti gli avvocati lavoristi sanno che una parte rilevante dei contratti precari è illegittimo e perfettamente trasformabile in rapporti a tempo indeterminato.

Basta che adesso i precari senza perder tempo, con il vecchio contratto precario scaduto in mano, scrivano e spediscano la lettera di impugnazione che deve partire nei prossimi 60 giorni.

La CUB come sempre é pronta e presso le nostre strutture gli iscritti e i lavoratori in genere potranno ricevere l'assistenza di cui necessitano per un approfondito esame della loro situazione e per la promozione di una vertenza giudiziaria.

Alle strutture, ai delegati di Cub spetta il compito di pubblicizzare con ogni mezzo quanto abbiamo qui spiegato, e poi di organizzare la raccolta delle firme e la spedizione delle raccomandate.

URGE IMMEDIATAMENTE IMPUGNARE IL PROPRIO DIRITTO AL TEMPO INDETERMINATO  presso il Giudice del lavoro. Questo blog degli AutoOrgaScala, e la Cub hanno attivato a Milano, Roma, Cagliari, Genova e Napoli sportelli legali per rispondere alle esigenze delle centinaia di precari "stagionati" della Lirica. Se volete, lasciando una mail presso il nostro indirizzo di posta eletronica verrete contattati per  suggerirvi il miglior percorso per il riconoscimento dei vostri diritti.
Gratuitamente e in assoluto anonimato. Per non farsi espellere da un qualsisasi" arbitro" dalla partita più importante, quella della dignità del lavoro.

4 Novembre 2010

Fondazioni Liriche Sinfoniche: Ma quale Autonomia?

Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 10:01

Basta credere alle favole di Bondi e Moratti!

 

Un disegno chiaro si delinea dietro l'ennesima barzelletta di Bondi. Vogliono distruggere il contratto nazionale, chiuderci in una riserva indiana . Questo governo distrugge il FUS, smembra  le Fondazioni Liriche, come ad esempio al Carlo felice di Genova attraverso la mobilità, cioè il 40%dei lavoratori verrà licenziato dopo due anni di ammortizzatori sociali, grazie alla folle complicità di sindaca e cgil cisl e uil. Bondi e soci vogliono esternalizzare. Isolare oggi e colpire in un secondo momento i lavoratori dei Teatri "virtuosi"come la Scala.
Con questa “riforma” si cela l'obiettivo di dividerci per indebolirci e togliere diritti aquisiti. L'indipendenza culturale della Scala  dai poteri forti  della città e della politica è l'unica forma di autonomia condivisibile per la quale già dalla"primavera " del 2005 ci battiamo.


FUORI I MERCANTI DAL TEMPIO E CHI INTENDE SERVIRLI  SOVRINTENDENDOLI.

La Moratti è meglio che resti la Donna Immobile, perchè quando si muove fa solo danni al Teatro.

CUB/INFO SCALA

Regolamento Autonomia fondazioni liriche sinfoniche vedi su:

30 Ottobre 2010

Terzigno: la lotta paga .Genova tieni duro l’Italia è con te

Filed under: Uncategorized — Lavoratoriscala @ 01:19

Le Notizie della straordinaria lotta degli abitanti di Terzigno e la marcia indietro del governo siano da incoraggiamento alla resistenza dei lavoratori del Carlo Felice contro i mercanti che vogliono appropriarsi del tempio della Lirica Genovese- Contro i padroni della città. Con i No-tav  e No-gronda .

             FUORI  I MERCANTI DAL TEMPIO DELLA LIRICA.

29/10, sciopero generale CUB e Comitato Immigrati in Italia
Grande adesione e notevole successo della mobilitazione indetta dalla Confederazione Unitaria di Base e dal Comitato Immigrati in Italia con migliaia di lavoratori, precari, italiani e migranti.

Terzigno: la lotta paga .Genova tieni duro l'Italia è con te

Filed under: Uncategorized — Lavoratoriscala @ 01:19

Le Notizie della straordinaria lotta degli abitanti di Terzigno e la marcia indietro del governo siano da incoraggiamento alla resistenza dei lavoratori del Carlo Felice contro i mercanti che vogliono appropriarsi del tempio della Lirica Genovese- Contro i padroni della città. Con i No-tav  e No-gronda .

             FUORI  I MERCANTI DAL TEMPIO DELLA LIRICA.

29/10, sciopero generale CUB e Comitato Immigrati in Italia
Grande adesione e notevole successo della mobilitazione indetta dalla Confederazione Unitaria di Base e dal Comitato Immigrati in Italia con migliaia di lavoratori, precari, italiani e migranti.

23 Ottobre 2010

PRECARI , SVEGLIA ! VADEMECUM DI AUTO DIFESA DAL” COLLEGATO LAVORO”

Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 00:12

E' stata appena approvata in parlamento la legge cosiddetta "collegato lavoro". Dalla firma di Napolitano che avverrà nei prossimi giorni alla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale significherà che entro 60 gg a un Precario con contratti  ripetuti magari anni, verrà vanificata la possibilità di vedersi riconosciuta tutta questa anzianità per il diritto al tempo indeterminato.

URGE IMMEDIATAMENTE IMPUGNARE IL PROPRIO DIRITTO AL TEMPO INDETERMINATO  presso il Giudice del lavoro. Questo blog degli AutoOrgaScala, e la Cub hanno attivato a Milano, Roma, Cagliari e Genova sportelli legali per rispondere alle esigenze delle centinaia di precari "stagionati" della Lirica. Se volete, lasciando una mail presso il nostro indirizzo di posta eletronica verrete contattati per  suggerirvi il miglior percorso per il riconoscimento dei vostri diritti.
Gratuitamente e in assoluto anonimato. Per non farsi espellere da un qualsisasi" arbitro" dalla partita più importante, quella della dignità del lavoro.

Non vi affannate … di tutto ciò non vi è notizia sui giornali. Ma va ?????

NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE. E' TEMPO DI AGIRE. L' IMPUGNAZIONE DEL DIRITTO AL TEMPO INDETERMINATO E' CALDAMENTE CONSIGLIATO AI PRECARI GIA' ESPULSI DAI LORO TEATRI COME AL CARLO FELICE DI GENOVA. 
                       CUB/INFO  TEATRO ALLA SCALA            

PRECARI , SVEGLIA ! VADEMECUM DI AUTO DIFESA DAL" COLLEGATO LAVORO"

Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 00:12

E' stata appena approvata in parlamento la legge cosiddetta "collegato lavoro". Dalla firma di Napolitano che avverrà nei prossimi giorni alla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale significherà che entro 60 gg a un Precario con contratti  ripetuti magari anni, verrà vanificata la possibilità di vedersi riconosciuta tutta questa anzianità per il diritto al tempo indeterminato.

URGE IMMEDIATAMENTE IMPUGNARE IL PROPRIO DIRITTO AL TEMPO INDETERMINATO  presso il Giudice del lavoro. Questo blog degli AutoOrgaScala, e la Cub hanno attivato a Milano, Roma, Cagliari e Genova sportelli legali per rispondere alle esigenze delle centinaia di precari "stagionati" della Lirica. Se volete, lasciando una mail presso il nostro indirizzo di posta eletronica verrete contattati per  suggerirvi il miglior percorso per il riconoscimento dei vostri diritti.
Gratuitamente e in assoluto anonimato. Per non farsi espellere da un qualsisasi" arbitro" dalla partita più importante, quella della dignità del lavoro.

Non vi affannate … di tutto ciò non vi è notizia sui giornali. Ma va ?????

NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE. E' TEMPO DI AGIRE. L' IMPUGNAZIONE DEL DIRITTO AL TEMPO INDETERMINATO E' CALDAMENTE CONSIGLIATO AI PRECARI GIA' ESPULSI DAI LORO TEATRI COME AL CARLO FELICE DI GENOVA. 
                       CUB/INFO  TEATRO ALLA SCALA            

18 Ottobre 2010

Carlo Felice: Doppio colpo di scena in CdA, l’accordo, i contratti di solidarietà e la vittoria di Pirro al referendum

Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 01:38

Garrone: "O FIRMANO TUTTI I SINDACATI O TRA CINQUE GIORNI SI CHIUDE"

Dopo l'accordo raggiunto, doccia gelida al CdA.

Doppio colpo di scena dei due consiglieri.

"CARLO FELICE" RIAPRE CON STIPENDI RIDOTTI DEL 20%

CRISI CARLO FELICE, BONDI PROMETTE FONDI PER IL 2011 – "MI IMPEGNO PER FAR AVERE PIÙ FONDI AL TEATRO"

vedi tutto su  Rassegna Stampa

Ipotesi accordo
               Ipotesi d'accodo: CdA – CGIL, CISL e UIL 

contratti di solidariet+á B
Contratti di Solidarietà di tipo B

secolo xix  La lirica come il calcio?

Il risultato del referendum tra i 286 lavoratori ormai sfiniti e terrorizzati è stato il seguente:


votanti 164               favorevoli 147                   contrari 17                 assenti al voto 122

 

I contratti di solidarietà sono la nuova realtà nell'ambito delle Fondazioni Liriche.
Avranno effetto dal 1 novembre. Sotto con i prossimi.a

Carlo Felice: Doppio colpo di scena in CdA, l'accordo, i contratti di solidarietà e la vittoria di Pirro al referendum

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Garrone: "O FIRMANO TUTTI I SINDACATI O TRA CINQUE GIORNI SI CHIUDE"

Dopo l'accordo raggiunto, doccia gelida al CdA.

Doppio colpo di scena dei due consiglieri.

"CARLO FELICE" RIAPRE CON STIPENDI RIDOTTI DEL 20%

CRISI CARLO FELICE, BONDI PROMETTE FONDI PER IL 2011 – "MI IMPEGNO PER FAR AVERE PIÙ FONDI AL TEATRO"

vedi tutto su  Rassegna Stampa

Ipotesi accordo
               Ipotesi d'accodo: CdA – CGIL, CISL e UIL 

contratti di solidariet+á B
Contratti di Solidarietà di tipo B

secolo xix  La lirica come il calcio?

Il risultato del referendum tra i 286 lavoratori ormai sfiniti e terrorizzati è stato il seguente:


votanti 164               favorevoli 147                   contrari 17                 assenti al voto 122

 

I contratti di solidarietà sono la nuova realtà nell'ambito delle Fondazioni Liriche.
Avranno effetto dal 1 novembre. Sotto con i prossimi.a

12 Ottobre 2010

ACCORDO NAZIONALE DI CGIL-CISL-UIL PER ESTENDERE ALLE FONDAZIONI LIRICO-SINFONICHE I CONTRATTI DI SOLIDARIETA'

Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 10:53

                                                                                   logo CUB
A seguito della gravissima decisione del C.di A. del Teatro Carlo Felice di Genova, con la minaccia di messa in liquidazione del Teatro, i sindacati confederali sono corsi al Ministero del Lavoro e hanno firmato un Protocollo per estendere i “cosiddetti” Contratti di Solidarietà anche al settore lirico-sinfonico.
Traducendo quanto accaduto, dopo i tagli al F.U.S. e la Legge Bondi, da oggi, i lavoratori potranno vedersi ridotto orario di lavoro e stipendio e trovarsi “messi a carico” dello Stato. Come se l’attività lavorativa di una ballerina/o
, di un/a musicista o cantante potessero considerarsi come riducibili nel normale orario di lavoro, così come tutte le altre attività creative o tecniche che supportano le attività di un teatro lirico sinfonico. Il cerchio è chiuso!
Sintetizzando, si vogliono mettere in contratto di solidarietà la creatività, la cultura e la storia stessa del nostro paese, anziché lottare perché lo Stato comprenda che tutto ciò va difeso!

Noi diciamo NO!
A pagare non devono essere chiamati i lavoratori e noi tutti, privati della nostra ricchezza culturale.
Respingiamo i ricatti della messa in liquidazione dei Teatri.
La Musicae le Arti non possono andare in Cassa integrazione!

Devono essere ripristinati i fondi per lo spettacolo e la musica e devono essere spazzate via le classi dirigenti incompetenti e le clientele che si annidano nelle Fondazioni Lirico Sinfoniche.
La cultura è un bene pubblico.
I tromboni di CGIL-CISL-UIL tenteranno di vendere quest’ennesimo accordo come “male minore”, dopo aver abbaiato per mesi che avrebbero occupato i Teatri di tutta Italia.
Noi, del Collettivo CUB/INFO SCALA, abbiamo in vari modi sostenuto la solitaria lotta dei lavoratori del Teatro Carlo Felice di Genova, contro tutti i soggetti sindacali ed istituzionali che volevano ridurli a cavie e carne da macello.
Intendiamo continuare a batterci al fianco di questi lavoratori e già oggi manifesteremo con loro a Genova.
Ai lavoratori della Scala diciamo che dobbiamo tenere “alta la guardia”. Nel nostro settore non esistono isole felici.
Tenteranno, con il muro di gomma, il silenzio, la cortina di fumo, di mettere in sordina la gravità di quanto sta passando sulle nostre teste e che, Teatro per Teatro, cercheranno d’imporci e saremo costretti ad affrontare.  

La Cultura non va in cassa integrazione o in “contratto di solidarietà”.
La Cultura non deve essere messa in liquidazione.
I Teatri e la cultura musicale sono un investimento per un futuro di civiltà.
                 
                                                                                            Cub / Info Scala

messagggio ricevuto dai lavoratori del Carlo F.

manifestazione Genova: Un grazie di cuore a tutti gli amici che sono venuti a Genova

 

http://www.youtube.com/watch?v=QcYApw90kT8

 

http://www.youtube.com/watch?v=oID2GOZ0WpA

 

http://www.youtube.com/watch?v=J-XYCI9oWbI

 

 

http://www.youreporter.it/video_Manifestazione_lavoratori_Teatro_Carlo_Felice_di_Genova_1

 

http://www.primocanale.it/viewvideo.php?id=35157

 

http://www.mentelocale.it/multimedia/2271/

 

I lavoratori di tutte le Fondazioni Liriche italiane sono accorsi per dare sostegno al Teatro Carlo Felice di Genova, città medaglia d'oro alla Resistenza.

ACCORDO NAZIONALE DI CGIL-CISL-UIL PER ESTENDERE ALLE FONDAZIONI LIRICO-SINFONICHE I CONTRATTI DI SOLIDARIETA’

Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 10:53

                                                                                   logo CUB
A seguito della gravissima decisione del C.di A. del Teatro Carlo Felice di Genova, con la minaccia di messa in liquidazione del Teatro, i sindacati confederali sono corsi al Ministero del Lavoro e hanno firmato un Protocollo per estendere i “cosiddetti” Contratti di Solidarietà anche al settore lirico-sinfonico.
Traducendo quanto accaduto, dopo i tagli al F.U.S. e la Legge Bondi, da oggi, i lavoratori potranno vedersi ridotto orario di lavoro e stipendio e trovarsi “messi a carico” dello Stato. Come se l’attività lavorativa di una ballerina/o
, di un/a musicista o cantante potessero considerarsi come riducibili nel normale orario di lavoro, così come tutte le altre attività creative o tecniche che supportano le attività di un teatro lirico sinfonico. Il cerchio è chiuso!
Sintetizzando, si vogliono mettere in contratto di solidarietà la creatività, la cultura e la storia stessa del nostro paese, anziché lottare perché lo Stato comprenda che tutto ciò va difeso!

Noi diciamo NO!
A pagare non devono essere chiamati i lavoratori e noi tutti, privati della nostra ricchezza culturale.
Respingiamo i ricatti della messa in liquidazione dei Teatri.
La Musicae le Arti non possono andare in Cassa integrazione!

Devono essere ripristinati i fondi per lo spettacolo e la musica e devono essere spazzate via le classi dirigenti incompetenti e le clientele che si annidano nelle Fondazioni Lirico Sinfoniche.
La cultura è un bene pubblico.
I tromboni di CGIL-CISL-UIL tenteranno di vendere quest’ennesimo accordo come “male minore”, dopo aver abbaiato per mesi che avrebbero occupato i Teatri di tutta Italia.
Noi, del Collettivo CUB/INFO SCALA, abbiamo in vari modi sostenuto la solitaria lotta dei lavoratori del Teatro Carlo Felice di Genova, contro tutti i soggetti sindacali ed istituzionali che volevano ridurli a cavie e carne da macello.
Intendiamo continuare a batterci al fianco di questi lavoratori e già oggi manifesteremo con loro a Genova.
Ai lavoratori della Scala diciamo che dobbiamo tenere “alta la guardia”. Nel nostro settore non esistono isole felici.
Tenteranno, con il muro di gomma, il silenzio, la cortina di fumo, di mettere in sordina la gravità di quanto sta passando sulle nostre teste e che, Teatro per Teatro, cercheranno d’imporci e saremo costretti ad affrontare.  

La Cultura non va in cassa integrazione o in “contratto di solidarietà”.
La Cultura non deve essere messa in liquidazione.
I Teatri e la cultura musicale sono un investimento per un futuro di civiltà.
                 
                                                                                            Cub / Info Scala

messagggio ricevuto dai lavoratori del Carlo F.

manifestazione Genova: Un grazie di cuore a tutti gli amici che sono venuti a Genova

 

http://www.youtube.com/watch?v=QcYApw90kT8

 

http://www.youtube.com/watch?v=oID2GOZ0WpA

 

http://www.youtube.com/watch?v=J-XYCI9oWbI

 

 

http://www.youreporter.it/video_Manifestazione_lavoratori_Teatro_Carlo_Felice_di_Genova_1

 

http://www.primocanale.it/viewvideo.php?id=35157

 

http://www.mentelocale.it/multimedia/2271/

 

I lavoratori di tutte le Fondazioni Liriche italiane sono accorsi per dare sostegno al Teatro Carlo Felice di Genova, città medaglia d'oro alla Resistenza.

9 Ottobre 2010

MARTEDI 12/10/2010: TUTTI A GENOVA PER SALVARE LA LIRICA

Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 21:01

MARTEDI' 12 OTTOBRE alle ore 13,30 appuntamento a Genova per manifestazione con corteo per le vie della città contro il grave pericolo cui stiamo andando incontro dopo le gravi decisioni maturate nella giornata di ieri a Roma; Genova è capofila di una lista nera già scritta.

Saranno presenti delegazioni provenienti da altre 12 Fondazioni liriche italiane
Tutti coloro che hanno a cuore la sorte del NOSTRO Teatro e di tutti gli altri Teatri d'Italia sono caldamente invitati ad unirsi a noi

A MILANO IL RITROVO E'ALLA STAZ. CENTRALE ALLE ORE 12,45 IN BIGLIETTERIA, PARTENZA TRENO ALLE 13,10.

E' una manifestazione aperta a TUTTI I LAVORATORI SENZA DISTINZIONE DI SIGLA SINDACALE. 

Venite numerosi, portate striscioni, strumenti, amici e parenti, più siamo meglio è.Si tratta di un ultimo appello da parte dei lavoratori del Teatro Carlo Felice che dal 15 ottobre rischia di andare in liquidazione coatta amministrativa.

Aiutate Genova per aiutarci tutti.                                                             Lavoratori Teatro Carlo Felice                                     
                                     
LASCIATE DA PARTE SIGLE E TESSERE SINDACALI, E VENITE A GENOVA COME LAVORATORI DELLO SPETTACOLO SULL'ORLO DI UNA CRISI EPOCALE SENZA RITORNO!!!

FINITE LE PAROLE, ORA BISOGNA PASSARE AI FATTI CON UN BEL MESSAGGIO PER ROMA E IL NOSTRO CARO MIBNISTRO BONDI!!!

8 Ottobre 2010

Precarietà: 9-10 ottobre 2010, seminari e workshop

Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 15:03

Ottobre: Stati Generali della Precarietà

Questo è un invito a partecipare agli Stati Generali della Precarietà, che si terranno a Milano il 9-10 ottobre 2010. Due giorni di dibattito e discussioni su lavoro, precarietà e diritti. Vogliamo parlare delle strategie da usare per un autunno all’attacco sui luoghi di lavoro e nei territori. Inventiamo nuove modalità di azione contro la precarietà e riprendiamo in mano il nostro futuro!

Gli Stati Generali saranno composti da seminari e workshop per riflettere insieme ma anche per scambiare idee, tattiche, innovazioni e proposte legate a precarietà e lavoro. L’incontro nasce dall’esperienza decennale della Mayday ma è aperto a collettivi, sindacaliste, mediattivisti, avvocati, precarie e precari: proponete un workshop o un intervento per condividere l’idea, la pratica, la tattica, la campagna che volete. Oppure semplicemente venite agli Stati Generali e dite la vostra.

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  • Welfare europei: una panoramica

    Intelligence Precaria
    Il workshop aperto a tutti gli interessati ha come intento quello di presentare i sistemi di protezione sociale dei principali stati dell’Unione Europea. La base di partenza è una approfondita ricerca svolta in ambito universitario ma tradotta in linguaggio comune per essere utile a ricercatori, attivisti politici, sindacali o semplici cittadini interessati a conoscere e discutere i modi in cui è stata affrontata la precarietà nel resto d’Europa.

  • Saperi, formazione e reti

    Laboratorio filosofico “sofiaroney” – Alice Mattoni (ricercatrice precaria) – Alberta Giorgi (ricercatrice precaria) – Caterina Peroni (dottoranda di ricerca) – Omid Firouzi (dottorando di ricerca)

    Nel mondo precario globale la valorizzazione capitalista delle risorse di formazione, istruzione e saperi è divenuta strategica, specie in questi anni di crisi dell’apparato neoliberista. Dalle proposte dell’agenda di Bologna sull’Università ai decreti Gelmini alle legislazioni europee sulla formazione continua…

  • Grandi Eventi

    NoEXPOSOS FornaceL.O.A. Acrobax Project
    Vivere la città in tempo di crisi stimola paura e speranza, sentimenti contrastanti che la massiccia propaganda dei “piani alti” della città concretizza attraverso la realizzazione di grandi eventi e grandi opere venduti come possibilità di crescita e sviluppo e come strumenti utili a combattere la paura della disoccupazione, della mancanza di reddito e servizi e della conseguente emarginazione sociale.

  • Safety o Security?

    Sommosse
    La misura del valore è la nostra vita. Noi vogliamo vivere e vivere bene! Commonfare e critica femminista al biocapitalismo nella città

  • Laboratorio sulla Precarietà

    Soggetti Metastabili (Genova)
    La percezione di una crisi di senso, sempre più invasiva e disarmante, all’interno e al di fuori della situazione lavorativa, ci ha spinto ad un’analisi profonda e radicale della dimensione precaria dell’esistenza. Se il problema del lavoro precario attanaglia più di una generazione, la precarietà delle nostre vite, intesa come mancanza assoluta di sicurezze e di futuro, è per noi la questione inaggirabile e preliminare rispetto a qualsiasi genere di rivendicazione.

  • Le lotte dei precari: vecchie e nuove forme di protesta e comunicazione

    Intelligence PrecariaPopolo Viola
    A partire dall’esperienza concreta del Punto San Precario, del No Gelmini Day e del No Berlusconi Day, il workshop tratterà il tema delle pratiche di comunicazione e delle forme di protesta inventate e costruite nelle lotte alle precarietà. L’obiettivo è quello di discutere, con una prospettiva critica, le pratiche d’uso dei social media (petizioni, subervtising, gruppi e profili) e il ruolo dei social network nella comunicazione e nella mobilitazione dei precari.

    Le Assemblee

  • II° Incontro Nazionale dei Lavoratori Uniti contro la Crisi

    Lavoratori Uniti Contro la Crisi
    Dei coordinamenti e dei comitati, delle delegate e delegati, delle lavoratrici e lavoratori in lotta contro la crisi
    Per la costruzione unitaria e dal basso di tutte le prossime mobilitazioni contro le scelte di governo padroni e sindacati corrotti

  • EuroMayDay: General Assembly

    EuroMayDay Network
    A moment of debate for EuroMayday Network about: Europe’s populist drift and union fragility, crisis and speculation on the European welfare state, the cultural and social vision lack, the future welfare of common-fare proposal…

    Aderiscono e partecipano all’organizzazione

    Intelligence Precaria

    Basic Income Network Italia

    Lavoratori Uniti Contro la Crisi

    EuroMayDay Network

    Comitato NoExpo

    Rete Yes We Chash

    SOS Fornace (Rho)

    Laboratorio filosofico “sofiaroney”

    Uninversi

    AUT-AUT (Genova)

    Collettivo scienze politiche/Laboratorio Reality Shock (Padova)

    Collettivo Femminista Sommosse (Perugia)

    L.O.A. Acrobax Project (Roma)

    Popolo Viola

    ESC Atelier Autogestito (Roma)

    Coordinamento Migranti Bologna e provincia

    FOA Boccaccio (Monza)

    Corsari – Milano

    Bartleby (Bologna)

    TPO (Bologna)

    LabAq16 (Reggio Emilia)

    C.S.A. Kontatto (Falconara)

    C.S.A. Meza Canaja (Senigallia)

    C.S.A. Fabbri (Fabriano)

    C.S.A. Sigma (Macerata)

    cascina autogestita torchiera senzacqua (Milano)

    Sinistra Critica

    C.S. EXIT (Barcellona)

    Patio Maravillas (Madrid)

    Mai più disoccupati!

    Corrente Alternata (Firenze)

  • 1 Ottobre 2010

    AL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA E' DI SCENA: LE JENE

    Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 22:43

    I LAVORATORI DEL CARLO FELICE SI SAREBBERO AUTORIDOTTI IL 25% DELLA PAGA DI UN ANNO. SI SAREBBERO DISSANGUATI. MA AL CDA NON BASTA: E' STATA DELIBERATA LA LINEA DELLA JENA.

    Il CDA della FCF:

    preso atto della proposta formulata dalle OO. SS. con lettera indirizzata a questo Consiglio in data 1^ ottobre 2010, rispetto alla quale si esprime apprezzamento e gratitudine per la disponibilità dimostrata;

    considerato però che tale lettera non contempla alcuna proposta atta a ridurre l’impegno economico e finanziario della FCF per l’anno 2010 e conseguentemente non modifica la situazione di insolvenza in cui si trova oggi la Fondazione;

    Visti  gli obblighi in capo a questo Consiglio derivanti dalla normativa vigente, che impongono in costanza di una situazione di insolvenza di dare corso alla procedura di liquidazione coatta amministrativa di cui alla legge 367/94;

    sentito il parere espresso al riguardo dal Collegio dei Revisori

    Delibera all’unanimità

    • Di dare corso alla procedura per la richiesta della liquidazione coatta amministrativa, riservandosi ogni ulteriore valutazione qualora nuove e diverse proposte di accordo con i lavoratori, relativamente all’anno 2010 possano contribuire alla rimozione dell’attuale stato di insolvenza;
    • Di dare mandato al Presidente del CDA affinchè ponga in atto, anche a mezzo di speciali procuratori, tutte le azioni e gli atti necessari o anche solo opportuni per dare esecuzione a quanto ora deliberato  

    Genova, 01.10.2010 0re 22 

    L'ASSE GARRONE-NASTASI -VINCENZI  AVANZA COME UN CATERPILLAR PER DISTRUGGERE LA PRIMA DELLE 14 FONDAZIONI CULTURALI LIRICO SINFONICHE.

    IERI BRUCIAVANO LIBRI. OGGI CHIUDONO I TEATRI.
    E GENOVA CHE DICE ? L'ITALIA CHE DICE.

    Un Teatro che chiude è un frammento di civiltà che muore…un frammento di identità che scompare…un frammento di Italia che svanisce…..aridi governanti il fantasma di Verdi vi perseguiterà!!!!!!!

    Lo sfogo e la solitudine dei lavoratori del Carlo Felice.

    “Ogni teatro pensa al proprio orticello e basta”

    Gli appelli ormai sono inutili. Tutta Italia sa la nostra situazione da tempo.
    A parte qualche comunicato di solidarietà, che tutti facciamo presto a scrivere, la verità è che ogni teatro pensa al proprio orticello e basta.
    Qualcuno ha forse fatto una manifestazione per noi? O indetto lo stato di agitazione? Non sia mai, uno sciopero sulle prime? Un concerto di solidarietà? Un misero quartetto d'archi?
    La risposta è NO.
    Gli orchestrali della Scala stanno a guardarsi allo specchio o a calcolare quanto guadagnano con le trasferte della Filarmonica.
    A Roma sanno che tanto sono a Roma, appunto, per cui paga pantalone per tutti: vuoi mica che non ci sia uno straccio di politico a fare una telefonata per fargli aprire qualche rubinetto?
    A Napoli Nastasi ha fatto arrivare MILIONI di euro; San Salvuccio ha vestito i panni di S. Gennaro, per cui che ie ne futte a chelli?
    A Bologna sono nella merda eppure non hanno mosso un dito.
    Nella vicina Torino per il momento sono ancora abbastanza a posto per cui si sentono forse fuori tiro, preferiscono starsene nel loro mondo ovattato. Anzi, forse parte del nostro pubblico andrà da loro, per cui quasi quasi hanno di che fregarsi le mani.
    A Firenze, a parte Metha che voleva venire a fare un concerto, non s'è visto nè sentito qualcuno. Maremma maiala.
    Per Santa Cecilia vedi come sopra alla voce Roma. Però hanno fatto due righe anche loro, e via, si sono tolti il pensiero.
    E poi tutti gli altri, Trieste, Venezia, Palermo, Cagliari, ognuno con immerso nella propria ignavia e senza spingere lo sguardo oltre al proprio proscenio.
    Solo al Petruzzelli stanno malissimo. ed hanno tutta la mia comprensione, in questo momento come fanno a pensare anche a noi?
    Per cui, per riprendere Martin Niemoller, quando toccherà anche a loro, sempre se avrò ancora il mio lavoro, prenderò carta e penna e gli contaccambierò la mia comoda solidarietà. Però, mi spiace, non muoverò nemmeno un dito e starò a guardare a mia volta. E non avrò lacrime da versare, perchè le ho già finite.
    Pensavo di avere dei fratelli, ho scoperto amaramente che non siamo neppure lontani parenti. Ed è forse la cosa che mi ha fatto più male.

    Lavoratore del C.Felice

    [satira.jpg]

     

    AL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA E’ DI SCENA: LE JENE

    Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 22:43

    I LAVORATORI DEL CARLO FELICE SI SAREBBERO AUTORIDOTTI IL 25% DELLA PAGA DI UN ANNO. SI SAREBBERO DISSANGUATI. MA AL CDA NON BASTA: E' STATA DELIBERATA LA LINEA DELLA JENA.

    Il CDA della FCF:

    preso atto della proposta formulata dalle OO. SS. con lettera indirizzata a questo Consiglio in data 1^ ottobre 2010, rispetto alla quale si esprime apprezzamento e gratitudine per la disponibilità dimostrata;

    considerato però che tale lettera non contempla alcuna proposta atta a ridurre l’impegno economico e finanziario della FCF per l’anno 2010 e conseguentemente non modifica la situazione di insolvenza in cui si trova oggi la Fondazione;

    Visti  gli obblighi in capo a questo Consiglio derivanti dalla normativa vigente, che impongono in costanza di una situazione di insolvenza di dare corso alla procedura di liquidazione coatta amministrativa di cui alla legge 367/94;

    sentito il parere espresso al riguardo dal Collegio dei Revisori

    Delibera all’unanimità

    • Di dare corso alla procedura per la richiesta della liquidazione coatta amministrativa, riservandosi ogni ulteriore valutazione qualora nuove e diverse proposte di accordo con i lavoratori, relativamente all’anno 2010 possano contribuire alla rimozione dell’attuale stato di insolvenza;
    • Di dare mandato al Presidente del CDA affinchè ponga in atto, anche a mezzo di speciali procuratori, tutte le azioni e gli atti necessari o anche solo opportuni per dare esecuzione a quanto ora deliberato  

    Genova, 01.10.2010 0re 22 

    L'ASSE GARRONE-NASTASI -VINCENZI  AVANZA COME UN CATERPILLAR PER DISTRUGGERE LA PRIMA DELLE 14 FONDAZIONI CULTURALI LIRICO SINFONICHE.

    IERI BRUCIAVANO LIBRI. OGGI CHIUDONO I TEATRI.
    E GENOVA CHE DICE ? L'ITALIA CHE DICE.

    Un Teatro che chiude è un frammento di civiltà che muore…un frammento di identità che scompare…un frammento di Italia che svanisce…..aridi governanti il fantasma di Verdi vi perseguiterà!!!!!!!

    Lo sfogo e la solitudine dei lavoratori del Carlo Felice.

    “Ogni teatro pensa al proprio orticello e basta”

    Gli appelli ormai sono inutili. Tutta Italia sa la nostra situazione da tempo.
    A parte qualche comunicato di solidarietà, che tutti facciamo presto a scrivere, la verità è che ogni teatro pensa al proprio orticello e basta.
    Qualcuno ha forse fatto una manifestazione per noi? O indetto lo stato di agitazione? Non sia mai, uno sciopero sulle prime? Un concerto di solidarietà? Un misero quartetto d'archi?
    La risposta è NO.
    Gli orchestrali della Scala stanno a guardarsi allo specchio o a calcolare quanto guadagnano con le trasferte della Filarmonica.
    A Roma sanno che tanto sono a Roma, appunto, per cui paga pantalone per tutti: vuoi mica che non ci sia uno straccio di politico a fare una telefonata per fargli aprire qualche rubinetto?
    A Napoli Nastasi ha fatto arrivare MILIONI di euro; San Salvuccio ha vestito i panni di S. Gennaro, per cui che ie ne futte a chelli?
    A Bologna sono nella merda eppure non hanno mosso un dito.
    Nella vicina Torino per il momento sono ancora abbastanza a posto per cui si sentono forse fuori tiro, preferiscono starsene nel loro mondo ovattato. Anzi, forse parte del nostro pubblico andrà da loro, per cui quasi quasi hanno di che fregarsi le mani.
    A Firenze, a parte Metha che voleva venire a fare un concerto, non s'è visto nè sentito qualcuno. Maremma maiala.
    Per Santa Cecilia vedi come sopra alla voce Roma. Però hanno fatto due righe anche loro, e via, si sono tolti il pensiero.
    E poi tutti gli altri, Trieste, Venezia, Palermo, Cagliari, ognuno con immerso nella propria ignavia e senza spingere lo sguardo oltre al proprio proscenio.
    Solo al Petruzzelli stanno malissimo. ed hanno tutta la mia comprensione, in questo momento come fanno a pensare anche a noi?
    Per cui, per riprendere Martin Niemoller, quando toccherà anche a loro, sempre se avrò ancora il mio lavoro, prenderò carta e penna e gli contaccambierò la mia comoda solidarietà. Però, mi spiace, non muoverò nemmeno un dito e starò a guardare a mia volta. E non avrò lacrime da versare, perchè le ho già finite.
    Pensavo di avere dei fratelli, ho scoperto amaramente che non siamo neppure lontani parenti. Ed è forse la cosa che mi ha fatto più male.

    Lavoratore del C.Felice

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    27 Settembre 2010

    RESISTENZA, ESTREMA RESISTENZA AL CARLO FELICE

    Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 00:11

    Genova- I lavoratori del Carlo Felice iniziano lo sciopero della fame. Domani 27 settembre alcuni dipendenti del Teatro daranno il via ad una iniziativa di protesta estrema contro la difficile situazione della Fondazione.
    Inizieranno a rifiutare il cibo decisi a protestare in questo modo contro le prospettive della Cassa Integrazione e dei tagli decisi da Cda e Governo.
    Nella settimana entrante saranno organizzate nuove manifestazioni di protesta, a cominciare da martedì 28 con raduno alle ore 13,30 e partenza in corteo verso il Palazzo della Regione, la Prefettura per arrivare a Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, dove si terrà una riunione monotematica sulle vicende del Teatro Carlo Felice.

    Dopo la recente escalation di attacchi diffamatori a mezzo stampa effettuati dal CdA, passando per l'ignobile pubblicazione sensazionalistica delle buste paga dei dipendenti, ovviamente mostrando le retribuzioni dei lavoratori con i ruoli più alti in organico e la massima anzianità di servizio; per arrivare alle forsennate dichiarazioni rilasciate in una lunga intervista dal petroliere Riccardo Garrone, rappresentante del Comune nel CdA, dove paragonava i musicisti ai calciatori professionisti, minacciava la chiusura del Teatro per un anno, costruire una bad company con licenziamenti di massa e riapertura con forze nuove, rivelando che non possono fare un piano di rilancio finchè non potranno calcolare il costo del lavoro con la CIG in vigore, affermando che lui nel Teatro non metterà mai un euro, strillando prepotentemente che il giorno in cui la Sindaco avesse messo un'immobile a patrimonio nel Teatro lui si sarebbe dimesso immediatamente, ebbene, dopo due interminabili mesi di sofferenza i lavoratori del Carlo Felice hanno deciso che la misura è davvero colma.

    Nessuno accetterà MAI di sedersi a un tavolo per accettare la cassa in deroga o altri ammortizzatori, tanto più finchè nel CdA siederanno il consigliere Garrone, che a questo punto non si comprende per quale ragione abbia accettato l'incarico (domanda alla quale dovrà rispondere la Sindaco Marta Vincenzi), tanto meno il suo braccio desto, consigliere Fossati con le deleghe su tutto tranne la parte artistica, che ha avviato questa stupida ed ostinata guerra sbagliando tutto nei modi, nei tempi (31 luglio u.s.) e nei metodi.

    La responsabilità dell'eventuale chiusura del Carlo Felice ricadrà su di loro, sulla Sindaco Vincenzi e sulla politica Genovese e ligure.

    Se hanno questo coraggio, che lo dimostino mettendoci la faccia e non addossando vilmente la colpa ai lavoratori: noi siamo pronti e non abbiamo più alcun timore.

    La dignità non ha prezzo, ma a questo forse qualcuno non era abituato.       
                                                                                                                                                      

    8:45 Aggiunto alla
    coda
    Carlo Felice Project.avidi pieropaciniVideo in primo piano146

    23 Settembre 2010

    RESISTENZA CARLO FELICE: L'IPOTESI D'ACCORDO DEL CDA – ASSEMBLEA PERMANENTE DEI LAVORATORI, SPETTACOLI GRATUITI ED AUTOGESTITI.

    Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 11:51

    IN SEGUITO ALLA GRAVISSIMA SITUAZIONE IN CUI VERSA IL TEATRO CARLO FELICE, ED ALLA MANCANZA DI RISPOSTE ADEGUATE DA PARTE DEL CDA CHE COME UNICA PROPOSTA HA PRESENTATO LA CASSA INTEGRAZIONE PER 4 MESI PER TUTTI I LAVORATORI,AZZERAMENTO DELL'INTEGRATIVO  SENZA PROSPETTIVE PER IL PROSSIMO BIENNIO, PIANI DI RILANCIO SOSTENIBILI, MANCANZA DI COPERTURE FINANZIARIE, ASSENZA DI SPONSOR ECC.IERI 22 SETTEMBRE 2010 I LAVORATORI  A MAGGIORANZA QUASI ASSOLUTA (11 ASTENUTI E 4 CONTRARI) HANNO DECISO DI INIZIARE DA OGGI L'ASSEMBLEA PERMANENTE, VOLTA AD APRIRE IL TEATRO ALLA CITTA' OFFRENDO SPETTACOLI E CONCERTI GRATUITI ED AUTOGESTITI.
    SAREBBE PER NOI DI GRANDE AIUTO IL VOSTRO SOSTEGNO ANCHE A MEZZO DI COMUNICATI DI SOLIDARIETA' DA INOLTRARE PRESSO IL VOSTRO PUBBLICO.

    I LAVORATORI DEL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA

    VOLANTINO LAVORATORI TEATRO CARLO FELICE
    LE VERITA’ NASCOSTE

  • Marta Vincenzi e il Cda a fine luglio sostenevano che il deficit fosse maggiore di quanto si aspettassero, e pertanto la cassa integrazione fosse una scelta inevitabile.

    NON E’ VERO
    Il dottor Fossati ci ha recentemente informato che i risultati della Deloitte di fine luglio sono in linea con quanto appurato dai revisori dei conti a Maggio; al momento dell’insediamento Marta Vincenzi e il Cda sapevano perfettamente in che condizioni versasse il Teatro Carlo Felice!
     
     
     

  • Tutti, dalla Confindustria di Genova a Cgil, Cisl e Uil pensano che sia stato consegnato un piano per i prossimi due anni e che i sindacati aprioristicamente vi si oppongano .NON E’ VERO
    Alle rappresentanze sindacali è stato presentato quello  che è solo un abbozzo di piano biennale per il 2011 e il 2012, senza neanche indicare nel merito quali saranno le produzioni effettive (titoli d’opera, concerti, etc.), soprattutto SENZA LA NECESSARIA COPERTURA FINANZIARIA!!
     
     
     
  • Il Ministro Bondi starebbe appoggiando le posizioni della sindaco.NON E’ VERO
    Sandro Bondi ha richiamato all’ordine i lavoratori del Carlo Felice come è suo dovere istituzionale, tuttavia anche lui è in attesa del famoso piano di rilancio del Teatro che ancora non gli è stato presentato.
     
     
     
  • L’assessore alla Cultura Ranieri sostiene che “garantire il teatro cedendo immobili non risolve nulla”.NON E’ VERO
    Tutte le altre Fondazioni Lirico Sinfoniche d’Italia hanno provveduto nei momenti di crisi a una ripatrimonializzazione proprio tramite la cessione di un immobile ai Teatri; nel nostro caso questo servirebbe come garanzia alla banche per concederci quella liquidità che è il problema primario in questi giorni.
     
     
     
  • Se il Teatro chiuderà sarà colpa dei lavoratori del Teatro che hanno rifiutato proposte ragionevoli per arroccarsi a difesa dei propri privilegi.NON E’ VERO
    Dopo due mesi di attacchi mediatici vergognosi che hanno messo in dubbio la nostra credibilità come persone, come lavoratori e come artisti, i dipendenti del Carlo Felice sono disponibili a sacrificare parte del loro stipendio per aiutare il Teatro, ma, al contrario da Cda e Sindaco sono arrivate risposte insoddisfacenti come un piano non coperto finanziariamente e una pervicace volontà di metterci tutti in cassa integrazione senza se e senza ma.
     
     
    E’ il momento che Comune, Regione, Stato e Privati smettano di addossare puerilmente le responsabilità dello sfascio ai lavoratori, e prendano una buona volta una decisione definitiva:
     
    SI VUOLE CHE IL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA ESISTA OPPURE NO?
     
    Chi deciderà (non possiamo essere noi lavoratori) si assumerà la RESPONSABILITA’ POLITICA delle proprie decisioni.
     
     
    Lavoratori Teatro Carlo Felice

    LA PROPOSTA OSCENA DEL CDA PACOR/FOSSATI 

    RESISTENZA AL CARLO FELICE : OCCUPAZIONE !
     VEDI  PDF

    LA POSIZIONE DEL GOVERNO"MORIBONDI"  

                                          TEATRO CARLO FELICE: L

  • RESISTENZA CARLO FELICE: L’IPOTESI D’ACCORDO DEL CDA – ASSEMBLEA PERMANENTE DEI LAVORATORI, SPETTACOLI GRATUITI ED AUTOGESTITI.

    Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 11:51

    IN SEGUITO ALLA GRAVISSIMA SITUAZIONE IN CUI VERSA IL TEATRO CARLO FELICE, ED ALLA MANCANZA DI RISPOSTE ADEGUATE DA PARTE DEL CDA CHE COME UNICA PROPOSTA HA PRESENTATO LA CASSA INTEGRAZIONE PER 4 MESI PER TUTTI I LAVORATORI,AZZERAMENTO DELL'INTEGRATIVO  SENZA PROSPETTIVE PER IL PROSSIMO BIENNIO, PIANI DI RILANCIO SOSTENIBILI, MANCANZA DI COPERTURE FINANZIARIE, ASSENZA DI SPONSOR ECC.IERI 22 SETTEMBRE 2010 I LAVORATORI  A MAGGIORANZA QUASI ASSOLUTA (11 ASTENUTI E 4 CONTRARI) HANNO DECISO DI INIZIARE DA OGGI L'ASSEMBLEA PERMANENTE, VOLTA AD APRIRE IL TEATRO ALLA CITTA' OFFRENDO SPETTACOLI E CONCERTI GRATUITI ED AUTOGESTITI.
    SAREBBE PER NOI DI GRANDE AIUTO IL VOSTRO SOSTEGNO ANCHE A MEZZO DI COMUNICATI DI SOLIDARIETA' DA INOLTRARE PRESSO IL VOSTRO PUBBLICO.

    I LAVORATORI DEL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA

    VOLANTINO LAVORATORI TEATRO CARLO FELICE
    LE VERITA’ NASCOSTE

  • Marta Vincenzi e il Cda a fine luglio sostenevano che il deficit fosse maggiore di quanto si aspettassero, e pertanto la cassa integrazione fosse una scelta inevitabile.

    NON E’ VERO
    Il dottor Fossati ci ha recentemente informato che i risultati della Deloitte di fine luglio sono in linea con quanto appurato dai revisori dei conti a Maggio; al momento dell’insediamento Marta Vincenzi e il Cda sapevano perfettamente in che condizioni versasse il Teatro Carlo Felice!
     
     
     

  • Tutti, dalla Confindustria di Genova a Cgil, Cisl e Uil pensano che sia stato consegnato un piano per i prossimi due anni e che i sindacati aprioristicamente vi si oppongano .NON E’ VERO
    Alle rappresentanze sindacali è stato presentato quello  che è solo un abbozzo di piano biennale per il 2011 e il 2012, senza neanche indicare nel merito quali saranno le produzioni effettive (titoli d’opera, concerti, etc.), soprattutto SENZA LA NECESSARIA COPERTURA FINANZIARIA!!
     
     
     
  • Il Ministro Bondi starebbe appoggiando le posizioni della sindaco.NON E’ VERO
    Sandro Bondi ha richiamato all’ordine i lavoratori del Carlo Felice come è suo dovere istituzionale, tuttavia anche lui è in attesa del famoso piano di rilancio del Teatro che ancora non gli è stato presentato.
     
     
     
  • L’assessore alla Cultura Ranieri sostiene che “garantire il teatro cedendo immobili non risolve nulla”.NON E’ VERO
    Tutte le altre Fondazioni Lirico Sinfoniche d’Italia hanno provveduto nei momenti di crisi a una ripatrimonializzazione proprio tramite la cessione di un immobile ai Teatri; nel nostro caso questo servirebbe come garanzia alla banche per concederci quella liquidità che è il problema primario in questi giorni.
     
     
     
  • Se il Teatro chiuderà sarà colpa dei lavoratori del Teatro che hanno rifiutato proposte ragionevoli per arroccarsi a difesa dei propri privilegi.NON E’ VERO
    Dopo due mesi di attacchi mediatici vergognosi che hanno messo in dubbio la nostra credibilità come persone, come lavoratori e come artisti, i dipendenti del Carlo Felice sono disponibili a sacrificare parte del loro stipendio per aiutare il Teatro, ma, al contrario da Cda e Sindaco sono arrivate risposte insoddisfacenti come un piano non coperto finanziariamente e una pervicace volontà di metterci tutti in cassa integrazione senza se e senza ma.
     
     
    E’ il momento che Comune, Regione, Stato e Privati smettano di addossare puerilmente le responsabilità dello sfascio ai lavoratori, e prendano una buona volta una decisione definitiva:
     
    SI VUOLE CHE IL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA ESISTA OPPURE NO?
     
    Chi deciderà (non possiamo essere noi lavoratori) si assumerà la RESPONSABILITA’ POLITICA delle proprie decisioni.
     
     
    Lavoratori Teatro Carlo Felice

    LA PROPOSTA OSCENA DEL CDA PACOR/FOSSATI 

    RESISTENZA AL CARLO FELICE : OCCUPAZIONE !
     VEDI  PDF

    LA POSIZIONE DEL GOVERNO"MORIBONDI"  

                                          TEATRO CARLO FELICE: L

  • 14 Settembre 2010

    Teatro Carlo Felice: La resistenza

    Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 23:37

           COMUNICATO STAMPA
    NO ALLA CASSA DIS-INTEGRAZIONE    Lirico – sinfonica .
    RESPINGIAMO L'HORROR CHE ARRIVA SUL TAVOLO DELLA TRATTATIVA.   I CONTRATTI DI SOLIDARIETA'?

    I LAVORATORI DELLA SCALA SONO INVITATI A LOTTARE  CON QUELLI DEL CARLO FELICE DI GENOVA IN SERIO RISCHIO DI CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA. LE ULTIME NEWS, CONFEDERALI E FIALS NAZIONALI SONO FAVOREVOLI AI CONTRATTI DI SOLIDARIETA' CHE IN QUESTO CASO SONO ANCHE PEGGIO DELLA CASSA INTEGRAZIONE.

    INVECE DI PENSARE A UN SERIO RILANCIO DI UN TEATRO VITALE PER LA SUA CITTA’, QUESTI PROVVEDIMENTI SONO  GLI ULTIMI DI UNA SERIE DI SCAPPATOIE DEI VARI CDA, CHE SCARICA SULLE SPALLE DEI LAVORATORI IL COSTO DELLA PROPRIA IRRESPONSABILITA INSIEME A QUELLA DI GOVERNI CENTRALI E LOCALI.

    PER TUTTI I LAVORATORI DELLA LIRICA RAPPRESENTEREBBERO UN PRECEDENTE NEFASTO.

    AL FINE DI SCONGIURARE QUESTO PERICOLO E’ GIUSTO E IMPORTANTE PARTECIPARE  AI PROSSIMI APPUNTAMENTI DII LOTTA 
                          
    “COMINCIANO DA GENOVA …NON SI SA DOVE FINIRANNO, MEGLIO FERMARLI SUBITO.”
    – CUB /INFO SCALA     FRATERNIZZA CON GENOVA                            
    logo CUB

    le foto di sabato 11 settembre, lavoratori del Carlo Felice con gli ambulanti, concerto in foyer e visite guidate al pubblico.

         
    c c

    carlo felice ospiti degli ambulanti c

    Carlo Felice, patto Bondi-Vincenzi
    "Sì alla cassa integrazione"Il ministro per le attività culturali ha incontrato il sindaco a Roma: "Utilizzate gli strumenti offerti dalle leggi sul lavoro. Per l'anno in corso impossibile reperire fondi straordinari"

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    Bondi non allarga il cordone della borsa e ai 300 dipendenti del Carlo Felice consiglia di accettare la cassa integrazione. Il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi, ed il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, si sono incontrati a Roma per parlare del futuro del teatro dell'opera.
    (15 settembre 2010)

    Analisi del corriere della sera di sabato 18 settembre
    "Così muore un teatro"

    Articolo da stampare

    Questo  è il membro CdA nominato dal Sindaco Vincenzi, che pur essenso petroliere, parafrasando Mourinho, finora ha messo "ZERU EURI".
    Forse aspetta che il comune gli trovi l'area sulla quale costruire il nuovo stadio per la sua Samp?

    http://www.youtube.com/watch?v=ODuabLzaKQ8&feature=related

    Questa è per la Sindaco Vincenzi

    http://www.youtube.com/watch?v=FNKeqDTQGDE

    Inno dei cittadini del quartiere Cep alla Vincenzi
    http://www.youtube.com/watch?v=Q_37GlD90OM&feature=related

    Parafrasando una famosa frase del petroliere, ecco la "Premiata Macelleria Sociale di Garrone, Vincenzi e C."
    http://www.youtube.com/watch?v=2vDk73hL0-E&feature=fvst

    le lotte dei lavoratori del Teatro Carlo Felice. Lasciati soli da tutte le Istituzioni.
    Per favore, se possibile darne diffusione presso tutte le Fondazioni

    http://www.youtube.com/watch?v=CidmktYR3CQ&feature=related

    http://www.youtube.com/watch?v=aHblO6DnUYc&feature=related

    http://www.youtube.com/watch?v=6uCSALZly38&feature=related

    http://www.youtube.com/watch?v=Asn_7kgFbZE&feature=related

    http://www.youtube.com/user/outinos65#p/a/u/1/ErBevYzDZXg

    8 Settembre 2010

    SOLIDARIETA’ AL CARLO FELICE :GIOVEDì 16 MANIFESTAZIONE NAZIONALE . TUTTI A GENOVA!

    Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 17:02

    La Cub / Info. del Teatro alla Scala esprime sentitamente solidarietà ai lavoratori del Teatro dell'Opera di Genova.
    Chiede un incontro sabato 11/09/10 ai lavoratori e invita tutti a presenziare l'iniziativa di lotta durante la notte Bianca. Contro la cassa dis-integrazione del Teatro Carlo Felice di Genova che rappresenterebbe un grave precedente per tutto il settore lirico-sinfonico, mobilitiamoci ora!
    GIOVEDì 16 SETTEMBRE ore 10 MANIFESTAZIONE NAZIONALE AL CARLO FELICE E DI SERA CONCERTO AUTOGESTITO DAI LAVORATORI APERTO ALLA CITTA'.
         
              Attendiamo adesioni da tutta italia.                                                 

         logo CUBCub /Info Teatro Alla Scala.
    Eccco a voi un assaggio di come sarà il nuovo CCNL
    www.andreasemeraro.com/Dis
    posizioniMinistero200710.pdf


    12/09/2010
    Un grazie ai colleghi Autoorganizzati /Cub Info della Scala, che sono venuti a darci il loro tangibile aiuto.
    Spero che giovedì 16 settembre veniate da tutte le Fondazioni liriche, anche perchè visto l'articolo di oggi su Repubblica edizione di Genova in cui si dice che i segretari nazionali daranno il via libera alla cassa in deroga, vorrebbe dire la fine per tutto il sistema.
    A Genova, ricordatelo bene, si VIVRA' o si MORIRA' tutti! La linea del Piave è qui!
    Devono vederle bene TUTTE LE NOSTRE FACCE, quando entreranno passando in mezzo a noi per la riunione decisiva per le sorti di tutti.
    Naturalmente qui la CGIL locale sta facendo di tutto per propagandare la cassa integrazione come INELUTTABILE. Sembra di sentire parlare la Sindaco e il CdA. Da un sindacato come la CGIL ci aspetteremmo ben altre parole, sicuramente diverse da chi detiene il potere.
    Ricordo, se ce ne fosse bisogno, che la cassa in deroga ha una durata massima di 12 mesi, poi c'è solo la messa in mobilità.
    Chi ha orecchie per intendere, intenda.
    Per eventuale coordinamento organizzativo, potete contattarmi personalmente tramite questo blog, al quale, non me ne vogliano i colleghi di Milano, mi appoggio momentaneamente.

    Segreteria Snater Teatro Carlo Felice

     

     

    SOLIDARIETA' AL CARLO FELICE :GIOVEDì 16 MANIFESTAZIONE NAZIONALE . TUTTI A GENOVA!

    Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 17:02

    La Cub / Info. del Teatro alla Scala esprime sentitamente solidarietà ai lavoratori del Teatro dell'Opera di Genova.
    Chiede un incontro sabato 11/09/10 ai lavoratori e invita tutti a presenziare l'iniziativa di lotta durante la notte Bianca. Contro la cassa dis-integrazione del Teatro Carlo Felice di Genova che rappresenterebbe un grave precedente per tutto il settore lirico-sinfonico, mobilitiamoci ora!
    GIOVEDì 16 SETTEMBRE ore 10 MANIFESTAZIONE NAZIONALE AL CARLO FELICE E DI SERA CONCERTO AUTOGESTITO DAI LAVORATORI APERTO ALLA CITTA'.
         
              Attendiamo adesioni da tutta italia.                                                 

         logo CUBCub /Info Teatro Alla Scala.
    Eccco a voi un assaggio di come sarà il nuovo CCNL
    www.andreasemeraro.com/Dis
    posizioniMinistero200710.pdf


    12/09/2010
    Un grazie ai colleghi Autoorganizzati /Cub Info della Scala, che sono venuti a darci il loro tangibile aiuto.
    Spero che giovedì 16 settembre veniate da tutte le Fondazioni liriche, anche perchè visto l'articolo di oggi su Repubblica edizione di Genova in cui si dice che i segretari nazionali daranno il via libera alla cassa in deroga, vorrebbe dire la fine per tutto il sistema.
    A Genova, ricordatelo bene, si VIVRA' o si MORIRA' tutti! La linea del Piave è qui!
    Devono vederle bene TUTTE LE NOSTRE FACCE, quando entreranno passando in mezzo a noi per la riunione decisiva per le sorti di tutti.
    Naturalmente qui la CGIL locale sta facendo di tutto per propagandare la cassa integrazione come INELUTTABILE. Sembra di sentire parlare la Sindaco e il CdA. Da un sindacato come la CGIL ci aspetteremmo ben altre parole, sicuramente diverse da chi detiene il potere.
    Ricordo, se ce ne fosse bisogno, che la cassa in deroga ha una durata massima di 12 mesi, poi c'è solo la messa in mobilità.
    Chi ha orecchie per intendere, intenda.
    Per eventuale coordinamento organizzativo, potete contattarmi personalmente tramite questo blog, al quale, non me ne vogliano i colleghi di Milano, mi appoggio momentaneamente.

    Segreteria Snater Teatro Carlo Felice

     

     

    31 Agosto 2010

    Documento de los trabajadores de la Scala de Milán y el Colón

    Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 19:40

    Documento: I lavoratori del Teatro alla Scala di Milano e quelli del teatro Colon

    pubblicata da Habitués del Teatro Colón il giorno mercoledì 1 settembre 2010 alle ore 16.41

    ALL ‘OPINIONE PUBBLICA

    I lavoratori del Teatro alla Scala di Milano e quelli del teatro Colon di Buenos Aires sottoscrivono congiuntamente il seguente documento

    La cultura e le sue espressioni artistiche costituiscono un bene essenziale  e il loro sfruttamento è un diritto incancellabile di tutti. Questo bene deve essere protetto , al pari della  salute e dell’educazione , per conto del potere politico , di qualsiasi tendenza esso sia perché costituisce uno dei principi fondamentali della democrazia.  Sia in Italia che in Argentina , da parte di silvio Berlusconi e Maurizio Macri , è in atto un tentativo per privatizzare , in forma più o meno dichiarata ma spesso esplicitamente , le istituzioni dedicate  dell’arte lirica , sinfonica e coreografica . Questi fatti costituiscono una chiara dimostrazione  di come questi poteri considerino la cultura come un valore meramente economico che deve essere gestito secondo le  logiche mercantili della domanda e dell’offerta con il placet del potere politico.

    Queste manovre si sono esplicitate attraverso decreti e leggi viziati da incostituzionalità e illegalità  che pretendono  di effettuare tagli sia a livello di bilanci che di risorse umane e portano alla distruzione di sistemi di produzione propria per esplicitarsi a creare modelli basati sulla precarizzazione del lavoro e la standardizzazione alle professionalità  dei due teatri di tradizione.

    Ci dichiariamo apertamente contro questo modello e ci facciamo difensori delle produzioni autonome di ambo i teatri che nel corso di più di un secolo , sono state mondialmente riconosciute come le più alte espressioni culturali delle rispettive nazioni , in quantochè le stesse hanno dimostrato di essere l’unico modello economicamente di successo , dato che i suoi principi favoriscono la moltiplicazione di repliche per ogni opera e la possibilità di valorizzare il repertorio di produzioni le cui titolarità e diritti permangono nelle istituzioni stesse.

    Con la stessa fermezza rifiutiamo i modelli di amministrazione e di gestione culturale  che portano avanti i già menzionati funzionari (Berlusconi e Macri ) allo stesso modo che le autorità che attualmente gestiscono i Teatri. L’esternalizzazione delle attività , la terziarizzazione delle prestazioni di lavoro , la precarizzazione dei contratti e l’utilizzazione degli spazi per attività che nulla hanno a ch vedere con la funzione del teatro configurano il modello imposto dalle autorità già menzionate.  Tutto ciò provocherà la perdita lenta ma sistematica delle professionalità artistiche , tecniche e amministrative che trasformerà i teatri in meri edifici storici che possono essere affittati come sale per le più diverse attività con il solo scopo del ritorno economico .

     Non rimarremo impassibili nel momento in cui si decideranno i destini dei nostri Teatri. Siamo sempre stati favorevoli al dialogo , la discussione e il consenso come uniche vie per la soluzione delle situazioni che si sono venute a creare sia in ambito istituzionale che nel lavoro ; pero avvisiamo che se il silenzio e l’autoritarismo continueranno a rappresentare  la modalità delle istituzioni , ricorreremo a tutte le manovre possibili sia a livello sindacale che politico ,legale e mediatico , per difendere non solamente i nostri posti di lavoro , ma anche il patrimonio culturale e artistico della Scala e del Colon .  Come lavoratori della cultura resisteremo una volta per tutte ad essere considerati una variabile  delle restrizioni imposte dalla crisi economica che attanaglia i nostri popoli , prodotta proprio dalle stesse persone che segnalano il nostro settore come superfluo e noi come una casta di privilegiati.

     Siamo arrivati ad occupare le nostre posizioni di lavoro dopo aver vinto concorsi e fornito quotidianamente prove della nostra professionalità e qualità artistica davanti sia alla critica che il pubblico. Per nessuna ragione ci scuseremo con chichessia per le nostre speciali condizioni di lavoro , dato che rappresentano l’inevitabile conseguenza dell’attività che svolgiamo , chiaramente soggetta a orari e mansioni particolari . L’altissimo grado di preparazione necessario ci obbliga a sottoporci a continue prove e corsi di aggiornamento e  sarebbe auspicabile più comprensione della situazione da parte di chi detiene le responsabilità delle istituzioni , gente che dovrebbe possedere più di altri la cultura necessaria a capire il settore nel quale svolgono la loro attività. Le similitudini delle problematiche sia del Colon che della Scala che abbiamo qui illustrato sono la chiara prova dell’implementazione di modelli di  gestione che mirano alla distruzione delle istituzioni , dei lavoratori e di un bene della società come la cultura ,  basandosi sulle stesse modalità e i responsabili della “inevitabile” crisi mondiale che stiamo attraversando.

    Il messaggio vorremmo che fosse recepito internazionalmente non solo per lanciare un chiaro allarme sulla situazione ma anche per preparare i lavoratori a rispondere a questo attacco di una politica nefasta attraverso tutti i mezzi legali a loro disposizione contro chi vuol trasformare la cultura in mera merce di affari e lucro.

    Insistiamo nel ribadire che la cultura e le sue espressioni sono un patrimonio di tutti. Il loro mantenimento e sfruttamento devono essere garantiti dai Governi al fine di preservare le varie identità che attraverso la cultura si manifestano , garantendo anche la pluralità dei criteri e le diversità delle idee , condizione essenziale per il mantenimento di una società democratica che si consideri tale

     

    I LAVORATORI DELLA SCALA DI MILANO                   I LAVORATORI DEL TEATRO COLÓN

    –br–
    pubblicata da Habitués del Teatro Colón il giorno martedì 31 agosto 2010 alle ore 19.17

    A LA OPINIÓN PÚBLICA

    Agosto de 2010

    Los trabajadores del Teatro alla Scala de Milán y los trabajadores del Teatro Colón suscribimos en conjunto el presente documento:

    La cultura y sus expresiones artísticas son un bien social esencial y el acceso a éstas es un derecho inalienable de todos los ciudadanos. Este principio debe ser inexcusablemente protegido por el poder político y los funcionarios de los gobiernos de turno, sea cual fuere su tendencia, ya que al igual que la salud y la educación son principios básicos y constituyentes de las sociedades democráticas.

    El intento de parte de las autoridades —tanto de Italia en la persona de Silvio Berlusconi, como en la Ciudad de Buenos Aires en la persona de Mauricio Macri— de privatizar encubierta o explícitamente las instituciones dedicadas a las expresiones del arte lírico, sinfónico y coreográfico son una demostración cabal de que consideran a la cultura como un valor económico cuya implementación, estructuración y difusión deben regirse por las leyes del mercado, la oferta y la demanda y la accesibilidad dependiente del poder adquisitivo.

    Este intento se ha visto reflejado en “normas” (leyes y decretos) viciadas de inconstitucionalidad, ilegalidad e ilegitimidad que pretenden recortes presupuestarios, precarización laboral, traslados y disponibilidades de trabajadores, destrucción de los sistemas de producción propia e incumplimiento de los sistemas de contratación y concurso que garanticen la dotación histórica imprescindible de ambas instituciones.

    Nos declaramos abierta y enfáticamente defensores de los sistemas de producción propia de ambos teatros que, por más de un siglo, han sido reconocidos mundialmente como las más altas expresiones del quehacer cultural de nuestros pueblos. Por otro lado, dicho sistema de producción propia ha demostrado ser el único modelo económicamente exitoso en la relación inversión económica-rédito social, ya que sus principios favorecen la multiplicación de funciones por título y la posibilidad de acrecentar el repertorio de producciones cuya titularidad y derechos permanecen en las instituciones.

    Asimismo, rechazamos contundentemente los modelos de administración y gestión cultural que llevan adelante los funcionarios antes mencionados (Berlusconi-Macri), como así también las autoridades de ambos teatros. La externalización de las actividades, la tercerización de las prestaciones, la precarización de los contratos, la ausencia de concursos, la falta de paritarias sectoriales y la utilización espuria de los espacios con actividades que no se relacionan en absoluto con la función de los teatros configuran el modelo impuesto por las actuales autoridades. Esto provocará la pérdida paulatina y sistemática de los planteles profesionales artísticos, técnicos, administrativos y auxiliares, que dejará a los teatros como meros edificios históricos pasibles de ser usados como lujosas salas de alquiler para eventos de todo tipo cuyo único fin sea el lucro y la explotación económica.

    No seremos convidados de piedra a la hora de definir las cuestiones concernientes a nuestro trabajo y al destino de nuestros teatros. Siempre hemos propuesto el diálogo, la discusión y el consenso como caminos para la resolución de los conflictos y de las situaciones devenidas de la relación laboral e institucional; pero si el silencio y el autoritarismo continúa siendo la postura de los funcionarios, los trabajadores no dudaremos en recurrir a todas las medidas necesarias y a todos las instancias políticas, gremiales, legales, judiciales y mediáticas, para defender no sólo nuestras fuentes de trabajo, sino el patrimonio cultural y artístico de la Scala y del Colón.

    Los trabajadores de la cultura nos resistimos una vez más a ser la variable de ajuste de las crisis económicas de nuestros pueblos, producidas justamente por los que hoy señalan al arte y sus expresiones como un bien suntuario y a sus trabajadores como “trabajadores privilegiados”. Accedemos a nuestros puestos de trabajo luego de rendir rigurosos concursos y damos diariamente pruebas de idoneidad y calidad profesional artística y técnica ante la crítica y el público. De ninguna manera vamos a disculparnos por tener regímenes especiales de trabajo, dado que son la consecuencia insoslayable del tipo de actividad que llevamos a cabo y de la exigencia de las prestaciones que nuestra labor precisa. La alta especificidad nos obliga a capacitarnos permanentemente para lograr el más alto rendimiento en nuestro trabajo. Es hora que los funcionarios de la cultura entiendan esto; sería muy esperable que se contara con esta comprensión desde el principio de sus mandatos y no, como ocurre hoy y también en el pasado, que los trabajadores debamos explicar y llevar a cabo una docencia agotadora para que las autoridades de cultura, supuestamente “cultas”, comprendan nuestros sistemas de trabajo y sus particularidades.

    La similitud de la problemática de los trabajadores de la Scala y del Colón aquí expuesta es prueba contundente de que el avance de la ideología de la depredación cultural y la imposición de modelos de gestión basados en el desprecio de los bienes esenciales de nuestra sociedad y de sus trabajadores son internacionales y forman parte de un pensamiento que, a pesar de haber fracasado rotundamente y de haber provocado una crisis global sin precedentes, insiste en imponer recetas económicas y sociales que sólo producirán más exclusión, más sufrimiento y más violencia.

    En consecuencia, nuestra denuncia y llamado también es internacional: la difusión del presente documento pretende alertar y convocar a todos los trabajadores de la cultura del mundo. El mensaje es que debemos organizarnos para enfrentar estas políticas nefastas y más allá de las diferencias locales, idiomáticas o culturales, reconocer a un enemigo común cuyo único objetivo es convertir a la cultura y a sus instituciones en meras fuentes de negocios y lucro.

    Insistimos en que la cultura y sus expresiones artísticas son patrimonio de todos; su preservación y acceso deben estar garantizados por políticas de estado tendientes no sólo a multiplicar su rédito social, sino a considerarlos como imprescindibles factores de la identidad de nuestras comunidades, su definición individual y su representación colectiva, para garantizar de ese modo la pluralidad de los criterios y la diversidad de las ideas, condiciones esenciales para la constitución y el mantenimiento de toda sociedad democrática que se precie de tal.

    TRABAJADORES DE ALLA SCALA DE MILÁN – TRABAJADORES DEL TEATRO COLÓN

    30 Agosto 2010

    Filed under: Uncategorized — Tag: , — Lavoratoriscala @ 01:02

    Conferencia de prensa conjunta: trabajadores Scala y Colón

    Posted by habitués en Agosto 29, 2010

     

    Los trabajadores del Teatro alla Scala de Milán y los trabajadores del Teatro Colón convocamos a todos los medios de prensa y de difusión, a los trabajadores de ambos teatros y al público en general, a la conferencia de prensa que realizaremos en el hotel Bauen, Av. Callao 360 (C.A.B.A.), el día martes 31 de agosto, a las 11 hs.

    En dicha conferencia, daremos lectura a un comunicado conjunto denunciando la grave situación que atraviesan ambos teatros y sus trabajadores, producto de la aplicación de políticas que atentan contra la preservación y el mantenimiento del patrimonio cultural y artístico tangible e intangible de ambas instituciones, y promueven la restricción del acceso a las mismas destruyendo el principio de la multiplicación del rédito social.

    Rogamos la mayor difusión

    Trabajadores del Teatro alla Scala de Milán
    Trabajadores del Teatro Colón

    Conferenza stampa congiunta: lavoratori Scala e Colon 

    inviato da habitué il 29 agosto 2010

    I lavoratori del Teatro alla Scala di Milano e del Teatro Colón fanno appello a tutta la stampa, ai media, ai dipendenti di entrambi i teatri e al pubblico in generale, alla conferenza stampa presso l'hotel Bauen , Av . Callao 360 (CABA), il Martedì 31 agosto alle ore 11.

    Alla conferenza, sarà letto un comunicato congiunto denunciando la situazione grave per entrambi i teatri e dei loro dipendenti, derivante dalla attuazione di politiche che minacciano la conservazione e la manutenzione del patrimonio culturale e artistico sia materiali che immateriali di entranbe istituzioni e limitano l'accesso alle stesse distruggendo il principio della moltiplicazione del reddito sociale.

    Si prega di diffondere
    I lavoratori del Teatro alla Scala
    lavoratori del Teatro Colon

    14 Agosto 2010

    TEATRO ALLA SCALA, LA TORNEE IN ARGENTINA – IL VOLANTINO VERRA’ DISTRIBUITO AL COLON DI BS. AS.

    Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 15:11

    Il Teatro alla Scala rischia di essere privatizzato.
    La cultura è un bene collettivo e deve restare tale, libera da logiche economiche perché la sua ricchezza è la creatività e l’elevazione delle coscienze degli esseri umani

    Salutiamo i cittadini argentini, che potranno godersi i concerti dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, diretta dal Maestro Daniel Barenboim, in occasione dei festeggiamenti dei duecento anni della Repubblica Argentina.

    Questa tournée è stata incerta fino al 22 luglio. Infatti, i lavoratori della Scala, compresi orchestrali e coro, sono in stato d’agitazione dal mese d’aprile e vorremmo spiegarvi le motivazioni.

    Il Governo del Presidente del Consiglio Italiano Silvio Berlusconi ed il suo Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi, il 30 Aprile 2010 emanava un Decreto Legge, successivamente discusso e tramutato in Legge, nel quale sono contenute norme in materia di spettacolo ed attività culturali inauditamente gravi ed anticostituzionali.

    Queste norme coinvolgono i lavoratori di ben tredici fondazioni liriche sinfoniche italiane, tra le quali anche il Teatro alla Scala.

    Il governo italiano, con questa Legge, ha centralizzato su di sé il controllo della produzione musicale e teatrale italiana ed ha tagliato i finanziamenti economici per lo spettacolo e la cultura.

    A questo, i lavoratori dei tredici Teatri lirici sinfonici e dell’Orchestra Santa Cecilia di Roma hanno risposto con numerose iniziative di lotta.

    Sono “saltate” le prime, sono state organizzate molte iniziative sia all’interno, che all’esterno dei Teatri, sono stati vissuti momenti di forte tensione a Milano, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Italiana, Napolitano, il 24 aprile 2010. Si è sfiorata l’occupazione di tutti i teatri italiani e la sospensione delle tournée.

    Il taglio dei finanziamenti ed il blocco delle assunzioni peseranno sulla quantità e sulla qualità degli spettacoli. I lavoratori precari rischieranno di perdere il lavoro o di rimanere precari a vita.

    L’autonomia artistica dei Teatri ed in particolare del Teatro alla Scala è fortemente messa in discussione.

    Il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, ed il sopraintendente Lissner, in questi giorni, stanno facendo “grandi promesse” per spegnere le lotte dei lavoratori

    Per la produzione degli spettacoli, una delle possibili conseguenze, sarà il ricorso massiccio al lavoro “esterno” ed al lavoro interinale, aprendo e chiudendo i rapporti di lavoro in base ai progetti aziendali, trascurando la ricchezza professionale della quale queste persone sono portatrici e sulla quale è necessario investire.

    Sono anni che i lavoratori di questo settore attendono il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro e che i lavoratori della Scala attendono il rinnovo del Contratto Aziendale, ma per ora, a favore di quest’ultimo sono state spese solo vaghe “promesse”, senza alcun coinvolgimento nella discussione dei lavoratori.

    La cultura è un bene collettivo e deve restare tale, libera da logiche economiche perché la sua ricchezza è la creatività e l’elevazione delle coscienze e degli esseri umani; questo vale anche per il Teatro alla Scala che rischia di essere privatizzato e di dover rispondere al mercato.

    Su questo obiettivi la CUB (il sindacato di base) svilupperà nuove iniziative di mobilitazione, coordinate tra tutti i Teatri Lirico-Sinfonici italiani.

    Con l’impegno dei lavoratori difenderà la Cultura, la Musica, il Teatro come beni liberi da logiche economiche.

    Lavoratori e Cittadini Argentini solidarizzate con la lotta dei lavoratori del Teatro alla Scala per la difesa della cultura come bene pubblico ed universale.

    COLLETTIVO LAVORATORI CUB SCALA

    CUB INFORMAZIONE                       Milano, Agosto 2010

    DI SEGUITO IL TESTO IN SPAGNOLO CHE SARA' DISTRIBUITO AL TEATRO COLON DI BUENOS AIRES

    El teatro de la Scala de Milán corre el riesgo de ser privatizado.

    La cultura es un bien colectivo y así debe seguir siendo, libre de lógicas económicas porque su riqueza es la creatividad y la elevación de la conciencia de los seres humanos.

     

    Saludamos a los ciudadanos argentinos, que podrán gozar de los conciertos de la Orquesta del Teatro la Scala de Milán, dirigida por el Maestro Daniel Barenboin, por la celebración del bicentenario de la República Argentina.

     

    Esta gira estuvo en duda hasta el 22 de julio, porque los trabajadores de la Scala incluidos los de la orquesta y coros, se encontraban en un estado de agitación desde el mes de abril y quisiéramos poder explicar los motivos.

     

    El Gobierno del Presidente del “Consiglio” italiano, Silvio Berlusconi y su Ministro para los bienes culturales Sandro Bondi, elaboraron un decreto de ley el 30 de abril de 2010, sucesivamente discutido y transformado en ley, en el cual fueron introducidas normas en materia de espectáculos y actividades culturales, un hecho indudablemente grave e inconstitucional.

     

    Estas normas inconstitucionales involucran a los trabajadores de trece fundaciones líricas y sinfónicas italianas, entre las que se encuentra el Teatro de la Scala de Milán.

     

    El Gobierno italiano, con esta ley, centraliza en sí mismo el control de la producción musical y teatral italiana y dispone de un recorte de financiamientos económicos públicos para espectáculos y cultura.

    A estos abusos, los trabajadores de los trece teatros liricos y sinfónicos y la Orquesta de Santa Cecilia de Roma han dado numerosas respuestas con iniciativas de lucha.

     

    En consideración de esta lucha cancelaron todas las “operas primas”, se organizaron diversas manifestaciones adentro y fuera de los teatros, se vivieron momentos de altísima tensión en Milán en ocasión de la visita del Presidente de la República Italiana, Giorgio Napolitano, el 24 de abril 2010. Se llegó a ocupar casi la totalidad de los teatros italianos y a suspender todas las giras.

    El corte de los financiamientos y el bloqueo en la asunción de nuevo personal, a la larga pesaran sobre la calidad y la cantidad de los espectáculos. Los trabajadores precarios se encuentran en riesgo de perder el trabajo o de ser trabajadores precarios de por vida.

     

    La autonomía artística de los teatros y particularmente del Teatro de la Scala, será fuertemente puesto en discusión.

     

    La intendente de Milán, Letizia Moratti, y el “superintendente” cultural Lissner, en estos días estuvieron haciendo “grandes promesas” para tratar de frenar la lucha de los trabajadores.

     

    Para la producción de los espectáculos, una de las posibles consecuencias, seria recurrir a trabajadores “externos” y a trabajadores precarios, abriendo y cerrando relaciones de trabajo en base a trabajos temporales, olvidándose y dejando de lado la riqueza profesional que estas personas han logrado con el transcurso del tiempo y sobre las cuales es más que necesario seguir invirtiendo.

     

    Han pasado muchos años desde que los trabajadores de este sector esperan la renovación del Contrato Nacional de Trabajo y que los trabajadores de la Scala esperan la renovación del contrato de trabajo interno, pero por ahora nada de esto se hizo, solo por el contrato interno han hecho muchas promesas pero siempre evitando el dialogo de ellas con los trabajadores.

     

    La cultura es un bien colectivo y así debe seguir siendo, libre de lógicas económicas porque su riqueza es la creatividad y la elevación de la conciencia de los seres humanos; esto vale también para el Teatro de la Scala de Milán que corre el riesgo de ser privatizado y de tener que responder al mercado.

     

    Sobre estos objetivos la CUB (el sindicato de Base) propondrá nuevas iniciativas de lucha y movilización, coordinadas entre todos los teatros liricos y sinfónicos italianos.

     

    Esto se puede lograr con el empeño de los trabajadores en defender la Cultura, la Música y el Teatro como bienes libres de lógicas económicas.

     

    Trabajadores argentinos les pedimos solidaridad con la lucha de los trabajadores del teatro de la Scala para la defensa de la Cultura como bien público y universal.

     

    COLLETTIVO LAVORATORI CUB SCALA    CUB INFORMAZIONE     Milano, Agosto 2010

    TEATRO ALLA SCALA, LA TORNEE IN ARGENTINA – IL VOLANTINO VERRA' DISTRIBUITO AL COLON DI BS. AS.

    Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 15:11

    Il Teatro alla Scala rischia di essere privatizzato.
    La cultura è un bene collettivo e deve restare tale, libera da logiche economiche perché la sua ricchezza è la creatività e l’elevazione delle coscienze degli esseri umani

    Salutiamo i cittadini argentini, che potranno godersi i concerti dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, diretta dal Maestro Daniel Barenboim, in occasione dei festeggiamenti dei duecento anni della Repubblica Argentina.

    Questa tournée è stata incerta fino al 22 luglio. Infatti, i lavoratori della Scala, compresi orchestrali e coro, sono in stato d’agitazione dal mese d’aprile e vorremmo spiegarvi le motivazioni.

    Il Governo del Presidente del Consiglio Italiano Silvio Berlusconi ed il suo Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi, il 30 Aprile 2010 emanava un Decreto Legge, successivamente discusso e tramutato in Legge, nel quale sono contenute norme in materia di spettacolo ed attività culturali inauditamente gravi ed anticostituzionali.

    Queste norme coinvolgono i lavoratori di ben tredici fondazioni liriche sinfoniche italiane, tra le quali anche il Teatro alla Scala.

    Il governo italiano, con questa Legge, ha centralizzato su di sé il controllo della produzione musicale e teatrale italiana ed ha tagliato i finanziamenti economici per lo spettacolo e la cultura.

    A questo, i lavoratori dei tredici Teatri lirici sinfonici e dell’Orchestra Santa Cecilia di Roma hanno risposto con numerose iniziative di lotta.

    Sono “saltate” le prime, sono state organizzate molte iniziative sia all’interno, che all’esterno dei Teatri, sono stati vissuti momenti di forte tensione a Milano, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Italiana, Napolitano, il 24 aprile 2010. Si è sfiorata l’occupazione di tutti i teatri italiani e la sospensione delle tournée.

    Il taglio dei finanziamenti ed il blocco delle assunzioni peseranno sulla quantità e sulla qualità degli spettacoli. I lavoratori precari rischieranno di perdere il lavoro o di rimanere precari a vita.

    L’autonomia artistica dei Teatri ed in particolare del Teatro alla Scala è fortemente messa in discussione.

    Il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, ed il sopraintendente Lissner, in questi giorni, stanno facendo “grandi promesse” per spegnere le lotte dei lavoratori

    Per la produzione degli spettacoli, una delle possibili conseguenze, sarà il ricorso massiccio al lavoro “esterno” ed al lavoro interinale, aprendo e chiudendo i rapporti di lavoro in base ai progetti aziendali, trascurando la ricchezza professionale della quale queste persone sono portatrici e sulla quale è necessario investire.

    Sono anni che i lavoratori di questo settore attendono il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro e che i lavoratori della Scala attendono il rinnovo del Contratto Aziendale, ma per ora, a favore di quest’ultimo sono state spese solo vaghe “promesse”, senza alcun coinvolgimento nella discussione dei lavoratori.

    La cultura è un bene collettivo e deve restare tale, libera da logiche economiche perché la sua ricchezza è la creatività e l’elevazione delle coscienze e degli esseri umani; questo vale anche per il Teatro alla Scala che rischia di essere privatizzato e di dover rispondere al mercato.

    Su questo obiettivi la CUB (il sindacato di base) svilupperà nuove iniziative di mobilitazione, coordinate tra tutti i Teatri Lirico-Sinfonici italiani.

    Con l’impegno dei lavoratori difenderà la Cultura, la Musica, il Teatro come beni liberi da logiche economiche.

    Lavoratori e Cittadini Argentini solidarizzate con la lotta dei lavoratori del Teatro alla Scala per la difesa della cultura come bene pubblico ed universale.

    COLLETTIVO LAVORATORI CUB SCALA

    CUB INFORMAZIONE                       Milano, Agosto 2010

    DI SEGUITO IL TESTO IN SPAGNOLO CHE SARA' DISTRIBUITO AL TEATRO COLON DI BUENOS AIRES

    El teatro de la Scala de Milán corre el riesgo de ser privatizado.

    La cultura es un bien colectivo y así debe seguir siendo, libre de lógicas económicas porque su riqueza es la creatividad y la elevación de la conciencia de los seres humanos.

     

    Saludamos a los ciudadanos argentinos, que podrán gozar de los conciertos de la Orquesta del Teatro la Scala de Milán, dirigida por el Maestro Daniel Barenboin, por la celebración del bicentenario de la República Argentina.

     

    Esta gira estuvo en duda hasta el 22 de julio, porque los trabajadores de la Scala incluidos los de la orquesta y coros, se encontraban en un estado de agitación desde el mes de abril y quisiéramos poder explicar los motivos.

     

    El Gobierno del Presidente del “Consiglio” italiano, Silvio Berlusconi y su Ministro para los bienes culturales Sandro Bondi, elaboraron un decreto de ley el 30 de abril de 2010, sucesivamente discutido y transformado en ley, en el cual fueron introducidas normas en materia de espectáculos y actividades culturales, un hecho indudablemente grave e inconstitucional.

     

    Estas normas inconstitucionales involucran a los trabajadores de trece fundaciones líricas y sinfónicas italianas, entre las que se encuentra el Teatro de la Scala de Milán.

     

    El Gobierno italiano, con esta ley, centraliza en sí mismo el control de la producción musical y teatral italiana y dispone de un recorte de financiamientos económicos públicos para espectáculos y cultura.

    A estos abusos, los trabajadores de los trece teatros liricos y sinfónicos y la Orquesta de Santa Cecilia de Roma han dado numerosas respuestas con iniciativas de lucha.

     

    En consideración de esta lucha cancelaron todas las “operas primas”, se organizaron diversas manifestaciones adentro y fuera de los teatros, se vivieron momentos de altísima tensión en Milán en ocasión de la visita del Presidente de la República Italiana, Giorgio Napolitano, el 24 de abril 2010. Se llegó a ocupar casi la totalidad de los teatros italianos y a suspender todas las giras.

    El corte de los financiamientos y el bloqueo en la asunción de nuevo personal, a la larga pesaran sobre la calidad y la cantidad de los espectáculos. Los trabajadores precarios se encuentran en riesgo de perder el trabajo o de ser trabajadores precarios de por vida.

     

    La autonomía artística de los teatros y particularmente del Teatro de la Scala, será fuertemente puesto en discusión.

     

    La intendente de Milán, Letizia Moratti, y el “superintendente” cultural Lissner, en estos días estuvieron haciendo “grandes promesas” para tratar de frenar la lucha de los trabajadores.

     

    Para la producción de los espectáculos, una de las posibles consecuencias, seria recurrir a trabajadores “externos” y a trabajadores precarios, abriendo y cerrando relaciones de trabajo en base a trabajos temporales, olvidándose y dejando de lado la riqueza profesional que estas personas han logrado con el transcurso del tiempo y sobre las cuales es más que necesario seguir invirtiendo.

     

    Han pasado muchos años desde que los trabajadores de este sector esperan la renovación del Contrato Nacional de Trabajo y que los trabajadores de la Scala esperan la renovación del contrato de trabajo interno, pero por ahora nada de esto se hizo, solo por el contrato interno han hecho muchas promesas pero siempre evitando el dialogo de ellas con los trabajadores.

     

    La cultura es un bien colectivo y así debe seguir siendo, libre de lógicas económicas porque su riqueza es la creatividad y la elevación de la conciencia de los seres humanos; esto vale también para el Teatro de la Scala de Milán que corre el riesgo de ser privatizado y de tener que responder al mercado.

     

    Sobre estos objetivos la CUB (el sindicato de Base) propondrá nuevas iniciativas de lucha y movilización, coordinadas entre todos los teatros liricos y sinfónicos italianos.

     

    Esto se puede lograr con el empeño de los trabajadores en defender la Cultura, la Música y el Teatro como bienes libres de lógicas económicas.

     

    Trabajadores argentinos les pedimos solidaridad con la lucha de los trabajadores del teatro de la Scala para la defensa de la Cultura como bien público y universal.

     

    COLLETTIVO LAVORATORI CUB SCALA    CUB INFORMAZIONE     Milano, Agosto 2010

    30 Luglio 2010

    SOS GENOVA .EMERGENZA CARLO FELICE .MAX SOLIDARIETà AI 300 LAVORATORI

    Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 23:05

    MENTRE IL TEATRINO  DEL PDL SI  PRENDE  TUTTA LA SCENA, A GENOVA SI CONSUMA IL DRAMMA CAUSATO DA UNO DEI  GENDARMI DI BONDI .

    GENOVA – Carlo Felice, conto alla rovescia la Regione dice sì alla cassa in deroga
    MICHELA BOMPANI
    MERCOLEDÌ, 28 LUGLIO 2010 LA REPUBBLICA – Genova


    E il teatro pensa di chiedere i danni all´ex commissario

    La cassa integrazione in deroga e un probabile ricorso alla Corte dei Conti contro l´ex commissario del teatro Giuseppe Ferrazza. E´ febbrile il lavoro del consiglio d´amministrazione, del sovrintendente Giovanni Pacor, del direttore di staff Renzo Fossati (questi ultimi ufficialmente ancora senza contratto) intorno alla situazione disperata della Fondazione Teatro Carlo Felice. L´assessore comunale alle Politiche del lavoro, Mario Margini, ieri ha verificato con la Regione l´eventualità di ottenere la cassa integrazione in deroga per i lavoratori del teatro. Disco verde immediato da piazza De Ferrari: «Se serve, siamo pronti a concederla – dice l´assessore regionale alle Politiche dell´occupazione, Enrico Vesco – Sarebbe la prima volta e andrebbe studiata bene la situazione, ma l´abbiamo fatto per la Compagnia Unica per nove mesi, perché non farlo anche per il Carlo Felice?».
    I lavoratori, spiega Vesco, dovrebbero però seguire percorsi di aggiornamento, durante il periodo di cassa in deroga, che andranno organizzati. Chi guadagna più di 1600 euro si troverà in busta paga circa 900 euro. «Nel momento in cui ci sarà un accordo sindacale, potrà partire immediatamente la cassa», indica i tempi Vesco.
    Le decisioni però sono rimandate alla prossima settimana, o almeno alle ore successive l´audizione di sabato durante il consiglio di amministrazione della Deloitte & Touche, la società che ha analizzato i conti del Carlo Felice e che avrebbe preparato una serie di proposte per uscire dalla drammatica crisi. Proprio tra quelle righe, poi, potrebbe esserci una chiave, che la Fondazione attende. Ovvero nella relazione potrebbero esserci gli elementi perché possa partire una denuncia alla Corte dei Conti contro l´operato del commissario, Giuseppe Ferrazza che ha guidato per gli ultimi (quasi) due anni il teatro.
    Dentro il Carlo Felice si sono fatti i calcoli: la situazione finanziaria sarebbe peggiorata, durante i mesi di commissariamento, di oltre tre milioni e mezzo di euro. Non solo, il commissario avrebbe confermato gli impegni tra la Fondazione e il maestro Daniel Oren per la prossima stagione, quando mancano 11 milioni di liquidità al teatro per arrivare a dicembre. E soprattutto per pagare gli stipendi. Bisogna fare un salto indietro, ai tempi in cui Oren divenne direttore principale del teatro con un contratto simbolico di un euro. E l´impegno però, ad affidargli la direzione di alcune opere in diverse stagioni. Quando Ferrazza dovette ridiscutere il cachet di Oren (ovviamente tagliandolo), però, avrebbe firmato una lettera in cui confermava al maestro l´impegno a invitarlo sul podio in future stagioni. Se così fosse avrebbe in qualche modo ipotecato il futuro del teatro. E consegnato al maestro una carta con la quale vantare diritti nei confronti della Fondazione.
    «La gestione del commissario Ferrazza al Carlo Felice ci ha ridotto così: perché? Perché con il sovrintendente Gennaro Di Benedetto eravamo riusciti ad abbassare il deficit patrimoniale e oggi, dopo il commissariamento, siamo a 13,5 milioni?», denuncia Maria Pia Scandolo, sindacalista della Cgil in teatro. «Noi siamo pronti in ogni momento a discutere il futuro perché vogliamo che ci sia un futuro per i trecento lavoratori del Carlo Felice – dice Scandolo – non esistono ferie o festività, in qualunque momento noi ci saremo». La sindacalista è preoccupata dell´eventuale soluzione della cassa integrazione in deroga per i dipendenti del teatro: «Immagino un impatto molto pesante, i lavoratori che percepiranno 1000 euro al mese se andrà bene, ma non possono pagare loro una gestione, l´ultima, che i nuovi vertici dovrebbero valutare di denunciare».
    Servono 11 milioni di liquidità: difficile immaginare uno sponsor che si accolli un carico del genere che per altro non risolverebbe nulla, servirebbe solo per arrivare a fine anno. «Credo che se una soluzione va individuata – dice Scandolo – andrà cercata nella realizzazione di un serio e credibile piano industriale di risanamento: con quello si potrà convincere le banche a salvare il Carlo Felice».

    20 Luglio 2010

    adda' passà 'a nuttata

    Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 17:45

     SCALA: LOTTA SU OBIETTIVI CHIARI!

     

    Alla vigilia del “sospirato” incontro con la dott.sa Letizia Moratti, Presidente della Fondazione Scala, sentiamo la necessità di trarre un bilancio dei tre mesi di lotta dei lavoratori della Scala e degli Enti Lirico-Sinfonici italiani.

    Il “famigerato Decreto Bondi”, modificato in parte e convertito in Legge, rappresenta un’ipoteca pesantemente negativa sull’attività ed il futuro dei Teatri Lirici Sinfonici italiani e della Scala.

    La domanda ora è questa: Che fare dopo la conversione in Legge dello Stato del Decreto Bondi? I primi tentativi di risposta a questa domanda sono stati l’avvio del “festival” delle idee e delle ipotesi più stravaganti:

    -LISSNER CI SALVERA’!!

    Il Sovrintendente, ma non è il solo,  usa “l’estintore”, per spegnere le lotte. Si muove su due direttrici:

      Assicurare alla Scala l’autonomia, abbracciando la parola d’ordine “regolamenti entro luglio dal              Consiglio dei Ministri”, nel tentativo di recuperare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, volendo    assicurare la programmazione della prossima stagione;

     Confermare gli organici attuali per il 2010-2011. Su quest’obiettivo, avvalorato dalla firma della sig.ra  Moratti, tutte le sigle dei sindacati confederali, compreso il FIALS, concordano.

     

    La nostra opinione è che, il voler fare della Scala un’isola felice in un mare di merda, non regge. 

    Così come, in mancanza di soldi, non reggono gli impegni sugli organici. I fondi tagliati dallo stato (FUS), se non saranno garantiti dalla Sindaca Moratti (Comune di Milano), faranno sì che il Teatro finisca nelle mani dei privati.

     

    -Svuotare la Legge con la contrattazione. 


    Nelle agitate acque sindacali di questi giorni, si sono chiarite le posizioni e si sono evidenziati due blocchi. Da un lato CISL e UIL che, pur sgomitando tra loro, si sono accomodati a “tavola”, abbandonando le lotte contro la Legge “Bondi” rassicurandosi ed accontentandosi delle “quattro lenticchie” offerte da Lissner. D’altro lato, CGIL e FIALS inviano lettere aperte a Lissner ed alla Moratti richiedendo una trattativa che capitalizzi le lotte sviluppate sinora, ma quali siano obiettivi e contenuti è un mistero. Infatti, la “famosa” piattaforma non è mai stata discussa con i lavoratori e, men che meno, da loro approvata. 

     

    Come CUB Informazione e Collettivo CUB Scala riteniamo che:

     

    La Legge “Bondi” sia assolutamente negativa ed anticostituzionale. Da questo giudizio ne discende una coerenza nella proclamazione delle lotte e nei comportamenti nel lungo periodo

    Il futuro della Scala e delle altre tredici Fondazioni  Lirico-Sinfonici italiane è legato al F.U.S.. Se lo Stato taglia i fondi per lo spettacolo, sarà impossibile garantire qualità e quantità della produzione lirico-sinfonica. Così facendo, si spalanca la strada ai privati nella produzione culturale, mettendo una pietra tombale sulle garanzie costituzionali e sul ruolo dello stato nel garantire la cultura a tutti i cittadini. Aumentare i fondi del FUS ed una loro equa distribuzione sono un obiettivo irrinunciabile;

    La Scala deve impegnarsi a garantire gli organici necessari per le sue produzioni culturali con contratti di lavoro a tempo indeterminato. La Scala deve rinunciare al ricorso in appello ed accettare le sentenze favorevoli al riconoscimento del contratto di lavoro a tempo indeterminato per quei lavoratori con sentenza di primo grado favorevole all’assunzione. Per gli altri lavoratori, con contratti a termine o precari, deve essere aperta una trattativa vera e finalizzata al loro inserimento nella pianta organica convertendo i loro contratti a tempo indeterminato. In questi anni, la Scala ha aumentato notevolmente la quantità di spettacoli. Quella dell’incremento quantitativo e qualitativo degli spettacoli ci sembra una necessità che, per essere mantenuta, necessita di un adeguamento degli organici, superando ogni riferimento a piante organiche del passato e che non hanno più senso oggi;

    Consideriamo inderogabile rinnovare il Contratto Nazionale dei Lavoratori del Settore. La sottovalutazione di questo strumento unificante ha provocato una frantumazione contrattuale tra i lavoratori del settore lirico-sinfonico. Noi consideriamo fondamentale la contrattazione aziendale, rispetto alla quale dovrà essere avviata una consultazione, ma pensiamo che la contrattazione nazionale sia anch’essa irrinunciabile perché salvaguarda tutti i lavoratori, compresi quelli meno forti, permettendo a tutti di condividere migliori condizioni di lavoro. 

    In conclusione, pensiamo che sia fondamentale coinvolgere tutti i lavoratori ed indicare obiettivi chiari.

    Pensiamo inoltre sia necessario mettere mano agli strumenti della democrazia. E’ matura l’esigenza che tutti i lavoratori della Scala possano eleggere i loro rappresentanti sulla base della regola democratica di una testa, un voto. 

    Proponiamo che, anche alla Scala, si eleggano gli R.S.U. (Rappresentanti Sindacali Unitari) e gli R.L.S. (Rappresentanti Lavoratori alla Sicurezza). Avere una rappresentanza sindacale che rappresenti la volontà dei lavoratori è un indispensabile  strumento democratico che permette di durare nel tempo e raggiungere gli obiettivi.

    cub/informazione Cub Scala

     

    19 luglio 2010

    adda’ passà ‘a nuttata

    Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 17:45

     SCALA: LOTTA SU OBIETTIVI CHIARI!

     

    Alla vigilia del “sospirato” incontro con la dott.sa Letizia Moratti, Presidente della Fondazione Scala, sentiamo la necessità di trarre un bilancio dei tre mesi di lotta dei lavoratori della Scala e degli Enti Lirico-Sinfonici italiani.

    Il “famigerato Decreto Bondi”, modificato in parte e convertito in Legge, rappresenta un’ipoteca pesantemente negativa sull’attività ed il futuro dei Teatri Lirici Sinfonici italiani e della Scala.

    La domanda ora è questa: Che fare dopo la conversione in Legge dello Stato del Decreto Bondi? I primi tentativi di risposta a questa domanda sono stati l’avvio del “festival” delle idee e delle ipotesi più stravaganti:

    -LISSNER CI SALVERA’!!

    Il Sovrintendente, ma non è il solo,  usa “l’estintore”, per spegnere le lotte. Si muove su due direttrici:

      Assicurare alla Scala l’autonomia, abbracciando la parola d’ordine “regolamenti entro luglio dal              Consiglio dei Ministri”, nel tentativo di recuperare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, volendo    assicurare la programmazione della prossima stagione;

     Confermare gli organici attuali per il 2010-2011. Su quest’obiettivo, avvalorato dalla firma della sig.ra  Moratti, tutte le sigle dei sindacati confederali, compreso il FIALS, concordano.

     

    La nostra opinione è che, il voler fare della Scala un’isola felice in un mare di merda, non regge. 

    Così come, in mancanza di soldi, non reggono gli impegni sugli organici. I fondi tagliati dallo stato (FUS), se non saranno garantiti dalla Sindaca Moratti (Comune di Milano), faranno sì che il Teatro finisca nelle mani dei privati.

     

    -Svuotare la Legge con la contrattazione. 


    Nelle agitate acque sindacali di questi giorni, si sono chiarite le posizioni e si sono evidenziati due blocchi. Da un lato CISL e UIL che, pur sgomitando tra loro, si sono accomodati a “tavola”, abbandonando le lotte contro la Legge “Bondi” rassicurandosi ed accontentandosi delle “quattro lenticchie” offerte da Lissner. D’altro lato, CGIL e FIALS inviano lettere aperte a Lissner ed alla Moratti richiedendo una trattativa che capitalizzi le lotte sviluppate sinora, ma quali siano obiettivi e contenuti è un mistero. Infatti, la “famosa” piattaforma non è mai stata discussa con i lavoratori e, men che meno, da loro approvata. 

     

    Come CUB Informazione e Collettivo CUB Scala riteniamo che:

     

    La Legge “Bondi” sia assolutamente negativa ed anticostituzionale. Da questo giudizio ne discende una coerenza nella proclamazione delle lotte e nei comportamenti nel lungo periodo

    Il futuro della Scala e delle altre tredici Fondazioni  Lirico-Sinfonici italiane è legato al F.U.S.. Se lo Stato taglia i fondi per lo spettacolo, sarà impossibile garantire qualità e quantità della produzione lirico-sinfonica. Così facendo, si spalanca la strada ai privati nella produzione culturale, mettendo una pietra tombale sulle garanzie costituzionali e sul ruolo dello stato nel garantire la cultura a tutti i cittadini. Aumentare i fondi del FUS ed una loro equa distribuzione sono un obiettivo irrinunciabile;

    La Scala deve impegnarsi a garantire gli organici necessari per le sue produzioni culturali con contratti di lavoro a tempo indeterminato. La Scala deve rinunciare al ricorso in appello ed accettare le sentenze favorevoli al riconoscimento del contratto di lavoro a tempo indeterminato per quei lavoratori con sentenza di primo grado favorevole all’assunzione. Per gli altri lavoratori, con contratti a termine o precari, deve essere aperta una trattativa vera e finalizzata al loro inserimento nella pianta organica convertendo i loro contratti a tempo indeterminato. In questi anni, la Scala ha aumentato notevolmente la quantità di spettacoli. Quella dell’incremento quantitativo e qualitativo degli spettacoli ci sembra una necessità che, per essere mantenuta, necessita di un adeguamento degli organici, superando ogni riferimento a piante organiche del passato e che non hanno più senso oggi;

    Consideriamo inderogabile rinnovare il Contratto Nazionale dei Lavoratori del Settore. La sottovalutazione di questo strumento unificante ha provocato una frantumazione contrattuale tra i lavoratori del settore lirico-sinfonico. Noi consideriamo fondamentale la contrattazione aziendale, rispetto alla quale dovrà essere avviata una consultazione, ma pensiamo che la contrattazione nazionale sia anch’essa irrinunciabile perché salvaguarda tutti i lavoratori, compresi quelli meno forti, permettendo a tutti di condividere migliori condizioni di lavoro. 

    In conclusione, pensiamo che sia fondamentale coinvolgere tutti i lavoratori ed indicare obiettivi chiari.

    Pensiamo inoltre sia necessario mettere mano agli strumenti della democrazia. E’ matura l’esigenza che tutti i lavoratori della Scala possano eleggere i loro rappresentanti sulla base della regola democratica di una testa, un voto. 

    Proponiamo che, anche alla Scala, si eleggano gli R.S.U. (Rappresentanti Sindacali Unitari) e gli R.L.S. (Rappresentanti Lavoratori alla Sicurezza). Avere una rappresentanza sindacale che rappresenti la volontà dei lavoratori è un indispensabile  strumento democratico che permette di durare nel tempo e raggiungere gli obiettivi.

    cub/informazione Cub Scala

     

    19 luglio 2010

    17 Luglio 2010

    NOTTE DA LUPI O DA SCIACALLI?

    Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 03:04
    IL TEATRO, INTESO I LAVORATORI ,VUOLE FARE PRESSIONE AL SINDACO/PRESIDENTE PER FAR TIRARGLI FUORI PIU' SOLDI E IMPEGNI CONCRETI PER  IL PRESENTE E FUTURO DELLA SCALA AL FINE DI  ATTENUARE  I TAGLI AL FUS E I DANNI DELLA LEGGE 100 APPENA APPROVATA IN PARLAMENTO.
    IL MINACCIATO SCIOPERO DI CORO E ORCHESTRA SULLA TRASFERTA ESTIVA COLPIREBBE SOLO L'IMMAGINE DELLA MILANO EXPO /MORATTI NEL MONDO E  ZERO  LE CASSE DELLA FONDAZIONE SCALA.
    LA DIREZIONE  SCALA CHE FA ?
    INVECE DI SGOMITARE  PER ARRIVARE  PRIMA A BATTER CASSA  E AFFIANCARSI ASSIEME AI LAVORATORI NEL J'ACCUSE  PER LA  GRAVE ASSENZA DEL SINDACO DEL MONOPOLI  IN QUESTI DUE LUNGHI MESI DI LOTTA E  AGONIA DEL TEATRO, LANCIA  ULTIMATUM ALLE MASSE ARTISTICHE CHE SCADONO PUNTUALI CON LARGO ANTICIPO, PER NON PAGARE I GIORNI CHE SI SAREBBERO DOVUTI FARE IN TRASFERTA A POMPEI E  A BUENOS AIRES CHE DA IERI SERA E' DIVENTATA UN'ALTRA TURNè VITTIMA DA ULTIMATUM .ANCHE SE SAREBBE INIZIATA  IL 25 AGOSTO.
    IERI INOLTRE DECIDE  DI NON PAGARE I GIORNI DI PROVE GIà ESEGUITE  PER PREPARARE  SIA  IL CONCERTO DI POMPEI  CHE PER QUELLE GIà ESEGUITE E CHE SERVIREBBERO NEI PROSSIMI GIORNI PER PREPARARE  BUENOS AIRES .
    MENTRE ORCHESTRA E CORO SI LANCIANO IN PRIMA LINEA ALL'ASSALTO DELLA "DONNA IMMOBILE" PER DARGLI UNA SCOSSA, LA DIREZIONE LI COLPISCE ALLE SPALLE ADDEBITANDOGLI UN MARE DI GIORNI DI ASSENZA PER  RECUPERARE MALDESTRAMENTE LE PERDITE PROVOCATE  DAGLI SCIOPERI CONTRO IL DECRETO  BONDI  OGGI LEGGE 100 CONTRO  LA QUALE ULTIMAMENTE  ANCHE LISSNER SI E' SCHIERATO PLATEALMENTE… O ASTUTAMENTE DA ABILE POPULISTA, VIEN DA PENSARE ORA. 
    IN DIREZIONE GIRANO LUPI TRAVESTITI DA AGNELLI CHE TRASCENDONO IN SCIACALLI O BURLONI DA FINE STAGIONE?
    O SI SRAGIONA PER IL CALDO TORRIDO ?
    LA NOTTE PORTA CONSIGLIO? FORSE CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE PER  FERMARE UNA DIREZIONE CHE LAVORA AL SOLO FINE DI  DIVIDERE I LAVORATORI ?SOGNI.PERCHè QUESTO è IL SOGNO CHE INTENDE REALIZZARE IL C.D.A. DI ERMOLLI.
    VOGLIONO IMPLODERE LA SCALA PER CAMBIARE VERTICI ?IL DIR.GENERALE SOVRINTENDENTE ? IL SOVRINTENDENTE MINISTRO DELLA CULTURA IN FRANCIA?
    O TUTTI A CASA? O CHE ALTRO ANCORA SULLA PELLE DEGLI SCALIGERI?
    SALTA ALLA MENTE  W.ALLEN CHE ESCLAMA "NON C'E' LIMITE AL PEGGIO".
     
    LA CUB/INFORMAZIONE -SCALA
    ESPRIME MASSIMA SOLIDARIETà  A CORO E ORCHESTRA  PER I GRAVI  ATTACCHI CHE STANNO SUBENDO E CREDE CHE SE QUESTE  PROVOCAZIONI VENGONO MESSE  IN PRATICA  è  ARRIVATO  IL MOMENTO DI INDIRE SCIOPERO SU FUTURE PRIME  E SETTE DICEMBRE.
    SENZA SE E SENZA MA.
    MA PER AMOR DEI NOSTRI FIGLI.

     

    avatar   utente anonimo

    11 Luglio 2010

    La Scala e il governo devono riconoscere che l'organico è cresciuto

    Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 20:44

    Si sono inventati Decreti e la legge 100. Hanno mobilitato studi legali e parlamenti.
    La Fondazione Teatro alla Scala e questo Governo, nonostante le invenzioni legislative a colpi di maggioranze, devono riconoscere che l'organico della Scala è cresciuto in proporzione alla produzione. Da 140 aperture di sipario a 270. Da 812 a 1000 persone. Già 120 lavoratori hanno vinto le cause di lavoro dopo anni di precariato e ottenuto un rapporto a tempo indeterminato. Ora Lissner, Di Freda ed Ermolli, il grande vecchio di questa vicenda legislativa, devono accettare le sentenze. Smettere di sperperare soldi pubblici con inutili ricorsi in appello e addirittura in Cassazione. L'arroganza del potere non può schiacciare l'essenza del teatro, cioè il lavoro.
    I sindacati CGIL ,UIL e FIALS non devono tergiversare ma essere determinati come la CUB a ottenere questo riconoscimento dovuto. Il resto è demagogia come fa la Cisl quando si riempie la bocca con la parola "Autonomia".

    La Scala e il governo devono riconoscere che l’organico è cresciuto

    Filed under: Uncategorized — Tag: — Lavoratoriscala @ 20:44

    Si sono inventati Decreti e la legge 100. Hanno mobilitato studi legali e parlamenti.
    La Fondazione Teatro alla Scala e questo Governo, nonostante le invenzioni legislative a colpi di maggioranze, devono riconoscere che l'organico della Scala è cresciuto in proporzione alla produzione. Da 140 aperture di sipario a 270. Da 812 a 1000 persone. Già 120 lavoratori hanno vinto le cause di lavoro dopo anni di precariato e ottenuto un rapporto a tempo indeterminato. Ora Lissner, Di Freda ed Ermolli, il grande vecchio di questa vicenda legislativa, devono accettare le sentenze. Smettere di sperperare soldi pubblici con inutili ricorsi in appello e addirittura in Cassazione. L'arroganza del potere non può schiacciare l'essenza del teatro, cioè il lavoro.
    I sindacati CGIL ,UIL e FIALS non devono tergiversare ma essere determinati come la CUB a ottenere questo riconoscimento dovuto. Il resto è demagogia come fa la Cisl quando si riempie la bocca con la parola "Autonomia".

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