Il Teatro alla Scala rischia di essere privatizzato.
La cultura è un bene collettivo e deve restare tale, libera da logiche economiche perché la sua ricchezza è la creatività e l’elevazione delle coscienze degli esseri umani
Salutiamo i cittadini argentini, che potranno godersi i concerti dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, diretta dal Maestro Daniel Barenboim, in occasione dei festeggiamenti dei duecento anni della Repubblica Argentina.
Questa tournée è stata incerta fino al 22 luglio. Infatti, i lavoratori della Scala, compresi orchestrali e coro, sono in stato d’agitazione dal mese d’aprile e vorremmo spiegarvi le motivazioni.
Il Governo del Presidente del Consiglio Italiano Silvio Berlusconi ed il suo Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi, il 30 Aprile 2010 emanava un Decreto Legge, successivamente discusso e tramutato in Legge, nel quale sono contenute norme in materia di spettacolo ed attività culturali inauditamente gravi ed anticostituzionali.
Queste norme coinvolgono i lavoratori di ben tredici fondazioni liriche sinfoniche italiane, tra le quali anche il Teatro alla Scala.
Il governo italiano, con questa Legge, ha centralizzato su di sé il controllo della produzione musicale e teatrale italiana ed ha tagliato i finanziamenti economici per lo spettacolo e la cultura.
A questo, i lavoratori dei tredici Teatri lirici sinfonici e dell’Orchestra Santa Cecilia di Roma hanno risposto con numerose iniziative di lotta.
Sono “saltate” le prime, sono state organizzate molte iniziative sia all’interno, che all’esterno dei Teatri, sono stati vissuti momenti di forte tensione a Milano, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Italiana, Napolitano, il 24 aprile 2010. Si è sfiorata l’occupazione di tutti i teatri italiani e la sospensione delle tournée.
Il taglio dei finanziamenti ed il blocco delle assunzioni peseranno sulla quantità e sulla qualità degli spettacoli. I lavoratori precari rischieranno di perdere il lavoro o di rimanere precari a vita.
L’autonomia artistica dei Teatri ed in particolare del Teatro alla Scala è fortemente messa in discussione.
Il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, ed il sopraintendente Lissner, in questi giorni, stanno facendo “grandi promesse” per spegnere le lotte dei lavoratori
Per la produzione degli spettacoli, una delle possibili conseguenze, sarà il ricorso massiccio al lavoro “esterno” ed al lavoro interinale, aprendo e chiudendo i rapporti di lavoro in base ai progetti aziendali, trascurando la ricchezza professionale della quale queste persone sono portatrici e sulla quale è necessario investire.
Sono anni che i lavoratori di questo settore attendono il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro e che i lavoratori della Scala attendono il rinnovo del Contratto Aziendale, ma per ora, a favore di quest’ultimo sono state spese solo vaghe “promesse”, senza alcun coinvolgimento nella discussione dei lavoratori.
La cultura è un bene collettivo e deve restare tale, libera da logiche economiche perché la sua ricchezza è la creatività e l’elevazione delle coscienze e degli esseri umani; questo vale anche per il Teatro alla Scala che rischia di essere privatizzato e di dover rispondere al mercato.
Su questo obiettivi la CUB (il sindacato di base) svilupperà nuove iniziative di mobilitazione, coordinate tra tutti i Teatri Lirico-Sinfonici italiani.
Con l’impegno dei lavoratori difenderà la Cultura, la Musica, il Teatro come beni liberi da logiche economiche.
Lavoratori e Cittadini Argentini solidarizzate con la lotta dei lavoratori del Teatro alla Scala per la difesa della cultura come bene pubblico ed universale.
COLLETTIVO LAVORATORI CUB SCALA
CUB INFORMAZIONE Milano, Agosto 2010
DI SEGUITO IL TESTO IN SPAGNOLO CHE SARA' DISTRIBUITO AL TEATRO COLON DI BUENOS AIRES
El teatro de la Scala de Milán corre el riesgo de ser privatizado.
La cultura es un bien colectivo y así debe seguir siendo, libre de lógicas económicas porque su riqueza es la creatividad y la elevación de la conciencia de los seres humanos.
Saludamos a los ciudadanos argentinos, que podrán gozar de los conciertos de la Orquesta del Teatro la Scala de Milán, dirigida por el Maestro Daniel Barenboin, por la celebración del bicentenario de la República Argentina.
Esta gira estuvo en duda hasta el 22 de julio, porque los trabajadores de la Scala incluidos los de la orquesta y coros, se encontraban en un estado de agitación desde el mes de abril y quisiéramos poder explicar los motivos.
El Gobierno del Presidente del “Consiglio” italiano, Silvio Berlusconi y su Ministro para los bienes culturales Sandro Bondi, elaboraron un decreto de ley el 30 de abril de 2010, sucesivamente discutido y transformado en ley, en el cual fueron introducidas normas en materia de espectáculos y actividades culturales, un hecho indudablemente grave e inconstitucional.
Estas normas inconstitucionales involucran a los trabajadores de trece fundaciones líricas y sinfónicas italianas, entre las que se encuentra el Teatro de la Scala de Milán.
El Gobierno italiano, con esta ley, centraliza en sí mismo el control de la producción musical y teatral italiana y dispone de un recorte de financiamientos económicos públicos para espectáculos y cultura.
A estos abusos, los trabajadores de los trece teatros liricos y sinfónicos y la Orquesta de Santa Cecilia de Roma han dado numerosas respuestas con iniciativas de lucha.
En consideración de esta lucha cancelaron todas las “operas primas”, se organizaron diversas manifestaciones adentro y fuera de los teatros, se vivieron momentos de altísima tensión en Milán en ocasión de la visita del Presidente de la República Italiana, Giorgio Napolitano, el 24 de abril 2010. Se llegó a ocupar casi la totalidad de los teatros italianos y a suspender todas las giras.
El corte de los financiamientos y el bloqueo en la asunción de nuevo personal, a la larga pesaran sobre la calidad y la cantidad de los espectáculos. Los trabajadores precarios se encuentran en riesgo de perder el trabajo o de ser trabajadores precarios de por vida.
La autonomía artística de los teatros y particularmente del Teatro de la Scala, será fuertemente puesto en discusión.
La intendente de Milán, Letizia Moratti, y el “superintendente” cultural Lissner, en estos días estuvieron haciendo “grandes promesas” para tratar de frenar la lucha de los trabajadores.
Para la producción de los espectáculos, una de las posibles consecuencias, seria recurrir a trabajadores “externos” y a trabajadores precarios, abriendo y cerrando relaciones de trabajo en base a trabajos temporales, olvidándose y dejando de lado la riqueza profesional que estas personas han logrado con el transcurso del tiempo y sobre las cuales es más que necesario seguir invirtiendo.
Han pasado muchos años desde que los trabajadores de este sector esperan la renovación del Contrato Nacional de Trabajo y que los trabajadores de la Scala esperan la renovación del contrato de trabajo interno, pero por ahora nada de esto se hizo, solo por el contrato interno han hecho muchas promesas pero siempre evitando el dialogo de ellas con los trabajadores.
La cultura es un bien colectivo y así debe seguir siendo, libre de lógicas económicas porque su riqueza es la creatividad y la elevación de la conciencia de los seres humanos; esto vale también para el Teatro de la Scala de Milán que corre el riesgo de ser privatizado y de tener que responder al mercado.
Sobre estos objetivos la CUB (el sindicato de Base) propondrá nuevas iniciativas de lucha y movilización, coordinadas entre todos los teatros liricos y sinfónicos italianos.
Esto se puede lograr con el empeño de los trabajadores en defender la Cultura, la Música y el Teatro como bienes libres de lógicas económicas.
Trabajadores argentinos les pedimos solidaridad con la lucha de los trabajadores del teatro de la Scala para la defensa de la Cultura como bien público y universal.
COLLETTIVO LAVORATORI CUB SCALA CUB INFORMAZIONE Milano, Agosto 2010
La Cub organizza in tutta italia consulenze e sportelli legali e sindacali per le vertenze a favore dei precari. Dalla Scala a Cagliari, Genova, Roma, Bologna ,Napoli ci siamo attivati e stiamo organzzando tutta l'assistenza per i precari che a causa del famigerato " collegato lavoro" oltre ai tagli del f.u.s. e legge 100 vengono espulsi dalle fondazioni. Il nostro piano di intervento rapido contrasta l'intenzione di far pagare ai precari la crisi indotta da Tremonti-Bondi , ma soprattutto intende far rispettare il sacrosanto diritto ad essere assunti a tempo indeterminato come è stato dimostrato alla Scala con le vittorie di decine e decine di lavoratori a tempo determinato o a prestazione serale .
Abbiamo il compito di informare e impugnare il contratto con una raccomandata A/R ENTRO 60GG. DA OGGI. Lasciate una mail con i vostri riferimenti e in assoluto anonimato verrete contattati immediatamente per assistervi. Massima solidarietà con i precari di Roma , Cagliari ,Bologna , e di tutto il resto d'Italia.
CUB/INFO SCALA